La natura che vince su tutto
8 agosto.
Finalmente si parte! Il nostro volo è a mezzogiorno, la compagnia è la SAS che puntualissima da Roma-Fiumicino ci porta a Bergen, facendo scalo a Copenaghen, addirittura in anticipo.
Riusciamo a prendere il Flybussen (170 Nok in due) e dopo quaranta minuti siamo in centro. La nostra fermata è vicino all’ufficio turistico, basta...
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8 agosto. Finalmente si parte!
Il nostro volo è a mezzogiorno, la compagnia è la SAS che puntualissima da Roma-Fiumicino ci porta a Bergen, facendo scalo a Copenaghen, addirittura in anticipo. Riusciamo a prendere il Flybussen (170 Nok in due) e dopo quaranta minuti siamo in centro. La nostra fermata è vicino all’ufficio turistico, basta solo attraversare la strada ed eccoci di fronte al nostro albergo, il Radisson Sas Norge. In alternativa, considerato che il sabato e la domenica le corse sono limitate, era segnalata sul nostro opuscolo la navetta Hurtigruten ma oltre a costare esattamente il doppio non era neanche presente. Velocissimi posiamo i bagagli per catapultarci in centro prima che il famoso mercato del pesce della Torget chiuda (in estate l’orario è dalle 7 alle 19). Fortunatamente molti banchi sono ancora lì e allora compriamo un bel trancio di salmone (135 Nok) e due porzioni di fish and chips (200 Nok in due). Il salmone è divino, si scioglie in bocca per quanto è buono ma anche il fish and chips merita un plauso perché nonostante sia tutto fritto non risulta per niente pesante. A pancia piena e soddisfatta proseguiamo la passeggiata verso il Bryggen antico quartiere, un tempo sede dei mercanti della Lega Anseatica. Le case in legno tutte colorate riportano indietro nel tempo. Ci inoltriamo per le vie interne dove ogni piccola bottega che ospita lavorazioni artigianali merita una sosta. Entriamo poi per un caffè, in un piccolo locale arredato con un salotto stile anni’40. Troppo carino. Purtroppo comincia a piovere sempre più forte e decidiamo di tornare in albergo. 9 agosto La sveglia suona di buon mattino così evitiamo la fila per la funicolare Floibanen (70 Nok in due). Oggi il sole lascia ammirare una splendida vista della città e dei piccoli fiordi intorno. Cominciamo ad assaporare la grandiosità del paesaggio ed è solo l’inizio. Al ritorno scendiamo a piedi seguendo il percorso che riporta in centro. La passeggiata è molto rilassante, intorno a noi solo alberi e un panorama che sembra ci prenda per mano accompagnandoci fino al punto di arrivo. Inutile dire della folla che nel frattempo era in attesa di salire… Visitiamo il museo Anseatico (100 Nok in due) dov’è tristemente evidente la dura vita degli antichi mercanti! La dicono lunga soprattutto i letti: racchiusi all’interno di armadi, di ridottissime dimensioni, dove i pescatori si stipavano a riposare. Anche le stanze sono piccole e non doveva essere per niente facile convivere e lavorare con tante persone in spazi simili. E’ ora di pranzo e facciamo il bis al mercato. Rispetto a ieri i banchi sono raddoppiati. Quello che dispiace è vedere carne di balena venduta sotto ogni forma: salsicce, hamburger, tranci affumicati ecc…non ne capiamo il bisogno. Un conto è cacciare per sostentamento e un altro è vedere questo scempio. Per non parlare poi delle pelli e delle foche imbalsamate esposte solo per bellezza. In questo non ci trovano per niente d’accordo. Saliamo verso la chiesa di St. Joseph, chiusa ma in posizione ideale per continuare a scattare belle foto. Scendiamo e passeggiamo intorno al Lille Lungegardsvann un bel giardino con un lago al centro. Ci sediamo ad una delle panchine schiacciando un pisolino anche grazie al gradevole venticello. Alle 17.30 sarebbe dovuta passare la navetta Hurtigruten per portarci all’imbarco. Aspettiamo fino alle 18.00 dopo di che prendiamo un taxi e senza saperlo risparmiamo: 111 Nok contro 80 Nok a testa. Il percorso poteva farsi anche a piedi perché non era distante. Fatta la fila per il check-in in mezz’ora siamo sulla nave. La nostra è la MS MIDNATSOL la più recente della flotta dei postali. Elegante quanto basta, possiede enormi vetrate e comunque da ogni parte ci si trovi è strutturata in modo che la visione di tutto ciò che ci circonda sia sempre perfetta. E’ dotata di sauna, palestra e vasche esterne per l’idromassaggio. Notiamo una grande paura per l’epidemia influenzale, infatti ad ogni angolo ci sono dispenser di schiuma antibatterica per disinfettare le mani. La nostra cabina è interna, quelle esterne al momento della prenotazione erano già esaurite, molto piccola ma silenziosa: nessun fastidio per gli attracchi notturni. L’atmosfera che si respira è molto informale. All’esterno i ponti sono attrezzati con numerose sdraio, ne approfittiamo per accomodarci e aspettare la partenza. Per cena, dato che il nostro pacchetto non comprendeva alcun tipo di pasto, ordiniamo due mini hot dog (33 Nok a testa). La Norvegia ha un costo della vita particolarmente elevato ma sulla nave i prezzi rasentano la pazzia. Consigliamo di fare scorta d’acqua perché le bottigliette da ½ litro costano più di 5 euro. Prima di ritirarci in cabina prenotiamo l’escursione a Gerainger del giorno dopo. 10 agosto Sostiamo per 45 minuti a Alesund, cittadina distrutta da un incendio e ricostruita in stile Art Nouveau. Come maratoneti raggiungiamo una delle vie centrali. I palazzi sembrano tutti piccoli castelli, deliziosi. Puntuali alle 9.30 riprendiamo il viaggio. Attenzione a rispettare gli orari: la nave non aspetta!. Anche oggi c’è il sole e ne approfittiamo per tuffarci nelle vasche idromassaggio godendoci lo spettacolo intorno a noi. Fortunatamente la temperatura esterna è meno rigida di quanto temevamo, complice il bel tempo che ci permetterà di passare sui ponti parecchi tratti della navigazione. In estate la nave riesce ad inoltrarsi nel fiordo di Gerainger considerato uno dei più belli del mondo. Da qui parte la nostra escursione che tramite pullman e traghetti porta ad ammirarlo dall’alto,ben visibile è la cascata delle Sette Sorelle. Passiamo poi tra numerosi sentieri panoramici, alcuni di altezza vertiginosa. Al di là di maestose vette, belle cascate e forti torrenti ciò che colpisce è il colore verde intenso che domina ogni cosa: dai semplici campeggi alle enormi vallate, brillantezza che non si smorza neanche quando comincia ad annuvolarsi. Le poche case che incontriamo sono caratterizzate da tetti anch’essi erbosi che in primavera fioriscono riempiendosi di margherite. L’escursione termina a Molde la città delle rose dove viene a riprenderci la nave. 11 agosto La mattina facciamo uno scalo di tre ore a Trondheim. Abbiamo quindi il tempo di visitare la cattedrale Nidaros (100 Nok in 2), uno dei tempi di culto più venerati della Norvegia. Bellissima vista da fuori, sicuramente lo è anche da dentro ma è talmente poco illuminata che è difficile dirlo con certezza. Passeggiamo per il piccolo ma gradevole centro. Facciamo incetta di ciliegie comprate ad una bancarella (90 Nok al chilo). Attirano soprattutto per la loro dimensione: fantastiche. Entriamo infine in una chiesetta. Rimaniamo colpiti dal fatto che all’ingresso ci sia una signora dietro un bancone che prepara il caffè con tanto di pasticcini e biscotti. Il tutto a disposizione di chi ne ha più bisogno. Ci sono infatti diversi tavoli dove potersi sedere per usufruire di questo servizio. Da lì in poi i normali banchi e l’altare. Molto semplice e senza immagini Sacre a rispetto di quanto previsto dalla confessione evangelico-luterana. Ritorniamo a bordo dove il pomeriggio sarà solo di navigazione. Per me questi momenti sono stati di totale abbandono all’osservazione dei paesaggi circostanti. Monti, isolotti e i colori del sole riflessi sul mare mi hanno trasmesso sensazioni infinite di pace e tranquillità. L’occhio ha potuto spaziare verso orizzonti lontani e l’aria pulita ha contribuito a fare un carico di energia positiva. Lab invece ha un po’ sofferto per questa condizione di staticità. Abituato a girare in modo frenetico in ogni viaggio come nella vita di tutti i giorni, stare fermo in contemplazione non è stato proprio il massimo. Sono però sicura che anche lui abbia fatto, magari inconsapevolmente, scorta di una buona dose di serenità che non fa mai male. In serata per mezz’ora la nave fa scalo a Rorvik incantevole paesino ai piedi di un monte. Scendiamo per fare due passi di numero e approfittiamo per fare un po’ di scorte alimentari in un supermercato. 12 agosto Dalle 12.30 alle 15.00 ci fermiamo a Bodo. In contemporanea si svolge l’escursione al ghiacciaio Svartisen e un safari marino. La prima è purtroppo esaurita mentre per la seconda, considerato che nella descrizione si parla di una gita in gommone verso le correnti più forti del mondo, soffrendo un po’ il mal di mare, ho desistito mentre Lab è andato (795 Nok). Anche Bodo è una cittadina dal centro gradevole pieno di negozietti che ad certo punto dall’aperto passano al chiuso. E’ come entrare in un grande centro commerciale ma il realtà è sempre la prosecuzione della stessa strada solo che al coperto. Probabilmente quando fa freddo questo è l’unico modo per poter far shopping. Vista la notevole quantità di panetterie, gelaterie e pizzerie anche qui prendo qualcosa per il pranzo. Comincio a capire perché l’acqua costi poi in modo esagerato. Prima di tutto si paga una cauzione sulla bottiglia che se resa viene restituita, sono molto attenti infatti alla raccolta differenziata con contenitori per plastica e vetro ovunque. Dato che comunque di acqua ne hanno tantissima e si può bere anche quella del rubinetto, comprare la bottiglia vuol dire contribuire all’inquinamento e pertanto si vuole scoraggiare questo tipo di acquisto. Ragionamento per niente sbagliato. Sulla nave Lab mi racconta del safari. Bello il paesaggio soprattutto perché si passa vicino a rocce dalla conformazione mai vista, bella la corsa in gommone a notevole velocità ma i vortici in realtà erano piccolini con poca potenza. Il pomeriggio ci avviciniamo sempre più all’arcipelago delle Lofoten. Impressionante il muro di montagne che le circonda: alte e nere, da lontano sembrano impenetrabili, è una vista che fa quasi timore. Alle 21 siamo a Svolvaer capitale delle isole dove scendiamo e salutiamo la nave. Ci dirigiamo verso il complesso Svinoya Rorbuer raggiungibile con l’attraversamento di un lungo ponte. Noi abbiamo la rorbu numero 7 e aperta la porta rimaniamo senza parole: una casetta tutta in legno con bagno, camera da letto, cucina e soggiorno. Un incanto. Le Rorbuer sono tipiche case dei pescatori costruite su palafitte. Quelle non più utilizzate sono ristrutturate e affittate ai turisti. La nostra in alcuni tratti ha ancora le pareti originali. Per cena andiamo nell’unico ristorante presente nel complesso. La zuppa di pesce è buonissima, come secondo portano un pesce simile al merluzzo ma che merluzzo non era perché indicato con un altro nome sul menù, mai sentito, ma buono anch’esso (777 Nok). E’ quasi mezzanotte quando torniamo nella nostra accogliente casetta e fuori è ancora giorno. 13 agosto Ci dirigiamo al centro Avis dove abbiamo prenotato una macchina per la durata del nostro soggiorno. Ci assegnano una Golf 1400 a benzina. La signora dell’agenzia è stata molto gentile. Quando ha saputo infatti che alla fine del terzo giorno avremmo dovuto riprendere la nave alle 22.00 ha prolungato l’orario di riconsegna dalle 13.30 alle 21.00. Percorriamo tutta di un fiato la E10, autostrada stupefacente che permette di ammirare le Lofoten in tutto il loro splendore. Avvistiamo spiagge di sabbia bianchissima e mare trasparente. Peccato che siamo al Circolo Polare Artico perché altrimenti un bel tuffo non ce l’avrebbe tolto nessuno! E’ particolarissimo vedere poi da lontano come il tempo possa cambiare tra un isola e l’altra. Incontriamo sole e pioggia ma è proprio questo contrasto a creare arcobaleni netti e bellissimi e fasci di luce molto suggestivi. Arriviamo alla punta estrema a sud dove c’è A (si legge O) il paese che non a caso è chiamato con l’ultima lettera dell’alfabeto norvegese. Si tratta di un villaggio-museo: c’è tutto sulla vita dei pescatori, sul trattamento del merluzzo, maggiore fonte di sostentamento per gli abitanti del posto, enormi rastrelliere dove viene messo il pesce ad essiccare tra febbraio e aprile, frotte di gabbiani e tante rorbuer rosse sul mare sotto monti imponenti. Al ritorno visitiamo il museo vichingo di Borg (100 Nok in due) dove è ricostruita la dimora del capo locale all’interno dell’originale insediamento ritrovato. C’è anche la ricostruzione di una nave per arrivare alla quale si attraversa un bel sentiero. Da vedere. Terminata la visita prendiamo una superlativa deviazione per arrivare ad Henningsvaer detta la Venezia delle Lofoten. Si tratta di un bel villaggio che si affaccia su un piccolo porto. Qui abbiamo appuntamento con una coppia di Torino conosciuta sulla nave :Giò e Lella che salutiamo con affetto. Ceniamo insieme al Nord Norsk Klat prendendo 2 birre, gulash e baccalà (352 Nok in due). Un particolare che vorrei raccontare perché potrebbe capitare. Giò e Lella avevano lo stesso identico pacchetto nostro acquistato dalla Giver Viaggi. Quando siamo arrivati alla reception dello Svinoya loro sono stati dirottati, senza precedente avviso, a Kebelvag un bel paesino ma a 5 chilometri da Svolvaer. E’ offerto il taxi per arrivare lì la prima volta, dopo di che gli spostamenti sono tutti a proprio carico. Magari è bene chiedere prima visto che i pullman, le escursioni, le agenzie di autonoleggio sono comunque tutte a Svolvaer. La casa era poi Hollywoodiana: due piani modernamente arredati ed elettrodomestici di ultima generazione. Non ricordava neanche alla lontana le case dei pescatori e niente a che vedere con la nostra tradizionale e piccola rorbu. Era situata infine in una posizione molto panoramica ma difficile da ricordare, anche loro avevano difficoltà a ritrovarla quando rientravano la sera! 14 agosto Decidiamo di raggiungere Vik, una località segnalata dalla guida ufficiale delle Lofoten dove è scritto si trovi una bellissima e grandissima spiaggia bianca. In realtà non c’è nulla di tutto questo. La raggiungiamo e ci troviamo di fronte ad un paesaggio ancor più selvaggio. Le strade non sono più battute, c’è solo una folta vegetazione che cresce senza controllo, non una persona, non un animale. Sembra di essere nell’era dei dinosauri e non ci saremo meravigliati se all’improvviso ne fosse comparso uno! Seguiamo invece le indicazioni per Vinje ed è lì che troviamo una splendida spiaggia. Siamo solo noi due e un paio di pulcinelle di mare molto disturbate dalla nostra presenza. Non devono essere abituate a condividere i loro spazi con esseri umani, soprattutto perché qui ce ne sono veramente pochi. Sarebbe stato bello fare qualche foto al mare il cui colore è tutt’uno con quello della sabbia. Se ci fosse il sole si vedrebbe la differenza di riflessi ma purtroppo comincia a piovere. Riprendiamo la macchina e andiamo a Nusfjord. La strada che conduce al paese è a dir poco spettacolare. Ammiriamo una bella cascata e soprattutto delle rocce che danno l’idea di essere millenarie. L’ingresso è a pagamento:50 Nok a testa. Vediamo che alcune persone si fermano a dare un’occhiata dall’alto. Noi invece decidiamo di entrare. C’è una vecchia fabbrica per la produzione di olio di fegato di merluzzo, una segheria, una rimessa per le barche e tante rorbuer. Da qui partono sentieri per gli amanti delle escursioni. Veniamo ad un certo punto fermati da Michele Sarno un artigiano italiano in Norvegia da più di 25 anni. Chiacchierando con lui, non possiamo non chiedergli come sia la vita qui, soprattutto durante l’inverno quando freddo e buio prendono il sopravvento. Ci racconta che invece è proprio quello il momento in cui si respira l’essenza più vera delle Lofoten. I paesaggi imbiancati le rendono mille volte più affascinanti, la temperatura non scende mai al di sotto di -1° perché c’è sempre la corrente del Golfo che riesce a mitigare il clima. Le giornate dove il sole non fa mai capolino durano all’incirca per sei settimane e rappresentano il periodo migliore per andare ammirare l’aurora boreale. Non tornerebbe mai a vivere in Italia, ormai la sua vita è lì. Una scelta coraggiosa ed evidentemente ben ripagata anche se noi non siamo neanche capaci di immaginare un cambiamento del genere. Nel tornare verso nord deviamo per la località di Eggum, particolare villaggio circondato da imponenti vette da una parte e mare agitato dall’altra che si infrange su una lunga spiaggia di scogli. Ci piace parecchio perché ricorda il paesaggio della Normandia. Per cena i nostri amici torinesi ci aspettano a Kebelvag. Il locale Praestengbrygga è proprio nella piazza centrale, tutto in legno è molto caratteristico. Prendiamo un piatto di salmone, uno misto di pesce, una patata al cartoccio e due birre (429 Nok). Squisito e consigliato. 15 agosto Andiamo alla reception dello Svinoja per fare il check-out. Il ristorante dove abbiamo mangiato la prima sera forniva anche servizio per la colazione che è costata 110 Nok a testa al giorno. Prendiamo la macchina e approfittiamo del sole per tornare sulla spiaggia di ieri. Facciamo una lunga passeggiata, giusto in tempo prima che ricominci a piovere. Seguiamo la strada per raggiungere Unstad passando per tunnel di roccia strettissimi. Da qui partono escursioni a piedi di circa nove chilometri per raggiungere Eggum. Ho letto che sono molto belle ma visto il vento forte e la pioggia preferiamo rimanere qualche minuto in macchina per osservare i temerari che invece intendono partire. Ci sentiamo un po’ in difetto quando vediamo che per la maggior parte sono bambini. Il pomeriggio lo dedichiamo alla visita del Lofot Museet (120 Nok in due) a Kebelvag. Osserviamo da vicino le vecchie case dei pescatori così come erano arredate all’epoca e le barche sulle quali pescavano. Proviamo tanta ammirazione per questi grandi lavoratori. Torniamo a Svolvaer per il Magic Ice. All’interno di questa struttura è ricostruita tramite sculture di ghiaccio la vita delle Lofoten. Per cui incontriamo i pescatori con le loro reti, i merluzzi, le aquile di mare, giganteschi granchi e altri ancora. La temperatura è fissa a -5°. Occorre indossare una mantella e guanti ma nonostante il superalcolico offerto non resistiamo allungo. E’ stato comunque molto divertente perché in un posto simile non eravamo mai stati. Cena al Bacalao per gustare ovviamente due baccalà ma la preparazione è molto lenta, quasi 40 minuti e siamo costretti a mangiare con l’imbuto perché la nostra nuova nave la FM FINNMARKEN è già arrivata e tra poco ripartirà. Con una bella corsa (ci si mantiene in forma!) riusciamo ad imbarcarci per tempo. Anche questo è uno dei postali più nuovi. Rispetto all’altro ha in aggiunta una piscina ma le vetrate sono più piccole e uscendo fuori notiamo che la visuale non è piena ma limitata. Abbiamo la cabina esterna ma siamo piuttosto bassi e ogni volta che c’è un attracco sentiamo un caos infernale. Poco dopo la partenza siamo nel Trollfjord. Molto suggestiva la vista e lo spazio è talmente stretto che a tratti abbiamo paura che la nave non ci passi. In realtà non solo è passata ma il capitano si è divertito a farci girare a 360° nel fiordo più di qualche volta per permettere di osservare il panorama da ogni angolo. 16 agosto Oggi la giornata sembra buona. La mattina la passiamo in piscina mentre alle 14.30 scendiamo a Tromso, la prima che può essere definita città dopo Bergen. Visitiamo il museo Polaria la cui maggior attrazione è rappresentata da un gruppo di tenere foche barbute. Seguiamo un filmato di circa 15 minuti sulle Svalbard girato in elicottero, probabilmente quello è l’unico modo per muoversi all’interno di queste isole. Altro che Lofoten, a confronto lì l’uomo era il benvenuto. A livello naturalistico occorre dire però che sono davvero magnifiche anche se quasi impraticabili. Rimango affascinata dal filmato visto, ma Lab mi guarda e capisco al volo che non devo farmi venire in mente strane idee per il prossimo viaggio. Peccato! Facciamo una passeggiata in centro mangiando un gelato e da lontano ammiriamo la cattedrale artica che architettonicamente si differenzia molto da tutte le altre viste fin’ora. In anticipo saliamo sulla nave per approfittare del sole e del fatto che sono ancora tutti in giro per usufruire indisturbati delle vasche idromassaggio. 17 agosto Pronti per Capo Nord!(€ 86,00 a testa prenotata dall’Italia). Alle 11.15 sbarchiamo ad Honningsvag dove prendiamo un pullman in direzione della mitica meta. La temperatura è notevolmente scesa e il minimo che toccheremo saranno 4°. Arriviamo sotto il globo e scattiamo le foto di rito. A tratti piove, il cielo è grigio ma è proprio così che immaginavamo questo posto. Solo un promontorio isolato da ogni altra cosa, non ci sono più neanche i monti imponenti che eravamo abituati ad avere intorno, sembra di essere arrivati alla fine di tutto, dopo il nulla. Belle le sculture dedicate ai bambini. La tappa successiva prevede di raggiungere un accampamento Sami, abitanti del posto, anche se tanti considerano questa visita una buffonata in maschera. Non crediamo sia proprio così. I Sami sono un popolo nomade che per anni ha vissuto esclusivamente di caccia e di pesca, tuttavia molti di loro adeguandosi ai cambiamenti ora sopravvive grazie al turismo. Canti e costumi continuano a caratterizzarli per cui non troviamo niente di sbagliato ad aprire il loro mondo a chi viene da fuori. Nel percorso incontriamo tante renne, non a caso Danilo, la nostra giuda, ci dice che nell’isola di Mageroya, dove appunto siamo, sono presenti tre renne e un abitante per chilometro quadrato!Hanno davvero molto spazio! Scesi dal pullman noto che proprio di fronte a noi c’è il bar di ghiaccio. La nave riparte tra 15 minuti, ce la faremo? Di corsa facciamo i biglietti (50 Nok in due comprese due consumazioni a testa) e non abbiamo bisogno delle mantelle perché potremo solo fare un brindisi volante. Come al museo la temperatura è di – 5°. Ovviamente è tutto ghiacciato, dal bancone ai tavoli, dai bicchieri ai divani, molto molto particolare. Entriamo in un igloo dove ci facciamo immortalare dal barista e poi via verso la nave che già aveva fatto “boot boot”. Il pomeriggio attraversiamo un tratto di mare aperto e si balla notevolmente, per me Xamamina e tutto si risolve. 18 agosto Termina a Kirkenes la crociera sul postale. Alle 9.45 saremmo dovuti scendere ma sembra proprio che oggi ci sia un leggero ritardo. Saliamo sul pullman diretto all’aeroporto ma abbiamo l’impressione che l’autista voglia farci perdere l’aereo a tutti i costi. Arrivati con molta calma da parte sua ma con un po’ di agitazione da parte nostra, notiamo una fila interminabile fuori alle porte. Il piccolo aeroporto è nella confusione più totale per la quantità di passeggeri che devono imbarcarsi. Il volo per Oslo parte alle 11.30 e non abbiamo molto tempo. Per fortuna un tizio si affaccia e grida “Oslo SAS” creando un varco tra le persone che ci permette di passare. Incredibile ma ce l’abbiamo fatta! Arriviamo alle 13.40, prendiamo il flybussen (280 Nok in due) e il capolinea è rappresentato proprio dal nostro albergo, il Radisson Sas Scandinavia. Ci dirigiamo subito verso la via centrale Karl Johans Gate. Oslo è una città universitaria molto animata e dopo giorni in cui non abbiamo incontrato anima viva ci sembra strano vedere tutta questa gente!Tanti giovani, tanti locali ma tutto sempre pulito e ordinato come del resto ogni cosa che abbiamo trovato qui in Norvegia. Siamo affamati e facciamo una sosta all’Hard Rock Cafè ma esageriamo spendendo circa € 86,00 di schifezze fritte. Camminiamo verso il porto e saliamo dalle parte del Castello di Akershus e della fortezza da dove si ha una bella vista. Ritorniamo poi verso centro passando per delle vie laterali. La sera usciamo ed è come di giorno con in più tante luci. 19 agosto Arriviamo presto al porto per prendere il piccolo battello (72 Nok in due) che ci porterà alla penisola di Bygdoy sede di vari musei da visitare. Il primo in cui entriamo è quello vichingo (100 Nok in due). Davvero belle sia le navi che i particolari delle prue esposti in varie vetrine. Ci sono anche slitte e tanti oggetti ritrovati nelle tombe. Al piano superiore diverse foto raccontano del ritrovamento di alcuni sarcofaghi, anch’essi esposti, insieme a frammenti di ossa inseriti su una sagoma che permette di comprendere di quale parte del corpo si tratti. E’ il momento ora del Frammuseet (100 Nok in due) dedicato alla nave polare Fram guidata sia da Nansen che Amundsen. Leggere delle imprese soprattutto di quest’ultimo lascia impressionati. Lo conoscevamo a malapena ma adesso per noi è diventato un vero e proprio mito. Proseguiamo verso il museo marittimo norvegese che riporta alle Lofoten: barche di pescatori e merluzzi essiccati. Una volta rientrati pranziamo all’Herbern Restaurant dove mangiamo molto bene. Prendiamo due insalate di gamberetti e una zuppa di cozze per 476 Nok. Ritorniamo verso il centro e passeggiamo intorno al Palazzo Reale. Da lì vediamo che si sta organizzando qualcosa. La strada principale è infatti transennata: c’è una corsa di biciclette per bambini!Nell’attesa del via sorseggiamo aquavit al Grand Cafè. Seduti ai tavolini esterni sembra di essere a teatro, davanti ai nostri occhi passa di tutto!!! Ognuno ha il suo stile, nessuno segue una moda, dai tipi più classici a quelli di gran lunga stravaganti. E’ una libertà che sentiamo a noi manchi! Nel frattempo si sono radunati centinaia di bambini e senza fare un fiato aspettano che inizi la gara. Partono a scaglioni e guardarli è uno spasso. La sera entriamo nel moderno complesso dell’Aker Brigge caratterizzato da locali a profusione, anche questa è una zona super animata. Vediamo fontane, ponti, è un posto che visto da fuori non ti aspetti! Ceniamo da Peppes Pizza prendendo due birre e due insalate di pollo (399 Nok). Andiamo a dormire molto presto perché alle 4.00 del mattino abbiamo il pullman che ci riporterà in aeroporto e da lì a casa. In conclusione solo qualche pensiero. Abbiamo cambiato idea mille volte prima di decidere se partire o meno. E’ senza dubbio il sole che domina la riuscita della vacanza. Penso che tutto sommato siamo stati fortunati. Avevo letto diari che descrivevamo brutto tempo dall’inizio alla fine. Agosto non è il momento ideale ma potevamo solo così. La natura qui è qualcosa di spettacolare e nessuna descrizione come nessuna foto le renderà mai giustizia. Per evitare di annoiarsi eccessivamente ci si può spostare con mezzi alternativi, noi abbiamo pensato di tornare in moto. Il postale regala panorami speciali, ma tutta la crociera, per chi si sente parecchio attivo, può essere pesante. E’ opportuno sfruttarla però sicuramente per la traversata nel fiordo di Gerainger e per la tratta da Bodo alle Lofoten che sono state le più emozionanti. Un grazie alla nostra Matilde per la cura con cui è riuscita, in modo perfetto, ad organizzare anche questo viaggio!!