La nostra prima volta a Parigi

Voglio innanzitutto ringraziare tutti coloro che hanno inserito in TPC le proprie esperienze e che mi hanno indirettamente aiutato a trovare delle adeguate soluzioni alla mia vacanza parigina; con lo stesso scopo voglio quindi descrivere la mia esperienza, sperando di poter essere in qualche modo di aiuto ai futuri visitatori della “Ville...
Scritto da: sifed
la nostra prima volta a parigi
Partenza il: 07/08/2006
Ritorno il: 12/08/2006
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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Voglio innanzitutto ringraziare tutti coloro che hanno inserito in TPC le proprie esperienze e che mi hanno indirettamente aiutato a trovare delle adeguate soluzioni alla mia vacanza parigina; con lo stesso scopo voglio quindi descrivere la mia esperienza, sperando di poter essere in qualche modo di aiuto ai futuri visitatori della “Ville Lumiere”.

Ho prenotato il viaggio per Parigi per tutta la famiglia (io, moglie e 2 figlie maggiorenni) nello scorso mese di giugno sul sito della Ryanair, trovando i voli a prezzi accettabili: 240 euro andata e ritorno per tutti e quattro, incluse le spese “farlocche” che la compagnia addebita (10 euro per pagamento con carta di credito mi sembra veramente una vergogna!!). Al riguardo consiglio di fare anche la prenotazione ed il pagamento delle spese per il bagaglio in stiva in quanto se fatto in aeroporto costa esattamente il doppio; questo a meno che non si sia sicuri di viaggiare solo con bagagli a mano, ricordando però che la compagnia è assolutamente intransigente sia sui pesi che sulle misure delle valigie.

Per il pernottamento mi sono avvalso, nel mese di luglio, della promozione presente sul sito della catena IBIS, prenotando due camere doppie al prezzo di 49 euro a camera (a prezzo pieno viene 59), presso l’hotel Ibis La Villette; la struttura, ubicata ai margini del Parco de la Villette e servita da due linee della metro a 300 metri circa dall’albergo, è gradevole e pulita anche se le camere non si possono certo definire spaziose, ma d’altronde ci si deve solo dormire! La colazione a buffet è disponibile a 7 euro per persona e vale la pena di usufruirne se poi non si ha intenzione di mettersi a tavola per il pranzo, ma ci si accontenta di un break veloce; per chi è abituato invece alla colazione all’italiana (cappuccino e croissant) consiglio invece di avvalersi di uno dei tanti bar/pasticcerie presenti nella città.

Siamo arrivati all’aeroporto di Beauvais con volo da Orio al Serio la sera alle 22,15 con ben 15 minuti di anticipo sul previsto; l’aerostazione è piccola, ma questo agevola il ritiro veloce dei bagagli consentendo poi di prendere subito l’autobus per Parigi. Gli autobus partono dall’esterno dell’aeroporto con frequenza abbastanza continua e non si rischia quindi di fare lunghe attese.

In circa 75 minuti siamo arrivati a Porte Maillot dove il problema principale è trovare l’ingresso della metriche, come spesso accade a Parigi non è praticamente segnalata dando luogo a disperate cacce al tesoro per trovare gli ingressi; a Porte Maillot suggerisco di prendere a riferimento l’ingresso del Palazzo dei Congressi, di fronte c’è la scala che scende alla metro.

Per chi come noi arriva di lunedì, o comunque in un periodo compreso entro la settimana, suggerisco di acquistare subito al Carte Orange che consente lo spostamento nelle zone 1-2 (in pratica tutta la città escluso La Defense e Versailles) con soli 16 euro; portandosi dietro una foto tessera si può acquistare subito la carta appena si entra nella stazione della metro in quanto il personale è sempre presente allo sportello e in 5 minuti rilascia il documento di viaggio con cui si può usufruire di metro e bus.

Giunti all’uscita della metro in corrispondenza dell’hotel abbiamo incredibilmente trovato un parigino che gentilmente ci ha indicato la direzione per raggiungere l’albergo e ci ha addirittura guidato per un breve tratto, alla faccia di chi dice che gli abitanti sono scontrosi e distaccati.

La mattina successiva, dopo il meritato riposo, abbiamo iniziato il nostro tour visitando nell’ordine la Sainte Chapelle, la Conciergerie (consiglio il biglietto cumulativo di 13 euro) e successivamente Notre Dame; a proposito degli ingressi, preparatevi a una spiacevole sorpresa, perché a Parigi si paga il biglietto per entrare praticamente dovunque, escluso le chiese aperte al culto, a meno che non siate ragazzi (sotto i 18 anni spesso entrano gratis e tra 18 e 25 pagano ridotto) o ultrasessantenni. Per conoscere a fondo Notre Dame ci siamo avvalsi della visita gratuita in lingua italiana che parte circa ogni ora dall’esterno della basilica e che è curata da personale, per quello che abbiamo visto, molto preparato. Per chi vuole fare un po’ di fila e di attività fisica c’è poi la salita alle torri che merita se non altro per il gradevole panorama di cui si gode e per la visione delle campane e dei gargoiles.

Dopo un rapido pranzo a base di baguette e crepes (consiglio di non consumarle vicino a Notre Dame ma spostarsi di qualche centinaio di metri dove le pagate la metà) ci siamo incamminati attraverso Saint Germane fino ad arrivare al Pantheon. Qui le nostre mete si sono divise e mentre le ragazze sono entrate a visitare il Pantheon e le tombe dei personaggi famosi, io e mia moglie abbiamo optato per la attigua chiesta di Saint’Etienne, ricca di marmi ed ornamenti di pregio che vale la pena di gustare.

Da lì siamo scesi poi ai Jardin du Luxembourg per godersi un po’ di meritato relax in un parco dove si possono abbinare bellezze naturali e artistiche insieme.

Con un piccolo spostamento ci siamo poi addentrati nel quartiere latino per la cena; la zona è piena di locali di vario genere (cucina tipica francese, ristoranti greci, italiani, indiani e chi più ne ha più ne metta); insomma un posto dove con una media di 13-15 euro a testa si può tranquillamente cenare, facendo attenzione agli ormai famigerati costi delle bevande che incidono sulla spesa in maniera esorbitante. A proposito suggerisco a chi gira per la città di approvvigionarsi di bibite nei supermercati, magari prima di iniziare le visite giornaliere, per non farsi “spennare” da bar e chioschi. Per chi come noi decide di gustare la cucina tipica parigina si tenga presente che i sapori sono particolarmente forti e che l’uso di salse è presente praticamente in ogni piatto.

Il secondo giorno lo abbiamo iniziato dall’Arco di Trionfo, splendido e maestoso con una vista a 360° da non perdersi; forse una tra le più belle cose di Parigi. Da lì lungo gli Champs Elysees siamo scesi a Place de la Concorde e poi, attraverso i Jardin de Tuileries, al Louvre. Avevamo infatti programmato la visita per il mercoledì pomeriggio, giorno in cui il museo rimane aperto fino alle 21,45. Il Louvre è un susseguirsi interminabile di capolavori, impossibile da visitare per intero per cui conviene, all’inizio, programmarsi in base ai propri gusti artistici e dare priorità alle aree che si prediligono: personalmente ho trovato entusiasmante le arre dedicate alle sculture, ai reperti egizi ed ai pittori italiani. A proposito di questo possibile che nessuno dei nostri critici d’arte abbia ancora spiegato ai responsabili del Museo che Raffaello si chiamava Sanzio e non Santi come appare in tutte le targhe? Per chi si avvale dell’audioguida, si tenga presente che le opere commentate in italiano sono poche (solo 350 in tutto) e che per molti capolavori si è costretti ad avvalersi di commenti in altre lingue o a guide illustrate.

All’uscita dal Louvre abbiamo deciso di cenare in zona, dirigendoci verso l’Operà e facendoci regolarmente “bastonare” (la zona è in assoluto tra le più care); in un ristorante italiano abbiamo consumato un antipastino a buffet ed un piatto di pasta, comunque decente, per la modica cifra di 30 euro a testa!! Da non ripetere.

A conclusione della giornata, vista notturna dell’Operà, del Louvre con relativa Piramide e dell’Arc du Carrousel con relativo sfondo da immortalare in una serie di foto.

Prima tappa del terzo giorno: la Torre Eiffel. Siamo scesi con la metro alla fermata di Trocadero, ammirando la Torre dall’alto per poi scendere e renderci conto di quello che ci attendeva: due ore di fila per prendere l’ascensore (per salire a piedi l’attesa era di circa 45 minuti) e per scoprire poi che non avremmo potuto salire fino in cima in quanto la vendita di biglietti per il terzo piano era sospesa. Dovessi ritornarci opterei per una visita notturna, sicuramente più caratteristica e meno affollata: costi per salire alla Torre 7,70 euro fino al secondo piano, 11 per il terzo.

Una volta scesi abbiamo attraversato i giardini di Champ de Mars fino alla Ecole Militaire e da qui a Les Invalides, dove abbiamo unanimemente deciso di soprassedere alla visita della Tomba di Napoleone e del Dome; certe scelte si impongono a meno che non si intenda girare 24 ore al giorno! Abbiamo invece preferito prendere la metro con destinazione Montmartre: scelta azzeccatissima. Montmartre è sicuramente una delle mete caratteristiche di Parigi che non si possono tralasciare e che merita tempi giusti per una visita tranquilla. Con la funicolare siamo saliti al Sacre Coeur ammirandone la maestosità esterna e interna e ci siamo poi avventurati tra le viuzze del quartiere dribblando fra mille pittori più o meno improvvisati che cercheranno di farvi un ritratto in ogni modo e maniera. Tra negozi di souvenir, mercatini di vario genere e botteghe artistiche si fa presto a trascorrere una mezza giornata in serenità. Per la cena siamo riscesi nella zona di partenza della funicolare cenando in un ristorantino piccolo (Pizza dal Mondo) dove in 4 con soli 31 euro ci siamo gustati un piccolo antipasto ed una pizza che, a dire la verità, è risultata migliore di quelle mangiate a volte in Italia. Calato il buio è stato d’obbligo attraversare Pialle, fini a giungere al famoso Moulin Rouge; lo spettacolo avrebbe forse meritato l’ingresso, ma il fatto che costasse 93 euro a testa ci ha semplicemente scoraggiato dal farlo.

Quarto giorno che si è aperto con la visita a Place Vendome, la piazza più “in” di Parigi con le sue gioiellerie dove fioccano in bella mostra monili da sei cifre e dove chi ha la mania dei vip può stazionare per un po’ davanti al Ritz vedendo immancabilmente entrare o uscire qualche faccia nota. Non è stata questa la nostra ambizione per cui ci siamo diretti all’Opéra, forse il monumento che più di ogni altro ci ha lasciato a bocca aperta. La visita all’interno è d’obbligo, per ammirarne l’incommensurabile sfarzo di ori, specchi, affreschi e arredi che ornano sale imponenti e spazi che sembrano infiniti. Ovviamente neanche una guida in italiano, ma di questo non ci stupiamo più! Uscendo dall’Opéra consiglio chi abbia mogli e figlie che come le mie adorano lo shopping di non fare il mio stesso errore: alle spalle del teatro sorgono infatti i Magazzini Lafayette, sicuramente grandiosi per quanto vi si possa trovare (negozi e boutique di ogni genere) ma micidiali per far saltare i programmi di chiunque vi ci si addentri. Estratta a forza la famiglia dalla “piovra” commerciale, abbiamo preso la direzione del Centre Pompidou, altra particolare struttura degna di una visita, anche se la nostra ha coinciso purtroppo con la chiusura di alcuni spazi espositivi che avremmo voluto visitare. Da ammirare anche le attività che si svolgono all’esterno dee centro, con un alternanza di gruppi di musicisti etnici, di rappers, di artisti di strada che costituiscono comunque una caratteristica da ammirare. Dopo una cenetta frugale a base di crepes, abbiamo preso la metro per l’ultima tappa veramente parigina: gita sulla Senna con le Bateaux Mouches. Ammirare la veduta notturna della città dal fiume è sicuramente un’esperienza da provare, accompagnati dalle classiche musiche francesi e, udite udite, da descrizioni in lingua italiana.

L’ultima giornata l’abbiamo dedicata alla visita alla Reggia di Versailles, raggiungendola con il treno della RER (prendetelo alla stazione Les Invalides perché sennò in questo periodo c’è un’interruzione che è coperta con una navetta di bus). Per fortuna c’eravamo premuniti acquistando preventivamente i biglietti (comprati al negozio FNAC sugli Champs Elysees, ma li vendono anche al magazzini Lafayette) e risparmiandoci un paio d’ore di fila, per di più sotto scrosci di pioggia.

L’interno del castello è stupendo ma ciò che è di una bellezza incommensurabile sono i giardini; se possibile visitateli dedicandovi l’intera giornata e scegliendo un giorno di bel tempo, in modo da apprezzarne la fastosità, la cura perfetta e il gradevole insieme di sculture, fontane e aiuole sterminate.

Con Versailles si è chiusa la nostra esperienza parigina e dopo essere tornati a recuperare il bagaglio in hotel (se partite la sera accertatevi che il vostro albergo vi assicuri la custodia per non doverveli portare dietro) siamo tornati a Porte Maillot per riprendere l’autobus per l’aeroporto: arrivate alla stazione dei bus almeno tre ore e mezzo prima del volo per avere la certezza di giungere con tutta tranquillità a Beauvais. Ho notato che altri TPC hanno segnalato difficoltà nelle comunicazioni interne all’aeroporto ma personalmente non ne ho notato grande differenza rispetto ad alcuni piccoli scali italiani.

In conclusione una vacanza gradevolissima, un’esperienza da ripetere perché la grandeur di Parigi merita sicuramente un approfondimento, senza considerare che ci sono ancora tappe importanti che il tempo non ci ha impedito di vedere (Museo d’Orsay, Place de Vosges, ecc.).

Per quel poco che posso spero di aver dato qualche suggerimento utile a chi vorrà intraprendere una visita a Parigi e invito i TPC che volessero farmi domande, a contattarmi.



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