La Nostra Londra
PROGETTO DI VIAGGIO: l’idea di fare qualche giorno in una capitale europea per spezzare un po’ il ritmo, balenava nelle nostre menti già da tempo. Barcellona, Londra, Lisbona… Una delle news letter di Lufthansa ci fa decidere in brevissimo tempo, infatti a gennaio per promuovere le nuove tratte da Milano verso le capitali Europe, la compagnia segnalava la possibilità di prenotare un volo usando le miglia premio maturate nel corso dei precedenti viaggi e pagare unicamente le tasse aeroportuali. Il vantaggio era notevole visto che le miglia richieste erano solamente 3.000.
VOLO: essendo iscritti al programma Miles and More da tempo, non ci facciamo perdere questa opportunità spendibile per voli con rientro entro il 30 aprile 2009. Guardando le varie destinazioni proposte quella che fa maggiormente al caso nostro come orari di partenza e arrivo per sfruttare interamente i giorni a nostra disposizione è Londra. Mio marito aveva già visitato questa città più di 10 anni fa, ma con entusiasmo vuole rivisitarla con me visto che ne conserva un ricordo molto piacevole e mi ha sempre detto che un giorno ci saremmo andati insieme! Quindi prenotiamo: partenza da Milano Malpensa alle 7.15 del 11 Aprile e rientro per le 23.05 del 14 Aprile approfittando delle festività pasquali. Paghiamo come detto solo le spese aeroportuali che sono cmq considerevoli ma di gran lunga inferiori rispetto ad un biglietto intero proposto da compagnie di voli low cost, considerato anche che queste avevano orari meno agevoli per le nostre esigenze.
ALBERGO: la scelta dell’albergo non è stata molto facile. Essendo la città suddivisa in diversi quartieri e tutti con numerose attrazioni turistiche, è difficile trovare un albergo un po’ centrale a tutto. Così optiamo per la zona maggiormente gestita dai mezzi di trasporto : Victoria Station, anche perché qui la scelta degli alberghi è molto vasta.
Sappiamo da sempre che gli standard qualitativi degli alberghi esteri non sono paragonabili a quelli italiani e quindi leggendo i commenti dei diversi turisti che avevano già alloggiato nei vari hotel della zona non ci meravigliamo più di tanto. Il migliore sembra essere l’hotel Dover in Belgrave Road (tra l’altro aveva ospitato l’anno prima mia cognata e alcune sue amiche e quindi abbiamo anche una testimonianza diretta che non si discosta da quelle lette). Prenotiamo su booking.Com anticipando solo il numero della carta di credito come garanzia e saldando in loco il costo delle tre notti (235 sterline). Questo tipo di prenotazione offre buone condizioni di annullamento e mancando ancora diversi mesi alla partenza siamo più tranquilli pensando che possiamo, nella peggiore delle ipotesi, annullare il viaggio senza penali aggiuntive.
CAMBIO: il cambio al momento del nostro viaggio è decisamente vantaggioso. Essendo 1 sterlina pari ad 1,1 € circa, i viaggi in Gran Bretagna sono decisamente abbordabili rispetto anche solo a qualche anno fa quando invece la sterlina era molto più forte rispetto all’Euro.
Detto questo abbiamo trovato i prezzi applicati dai vari esercenti della città (ristoranti, negozi, abbigliamento, supermercati) in linea rispetto alle altre capitali europee, anche se senza dubbio è una città molto cara.
Una differenza importante invece è data dal fatto che tutti i musei londinesi sono gratuiti, quindi un bel vantaggio per chi ha qualche giorno in più da dedicare ai bellissimi e rinomatissimi musei che offre la città.
Noi purtroppo, avendo solo 4 giorni decidiamo visitare la città, lasciando la visita dei musei per la prossima gita a Londra.
MEZZI DI TRASPORTO: Londra è dotata di una rete di trasporti ricchissima e ben servita. Vi sono diverse combinazioni possibili per sfruttare al meglio i mezzi con i giorni di permanenza a Londra a seconda che si viaggi o meno nelle ore di punta, nelle zone più o meno vicine al centro, si può optare per corse singole o per pacchetti di corse.
Noi valutando l’offerta abbiamo visto che quella più conveniente per noi era l’acquisto di una Oyster card settimanale delle zone 1 e 2, (consente di viaggiare su Metro, DLR, mezzi pubblici di superficie e alcuni treni della National Rail) con già caricata la differenza per la tratta dall’aeroporto alla città e viceversa visto che l’aeroporto è un una zona non coperta dalla fascia da noi prescelta (si chiama formula pay as you go), il tutto per un totale di 28 sterline a testa (non è eccessivo ma allineato alle medie delle altre capitali europee con l’unica differenza che scopriremo con l’utilizzo dei mezzi, che le linee sono veramente vecchie, sporche e alcune mal funzionanti).
Ma veniamo al racconto dettagliato di questi giorni.
1° GIORNO – SABATO 11 APRILE 2009 Ecco finalmente il giorno della partenza. La sveglia è brusca ma l’adrenalina per l’imminente viaggio ci sostiene. Lasciamo casa che è ancora buio.
L’aereo della Lufthansa ci aspetta all’aeroporto di Milano Malpensa per decollare alle 7.15. Il viaggio fino a Milano è tranquillo e per strada non c’è traffico. Lasciamo l’auto al Fly to park, già sperimentato altre volte, pagando per 4 giorni 25 €. Poi con la loro navetta veniamo accompagnati in meno di 10 min al terminal 1, l’autista ci lascia il numero di cellulare da richiamare una volta atterrati martedì sera per rientrare al parcheggio.
Facciamo in un attimo il check-in tramite le macchinette automatiche sistemate vicino ai banchi della Lufthansa (mio marito è espertissimo visto che ormai usa più l’aereo che l’auto per le riunioni di lavoro!): in meno di 5 minuti abbiamo le nostre carte d’imbarco. La procedura è semplicissima: basta inserire la tessera Miles and More di uno dei viaggiatori, procedere seguendo le istruzioni che dà la macchinetta, inserire la tessera del secondo viaggiatore, selezionare i posti liberi che vengono proposti e dare l’ok e il gioco è fatto.
Noi poi avevamo anche un bagaglio da stiva e così andiamo al banco destinato al ritiro delle valige di chi come noi ha fatto il check-in elettronico, anche questo passaggio è velocissimo, la hostess ci dà l’adesivo con il numero per rintracciare la valigia in caso di smarrimento (non voglio neanche pensarci..!!) e ci augura un buon viaggio. Questa procedura ci ha risparmiato una bella fila e un bel po’ di minuti di attesa.
Più leggeri andiamo subito al nostro gate, passiamo velocemente i controlli perché non c’è molta gente (nonostante sia il sabato di Pasqua).
Il volo parte in orario e in meno di un’ora e trenta siamo in atterraggio su Londra dopo una buona colazione servita a bordo.
Il cielo è plumbeo, ma cosa ci potevamo aspettare, che ci fosse il sole? Eh no, non sarebbe Londra! Ritiriamo il bagaglio che arriva prontamente ( e meno male ) e ci apprestiamo ai controlli doganali. C’è una lunghissima fila ma in meno di 20 min siamo fuori.
Un piccolo appunto: come documento necessario per la dogana inglese è sufficiente la carta d’identità. La mia era scaduta alcuni mesi prima del viaggio ma grazie al D.Lgs che ha prolungato la validità del documento è stato sufficiente andare all’anagrafe del mio comune e farmi timbrare la vecchia carta d’identità con la nuova scadenza. Non essendo però sicura che questo timbro fosse riconosciuto dagli agenti londinesi mi sono portata anche il passaporto per sicurezza. Bhe non è stato necessario utilizzarlo perché la carta d’identità è stata più che sufficiente.
Una volta usciti prima di avviarci verso l’ingresso della metropolitana, segnata molto bene da grossi e chiari cartelli, facciamo bancomat per avere un po’ di contanti (avevamo deciso di non cambiare soldi in Italia per evitare commissioni aggiuntive, e poi con il bancomat è tutto molto comodo, veloce e sicuro).
Ci avviamo verso la tube, dalla hall dell’aeroporto si attraversano ampi corridoi sotterranei e scale mobili senza mai uscire fuori. Arrivati all’ingresso, troviamo il botteghino dove vendono i ticket (ci sono anche le macchinette automatiche ma non sapevamo bene cosa convenisse fare e così abbiamo optato per l’aiuto dell’addetto). Bene non ci resta che far aprire i cancelli della metro appoggiando la tessera magnetica sulla colonna davanti ai varchi dotata di lettore ottico (sia all’inizio che alla fine del viaggio), il tutto facile e veloce, si accende la luce verde e un segnale acustico ci dà l’ok per il passaggio. Prendiamo la linea viola Piccadilly che dovrebbe portarci alla coincidenza con la linea verde (la District), un totale di 20 fermate che in un’oretta dovrebbe portarci a Victoria Station la fermata più vicina al nostro albergo.
Saliamo sul convoglio in arrivo, bisogna stare molto attenti alle direzioni dei treni, perché spesso le linee si biforcano lungo il tragitto, il tutto è segnalato dai monitor che si trovano vicino ai binari, il meccanismo una volta imparato è facile, ma i monitor non sono sempre aggiornati in tempo reale con le tempistiche dei treni in arrivo.
Infatti il treno che prendiamo noi non porta alla fermata prescelta ma si biforca ad un certo punto, così che dobbiamo scendere e aspettare un convoglio successivo che arriva in tempi non definiti. Ripartiamo, cambiamo alla stazione South Ealing e arriviamo finalmente in Victoria station, dove si apre ai nostri occhi una città sotterranea e un gran via vai di gente che cammina veloce. Noi non sappiamo bene dove andare, ci sono diverse indicazioni per le uscite e noi ne prendiamo una che ci pare buona, sbuchiamo proprio sul piazzale principale e la prima cosa che vediamo sono numerosissimi taxi neri che aspettano incolonnati i loro passeggeri. Fatichiamo un po’ per trovare la giusta direzione, ma una volta imboccata Belgrave Road sappiamo di essere vicino alla nostra meta, infatti le costruzioni che vediamo le ricordiamo anche dai siti internet dei vari alberghi perché in questo quartiere ce ne sono numerosissimi uno dopo l’altro. Alla fine arriviamo al Dover Hotel, è come ce lo aspettavamo, almeno nella hall, niente di più e niente di meno. Facciamo il check in, lasciamo loro i nostri bagagli e poi ripartiamo subito in direzione Victoria station perché la nostra prima tappa di oggi è il mercatino di Notting Hill a Portobello Road.
Ci accorgiamo subito appena ci riaddentriamo nella metro a Victoria che il caos regna sovrano, ci sono code chilometriche di persone che stanno cercando di incunearsi nei corridoi per arrivare ai binari ma la fila non procede. Anche noi vorremmo prendere la Circle line che ci dovrebbe portare direttamente alla fermata di Notting Hill e chiediamo ad un poliziotto che elargisce informazioni ai passeggeri quel’è il motivo di tutto questo caos e come fare per raggiungere con un’altra linea la nostra fermata. Il poliziotto ci spiega che a causa di numerosissimi lavori sulle linee metropolitane queste vengono anche interrotte nei week end quando ci sono meno pendolari in giro. I lavori che riguardano l’intera linea metropolitana finiranno per le olimpiadi del 2012 e riguardano considerevoli miglioramenti sia in termini di capillarità dei collegamenti che di ammodernamento delle stazioni (e lo speriamo bene). E così capiamo di essere fregati: abbiamo scelto l’albergo vicino alla fermata metro di Victoria che è quella più ricca di collegamenti ma è poco utilizzabile perché la maggior parte delle linee che la attraversano sono in fase di ammodernamento, e così non ci resta che riprogrammare il nostro itinerario per raggiungere Notting Hill.
Facciamo diversi cambi e alla fine siamo nel quartiere di Notting Hill. E’ proprio come nel film con Huge Grant e Giulia Roberts, casette piccole tutte colorate, è bellissimo vederle in fila! Seguiamo il fiume di gente che ci porta nei vicoli destinati al mercato partendo da Portobello Road, c’è di tutto e di più. Peccato solo per il tempo: a tratti spiovvigina poi smette e poi ricomincia! Cmq non demordiamo e visitiamo tutto il quartiere e il mercato che è considerato il più vasto di Londra non facendoci mancare anche qualche bel acquisto di pezzi di antiquariato e moderno.
C’è anche un mercato alimentare dove poter fermarci per il pranzo: un ricco panino, poco sano ma molto buono non ce lo lasciamo scappare. Così che ricaricati da questo pranzo molto ricco di calorie decidiamo di rientrare verso la città avviandoci verso Kensington Garden, non prima di aver visto la casa in cui visse per diversi anni George Orwell al numero 22 di Portobello Road. Entriamo nel parco da Bayswater road e già in lontananza percorrendo la Broad Walk scorgiamo Kensington Palace, palazzo reale che ha ospitato la principessa Diana prima della sua morte. Non mi sembra vero di essere qui io che ho vissuto con il mito di questa favola (eh a volte i sogni di bambina non sono poi realtà!) tra principi. Non visitiamo i suoi appartamenti ma preferiamo passeggiare in questo bellissimo e curato parco pieno di aiuole di fiori fermandoci per una sosta all’Orangery. Proseguiamo costeggiando le acqua del Round Pond, ci sono un sacco di persone che fanno jogging e che portano a passeggio il cane, mamme con bimbi, in tutto questo verde regna una calma incredibile. Proseguiamo vedendo il memoriale dedicato al principe Alberto marito della regina Victoria e la statua di Peter Pan, e poi Kensington Garden diventa Hyde Park dopo aver attraversato il Serpentine Bridge. Il freddo è pungente così ci fermiamo a prendere una cioccolata calda in un chiosco sulla strada e ad ammirare questo fiume e in lontananza i palazzi della City e la famosissima ruota panoramica. Riprendiamo il cammino e in pochi minuti siamo davanti al memoriale dedicato alla Principessa Diana, è una fontana circolare in cui scorre l’acqua per effetto della pendenza, ci sono diversi passaggi e ponti per raggiungere anche l’interno di questo cerchio dove c’è un bel pratino verde. Devo dire che non è un gran che per commemorare il ricordo di Diana, non fosse altro che è la madre del futuro re d’Inghilterra. Sembra quasi che la si voglia ricordare perché è dovuto agli occhi della gente ma che alla fine sia fatto senza amore. A me cmq il monumento commemorativo non è piaciuto, l’unica cosa bella è la collocazione, in mezzo a questo parco verde, vicino alle rive del fiume.
Riprendiamo il cammino e ci avviamo verso Exhibition Road, la via dove trovano collocazione diversi musei: Scienze Museum, Victoria e Albert Museum, un collegio di musica e il museo di storia naturale.
Visto che il freddo è pungente decidiamo di visitare qualche sala del museo della scienza. Lasciamo le nostre borse con gli acquisti e le giacche al deposito (1 sterlina a pezzo lasciato) e ci avviamo alla scoperta di questo museo. E’ immenso, c’è un sacco di gente, soprattutto bambini che corrono felici lungo i corridoi. Noi lo visitiamo molto velocemente scegliendo quello che vogliamo vedere, bellissima le sezione dedicata agli aerei di tutte le epoche, a dimensioni reali, c’era anche una sezione di una carlinga di un boing 737 (come quella già vista al Deutsches Museum, il museo della scienza e della tecnica di Monaco) che occupava l’intera area dedicata ai veivoli recenti.
Dopo un’oretta ci rimettiamo in marcia per una nuova meta: Harrod’s. Non sto più nella pelle!!!! Attraversiamo Thurloe Place, vediamo il Brampton Oratory e nel giro di una ventina di minuti siamo nel quartiere di Harrod’s. Questo quartiere è molto bello, ci sono un sacco di negozi, dedicati alla casa, all’abbigliamento, librerie, insomma è proprio bello fare due passi qui.
Ma ecco che appare lui, l’unico e inimitabile grande magazzino. Bhe dopo Macy’s diciamo che soffre un po’ di complessi d’inferiorità ai miei occhi, ma appena entrata assume subito un rinnovato fascino. E’ incredibile, scintillante, sfarzoso, esagerato a tratti ma veramente bello. Non abbiamo intenzione di acquistare niente ma camminiamo lungo i vari corridoi e stanze per osservare questa magnificenza. Marcello sapeva quale effetto avrebbe fatto su di me questo posto e così se la ride sotto i baffi!!! Attraversiamo una stanza che riproduce l’antico Egitto, una romana in cui si trovano diversi stand dedicati ai profumi o alle borse. Ci avviamo verso le scale mobili, anche qui rimango allibita con la bocca aperta, ci sono due ragazze che allietano la salita dei clienti suonando violini e cantando opere liriche, non ci posso credere. Passiamo un’oretta in questo magazzino e poi decidiamo che è ora di uscire (ma ci ritorneremo!!!) passando dal piano terra dove c’è la zona dedicata al cibo. Vediamo in questo modo l’altare che Al-FaYed ha dedicato al figlio Dodi e alla principessa Diana. La gastronomia di Harrod’s è una cosa indescrivibile, cibi freschi (pesce e carne) che ti cuociono al momento, pane e pasta di ogni qualità, c’è la zona delle cose confezionate, stand di caramelle… insomma un paradiso per gli occhi ma soprattutto per lo stomaco. Decidiamo di sederci e prendere un mega gelatone, molto buono! Ormai è sera e così ci avviamo verso l’albergo perché iniziamo ad essere cotti non solo dalla giornata ma soprattutto dal freddo.
Ormai con la metro siamo esperti, facciamo un paio di cambi e siamo in Victoria station. Vediamo che la via del nostro albergo offre diverse possibilità per cena e così decidiamo di riposare un poco in camera e di uscire dopo.
Ritiriamo i nostri bagagli alla reception e ci viene assegnata la camera, è al terzo piano senza ascensore… mmm che bellezza, su scaline di legno ricoperte di moquette che ad ogni passo scricchiolano, io ho anche paura che si rompa un gradino e di vedere cadere la mia gamba nel vuoto! La camera è minuscola, ha una bella finestra che guarda i tetti di Londra ma niente di più, il letto è piccolo, se si apre la valigia bisogna uscire dalla camera o stare sul letto perché è impossibile girarci, il bagno è tutto di plastica degno di nota è il lavandino in cui non riesci quasi a lavarti le mani da tanto che è piccolo.
Da casa ci siamo portati delle lenzuola, giusto per sicurezza, non dico che fosse necessario utilizzarle ma giusto per sicurezza (!) le appoggiamo sul letto che forse è meglio! Ci rinfreschiamo e poi decidiamo si riposarci solo un attimo prima di uscire. Bhe alle 23.00 ci svegliamo, forse è meglio tirar dritto che al momento siamo più stanchi che affamati! 2° GIORNO – DOMENICA 12 APRILE 2009 Alle 8.00 siamo già in piedi pronti per uscire a fare colazione. Il prezzo della camera è comprensivo di colazione, servita nel piano interrato dell’albergo. Non dobbiamo aspettare troppo prima che una signora ci faccia accomodare al nostro tavolo che dividiamo con un’altra coppia di ragazzi dell’est. Ci viene servito del pane caldo con burro e marmellata, c’è un distributore di bevande calde (cioccolata, the, caffè e latte) con cereali misti e succhi vari. Buono e abbondate.
Così rifocillati a dovere partiamo per la giornata di oggi che è intensa, il cielo è sempre grigio, anzi forse ancora più grigio di ieri, c’è persino la nebbia ma almeno non piove.
Presa la metro usciamo a Westminster. All’uscita dalla metro ci appare davanti il Parlamento con la torre del Big Ben, mamma mia che effetto. Ammiriamo questa costruzione sulle rive del Tamigi, dalla parte opposta del Westminster Bridge c’è la ruota panoramica London Eye costruita dalla British airways e inaugurata qualche anno fa, e nonostante il tempo bigio è in funzione anche stamattina (chissà cosa vede la gente dalle navicelle se a fatica si riescono a scorgere nella nebbia). Ci avviamo verso l’abbazia di Westminster Abbey dove nel 1997 si svolse il funerale di Lady Diana, mi piacerebbe molto entrare, ma a parte che la visita è a pagamento (ben 10 sterline) al momento si sta svolgendo una funzione e quindi i turisti non sono ammessi. Così dobbiamo accontentarci di vederla da fuori e io rivivo le scene del funerale di tanti anni fa trasmesse milioni di volte alla televisione. Facciamo una passeggiata lungo la sponda del Tamigi passando di fianco agli uffici del governo per poi arrivare a Downing strett, dove si trova la casa del primo ministro inglese. Dai cancelli protetti da un drappello consistente di militari con i mitra spianati, non si scorge bene la sua abitazione, ma i turisti scattano ugualmente foto. Torniamo sui nostri passi in Whitehall street e assistiamo a una parata di alcune guardie reali Horse Guards Parade che si svolge all’Admiral Arch, è bella anche se dura poco, il tempo sufficiente però per veder cadere un fantino (e che tonfo)!! Attraversiamo il cortile che si affaccia sul St James Park e ci incamminiamo lungo The Mall, il viale alberato che porta a Buckingham Palace. E’ una bellissima camminata, intervallata dagli scorci tra gli alberi di Westminster Abbey, del parlamento e del Big Ben. Vediamo anche sulla destra Clarence House e Qeen’s Chapel.
Quando arriviamo a Buckingham Palace c’è un sacco di gente che come noi ha avuto la stessa idea di assistere al cambio della guardia che si tiene a giorni alterni alle 10.45. Ci sono tantissimi poliziotti che smistano la gente e la tengono all’interno dei cordoni di sicurezza da loro creati. Noi siamo fortunati perché siamo riusciti a guadagnare la prima fila sulla rotonda davanti a Buckingham Palace, proprio davanti al Queen Victoria Memorial, una colonna collocata davanti all’ingresso del palazzo reale. Così che riusciamo a vedere benissimo quando arrivano le guardie della regina per il cambio. Purtroppo invece non riusciamo a vedere bene quello che accade nel cortile del palazzo per il cambio vero e proprio della guardia. Scorgiamo però un gran fermento e una banda che suona una bellissima musica. Oggi tra l’altro, domenica di Pasqua, la regina non è neanche a palazzo perché non vediamo sventolare la bandiera.
Tutto il passaggio di consegna tra le guardie dura più o meno 1 ora, considerando anche che non è partito in orario. Alla fine stanchi di essere pressati in mezzo alla folla decidiamo di riavviarci lungo il Mall da dove riusciamo anche a vedere meglio le guardie che se ne vanno da palazzo facendo loro splendide foto. I giardini adiacenti la strada sono curatissimi con bellissimi fiori colorati che è un piacere ammirare.
Usciamo dall’arco e siamo in Trafalgar square proprio di fronte alla National Gallery, c’è un via vai incredibile di auto, taxi e bus, moto e biciclette, e noi ce ne stiamo ad ammirare tutto quanto dalla scalinata che porta al museo. Di fronte a noi la colonna di Nelson.
Ormai è ora di pranzo, così decidiamo di incamminarci lungo Cross Road per arrivare a Leicester Square non prima di aver dato un’occhiata alla chiesa St Martin in the Fields.
Il quartiere di Soho è bellissimo con piccoli giardini raccolti in cui i bambini giocano, un sacco di negozi e ristoranti aperti! Decidiamo di mangiare al Mc Donald’s, bhe come pranzo di Pasqua non è male se pensiamo che a casa i nostri famigliari sono raccolti intorno al tavolo a mangiare le specialità emiliane!!!! Cmq devo dire che il cibo è molto buono e ha una consistenza molto diversa rispetto a quella che ti offrono in Italia. Così rifocillati e riposati ci rimettiamo in marcia, il nostro obiettivo è Piccadilly Circus.
Camminiamo pochi minuti e arriviamo proprio davanti alla statua di Eros che caratterizza la piazza. Quando ho letto la guida, questo posto veniva descritto come Time Square per i newyorkesi, il cuore pulsante della città caratterizzato da luci e suoni. Io devo essere sincera non sono rimasta poi così colpita, sarà che ho ancora negli occhi la bellissima e tipicissima Time Square, sarà che questa è molto più piccola e meno caotica ma devo dire che di ombelichi del mondo ad oggi ne conosco solo uno e questo non è certamente a Londra ma a New York. Ora, devo dire però che non è una brutta piazza, anzi è molto viva e ricca di negozi che contornano il suo perimetro. Uno tra tutti la catena Lilly Whites, l’avevamo letto in alcuni racconti di viaggio ma adesso che l’abbiamo di fronte capiamo perché. Oggi è chiusa perché è il giorno di Pasqua ma dalle vetrine possiamo scorgere la miriade di roba che si trova all’interno, tutta venduta a prezzi stracciatissimi e stiamo parlando di marche come Adidas, Nike ecc…, bhe dovremo proprio tornarci.
Ci avviamo verso Chinatown che altro non è che una via con diversi negozi e ristoranti cinesi, ma molto piccola e meno significativa di altre cinatown viste per il mondo.
Da qui a Carnaby street il passo è breve, ormai siamo lanciati e non ci fermiamo davanti a niente: questo è un quartiere bellissimo, curatissimo e pieno zeppo di negozi con cose carinissime. Facciamo una bella passeggiata per le vie delimitate da Regent e Oxford st e ci rendiamo conto di essere vicino al British Museum, così con un waffel alla mano (tipico dolce olandese, ma venduto ovunque anche qui), ricoperto da una confettura di ciliegie e panna montata, ci dirigiamo verso il suo ingresso laterale in Montague Place non prima di esserci fermati a vedere i negozi di elettronica della zona. Non abbiamo nessuna intenzione di visitare questo museo ma siamo interessati a vedere solo la parte dedicata all’Egitto ed in particolar modo alla Stele di Rosetta esposta a pian terreno. L’ingresso è bellissimo, si entra in questa hall bianca con un soffitto di vetro a rombi che dà una luce incredibile a tutto, è la Great Court la piazza coperta più ampia d’Europa. La stele è protetta da un vetro e ci sono un sacco di persone in fila per vederla, così facciamo anche noi: è molto emozionante. Diamo un’occhiata anche alle altre sale che espongono arte egizia e poi usciamo dall’ingresso principale del museo.
Da qui prendiamo la metro fermata Baker St e ci dirigiamo verso Regent’s park. Durante il tragitto a piedi per raggiungere l’ingresso del parco vediamo il museo dedicato a Sherlock Holmes in Baker Street, non lo visitiamo ma anche solo passarci davanti e vedere dalle finestre è divertente.
Il parco è immenso, ma con piantina alla mano scaricata da internet non abbiamo problemi a girarlo. Quello che ci impressiona maggiormente è la cura con cui tengono le aiuole, i fiori e i prati (eh il pratino all’inglese in fondo è nato qui!). Ci sono bellissime aiuole piene zeppe di fiori tutti colorati e uno diverso dall’altro, fanno quasi male agli occhi da tanti colori che ci sono! Lo giriamo più che possiamo, attraversiamo ponti e camminiamo lungo sentierini circondati da papere e uccelli vari, fino a che arriviamo ad un laghetto che ospita aironi, sono bellissimi non hanno paura e si lasciano fotografare da Marcello. Io dal canto mio faccio amicizia con uno scoiattolo a cui do da mangiare diverse noccioline portate da casa giusto per questo uso, che me le prende direttamente dalle mani e le sgranocchia vicino ai miei piedi, poi torna sulla panchina come a chiederne ancora.
Stiamo un sacco di tempo in questo parco, è proprio bello e i londinesi sono fortunati ad avere diversi polmoni verdi a due passi dagli uffici o dalle loro case, per rilassarsi un po’ fare jogging o romantiche passeggiate a piedi o in barca.
Ormai è sera e così ci riavviamo verso la metro, vediamo il museo delle cere di Madame Tussauds, non siamo interessati a visitarlo ma dicono che sia veramente bello anche se prima di entrare bisogna fare una fila lunghissima.
Per cena decidiamo di andare all’Hard Rock in Brick Street, nella zona sotto Myfair vicino a Hyde Park, così camminiamo fino alla metro e con diversi cambi sbuchiamo vicino all’Hard Rock. La fila è lunghissima, ci dicono che bisogna aspettare un’oretta (sono solo le 19.15 ma si vede che qui si mangia presto), ma noi vogliamo cenare qui e così prenotiamo il tavolo e aspettiamo. Ci danno una macchinetta già vista in Australia che segnala quando è pronto il nostro tavolo con un segnale luminoso e acustico. Nel mentre per ingannare l’attesa visitiamo l’annesso negozio (un po’ di fila anche qui) dove compro anche una bella maglietta e poi ci accomodiamo ad un tavolo fuori sorseggiando un cocktail. Finalmente il nostro tavolo è pronto e veniamo chiamati, ci fanno accomodare al piano di sotto dove possiamo vedere i regali che i cantanti hanno fatto al ristorante: la cosa più bella è stato vedere il completo di Elton Jonh, quello di velluto lucido viola con gli occhiali con le ciglia finte viola, insomma uno spettacolo.
Il menù è sempre lo stesso, quindi noi sappiamo già cosa prendere, una bella bisteccona New York Strip Steak con contorno di patatine e il piatto forte Jumbo Combo a piani con alette di pollo, springs roll e anelli di cipolla, mmmm una meraviglia!! Sazi dopo questa lauta cena non ci facciamo mancare anche un bel gelato che dividiamo, dopo di che riprendiamo le nostre stanche gambe e ce ne torniamo in albergo ormai collassati.
Domani è un nuovo giorno e soprattutto una nuova faticata! 3° GIORNO – LUNEDI’ 13 APRILE 2009 Stamattina la sveglia suona presto, dopo colazione ci incamminiamo ancora una volta verso la metro direzione Westminster.
Vogliamo prendere il battello che ci porterà fino alla Torre di Londra dove sono custoditi i gioielli della corona e al Tower Bridge. Il botteghino della City Cruise è sotto al ponte di Westminster ma c’è un collegamento anche dalla metropolitana, il tempo non è dei migliori anzi, spiovviggina anche ma decidiamo di non aspettare tanto qui non migliora di certo.
Il biglietto di sola andata costa 6,9 $ a testa. Ci mettiamo nei posti in alto così da vedere bene il panorama. L’acqua del Tamigi è color caffelatte, o è il riflesso del cielo. Passiamo sotto un sacco di ponti, il più bello è il Millennium Bridge, un ponte pedonale molto stretto che collega le due rive all’altezza della Saint Paul Cathedral e della Tate Modern. La cupola della Saint Paul Cathedral svetta rispetto a tutti gli altri tetti e cupole, è immensa e imponente. Un altro edificio cattura la nostra attenzione ed è che sembra un uovo di pasqua di cui non ricordiamo il nome.
Vediamo il teatro di Shakespeare, The Globe e la sede del Financial Times, ma quando si apre ai nostri occhi il Tower Bridge non ce n’è più per nessuno: è molto bello, molto caratteristico e poi è il simbolo di Londra e solo per questo merita ogni foto e inquadratura possibile. Durante il tragitto, che a dir tanto è durato una ventina di minuti, ha iniziato a piovere fortissimo e una volta attraccati non sappiamo cosa fare perché se il mal tempo perdura dobbiamo cambiare i nostri programmi. Per ripararci un po’ dalla pioggia entriamo nello shop vicino all’ingresso della Torre di Londra ma non c’è niente che ci entusiasma, anche fare i tickets per entrare a vedere i gioielli della corona non può aiutarci ad evitare il brutto tempo perché c’è una fila lunghissima e tutta all’acqua, così decidiamo di aspettare in un sottopassaggio per la metro. Per fortuna non dobbiamo attendere tanto, è stato solo uno scroscio che poi ha lasciato un cielo un po’ meno grigio e a tratti sembra aprirsi.
Così rincuorati, messi via gli ombrelli ci incamminiamo per arrivare vicino al Tower Bridge circumnavigando il perimetro della Torre di Londra e ammirando i suoi immensi fossati e le rovine romane che si trovano nel pratino antistante.
Decidiamo di non salire con l’ascensore perché non godremmo di nessun panorama (alcuni mesi dopo il nostro viaggio, l’ascensore che porta al ballatoio panoramico del Tower bridge ha avuto un incidente per fortuna non grave ma alcune persone sono rimaste ferite), e ci gustiamo gli scorci che ci offre il ponte. Ci avviamo verso la Torre di Londra, scendiamo le scale che portano al lungo fiume Thames Path e facciamo uno spuntino in un bel bar proprio sotto il ponte con un panino e un muffin.
Da sotto la vista è ancora più bella perché si vede tutta l’imponenza del ponte e ancora una volta le foto si sprecano! Riprendiamo la nostra passeggiata, ormai il tempo si è ristabilito e spunta anche un qualche raggio di sole, lasciamo alla nostra destra la Torre di Londra e i magnifici gioielli della regina che non ci interessano particolarmente anche se a detta di molti sono veramente belli, e ci avviamo lungo Great Tower street svoltando in Philpot Lime street per raggiungere il Monument, una colonna posta in ricordo dell’incendio del 1666 che devastò la città. Ci sono quasi 400 gradini per salire sulla sommità ma anche qui decidiamo di non andare per mancanza di tempo. Proseguiamo lungo Gracechurch Street per raggiungere il primo mercato coperto della città: il Leadnhall market, dedicato interamente al cibo, che oggi è chiuso, ma diamo lo stesso un’occhiata ai vari ristoranti e negozi che affollano il mercato. Ci mettiamo nuovamente in marcia e raggiungiamo in pochi minuti il quartiere finanziario di Londra: l’imponente Borsa Stock and Royal Exchange e la sede della Banca di Inghilterra si affacciano su una piccola piazzetta circondata da grigi palazzi. Ed è qui che mi torna in mente la scena di Mary Poppins quando il bimbo va con il papà alla Banca con un penny… molto bello! Prossima meta è la Saint Paul’s Cathedral, dove si sposò Lady Diana, non possiamo sbagliarci visto che la sua cupola, le seconda più grande al mondo dopo San Pietro a Roma, ci guida come un faro. Quando arriviamo sono le 12.30 e le campane suonano a festa facendo un rumore incredibile. La chiesa è veramente bella e luminosa, e già da fuori si capisce la sua architettura classica ideata dall’architetto Christopher Wren (così come tantissime altre chiese di Londra sorte intorno a Saint Paul).
Da qui al Millennium Bridge la strada è breve. Questo è un ponte pedonale costruito in un’unica campata sul Tamigi, interamente fabbricato in accaio e unisce la City alla zona di Bankside la cui estremità si trova proprio vicino al teatro The Globe e alla galleria di arte moderna Tate.
Lo percorriamo fino alla sua estremità sud per poi tornare sui nostri passi e percorre il lungo Tamigi fino alla stazione di Blackfriars dove sappiamo che in Queen Victoria street c’è un pub molto antico e bello in cui vorremmo fermarci a mangiare BlackFriar pub ma a seguito di lavori di manutenzione delle strade e relativi passaggi bloccati non riusciamo a trovarlo e così torniamo verso Saint Paul ed entriamo in un ristorante di fronte alla chiesa: Strada. Il ristorante è famoso per le sue pizze e io non me la faccio scappare e devo confessare che si rivelerà anche molto gustosa. Mentre Marcello opta per un piatto di pasta che non è niente male. Per finire un bel dolce e il conto non è neanche salato visto che abbiamo gustato questi cibi guardando la chiesa di Saint Paul.
Una volta usciti facciamo un giro per i negozi della pizza: ce ne sono di molto carini come Salewa e uno di prodotti di profumeria e con l’euro che si è apprezzato sulla sterlina è anche bello fare shopping.
Prendiamo la metro per raggiungere Hyde Park visto che il pomeriggio ci regala un sole bellissimo! Ebbene si passiamo tutto il pomeriggio girando per questo parco, per i suoi sentieri e ammirando le sponde del fiume Serpentine che lo attraversa. Con il sole è tutta un’altra cosa rispetto al primo giorno che l’abbiamo visto, ci sono un sacco di animali che nuotano o prendono i caldi raggi solari.
Percorriamo tutta la Serpentine Road passando di fianco al Lido Cafè dove è possibile noleggiare i pedalò per navigare sul fiume e qui ci sediamo sulle straio che sono collocate in riva al Tamigi e ci riposiamo. Pochi attimi dopo arriva un ragazzo che ci chiede 1,5 sterline per sedere due ore sulle straio e con una macchinetta che ha al collo ci dà lo scontrino fiscale. Siamo sbalorditi da tanta perizia e soprattutto dal fatto che in Italia sarebbe impossibile lasciare seggiole e sdraio nei parchi per far accomodare chi è di passaggio perché nel giro di poche ore sarebbero tutte rovinate o peggio rubate.
Riprendiamo il cammino e continuiamo a camminare lungo i viottoli di questo parco. Attraversiamo la trafficatissima Hyde Park Corner, già vista ieri sera, insieme a tanta altra gente intenta a fare footing, pattinare con i roller o semplicemente uscita dall’ufficio e ci incamminiamo per attraversare anche Green Park lasciando alla nostra destra i giardini di Buckigham Palace protetti da un’alta recinzione di cemento.
Qui vediamo molti scoiattoli che saltano su e giù dagli alberi e vanno incontro ai passanti alla ricerca di noccioline, e io ne avevo!!! Così passo un po’ di tempo dando loro da mangiare.
Arriviamo alla fine del parco in prossimità della fermata di Green park e in metro ci dirigiamo a Covent Garden. Appena usciti dalla metro rimaniamo letteralmente senza fiato, è una via piena di gente, luci suoni e colori, non per niente è il quartiere degli artisti di strada. Ci incamminiamo anche noi verso il cuore di questo quartiere costituito dall’ex mercato, non senza aver ammirato le vetrine dei negozi e parecchi artisti che esibivano i loro numeri applauditi dalla folla. Il Covent Garden è un vecchio mercato ortofutticolo coperto composto da tre edifici paralleli e circondato da porti in stile neoclassico, oggi riadibito a negozi, ristoranti, musei e bancherelle di artigianato. E’ un posto bellissimo dove la gente si rilassa concedendosi un aperitivo allietata dal suono di bravissimi musicisti di strada.
Vista l’ora o la giornata festiva i negozi sono tutti chiusi, ma la prima occhiata a questo posto è veramente positiva! Decidiamo di tornare qui per la cena perché questo quartiere ci piace molto.
Rientriamo in albergo per cambiarci per la serata e soprattutto perché vogliamo prendere il cavalletto della macchina fotografica per andare a fare le foto notturne al Big Ben e al Tower Bridge.
Il primo ormai non abbiamo grossi problemi a raggiungerlo e le foto che riusciamo a fare sono veramente belle: il Big Ben è illuminato di verde mentre la ruota panoramica cambia colore variando dal rosso al blu, passando per il verde e il giallo.
Mentre per il secondo abbiamo più difficoltà perché praticamente tutte le linee della metropolitana che lo raggiungono sono chiuse e ci tocca fare un bel tratto di strada a piedi dalla fermata Bank. Il ponte è illuminato di giallo e la colorazione rende benissimo e fa risaltare ancora di più la sua grandezza e magnificenza. Raggiungiamo il pontile dove attraccano le navi che fanno i giri guidati sul Tamigi da cui abbiamo una visuale perfetta del ponte e anche qui riusciamo a far foto veramente belle. Il rientro verso la prima fermata della metro agibile sembrerà eterno perché continuiamo ad accumulare chilometri sui nostri poveri piedi! Vediamo tanti barboni che dormono accucciati per terra o gente un po’ strana in giro ma non ci sentiamo preoccupati anche se in giro non c’è tanta gente forse colpa il freddo o l’orario.
Ritorniamo a Covent Garden e decidiamo di fermarci per cena da Maxwell’s, una vecchia taverna con luci soffuse. Il menu è ricco e noi decidiamo di prendere come aperitivo il pane all’aglio (lo so detto così sembra fare schifo ma ha un gusto buonissimo e non dà problemi..!) e due belle bistecche con contorni misti. C’è molta gente nonostante l’ora tarda e quindi il servizio è lento ma l’attesa viene ripagata dai piatti meravigliosi che arrivano.
Pagato il conto lasciamo questo quartiere con la promessa di ritornarci domani, e prendiamo la metro direzione Victoria per tornare in albergo. Arrivati in albergo ci concediamo un meritato riposo, dopo tutti i chilometri che abbiamo percorso oggi! 4° GIORNO – MARTEDI’ 14 APRILE 2009 Ed ecco arrivato l’ultimo giorno di questo mini-viaggio! Ce la prendiamo un po’ più comodamente stamattina, prepariamo le nostre valige e le consegnamo alla portineria dell’albergo che le terrà in custodia fino alle 16.30, e andiamo a fare l’ultima ricca colazione al piano interrato.
E poi partiamo di nuovo in metro… Sto mantenendo il riserbo sulla destinazione… Ebbene si, ci sto girando intorno… ma perché mai??? Perché stamattina abbiamo deciso di concederci un po’ di sano shopping e cosa c’è di meglio che un outlet? Ma non uno qualsiasi con decine e decine di marche, no… uno mono-marca e più precisamente quello di Burberry!!!!! Non sto più nella pelle, la mitica Lonely Planet dà informazioni dettagliate su come raggiungere il negozio collocato nel quartiere di Hackney, non è proprio centrale e infatti nelle cartine non si trova questa zona ma per raggiungerlo ci vuole solo una mezzoretta combinando metro e bus.
L’indirizzo è Chatham Place ed è aperto nei giorni settimanali dalle 10 alle 6 del pomeriggio.
Quindi dopo un paio di cambi con la metro arriviamo a Bethnal Green con la Central Line. Qui all’uscita della metro su Cambridge Heath rd, aspettiamo uno dei tanti autobus che portano a Hackney (non ricordo il numero ma sul led posto sul vetro davanti dell’autobus si vede l’indicazione) e arriviamo fino al municipio di Hackney sulla Mare street (saranno una decina di fermate). E’ veramente bello stare al piano di sopra dell’autobus rosso tipico londinese!!! Dalla fermata sono veramente cinque minuti a piedi: si attraversa Mare strett, si percorre la strada di fronte alla fermata che è Morning street fino ad arrivare all’incrocio con Chatham Place sulla destra! Qui non si può più sbagliare, nonostante non ci siano indicazioni evidenti, lo stemma troneggia davanti all’ingresso principale! Una volta entrati bisogna lasciare zaini o borse ingombranti nei vari armadietti con serratura e passare al metal detector delle guardie di sicurezza che presidiano l’ingresso, si vere e proprie guardie con tanto di pistola… mmm!! Ma poi si apre un bellissimo mondo: ogni giorno cambiano la merce, nelle 5 grandi sale del Burberry Factory, si possono trovare polo per 15 euro, sciarpe per 20 euro, giacche per 50 euro e borse Burberry per poco più di 100 euro, tutto ordinato sui vari stendini. C’è sia uomo e donna che bambino e accessori. Noi siamo arrivati verso le 10.30 e c’era già gente(apre alle 10), ma quando siamo usciti verso le 12.30 ce n’era molta di più e la merce non più ordinatissima, quindi meglio arrivare all’apertura! Abbiamo fatto alcuni acquisti veramente veramente buoni, capi bellissimi (non sono fallati) della collezione attuale, e tanto altro ci sarebbe potuto stare ma non abbiamo trovato il modello giusto o la taglia perfetta. Unico neo è che non si possono provare i capi, quindi diventa un è difficile vedere se quella gonna o quella camicia sono della taglia giusta, ma nonostante questo non ci siamo trattenuti (e devo dire che come al solito ha comprato di più Marcello di me).
Rifacciamo la strada al ritorno con i nostri pacchetti e riprendiamo l’autobus, ma purtroppo sbagliamo scendendo qualche fermata prima e così, non avendo voglia di camminare fino alla fermata della metro e trovandoci a ridosso di una stazione dei treni optiamo per questo mezzo (e con questo ci manca da provare solo il taxi e poi li abbiamo fatti tutti)!! Da Cambridge Heath prendiamo il treno fino ad arrivare dopo un cambio alla fermata metro di Sloan Square nel quartiere di Belgravia dove vogliamo raggiungere un negozio di macchine fotografiche Nikon, la passione di mio marito! Questo quartiere è molto interessante dal punto di vista dei negozi, ci sono due vie interamente dedicate all’abbigliamento e all’oggettistica, e non sono assolutamente male! Cerchiamo il negozio senza riuscire a trovarlo, poi chiediamo e ci viene spiegato che si è trasferito da un paio di mesi in un’altra zona. Pazienza, perché consociamo l’indirizzo di un altro negozio che vende macchine fotografiche Nikon: non ci avevamo badato prima e sembra uno scherzo del destino ma la collocazione di questo negozio è a 200 mt da Victoria Station, praticamente di fianco al nostro albergo!!! Finchè siamo qui mangiamo in un Mc Donald’s, oh non so cosa dire, i panini sono veramente gustosi, non unti e non pesanti, e poi riprendiamo la metro per dirigerci preasso questo negozio Nikon.
Arrivati, le insegne lo pubblicizzano come uno dei più antichi della città e in effetti una volta entrati ci accorgiamo dei soffitti affrescati e delle scale scricchiolanti di legno, nonché dell’età dei proprietari! Il negozio è piccolo ma ha tutto quello che serve agli appassionati di fotografia, tutti gli obiettivi e le macchine fotografiche sono conservati in armadietti protetti da serrature e sistemi di allarme, sono molto disponibili e fanno anche consegne postali in giro per il mondo così che, nonostante fossimo tentati dall’acquisto di un nuovo obiettivo decidiamo di aspettare e al massimo fare l’ordine on line.
Passando davanti all’albergo lasciamo anche le borse dello shopping da Burberry e decidiamo quale ultimo posto vedere prima del rientro. Optiamo per ritornare a Covent Garden, ci è piaciuto talmente tanto ieri che decidiamo di volerlo vedere ancora una volta e ad un’ora in cui i negozi sono aperti, ma prima decidiamo di passare dal negozio Lillywhites di cui tanto abbiamo sentito parlare e che domenica era chiuso! Il negozio si trova in Piccadilly Circus e con la fidata metro siamo a destinazione in meno di 15 minuti (ormai siamo diventati bravi). Appena entriamo nel negozio veniamo risucchiati in un vortice che ci porterà ad acquistare diversi capi di merce sportiva e a provare tante altre cose. Il negozio ha un assortimento incredibile, ma devo dire che nonostante ci siano molti commessi l’afflusso di gente è maggiore per cui si rischia di dover aspettare anche molto tempo prima di essere ascoltati. Carichi con le nostre borse ci riavviamo per le strade battute già ieri di Covent Garden. La confusione anche oggi è tanta, ci sono ancora tanti turisti (diciamo che in questi quattro giorni la lingua più udita è stata incredibilmente l’italiano) e tanti artisti di strada.
Ci avviamo al vecchio mercato e oggi pomeriggio si sta esibendo un gruppo di ragazzi con violini e violoncelli che camminando tra i tavolini di alcuni bar sponsorizzano il proprio cd, sono bravissimi e non solo gli avventori del caffè stanno ad ascoltarli ma anche tantissime persone accalcate lungo le balaustre che circondano il perimetro del piano interrato.
Anche noi non siamo da meno, e dopo aver ordinato una coppa di gelato ci lasciamo cullare da questa melodia.
Poi diamo un occhiata agli ultimi negozi (la moda inglese mi ha piacevolmente stupito, ci sono cose carinissime, soprattutto scarpe che non mi faccio sfuggire) e a malincuore dobbiamo rientrare verso l’albergo per recuperare i bagagli e avviarci all’aeroporto di Heathrow. Ormai siamo diventati bravi con le linee, o forse essendo martedì la circolazione dei treni ha ripreso a funzionare correttamente, che una volta saliti sul treno andiamo diretti al nostro terminal 2 in meno di un’ora! Usciamo dall’ingresso della metro, dove solo 4 giorni fa entravamo per la prima volta anche un po’ intimoriti, portandoci a casa un altro pezzetto di mondo che non ci è sembrato per niente brutto.
Facciamo velocemente il check-in e passiamo i controlli così che possiamo girare un po’ per il terminal, c’è anche qui un negozio di Harrod’s e decidiamo di finire le poche sterline rimaste acquistando the nella confezione regalo di Harrod’s.
Quando veniamo chiamati per l’imbarco ci dicono che ci sono stati un po’ di problemi al check-in e che per tale motivo…Abbiamo ricevuto un up-grade e siamo in business…!!! Evvai!!! Oh, non che ci sia molta differenza tra la bussines e l’economy in questi viaggi a corto raggio, se non nel cibo, ma una volta ogni tanto non guasta! E così ci accomodiamo e siamo pronti per il viaggio di rientro, che va liscio come l’olio e ci riporta a Milano Malpensa in perfetto orario alle 23.00.
CONCLUSIONI: Questo mini-viaggio fuori porta ci è piaciuto molto. Credo che 4 giorni non siano molti per conoscere bene Londra, noi non abbiamo visitato nessun museo nonostante la città ne offrisse molti e famosi, ma come piccola infarinata possono bastare.
Se un giorno torneremo a Londra non alloggeremo più in zona Victoria, ma verso Covent Garden perché quartiere molto più vivo e alla moda. A malincuore abbiamo rinunciato alla visita di Greenwich e al suo museo per mancanza di tempo, ma credo sia veramente bello e interessante, non solo per la visita in se ma anche per il tragitto in nave lungo il Tamigi.
Buon viaggio a tutti!!! Sara & Marcello