La nostra Andalusia

Ed eccoci ad una nuova vacanza che ci porterà alla scoperta di una nuova meta da molti definita come splendida. La nostra meta è l’Andalusia, regione molto bella al Sud della penisola iberica e meta ogni anno di moltissimi turisti. Dopo un attento ed accurato lavoro di programmazione che ci ha portato alla scelta di volo, hotel ed...
Scritto da: acerorosso
la nostra andalusia
Partenza il: 10/06/2006
Ritorno il: 18/06/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Ed eccoci ad una nuova vacanza che ci porterà alla scoperta di una nuova meta da molti definita come splendida.

La nostra meta è l’Andalusia, regione molto bella al Sud della penisola iberica e meta ogni anno di moltissimi turisti.

Dopo un attento ed accurato lavoro di programmazione che ci ha portato alla scelta di volo, hotel ed autonoleggio (ne parlerò man mano) eccoci finalmente al giorno della nostra partenza.

Ovviamente tutte le prenotazioni le abbiamo effettuate in autonomia con l’utilizzo di internet.

10 giugno 2006 Alle ore 4,30 ci alziamo per dirigerci all’aereoporto di Orio al Serio da dove decollerà inl nostro volo Ryanair con destinazione Sevilla. Abbiamo, come sempre, prenotato il nostro volo direttamente sul sito internet della compagnia arerea ad un prezzo piuttosto accessibile: 398,60 euro A/R per due persone.

Il nostro volo decolla in orario e dopo circa 2 ore e trenta di volo arriviamo a Siviglia. Dopo aver ritirato i nostri bagagli ci mettiamo in coda allo sportello del nostro “ rent a car” per ritirare l’auto prenotata dall’Italia. Anche in questo caso abbiamo fatto turismo fai da te. Dopo aver paragonato le diverse offerte proposte dalle compagnie di autonoleggio, abbiamo optato per CarJet (www.Carjet.Com) scovata casualmente durante la lettura di alcuni diari di viaggio.

Si tratta di una società brooker che affitta auto appoggiandosi però as altre compagnie. Nel nostro caso la compagnia di appoggio era Crowne Car, il cui banco informazioni si trova proprio a fianco degli saltri come Avis, Hertz etc.

Dopo una leggera fila finalmente ritiriamo la nostra auto che non è quella richiesta, Renault Clio, ma una Focus berlina 1600. Il prezzo del noleggio è 133,37 per una settimana con assicurazione inclusa, secondo autista gratuito e chilometraggio illimitato. L’unica particolarità è che questa compagnia richiede il pagamento del pieno di benzina in anticipo con conseguente restituzione “empty” della vettura. A noi questo servizio è costato 75 euro, sinceramente non so quanto sia conveniente… Guidati dal Tom Tom, oramai compagno inseparabile delle nostre vacanze, raggiungiamo il nostro primo hotel, l’hotel Cervantes in Calle Cervantes a Sevilla. Si tratta di un hotel tre stelle appartenente alla catena Best Western che già dalla hall ci sembra molto bello. Purtroppo la nostra stanza non è ancora pronta per cui dopo aver lasciato l’auto nel parcheggio privato dell’hotel (a pagamento, ovviamente!!!), decidiamo, allora, di iniziare la scoperta della città. Prendiamo una delle vie centrali e ci dirigiamo verso la Cattedrale che raggiungiamo in una decina di minuti a piedi. La città già in apparenza ci sembra molto bella perchè piena di monumeti e molto movimentata. Ci avviciniamo alla Cattedrale e vediamo che per la giornata le visite turistiche sono sospese a causa di una celebrazione religiosa, ma è possibile accedere ad alcune zone. Non ci tiriamo ovviamente indietro ed entriamo ad ammiarare la Cattedrale che ci sembra splendida ( torneremo poi domani per visitarla). Usciti decidiamo di ritornare verso il nostro hotel per vedere la stanza e sistemare i bagagli per poi ripartire alla scoperta della città. Per il nostro primo pranzo in terra spagnola scegliamo il classico Mc Donald’s dove non spendiamo più di 10,59 euro (anzi qualche centesimo in meno rispetto all’Italia, mangiando le identiche cose).

In hotel ci viene assegnata la nostra stanza ( nr.105) abbastanza grande e in apparenza piuttosto silenziosa. Ovviamente la nostra sosta in hotel è piuttosto breve perchè Siviglia ci aspetta.

La nostra prima meta è l’Alcazar sul lato opposto di Plaza del Triunfo, la piazza della Cattedrale. A differenza della nostra prima breve visita alla Cattedrale non c’è nessuna coda alla biglietteria (ingresso 7 euro). Il palazzo ed i suoi giardini sono veramente molto belli e meritano di essere visitati. Inizialmente fu costruito come fortezza ma nel corso degli anni l’Alcazar è stato il palcoscenico della città in quanto in esso hanno vissuto tutti i dominatori sivigliani. Descrivere a parole lo splendore del palazzo è piuttosto difficile in quanto in esso è altamente presente l’influenza dell’arte araba con gli stucchi mudejar, i vari patii, le colonne, le decorazioni a stella e molto altro ancora. Meritano la visita anche gli splendidi giardini che sono un tripudio di fiori, aiuole e fontane e che permettono di ammiarare da diversi punti il palazzo. Lo splendore del palazzo è testimoniato dal fatto che sono tantissime le coppie di sposi che vi si recano per scattare le fotografie.

Nella nostra guida abbiamo letto anche una curiosità; il palazzo è tuttora utilizzato dalla famiglia reale spagnola per le vacanze o per celebrare alcune ricorrenze come la festa pre le nozze di una delle figlie del re. È possibile, infatti, con un biglietto distinto visitare la parte del palazzo reale.

Infine un’ultima particolarità: l’Alcazar per tutto il periodo estivo può essere visitato anche alla sera negli orari dalle 19.00 alle 23.00.

Dopo circa due ore di visita , lasciamo l’Alcazar per addentrarci nelle viuzze del Barrio Santa Cruz, il quartiere a est della Cattedrale. Si tratta di una zona molto bella caratterizzata da tantissime viuzze tortuose che si aprono su piccole piazzette decorate da fiori ed alberi di arancio, fra cui una molto bella è Plaza de Dona Elvira sulla quale si affacciano tantissimi locali e negozietti di souvenir. Proseguendo nel Barrio si incontra, poi, un’altra bella piazzetta, Plaza de Santa Cruz caratterizzata da un giardino in cui è collocata una croce in ferro battuto da cui il quartiere prende il nome. Accaldati decidiamo di fermarci a bere una cerveza in uno dei tanti locali e qui una grande sorpresa….. Il costo totale è di 2 euro.

La nostra meta del pomeriggio è Plaza de Espana, una splendida piazza che noi decidiamo di raggiungere a piedi con una “breve” camminata. La piazza, insieme alla zona circostante, è il frutto dei lavori effettuati in occasione dell’Esposizione Iberico Americana del 1929 che portò alla costruzione di edifici piuttosto estrosi. L’enorme piazza, in cui domina una enorme fontana, è un luogo molto frequentato sia dai cittadini che dai turisti attirati dall’enorme palazzo che si erige seguendo la forma della piazza stessa. Ma la particolarità del palazzo sono gli azulejos che decorano tutto il palazzo, in particolare le panchine che sono dedicate ad un importante evento storico per ciascuna regione spagnola. Nonostante il caldo torrido (36 gradi) ritorniamo a piedi verso il nostro hotel per riprenderci prima della nuova uscita serale.

Verso le 20.00 usciamo e ritorniamo verso il centro con destinazione Barrio Gotic dove intendiamo cenare. Vicino alla cattedrale ci imbattiamo in una processione religiosa in cui viene portato un baldacchino con una Madonna adorna di fiori bianchi e candele. A precedere la processione la banda musicale ed i rappresentanti delle diverse confraternite cittadine. Per la cena scegliamo il ristorante La Cueva in Calle Rodrigo Caro, vicino a Plaza Dona Elvira. Restiamo colpiti da questo ristorante per il bel patio degradante e fra i diversi tavoli a disposizione scegliamo, ovviamente, quelli del patio. Per la nostra prima serata in terra spagnola optiamo per un gazpacho (non l’abbiamo mai provato e quindi è giusto farlo), 2 paella mixta ed 1 litro di acqua per un totale di 37 euro.

La serata si conclude con una bella passeggiata fra le vie del centro che ci permette di scattare alcune fotografie “ in notturna”, uno dei must dei nostri viaggi.

11 giugno 2006 Dopo un sano riposo notturno eccoci al nostro secondo giorno a Siviglia. Alle 8,15 lasciamo il nostro hotel e ci dirigiamo verso il centro per cercare un posto per la colazione visto che in hotel costa uno sproposito (10 euro a testa).

A differenza di ieri le vie centrali sono praticamente deserte e praticamente tutti i locali sono chiusi. Arriviamo sino alla cattedrale e li’ vicino troviamo uno Starbucks dove spendiamo 7 euro per 2 tè e 2 muffins al cioccolato.

Nel pomeriggio prevediamo di visitare la Cattedrale perchè ad ingresso gratuito, mentre la mattinata la dedichiamo ad esplorare le rive del fiume Guadalquivir. Prima meta della mattinata è la Torre de Oro, una torre di vedetta almohade del XIII secolo che in passato si trovava a ridosso delle mura cittadine e il cui nome deriva dal fatto che in passato il tetto fosse ricoperto da tegole in oro. Ora al suo interno si trova un museo marittimo che però abbiamo preferito non visitare.

Proseguiamo la passeggiata sul lungofiume sino alla Plaza de Toros Real Maestranza, l’arena dove si svolgono le corride. L’arena è ancora chiusa e quindi proseguiamo sul lungofiume superando i Ponti Isabel II e Chacorro. Da quest’ultimo osserviamo da lontano la Cartunia, l’area che fu sede dell’Expo del 1992. Sulla via del ritorno decidiamo di visitare la Real Maestranza per conoscere il mondo della corrida tanto amata in Spagna e a me praticamente sconosciuta. L’ingresso costa 4 euro e permette di partecipare ad una visiat guidata in inglese e spagnolo. La visita della durata di circa 30 minuti permette di visitare diverse aree della plaza de toros. Per prima cosa entriamo nell’Arena e la nostra guida ci descrive la storia della sua costruzione ed i riti collegati alla corrida. La visita prosegue con la visita all’Infermeria, una vera e propria sala operatoria in cui il torero in caso di incidenti riceve le prime cure assistenziali. Da qui si passa al Museo Taurino, un museo che celebra la Corrida dal periodo della sua invenzione sino ai tempi recenti in cui la figura del torero è praticamente osannata. La nostra visita termina nella cappella in cui il torero si ritira per pregare dinnanzi ad una statua della Madonna della Macarena, prima di scendere nell’arena.

Terminata la nostra visita ci dirigiamo nuovamente verso la Cattedrale dove decidiamo di visitare l’Archivio delle Indie, anch’esso affacciato su Plaza del Triunfo. Si tratta di un edificio cinquecentesco che conserva al suo interno il più importante archivio dell’impero spagnolo in America. Purtroppo la parte aperta al pubblico è solo quella al piano terra in cui è allestita una mostra dedicata alle città fortificate dell’impero coloniale.

Usciti dal palazzo decidiamo di andare a pranzo seguendo le indicazioni trovate su un diario di viaggio prima della partenza. Si tratta di Horno de San Buenaventura, una enorme panetteria che svolge anche la funzione di bar. Il locale è suddiviso su due piani e noi saliamo nella sala superiore da cui si gode un bel panorama sulla cattedrale. Prendiamo 2 panini (1 al jamon iberico e 1 con pollo), 1 acqua e 1 birra per un totale di 10 euro. Uscendo ci lasciamo tentare dal bancone dei dolci dove troneggiano delle stupende brioche e noi, ovviamente, non riusciamo a resistere.

La visita libera alla cattedrale inizia alle 14,30 e quindi temporeggiamo in prossimità della cattedrale visitando addirittura una mostra dedicata alle ceramiche Lladrò.

Già dall’esterno la Cattedrale appare immensa e splendida tanto da essere considerata la terza chiesa più grande del mondo dopo San Pietro a Roma e Saint Paul a Londra. Come molte altre cattedrali della regione sorge sul luogo dove gli arabi avevano fatto costruire una moschea. La moschea fu definitivamente demolita nel 1401 e al suo posto fu eretta questa maestosa cattedrale gotica la cui costruzione fu terminata solo nel 1507. Su di essa sovrasta la Giralda, la torre campanaria alta 90 metri che in origine era il minareto dell’antica moschea. Solo la parte superiore (dalla cella campanaria in su) è una aggiuna dell’epoca cristiana. Sulla cima della Giralda sventola il Girardillo, una banderuola in bronzo del XVI secolo che rappresenta la fede e che è diventato uno dei simboli della città.

Finalmente alle 14,30 si aprono le porte ed uno stuolo di turisti, noi compresi, entrano nella cattedrale. In genere, infatti, l’accesso alla Cattedrale costa 7 euro, ma alla domenica pomeriggio è possibile entrare gratuitamente. L’interno della cattedrale è veramente maestoso e interessante dal punto di vista storico ed artistico. È possibile con questa visita ammirare tutto lo splendore della cattedrale con le diverse sacrestie, le vetrate istoriate, le cappelle con opere di artisti importanti come Murrillo, le collezioni del Museo. Molto ammirate dai turisti sono soprattutto la Capilla Real e la Tomba di Cristoforo Colombo. La Capilla Real è la cappella centrale della Cattedrale e in essa si trovano le tombe di due grandi re spagnoli, Fernando III ed Alfonso X. Mi hanno detto che si tratta di una cappella molto bella che noi purtroppo non abbiamo potuto visitare perchè chiusa con un enorme telo. L’altro monumento molto visitato e, ovviamente fotografato, è la Tomba di Colombo. Si tratta di un enorme sarcofago costruito nel 1902 in cui sembra siano conservate le spoglie del grande navigatore. La visita alla Cattedrale presuppone anche salire sulla Giralda. L’ingresso si trova sul lato nord orientale della cattedrale e, tramite una serie di rampe, si raggiunge la cella campanaria. Da qui è possibile godere di una splendido panorama a 360° sulla città di Siviglia. Come tutti i turisti anche noi ne abbiamo approfittato per scattare splendide fotorafie al panorama sottostante. Una volta scesi dalla Giralda lasciamo la cattedrale passando per il Patio de los Naranjos, un patio in cui si trovano 66 alberi di arancio e con al centro una bella fontana. Anche questo patio è di origine araba, in quanto si trattava del cortile della moschea.

Passeggiamo ancora un poco nelle vie attorno alla cattedrale e poi riprendiamo la via di “casa” per riprenderci dal grande caldo che attanaglia la città (la temperatura di giorno non è mai inferiore ai 30 gradi).

Dopo esserci ripresi dal gran caldo usciamo dall’hotel per la cena e ci dirigiamo nuovamente verso il Barrio Gotic, “punto di raccolta” di diversi locali. La scelta è veramente molto ampia e fra i tanti locali optiamo per la Bodega Belmonte in calle Mateos Gago 24 (www.Taperaensevilla.Com). Il locale prende il nome da uno dei più celebri toreri spagnoli, Juan Belmonte. Ovviamente tutto è ispirato alla tauromachia con delle grosse teste di toro appese alle pareti. Il locale, come del resto molti altri in città, non è enorme ed è possibile mangiare all’interno oppure esternamente. Il menù propone diversi tipi di piatti in cui predominano carne e pesce. Noi non conosciamo molto bene i piatti proposti per cui optiamo per 1 porzione di calamaros fritos e 1 di lombo al pimiento (maiale al pepe) ed 1 litro di acqua per un totale di 25 euro (bisogna ricordare che in Andalusia la maggior parte dei prezzi esposti sono senza Iva per cui al totale deve essere aggiunto l’8%).

Dopo la cena ci dirigiamo verso il fiume per ammirare la Torre de Oro illuminata e gustarci il bel venticello serale.

Consiglio di gustare l’ottima granita al limone preparata dal proprietario di un furgoncino parcheggiato proprio di fronte alla Torre. Dopo le solite fotografie ce ne torniamo in hotel per trascorrere l’ultima notte a Siviglia.

Cosa dire di Siviglia…..

È una città che ci è piaciuta molto per i suoi monumenti, , la sua gente e la “movida” che anima la città sia di giorno che di notte. Ci resteranno sicuramente nella memoria le immagini della bellissima architettura araba dell’Alcazar, il panorama sulla città ed i suoi dintorni dalla Giralda…

Un unico rimpianto… Non aver assistito ad uno spettacolo di flamenco, ma non erano più disponibili dei biglietti. Per quanto riguarda, invece, la corrida, spettacolo che anima gli andalusi e molti turisti, ho capito che non fa assolutamente per me. Ad aumentare la mia consapevolezza in tal proposito sono stati la visita alla Plaza de Toros con le tracce di sangue dello spettacolo serale ed uno spezzone di corrida trasmessa in tv.

12 giugno 2006 Dopo aver saldato il conto del nostro hotel (anche il parcheggio alla cifra di 13 euro al giorno), lasciamo Siviglia in direzione di Cadiz, nostra prossima meta.

Per colazione decidiamo di fermarci in autostrada e ci fermiamo presso una catena simile al nostro Autogrill, la catena “ Como en casa”, dove per 5,50 euro prendiamo un zumo (succo di arancia), 1 cafè con leche e due brioche L’autovia verso Cadiz è praticamente gratuita, salvo il tratto finale che costa 5,30 euro. Il panorama circostante è molto bello con colline infinite di girasoli ed i classici cartelloni che rappresentano il toro divenuti oramai un simbolo della Spagna. Perima di arrivare a Cadiz, decidiamo di fare tappa a Jerez de la Frontera, una cittadina situata sulle colline e divenuta famosa per lo sherry, i cavalli ed il flamenco. Dalla descrizione della nostra guida, la città sembra molto bella ed antica. In realtà a noi non è sembrata nulla di particolare se non per il grande movimento presente nelle vie cittadine. Ci fermiamo in città per meno di un’ora giusto per sgranchirci le gambe e per pagare 1,20 per trenta minuti di parcheggio.

Ripresa la nostra Focus guidati dal Tom Tom ripartiamo per Cadiz. La città si trova su una lunga penisola bagnata dall’Oceano Atlantico ed è divisa in due aree:la città vecchia e quella nuova. La città nuova è la prima che si incontra ed è caratterizzata da una lunga via su cui si affacciano numerosi hotel ed edifici oltre alla spiaggia ed al suo lungomare; la città vecchia che vanta una storia antica, sembra addirittura la città più antica d’Europa, con i suoi musei, palazzi e la cattedrale.

Il nostro hotel, Hotel Regio in Avenida Ana de Viya 11, si trova nella parte nuova a circa 3 chilometri dalla vecchia Cadiz. Anche per questo hotel, come per gli altri della nostra vacanza, abbiamo effettuato la prenotazione tramite www.Bookings.It.

Si tratta di un due stelle, ma la scelta è ricaduta su questo hotel perchè tra i più vicini al centro città rispetto a quelli disponibili. Appena entrati in hotel siamo rimasti molto soddisfatti dalla struttura perchè molto bella e curata e migliore rispetto ad hotel di categoria superiore utilizzati in altre vacanze. Anche la camera, seppur arredata in stile classico, è molto bella e curata e dotata di tutti i comfort necessari ad un prezzo accettabile di 80 euro colazione compresa. L’hotel mette a disposizione degli ospiti anche un parcheggio convenzionato al prezzo di 6 euro al giorno (notte inclusa).

Sistemati i bagagli e disbrigate le pratiche per il check in, riprendiamo l’auto ed andiamo verso il centro cittadino. Ad un primo veloce sguardo la cittadina appare molto bella, ma caotica tanto che ci risulta piuttosto difficile trovare un parcheggio. È vero la città ha tantissimi parcheggi ma a pagamento e praticamente tutti completi. Dopo diversi tentativi decidiamo di lasciare l’auto in un parcheggio a pagamento vicino al Parque del Genoves, e la scelta si rivelerà molto economica (1,90 euro per 4 ore). Lasciata l’auto cerchiamo subito un posto per pranzare girovagando fra le diverse piazze cittadine. Dopo poco tempo arriviamo nella zona della Cattedrale e fra i tanti locali siamo attirati dalla Cerveteria 100 Montaditos (www.Cerveceria100montaditos.Com ) . Mai scelta migliore: praticamente ogni prodotto costa 1 euro. Ogni tipo di panino (1 minibaguette) costa 1 euro e presenta gli ingredienti più svariati (jamon iberico, tortilla, queso, brie etc.). Noi scegliamo 6 panini di diverso tipo ( 2 jamon iberico e pomodoro, 2 pollo e philadelphia, 1 brie e tortilla e 1 queso e chorizo), 1 birra ed 1 acqua per un totale di 8 euro. I panini sono serviti su un tagliere in legno con al centro delle patatine chips. Terminato il pranzo decidiamo di andare alla scoperta di Cadiz. Per prima cosa osserviamo la cattedrale che dall’esterno appare mastodontica con i suoi muri dai colori chiarissimi. Decidiamo di non visitarla, però, all’interno e dopo alcune fotografie andiamo alla scoperta della città. La nostra intenzione di oggi è di non entrare in alcun monumento, ma di apprezzare Cadiz dall’esterno ammirandone le bellissime piazze. Infatti, la città presenta diverse piazze molto belle e piene di vita. Per una visione diversa della città seguiamo un itinerario proposto dalla nostra Lonely Planet che permette di passeggiare sul lungomare.

Il percorso parte da Plaza de Mina, una grande piazza con molto verde su cui si affaccia il Museo di Cadiz ed è lungo circa 4,5 km. La prima parte della passeggiata permette di ammirare la Baia di Cadiz ed i giardini dell’Alameda in cui si trovano anche due enormi alberi della gomma. Proseguiamo la passeggiata sotto un sole molto caldo fino ad arrivare al Castillo de Santa Catilina, una fortezza a forma di stella costruita nel 1596 dalle truppe cittadine. All’interno di questo castillo, completamente ruistrutturato, è possibile ammirare, oltre al bellissimo panorama, anche una mostra permanente sulla città e delle mostre temporanee. Ai piedi del castillo si trova una delle più belle spiagge della città vecchia, Playa de la Caleta, che separa il castillo da un’altra splendida costruzione, il Castillo de San Sebastian. Si tratta di una fortezza costruita lontano dalla terraferma e, ad essa collegata, tramite una strada costruita sugli scogli che offre splendidi panorami. La fortezza di San Sebastian non è però aperta al pubblico.

La passeggiata termina nei pressi della cattedrale con la sua cupola gialla.

Ritorniamo verso il parcheggio, ma decidiamo di fare una pausa ristoratrice nel vicino parco de Genoves, un enorme giardino eretto nel XIX secolo pieno di splendide piante fra cui alcune dalle forme bizzarre. Ne approfittiamo per gustare una buona granita al limone venduta nel chiosco del parco.

Torniamo in hotel per una pausa di relax.

Per la cena decidiamo di tornare nella Cadiz “vecchia” alla ricerca di un locale per la cena. Inizialmente pensiamo di seguire i consigli della Lonely Planet, già sperimentati in altre vacanze, ma poi decidiamo di provare un posto nuovo (alla fine, invece, scopriremo che anche questo locale è consigliato dalla guida). Il locale che scegliamo è la Taberna San Francisco Uno in plaza San Francisco che ha dei tavolini sia all’interno del locale che direttamente sulla piazza. Fra le diverse proposte del menù sia a base di carne che di pesce scegliamo 1 plato de la serra (piatto con affettatto misto), 1 gazpacho e 1 porzione di patate alla brava, 1 litro di acqua e del pane per un totale di 26 euro.

Dopo cena passeggiamo per le vie del centro di Cadiz e dopo alcune fotografie ci trasferiamo sul lungomare della parte nuova della città. Anche qui il lungomare è molto bello e rispecchia lo stile classico delle cittadine di mare.

Ed poi ……. Nanna!!!! 13 giugno 2006 Colazione in hotel (compresa nel prezzo della stanza !!!!) e, dopo aver saldato il nostro conto, prendiamo la nostra auto dal parcheggio convenzionato e ci dirigiamo verso la nostra prossima meta: Gibilterra.

Purtroppo però la giornata non è delle migliori perchè il cielo è grigio e la foschia copre l’orizzonte.

Guidati ovviamente dal Tom Tom, giungiamo a Loinea de la Conception, la cittadina spagnola al confine con Gibilteraa. Vista la lunga coda di auto alla frontiera decidiamo di seguire i consigli della Lonely Planet e lasciamo l’auto nei parcheggi pubblici a pagamento proprio vicino alla frontiera (3,50 euro per 4 ore).

Passiamo le due frontiere a piedi e, dopo un brevissimo controllo delle nostre carte d’identità, giungiamo in territorio inglese. Anche qui la giornata non è delle migliori e la nebbia copre tutto il promontorio. Per raggiungere il centro di Gibilterra decidiamo di prendere il classico autobus rosso inglese che al costo di 2 euro permette di muoversi nella città (salita alla rocca esclusa). Giunti in centro decidiamo di fermarci nel centro senza salire alla rocca visto il maltempo che ci impedirebbe di ammirare le coste africane.

Il centro di Gibilterra è caratterizzato dalla via centrale Main Street, caratterizzata dalla esclusiva presenza di negozi, in particolare profumerie, negozi di elettronica, di liquori e sigarette oltre ai negozi di souvenir (piuttosto vecchiotti però).

I prezzi nei negozi sembrano abbastanza convenienti in apparenza e noi ne approfittiamo per consumare le sterline rimaste dopo il viaggio a Londra comprando un profumo, un stola per il nostro tavolo e qualche dolcetto. Durante la nostra passeggiata ammiriamo anche le due cattedrali cittadine quella cattolica e quella anglicana, la Chapel of the king e la Moschea.

Ritorniamo verso la Spagna sempre con l’autobus rosso e, prima di riprendere la strada verso Malaga, ci fermiamo nel Mac Donald’s per il pranzo spendendo 9,20 euro.

Prima di arrivare a Malaga decidiamo di fare tappa a Ronda. Per raggiungere la cittadina è necessario lasciare l’autostrada a Marbella e salire per 40 km su una strada abbastanza ampia, ma con tantissime curve.

La “fatica” della strada è però ripagata dalla bellezza di questa cittadina. Questa cittadina fa parte dei cosidetti “pueblos blancos”, i villaggi bianchi che sono disseminati nell’entroterra andaluso. La posizione di Ronda è una delle più suggestive, perchè abbarbicata su un altopiano spaccato dalla fenditura della gola di El Tajo alta circa 100 metri. Il nome Ronda deriva proprio dalla sua posizione “circondata da monti” e può essere considerata una delle città più antiche tanto che il suo centro storico risale addirittura al periodo arabo. La città è divisa in due parti dal Ponte Nuevo fra la parte antica e quella moderna ed entrambe sprofondano poi nella valle del Rio Tajo.

Il punto che attira la maggioranza dei turisti è sicuramente il Ponte Nuevo che sovrasta la gola del Rio Tajo e dal quale si godono splendidi panorami sulla città e sui campi sottostanti. Tutto attorno sorge la città vecchia che racchiude lo stile architettonico arabo con le intricate vie ed i palazzi delle potenti famiglie cittadine. Anche noi come tutti i turisti non abbiamo rinunciato a scattare tantissime fotografie a questo panorama spettacolare. Proseguendo oltre il ponte, lasciandosi alle spalle la parte più moderna della città, si può scendere attraverso una ripida strada, Calle Marques de Salvatierra, in fondo al paese per ammirare alcuni degli splendidi palazzi cittadini, ma soprattutto altri scorci sul Ponte Nuevo e sulla gola.

Come anche le altre città andaluse anche Ronda ha la sua Plaza de Toros, considerata una delle più antiche e note di tutta la Spagna. Anche questa arena può essere visitata tramite una visita turistica guidata che permette di scoprire il mondo della corrida e della tauromachia. Avendo già visitato la Plaza de Toros di Siviglia noi non l’abbiamo visitata e ci siamo accontentati di osservarla dall’esterno scattando anche alcune fotografie. Lasciamo a malincuore questa cittadina convinti che sarebbe stato molto bello trascorrervi una notte,ma il nostro tour “fai da te” prevede il pernottamento a Malaga.

Con la nostra auto ripercorriamo la strada dell’andata e giungiamo finalmente al nostro hotel verso le ore 20,00 dopo alcuni chilometri di coda.

Il nostro hotel a Malaga è l’Hotel del Pintor, in Calle Alamos 27 (www.Hoteldelpintor.Com). Si tratta di un hotel di piccole dimensioni inaugurato nel 2005 ed offre design, tecnologia e servizio accurato. L’arredo è stato realizzato dall’artista Pepe Bornoy utilizzando esclusivamente tre colori: rosso, bianco e nero. Anche la camera è molto bella ed arredata sempre secondo lo stile di Bornoy e costa 80 euro a notte. Anche questo hotel non ha un parcheggio proprio, ma uno convenzionato a circa 200 metri al costo di 6 euro a notte.

Dopo una doccia usciamo dall’hotel per cercare un posto per cenare e, tra i tanti locali trovati leggendo i diari di viaggio, scegliamo la Taverna del Obispo, nell’omonima piazza proprio di fronte alla Cattedrale.

Per 33,80 euro prendiamo 1 frittura mista (porzione molto abbondante), 1 degustazione mista di antipasti, ½ porzione di croqueta de queso, 2 coperti ed 1 litro di sangria.

Terminata la cena passeggiamo sul lungomare cittadino ammirando il castillo, l’alcazaba e la plaza de toros illuminati. Sono passate le 23.00 quando rientriamo in hotel per riprenderci dalla giornata.

14 giugno 2006 Anche oggi la giornata non è delle migliori ed il cielo è plumbeo, ma noi non demordiamo ed usciamo alla scoperta di Malaga. Saldiamo l’hotel e, dopo aver lasciato i bagagli in macchina, cerchiamo un posto per la colazione. Malaga è piuttosto “morta” e molti dei locali aperti ieri sera sono chiusi. La nostra scelta “forzata” ricade sulla Cafeteria Eurogallo, bar molto frequentato dai locali e qui ecco la prima fregatura della nostra vacanza. Per una colazione spendiamo 8 euro per 1 tè, 1 caffè e 2 brioshe, non troppo buone tra l’altro.

Dopo la colazione iniziamo la scoperta della città. La nostra prima meta è la cattedrale che come tutte quelle spagnole dall’esterno è molto imponente. Generalmente l’ingresso alla cattedrale costa 3 euro, ma oggi la visita turistica è vietata, ma è comunque possibile entrare. La cattedrale all’interno rappresenta uno stile barocco e merita di essere visitata (gratuitamente naturalmente!!!). Di fronte alla cattedrale sorge il Palacio Episcopal che ora è utilizzato come spazio espositivo.

Ma il monumento più bello di Malaga è sicuramente l’Alcazaba. L’accesso all’Alcazaba è nei pressi della cattedrale ed è possibile acquistare due diversi biglietti: uno al prezzo 1,80 che permette l’accesso alla sola Alcazaba, l’altro, invece, permette l’ingresso all’Alacazaba e al Castillo del Gibralfaro al prezzo di 3,20.

Noi optiamo per la seconda opzione ed iniziamo la visita all’Alcazaba. Si tratta di un prestigioso ed imponente palazzo fortezza costruito nell’XI secolo dai governatori musulmani della città. All’interno ritroviamo la struttura tipica araba già vista a Siviglia con un tripudio di patii, giardini e fontane. Il palazzo è veramente molto bello ed interessante ed offre ottimi spunti per belle fotografie. Per salire al Castello bisogna uscire dall’Alcazaba e percorrere il Paseo Don Juan de Temboury, una ripida strada che offre ottimi panorami sulla città sottostante. Nonostante il tempo piuttosto brutto ne abbiamo comunque approfittato per scattare alcune fotografie alla città sottostante ed alla Plaza de Toros. Il Castillo de Gibralfaro (ingresso 1,80 euro oppure in abbinamento alla Alcazaba) si trova in cima ad una collina che domina la città di Malaga. Il castello venne eretto sempre dai dominatori islamici come torre di segnalazione e caserma militare. Del castello non rimane oramai molto in particolare dei suoi interni, mentre la fortificazione esterna è ben conservata e su di essa è possibile passeggiare ammirando, nelle giornate di bel tempo (nel nostro caso proprio no!!!!), il panorama della zona. All’interno del museo è possibile ammirare un piccolo museo militare in cui è possibile ammirare anche un plastico del castello e dell’Alcazaba.

Quando lasciamo il Castillo il tempo peggiora e una sottile pioggierella inizia a cadere sulla città. Decidiamo, allora, lasciare Malaga e dirigerci verso la nostra prossima meta: Granada facendo però una tappa nella cittadina di Antequera.

Sulla strada il tempo sembra migliorare ed, infatti, man mano ci allontaniamo da Malaga il cielo torna azzurro.

Giungiamo ad Antequera verso mezzogiorno. La città vanta una storia piuttosto antica e questo è testimoniato dalla presenza di alcuni dolmen risalenti addirittura al 2500 a.C. Anche in questa cittadina è presente una forte influenza araba che si nota nell’architettura e nella struttura urbanistica. Anche ad Antequera è stata costruita un’Alcazaba che domina la città. Dell’Alcazaba restano però solo alcuni resti, ma la salita tramite la gradinata di Cuesta San Giudas è riappagata dal bel panorama. Infatti si può ammirare un bel panorama sulla città con i suoi tetti di tegole rosse intervallati da almeno trenta campanili.

Visto l’orario cerchiamo un posto dove pranzare che troviamo con una certa difficoltà. Infatti, troviamo diversi ristoranti, mentre molti bar, invece, sono chiusi. Alla fine stanchi di girare, ma piuttosto titubanti optiamo per una sala da gioco, Torcal in calle Calzada, dove notiamo che diversi abitanti stanno mangiando. La scelta si dimostra, invece, azzeccata. Spendiamo poco (9,40 euro) e mangiamo due panini molto buoni ed enormi.

Visto il peggiorare della situazione meteorologica (grossi nuvoloni neri coprono il cielo) decidiamo di riprendere la strada verso Granada non visitando i dolmen.

Lasciamo alle spalle il maltempo e, quando arriviamo a Granada, splende un bellissimo e caldissimo sole.

Il nostro hotel Abadia (www.Abadiahotelgranada.Com) si trova in Calle Triana Baia 7 e non è troppo semplice da raggiungere, nonostante le indicazione del nostro satellitare. Nelle vie attorno all’hotel ci sono infatti tantissimi cantieri per i lavori in corso a cui si aggiungono i numerosi sensi unici delle vie circostanti. Con un pò di pazienza e qualche giro a vuoto finalmente eccoci arrivati. La zona circostante l’hotel non è bellissima con la classica decadenza che caratterizza molte delle città spagnole. Ma una volta entrati l’hotel è veramente molto bello. L’hotel è ricavato all’interno di un edificio del XVI secolo con un patio realizzato nello stile tipico della città. La nostra camera si trova al primo piano e si affaccia sul terrazzo da cui si può ammirare il bellissimo patio. Anche le camere rispettano lo stile dell’hotel e tutto l’arredo richiama lo stile cittadino di chiara ispirazione arabeggiante. Altro fatto allettante di questo hotel è il prezzo; infatti, il costo di una camera è di soli 55 euro a notte, colazione esclusa (è possibile fare colazione in hotel al modico prezzo di 20 euro a persona). Unico neo dell’Abadia è il parcheggio. L’hotel offre ai propri ospiti un parcheggio riservato ma con pochi posti disponibili e, praticamente, sempre pieno. Trovare un parcheggio nelle zone circostanti non è cosa facile, ma dopo una paziente ricerca troviamo addirittura un parcheggio gratuito. Solo alla sera riusciremo a trovare un parcheggio libero gratuito proprio di fronte all’hotel.

Sistemata auto e bagagli usciamo per una prima scoperta della città. L’hotel dista dalla Cattedrale una decina di minuti a piedi e poi tutto attorno sorgono le piazze ed il centro, mentre l’Alhambra domina la città dall’alto della collina.

Come in altre città andaluse, anche Granada, ha subito nel corso dei secoli varie dominazioni partendo da quella romana, passando a quella araba sino alla riconquista spagnola nel 1492. Tutte le dominazioni hanno lasciato nella città una forte impronta, ma quella sicuramente più ricca e nota è quella araba che ha contribuito a diffondere la fama della città in tutto il mondo. Sono tantissimi, infatti, i segni dell’influenza araba in particolare del Palazzo dell’Alhambra che porta nella città ogni anno milioni di visitatori.

Il centro turistico di Granada, Alhambra a parte, comprende le zone attorno alla cattedrale con le sue piazze, i vicoli, i palazzi ed i negozi molti dei quali in stile arabeggiante.

La città è un tripudio di colori, decorazioni e luminarie in occasione della Feria del Corpus Christi (la festa del Corpus Domini), si tratta di una grande festa annuale della durata di una settimana che porta feste, balli, corride ed ovviamente riti religiosi fra cui una particolare processione a cui assisteremo proprio domani.

La prima cosa che ammiriamo appena giunti in centro è la Cattedrale che, come le altre, appare imponente e maestosa. Proprio a fianco si erige la Capilla Real, sicuramente il più imponente edificio religioso cittadino costruito come mausoleo per la famiglia reale. Sia la Cattedrale che la Capilla hanno l’ingresso a pagamento e noi ci accontentiamo di osservarle esternamente. Proprio di fianco alla Cattedrale sorge l’Alcaiceria, il vecchio mercato arabo della seta oggi pieno di negozi turistici veramente accattivanti e particolari, grazie al richiamo arabo delle mercanzie. Infatti, nei diversi negozi è possibile trovare moltissimi oggetti che richiamano la cultura e lo stile arabo come i narghilè, delle scarpe o delle ciabattine decorate da splendide paillettes, cuscini, abiti, tè e molto altro ancora. Questo antico mercato è caratterizzata da un’intricato dedalo di viuzze in cui, ovviamente, non mancano i turisti concentrati nello shopping e nello scatto di splendide fotografie. Anche noi entriamo nello spirito dei turisti e oltre alle fotografie ci dedichiamo anche ad un pò di shopping, io in particolare.

L’Alcaiceria termina su una della piazze più animate di Granada, Plaza Bib-Rambla, una grande piazza molto animata con tantissime bancarelle di fiori, locali e ristoranti di diverso genere. In occasione poi della Feria la piazza è animatissima con tanta animazione dedicata soprattutto ai più piccoli. Lasciamo la piazza e passeggiamo per le vie della città sino ad arrivare in un’altra piazza, Plaza Nueva, anche questa molto animata e piena di locali e ristoranti di vario genere, molti dei quali di ispirazione araba. Da questa piazza è possibile proseguire ed addentrarsi nel quartiere dell’Albayzin dove, percorrendo Carrera del Darro, è possibile arrivare ad un punto panoramico sull’Alhambra. Da questo punto è possibile ammirare la collina dominata dall’Alhambra dal basso ammirando il palazzo nel suo splendore.

Riprendiamo la strada di “casa” per riprenderci dalla giornata abbastanza calda, nella speranza che anche domani il tempo sia bello in modo da poter visitare tranquillamente l’Alhambra.

Dopo esserci ripresi, riusciamo alla ricerca di un posto per la cena. La città, probabilmente a causa della Feria, e’ animatissima e piena di gente molti dei quali indossano addirittura gli abiti tradizionali …… Ne parlerò comunque dopo.

Meta della nostra cena serale e’ Plaza Nueva per un locale consigliato sia dalla Lonely Planet che da molti diari di viaggio utilizzati nella pianificazione del nostro viaggio. Il locale prescelto si trova in Calle de Elvira ed è l’Antigua Bodega Castaneda. Si tratta di un locale abbastanza noto e consigliato da diverse guide turistiche e noto per la vasta selezione di tapas e di piatti tradizionali. Alla fine scegliamo 2 gazpachi, 1 enorme selezione di tapas ed 1 litro di acqua per soli 27 euro.

Terminata la cena decidiamo di passeggiare un pò per la città per poterla ammirare anche con l’atmosfera serale. Per prima cosa andiamo ancora verso la Cattedrale e poi verso l’animata piazza Bim-Rambla. Le luminarie vengono accese e la città risuona di colori e suoni. L’importanza della festa si nota anche dal fatto che molti cittadini, adulti ma anche bambini, portano addirittura gli abiti tradizionali. Noi siamo talmente colpiti che tentiamo di fare qualche fugace scatto per immortalare questa animata festa.

I più belli sono sicuramente i bambini che sembrano entrati pienamente nel personaggio. Le bimbe portano il classico abito da flamenco in colori diversi e con accessori e, addirittura, trucco intonati e con tanto di ventaglio si rinfrescano dalla calura. I maschietti, invece, indossano la tenuta da torero. Ad animare la festa nella piazza si trovano vecchie giostre in legno, burattini e clown.

Naturalmente non manca una sosta al belvedere sull’Alhambra per immortalare il palazzo alla sera.

Prima di tornare in hotel decidiamo di provare un altro must della città, la teteria. Si tratta di sale da tè arredate completamente in stile arabo in cui è possibile degustare una ampia varietà di tè. A Granada esiste addirittura una intera via ( Calle calderia Nuova) in cui trovare questi locali. Sceglierne uno in particolare è molto difficile perchè tutti sono molto belli e particolari. Dopo qualche indecisione, optiamo per la Teteria Al Andalus (www.Teteriaalandalus). La teteria ha due diverse salette entrambe molto belle e particolari. Scegliere un tè è veramente un’impresa vista la vastissima scelta. Alla fine prendiamo un tuareg ed un tè beduino; ovviamente anche il servizio rispecchia lo stile arabo del locale. Lasciata la teteria ritorniamo tranquillamente verso l’hotel.

15 giugno 2006 Oggi e’ la giornata dell’Alhambra e, finalmente, alle ore 14.00 potremo visitarla.

… Ma andiamo con ordine.

Dopo una ottima colazione al Caffè Internacional nella Gran Via vediamo che la città è molto animata e che su tutte le vie attorno alla cattedrale sono state collocate delle sedie. Chiediamo informazioni e ci viene detto che alle ore 11.00 si terrà la processione in occasione della Feria. Incuriositi girovaghiamo fra le diverse vie e vediamo che in alcune sono stati costruiti addirittura degli altari che richiamano il momento della consacrazione e della comunione. In attesa di prendere posto per assistere alla processione entriamo nella cattedrale, aperta ad ingresso gratuito per le celebrazioni. Come tutte le altre cattedrali che abbiamo visto sino a questo a momento anche questa esternamente è maestosa, mentre l’interno non è niente di particolare (noi l’abbiamo, comunque, visitata abbastanza sommariamente).

Quando usciamo dalla Cattedrale un’altra sorpresa ci attende: le vie che verranno percorse dalla processione sono interamente coperte di erba e oramai si è formata tantissima gente. Anche oggi non mancano gli abiti tradizionali ed molte donne indossano addirittura la mantilla.

Decidiamo cosi’ anche noi di fermarci per ammirare questa processione che a sentire i cittadini deve essere molto bella e particolare.

La processione si apre con una prima parte profana che si dirige verso la cattedrale ed è aperta da dei danzatori in abito tipico accompagnati dalle nacchere. Seguono altissime statue in tessuto che rappresentano diversi personaggi fra cui un saraceno e la Tarasca, un manichino con le sembianze di una giovane donna, sopra un dragone. Non mancano anche delle strane maschere che armate di palloncini colpiscono tutti gli spettatori. Una volta arrivati alla cattedrale, inizia, invece, la processione religiosa che oltre alle maschere precedenti è composta dai diversi rappresentanti delle confraternite religiose cittadine, dalle rappresentanze militari e dai sacerdoti. Purtroppo però visto l’orario noi dobbiamo abbandonare la processione per andare a pranzo e poi dirigerci verso l’Alhambra. Per restare nel clima arabo decidiamo di mangiare un buonissimo kebab, in un Kebab Restaurant in Plaza Nueva. Proprio di fronte troviamo il pulman che ci porta direttamente all’Alhambra al prezzo di 1 euro per persona.

Seguendo i tanti consigli abbiamo preferito prenotare la visita all’Alhambra già dall’Italia tramite il sito internet dello stesso monumento (www.Alhambratickets.Com) . Bisogna tenere infatti in considerazione che ogni giorno sono ammessi circa 7000 visitatori. Alcuni biglietti (circa 2000) vengono venduti direttamente agli sportelli, ma nei periodi di alta stagione si corre il rischio di restare in fila per delle ore per poi trovare i biglietti esauriti. Con la prenotazione tramite internet è possibile prenotare con molto anticipo scegliendo l’orario preferito. Gli ingressi sono distinti in tre diverse fascie orarie: – mattino, dall’apertura sino alle ore 14.00 – pomeridiana, dalle 14.00 alla 20.00 – notturno, dalle 22.00 alle 23.30.

L’orario di ingresso è importante per l’accesso ai Palazzi Nasridi, mentre per il resto la visita è libera. Arriviamo abbastanza in anticipo rispetto al nostro ingresso previsto per le 14.00 per paura di trovare code alla biglietteria prenotati. In realtà siamo fortunati e la nostra attesa è solo di pochi minuti.

In attesa di entrare nell’Alhambra ci sediamo nel piccolo parco che precede l’ingresso. Alle ore 14.00 insieme a tantissimi altri turisti entriamo finalmente in questo monumento da tutti descritto come splendido. Per prima cosa ci dirigiamo verso il Palazzo Nasridi perchè il nostro ingresso è previsto fra le 14 e le 14.30. Avevamo già visto alcune fotografie ma poterlo ammirare personalmente è un’altra cosa. Descrivere a parole il palazzo non è molto semplice. È uno dei palazzi più imponenti d’Europa con sale e cortili dalle proporzioni perfette, rivestimenti in piastrelle a dir poco splendidi, stucchi elaborati, fiori, fontane e molto altro ancora. Non so dire quale sia la cosa che mi è piaciuta maggiormente, ma per la maggior parte del tempo sono rimasta a bocca aperta per la meraviglia. I turisti presenti erano veramente molti ma nonostante questo siamo comunque riusciti a visitare il palazzo con tranquillità scattando splendide fotografie.

Usciti dal palazzo ci dirigiamo verso l’Alcazaba, la fortezza del palazzo di cui rimangono intatti praticamente i bastioni ed una torre. La torre chiamata Torre de la Vela ha anche una rilevante importanza storica perchè dopo la riconquista da parte dei re spagnoli su di essa vennero innalzati i vessilli della vittoria. Sia dai bastioni che dalla torre è possibile ammirare lo splendido panorama della città.

Prima di proseguire alla visita dei giardini, facciamo una breve sosta in un cortile antistante l’Alcazaba dove ci mangiamo un gelato acquistato nel chiosco; bisogna tener presente che questo è l’unico posto dove è possibile mangiare all’interno dell’intera Alhambra.

Ritorniamo verso l’ingresso ed iniziamo la visita del Generalife, il cui nome è traducile in giardini dell’architetto.

È una bellissima composizione di sentieri, giardini, cortili e fiori variopinti che portano al Palazzo d’estate dove non mancano patti, fontane e giardini bellissimi. Sono passate le 17.00 quando lasciamo ll’Alhambra per ritornare verso il centro. A differenza della salita decidiamo di scendere apiedi tramite Cuesta del Gomerez, una ripida strada che sbocca direttamente in Plaza Nueva.

Prima di tornare verso il nostro hotel ci dedichiamo ad un pò di shopping nelle vie del centro. Non manca una capatina ancora alla Alcaiceria dove finalmente riesco a comprarmi un paio di scarpette che cercavo dall’inizio della vacanza.

Dopo una breve pausa di relax in hotel, riusciamo per la nostra ultima cena in città. La nostra meta serale è Plaza Bib-Rambla, piena di locali di vario genere. Dopo qualche ricerca ecco finalmente la nosta scelta il Ristorante Bibalfarax; per 30 euro prendiamo 2 paelle mixte, 2 dessert ed una acqua.

La città è ancora in festa in occasione della Feria.

La nostra serata non può che concludersi ancora in Calle Calderaria Nueva alla ricerca di un’altra teteria. Fra le tante questa sera scegliamo la teteria Kashab, una sala da tè illuminata solo da candele e divisa su due piani. Come in tutte le altre teterie anche qui lo stile arabo è splendido e in molti tavoli si fuma addirittura il narghilè.

Con calma rientriamo verso l’hotel Abadia per la nostra ultima notte a Granada.

Credo che fra le tante città visitate durante questo tour Granada mi resterà sicuramente nel cuore per la sua movida, per il suo stile arabo, per la sua gente……..

16 giugno 2006 Dopo la colazione nello stesso bar di ieri, ritorniamo verso l’hotel e partiamo alla volta della nostra prossima meta: Cordoba. Per raggiungere la città prendiamo una strada a percorrenza veloce immersa nelle colline coperte da ulivi e campi di girasoli.

Dopo circa due ore e mezza raggiungiamo Cordoba e guidati dal Tom Tom arriviamo al nostro hotel, l’Hotel Selu, prenotato sempre tramite bookings. Fortunatamente l’hotel ha un parcheggio (12,50 euro) proprio perchè credo non sarebbe facile trovare un posto dove lasciare l’auto nel dedalo di viuzze che lo circondano.

L’hotel è piuttosto carino anche se però avrebbe bisogno di un pò di rinnovamento…..

Sistemati i bagagli, usciamo per scoprire la città. Ad una prima occhiata certo non sembra eccezionale, ma, man mano, che ci avviciniamo al centro la città sembra migliorare.

Arriviamo finalmente nei pressi della cattedralee fra i diversi locali ne scegliamo uno che effettua sia servizio ristorante che bar. La scelta non è eccezionale, ma fortunatamente almeno spendiamo poco.

Ci dirigiamo verso il Ponte Romano, ma sono in corso dei lavori di ristrutturazione che lo coprono completamente.

Uno sguardo alla nostra Lonely e scopriamo che essendo venerdi l’ingresso all’Alcazar de los Reyes Cristianos è gratuito. L’Alcazar nacque come castello residenziale per la famiglia reale spagnola e poi venne trasformato in un carcere chiuso solamente nel 1951. I giardini sono veramente molto belli con enormi vasche piene di ninfee, fiori colorati ed aiuole. Purtroppo però la nostra visita viene interotta per ben due volte. La prima volta un bell’acquazzone che ci costringe a ripararci sotto le piante e ad aprire, per la prima volta durante questa vacanza, i nostri ombrelli. Terminato l’acquazzone riprendiamo la nostra scoperta dei giardini ed ecco ………. Una nuova e definitiva interruzione. Un guardiano ci invita a lasciare l’Alcazar perchè il palazzo sta per chiudere: l’orario di chiusura al venerdi infatti è alle ore 14.30.

Il tempo non è dei migliori e quindi decidiamo di anticipare la nostra visita alla Mezquita, la bellissima cattedrale. La cattedrale si trova non lontano dall’Alcazar ed anche in essa è possibile notare la confluenza di diversi stili architettonici con la prevaricazione dello stile arabo. Tale predominanza si percepisce già dall’esterno con le decorazioni arabe che ornano i diversi portali d’ingresso da cui si accede verso il patio de los Naranjos, il patio dove i musulmani svolgevano le abluzioni prima della preghiera. Di fianco ad esso sorge il minareto, ora campanile della cattedrale, alto 22 metri che in origine era molto simile alla Giralda di Siviglia.

L’accesso, come nelle altre cattedrali andause, è a pagamento, ma gli 8 euro per l’ingresso sono ripagati dallo splendore dell’interno. Come ho già detto la Mezquita è un mix fra islamismo e cristianesimo in quanto al centro della bellissima moschea è stata costruita una cattedrale per volere dell’allora re spagnolo. Il risultato non è dei migliori perchè la cattedrale, in stile barocco, è molto bella ma purtroppo ha deturpato una parte dello splendore della moschea.

Appena superato l’ingresso ci si ritrova nella moschea. La peculiarità principale della Moschea si percepisce immediatamente appena si varca la soglia del suo ingresso principale: una spettacolare infinità di colonne, circa 850, di marmo e granito che formano una serie di archi di pietra bianca e rossa. Le colonne e i suoi archi sembrano degli alberi di palme che si aprono a ventaglio nella sala. Elemento di grande rilievo all’interno della moschea è la qibla, il muro che sarebbe orientato verso la Mecca, indicando in questo modo il luogo in cui pregano i fedeli. Di spettacolare bellezza è anche il mihrab, la nicchia che custodisce il corano. Nel XIII secolo il cristianesimo trasformò in parte l’edificio: furono soppresse alcune colonne al posto delle quali sorse la pianta della prima cattedrale e le cappelle. Tra queste le principali sono la Capilla de Villaviciosa detta anche Lucernario che rappresenta il sontuoso ingresso all’oratorio di al-Hakana II e la Capilla Real decorata con stucchi mudejar. Nel cuore della Moschea si erge questa Cattedrale, realizzata nel XVI secolo su decisione del Vescovo che desiderava un santuario più sontuoso all’interno della Mezquita. Come accadde per altri edifici, anche la costruzione di questa sala ha significato una dimostrazione artistica del trionfo del Cristianesimo sull’Islam.

Le volte comprendono tutti gli stili, da quello fiammingo, al rinascimentale, fino al barocco, mentre meravigliosa risulta la Silleria del Coro del XVIII secolo, di stile barocco in legno di mogano opera di Pedro Duque Cornejo. Il Tesoro della Cattedrale si trova nella Capilla del Cardenal ed è formato da opere risalenti ai secoli XV fino al XX, tra cui spicca la spettacolare opera riguardante la custodia del Corpus Christi di Enrique de Arfe. E’ in oro ed argento, pesante circa 200 chili; viene trasportato per le vie della città il giorno del Corpus Domini. Dopo aver scattato numerose fotografie ed ammirato la Mezquita in ogni suo particolare riprendiamo la nostra scoperta della città e passeggiamo alla scoperta della Juderia, quartiere ebraico della città. Questo quartiere è caratterizzato da stretti vicoli e piazzette, case imbiancate e cancelli in ferro battuto che racchiudono piccoli patii fioriti. All’interno di questo quartiere è possibile visitare la vecchia Sinagoga cittadina, ad ingresso gratuito per i cittadini dell’Unione Europea.

Nel quartiere si trovano anche diverse dimore storiche risalenti al XII secolo fra cui la Casa Andalusi, che è possibile visitare anche all’interno.

Decidiamo di fare una breve pausa ristoratrice in una delle tante teterie cittadine dove gustiamo un ottimo tè seduti all’interrno del suo bellissimo patio.

Nel trado pomeriggio ritorniamo verso il nostro hotel per riprenderci in vista della passeggiata serale.

Per la sera decidiamo di dedicarci alle tapas e girovaghiamo fra i diversi locali cercando alcuni fra i posti segnalati dalla nostra Lonely oppure letti nei diversi diari di vaiggio. Alla fine decidiamo di affidarci al nostro “intuito” e scegliamo il ristorante El Triunfo, in Calle Correg de la Cereda. Ci accomodiamo nel patio e via di tapas….. Paella, chorizo, gazpacho, olive, calamaros, queso, il tutto per 23 euro birra ed acqua compresi.

Terminata la cena passeggiamo per le vie cittadine piuttosto deserte, se non fosse per alcuni ristoranti aperti, e ne approfittiamo per i soliti scatti fotografici serali e poi, tranquillamente, rientriamo in hotel.

17 giugno Dopo una lunga notte insonne causa “vicinato” piuttosto rumoroso lasciamo l’hotel Selu (alla fine tra i diversi hotel della vacanza è l’unico che sconsigliamo) per una veloce ultima visita alla città. Per colazione ci fermiano in un piccolo bar vicino all’hotel dove per 3,50 euro facciamo una buona colazione.

Dopo una rapida visita alla città, lasciamo Cordoba in direzione di Siviglia che sarà la nostra ultima tappa in Andalusia. Prima di arrivare a Siviglia decidiamo di fare due brevi soste: Medina Azahara e Carmona.

Medina Azahara è una località a circa 8 km dal centro di Cordova in cui si trovano i resti di un palazzo fatto costruire da Abd ar Rahman come regalo per una delle mogli. Il palazzo, del quale restano solo alcuni resti originali, mentre per il resto si tratta di ricostruzioni, doveva essere veramente enorme e molto bello. Il complesso è distribuito su tre terrazze con il palazzo del califfo in posizione predominante.

L’ingresso al sito archeologico è gratuito per tutti i cittadini dell’Unione Europea ed all’ingresso e’ possibile lasciare la propria auto in un parcheggio a pagamento (0,70 centesimi). La visita al sito archoelogico richiede circa un’ora di tempo.

Riprendiamo la nostra strada verso Siviglia percorrendo l’autostrada A4 che attraversa La Campina, una pianura dolcemente ondulata caratterizzata da grandi coltivazioni disseminate qua e là da cittadine e villaggi.

A circa 40 km da Siviglia, si trova la nostra seconda tappa della giornata, la cittadina di Carmona caldamente consigliata dalla nostra Lonely per la presenza di una necropoli romana. Visto l’orario di pranzo decidiamo di dirigerci prima verso il centro storico per trovare un posto per pranzare. Lasciamo la mostra Focus nel parcheggio e ci dirigiamo a piedi verso il centro superando una enorme porta di ingresso. Anche qui la cittadina è in fermento per preparare le decorazioni in occasione della Festa del Corpus Domini. Fulcro della cittadina è Plaza de San Francisco su cui si affacciano alcuni bar. Decidiamo di fermarci in uno di questi per consumere un veloce pranzo a base di panini e birra (9 euro in tutto). Terminato il pranzo passeggiamo per le vie cittadine che in realtà non ci sembra eccezionale se non per la particolarità che sul campanile di una delle numerose chiese cittadine si trovi un nido di cicogne.

Lasciamo il centro e ci dirigiamo verso la Necropoli Romana che però possiamo osservare solo esternamente perchè chiusa (orario di chiusura alle ore 14.00).

Guidati dal nostro Tom Tom raggiungiamo il nostro ultimo hotel, l’hotel Silken Al Andalus a 3 km dalla Torre dell’Oro. Questo è sicuramente l’hotel più bello della nostra vacanza dotato di ogni comfort possibile. Dopo un breve giro espolorativo dell’hotel decidiamo di tornare nel centro storico per ammirare ancora una volta la città. Al sabato tutti i parcheggi sono gratuiti e quindi lasciamo la nostra auto proprio vicino alla torre e ci dirigiamo verso la Cattedrale. Passeggiamo ancora per gli stretti vicoli del Barrio di Santa Cruz (dove è stato ambientato anche una parte del libro Crypto di Dan Brown) scoprendo angoli non visti in precedenza.

Per la cena decidiamo di provare il ristorante Sacrestia in Calle Mateo Gago. È un ristorante da consigliare perchè mangiamo veramente bene con porzioni molto abbondanti ad un prezzo veramente accessibile, sangria a parte (1 litro di sangria al modico prezzo di dodici euro).

La nostra ultima sera in Andalusia si conclude con una bella passeggiata nel centro cittadino per ammirare un’ultima volta lo splendore di questa terra. Sul ritorno verso l’hotel facciamo una sosta in Plaza de Espana per ammirarne lo splendore alla sera e per scattare alcune fotografie.

18 giugno Purtroppo la nostra vacanza è giunta al termine.

Verso le 7.00 la nostra sveglia ci avvisa che è ora di lasciare la città e di dirigerci verso l’aeroporto distante circa 15 minuti dal Silken Al Andalus. Lasciamo la nostra auto al nostro rent a car ed imbarchiamo i nostri bagagli. Dopo la colazione saliamo sull’aereo che ci porterà all’aeroporto di Orio al Serio.

Cosa dire di questa vacanza? L’Andalusia è una terra splendida con magnifici monumenti in cui si intrecciano culture differenti ed è stato piacevole poterla girare e scoprire cosi’ nuovi luoghi, una nuova cultura e anche una nuova cucina.

Per le fotografie di questo nostro viaggio visitate il sito www.Webalice.It/giomoira



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