La nostra avventura in Messico
La prima preoccupazione nasce già in territorio italiano, la hostess di terra dell’Iberia ci dice che, partendo assolutamente in contemporanea i voli per Madrid e Barcellona, a volte può capitare che i bagagli finiscano sul volo sbagliato…Che bella rassicurazione! Ci mettiamo l’anima in pace, salutiamo i bagagli consapevoli che sapremo del loro destino solo una volta arrivati a Città del Messico.
Mentre attendiamo l’imbarco io (viaggiatore navigato ma non per questo esente da fifaggine d’aereo acuta) noto che i due aerei dell’Iberia sulla pista sono veramente piccoli però per lo meno uno è un jet…L’altro invece è ad elica e ha preoccupanti macchie di bruciato sulla carlinga…Speriamo bene!!! Fino all’ultimo non si capisce bene quale sarà il nostro aereo : il Canadair regional jet (andremo nel frattempo a spegnere qualche incendio?!?) o il Fokker50 bruciacchiato ad elica???Per fortuna la sorte ci da il Canadair! Volo di 1ora e ½ tranquillo; atterriamo a Madrid, raggiungiamo il gate dell’aereo per Città del Messico…Non c’è ancora nessuno.
Mario ed io incominciamo una bucolica e maccheronica lezione di spagnolo, giusto il minimo indispensabile per farci capire all’arrivo… Un ragazzo messicano di fronte a noi si mette a ridere e diventa suo malgrado il nostro professore fino l’ora della partenza. In un misto d’italiano-spagnolo facciamo una disquisizione politico-gastronomica degna delle migliori tradizioni latino-americane.
L’aereo decolla a mezzanotte e mezzo; atterreremo 13 ore dopo alle 6 del mattino ora locale dopo un’infinita notte di viaggio.
In aereo ci becchiamo i famosi posti della sfiga massima : posti centrali con sedili non reclinabili poichè subito dietro ci sono le pareti dei cessi…E meno male che la hostess di Torino ci aveva assicurato posti comodissimi…Come no!!!!! Il viaggio è devastante con i sedili rigidi e verticali come non mai; la cena viene servita alle 3.30 di notte…Ma chi avrà fame a quest’ora???mahhh. I film sono uno peggio dell’altro…Della serie “Corazzata Potionki” in spagnolo; inoltre ho la felicità di sentire tutti i rumori intestinali di mezzo aereo per tutta la notte! E va bè…La prossima volta andrà meglio! 26 LUGLIO Verso le 5 del mattino ora locale iniziamo ad avvicinarci al Messico; sono curioso, felice, sollevato e trepidante di vedere le prime luci della città più grande del mondo! Ben 30 minuti prima dell’atterraggio iniziamo a vedere le luci di D.F.(Districto Federal : come Città del Messico viene chiamata dai messicani stessi); da li in poi è una continua,immensa,infinita distesa di luci…Una cosa impressionante e mai vista prima. Ora capisco il motivo per il quale questa città è chiamata “Il Mostro”.
Quando atterriamo è ancora buio…All’interno dell’aeroporto si respira già un’aria particolare e ci tocca schiacciare il famoso pulsante (vedi racconto del Messico di Patrizio e Susy) che ti da o meno il via…Se è verde sei salvo, se è rosso sono solo cavoli tuoi!!! A noi fortunatamente ci tocca ad entrambi il semaforo verde; ulteriore fatto positivo…Le nostre valigie ci sono! Il ragazzo conosciuto a Madrid c’indica anche il luogo migliore per cambiare i primi pesos ed in effetti il cambio è molto vantaggioso. Ci avviamo al botteghino dei taxi ufficiali dell’aeroporto (contraddistinti da un aereo nero su sfondo giallo) e rimaniamo subito colpiti dal prezzo : 240 pesos (24 dollari) per andare nella zona Rosa. Rimango colpito perché mi balena subito in mente che tutti i racconti del sito “Turisti per caso” dicevano che per andare nella zona Rosa bastavano 110-120 pesos…Aggravio per la tariffa notturna o prima inchiappettata messicana??? Non lo sapremo mai probabilmente; sta di fatto che sborsiamo i 240 pesos e ci ritroviamo su di un bel taxi in mezzo a D.F. La città è veramente immensa e nonostante alle 7 del mattino ci sia poco traffico ci mettiamo abbastanza ad arrivare al nostro albergo : Hotel Regente in Paris n.7,un albergone tutto di cemento, molto poco caratteristico ma comunque buono e ben dislocato per i trasferimenti da una parte all’altra del centro storico.
Ci facciamo una bella dormita di 2 ore che comunque risulterà decisamente insufficiente a colmare lo stress del fuso e della notte quasi insonne.
Alle 10.30 ci ritroviamo a piedi per Città del Messico, destinazione Museo Antropologico. Fa un bel fresco quasi freddo però la prima reazione e quella di ridere. Viene infatti proprio da ridere a ritrovarsi così in un attimo catapultati in un mondo completamente diverso da quello a cui siamo abituati…È il tipico effetto di tutti i viaggi alla ventura fatti fin’ora! Ci ritroviamo in uno dei viali principali di DF che si chiama Paseo della Reforma; notiamo che passano in continuazione dei piccoli bus verdi spesso scalcinati…Quelli che impareremo a conoscere come Pesero; questi bus costano un’inezia (4 pesos) e ti portano in giro per la città passando quasi sempre dai punti più turistici. Diventeranno i nostri mezzi preferiti negli spostamenti in città.
Arrivati al Museo Antropologico iniziamo obbligatoriamente con qualche foto dell’esterno dove un’enorme struttura al centro della piazza lascia cadere amò di fontana quantità considerevoli d’acqua.
Il museo è veramente straordinario; di una bellezza sconvolgente e con opere famose come attrici. Riconosco nel nostro girovagare oggetti visti e studiati al liceo nei libri d’arte e ritrovarmeli lì a portata di mano è veramente emozionante.
Il giro e lungo, interessante e molto faticoso soprattutto se chi, come noi, lo affronta appena sceso dall’aereo.
Un consiglio che mi sento di dare a chiunque farà questo viaggio è di visitare il Museo Antropologico dopo essersi riposati e soprattutto quello di prendere una guida. Questo è forse l’unico luogo nel Messico dove ritengo sia assolutamente indispensabile avere una guida che spieghi quello che si sta vedendo.
All’uscita dal Museo siamo stanchi ma anche esaltati per quello che abbiamo visto; ci inoltriamo nel vicino Parco di Chapultepec (il parco più grande e interessante della città) e osserviamo migliaia di messicani che si fanno la loro passeggiata del sabato per il parco in una situazione di totale e completa rilassatezza; camminando, Mario ed io, ci chiediamo dove sia questa tremenda pericolosità di Città del Messico da tanti predicata. Non la troviamo e, per lo meno nel centro storico, non la troveremo per tutti i tre giorni. Troveremo invece tanta gente cortese ed una città pulita da fare invidia a molte (se non tutte)città italiane…Per non parlare del fatto che ad ogni (dico e ripeto OGNI) incrocio ci sono 2 o 3 poliziotti.
Il giro prosegue per Paseo della Reforma; vediamo il monumento della “Diana Cacciatrice” e il monumento dell’Angel, simbolo di Città del Messico.
Alle 16, stremati, ci fermiamo a mangiare al Vips, una delle tante catene che a Città del Messico ti permettono di accingerti al cibo messicano senza rischiare di far subito la conoscenza con Montezuma (vendetta). Vips, tra i tanti provati, sarà quello che decreteremo il migliore,sia per quanto concerne il cibo sia per i prezzi.
Nel tardo pomeriggio decidiamo di fare un salto allo Zocalo per vedere il centro storico di DF…Rimaniamo subito impressionati dall’enorme bandiera ma anche dall’enorme quantitativo di gente che gira nei dintorni…È sempre sabato pomeriggio e ci sembra di capire che anche qui lo struscio sia d’obbligo!Visiteremo più attentamente questa zona domani.
Alla sera frugale mangiata al Tacos El Caminero,100 metri a sud di Plaza de la Repubblica, poco soddisfatti ce ne andiamo a dormire!!!!
27 LUGLIO Questa mattina ci siamo svegliati veramente presto, complice il fuso orario…Tentiamo di andare a vedere l’alzabandiera allo Zocalo ma, passando davanti al Sanborns della Casa de los Azulejos, veniamo letteralmente rapiti e dirottati da alcune teglie di pan dulce ( croissant strepitosi e similari).
Il palazzo è bellissimo,esternamente tutto piastrellato in azzurro mentre all’interno ha una moltitudine di vistose decorazioni di grande effetto. Sono neanche le 7 di mattino e non c’è nessuno…Solo noi e una famiglia di tedeschi…Facciamo colazione abbuffandoci come matti a suon di cioccolata e pan dulce iniziando a parlare della prima visita di stamattina : le piramidi di Teotihuacan! Appena finito ci dirigiamo in Avenida Hidalgo dove, a detta della Lonely Planet (pag 268-trasporti urbani) ci dovrebbero essere dei combi che portano a queste piramidi.Vi dico subito che, per quanto abbiamo cercato alacremente, di questi benedetti combi non ne abbiamo visto neanche l’ombra. Abbiamo così ripiegato sulla seconda soluzione,sicuramente più certa : I bus in partenza dal Terminal Norte!Metrò fino a Terminal Norte e poi ogni 15 minuti parte un bus per Teotihuacan.
Il viaggio, che dura un’ora, altro non è che l’intero attraversamento dell’infinita periferia nord di Città del Messico.
Arrivati a Teotihuacan di primo mattino la voglia di vedere queste Piramidi del Sol e della Luna è tanta. La Lonely ci comunica che la domenica i siti e i musei non si pagano ed oggi è domenica. Ci ritroviamo però a pagare il biglietto intero…Saranno cambiate le cose dai tempi della stesura ma gli ingressi la domenica li abbiamo poi sempre pagati!!In tutto il Messico! Mario ed io ci troviamo praticamente a correre sotto un cielo tersissimo per quest’incredibile spianata (La calzada de los Muertos) di 4 km che dall’ingresso principale porta fino all’ultima piramide : quella della Luna.
La gente è pochissima e il consiglio di venire a vedere questo sito all’apertura si è rivelato fortunato (cosa che del resto consiglio a chiunque desideri venire fin quaggiù). In pochi minuti ci arrampichiamo fino ai quasi ottanta metri della vetta della piramide del Sole.
La vista è spettacolare e, sarà per la posizione ricercata dai Maya per la costruzione di questa piramide, sarà per una forma di autosuggestione, ma quando si arriva lassù si sentono le energie aumentare e si sente anche un contatto con il passato…Mah! Sarò solo io che la penso così??!?…A vedere i primi americani che si arrampicano con borse-frigo e tacchi a spillo sembrerebbe proprio di si. Poi però a ben vedere ogni tanto c’è qualche ragazzo (quasi sempre europeo)che si è cercato un angolo di piramide tutto per se e, dopo le giuste foto di rito, sia io che Mario ci ritroviamo a cavalcioni del bordo della piramide a meditare sull’immenso…Passa tanto tempo, più di un’ora, ma non ce ne si accorge! Alla fine l’affollamento si fa pesante e decidiamo di scendere per questa infinita scalinata per dirigerci alla piramide della Luna…Piramide il cui accesso è comunque parzialmente chiuso. Nel periodo da noi visitato non era possibile continuare oltre la prima rampa di scale.
La visita al sito continua e ci ritroviamo al Tempio de Quetzalcoatl (che poi altro non è che di fronte all’ingresso 1)…La guida dice che spesso questa parte non viene vista ed è un grave errore perché al suo interno ci sono delle raffigurazioni e sculture veramente belle! Ci avviamo all’uscita esaltati e soddisfatti e constatiamo che Teotihuacan,al contrario del Museo Antropologico, è bella visitarsela in santa pace, senza guida, lasciandosi andare dove tira il vento.
All’uscita cerchiamo un bus per tornare al Terminal Norte ma ne troviamo uno che va ad Indios Verde; non conosciamo questa zona della città ma l’autista ci rassicura : da lì passa la metro che porta dritta in centro! Saliamo e notiamo che il bus fa uno strano tragitto; non passa dall’autostrada come all’andata bensì per tutte le vie dell’immensa periferia nord…Non ci sono assolutamente turisti e per quanto fossimo abbastanza sgualciti e neppure tanto appariscenti nel nostro vestiario ci sentiamo abbastanza osservati. Saremo i primi turisti a prendere questo bus?? Vedendo dove il bus ci lascia direi proprio di si! La famigerata Indios verde altro non è che l’estrema periferia nord della Città più grande del mondo…A dirla in breve ci siamo trovati in mezzo alle Favelas! I 300 metri dalla stazione dei bus al capolinea del metro sono stati assolutamente infiniti…Pochi minuti prima avevano appena ammazzato uno con un colpo di pistola e la cosa non ci rallegrava molto. Abbiamo fatto una corsa che non attirasse l’attenzione(!!?!!!) svincolando tra aggressioni e gente non proprio tranquilla. La scalinata per scendere al metrò tra spintoni e cadute…Alla fine siamo saliti sul treno e…SIAMO IN SALVO!!!! Per farla breve…Città del Messico è veramente molto tranquilla (più di quanto credessi)però cercate di evitare le escursioni alle favelas e quando andate a Teotihuacan evitate la partenza o l’arrivo da Indios Verde! Ritornati nel centro di Città del Messico andiamo a mangiare al Taco Inn a due passi dal Palacio de Bellas Artes (all’incrocio tra Tacuba e Xicotencatl) dove si mangiano dei tacos veramente buoni e anche un po’ particolari.
Visita al Palacio de Bellas Artes che, per quanto contenga i tanto famigerati murales di Diego Rivera, non è che ci abbia particolarmente entusiasmato. Successivamente siamo ritornati allo zocalo ed abbiamo visitato con più calma tutto quello che c’è da vedere : il Palacio National, il Templo Major, la sede del Gobierno di DF ed infine la Cattedrale..Tutte strutture che si affacciano sull’immensa Piazza della Constitucion.
Facciamo una bella passeggiata tra le due vie pedonali (5de Majo e Avenida Madero) fino ad arrivare alla Torre latino-americana,un grattacielo un po’ distruttino posto sull’Alemada Centrale dal quale però si gode un panorama mozzafiato. La cosa particolare che si nota prima di salire su questa torre è che sulla sua sommità c’è una non tanto rassicurante scritta a caratteri cubitali : SEGURO! Mario ed io ci guardiamo perplessi; chissà come mai tutta questa solerzia nel spiegarci che la torre è tanto sicura?!? Arrivati alla sua sommità ci accorgiamo che la torre oscilla vistosamente in alcuni casi in modo quasi imbarazzante…La visita della torre si dimostra, quindi, rapida e fugace…Foto e visione del panorama mozzafiato alla velocità della luce. La cosa che comunque colpisce della vista da lassù è che uno finalmente si rende conto della vastità di quest’infinita città che arriva da tutti e quattro i lati fin dove arriva l’orizzonte : Spettacolare! Finita questa ulteriore visita ci dirigiamo a piedi fin al nostro albergo dove collassiamo stremati dopo pochi minuti…Piccola pausa verso l’ora di cena, dove andiamo al Sanborns sotto l’albergo a mangiare il solito tacos o burritos…Inizia a piovere a dirotto e vediamo così una delle rarissime piogge viste in un viaggio che avveniva nel bel mezzo della stagione delle piogge!!!!
28 LUGLIO Dopo aver fatto colazione a base di cioccolata (ottima quella della zone interne del Messico) e pan dulce, chiudiamo le valigie e ci facciamo accompagnare da un simpaticissimo taxista con uno splendido fuoristrada alla stazione Tapo (la stazione dalla quale partono i bus per Oaxaca) L’ingresso in questa stazione è veramente incredibile!…Praticamente ci troviamo ad entrare in un luogo grande quanto un aeroporto attraverso le bancarelle di un mercato facendo slalom con gli zaini tra banchi di frutta, vestiti ed ortaggi! La stazione è veramente grande e si capisce in un attimo che i bus in Messico sono in assoluto i mezzi di trasporto più utilizzati.
Troviamo un bus ADO per 2 ore dopo (Consiglio vivamente a tutti quelli che si muoveranno in bus per il Messico in estate di prenotare con un certo anticipo i bus che viaggiano su grandi distanze) e durante l’attesa facciamo la conoscenza di due simpaticissimi ragazzi di Torino (Rosmary e Alessandro).
Sembrano anche loro molto alla ventura con tanto di zaini in spalla. Ci ritroviamo a parlare del Messico,del percorso che abbiamo intenzione di fare e soprattutto del fatto che tutti e quanti abbiamo come destinazione Oaxaca…Neanche mezz’ora e conosciamo Maddalena e Fabio, due ragazzi di Macerata che, diretti in Honduras per un battesimo, ne approfittano per attraversare Messico e Guatemala… In bus ci troviamo assieme a Rosmary e Alejandro; sei ore di viaggio su di un comodissimo bus (gli ADO sono i bus migliori!!!) attraverso una bellissima autostrada che passa per tutti gli altipiani centrali. Prima le immense periferie di Città del Messico, poi le sconfinate praterie, le foreste di conifere, le piantagioni di granturco, gli immensi vulcani con le sommità innevate tra DF e Puebla, le montagne con spaventosi canyon, infinite distese di cactus, le radure polverose e ventilate tipiche del Messico… insomma nei 470 km che separano Città del Messico a Oaxaca mi sembra di riuscire a vedere tutti i tipi di paesaggi che possono rappresentare il Messico. Questo è il motivo per il quale consiglio a tutti quanti di fare questo percorso di giorno! Arrivati a Oaxaca dopo 5 ore ½ di viaggio notiamo immediatamente che questa allegra cittadina coloniale situata a 1700 metri d’altitudine, ha un’atmosfera veramente simpatica…Sarà per i colori,sarà per il fatto che è una cittadina universitaria, ma sembra di essere lontani mille anni luce dalla megalopoli che è DF! Appena arrivati ci mettiamo alla ricerca del bus che ci porti in centro…Lo troviamo subito e ci facciamo portare vicino allo Zocalo. A prima vista notiamo subito due particolari : il primo è che c’è un cospicuo numero di “posade” (molte di più di quelle segnate dalla Lonely), il secondo è che i prezzi sono decisamente più alti di quelli segnati dalla guida(nonostante il cambio molto favorevole di questo periodo).
Non ci scoraggiamo e decidiamo di dividerci. Mario e Rosmary rimangono allo zocalo ad aspettarci con i bagagli mentre Alessandro ed io (che sa un ottimo spagnolo) ci dirigiamo alla ricerca di un buon posto! Dopo pochi minuti troviamo una posada non segnata dalle guide a due passi dallo Zocalo…Si chiama “Cuilapan” e si trova sulla Trujano, tra la Garcia e Diaz Ordaz; Sembra essere carina, le stanze sono molto semplici ma pulite e disposte attorno ad un cortile, c’è una certa disponibilità di stanze che costano 300 pesos a notte (la doppia).
Raggiungiamo i ragazzi, prendiamo i bagagli e finalmente ci sistemiamo.
Una lavata veloce e ci ritroviamo in un attimo in un turbinio di gente festante nella piazza centrale…C’è tanta musica, giocolieri, ballerini che improvvisano danze tradizionali del luogo, una moltitudine di venditori…Insomma una vera festa!Rimaniamo sorpresi quando veniamo a sapere che, invece, è così tutti i giorni! Dopo un bella passeggiata nei dintorni ci ritroviamo a sedere in un locale sullo zocalo con i tavolini sotto i portici. Il locale si chiama “La primavera” , abbiamo mangiato decisamente bene e, a detta di molti, è il locale migliore dal punto di vista qualità-prezzo che si affaccia sulla Piazza centrale.
La stanchezza per il viaggio ci porta a rimandare alle sere successive una qualche minima forma di mondanità…A nanna…
29 LUGLIO Parte della mattinata è stata dedicata ad una pantagruelica colazione fatta in un posticino che aveva una scelta di paste, croissant e altro da far impazzire qualsiasi persona che sia minimamente golosa (Questo posto si trova su Indipendencia di fronte ad un’altra Pastelleria segnata sulle guide che si chiama Pastelleria Quemen – altrettanto buona ma che non permette di sedersi) Tra tutti quanti possiamo proprio dire di “aver sgravato”. Torniamo al tavolo con due vassoi pieni di ogni ben di dio dove però nel giro di cinque minuti non rimarranno che le briciole.
Dopo colazione ci avviamo a piedi di fronte ad un albergo nella zona a sud-ovest di Oaxaca da dove partono i bus per Monte Alban…E chi ci ritroviamo?!?Ma siii…Sono proprio Maddalena e Fabio, i ragazzi di Macerata! Prendiamo un bus che nel giro di venti minuti ci porta su di un’altura sopra a Oaxaca…La vista è spettacolare, la giornata fresca e limpida…La visita si preannuncia interessante! La visita a Monte Alban è stata per me un sorpresa; non volevamo quasi andarci visto il considerevole numero di siti che avremmo visto in tutto il nostro viaggio in Messico e ci siamo fatti convincere all’ultimo da Rosmary e Alessandro.
Lo considero in assoluto uno dei siti più sconvolgenti all’impatto…Sarà che sono sempre stato facilmente impressionabile dai luoghi con vedute stupefacenti come queste ma, un sito costruito in cima ad una montagna spianata che si erge in mezzo ad una ampia valle tra prati verdi all’inglese(solo nella stagione delle piogge però), era veramente troppo per non farmi esaltare ai massimi livelli.
Ed in effetti Monte Alban ci è piaciuta molto, sicuramente anche per le strutture che la compongono, ma soprattutto per il luogo quasi magico dove è situato.
Finita la visita di circa due ore, fatte tutte le foto del caso e non prima di essermi arrovellato o meno sull’acquisto di un cappello, torniamo a Oaxaca.
Ormai il gruppo di quattro torinesi e due maceratesi è consolidato e decidiamo di avviarci alla visita dell’albero più antico del mondo a El Tule.
Sul tragitto per raggiungere la fermata dei bus per El Tule (che si trova sul Periferico) decidiamo di visitare il più grande mercato di Oaxaca…Il Central de Abastos. Questo mercato, che è fuori dalle tratte dei turisti, è il tipico mercato messicano dove si può trovare tutto quello che un messicano ha bisogno. Noi ci fermiamo di fronte ad un banco di frutta dove una simpatica signora ci sfama a suon di mango, pinà e banane.
Finito il “pantagruelico pranzo” prendiamo un collectivo per El Tule. Questo luogo dal punto di vista artistico non ha nulla di particolarmente straordinario. Ha però una cosa impressionante per la sua longevità. Nella piazza centrale di questo paese c’è, infatti, quello che è considerato l’albero più antico del mondo…Si è stimato che abbia tra i 2000 e i 3000 anni.
L’albero(un tipo di cipresso) non è particolarmente sconvolgente per quanto concerne le dimensioni della chioma, quanto piuttosto per quello del tronco che fa capire all’istante che si sta di fronte ad un albero millenario.
Usciti dal cortile della chiesa dove cresce l’albero addentiamo una pannocchia e ritorniamo a Oaxaca. Una volta in centro ci dividiamo…Maddalena e Fabio vanno nel loro albergo, Alessandro, Rosmary, Mario ed io nel nostro…Appuntamento alle 20.30 allo Zocalo.
La sera erriamo un po’ prima di trovare un locale che soddisfi le nostre esigenze…Alla fine stremati più che altro dalla fame ci fermiamo da Tito’s , un ristorante dove abbiamo mangiato piuttosto bene ma che mi ha lasciato un po’ perplesso per l’ambientazione, fredda e poco caratteristica.
Dopo cena Mario ed io andiamo con i maceratesi a farci una gran bevuta di mezcal (un tipico liquore messicano che viene prodotto proprio in questa zona). Il luogo prescelto è veramente carinissimo e si chiama “La cucaracha” (all’angolo tra Porfidio Diaz e Matamoros). Al terzo mezcal bevuto in una calda atmosfera tipicamente messicana, il proprietario del locale viene ad offrirci un nuovo tipo di Mezcal. Questa volta, al posto dei vermi, sul fondo della bottiglia ci sono 3 o quattro scorpioni di 10 cm. Sarà per il già eccessivo consumo di mezcal, sarà per l’eccessive dimensioni degli scorpioni, questa volta decidiamo di declinare gentilmente! Salutiamo Fabio e Maddalena e ci dirigiamo a notte fonda verso la nostra Posada…Incontriamo lungo un tragitto un ragazzo italiano che ci chiede se sappiamo un posto dove andare a dormire; gli indichiamo la nostra Posada, ci segue e anche lui trova alloggio presso il “Cuilapan”.
Si chiama Piergiorgio, è di Napoli ed è in vacanza con la sua ragazza Lanise. Ci si saluta e si va a dormire.
30 LUGLIO Stamattina ci siamo preparati i bagagli e abbiamo chiesto gentilmente ai proprietari se ce l’avrebbero fatti tenere nella reception fino a sera, ossia fino a quando sarebbe partito il bus per la nostra nuova destinazione.
Oggi è giornata di acquisti e di visita dettagliata alla città di Oaxaca. Iniziamo ovviamente dagli acquisti e finalmente nel Mercato 20Noviembre trovo il famigerato cappello cercato per tanto tempo…Facciamo un giro anche per il mercato Juarez e il mercato de Artesanias…Gli oggetti,i tappeti, le suppellettili …Sono in effetti tutte molto belle però notiamo che i prezzi sono parecchio alti, quasi eccessivi. Decidiamo così di comprare poche e particolari cose e riservare i nostri acquisti per il Chiapas (decisione che anticipo già ora si rivelerà azzeccata).
Una cosa che se interessa, non ho più trovato come a Oaxaca, sono i sacchetti dei mille tipi di peperoncino e cacao. Se vi interessa portare a casa anche un po’ di gusti…Comprateli qui! Dopo un frugale pranzo si visita la Iglesia de Santo Domingo con le sue innumerevoli palme nella piazza antistantante, il Museo de las culturas de Oaxaca e infine il Museo Benito Juarez. Questo illustre soggetto originario di Oaxaca è stato ad alterne vicende per ben quattro volte il Presidente del Messico. Il museo a dir la verità non ha alcun valore ne dal punto di vista artistico ne da quello storico quindi se avete altro da fare…Fatelo pure! Il pomeriggio passa quasi tutto tra le fresche e frasche dello Zocalo…Decidiamo di goderci appieno quella rilassata atmosfera che si gode bevendo margarita sotto i portici della piazza…E ci si accorge che anche il dolce far niente qui in Messico assume un valore oserei dire quasi artistico! Ceniamo e verso le 21.30 andiamo a salutare Maddalena e Fabio che si stanno gustando una romantica cenetta in un delizioso locale che ha i balconcini che danno sempre sullo Zocalo (è il ristorante che risulta essere sopra i portici del ristorante “La primavera” ) E’ ora di partire! Alle 23.00 parte il bus OCC (Cristobal Colon ) per Pochutla, sul Pacifico! Arriviamo e saliamo su di uno sgangheratissimo bus che, nonostante sia un primera classe come l’ADO preso a DF, è un vero schifo! Qui vorrei aprire una parentesi sui mezzi pubblici messicani! Il trasporto in Messico è tutto su gomma, quindi è inutile cercare alternative. I grandi bus di “prima classe” o addirittura “de lujo” raggiungerebbero dei livelli di comodità strabilianti se non fosse per la Cristobal Colon che abbassa drasticamente il livello medio.
Questa compagnia ha, eccetto rari casi di bus nuovi di zecca, scalcinati e vecchi bus che possono essere considerati anche pericolosi. A noi ne sono successe veramente di tutti i colori e in alcuni casi abbiamo anche rischiato parecchio…Tanto che la sigla OCC (Omnibus Cristobal Colon ) è da noi stata trasformata in un “ Oh Che Cagata”.
Purtroppo su alcune linee come la Oaxaca-Pochutla o la Puerto Escondito-San Cristobal hanno il monopolio quindi c’è poco da fare…Un’indicazione per evitare questo primo terrificante viaggio di oltre 10 ore passando da strade che allungano di 250 km…Ve lo posso dare : Ci sono dei minibus della mercedes nuovissimi e comodissimi che in meno di 6 ore vi portano da Oaxaca a Potchutla e proseguono anche per Puerto Escondito con appena 40 minuti di viaggio in più, attraverso la statale 175.
Gli indirizzi per prenotare un posto sono a Oaxaca in La Noria No. 101, tel (01951)5147077, a Potchutla all’Hotel Santa Cruz in Lazaro Cardenas, tel (01958)5840116 e a Puerto Escondito in Av. Oaxaca No.205 Per quanto concerne il nostro viaggio è stata una vera e propria odissea…Anche se un’odissea di “primera classe”!!!!!La statale 190 che c’era stata dipinta come una mezza autostrada, assolutamente da prendere rispetto alla 175, altro non era che un’infinita sequela di curve senza sosta…Come arrampicarsi e ridiscendere continuamente valli e montagne delle nostre Alpi con l’unica differenza che qui le curve raggiungono angolature impressionanti.
Per la prima volta in vita mia sono stato male su di un mezzo di trasporto… Ma il bello doveva ancora venire. Arrivati a Salina Cruz verso le tre di notte abbiamo incominciato a risalire la mitica mex 200, la statale che corre lungo tutta la costa pacifica, dall’Alaska fino alla Terra del Fuoco.
Inizia un diluvio incredibile e, nonostante le condizioni della strada non proprio idilliache, quel celebroleso dell’autista continua a correre come un forsennato finchè su di una curva con a lato burrone sull’Oceano Pacifico senza guardraill e con fondo stradale bagnato, esplode una gomma… Il bus inizia a sbandare vistosamente in mezzo alla strada avvicinandoci più volte al precipizio poi, per non so bene quale grazia, ci fermiamo e proseguiamo a passo d’uomo fino ad un distributore di benzina.
Scendiamo tutti quanti e per 3 ore inizia un’infinita operazione di cambio gomma in mezzo al nulla…Dopo un’oretta si inizia quasi tutti a ridere…Tutto sommato anche questo è Messico!!!Un po’ meno ci viene da ridere quando vediamo la gomma che era esplosa…Liscia come una superficie di marmo…E questo trovo che sia assolutamente criminale: che un bus di prima classe si possa permettere di avere delle ruote ridotte in quello stato!!!
31 LUGLIO Durante la pausa-bus abbiamo avuto modo di conoscere alcuni italiani in vacanza…Devo dire che rispetto ai miei viaggi passati noto che gli italiani in vacanza da queste parti sono sempre stra-fighettini che sembrano ritenere molto trendy viaggiare in questo modo. Non troviamo quasi per nulla i veri viaggiatori, quelli con un minimo di avventura e di spirito d’iniziativa ma solo nugoli di ragazzini che si chiedono se “farà più figo” andare a Mazunte piuttosto che a Zipolite”! Due bolognesi simpaticissimi, con i quali avremo il piacere di parlare e ritrovarci in spiaggia, si distinguono da quest’invasione liceale.
Finalmente verso le sette del mattino ripartiamo…100 km e ci fermiamo a Huatulco,altri 90 km e finalmente verso le dieci del mattino arriviamo a Pochutla; prendiamo un taxi assieme a due ragazze e nel giro di dieci minuti ci troviamo a Mazunte, davanti all’impressionante oceano Pacifico! Mazunte è come ci aspettavamo, un pueblo fatto di qualche cabanas arrampicata sulla collina o lungo la spiaggia, immersa in una vegetazione straordinaria e rigogliosa : è quello che cercavamo,quello che volevamo! Troviamo una cabana alla Posada dell’Arquitecto per 300 pesos a notte, non poco ma a Mazunte come a Zipolite se non si decide di dormire sulle amache, il prezzo da spendere è bene o male questo! Il punto della spiaggia dove abbiamo deciso di fermarci si chiama El Reconcido ed è la parte più estrema della spiaggia di Mazunte la quale è divisa in due parti da un gruppo di rocce. A pochi metri di distanza si arrampicano le cabanas Altamira che con appena 50 pesos in più offrono un livello d’accoglienza decisamente superiore.
La nostra cabana assomiglia molto ai tipici farè polinesiani; pavimento di cemento dipinto di verde, pareti e tetto di paglia, bagno alquanto spartano ma sufficiente per le nostre esigenze, giardinetto con doccia (un tubo ) per quando si torna dal mare e luce che c’è o non c’è a seconda di come gli gira quel giorno! Conosciamo subito Simone, un livornese che gestisce il mini ristorantino della posada. Fa pochi piatti di pesce, pizze e schiaccine toscane…Tutto al forno e tutto molto buono.
E’ qui da diversi anni e da almeno tre non torna in Italia…Ha trovato qui il suo eden e non se ne vuole più andare!…E come dargli torto… La giornata trascorre mollemente e pigramente sulla spiaggia di Mazunte, vicino agli scogli, unico tratto di questa costa dove è possibile fare il bagno senza rischiare eccessivamente. Dopo le docce e le impomatate di rito, Mario ed io andiamo a mangiare da Simone e conosciamo una famiglia milanese che sta viaggiando in giro per il Messico da ormai 3 settimane e sono intristiti all’idea di essere quasi in partenza.
Mangiamo un ottimo pesce al forno con patate accompagnato da schiaccia e birra…Sotto le stelle, a due passi dall’oceano Pacifico…Ma cosa si può volere di più dalla vita?!?Una bella, lunga, ristoratrice dormita!
1 AGOSTO Questa notte abbiamo dormito ben 12 ore e ci siamo rifatti dei vari viaggi e scarpinate di questa prima settimana di viaggio.
Il risveglio a Mazunte è una delle cose più belle; infatti si viene dolcemente svegliati dal suono dei cavalloni che si infrangono sulla spiaggia…Una vera delizia per chi, come me, odia alzarsi con il drammatico ed artificiale rumore di una sveglia! Per fare la colazione le sera precedente c’era stato indicato come luogo migliore il ristorante dopo a “El Pescador” . In effetti gli Jugo de fruta mixta ele colazioni a base di frittelle non sono niente male anche se iper-caloriche.
Ritornando verso la cabana, il cielo si copre improvvisamente, si alza un vento fortissimo e verso il mare si vede avanzare una intensa quanto mai violenta perturbazione…Nel giro di pochi minuti raffiche di vento violente accompagnano una pioggia torrenziale che però ha il buon gusto di durare poco più di mezz’ora! Per quanto abbia smesso di piovere il cielo rimane coperto per gran parte della mattina, decidiamo così di andare a fare una passeggiata a Punta Cometa, il capo che ripara parzialmente Mazunte e che risulta essere il punto più meridionale dello Stato di Oaxaca.
La passeggiata attraverso un sentiero è breve e divertente; ci si trova in pochi minuti su questo capo dove “all’ombra” di un enorme cactus si infrangono gigantesche onde…Poco sotto c’è una spiaggia completamente aperta al mare dove è veramente impressionante vedere il rincorrere continuo di questi enormi cavalloni.
Il resto della giornata continua a trascorrere pigramente in spiaggia dopo che il sole ha deciso di ritornare a farci visita. Alla sera ci prendiamo un bell’aperitivo : Pina Colada e Margarita… E Messico sia. A cena ritorniamo da Simone e cadiamo alle lusinghe di una gustosissima pizza… e meno male che ci eravamo ripromessi di non toccare cibo italiano per tutta la vacanza!!!!
2 AGOSTO Anche stamattina veniamo svegliati dalle onde, facciamo colazione in riva al mare e passiamo l’intera mattinata in spiaggia a rosolarci e a fare i bischeri con le onde…Pranzo a base di abbondante frutta e sonnellino.
Al pomeriggio, sfruttando un passaggio di Simone sul suo distruttissimo Maggiolino, andiamo a Zipolite.
La spiaggia di Zipolite è magnifica, lunga, dorata ma con un mare che non permette neanche una rinfrescata. Passeggiando per la spiaggia ci rendiamo conto di aver scelto bene andando a Mazunte perché Zipolite, per quanto bella sia, dà uno strano senso di dispersione e di abbandono; sarà anche che il giorno prima son deceduti due italiani in viaggio di nozze facendo il bagno, ma è proprio desolante!Anche i ragazzi… Se ne stanno tutti sulle amache e come degli avvoltoi ti guardano dall’alto delle Posade. Nessuno sta in spiaggia e molti bungalow sono chiusi o abbandonati.
Sicuramente di sera comunque la vita si animerà molto di più che nel nostro ristretto pueblo dove l’unico (ma bellissimo)svago e quello di ritrovarsi semplicemente in spiaggia a cantare e ballare a ritmo di Jambè.
Per tornare a Mazunte saltiamo sopra ad una camionetta che in un primo momento credevamo fosse un collectivo ed invece risulta essere il mezzo con il quale consegnano il pesce a tutti i ristoranti della zona…Non siamo gli unici ad esserci confusi e troviamo anche due ragazze bolognesi che stanno facendo in giornata da Puerto Escondido il giro di questa zona. Il tragitto e divertente anche perché andare sul retro di un camion circondati da gamberi, totani e polipi non è esattamente quello che pensavamo di fare. Arrivati a Mazunte facciamo vedere la nostra cabana alle bolognesi; dopo poco incontriamo i 2 ragazzi di Bologna conosciuti sul bus con un’altra infinita comitiva di bolognesi…Insomma il divertimento è assicurato.
Alla sera decidiamo di andare a mangiare in uno dei tanti ristorantini sulla spiaggia; ci fermiamo a “El Pescador”. Entrambi siamo molto soddisfatti del pesce mangiato e poi c’è poco da fare…Mangiare a due passi dalle enormi onde oceaniche è veramente suggestivo.
Serata trascorsa in spiaggia in mezzo a decine di ragazzi provenienti da ogni angolo del pianeta…Bellissimo!
3 AGOSTO Stamattina ci siamo alzati molto presto per andare a Potchutla a prendere i biglietti del bus per S.Cristobal; abbiamo infatti saputo che i biglietti per il Chiapas stanno diventando introvabili (questo è il motivo per il quale vi consiglio in estate di prenderli con almeno 3 giorni d’anticipo) Troviamo i biglietti..A scelta tra gli ultimi quattro rimasti e ce ne torniamo a Mazunte con un collectivo.
La mattina trascorre nello stesso modo degli altri giorni e nell’unico modo in cui può trascorrere in riva all’Oceano Pacifico…Facendo assolutamente una mazza di niente! Unica differenza è che nel pomeriggio mi sento poco bene…Più vado verso sera è più mi sento male. All’ora di cena ho 38 ½ di febbre anche se i sintomi sono strani…Ho febbre, un po’ di mal di gola e un leggero mal di pancia…Niente a che vedere con un’eventuale Montezuma.
Mario si prodiga in tutto e per tutto per una mia pronta guarigione. Parte così la ricerca del ghiaccio nel caso il malore fosse dovuto ad un colpo di sole, inizia la distribuzione di tutte le varie medicine che possano servire a cacciare via il fastidioso malessere…Dalla Tachipirina per la febbre al Bimixin per il mal di pancia…
4 AGOSTO Questa mattina saremmo dovuti partire per Puerto Escondito ma visto che non me la sento ancora appieno di andare via, decidiamo di rimanere ancora un giorno a Mazunte e sacrificare un giorno a Puerto…Un po’ ci dispiace però preferiamo non compromettere ulteriormente la mia salute. Infatti durante la notte non sono ancora riuscito a farmi una bella sudata liberatoria come quelle che si deve! A tarda mattinata decidiamo di incominciare a mettere a posto la nostra roba, oramai il nostro bungalow ha preso le sembianze di un magazzino! Nell’alzare il mio zaino dal pavimento ho la piacevole sorpresa di trovarci sotto uno scorpione di 10 cm. Rimaniamo un attimo immobilizzati alla vista di quel mostro e soprattutto mi balena subito alla mente chi sarebbe dovuto essere il soggetto che avrebbe dovuto eliminare la bestiaccia…Il caro Mario, infatti, prima di partire aveva posto una sola condizione in cambio di qualsiasi altro dovere di viaggio. Io avrei dovuto fare il cacciatore di qualsiasi forma animale trovata lungo il nostro viaggio in Messico! Ecco che quindi mi trovo con una scarpa in mano…L’unico problema è che lo scorpione non è tanto più piccolo dell’intera suola della mia scarpa (44). Lo devo centrare perfettamente finche se ne sta li immobile…Tiro…Centro!!!!!Scorpione fatto fuori… Passa un minuto e, come risultato dell’eroica impresa , inizio a sudare come un matto…Sudo,sudo e risudo…Nel giro di dieci minuti la febbre mi scompare del tutto… In contraltare Mario si inizia a sentire poco bene…La vista dell’Immenso lo ha schoccato…Ehehehehe.
La giornata trascorre in modo tipicamente da pensionato e ci spostiamo da un’amaca all’ombra di una pianta, da un sedia ad un’amaca… Alla sera decidiamo di riempirci lo stomaco con una buona pizza da Simone…Ma amara sorpresa.. È chiuso!!!Del resto quaggiù c’è così tanto lavoro che mi sembra assolutamente normale chiudere il lunedì come i parrucchieri da noi!! Ripieghiamo su di un ristorantino della spiaggia e cerchiamo di ordinare qualche cosa di particolare che non ci metta in ulteriore subbuglio il nostro povero stomaco…Insomma diciamo che uno dei soliti tacos o burritos non sarebbe stato proprio il pasto ideale per la serata.
Non trovando alternative di sorta decidiamo di ricadere su una cosa che dalla traduzione sembrerebbe essere un semplicissimo toast…E invece dopo poco ci viene servito un magnifico, splendido, caldo… TACOS!!!!!!Bastaaaaa tacos…
5 AGOSTO Questa mattina sveglia alle sette!!! Chiudiamo velocemente le valigie e attraversiamo quel braccio di strada che collega la spiaggia con il pueblo di Mazunte; aspettiamo 10 minuti un collectivo e appena arriva saliamo con non poche difficoltà vista la presenza di un cospicuo numero di messicani con biciclette, borse e animali al seguito. Ci facciamo lasciare al “Crocero” che altro non è che l’incrocio tra la strada che porta a Mazunte-Zipolite e la strada che collega Potchutla a Puerto Escondido. Nel caso infatti si debba raggiungere Puerto, essendo solo un’ora di viaggio non conviene assolutamente tornare indietro a Potchutla e prendere uno dei bus usati per le lunghe distanze. Molto meglio è aspettare dal Crocero dei bus bianchi parecchio distrutti ma molto folcloristici che passano ogni quarto d’ora e ti portano a destinazione con pochissimi pesos.
La strada corre tutta lungo l’oceano pacifico in mezzo a panorami bellissimi. Il tempo è sempre bellissimo e nel giro di poco siamo già a Puerto Escondido.Ci lasciano sulla strada principale che rispetto al centro turistico passa sopra. Con gli zaini in spalla scendiamo alla discesa di un albergo. Inizialmente avevamo pensato al MyFlower (segnato dalla guida) poco sopra però troviamo una carinissima Posada tenuta da una signora gentilissima e simpaticissima. Il posto si chiama Posada Cocoa Beach. L’albergo è carino, senza eccessive pretese ma i letti sono ottimi e le camere tirate a lucido come non mai…E con una magnifica vista su Playa Zicatela…Per 170 pesos la doppia non si può veramente pretendere di più! Lasciamo i bagagli e ci dirigiamo a piedi lungo la via pedonale dove, dapprima cambiamo i soldi al cambio in centro paese( che risulta avere un cambio più favorevole rispetto a quello che c’è in fondo al paese) e poi andiamo a fare una magnifica e pantagruelica colazione alla Baguetteria Vivaldi.
Poi con una gradevolissima passeggiata a piedi raggiungiamo Playa Manzanilla che preferiamo a Playa Carrizalillo perché estremamente più riparata dalle onde oceaniche.
La spiaggia è meravigliosa, con il mare finalmente balneabile e senza il rischio di affogare per le onde mostruose…Inoltre sulla spiaggia ci sono incredibili sedie a sdraio di bambù con ombrelloni di paglia e dietro delle capannine con simpatiche signore che ti fanno quello che vuoi da mangiare…Dal cocco al pesce, dal pollo alla verdura…E se uno sente caldo può sempre andare poco dietro agli ombrelloni su meravigliose amache attaccate tra ombrose piante…Quello che si dice una libidine pazzesca!! Passiamo l’intera giornata tra mare,amache e sedie a sdraio osservando divertiti una famiglia messicana al nostro fianco che dalle 13.30 alle 18.30 non smette mai neanche per un minuto di mangiare e bere continuando ad ordinare quantitativi veramente eccessivi di cibo.
Conosciamo una simpaticissima coppia di signori italiani che però vivono a Grenoble e sono professori universitari alla facoltà di economia…Fossero stati sempre così i professori incontrati durante la mia università!!!!! Alla sera, dopo una doccia ristoratrice, decidiamo di concederci un nuovo peccato di gola italico…( il mio motto di non toccare mai cibo italiano durante i miei viaggi all’estero si sta andando letteralmente a farsi benedire…Ma chi è stato in Messico potrà capirmi) Andiamo al ristorante “La Galeria” che è osannato dalle guide come uno dei migliori ristoranti di Puerto…Il cibo non è tremendo però non c’è l’ombra ne in cucina e ne in sala di alcun italiano…Quindi il ristorante potrà esser considerato eccezionale da un americano che compila la guida della Lonely…Da un italiano un po’ meno! Dopo cena ci dilettiamo in una bella passeggiata lungo la strada pedonale che attraversa Puerto…Il paese mi sembra molto carino, magari non è quel posto dimenticato da Dio visto nel film di Salvatores però me lo aspettavo molto più selvaggiamente rovinato dopo aver saputo delle infinite orde di italiani approdati quaggiù dopo il film.
E invece, suo malgrado, anche se immerso nella turisticità più tipica si respira ancora una bella aria messicana…I negozi sono carini e c’è un immensa scelta di prodotti per surfisti…Soprattutto per quanto concerne l’abbigliamento! Durante la serata incontro per puro caso una mia compagna dell’Università…Incredibile ma vero!
6 AGOSTO Dopo esserci svegliati ci rechiamo a far colazione alla Cafeteria Cappuccino (qua tutto si chiama con nomi italiani, anche i ristoranti gestiti da francesi e tedeschi) Ci facciamo un’altra bella passeggiata fino a Playa Zicatela, la lunga e rinomata spiaggia dei surfisti.
Appena arrivati in spiaggia ci viene fatta una strana proposta…Ombrellone e sedie a sdraio gratuite se compriamo cocaina o marijuana dal signore dello stabilimento…Veramente originale come proposta soprattutto perché è un’offerta speciale che il signore in questione fa solo agli AMICI ITALIANI!!! Rifiutiamo gentilmente anche perché la storia in questione è abbastanza conosciuta in Messico; evitate infatti come la peste di comprare qualsiasi tipo di droga soprattutto qui a Puerto Escondido : gli spacciatori e la polizia sono sistematicamente d’accordo per fregare il turista pirla che deve venir fin qua per farsi una canna. Normalmente infatti subito dopo che viene venduta la droga, arriva la polizia che ti ammanetta e sotto la minaccia di portarti in galera ti chiede 5000-6000 pesos(più o meno 1 milione delle vecchie lire). Dopo aver pagato ti sequestrano la droga che riconsegnano allo spacciatore in attesa di esser riutilizzata per il successivo pirla italico!!!! Dopo una mattinata al sole ci ritroviamo a mangiare in un locale molto carino che c’è a metà del lungo mare di Playa Zicatela : Il Carmen’s Cafecito! Questo ristorante oltre ad essere molto buono e con cibi che spaziano un po’ oltre ai soliti tacos, ha pure un bellissimo ambiente fatto solo di ragazzi e belle ragazze…Alla sera si balla a lungo anche sui tavoli!! Dopo una lunga passeggiata ritorniamo al nostro albergo. Ci facciamo una lunga doccia e dopo aver salutato la nostra simpaticissima e dolcissima “padrona di casa” ci avviamo verso il terminal dei bus. Ci aspetta il nostro merdosissimo Cristobal Colon…13 ore di bus per arrivare fino in Chiapas! Il bus è sempre la solita schifezza con la sola differenza che l’autista sembra un po’ meno fanatico del precedente! Nei due posti avanti al nostro risiede un’intera famiglia indios composta da mamma e cinque figli(in due posti!!!) che emanano un “leggerissimo” odore di selvatico…Ma anche questo è Messico!!! Il viaggio prosegue abbastanza bene fino alla solita sfigatissima Salina Cruz, dove inesorabile si abbatte il solito uragano…Sulla strada ci sarà veramente più di mezzo metro d’acqua ma il simpaticone continua a viaggiare a 100 km/h…Il magnifico bus OCC inizia ad allagarsi e per quasi tutta la notte, oltre a doverci subire un freddo assurdo della solita aria condizionata, ci becchiamo la pioggia che cade dal soffitto arrugginito; per non parlare dell’acqua che scorre oramai amò di torrente in piena lungo il corridoio centrale. I poveri bambini indios che dormivano per terra, sotto i sedili vengono presi improvvisamente dall’onda di piena; anche loro probabilmente non si aspettavano che i Cristobal Colon facessero così schifo!!!
7 AGOSTO Il viaggio sembra non aver mai fine e le curve una volta entrati in Chiapas non smettono mai di ballonzolarti da una parte all’altra del sedile. La salita che porta da Tuxtla Gutierrez a San Cristobal de las Casas è assolutamente infinita…Anche perché ti porta a 2500 metri d’altezza! A poco meno di 30 km dall’arrivo quel maledetto di Mario si sveglia, tutto tranquillo e rilassato dopo aver ovviamente dormito tutta la notte e, guardando il bambino che da davanti si affaccia verso di noi esordisce con un bel “ciao puzzone”. Battuta politicamente scorretta ma che non riuscirà a trattenerci una risata che durerà per almeno venti minuti! La risata viene bruscamente interrotta dal bus che si ferma su un tornante a gomito!!!Oddio…Non è possibile!!!Capiamo che abbiamo finito la benzina e i turisti presenti si chiedono se è possibile essere così dementi!!!Ma è possibile dimenticarsi la benzina??Per la Cristobal Colon assolutamente si!!! Per fortuna poco dopo arriva un altro bus schifezza che ci travasa un po’ di benzina e con la quale siamo in grado di partire! Dopo neanche 5 km noto su di una curva a gomito con sottostante impressionante precipizio (senza ovviamente guardrail)una sessantina di croci! Dopo un primo momento di interdizione ascolto un ragazzo che chiede all’autista il perché di tutte quelle croci…L’autista intristito risponde che c’è stata qualche mese fa una grande tragedia. E’ volato giù dal precipizio un bus e sono morti tutti! Volete sapere che bus era?Veramente????? Ma un Cristobal Colon ovviamente!!!!! Dopo quest’ultima notizia la toccata continua e ripetuta è d’obbligo.
Alle nove del mattino finalmente arriviamo; è una bellissima giornata, il cielo terso e l’aria decisamente fredda. Facciamo un veloce giro attorno allo zocalo e notiamo che come al solito le Posade segnalate dalla Lonely sono tutte piene e con prezzi non proprio economici…Mi butto allora sulla prima posada che vedo (Posada Bartolomeo su Insurgentes,angolo Ninos Heroes) e ovviamente trovo posto : 220 pesos per una grande stanza in un’antica casa colonica caratterizzata da un bellissimo cortile centrale con pozzo annesso e tutte le stanze disposte intorno. La camera è un po’ lugubre ma bella! Facciamo colazione alla casa del Pan; questo luogo anch’esso abbastanza osannato dalla guida non ci ha esaltato più di tanto…La cioccolata sapeva di bruciato, il pan dulce era secco e il cameriere che si credeva un gran figo era scontroso e maleducato come pochi! In compenso incontriamo 2 ragazze milanesi conosciute a Mazunte, facciamo colazione assieme e ci separiamo dandoci un appuntamento.
Ritornati alla posada ci addormentiamo per fare un breve pisolino…E ci svegliamo quasi all’ora di cena!!!!Questi sono quei piccoli inconvenienti che uno non tiene in conto quando programma e pianifica i trasferimenti notturni.
Ceniamo al ristorante Tuluc che si rivela un buon ristorante. Sconvolgente ma vero…Torniamo a letto e ci riaddormentiamo.
8 AGOSTO Questa mattina ci svegliamo di buon’ora e ci rechiamo allo Zocalo. Dobbiamo comprare delle schede telefoniche per telefonare in Italia, spedire delle cartoline e fare colazione. Mentre ci accingiamo ad entrare nell’agenzia-bar che c’è proprio sotto i portici dello Zocalo…Incredibile ma vero… Chi incontriamo?!? Ma si…Sono Piergiorgio e Lanise, i due napoletani conosciuti a Oaxaca che sono appena arrivati da Zipolite! Ci salutiamo e andiamo immediatamente a fare colazione assieme a loro. Prima che vadano a riposarsi dopo il viaggio notturno, andiamo a prenotare assieme l’escursione al Canjon del Sumidero all’agenzia “Viajes Chincultik” in Real de Guadalupe 34 e poi decidiamo in via di massima di prenotare per due giorni dopo la partenza per Palenque e poi per Tulum; per questo acquisto ci rechiamo come in tutte le altre città al Ticketbus sito in Belisario Dominguez 8c (i TICKETBUS non sono altro che delle agenzie di viaggio specifiche per i bus dove è possibile prenotare i posti per tutti i tragitti medio-lunghi all’interno del Messico senza doversi recare nelle Autostazioni che spesso e volentieri si trovano alle periferie delle città). Per avere una visione d’insieme del servizio offerto da Ticketbus basta andare su sito www.Ticketbus.Com.Mx) Finite queste commissioni ci dividiamo dandoci un appuntamento per il primo pomeriggio. Mario ed io decidiamo quindi di inoltrarci tra le infinite bancarelle che stanno intorno al “Templo de la Caridad” su Utrilla.
Quaggiù troverete tutto ciò che pensavate di non trovare oramai più nel corso del vostro viaggio!Tovaglie,tovagliette,coperte di ogni genere, tappeti, arazzi, maglioni, giacche, sciarpe, ceramiche e tanto-tanto ancora con dei prezzi irrisori al confronto del resto del Messico. Per quanto ci concerne siamo arrivati quassù con uno zaino che pesava 14 kg e siamo ripartiti con uno zaino che ne pesava 24…Quindi fate un po’ voi… Alcuni consigli che posso darvi sono : 1) Innanzitutto di guardarvi per bene tutto il mercato prima di acquistare; spesso le bancarelle vendono gli stessi prodotti a prezzi però sensibilmente diversi.
2) I prodotti sono di ottima qualità, soprattutto le cose di lana…Se potete non lesinate sul numero degli acquisti perché in Italia non troverete niente di simile neanche a 10 volte quel prezzo 3) Contrattare si, ma evitare alcune scene viste e riviste soprattutto da parte di italiani che si attaccavano in modo assolutamente vergognoso con la vecchietta indio di turno per una cifra equivalente a 10 cent di euro. Queste scene riservatevele per lo Yucatan dove effettivamente tentano di fregarvi in ogni modo e per qualsiasi prodotto…Ma non qui con persone che vivono solo di questo.
Dopo una mattina trascorsa tra queste coloratissime bancarelle siamo andati via che sembravamo più esser stati ai magazzini Harrod’s piuttosto che in un mercatino, però ne è valsa veramente la pena.
A pranzo mangiamo in un locale consigliato dalla Lonely Planet ( Maya Pakal, Madero 21/A ). Nonostante sia l’ora di pranzo non c’è assolutamente nessuno e la cosa ci lascia un po’ perplessi; decidiamo comunque di seguire l’istinto che ce lo fa vedere come un locale genuino con un padrone di casa simpatico e disponibile. Ci sediamo e scopriamo di aver scelto un ottimo posto dove mangiare a prezzi veramente ragionevoli.
Dopo pranzo ci troviamo con Piergiorgio e Lanise e decidiamo, essendo in quattro, di dividere le spese di un taxi e recarci al primo dei famosi paesi dei dintorni di San Cristobal: San Juan Chamula! Siamo nelle zone del subcomandante Marcos e anche con il taxista il discorso scivola su questo argomento. L’entrata nel paese ci comunica in modo chiaro ed inequivocabile che in questo luogo è assolutamente vietato riprendere con la telecamera o fotografare. Ci adeguiamo e nascondiamo tutto soprattutto dopo che il taxista ci racconta che tempo or sono un gruppo di francesi che stava riprendendo sono stati presi da un gruppo di guerriglieri e non sono stati ritrovati mai più…Verità, leggenda!??!Mah…Sicuramente da queste parti tutto sembra sempre oscillare su quella sottile linea che divide la storia reale con la fantasia romanzata.
San Juan Chamula come paese di per se non è nulla di particolare e devo dire che da questo punto di vista sono rimasto un po’ deluso. La vera sorpresa però è tutta nascosta dentro la chiesa. Non ci sono banconi, solo una distesa di paglia dove le persone sedute per terra pregano con una devozione ed un’accoratezza che mette i brividi. La cosa che impressiona di questi luoghi è il misticismo che impregna qualsiasi cosa che ti circonda. A lato, dove dovrebbero esserci i corridoi laterali, ci sono i cosiddetti guaritori. Questi sono soggetti che, attraverso continue preghiere e un’infinita attività di accensione e spegnimento di candele, guariscono le persone. Tutto questo è consacrato da grandi rutti che vengono fatti a ripetizione…Ruttare serve infatti a scacciare gli spiriti maligni! Dopo la visita a questa chiesa ci attardiamo ancora un attimo tra le bancarelle delle donne indios che vivono in questo paese. Dopo aver comprato ancora qualche cosa prendiamo un altro taxi e raggiungiamo Zinancaten, altro luogo simbolo di questo Chiapas profondamente spirituale.
Mentre arriviamo ci accorgiamo immediatamente che questo minuscolo paese immerso nel verde di una suggestiva valle è in festa. Si festeggia San Lorenzo, patrono del paese…C’è musica, allegria e pure un’improvvisata partita di basket tra indios…Se questa non è globalizzazione!!! Dopo aver ammirato anche questa chiesa ed essere andati al mini-museo del paese decidiamo di tornare a San Cristobal.
Alla sera ci troviamo a cena al “El fogon de Jovel” ,un buon ristorante messicano collocato in una stupenda ambientazione di un cortile semi-chiuso.
9 AGOSTO Stamattina ci svegliamo alle 8.00; abbiamo l’appuntamento per l’escursione al Canjon del Sumidero alle 9.00. Ci ritroviamo davanti all’agenzia di viaggio tutti quanti, c’è ovviamente un altro nutrito gruppo di italiani con i quali si fa immediatamente combriccola.
Per fortuna il mini-bus decide di utilizzare l’autostrada (e qui sorge spontanea la domanda: ma visto che la strada era la stessa fatta per arrivare a San Cristobal, perché accidenti il Cristobal Colon non l’aveva presa???Ah già…Costava ben 20 pesos!!!!) Appena arrivati all’imbarcadero ci dotano di giubbotti di salvataggio e ci fanno salire su di una mega lancia da 50 persone! Una cosa devo dire al riguardo : le escursioni organizzate a San Cristobal sono effettivamente molto buone, impeccabili nella serietà e qualità del servizio però deficiano su di un punto. Infatti ti fanno vedere il Canjon non proprio in una condizione di intimità viste le enormi dimensioni della barca. Se invece si riesce a raggiungere con i propri mezzi l’imbarcadero è possibile affittare imbarcazioni molto più piccole e godersi in tranquillità con i propri amici quello che è effettivamente un panorama sconvolgente.
Il canjon comunque è straordinario; queste lance sfrecciano ad alta velocità sotto impressionanti pareti che raggiungono i 2000 metri a picco sull’acqua…Bellissimo! C’è anche la vista della fauna locale: prima i tucani, poi l’immancabile iguana, i fenicotteri bianchi ed infine pure il benedetto coccodrillo…La barca si trasforma in una sorta di asilo nido galleggiante con le signore che chiamano il coccodrillo amò di gattino e i ragazzi che simulano di gettarsi in acqua per improvvisare scene alla Crocodille Dundee! A corollario di ciò per rendere l’atmosfera ancora più assurdamente goliardica, Piergiorgio nel tipico stile napoletano, zompa sulla consolle posteriore a fianco del ”capitano” e si improvvisa a tradurre in italiano le spiegazioni…In realtà era solo una scusa per poter riprendere meglio con la telecamera!!!!! Ritornati al punto di partenza veniamo portati in una cittadina distante pochi km, Chiapa de Orzo. Mangiamo, chiacchieriamo e poi ritorniamo a San Cristobal.
Appena tornati, Mario ed io decidiamo di fare una visita cultural-gastronomica in giro per San Cristobal; visitiamo i palazzi e le chiese più belle di San Cristobal e facciamo merenda in una pasticceria proprio di fronte al nostro albergo ( all’angolo tra Insurgentes e Ninos Heroes) assolutamente sconvolgente sia nella moltitudine sia nella bontà dei dolci. E vai di bombolone alla crema ricoperto di cioccolata…
Per quanto concerne ulteriori acquisti consiglio vivamente la Casa de las Artesianas de Chiapas dove troverete spettacolari oggetti in pelle e molto altro ancora.
Alla sera andiamo a mangiare in un ristorante non troppo lontano dallo Zocalo che si chiama Emiliano’s Moustache (Rosas 7) in cui, oltre alla gradevolissima ambientazione, credo di aver mangiato uno dei migliori filetti della mia vita quindi lo consiglio vivamente anche se ovviamente mangiando filetto non è che i prezzi siano proprio così”politici”.
Alla sera puntatina al Blue (Rosas 2 ), un allegro localino dove si suona musica dal vivo con numerosi spunti reggae!
10 AGOSTO Questa mattina è nuovamente mattinata di partenza. Dobbiamo partire per Palenque, visita in giornata al sito archeologico e ripartenza alla sera con viaggio notturno per Tulum.
Il viaggio per Palenque è veramente stupefacente: quasi 5 ore di viaggio per fare appena 190 km. Questo vi da vagamente l’idea di come può essere la strada…Avete presente le montagne russe di Gardaland??? Ecco non molto diverso! Un consiglio a tutti coloro che visiteranno Palenque è di evitare le gite in giornata da San Cristobal; l’idea di fare 5 ore di bus su strade di questo genere, visitare il sito(in cui fa molto caldo) e rifare altre 5 ore per ritornare a San Cristobal è un’esperienza esageratamente stressante.
In compenso il panorama che si gode in questo tragitto è assolutamente impareggiabile; se poi avrete la fortuna di farlo come è successo a noi in una giornata spettacolare i contrasti dei colori vi abbacineranno.
Ad allietare il viaggio questa volta c’è il duo Piergiorgio-bambino francese arrogante(e come poteva essere altrimenti!?). Il bambino prima di partire fa lo spaccone con linguacce ed altro e Piergiorgio si vendica rubandogli i suoi giochini. La scena diventa totalmente comica quando il bambino (con papà sempre francese ovviamente) inizia a vomitare da 10 km dalla partenza fino all’arrivo. Lo prendiamo tutti per i fondelli e ad ogni vomitata scoppia una mezza ola per tutto il bus…Insomma il bambino francese è stato giustamente umiliato per la sua arroganza…Eheheheh.
Arriviamo a Palenque a fine mattinata e l’impatto con il clima è sconvolgente; si passa in appena 190 km dal clima montano dell’alto Chiapas al caldo umido e torrido di Palenque. Usciamo dal bus con doppio maglione, calzettoni e pantaloni lunghi e siamo obbligati a spogliarci alla velocità della luce. Decidiamo di usufruire di un’agenzia di viaggi poco distante dal capolinea dei bus che ci tiene per 30 pesos le valigie per tutto il giorno.
Prendiamo un pesero che va verso le rovine e nel giro di 10 minuti ci troviamo all’ingresso del mitico sito di Palenque; un sito sconvolgente soprattutto per quanto concerne la vegetazione che la circonda. Purtroppo anche questa volta ci ritroviamo a visitare un sito archeologico di domenica con tutti i flussi di turisti messicani che ne consegue.
Tentiamo di non pagare l’ingresso sostenendo che di domenica i siti non si dovrebbero pagare (fonte Lonely Planet), si mettono a ridere e ci spiegano che solo i messicani la domenica non pagano…I turisti si! Politicamente corretto!!! Entriamo e dopo una leggera salita a tornanti tra prati verdi e sotto una bellissima vegetazione ci troviamo davanti una bellissima piramide, alta e verticale adagiata posteriormente alla collina. Questa altro non è che il Tempio de las Inscriptiones…Bellissimo!! Dimentichiamo di comprare all’entrata l’acqua e vi dico già a tutti che si è rivelata una dimenticanza assolutamente sciagurata. Dentro il sito di Palenque non esiste nessuna bancarella e il percorso, unito al caldo, ti disidrata in modo totale. Quindi quando all’ingresso vi assalgono per vendere l’acqua dicendo che dentro poi non troverete nulla è la pura e semplice verità! Successivamente visitiamo El palacio e ci arrampichiamo su di un’altra piramide posta sulla parte superiore del sito. Vista impareggiabile e sconvolgente. Siamo esattamente nel punto dove le ultime montagne del Chiapas degradano verso la sconfinata pianura della penisola dello Yucatan.
Il giro prosegue ancora per un po’ in modo piuttosto anarchico.
Palenque è un sito piuttosto giovane, nel senso che le scoperte fatte sono abbastanza recenti e sconvolge pensare che fin’ora sono stati fatti riemergere dalla foresta e ristrutturati solo il 10% delle strutture; c’è ancora un 90% da scoprire e appena il governo messicano avrà i soldi per affrontare questa enorme spesa penso che Palenque potrebbe diventare il più grande sito archeologico del centro-america.
Ci ritroviamo nella parte più bassa del sito, completamente avvolto nella foresta, tra ruscelli e laghetti, qualcosa di assolutamente impareggiabile! La fame e la sete iniziano a farsi sentire e da parte mia iniziano i primi nervosismi da fame incipiente…Cerco di godermi comunque la fine del tour e gli altri ragazzi cercano di sopportare i miei svenimenti da fame fino a sera.
Prima di riprendere il pesero ci viene una gran voglia di tuffarci in un ruscelletto, siamo sudati come non so cosa e facciamo veramente schifo. Ritornati in centro ci viene un colpo di genio. Andiamo nel primo albergo che troviamo e convinciamo la proprietaria a darci per 100 pesos una camera con doccia e asciugamani in dotazione per un’ora…Sarà una goduria pazzesca stare sotto la doccia per venti minuti ciascuno a rinfrescarci dalla torrida giornata.
Finite le docce decidiamo di affidarci a piene mani alla Lonely Planet per andare a mangiare. Scegliamo il Maya Canada (Calle Canada,prolongation Idalgo), un delizioso ristorante in mezzo al verde dove mangiamo carne, verdura e patate a volontà. La cena è ottima, abbondante e saziante ma ci rendiamo conto già da ora di quelli che saranno i “nuovi prezzi” che incontreremo da qui in poi nella penisola dello Yucatan : molto ma molto più alti! Una breve passeggiata e ritorniamo al terminal dei bus, incontriamo due amici toscani di Lanise e Piergiorgio, facciamo due chiacchere e saliamo sul nostro ADO, destinazione Tulum.
Questa volta le ore di viaggio saranno 13, ma diversamente dalle altre volte ci accorgeremo che attraversare lo Yucatan, piatto com’è, è una vera manna rispetto a tutto il resto del Messico!
11 AGOSTO Il viaggio scorre tranquillo, di primissima mattina sfioriamo il confine con il Belize e iniziamo a risalire la penisola sulla strada che lungo la costa arriva fino a Cancun.
Verso le nove del mattino veniamo finalmente scaricati a Tulum, fa caldo e sappiamo che le fatiche della giornata sono appena iniziate. Ora ci tocca trovare una cabanas e sappiamo dai vari viaggiatori incontrati lungo il tragitto che Tulum è il luogo più difficile dove trovare alloggio…L’11 di agosto credo lo sia ancora di più.
Mario, Lanise, Pier ed io prendiamo un taxi (unico mezzo di collegamento tra Tulum pueblo e la Playa de Tulum) e ci facciamo portare ad un resort di napoletani che si chiama “La dolce vita”. Effettivamente il resort è magnifico, lussuoso ed elegante ma 1500 pesos(150 dollari) a notte la doppia ci sembra veramente troppo. Va bene trattarsi bene a fine vacanza ma questo è un prezzo esagerato per il nostro budget.
Camminiamo lungo la spiaggia e arriviamo al resort successivo. Si chiama “El Paraiso”. Ha in assoluto il tratto di mare più bello visto fino a questo momento : Caraibi doc! Ci appostiamo presso la reception nella quale ci viene detto che fino a mezzogiorno non potranno saperci dire chi se ne va e chi no! Aspettiamo fiduciosi e nel frattempo chiediamo al Diamante k , anch’essi ci dicono che solo a mezzogiorno sapranno se darci una cabana per 750 pesos (Caspita!!!) Alla fine siamo fortunati, troviamo una splendida cabana colorata a 5 metri dal mar dei Caraibi a 600 pesos, il Paradiso sceso in terra. Il costo non è basso e si rivelerà il più caro del viaggio ma vi assicuro che ne è valsa assolutamente la pena. Neanche vi racconto che cosa possa essere svegliarsi al mattino all’alba e andare a buttarsi nel mare cristallino e starci finchè la spiaggia pian pianino si rianima.
La prima giornata passa esattamente come qualsiasi persona vorrebbe passare una giornata ai Caraibi: non facendo assolutamente nulla, stando mollemente sdraiati sulla spiaggia facendosi raggiungere ogni tanto dall’acqua che ti rinfresca, per il resto sole,mare,sole e mare! Alla sera dopo una sana doccia e una lettura in veranda assistendo al tramonto, andiamo tutti quanti a mangiare al ristorante del nostro resort…Ormai siamo in otto: quatto toscani, due napoletani e due torinesi! Mario ed io ordiniamo una primizia, pollo al cocco, e tra propina e similari ce la caviamo con 100 pesos; i ragazzi invece sull’onda di “siamo in Messico, costa tutto poco” vanno giù di camarones(gamberoni) e aragoste e verranno dovutamente salassati.
Dopo una breve chiacchierata tutti scappano a dormire; gli effetti del viaggio di 13 ore in bus iniziano a farsi pesantemente sentire.
12 AGOSTO La mattinata trascorre tutta in acqua; solo al pomeriggio decidiamo di fare una passeggiata che, attraverso la spiaggia ed una stradina, ci porterà alle rovine di Tulum.
La passeggiata è abbastanza breve; sconvolgente è come nel giro di poche decine di metri si passa dall’atmosfera rilassata e “on the road” delle cabanas di Tulum al frenetico via-vai dei viaggiatori all-inclusive.
Le rovine di per se non mi hanno esaltato in modo particolare, sono carine ma dopo aver visto colossi tipo Monte Alban o Teotihuacan si può anche aver diritto di rimanere un po’ delusi. La cosa veramente unica di questo sito è il fatto che sia costruito su una spiaggia caraibica e tra una visita e l’altra ci si può anche fare un bagno.
Al ritorno ci fermiamo a mangiucchiare qualche cosa al ristorante Mirador, poco distante dalle rovine. Una magnifica terrazza sul mare in cui però iniziamo a sperimentare la poca simpatia e gentilezza dei messicani di questa zona frenetica e scocciata quasi quanto da noi! Aspettiamo quasi due ore per due piatti di frutta ed una bottiglia d’acqua e il ristorante è pure mezzo vuoto. Ad una mia lamentela (era la prima volta che mi permettevo di lamentarmi in Messico!!) mi viene risposto che se mi va bene così, bene…Altrimenti me ne posso anche andare! Il Messico, quello vero, è proprio finito al confine tra Chiapas e Yucatan! Mentre ci avviamo sulla spiaggia verso la nostra cabana incontro una mia compagna del liceo che non vedevo da almeno otto anni, sorpresa delle sorprese è in viaggio di nozze! Parliamo un po’, ci salutiamo e torniamo per le docce; ci aspetta il grigliatone.
Questa sera infatti abbiamo organizzato una mega grigliata di pesce, abbiamo comprato un pesce dal pescatore, fatto pulire la griglia che fungeva fino a quel momento da pattume e preso da bere di tutto un po’! Alla luce delle pile passiamo la serata a cuocere il pescione da sette chili, le pannocchie e le patate al cartoccio. Tempo di arrivare alla cottura e veniamo circondati da schiere di famelici e “azzeccanti” italici che improvvisamente si prodigano in tutti i modi per definirsi nostri amici…La difesa del pescione è difficile ma alla fine vinciamo! Si mangia alla luce della luna uno splendido pesce che è stato un po’ maciullato dalle “sapienti” mani di che ha deciso di pulirlo!!!!! Si beve, si mangia, si chiacchera, si ride…Che bella serata!
13 AGOSTO Questa mattina, dopo una lauta colazione in riva al mare, ci avviamo con i napoletani alla ricerca di una quanto mai fantomatica laguna… la laguna di Yal-Ku… troviamo una sottospecie di pozza d’acqua dolce dalla quale scappiamo alla velocità della luce. Ci avevano parlato di una splendida spiaggia a mezza luna con un mare incredibile e nessuna forma di vita…Non troveremo mai nulla di tutto ciò! Ci dirigiamo velocemente verso la spiaggia di Akumal : Che delusione! La spiaggia è mediocre, l’acqua è torbida e come contorno si hanno tutti i club vacanze esistenti sui cataloghi delle agenzie. Capiamo che in fin dei conti il posto dove siamo a Tulum è il migliore di tutti e proprio per questo fuggiamo immediatamente e torniamo sulla nostra spiaggia.
Passiamo tutta la giornata al mare.
Alla sera prendiamo il taxi e andiamo a Tulum Pueblo, ci fermiamo a mangiare in un ristorante gestito da una signora veneta che si chiama “El Peyote”. Mangiamo uno sconvolgente spaghetto ai moscardini di cui iniziavamo ad avere un sincero bisogno.
Dopo cena facciamo un breve giro per il paese e torniamo alle cabanas.
Al nostro ritorno abbiamo una brutta sorpresa: qualcuno ha sfondato zanzariera e finestra del retro della nostra cabana e ha pescato a gran manate nella valigia di Mario rubandogliene mezza.
Lo scoramento del povero Mario è totale anche perché più passano i minuti e più si accorge di quante cose gli hanno rubato.
Andiamo subito a denunciare la cosa alla reception e notiamo un gran movimento nella sala, tutti che si sconvolgono e fanno grandi gesti di disapprovazione ma nessuno che muove un dito! Il barista, una sottospecie di cow-boy con la faccia da mafioso, ci dice neanche troppo velatamente che se andiamo a denunciare la cosa alla polizia potremmo anche passare seri guai mettendo in mezzo una presunta severissima legge messicana che punisce tremendamente chi denuncia il falso! Sta di fatto che la guardia viene a far finta di controllare le manomissioni del ladro e se ne ritorna a dormire.
Visto che si può fare veramente poco, lo seguiamo a ruota.
14 AGOSTO Questa mattina dopo aver fatto colazione, decidiamo di rompere le palle a quelli del resort in modo assurdo. Per tutto il giorno andiamo a turno a chiedere se hanno chiamato o meno la polizia per il controllo e la denuncia di rito. Ogni volta sono risposte diverse, spesso stupide ed evasive. Inoltre abbiamo la conferma che il cow-boy c’entri qualcosa in tutto ciò, si tradisce su di un particolare della cabana di quella sera che solo io Mario e il ladro potevamo sapere… Quindi ragazzi, occhio a tutti quanti per le cabanas di Tulum, sono belle ed ineguagliabili ma le finestre sono tutte mezze sfondate proprio per permettere ogni volta questo rito del fregacciamento.
Alla sera ci spariamo con tutti i ragazzi una spettacolare pinàcolada nel bar sulla spiaggia, docce e di nuovo a Tulum pueblo. Mario e Piergiorgio vanno da questa benedettissima polizia per fare la denuncia (ci serve perché per questo viaggio eravamo assicurati), Lanise ed io invece portiamo i vestiti in lavanderia.
Ci ritroviamo dopo un’ora al ristorante “El Peyote”. Sono miracolosamente riusciti a fare una denuncia pressoché perfetta, con l’elenco preciso di tutte le cose rubate, questo anche grazie al fluente spagnolo di Piergiorgio.
Festeggiamo la cosa e pasteggiamo a vino bianco, spaghetti alle vongole e gnocchetti de pescado…Una libidine pazzesca! Per finire tequila in eccesso per tutti.
Torniamo in spiaggia che siamo tutti parecchio brilli, troviamo una mezza festicciola nella quale vi sono anche le ragazze milanesi incontrate a Mazunte e San Cristobal; si balla, si ride,si beve ancora un po’ fino a notte fonda…Si collassa!
15 AGOSTO Oggi e ferragosto e dopo colazione e ancora un po’ di sole in spiaggia si parte per l’ultima tappa, Playa del Carmen. In questi giorni tutti ci hanno sconsigliato questa tappa a vantaggio piuttosto di Isla Mujeres oppure Holbox, ma oramai abbiamo prenotato. La posada di Playa ,infatti, è stata l’unica posto che abbiamo fermato dall’Italia.
Facciamo i bagagli e ci avviamo alla reception, ci dobbiamo far consegnare un documento, promessoci la sera prima, nel quale attestino anche loro che c’è stato un furto a nostro danno nel loro Resort. Ovviamente neanche a dirlo, fanno gli gnorri a più non posso e non ci consegnano proprio nulla. Visto che c’era la fila di gente che si accodava per prendere la nostra cabana intasando la reception, Mario se ne parte con un mega ricatto; niente documento per l’assicurazione? niente check-out! Sbuffano, ci insultano, s’incazzano ma alla fine magicamente il documento compare.
Da Tulum pueblo prendiamo un collectivo bianco molto bello che si ferma lungo la strada principale; in 50 minuti siamo già a Playa del Carmen. Il collectivo ci lascia proprio a due passi dalla nostra posada, la Posada Barro Latino in Calle4 tra 10Avenida e 15Avenida. E’ veramente molto carina, arredata perfettamente, pulita e con dei letti meravigliosamente comodi e un bagno…Da sogno!Finalmente dopo 22 giorni di turche o similari troviamo un bagno, un super bagno! L’impatto con Playa è forte! Sembra a tutti gli effetti Rimini! Ci sono negozi di ogni genere, Mcdonald, BurgerKing, ristoranti thailandesi, cinesi, italiani,francesi, grandi firme, etc! Capisco velocemente che una persona che viene in vacanza solo qui (come la stragrande maggioranza degli italiani) del Messico non vedrà assolutamente nulla!Non vedrà quelle atmosfere rilassate, quelle facce simpatiche e gentili, la disponibilità, la semplicità, il vero Messico.
La spiaggia davanti alla parte centrale di Playa è assolutamente da evitare (soprattutto d’agosto); l’acqua è torbida,la spiaggia iper-affollata, e detto francamente con un numero di italiani cafoni da far accapponare la pelle! Non c’è nulla di snob in quello che dirò ma vi giuro, se potete evitare Playa del Carmen in agosto vi eviterete di vedere una razza italica che neppure io pensavo esistesse. Tutti che urlano, i ragazzi che gettano in spiaggia o per strada ogni genere di porcheria, bestemmie, insulti, altri che sniffano alla luce del sole…Insomma un livello talmente basso che a gente di questo tipo bisognerebbe evitare di andare in vacanza! La sera,dopo una spettacolare doccia, andiamo a mangiare in un ristorantino non pubblicizzato da nessuna guida di cui purtroppo non ricordo il nome che si trova in Calle2 tra Avenida10 e avenida5 che ci ha letteralmente fatto riconciliare con la cucina messicana.
Dopo un lungo struscio sull’interminabile via pedonale di Playa in cui osserviamo i mille locali e i mille negozi, andiamo a letto verso l’una.
16 AGOSTO Oggi decidiamo di andare alla ricerca di una spiaggia un po’ meno affollata ma che soprattutto abbia un’aria un po’ più caraibica di quella che sta di fronte alla zona centrale di Playa.
Percorriamo tutta la via pedonale di Playa in direzione nord. Arrivati all’ultimo molo in costruzione camminiamo lungo tutta la spiaggia (sempre in direzione nord) fino a superare l’ultima costruzione e finalmente ad ormai 3 km dal centro troviamo una spiaggia pressoché deserta con un mare degno di nota. Passiamo la giornata nel solito sguazzante modo, pranziamo in un bellissimo ristorantino tutto legno e paglia sulla spiaggia e dopo poco a sorpresa vediamo Lanise e Piergiorgio che ci vengono incontro. Anche loro sono partiti da Tulum, staranno qui per due giorni e poi andranno a Isla Mujeres.
Alla sera ci troviamo a mangiare al Cafè della Luna, un localino molto “trendy” che sta proprio di fronte alla Posada Barro Latino. Il locale è piccolo, con pochissimi tavoli ed è molto caldo ma si mangia veramente bene…Si consiglia di prenotare! Dopo cena facciamo un’altra passeggiata sulla via pedonale e dopo forti titubanze decidiamo di acquistare un pacchetto molto turistico per andare a visitare Chichen Itza. In un primo tempo avevamo pensato di andare per i fatti nostri con un bus di linea, ma gli orari erano assolutamente incompatibili, poi affittando un’auto…Troppo caro solo in due, poi andando in taxi…Neanche a parlarne!Siamo stati costretti anche per risparmiare a prendere uno di questi bei pacchetti all’inclusive.
17 AGOSTO Partiamo di primo mattino alla volta di Chichen Itza, ci dividono su diversi bus a seconda della nazionalità. All’urlo di “Italiani,italiani” ci dirigono verso il nostro bus che ovviamente è il più grande essendo gli italiani i turisti in assoluto più numerosi.
Il viaggio è sconvolgente, non tanto per la strada che anzi ci fa cadere in un sonno profondo, quanto per la guida (tal ALONSO) che non sta zitto un secondo.
Parla, parla, parla…Fa notare tutto, dalle mucche ai buchi delle strade, parla delle corna che pianta alla moglie, a quelle che piantano tutti gli italiani alle loro, parla di marijuana, di cocaina, del fatto che noi (italiani) veniamo li solo per quello e che i monumenti sono solo una scusa…Parla,parla, parla… un tormento durato tre ore e mezza.
Il risultato è che appena arriviamo a Chichen Itza tutti si guardano, chiedono con non chalance quando si riparte e fuggono tutti. Il povero Alonso rimane a fare la guida di se stesso! Stesso discorso vale per noi che veterani oramai dei siti archeologici fatti senza guida ci inoltriamo verso il Castello, la piramide pressoché perfetta che troneggia al centro di questa zona archeologica.
La salita su questa ennesima piramide è d’obbligo. Impressionante è vedere come questa piramide sia così piccola rispetto alle mastodontiche piramidi del Sol e della Luna.
Ammiriamo l’incredibile vista che c’è sulla vasta piana dello Yucatan e iniziamo a ricordare di quando eravamo in cima alla nostra prima piramide qui in Messico, quella del Sol. Era il nostro secondo giorno di vacanza, oggi invece è il penultimo…La tristezza sale velocemente.
Guardiamo tutto il sito, il grande Cenote che campeggia a lato, le mille colonne, resti di un’enorme tempio che fu, el gran juego de la pelota…Tutto bellissimo ma estremamente intasato da flussi turistici che non conoscono un momento di pausa.
Raggiungiamo l’apice dell’organizzazione all-inclusive quando, al termine della visita, veniamo portati in un enorme ristorante dove ci viene servito un pasto a base di hamburger e wurstel (tipicamente messicano). Tutti ”allegri e felici” ci sgobbiamo questo lauto pranzo! Infine dopo aver mangiato veniamo catapultati in un cenote sotterraneo a fare il bagno. Il cenote è veramente bello, con un foro che dalla superficie fa cadere l’acqua piovana all’interno di questo lago sotterraneo. Tutto magnifico se non fosse che avevamo appena finito un pranzo più vicino all’essere bavarese piuttosto che messicano.
Sulla strada del ritorno ci fermiamo in un paese che si chiama Villadolide, un paese ad uso e consumo dei turisti che si fermano qui nei tour organizzati.
NON COMPRATE NULLA QUI!!! I tappeti uguali ai miei comprati in Chiapas a 80 pesos li ho qui trovati a 800 pesos, dieci volte tanto!Evitate di farvi fregare in modo così plateale! Per fortuna nel viaggio di ritorno Alonso ci grazia parzialmente dalle sue terrificanti storie o notizie di cronaca.
Torniamo alle otto di sera, stremati ed esausti; Alle nove siamo a cena con i napoletani al ristorante argentino, il Buenos Aires, mangiamo effettivamente molto bene ma paghiamo una bella salassata.
Mario ed io, dopo aver salutato i nostri cari amici d’avventura, ci avviamo a dormire. Domani purtroppo si parte.
18 AGOSTO Stamattina facciamo i bagagli e andiamo in spiaggia, ci godiamo l’ultimo sole e l’ultimo mare dei Caraibi. Guardando al largo, verso Cozumel, mi vengono in mente le mille avventure passate in questa vacanza! Le tante persone incontrate, i magnifici luoghi visitati. Son passati solo 24 giorni ma, per le esperienze meravigliose vissute, è come fosse stata una vita intera .
Alle 15 arriva il taxi a prenderci, poco più di mezz’ora di tragitto e arriviamo all’aeroporto internazionale di Cancun.
Alle 18 con il volo IB 6100 Cancun-Madrid partiamo. Un ultimo sguardo dal finestrino verso il Messico che stiamo lasciando .
GRAZIE MESSICO!
RINGRAZIAMENTI -Un sentito ringraziamento va al mio carissimo amico Mario con cui ho condiviso questa incredibile avventura e che a volte ha anche sopportato i miei variabili stati d’animo.
-Un altro ringraziamento va alla carissima Patrizia,la guida per caso del Messico, per i preziosi consigli che mi ha dato.
-A tutti gli autori dei passati articoli sul Messico che senza saperlo hanno contribuito a rendere possibile questo mio sogno.