La nostra luna di miele in Giappone
ore 9.00 papà e mamma ci vengono a prendere a casa per accompagnarci in aeroporto. Facciamo il check in fino a Tokyo. Ore 11.00 partiamo per Roma dove arriviamo verso le 12 e qualcosa. Il nostro volo per Alitalia Tokyo parte dal terminal credo C quello al quale si arriva con il trenino senza conducente. Le ultime telefonate ed il nostro volo parte puntuale alle 15.00. Ore di volo: circa 13. Fortunatamente eravamo nella fila a tre posti ed il terzo posto era vuoto!
27 Dicembre, 2009
ore 11.30 a.m. a Tokyo un po’ scombussolati per il lungo viaggio andato però benissimo e trascorso a leggere le guide. Aspettiamo un’oretta in aeroporto in attesa che il nostro Limousine bus partisse. Tempo del tragitto: circa 1 h. Comodissimo, si trova agli arrivi proprio di fronte la porta di uscita. Insomma arriviamo in hotel – Ana hotel Intercontinental nel quartiere di Akasaka– verso le 14.30 talmente stanchi che ci addormentiamo per un paio d’ore. Al risveglio, ormai ora di cena, giriamo un po’ l’hotel e chiediamo dove andare a mangiare. Andiamo così a Roppongi, uno dei quartieri più vivi di Tokyo di notte. Tutte le insegne sono in giapponese, schermi giganti proiettano cartoni, gente rigorosamente giapponese super alla moda pronta per una lunga notte. Le ragazze stranamente con il buio indossano gli occhiali da sole (poi ci accorgeremo che invece di giorno non li usano così tanto come di notte!). Ci imbattiamo nell’Hard Rock Cafè, nella Fujifilm tower ed in un centro commerciale elegantissimo, Galleria, dove tutte le firme più importanti sono presenti. Nella strada vediamo anche l’ingresso del famoso ristorante italiano Sabatini ma con prezzi decisamente giapponesi. Ritorniamo sui nostri passi per andare a cena in un locale che ci aveva ispirato e nel quale ci eravamo messi in lista. Una volta entrati il cameriere ci ha riconosciuti ed ha esclamato “Mantosan”. Siamo in Giappone! Ci accomodiamo al piano superiore, seduti al bancone dietro al quale un elegante chef preparava piatti incredibili. Ordiniamo entrambi Udon in brodo io con il tofu fritto e dani con la tempura di pesce e verdura, sushimi come antipasto e sake caldo. Tutto buonissimo ma il problema grandissimo è mangiare con le bacchette!!!!tra una cosa e l’altra non so come ma ce l’abbiamo fatta!
28 Dicembre, 2009
colazione in un caffè bar vicino all’hotel e metro per Ginza. La macchinetta per fare i biglietti della metro non sembra facilissima come in realtà è, ma un tipo della metro ci da una mano. Arriviamo a Ginza un po’ presto, infatti non tutti i negozi sono ancora aperti. Poi impariamo che in Giappone al mattino l’orario di apertura è tra le 10.00 e le 11.00. Ginza è il cuore della Tokyo occidentalizzata, paradiso degli amanti dello shopping.
Comunque iniziamo a girare tra gli immensi palazzi. Ogni marchio di lusso esistente ha lì un proprio palazzo con il proprio stile (Armani, Apple, Gucci, Hermes, Mikimoto, Cartier, Bulgari, Fendi, il Sony showroom e tutti i più importanti department stores com Matsuya e Matsukoshi). Rimaniamo incantati dai fiorai con i loro ikebana, dalle cartolerie con gli infiniti biglietti, carte da lettere, set per origami, adesivi e tutti ciò che ci si possa immaginare, dai dolci, dagli oggetti augurali e decorativi, dalle scatole di bento (scatole generalmente in legno a scomparti contenenti cibo per il pranzo). Arriviamo anche all’affollatissimo incrocio di Yon-chome che però non è così affollato! Andiamo a vedere il teatro Kabuki-za che purtroppo nel periodo in cui siamo noi a Tokyo non prevede rappresentazioni. Poi andiamo a visitare il Tokyo International Forum (centro culturale) e ci dirigiamo verso il palazzo imperiale immerso in un bellissimo giardino – un’oasi tra i grattacieli. Lì vediamo la prima giapponese vestita in kimono.Bella! Il ponte Nijubashi, simbolo della zona è un incantevole ponte in pietra a doppia campata.
Giriamo poi ancora intorno al quartiere e nei pressi della stazione dove siamo andati a cambiare il nostro Japan Rail Pass. Ci imbattiamo in una zona molto carina, ricca di bistrot e patisserie, sembra di essere in un angolo di Parigi. Strada facendo verso l’albergo facciamo una sosta al piano del “mercato” di Takashimaya dove Dani si compra un bento a base di sushi che si è poi mangiato in hotel. Di sera usciamo e decidiamo di esplorare Shinjuku est – sinonimo di svago – ed in particolare i piccoli bar della Golden Gai ed il quartiere a luci rosse di Kabukicho dove si trovano hostess bar e infinite sale di pachinko. In mezzo sempre a palazzoni e grattacieli ci si ritrova nelle stradine di Golden Gai, una serie di case e locande microscopiche dove i Giapponesi vanno a bere dopo lavoro. Si tratta alle volte di locande talmente minuscole da ospitar solo un bancone. Da lì si arriva nella zona hot di Kabukicho dove ceniamo in una “taverna” dove si ordina attraverso una machinetta tipo slot machine tutta in giapponese. Poi comunque si cena attorno ad un bancone in circa 10 minuti dove il piatto principale consiste in tagliolini in brodo miso che tutti attorno a noi, dopo averli portati alla bocca con le bacchette, li succhiano rumorosamente con tutto il brodo. Che ridere!
29 Dicembre, 2009
meta: mercato del pesce Tsukuji. Purtroppo – anche se l’intezione c’era – non abbiamo assistito all’asta del mattino in qanto in questo periodo dell’anno dicono affollato dai turisti non piace avere visite. E’ considerato il più grande luogo di compravendita di pesce al mondo e merita di essere visitato.Tutti i pesci hanno dimensioni direi esagerate, soprattutto i calamari, le seppie, i polpi ed i granchi. Poi tanti tonni. Alla fine del mercato tutti i giapponesi si mettono rigorosamente in fila dietro le porte scorrevoli e le tendine di localini dove evidentemente servivano prelibatezze appena pescate!!! Dopo il mercato abbiamo preso la metro ed abbiamo raggiunto la stazione di Shiodome dove si prende la linea Turikamone -il trenino monorotaia fino all’isola artificiale di Obaida. E’ anche un modo per ammirare la baia di Tokyo ed il Rainbow Bridge. Dopo siamo andati a Shinjuku ovest – area tra le più lussuose della città.Abbiamo percorso la Takeshita dori, la strada di tendenza per i teenagers, visitato il santuario Meiji – il più importante luogo di culto scintoista di Tpkyo – e poi Omotesando, Harajuku e Minami Aoyama con i suoi viali alberati, le costruzioni dei migliori architetti mondiali ed i suoi eleganti negozi (anche qui tutte le più grandi firme). Qui abbiamo avuto la prima esperienza di banca giapponese per un cambio. Alla fine dell’operazione ci hanno regalato la solita salviettina in una sacchetto con disegnato Hello Kitty. Ci siamo fermati per uno spuntino in un locale con il nastro girevole dove il costo dipendeva dal colore del piattino scelto e dalla quantità ordinata. Dopo la breve pausa ristoratrice ci siamo addentrati nelle stradine laterali costellate da costruzioni basse che ospitano boutique di giovani stilisti. L’atmosfera era quella di una biennale d’arte!
A cena, stanche morti dopo una giornata pienissima, siamo andati da Zakuro. Un ristorante molto elegante all’interno di una vecchia casa giapponese. Tutte le cameriere indossavano un kimono e la cena è stata molto bella. Cucina soba soba ovvero si cucinava direttamente sulla tavola in un fornello di rame. Il dolce .. No comment una sorta di tagliatelle trasparenti e collose servite in una ciotola con cubetti di ghiaccio da prendere con le bacchette – impossibile – ed immergerle in una ciotolina con dello zucchero scuro fuso.
30 Dicembre, 2009
treno per Nikko. Arriviamo nel primo mattino. Prendiamo il bus fino alla zona da dove inizia il cammino. Mezza giornata in mezzo alle montagne e ad un escalation di templi uno più bello dell’altro. Immersi nella natura e nella spiritualità. Vediamo il ponte Shinkyo, un ponte di legno laccato di rosso, uno dei più fotografati del Giappone. Visitiamo il tepio Rinno-ji, il santuatio Tosho-gu, il santuario Futara-san ed il meraviglioso santuario Taiyuin-byo situato in mezzo ad un bosco di cedri giapponesi.
Al termine della visita di tutti i posti più importanti decidiamo di tornare verso la stazione (circa 1 km) a piedi. Ci imbattiamo in un vecchio negozio di antiquariato dove compriamo una ukiyo-e (xilografia) del 1840 e poi facciamo una sosta ristoratrice in una piccola locanda/sala da te gestita da mamma e figlia (sul lato sx della strada). Un posto delizioso tipo casa di biancaneve. Nel tavolo accanto a noi una coppia di Giapponesi con due gemelli appena nati.
Tornati a Tokyo per ora di cena decidiamo di cambiare cucina e di mangiare indiano.
31 Dicembre, 2009
Metro per la famosa strada Nakamise-dori che porta al tempio Senso Ji. Poi facciamo un salto a Shibuya, dove alla stazione c’è la statua del cane Hachiko, per andare al Disney store per i biglietti per Disneyland. Poi una abbiamo preso una serie di sole come direbbero a Roma. Prima abbiamo cercato la casa del te – chiusa – e poi siamo andati alla ricerca di Kuehne Nagel Tokyo – flop.
Siamo rientrati in albergo un po’annoiati ma comunque felici di festeggiare il Capodanno. Ci siamo cambiati e ben vestiti. Aperitivo al bar all’ultimo piano, bellissimo sembrava di essere a New York non a caso il posto si chiama Manhattan Lounge. Dopo cena al ristorante giapponese dell’albergo Unkai Restaurant. Posto molto bello che nonostante fosse al terzo piano ha una vetrata che si affaccia in un giardino con cascata. Finita la cena siamo andati ad un tempio sotto la Tokyo Tower dove abbiamo aspettato la mezzanotte. Eravamo in mezzo a migliaia di persone tutte con in mano un palloncino bianco al cui filo avevano attaccato un foglietto di carta con delle preghiere. Alle 00.00 la tokyo Tower si è illuminata a festa e tutti hanno lasciato volare in cielo i palloncini. Che spettacolo. Che emozione grandissima. Poi nell’ordine giapponese siamo usciti, preso un taxi e tornati in albergo dove in camera abbiamo stappato lo champagne.
1 Gennaio, 2010
Sveglia all’alba per andare a Disneyland. Il divertimento non può essere espresso a parole. Dani aveva le lacrime agli occhi da quanto ha riso. Verso le 17 siamo tornati indietro un po’ stanchi anche perché avevamo dormito solo 3 ore. Dani si è riposato un pochino mentre io preparavo la valigia e poi siamo andati a cena da Gompachi. Un pub giapponese in un’antica costruzione del periodo Edo dove tutto il personale ogni tanto urlava.
2 Gennaio, 2010
Sveglia all’alba per prendere il treno per Takayama via Nagoya. Fino a Nagoya Shinkansen, da lì in poi treno locale. Lo spettacolo è dei più belli. In mezzo alle Alpi giapponesi, uno scenario tutto imbiancato, il fiume verde smeraldo e la neve che cade a fiocchi incessantemente. Una volta arrivati alla stazione di Takayama verso le 12.30, sebbene il nostro ryokan (Tanabe ryokan) fosse a 5 minuti a piedi, prendiamo un taxi perché vi era una vera e propria bufera di neve. Lasciamo i bagagli e ci incamminiamo nelle stradine vicine in quanto il check in nei ryokan è tra le 14 e le 15. Ci imbattiamo in una caffetteria stile austriaco/francese dove il tempo sembra essersi fermato. Ci sentiamo dentro uno di quei film in tempo di guerra dove i soldati si ritrovano a bere qualcosa e ad ascoltare musica. Ordiniamo una spremuta di arancia calda e toast con marmellata di arance amare.
All’ora per il check in rientriamo al ryokan e lì ci si apre un nuovo mondo. Una signora in miniatura con un kimono bellissimo e scalza, si inchina davanti a noi e ci dice che ci stava aspettando. Anche noi siamo obbligati a lasciare le scarpe all’ingresso e seguiamo per i corridoi la signora che ci accompagana nella nostra stanza dove ci fa scegliere il kimono (yukata) che più ci piace, ci aiuta ad indossarlo e ci fa accomodare al tavolo per servirci uno squisito te verde. Lei fa tutto in ginocchio e non supera mai la linea di ingresso della stanza vera e propria. Un tuffo nel passato. Che meraviglia. Ci chiede a che ora vogliamo servita la cena a e la colazione. Quando rimaniamo soli nella stanza ci guardiamo intorno e ci accorgiamo che la stanza consiste in uno spazio essenziale dai colori caldi del legno e della carta di riso. C’è solo un tavolino basso al centro con 2 sedie, una veranda, un armadio dove dentro sono piegati i fouton ed il bagno (solo lavandino) con all’interno una porta ermetica che porta ad una veranda dove vi è la vasca e la doccia. Il wc vero e proprio sta in una stanza alla quale si accede da una porta nell’ingresso.
Usciamo a fare 2 passi per andare a visitare il famoso quartiere antico – Sanmachi -patrimonio dell’umanià. Si tratta di una serie di stradine costeggiate a destra e sinistra da queste case in legno conservate perfettamente. All’interno ci sono piccoli musei, sale da te, vecchie distillerie di sake, piccole boutique etc. Beviamo un matcha tea e ritorniamo al ryokan dove siamo curiosi di fare l’esperienza dell’onsen. Ci sono 2 onsen, uno in legno e l’altro in pietra. Appena entrati ci si spoglia completamente, ci si lava nelle doccie dove sono presenti tutti i tipi di saponi, shampo e detergenti e ci si immerge per pochi minuti in queste vasche – interne ed esterne – dove l’acqua ha una temperatura di 80°. E’ un’esperienza di relax e soprattutto un rito di cura corporea (pulizia). Una volta va fatto! Poi torniamo in camera dove ci servono la famosissima cena kaiseki – un tripudio di piatti di sushi, sushimi, crostacei, zuppe, miso soup, verdure, carne pregiata etc fino al dolce. Una volta terminata la cena vengono in camera due donnine che sparecchiano, spostano il tavolo tutto da una parte e preparano il letto con una meticolosità teatrale. Il fouton bello a vedersi ma non così comodo!
3 Gennaio, 2010
Sveglia alle 7 con colazione kaiseki. Danilo ha il coraggio di provare qualcosa, io invece no! metto tutto in un sacchetto per evitare di deludere qualcuno ed invece … Danilo lo dimentica in camera! Che figura! Infatti la mattina seguente chiedo il favore di avere una colazione stile continentale.
Visitiamo il mercato del mattino, il palazzo in stile Edo residenza storica dei governatori– Takayama Jinya -, passeggiamo un po’ e poi ritorniamo nel ryokan dove rimaniamo tutto il pomeriggio tra il riposo, l’onsen e la cena.
4 Gennaio, 2010
Dopo una bellissima passeggiata nel sentiero dei templi – passeggiata di Higashiyama – e la visita alla casa Yoshijima famosa per la sua semplicità e spesso fotografatsandiamo in stazione per prendere il treno per Kyoto sempre via Nagoya. Arriviamo al nostro hotel, Okura Hotel, e subito ci catapultiamo a far due passi nel quartiere di Gion guardandoci continuamente intorno con la speranza di vedere una gheisha. Seguiamo il consiglio che ci hanno dato in hotel ed andiamo a mangiare tempura a Gion. Squisito!
5 Gennaio, 2010
Svegliati di buon ora, seguiamo il dettagliato percorso della Lonely che ci porta nella zona storica di Kyoto – Higashiyama – dove trascorriamo mezza giornata. Iniziamo il percorso dal vicolo delle teiere e giungiamo al Kiyomizu-dera con la sua pagoda che svetta nello skyline cittadino. Proseguiamo per le strade lastricate in pietra con vecchie case di legno, negozi e ristoranti. Entriamo nella Ishibei-koji, considerata la via più bella di Kyoto, visitiamo il Kodai-ji con il suo enorme Buddha di pietra. Arriviamo nel parco Maruyama-koen e continuando il percorso visitiamo anche il Chion-in temple ed usciamo dal lato del varipinto Yasaka Shrine.
Siamo nei primi giorni dell’anno e la maggior paret delle donne giapponesi indossa costumi tradizionali. Per loro è festa e lo è anche per i nostri occhi. Si è fatta ora di cena ed anche questa volta chiediamo all’hotel che ci indica un altro locale a Gion dove mangiamo divinamente spendendo il giusto. Bisogna stare molto attenti in quanto i prezzi dei ristoranti di Gion non sono reasonable. Siamo tra l’altro fortunatissimi in quanto incontriamo una gheisha che usciva da una delle tante minuscole porte di Gion e fuori c’era un macchinone nero con vetri oscurati che l’aspettava.
6 Gennaio, 2010
Visita di Nara. Il tempio Kofukuji, il tempio Todaiji con le sue due gigantesche statue di guerrieri in legno ed il buddha di bronzo ed il Kasuga Shrine con le colonne di un color arancio indescrivibile come i vestiti dei monaci e le migliaia di lanterne lungo il sentiero. Il parco è pieno di cervi che aspettano dai turisti i biscotti che vendono appositamente. Qualcuno ti insegue pure sperando di averne ancora!!!! Attenti alle giacche!!!! La sera stanchi decidiamo di cenare in hotel con una serie di cose acquistate nei piani del mercato dei vari department stores.
7 Gennaio, 2010
Visitiamo il tempio della Pagoda d’Oro e partecipiamo al rito del te in una tea house dentro il tempio. Molto suggestiva. Nella sala da te dell’hotel invece incontriamo due gheishe ed una maiko e rimaniamo ad osservarle incantati per tutto il tempo che sono rimaste lì. Le loro acconciature, i loro abiti e le loro movenze sono uno spettacolo. Non sono donne bellissime ma è tutto il contesto che le rende misteriose. Poi decidiamo di inoltrarci nella zona confinante al mercato e scopriamo una kyoto di tendenza. Perdiamo delle ore dentro un negozio di dischi e cd usati, dentro delle boutique di moda vintage, nella boutique di un’artista che crea delle bellissime bambole dal viso di porcellana e vestite con kimono preziosissimi. Poi una partita in una sala Pachinko. Ma riusciamo a rimanere solo qualche minuto perché il rumore è assordante ed il fumo eccessivo per i miei occhi.
8 Gennaio, 2010
Dopo aver visitato il mercato coperto ed il castello dove i pavimenti al passaggio di qualcuno suonano come il canto di usignoli e dove l’essenzialità giapponese lascia spazio a delle pitture meravigliose, prendiamo il treno per Hiroshima ed andiamo direttamente in hotel, Righa Royal Hotel Hiroshima.
9 Gennaio, 2010
Passeggiamo nel giardino dove vi è l’A Bomb Dome unico edificio rimasto in piedi dopo lo sgancio della prima bomba atomica lanciata al mondo il 6 agosto 1945. Tutto attorno è molto silenzioso, pulito e ben curato. Una realtà quasi ovattata. Entriamo nel Peace Memorial Museum all’interno del Peace Memorial Park. Impressionante ma assolutamente da vedere. Credo che tutti dovrebbero visitarlo (soprattutto i capi di stato) per rendersi davvero conto di quanto sia crudele il nucleare che finchè esisterà metterà a rischio ciascuno di noi. Infatti la speranza di Hiroshima è l’abolizione delle armi nucleari e la realizzazione di una politica comunitaria internazionale.
Lasciamo i bagagli in albergo e dopo un’ora di tram arriviamo all’imbarcadero per prendere il traghetto per Miajima. Il traghetto ci impiega circa 10 minuti. Una volta arrivati ci ritroviamo in un’isola verde abitata da tantissimi cervi e piena di pescatori che arrostiscono ostriche.
Cerchiamo il nostro ryokan, Iwaso. Ryokan storico che ha ospitato imperatori, politici, etc. La posizione è bellissima ed anche gli onsen interni lo sono. Ammiriamo il santuario Itsukushima ed il portare torii in mezzo all’acqua. Nel pomeriggio la marea era bassa fino ad asciugarsi completamente verso le 22, ora in cui siamo andati a rivederlo, dopo una buonissima cena kaiseki in camera, ed abbiamo addirittura camminato là dove prima c’era l’acqua! Che spettacolo! Tra l’altro era pieno di un sacco di animali tra cui anche un procione!!!!
10 Gennaio,2010
Sveglia alle 6 per andare a vedere il tempio in quanto a quell’ora era prevista l’alta marea. Era alta ma non altissima. Dipende ovviamente dal periodo e dalle maree. Comunque ne è valsa la pena. Decidiamo di prendere la funivia per salire nel punto più alto dell’isola – sul monte Misen – da dove si poteva scorgere parte del mare interno. Ci ritroviamo letteralmente su un pizzo di una montagna, circondati da cervi e scimmie ed il panorama mozzafiato. Da lì inizia anche una sorta di scalata per raggiungere altri luoghi di ineteresse, ma si era fatto tardi e decidiamo di scendere. Traghetto, tram e di nuovo ad Hiroshima dove prendiamo il treno per Osaka per non fare un’unica tirata fino a Tokyo dove la mattina dopo avevamo l’areo per Roma. Per cui cena e pernottamento ad Osaka e l’11 Gennaio, 1 mese dopo le nostre nozze, treno per Tokyo e via.
Sayonara Giappone.
Commenti:
se decidete di andare in Giappone non aspettattevi una terra di una “bellezza sfacciata”, bensì molto sobria, sussurrata ma affascinante da morire. Tecnologia e tradizione convivono benissimo senza stonature. Il rispetto e la pulizia sono massimi. Non avrete mai la sensazione di trovarvi in pericolo o di essere capitati in un posto poco sicuro. Muoversi, capire e farsi capire è facilissimo perché ad ogni domanda che possa venire in mente in una qualsiasi situazione c’è sempre la risposta lì a portata di mano. I giapponesi hanno pensato a tutto.
Tutto è facile e super semplificato. Loro sono gentili, silenziosi (in treno bisbigliano), efficienti, pronti ad aiutarti. Sono anche sempre con il cellulare in mano senza suoneria e sempre con gli auricolari delle forme più strane; le ragazze super alla moda e con minigonne vertiginose; adorano i gelati e tutto ciò che è francese, in particolare i loro dolci; ovviamente sono degli ottimi cuochi ma anche degli ottimi pasticceri; difficilmente vi imbatterete in un posto di cattivo gusto. L’essenzialità, la linearità delle forme, l’amore per materiali naturali fa si che vi troverete sempre a vostro agio.
Mio padre guardando le foto ha detto “mi aspettavo di più” in realtà non sono io che non ho saputo fotografare (anzi mi reputo una discreta fotografa!) bensì perché il Giappone va vissuto e capito. La bellezza sta nelle piccole cose come i loro cibi preparati ad arte in questi minuscoli piattini.