La mia Route 66
Il diario della Route 66 di Gian Luca (9 – 28/08/2012)
Indice dei contenuti
Prologo
Che bella esperienza! Questo viaggio è un modo unico per fondere tanti viaggi in uno… Si inizia e finisce nella frenesia di due megalopoli come Chicago e Los Angeles (rispettivamente la terza e la seconda città statunitense), con tutto quello che offrono in merito ad architettura, musei, storia, locali e chi più ne ha… senza dimenticare altre città come St. Lous, Oklaoma City, Santa Fè, che si incontrano attraversando da nord-est ad ovest tutti gli States, tra piccoli paesini, paesaggi mozzafiato, parchi naturali, colline, campagne e deserti, per finire sull’Oceano il tutto condito dalla storia che questa ricostituita route 66 (ormai “Historic Route 66” dopo che fu ufficialmente rimossa dal sistema delle highway nel 1985) è capace di mostrare sospendendo i turisti in un tempo che rimanda dagli anni 30 ai 70 come tanti musei, e tanti appassionati dei luoghi, spiegano anche dedicandosi con passione alla cura di bellissime pompe di benzine, negozi di souvenir ma anche pub dell’epoca proprio per mantenere vivo il ricordo di ciò che questa strada ha rappresentato per il popolo Americano.
Ricordiamo infatti che la Route 66 fu la strada usata per la migrazione verso Ovest, specialmente durante la grande depressione degli anni ‘30, e supportò l’economia delle comunità attraverso le quali passava. Le popolazioni prosperarono per la crescente popolarità della strada, ed alcune di queste combatterono per tenerla in vita dopo la nascita del nuovo Interstate Highway System.
Nel dopoguerra la route 66 ormai ribattezzata la strada madre d’America diventa espressione di ottimismo, voglia di libertà e di evasione. Due milioni di giovani cercarono “il sogno californiano” percorrendo i suoi 4000 km fino a Los Angeles e tra questi anche Bobby Troup; sue sono le parole della famosa canzone “get your kicks on Route 66”, cantata per la prima volta nel 1946 da Nat King Cole ed entrata a far parte dei classici del rock’n’ roll.
Certo è questo un tipo di viaggio che richiede energie ma che ne restituisce tante, fisicamente è stata una dura battaglia quotidiana ma ne è valsa la pena.
Il viaggio è stato organizzato prevalentemente su Internet, prendendo spunto dai cataloghi di vari Tour Operator, diari on line e siti specializzati. Il nostro percorso ha rispettato perfettamente il tracciato della Route 66 (che in alcuni tratti presenta dei bivi in base ai suoi diversi periodi), senza escludere alcune deviazioni per me obbligatorie (specie in Ariziona, imperdibili il canyon del Chelly, la Monument Valley e il Grand Canyon) così come Las Vegas (Nevada) e i pueblos Indiani (New Mexico) che non c’entrano nulla con la storia della strada ma… siccome stanno lì “vicino” pareva brutto non farci un saltino)!!!
Nello specifico il nostro viaggio è durato 19 giorni attraverso nove stati (gli otto della route più il Nevada) percorrendo un totale di 6863 km (3940 sono della route), alloggiando in grandi hotel nelle grandi città e nei punti più turistici (dove avevamo precedentemente prenotato) e in piccoli motel nelle varie tappe di attraversamento, che venivano scelte di giorno in giorno, anche perché qualsiasi programma preparato a tavolino deve essere inteso come guida generale risultando difficile da rispettare.
Di posti da vedere ce ne sono tanti: da non perdere i grattacieli di Chicago, il monumento commemorativo dell’attentato di Oklahoma city, l’installazione Cadillac Ranch, i parchi del Desert Painted e Pietrified Forest, i già citati Grand Canyon, la Monument valley e le riserva Indiane, e ancora il deserto del Mojave, la death Valley, le tante città fantasma (ghost town) e i parchi di Los Angeles per finire nelle coste e spiagge del Pacifico… e chissà quante cose abbiamo perso..
Mi aspettavo un viaggio con qualche disavventura o disagio e invece, a parte qualche difficoltà di comunicazione, è filato tutto liscio. Anche la polizia che ci ha fermato due volte è stata cordiale e comprensiva.
Ecco alcuni consigli per chi volesse organizzarsi questo viaggio:
Visti: Ovviamente è necessario il Passaporto valido e della tipologia nuova ossia con il microchip integrato nella copertina, a questo va aggiunta una registrazione on-line (ESTA) che (eccetto risposte stupide alle scontate domande) viene rilasciato in tempo reale. Gli operatori di polizia completano il tutto al vostro arrivo archiviando le impronte digitali e la lettura della pupilla…
Assicurazione Medica: E’ risaputo come l’efficentissimo sistema sanitario degli States sia a carico dei cittadini che (se possono) lo gestiscono tramite assicurazioni. Questo vale ovviamente anche per i turisti, e quindi non abbiamo avuto nessun dubbio a cercare ciò che più pareva conveniente. Sempre on line ci sono varie offerte con varie tipologia di copertura. Alla fine abbiamo optato per columbus assicurazioni che per 86€ a persona ci dava una copertura completa ed inoltre son stati cordiali nelle spiegazioni telefoniche.
Ad ogni modo non abbiamo avuto (fortunatamente) modo di constatare nessun aspetto sopra descritto…
Patente di guida: Siamo stati fino alla fine in dubbio sulla necessità di fare la patente internazionale (una sorta di traduzione di quella nazionale, che le motorizzazioni rilasciano in giornata per circa 70€). I pareri on line erano contrastanti, alla fine abbiamo deciso di risparmiarceli e quale riscontro possiamo dire che delle due pattuglie che ci hanno fermato, solo una ci ha chiesto qualcosa in merito ma ha poi lasciato perdere accontentandosi di ciò che avevamo. Tenete però conto che attraversate otto – nove stati e ognuno con le sue legislazioni.
Auto: A circa tre settimane dalla partenza ciò che di più conveniente ho trovato è stato (tutto acquistato su Internet, dal sito rentalcars.com) un’auto economy tipo Chevrolet Aveo o similare per 526€ per un totale di 15 giorni, (compreso un secondo autista e un pieno di gasolio) a cui va aggiunta la quota obbligatoria per sola andata (500$) visto che da Chicago l’avremo poi lasciata a Los Angeles, oltre a tutte le consigliatissime assicurazioni fanno 548€ per un totale di circa 1.074€. La compagnia poi si è rilevata la Alamo.
La fortuna ha poi voluto che vista la carenza di auto economy ci è toccato un minivan Toyota Sienna, con ben sette posti… comodissima!!!!!…
Benzina: Negli USA le auto sono tutte con il cambio automatico e vanno a gasolio (costo tra 3,70-4,10$/gallone)
Voli: A circa 80 giorni dalla partenza ciò che di più conveniente ho trovato è stato (tutto acquistato su Internet):
Andata: Milano Linate – Amsterdam – Chicago,
Ritorno: Los Angeles – Minneapolis – Amsterdam – Milano Linate, con la compagnia KLM 868 €.
Alle fine eccolo l’itinerario, pronto per essere vissuto… e così è stato:
ROUTE 66 (9 – 28 AGOSTO 2012)
Date / Ora partenza – Ora arrivo – Durata tot. / km Programma – STATI
Gio 9 – dom 2 / 9.05 14.10 1.50h / + 8.30h partenza da Milano Linate – Arrivo a Chicago (via Amsterdam con stop 1.45h) ITALIA / USA (-7h fuso)
14.10 10.10 2gg+20.00h Alloggio a Chicago, 3 notti. Illinois
dom 12 10.10 348 Partenza da Chicago lungo la Route 66 e arrivo in serata a Springfield Illinois
lun 13 452 Springfield, St. Louis, Rolla Illinois / Missouri
Mar 14 431 Rolla, Springfield, Carthage, Galena, Afton Missouri / Kansas / Oklahoma
mer 15 507 Afton, Tulsa, Chandler, Oklahoma City, El Reno, Weatherford Oklahoma
gio 16 499 Weatherford, Elk City, Texola, Amarillo Oklahoma / Texas
Ven 17 -1 h fuso 558 Amarillo, Tucumcari, Santa Rosa, Santa Fe Texas / N. Mexico
sab 18 320 Visita dei pueblo indiani lungo il Kit Carson Trail – Santa Fe New Mexico
dom 19 414 Santa Fe, Madrid, Albuquerque, Gallup New Mexico
lun 20 455 Gallup, Deserto dipinto, Foresta Pietrificata, Canyon del Chelly N. Mexico / Arizona
Mar 21 542 Canyon del Chelly, Monument Valley, Grand Canyon Arizona
Mer 22 -1 h fuso 520 Grand Canyon, Williams, Seligman, Kingman, Diga Hoover, Las Vegas Arizona / Nevada
Gio 23 557 Las Vegas, Death Valley, Las Vegas Nevada/California
Ven 24 20.25 655 Las Vegas, Deserto dell’ Arizona, San Bernardino, Santa Monica. Termine Route66 Nevada/California
Sab 25 87 Los Angeles (visita a Hollywood, Beverly Hills, old town) California
dom 26 518 Los Angeles, (visita della costa Pacifica fino a San Diego) California
lun 27 mar 28 12.25 13.55 3.39h + 8.15h + 1.40h Partenza da Los Angeles per Milano Linate (via Minneapolis e Amsterdam con stop 1.26h e 1.30h) USA / ITALIA (+ 9h fuso)
Riporto anche il riassunto dei costi (convertiti in €), per quanto questo sia una variabile del tutto soggettiva…
Descrizione
Tipologia spesa casuale – per 1 persona – per 2 persone – specifica prepagamenti e pagamenti C/C
volo MI – CHI / L.A. – MI € 868,32 € 1 736,64
ESTA (visto USA) € 11,55 € 23,10
Ass. medica € 86,18 € 172,36
Affitto auto € 263,05 € 526,09
auto (quota solo andata) € 274,11 € 548,21
Alloggio Chicago € 185,24 € 370,48 x 3 notti
alloggio Springfield (IL) € 29,96 € 59,91 x 1 notte
alloggio Armarillo € 27,02 € 54,04 x 1 notte
Alloggio Gran Canyon € 63,41 € 126,81 x 1 notte
alloggio Las vegas € 42,44 € 84,88 x 2 notti
Alloggio Los Angeles € 104,17 € 208,33 x 3 notti
Tot prespese + hotel C/C € 1 955,43 € 3 910,85 prelievi
1°GLU € 248,10 (300$)
2° GLU € 330,81 (400$)
3° GLU € 375,91 (460$)
1° ANTO € 407,50 (500$)
2° ANTO € 487,03 (600$)
commissioni prelievo € 14,50 (2,90€ a prelievo)
altre spese (con C/C)
park S.LUIS € 8,25 (10$)
benzina oklaoma city € 33,15 (40$)
benzina santa cruz contry € 44,23 (53,58$)
ingresso Pueblo TAOS € 8,93 (10,82$)
ingresso Death Valley € 16,27 (20$)
benzina Las Vegas € 21,37 (26,26$)
Ingresso Planet Hollywood € 130,21 (160$)
Tot prelievi + spese C/C € 1 063,13 € 2 126,26
AVANZATI -€ 50,00 -€ 100,00 (120$)
Totale viaggio € 2.968,56 (in due € 5.937,11)
Cambi (agosto 2012): 1€ = 1,22$ (Dollari Americani); (100$ = 82€)
Splendida Compagna di avventura: Antonella.
Quello che segue è una trascrizione degli appunti, delle riflessioni e dei commenti (riporto anche alcuni costi) annotati su un quadernetto durante il viaggio, accompagnandoli con alcune fotografie…
1° giorno (1^ tappa) Milano Chicago Partenza Km 0 arrivo Km 0 Tot. Km 0
L’AVVICINAMENTO (a Chicago)
9 Agosto; Milano (Italia) – Amsterdam (Olanda) – Chicago (Illinois):
Si parte!!…. Sveglia presto con Antonella, per controllare le ultime cose in valigia e via verso l’ufficio per recuperare i colleghi che ci accompagneranno all’aeroporto di Linate. Alla fine ci vediamo direttamente lì alle 7:15, gli lascio l’auto e subito a fare il ceck-in…. Ci vuole un po’, la gente è tanta e in più non riescono neppure a farci quello per la seconda tratta… ci toccherà farlo ad Amsterdam!
Il volo è regolare e tranquillo, qualche problema lo troviamo per il secondo ceck-in, ma comunque alle 13:30, con un’oretta di ritardo, si parte. Le 8.30 ore del volo, passano tranquille, si mangia, si leggono le guide e dal monitor personale ci guardiamo film e video musicali..
Arriviamo a Chicago (qui sono le 15:00, quindi 7 ore in meno dall’Italia) e, dopo il rito del controllo dei passaporti e impronte digitali, decidiamo di prendere la metro che comodissima ci porta in mezz’oretta a due passi dal nostro centralissimo Hotel al centro della Loop.
La camera è carina, decidiamo di non cedere alla stanchezza dettata dal fuso e subito ci buttiamo a vedere il loop e in particolare il Grant park, con le sue particolarissime fontane che trasmettono immagini di volti e il fagiolo che riflette lo straordinario skyline della città. Vediamo anche la fontana Buckingham che la sera si colora e segue il ritmo della musica. Saliamo poi in cima ai 443 metri della mitica Willis Towers (l’edificio più alto del mondo dal 1973 al 1998). La vista dal 103° piano è eccezionale e se non bastasse hanno anche aggiunto 4 balconi trasparenti che danno l’impressione di camminare sul vuoto (che paura!!!)…
Mangiamo nel pub dell’hotel e poi a nanna, questa giornata per noi è durata più di 30 ore…
2° giorno (1^ tappa) Chicago Partenza Km 0 arrivo Km 0 Tot. Km 0
10 Agosto; Chicago (Illinois):
Ci alziamo belli sprintosi e ansiosi di visitare questa città, che già ieri ci ha dato una bellissima impressione. Percorriamo il Grant Park e dopo qualche altra foto alle famose fontane Crown che scopriamo proietta oltre mille volti di cittadini della stessa Chicago, decidiamo di visitare il bellissimo (e carissimo) acquario. Fortunatamente riusciamo ad entrare gratis, (saltando pure la fila kilometrica) ed è molto interessante con anche una bella proiezione 4D coi personaggi del’era glaciale e non mancano un’infinità di specie veramente particolari. Dopo un pranzetto, puntiamo decisi al quartiere cinese, devo dire molto animato, strapieno di negozietti e ristorantini. Presa poi la famosa metro che circonda il centro con un anello di binari sopraelevati (loop appunto) dando l’impressione di sfiorare i grattacieli, ci spostiamo nella zona nord dove facciamo una vasca lungo la magnificent mile, uno stradone lungo circa un miglio, sede dello shopping di Chicago con tanti artisti di strada che improvvisano ogni tipo di numero. Tale strada ci accompagna in quella che è una vera e propria spiaggia, meta estiva dei cittadini che cercano un po’ di refrigerio o semplice relax, lungo quello che per quanto lago non ha nulla da invidiare ad un vero mare, anche nelle sue onde…
Dopo un pit-stop in hotel per ricaricare le batterie e rinfrescarci, (anche se poi la temperatura non è poi così calda come temevamo), per la cena scegliamo il famoso locale “house of blues” dove i nostri piatti a base di zuppa, insalata e hamburger sono accompagnati da una blues band molto brava, con la classica musica stile blues brothers, in un ambiente dove tutto rimanda a queste sonorità e ai loro maggiori interpreti. Non paghi facciamo anche un salto al Navy – Pier, una sorta di penisoletta – pontile sul lago meta di tanti giovani vista la quantità di locali e ristoranti e dove sono esposte anche alcune imbarcazioni.
Per il rientro utilizziamo un autobus e poi la metro che ci conduce a pochi passi dal nostro hotel (molto conveniente il ticket per 24 h dei mezzi pubblici a 5,95$).
È ormai tardi quando possiamo buttarci nella nostro lettone della nostra camera d’albergo.
3° giorno (1^ tappa) Chicago Partenza Km 0 arrivo Km 0 Tot. Km 0
11 Agosto; Chicago (Illinois):
Anche oggi ci svegliamo belli pimpanti… beh più o meno… un bel te dalla caraffa dell’hotel e poi ci dirigiamo con la metro verde verso Oak park, un bel quartierino periferico dove si può tra l’altro visitare la casa e lo studio del famoso architetto F.L. Wright (quello della casa sulla cascata), oltre ad una marea di villette da lui progettate nel medesimo quartiere.
Dopo questa mattinata culturale ci dirigiamo verso la old town dove ci soffermiamo volentieri nello zoo all’interno del Lincoln Park (è pure gratuito), frequentatissimo da famigliole e anche meta fotografica per i matrimoni. Decidiamo poi di vedere la città da un’altra angolazione e ci imbarchiamo su un battello che fa il servizio taxi lungo il fiume che si incunea nel cuore della città circondato da questi giganti di ferro e acciaio, una vera emozione!!.. Rientrati in hotel scopriamo che proprio la nostra via è recintata perché girano qualche ciak per un prossimo film, e trattasi delle scene di una rapina proprio nella banca sotto la nostra camera. Si forma un po’ di calca di curiosi, ma il cordone di sicurezza ci impedisce di avvicinarci troppo nemmeno per vedere i protagonisti.
Per la cena optiamo per la citatissima taverna Billy Goat tavern, che per quanto si presenti molto alla buona stando oltretutto in un sottoscala della magnificent mile, prepara gli hamburger più buoni della città dei quali facciamo incetta. Rientrando facciamo una sosta all’auditorium all’aperto del Grant Park, pieno di gente, dove facciamo in tempo ad ascoltare gli ultimi pezzi di un’orchestra che si esibisce gratuitamente per un imprecisato Festival, il tutto accompagnato da bellissimi fuochi d’artificio. L’ultimo sforzo è per vedere nuovamente la fontana Buckingham che come tutte le sere accompagnata da una musica sublime ci dedica uno spettacolo di luce e acqua sensazionale, ancor di più perché ha come sfondo l’inimitabile Skyline notturno di Chicago….
Ora nanna domani inizia la nostra avventura lungo la mother road…
4° giorno (1^ tratta) Chicago Springfield
Partenza Km 0 arrivo Km 348 Tot. Km 348
12 Agosto; Chicago – Springfield (Illinois):
Ci alziamo abbastanza presto pronti per iniziare la nostra avventura on the road! Ma prima un salto dal famosissimo Lou Mitchell’s per colazione… ed effettivamente merita la sua fama, il locale ci appare in perenne fermento, tante citazioni alla route e un personale molto gentile (ci offrono subito delle polpette dolci buonissime) e infine una colazione varia e buona per tutti i gusti, anche il caffè non è poi così male.
Mentre andiamo a ritirare l’auto notiamo che sotto il nostro hotel scalpitano ancora per girare la scena del film e quindi è ancora tutto recintato… mah! Quanto ci vuole a rapinare una banca?!?.. Arrivati all’ufficio Alamo notiamo con sorpresa che mancando auto della tipologia economy da noi prenotata ci assegnano un mega SUV 7 posti… wow bello ma come si guida sto mostro? Vabbè di sicuro viaggeremo comodi.
Dopo qualche delucidazione, ci spostiamo per la foto di rito sotto il cartello “begin route 66”, carichiamo i bagagli e si parte… Fortunatamente è domenica e troviamo una Chicago poco trafficata e quindi la difficoltà maggiore è seguire i (pochi) cartelli che segnalano l’ormai historic route 66… Ad ogni modo con molta accortezza riusciamo a non sbagliare quasi mai.
Lasciata Chicago attraversiamo vari paesini alcuni molto moderni, ordinati e puliti, altri che decisamente hanno subito l’isolamento dovuto al dirottamento di questa arteria a favore delle nuove Interstate, però di contro offrono uno spaccato di quello che fù, con alcuni negozietti e specialmente alcune vecchie pompe di benzina veramente splendide. Mangiamo qualcosa in un pub “a tema” lungo la strada (zuppa + hamburger tot. 12,50$) per poi proseguire fino a Springfield, dove arriviamo che è ormai tardi e di arrivare (come ipotizzato) a St.Louis non se ne parla, quindi decidiamo di dare un’occhiata al centro e di cenare in un bel localino (2 piatti carne + contorno e birra e acqua a 22,50$) e poi troviamo un motel (chiamato route 66.. ma va?) arredato tutto in funzione di questa strada, ci costa 72$ ma non è il caso di cercare altro, siamo proprio stanchi, scrivo qualcosa, leggo informazioni e poi nanna domani si riparte…
5° giorno (2^ tratta) Springfield Rolla
Partenza Km 348 arrivo Km 800 Tot. Km 452
13 Agosto; Springfield (Illinois) – Rolla (Missouri):
La sveglia è alle 8.00 e subito in auto per cercare di recuperare qualche km… ci facciamo subito un te in un market e poi via verso St. Louis, sempre più pratici sia dei comandi dell’auto (il controllo di velocità è eccezionale) sia per i cartelli della route. Arriviamo a fine mattinata attraversando il missisipi river ed entrando nel secondo stato, il Missouri, e subito ci sorprende la vista del Gateway Arch, alto quasi 200 m è ormai il simbolo della città e del passaggio verso ovest. Per il pranzo optiamo per il quartiere Laclede Landing, caratteristico con le sue stradine in acciotalato anche se non mi sembra poi così vivo (magari lo sarà la sera), ci spariamo un mega sandwich con patate più birrozza e una zuppa.
Il ritardo di 10 min ci procura una multa (o segnalazione di pagare 10$ dal vigil park.. dovrò informarmi!), facciamo poi giusto un salto per vedere il Forest park e poi ci rimettiamo sulla route, dove i paesaggi iniziano a farsi più verdi e collinari.
Una sosta d’obbligo è alle maremac cavern, famose oltre che per la loro bellezza geologica anche quali rifugio di alcuni banditi post guerra di secessione (Jesse James e la sua banda). Vediamo l’ingresso e la zona circostante ma vista l’ora non le visitiamo all’interno per cercare di sfruttare le ultime ore di luce per recuperare un altro po’ di strada.
Passiamo poi per il centro abitato di piccoli paesini come Cuba e Rolla che sono i più caratteristici ed effettivamente si nota come la loro economia attuale sia risollevata dal turismo prodotto dalla mitica strada.
Tutto o quasi è intitolato a lei, è la consacrazione del mito, un inno all’asfalto che per anni ha collegato il West e l’East di questa giovane nazione.
Facciamo un po’ di spesa (finalmente frutta per cena) e dopo aver visionato qualche motel decidiamo di fermarci al sooter inn di Rolla per 55$ dove la sera facciamo anche un giretto ma di vita se ne vede proprio poca. Quindi scrivere e leggere per le tappe di domani e poi a nanna sono ormai le 24…
6° giorno (3^ tratta) Rolla Afton
Partenza Km 800 arrivo Km 1231 Tot. Km 431
14 Agosto; Rolla (Missouri) – Aftor (Oklahoma):
Cerchiamo di muoverci al più presto, ma subito perdiamo una mezzoretta con la proprietaria del motel che gentilissima ci aiuta a pagare telefonicamente i 10$ per il ritardo al parcheggio. Si parte ma ancora due imprevisti frenano il nostro programma; intanto ci fermano i poliziotti che ci contestano uno stop non rispettato, fortunatamente si mostrano comprensivi, visto anche la nostra difficoltà con la lingua, e ci lasciano andare, per lo meno abbiamo avuto modo di capire che la patente italiana può essere accettata senza quella internazionale (almeno da loro!!). L’altro imprevisto è dato da una mancanza di segnalazione che ci porta fuori rotta e quando ce ne accorgiamo abbiamo percorso ormai 30 km..
Va bè comunque il percorso si fa gradevole circondati dalle colline di Ozark e scorci molto verdi e nel completo silenzio. Il pranzo è da tacos a Springfield (MO), per poi ripartire verso il prossimo stato il Kansas, con una sosta obbligatoria al particolarissimo paesino di Carthage sul confine in pieno stile vittoriano dove in centro merita una foto il palazzo Jasper County Clerk che pare un castello, e nella cui periferia vediamo anche la struttura di un vero drive-in (proprio un cinema all’aperto per auto), infine non ci priviamo neppure di un buon banana-split (3,80$). Il Kansas (terzo stato della route) è attraversato per soli 22 km, ma molto intensi specialmente sono caratteristiche le pompe di benzina identiche a come si potevano ammirare 70 anni fa… quindi le foto si sprecano, anche con i gestori – collezionisti e dove prendiamo alcuni souvenir da Riverton Store un piccolo market – negozietto carico di oggetti rimasto anch’esso invariato dalla sua realizzazione negli anni ’20.
Entriati in Oklahoma (il nostro quarto stato) attraversiamo il vispo paesino di Miami, ed è ormai buio completo quando attraversiamo un tratto della route completamente originale (strada quasi sterrata) e troviamo un bel motel anche questo catena route 66 dove ci danno una camera per 45$ arredata con richiami cinematografici hollywoodiani. Siamo ad Afton, un paesino morto e purtroppo per la cena dobbiamo accontentarci di un sandwich acquistato all’unico supermarket proprio di fronte al motel. Allora ne approfittiamo per prepararci il percorso di domani, poi una bella doccia e all’una siamo a nanna…
7° giorno (4^ tratta) Afton Weatherford
Partenza Km 1231 arrivo Km 1738 Tot. Km 507
15 Agosto; Afton – Weatherford (Oklahoma):
Stavolta alle 8.00 siamo in macchina, per una prima sosta obbligatoria per colazione a Vinita al Clantos cafè, ne vale la pena tantissima scelta anche se noi optiamo per semplici toast e marmellata più te e caffè. Ripartiamo e in corrispondenza di Foyil, seguiamo la highway 28A per raggiungere i giganteschi e colorati totem del Totem Pole Park dove c’è anche il totem in cemento più alto del mondo. Prima di Tulsa è d’obbligo una foto alla balena di Catoosa (lunga circa 20m). Arrivati in città decidiamo (dopo esserci imbattuti in un nuovo stop di un poliziotto, fortunatamente molto simpatico) di visitare il Gilgrace museum, che descrive la vita dei nativi americani e inoltre ha una parte dedicata al presidente Washington, molto belli e curati anche i giardini. Pausa pranzo al famoso Bar-B-Que-Pit, (10$ all you can it), che si rivela però un pò pesantuccio.
La Old 66 serpeggia per la città e offre scorci incredibili della periferia, conservata nello stile inizi ‘900, mentre tutto intorno le moderne “Interstate” portano a destinazione rapidamente ma con meno poesia.
Anche il suo proseguimento risulta veramente spettacolare visto che conserva quasi in toto il suo percorso originale, e spesso le varie colline le danno il classico andamento sali-scendi.
Dopo la visita del caratteristico Round Barn di Arcadia siamo ormai nella capitale Oklaoma City dove visitiamo il memorial dell’attentato del 95’ ad un edificio federale (costò 168 vittime), dove a rendere ancora più suggestiva l’atmosfera ci sono 168 sedie vuote, rivolte verso lo specchio d’acqua. Ogni sedia riporta il nome di una vittima e vengono i brividi a vedere sedie grandi, per gli adulti, alternarsi a sedie piccole, per i bambini.
Ci tuffiamo poi nel centro per passeggiare lungo un canale costeggiato da locali e souvenir e c’è pure un bello stadio da baseball che si riempie per la partita del pomeriggio.
Ripartiamo per El Reno, sono ormai le 20 e troviamo difficoltà a trovare un motel decente libero (il Big 8 dove, nella camera 117, dormirono i due fratelli Tom Cruise e Dustin Hoffman in “Rain Man” direi che non è alla nostra portata) tanto che dobbiamo proseguire fino a Weatherford (pochi km da Clinton) per accomodarci in uno (squallidino) per 65$. Per lo meno la pausa banana-split siamo riuscita a farla!! Anche oggi preparo il programma per domani e poi alle 0:45 nanna. Dobbiamo iniziare a partire prima per sfruttare più ore di luce possibili…
8° giorno (5^ tratta) Weatherford Amarillo
Partenza Km 1738 arrivo Km 2237 Tot. Km 499
16 Agosto; Weatherford (Oklahoma) – Amarillo (Texas):
Oggi si parte alle 8.30, pochi km e siamo a Clinton dove facciamo una buona colazione (si iniziano a vedere le prime facce indiane) e poi visitiamo il museo Route 66, che si rivela veramente bello, c’è tutta la storia della strada dall’inizio del 1926 alla sua chiusura del 1977 e alla sua seguente rivalutazione, il tutto accompagnato dagli eventi e personaggi americani dell’epoca (5$ spesi bene).
Proseguiamo per Elk City dove visitiamo il bel museo a cielo aperto che riproduce la vita ad inizio secolo con tanti reperti originali. Gli edifici certamente più significativi sono la Rock Bluff School che ospita ancora i banchetti in legno, la Cappella dei Pionieri, l’edificio principale dove le varie sale ripropongono la vita dei pionieri al loro arrivo, nonché la vita degli indiani del posto e non manca un edificio dedicato sempre alla mother road.
Entriamo quindi in Texas (nostro quinto stato) e iniziamo a vedere piccole città fantasma. Subito sosta a McLean per visitare ancora un museo Route 66 con un settore dedicato alla descrizione di alcune guerre e all’utilizzo del filo spinato. Accompagnati da territori sempre più aridi e sabbiosi correndo paralleli alla I40 arriviamo ad Amarillo dove stavolta prenotiamo subito al motel super8 (65$) e ci catapultiamo a visitare il secondo canyon degli Usa, il palo duro, che si rivela veramente bello, dai colori rosso fuoco, inoltre è proprio ben organizzato con tanti campeggiatori, ciclisti e cavalieri nonché tanti che si danno allo jogging circondati da questi splendidi scenari. Decidiamo di assistere allo spettacolo nell’anfiteatro ricavato al suo interno e sono 16$ spesi benissimo, con tanta gente ad assistere a questa rivisitazione musicale della storia dei pionieri, dove non mancano il fuoco, l’acqua, i fulmini (finti), i cavalli con le carrozze e anche i fuochi d’artificio finali.. bello davvero, bisogna ammettere che quando gli americani ci si mettono devo dire che organizzano proprio bene.
Tornati in città purtroppo sono le 23.30 e il mitico Big Texan con la sua mega bistecca è già chiusa e allora ci dobbiamo accontentare di un ristorante di una catena americana abbastanza buono. Poi subito in camera (il centro è ormai deserto) a studiare per domani e poi sono ormai le 2.00 quando ci buttiamo nel lettone…
9° giorno (6^ tratta) Amarillo Santa Fe
Partenza Km 2237 arrivo Km 2795 Tot. Km 558
17 Agosto; Amarillo (Texas) – Santa Fe (New Mexico):
Stamattina proprio prima delle nove non riusciamo a muoverci, almeno la colazione però è compresa in motel. Nel tragitto vediamo il book shop del museo quarter horse e la zona san jacinto district, piena di negozi di antiquariato. Subito fuori Amarillo non manchiamo alla foto d’obbligo al cadillac ranch dove vi sono dieci cadillac, coloratissime dalle bombolette spray dei turisti, conficcate nel terreno, per poi procedere verso il New Mexico (sesto stato e dove spostiamo le lancette un’ ora indietro) ma non prima di aver passato il mid point ad Adrian (siamo esattamente a metà strada) e dove per festeggiare ci concediamo una buona torta al suo tipico cafè…
Passiamo poi Tucumcari, strapieno di Motel su una route che costeggia la intestate su paesaggi ormai essenzialmente aridi e desolati (alcuni tratti sono pure sterrati). Facciamo una sosta a Santa Rosa dove ci rinfreschiamo i piedi al particolarissimo blue hole (una piccola piscina naturale che arriva però ad una elevata profondità del terreno) meta di molti ragazzi che si tuffano da varie altezze.
Prendiamo poi la deviazione che segue la vecchia route (antecedente la deviazione del 1937, che tagliò le salite per Santa Fe) per andare verso Las Vegas (del New Mexico, quella famosa del Nevada ci aspetta in seguito) dove visitiamo la piazza del centro col suo famoso Plaza Hotel e a pochi km un palazzone oggi adibito a college nelle cui vicinanze sorgono piccole vasche termali (caldissime! quasi impossibile immergerci anche solo i piedi…).
Proseguiamo verso Santa Fe dove troviamo alloggio al Motel Western scene (55$) per poi buttarci subito a visitare il centro che si presenta molto carino e animato, con i suoi edifici in adobe, dai colori tenui, come l’ocra, l’arancio, il rosso e le travi in legno che sembrano voler mimetizzare l’insediamento umano con la natura e dove la nostra memoria non può non correre ad un’infinità di film western qui ambientati o che almeno la citano.
Ceniamo in un bel pub stile saloon carico di personaggi particolari, per poi rientrare e dedicarci al solito rituale dello studio del tragitto dell’indomani (questa è la route….)..
Ormai sono le 23 (per noi però è come se fossero le 24) sarà anche per questo che siamo stanchissimi e il letto chiama…
10° giorno (2^ tappa) Santa Fe e dintorni
Partenza Km 2795 arrivo Km 3115 Tot. Km 320
18 Agosto; Santa Fe – Pueblo Indiani – Santa Fe (New Mexico):
Oggi finalmente una giornata leggermente più rilassante. Come programmato infatti decidiamo di sostare nello stesso luogo anche una seconda notte per visitare i pueblo indiani a nord di Santa Fe.
Così facciamo una colazione vicino al centro per poi scoprire che proprio il centro è animatissimo per un festival dove tantissimi espositori nativi occupano la plaza e i suoi intorni con tantissimi turisti intenti a curiosare. Anche noi non ci esimiamo e con tanta curiosità ammiriamo questo bazar veramente bello con una cornice di una città veramente particolare.
Ci mettiamo quindi in marcia verso nord, dove fotografiamo il camel rock (roccia che effettivamente assomiglia a un dromedario) e poi sosta al Poja que Pueblo, piccolo Pueblo con esposizioni di manufatti dei nativi con shop annesso. Costeggiamo poi l’affascinante Rio Grande (dove vediamo alcuni gommoni che scendono per un rafting abbastanza tranquillo) per arrivare infine a Taos dove pranziamo in un buon ristorante messicano e dove visitiamo la plaza anch’essa strabordante di negozietti. Il punto forte è però il pueblo-Taos (6 km ancora a nord) veramente bello dove si può ammirare per 10$ un vero villaggio abitato continuamente da quasi un millennio.
Le case sono fatte di mattoni crudi con una sorta di “cappotto” realizzato sempre di fango e paglia, alcune di queste sono attrezzate come piccoli laboratori artigiani e non manca nemmeno una chiesetta con annesso cimitero.
Per il ritorno scegliamo una strada alternativa che attraversa un paesaggio completamente diverso, una foresta fittissima e fresca. Ancora sosta in altri due pueblo, Santa Clara e San Ildefonso sempre particolari ma meno estesi di Taos.
Facciamo anche un allungamento per Los Alamos dove negli anni ’40 fu sede degli studi segreti degli scienziati Usa per la bomba atomica che portò al suo utilizzo in Giappone nell’agosto ’45. Purtroppo sono ormai le 20 e il museo è già chiuso.. peccato. Torniamo a Santa Fe che ritroviamo praticamente deserta dopo il caos di stamani, ci facciamo un gelato per cena e poi a cuccia… oggi è presto quindi possiamo lavarci qualcosa e al solito scrivere e prepararci il tragitto per domani… la route ha già nostalgia di noi e ci aspetta…
11° giorno (7^ tratta) Santa Fe Gallup
Partenza Km 3115 arrivo Km 3529 Tot. Km 414
19 Agosto; Santa Fe – Gallup (New Mexico):
Lasciamo di buon mattino Santa Fe e puntiamo verso Albuquerque per tornare sulla route 66. Sosta a Madrid che sta su una stradina panoramica verso sud e famosa anche per essere stato il set di “svalvolati on the road”, posto azzeccatissimo visto che durante la nostra colazione di svalvolati ne vediamo parecchi.
Poi ad Albuquerque (dopo esserci imbatutti in un automobilista completamente folle) visitiamo il museo delle scienze anche questo basato sugli studi dell’ atomica e tutta la sua storia sia militare che medica (vi sono anche i modelli in scala reale delle bombe sganciate sul Giappone).
Dopo un giro nella caratteristica Old Plaza, ricca di bottegucce e sede della prima abitazione costruita in città risalente al 1707, pranziamo al famoso 66’ diner, dove tutto ricorda gli anni ’50 (compresi i vestiti delle cameriere) per proseguire poi per Acoma sky city, un bellissimo pueblo posto su un altopiano di arenaria.
Qui il tour è obbligatorio su un pulmino e accompagnati da una guida che dura circa un ora e mezza e quindi rinunciamo, non senza però esser saliti di nascosto per fare qualche foto e devo dire che anche la vista dei dintorni è spettacolare con paesaggi disegnati da rocce particolari.
Proseguiamo verso ovest con una piccola deviazione su un parco nazionale con tanto di camping e laghetto frequentato da vacanzieri della domenica, e finalmente arriviamo alla nostra tappa.. Gallup, che dovrebbe aver dato spunto per il paesino di Radietor Spring del film Cars della Disney, ed effettivamente specialmente per i suoi dintorni con il parco naturale delle rocce rosse lo ricordano proprio… sono veramente spettacolari!
Il paesino invece malgrado siano solo le 20 ci appare sonnolento, noi prendiamo una camera al motel (50$) e dopo aver visionato l’ hotel El Rancho (famoso per aver ospitato varie star hollywoodiane durante i ciak dei film western, ma troppo caro per noi), cerchiamo qualcosa da mangiare ma già alle 21 molti locale sono chiusi e quindi ci accontentiamo di Burgher King. Poi dopo un rapido giretto in paese, in camera per prepararci come al solito la giornata di domani. Notte… che domani passeremo in Arizona.
12° giorno (8^ tratta) Gallup Canyon de Chelly
Partenza Km 3529 arrivo Km 3984 Tot. Km 455
20 Agosto; Gallup (New Mexico) – Foresta Pietrificata (Arizona) – Canyon de Chelly (Arizona):
Sveglia, doccia e subito in macchina alle 8.00 per la partenza, infatti oggi abbiamo in programma un bel giretto. Sosta per prendere i francobolli e per la colazione e poi via. Il tragitto della route costeggia sempre la I40 e quasi subito entriamo in Arizona il nostro settimo stato. La nostra prima tappa è il parco naturale della foresta pietrificata. È un tragitto che si snoda lungo 28 miglia dove si incrociano paesaggi eccezionali. Intanto il deserto dipinto, vallate con dune di colori accesissimi, per proseguire al pueblo del puerco con rocce che conservano vari disegni rupestri. Ancora attraversiamo delle colline particolari per i loro colori stratificati (alcune ricordano veri e propri budini con lo zucchero sopra) e infine troviamo i famosissimi tronchi pietrificati.. incredibili! Trattasi di trochi d’albero antichissimi cui una serie di concause ne hanno portato la fossilizzazione e cristallizzazione, infatti se da fuori sempra normale legno dentro è vera pietra!! Usciamo incantati e raggiunto Holbrook accompagnati da un bel temporale, per la prima volta ci stacchiamo dalla route e ci dirigiamo verso nord con destinazione il canyon de chelly. Il paesaggio cambia da subito offrendoci la vista di monti e vallate di un rosso sempre più acceso. Arriviamo a Chelly e scopriamo con piacere che l’ingresso è gratuito per quanto riguarda le strade panoramiche che costeggiano il canyon delle quali scegliamo quella lungo il lato sud lunga 17 miglia). Si trovano vari punti panoramici, frequentati da vari nativi intenti a vendere ai turisti le loro creazioni, e ciò che si può ammirare ci lascia senza parole! Speroni di roccia alti fino a 200m rossissime a strapiombo su vallate alberate. Troveremo qualcosa di più bello? Domani vedremo…, per adesso ci godiamo il sole che tramonta dietro queste rocce con la compagnia dei fortissimi richiami degli animali che passeggiano nella valle e i piccoli furetti che mangiano le bacche..
Per la notte stiamo in un piccolo campeggio all’interno del canyon (10$ per il posto auto), e quindi proviamo anche la nostra auto versione camper. Mangiamo un’insalata in una zona pic nic alla luce dei fari, prepariamo “i letti” e già alle 21 è buio pesto, scrivo qualcosa accompagnato dal canto di un indiano che si solleva dal baretto del camping e poi nanna…
13° giorno (9^ tratta) Canyon de Chelly Grand canyon
Partenza Km 3984 arrivo Km 4526 Tot. Km 542
21 Agosto; Canyon de Chelly – Monument Valley – Grand Canyon (Arizona):
Oggi la sveglia è dura. Comunque dormire in auto non è mai comodissimo. Per lo meno ci alziamo all’alba (per l’ora non ci siamo ancora ben sincronizzati, infatti nelle riserve usano l’ora legale mentre nel resto dell’Arizona no… mah)!… Dopo una rapida colazione puntiamo dritti all’agognata Monument Valley. Siamo lì per le dieci e subito vediamo un gran fermento di turisti, ma noi visto i prezzi delle guide navajo, scegliamo di farci il tour fai da te con la nostra auto stavolta versione fuori strada, lungo le 17 miglia attorno ad un paesaggio da film western, ammirando e fotografando questi immensi monoliti spettacolari erosi dal tempo ed immersi nella terra rosso fuoco, dove ogni scorcio dà una prospettiva differente di questa meraviglia della natura. Optiamo anche per un pranzo buffet nel nuovo hotel che affaccia proprio su questa impareggiabile vista, da dove si vedono i pulmini delle guide che sfrecciano tra le rocce e la polvere, e sembra che da un momento all’altro appaia John Wayne…
Alle 14.30 di nuovo on the road, ci muoviamo a malincuore ma consci che ci aspetta un’altra meraviglia del mondo (stiamo facendo il pieno) il Grand Canyon. Entrati dall’ingresso est diamo subito una prima sbirciatina a questo spettacolo della natura (pass auto 25$), un canyon scavato dal lavoro incessante del fiume colorado per milioni di anni, un vero lavoro certosino il cui risultato ha portato a strapiombi di 1,7 km conditi da tantissimi strati colorati e si pone ora davanti ai nostri occhi (come a quelli di milioni di turisti ogni anno).
Indescrivibile!! si deve solo vedere, si pensi solamente al fatto che qui si possono tra l’altro incontrare diverse fasce climatiche, passando dai boschi di conifere ad ambienti desertici.
Dopo un piccolo pit stop in hotel (proprio vicino l’entrata sud del parco) facciamo un altro salto nei punti raggiungibili a piedi per goderci lo spettacolo del tramonto… eccezionale anche se oggi è coperto e pioviggina. Una bella doccia e poi finalmente assaporiamo la bisteccona mexicana e devo dire veramente deliziosa (23$ a testa il piatto compsto del cowboy con birretta), nel villaggetto carico di ristorantini ben organizzati e ansiosi di ospitare la marea di turisti che frequentano tutto l’anno questo parco.
Poi il lettone non ci aspetta tanto…
14° giorno (10^ tratta) Grand canyon Las Vegas
Partenza Km 4526 arrivo Km 5046 Tot. Km 520
22 Agosto; Grand Canyon (Arizona) – Las Vegas (Nevada):
Subito in piedi… oggi dobbiamo raggiungere Las Vegas, ma la mattina è obbligatoriamente dedicate a questo “mostro della natura”… quindi andiamo subito al centro visitatori per una colazione e un pò di souvenirs e poi tra le varie opzioni scegliamo uno degli itinerari che si incuneano nel ventre del canyon. Per raggiungere il fiume colorado ci spiegano che sono necessarie due giornate (una per scendere e una per risalire dormendo quindi giù dove son presenti alcuni camping), dev’essere fantastico, ma noi ci accontentiamo di fare due orette per qualche foto per poi risalire (tracciato peraltro piuttosto faticoso)…. Inutile descrivere le viste che si presentano davanti ai nostri occhi.
Scappiamo a malincuore proprio quando arriva un bell’ acquazzone, direzione Williams per rimetterci nuovamente sulla route, e un bellissimo locale il cafè 66 ce la ricorda con il suo arredamento a tema, molto carino e c’è pure musica live….. proseguiamo poi su uno dei tratti originali più lunghi della route che da Seligam ci porta a Kingman nel silenzio più assoluto!
Da lì prendiamo la deviazione per la nostra meta e dopo qualche foto all’imponente diga Hoover sul confine col Nevada, dal deserto appare la città più pazza del mondo. Caos a volontà, in qualche modo riusciamo a raggiungere il parcheggio del nostro hotel, che devo dire è bellissimo in versione fiabesco – medievale. Dopo il ceck in vediamo che anche la camera è molto bella e spaziosa (ben spesi i circa 100$ per due notti per due persone) e poi subito ci buttiamo nella strip ad ammirare ciò che il lusso e la “pazzia” possono realizzare. Ci immergiamo in hotel che riproducono città come New York, Parigi e Venezia (canali e gondole comprese!!), slot machine in ogni dove, montagne russe, negozi, ristoranti il tutto curatissimo nei minimi particolari… insomma da vedere e restare a bocca aperta, anche per tutti i personaggi che circolano e fanno da degno contorno… Scopriamo peraltro che gli spettacoli (a parte quelli offerti da alcuni hotel, come le fontane musicali del bellagio e le battaglie piratesche del Treasure Island) sono carissimi (per noi) e dobbiamo rinunciare (peccato specie per il Cirque Du Soleil) e anche il mangiare non scherza, ci accontentiamo di un maxi hot dog per poi trascinarci nel nostro castello!!…
15° giorno (3^ tappa) Las Vegas Death Valley Las Vegas
Partenza Km 5046 arrivo Km 5603 Tot. Km 557
23 Agosto; Las Vegas (Nevada) – Death Valley (California) – Las Vegas (Nevada):
Oggi ci alziamo con un po’ più di calma, facciamo una colazione easy in hotel (te e brioche) per poi dirigerci verso il centro turistico dove raccogliamo informazioni per la Death Valley. Malgrado i preallarmismi sulle temperature altissime partiamo verso questo spettrale parco (oltretutto il più grande di tutti gli stati uniti continentali). Pagati i 20$ di ingresso notiamo che il paesaggio è effettivamente desolato (per quanto non mancano i turisti peraltro anche italiani sempre riconoscibilissimi), passando da terreno arido con piante grasse a dune spettacolari di sabbia (sand dunes) e colline bianche o con varie striature. Raggiungiamo il Dante View, dove possiamo osservare il punto più alto e quello più basso degli States (continentali). La temperatura oggi si ferma a 106°F (circa 41°C), quindi non esagerata anche se scendere dall’auto ci dà la sensazione di stare dentro un forno. Vediamo il centro visitatori, il campo da golf del diavolo e la via degli artisti (strettissima e tutta zig-zag tra le colline). In alcuni scorci queste rocce trasmettono l’impressione di un paesaggio lunare senza vegetazione e senza vita. Constatato che la strada per lo scottish castle è chiusa decidiamo di rimetterci in strada verso Las Vegas attraverso la I95.
Una bella doccia rinfrescante e via di nuovo sull’affascinante strip, dove visitiamo altri hotel come il Mandala Bay e il Luxor, quest’ultimo è una piramide egiziana con tanto di sfinge e geroglifici, dove come dappertutto è perfettamente organizzato per indirizzare il turista a giocare e spendere nell’illusione della vincita che cambi la vita. Noi invece di accontentiamo di buttarci nel nostro localino per un altro hot dog economico.
La stanchezza si fa sentire ma tornati in albergo non possiamo rinunciare almeno ad una puntatina, siamo a Las Vegas.. dai!!! (mica a Las Plassas J). Cambiati 40$ optiamo per la classica roulette (il gioco più facile da capire… per noi profani), e finisce che dopo una mezz’oretta di puntate usciamo vincitori di “ben” 8$, va bè è già qualcosa..
All’ 1.30 in camera a scrivere e leggere e zzz… ronf….
16° giorno (11^ tratta) Las Vegas Los Angeles
Partenza Km 5603 arrivo Km 6258 Tot. Km 655
24 Agosto; Las Vegas (Nevada) – Los Angeles (California):
Ci alziamo prestino per salutare il nostro castello incantato, ma non prima di aver visionato la piscina (veramente bella, peccato non aver avuto tempo di sfruttarla un pochino), per fare poi un salto ad un outlet pochi km a sud di Las Vegas, dove compro due belle magliette, un maglioncino e degli occhiali da sole (tutto molto conveniente).
Poi decolliamo che ci aspettano più di 600 km. Rientriamo dalla I95 verso la route che riprendiamo poco prima di Goffs e proseguiamo lungo i margini del deserto del Mojave, dove anche qui le temperature si fanno sentire belle alte, il paesaggio intorno ha qualcosa di unico e ci fermiamo più volte a fare delle foto agli stemmi della 66 pitturati nell’asfalto. Attraversiamo vari paesini quasi inesistenti (Essex, Chambless e Amboy dove visitiamo un vero vulcano attivo), per poi fermarci per visitare poco prima di Barstow una vera ghost town (Calico) ormai relegata come attrazione turistica, dove facciamo anche un giretto nel vecchio trenino delle miniere dal quale si ammirano anche le casette stile western…
Si prosegue per San Bernardino dove visitiamo il caratteristico Motel Wigman, con le camere a mò di tenda indiana (copiato nel film cars), per poi proseguire nel nostro rush finale lungo viali alberati quali biglietti da visita di Los Angeles, dove il traffico ci ricorda che andiamo verso una megalopoli (addio desertici silenzi!!). Riusciamo a seguire passo passo la route (ben segnalata e pubblicizzata) che prosegue entrati in città lungo la santa Monica blv, per arrivare (dopo un piccolo stop and go in hotel) proprio alla spiaggia omonima, quando ormai imbrunisce. Parcheggiamo con qualche difficoltà l’auto, entriamo a piedi nel pontile (Saint Pier) per la foto di rito sotto il cartello che indica la fine della route 66 e sancisce anche la fine della nostra bellissima avventura attraverso le 2448 miglia della mother road (senza contare tutte le deviazioni che abbiamo fatto!).
Ci concediamo un gelatino sul pontile molto frequentato da ragazzini, visto che c’è anche una piccola giostra (con una ruota panoramica ad energia solare!!), e dopo aver toccato il pacifico rientriamo nel nostro motel per un meritato riposo, stanchi ma felici di esser riusciti a compiere il nostro giretto così come programmato (bèh.. più o meno)…. E non è ancora finita… A domani…
17° giorno (4^ tappa) Los Angeles
Partenza Km 6258 arrivo Km 6345 Tot. Km 87
25 Agosto; Los Angeles (California):
Oggi giornata relax dedicata alla visita della città. Dopo una colazione in motel (te e bombolone) ci dirigiamo verso hollywood bl, e dopo aver passeggiato tra le stelle della walk of fame, decidiamo tra le moltitudini offerte di un tour operator, di visitare gli studios. Andiamo con l’autobus, e ci accorgiamo che sono una sorta di parco divertimenti, con tantissima gente e tanta fila specie per le attrazioni principali. Vediamo molti spettacoli 4D veramente belli (Sherk, Terminator) ma ciò che più ci colpisce è il tour degli studios, con tantissimi richiami a film cult come lo squalo, ritorno al futuro, king kong e tanti altri. Molto interessante è anche lo spettacolo legato agli effetti speciali che spiega proprio i trucchetti che ci appassionano nelle sale cinematografiche. Notevolissima anche la rappresentazione dal vivo dello spettacolo waterworld, strapiena di effetti direi sconvolgenti (atterra pure un aereo).
Alle 18.00 scappiamo a malincuore (tante altre attrazioni ci aspettavano) per non perdere l’ultimo autobus e recuperata l’auto facciamo un tour identico a quello proposto dai bus turistici, passando per beverly hills (tantissime villette e villone), rodeo drive (negozi lussuosi a go-go) e santa monica blv (la nostra cara vecchia route 66, già percorsa ieri), e ovviamente passiamo sotto la collina con l’enorme scritta Hollywood.
Dopo uno pit stop tecnico in camera ci buttiamo verso la down town per la cena, ma ci accorgiamo che i quartieri più animati restano quello giapponese (little Tokyo) e cinese, tutti decorati di lucine con tanti richiami a queste culture e frequentati ovviamente dalle popolazioni orientali di questa megalopoli..
Optiamo per il giappone (una sorta di minestrina in brodo con hamburger vegetariano) abbastanza buono!
Dopo un giretto per il centro rientriamo, anche se oggi è sabato non abbiamo più l’età e la stanchezza si inizia a far sentire e poi vogliamo preparare al meglio il nostro ultimo giorno a disposizione.. che fare?… Le scelte sono veramente infinite…. D’altronde siamo a Los Angeles…
18° giorno (4^ tappa) Los Angeles-San Diego-Los Angeles
Partenza Km 6345 arrivo Km 6834 Tot. Km 489
26 Agosto; Los Angeles – Costa Pacifica – San Diego – Los Angeles (California):
Ultimo giorno a disposizione…. (sigh!!!).. scegliamo di fare un bel giretto per conoscere la costa californiana, direzione sud e quindi verso San Diego. Iniziamo visitando alcune spiagge cittadine, come Venice molto carina, un classico dei telefilm dove si incontrano tanti giovani che sfrecciano in skateboard, bici o che fanno semplicemente jogging. Facciamo poi una sosta a Manatthan beach dove c’è tantissimo movimento dovuto anche ad un torneo di beach – volley. Le spiagge sono ampie e curate, mentre il mare lascia un po’ a desiderare ed è pure freddo, ma di certo non mancano tanti localini lungo le stradine adiacenti.
Proseguiamo costeggiando la costa e aggiriamo la penisola di Palas verdes dove ci sono belle visuali ideali per qualche foto, zona questa in cui abbondano tante ville immerse nel verde, sicuramente anche di qualche vip, e arriviamo poi a Long Beach, incasinatissima anche perché scopriamo che il suo è il terzo porto merci al mondo.
Un’altra sosta decidiamo di farla più a sud a Laguna beach dove ci godiamo un’oretta di sole, ma niente bagno l’acqua è ancora tanto fredda (…e sporchina), mentre il movimento non manca neppure qui.
Puntiamo poi decisi per San Diego tramite la Hwy I15 per arrivare verso le 19.00 giusto in tempo per goderci il tramonto dal bel porto sul pacifico e visitare il centro della down town carica di locali e gente che passeggia mentre sorseggia qualche drink. Facciamo anche un salto alla little Italy, dove i riferimenti alla nostra cara terra sono tanti, specie quelli culinari, ma resistiamo alle tentazioni delle pizze (quella la mangeremo in Italia) e scegliamo un localino del luogo per una bistecca e un’insalata ($28).
Poi torniamo verso L.A. per arrivare verso le 24.00 e poi subito a nanna domani ci aspetta un bel viaggetto di rientro…
19° giorno (4^ tappa) Los Angeles – Milano
Partenza Km 6834 arrivo Km 6863 Tot. Km 29
IL RIENTRO (a Milano)
26 Agosto; Los Angeles (California)– Minneapolis (Minneapolis) – Amsterdam (Olanda) – Milano (Italia):
Oggi è giorno di rientro, ci alziamo abbastanza presto per avere il tempo di sgalluparci il nostro tè con il bombolone (e mettercene qualcuno in borsa per il viaggio), ma specialmente prepararci le valige, recuperando tutte le cose abbandonate in auto. Partiamo con un buon anticipo per percorrere la trentina di km che ci separano dall’aeroporto, nel dubbio dato dal fatto che non conosciamo il traffico del lunedì mattina di una megalopoli..
Arriviamo comunque per tempo al parcheggio di restituzione dell’auto dove ci dedichiamo ad un ultimo controllo e una foto d’addio con la nostra fedelissima compagna d’avventura dopo tanti giorni di fedele servizio. Constatiamo che anche l’operatore si stupisce del numero di km fatti con l’auto, ci buttiamo in questo immenso aeroporto alla ricerca del nostro gate, non prima di concederci un ultimo hamburger e qualche piccola spesuccia (anche per spendere qualche dollaro che ci avanza).
Stavolta è proprio finita. Dopo 19 giorni, 9 stati, tante città, innumerevoli paesini, 4268 miglia (km 6863), possiamo dire di avercela fatta.
Il nostro primo volo ci porta puntuale al nostro primo scalo di Minneapolis dopo 3h30’, e dopo lo stop di circa 1h30’, ci imbarchiamo per il tratto lungo di circa 8h15’ che ci porterà ad Amsterdam. Il tempo passa tra chiacchiere, qualche sonnellino, un po’ di musica e ci vediamo nei monitor anche il film War Horse, il tutto accompagnato da due frugali pasti.
Anche lo scalo nella capitale olandese dura 1.30h, per poi volare ancora 1h40 fino a Milano. Per quanto stanchissimi e stravolti dal fuso orario qui è già l’ora di pranzo del 28 agosto, riusciamo recuperati dal mio collega a fare un salto in ufficio per fare la presenza e poi via verso la mia casetta.
Ma la giornata non finisce prima di accompagnare Antonella per il suo nuovo volo per la sardegna (non le basta mai!!)… Poi finalmente nanna pronto a sognare tutti i paesaggi fantastici vissuti in questo strepitoso viaggio… o pensare al prossimo…
LE TAPPE – Descrizione
Sono disponibili diverse guide che descrivono il tragitto della route 66 e delle sue varie deviazioni (vedi il vecchio tratto per Santa Fè deviato negli anni trenta). Tragitto che si può organizzare a piacimento dividendola in un numero imprecisato di tappe e di conseguenza di giorni. Io ho utilizzato informazioni da internet, per valutare il tipo di percorso in base ai costi, al numero di km da fare giornalmente e quindi al tempo, ma lungo il percorso è facile avere ogni tipo di informazione con distanze parziali e progressive tra le varie soste e le varie località d’interesse (per quanto sia meglio partire già con un’idea di base chiara, specie se non si conosce bene la lingua)!
Senza aver la pretesa di sostituire le ottime guide, ma solo per fornire qualche notizia integrativa e dare una testimonianza diretta, ho comunque preparato una illustrazione delle tappe del mio viaggio che coprono comunque tutto il tratto della route 66 (ad esclusione del tratto dell’Arizona tra Holbrook e Williams di circa 200 km, sostituito dalla deviazione verso la Monument Valley e Grand Canyon) per un totale di circa 3940 km, da Chicago a Los Angeles, che diventano 6863 con tutte le deviazioni.
Per una migliore comprensione di quanto detto in ogni singola tappa occorre premettere alcune cose:
Le distanze indicate sono reali, ma si è scelto di indicare quelle effettivamente percorse giornalmente e indicate dal tachimetro dell’auto, quindi sempre maggiori di quelli tra le località percorse visto che comprende le deviazioni o gli errori di tracciato (quindi differisce sicuramente un poco da quello indicato dalle singole guide).
Le informazioni sui costi pasti e hotel sono indicative basate sulle mie esperienze (agosto 2012) integrate da altre di varia provenienza. La situazione presenta comunque variazioni stagionali e in continua evoluzione, sono sempre possibili infatti chiusure temporanee per lavori di alcuni locali e motel specie nei periodi non estivi.
Da Chicago si parte con 7 ore in meno che in Italia, il tragitto poi porterà al passaggio di 2 fusi orari, dove si dovrà portare le lancette un’ora indietro (il primo tra il Texas e il New Mexico e il secondo tra l’Arizona e la California o il Nevada). Per quanto riguarda l’Arizona, i territori Navajo si distinguono dal resto dello stato perché utilizzano l’ora legale; il problema è che non è mai chiaro quando si è dentro o fuori i territori Navajo…
Si riporta di seguito uno schema riepilogativo suddividendo il tragitto, e quindi il chilometraggio del viaggio, in giorni solari ossia dalle 0.00 alle 24.00 circa.
(si tenga conto di quanto affermato precedentemente sull’orario – fusi orari).
N. Tappe (In corsivo le soste) – KM/Parz-Progr. – N° GG/Parz. progr.
Partenza Milano – Chicago — — 1 1
1 tappa Chicago — — 2 3
1 Chicago (IL) – Springfield (IL): 348 348 1 4
2 Springfield (IL) – Rolla (MO): 452 800 1 5
3 Rolla (MO) – Afton (OK): 431 1231 1 6
4 Afton (OK) – Weatherford (OK): 507 1738 1 7
5 Weatherford (OK) – Amarillo (TE): 499 2237 1 8
6 Amarillo (TE) – Santa Fe (NM): 558 2795 1 9
2 tappa Santa Fe (NM) – Pueblo Indiani (NM) 320 3115 1 10
7 Santa Fe (NM) – Gallup (NM): 414 3529 1 11
8 Gallup (NM) – Canyon de Chelly (AZ) : 455 3984 1 12
9 Canyon de Chelly (AZ) –Grand Canyon (AZ): 542 4526 1 13
10 Grand Canyon (NM) – Las Vegas (NE): 520 5046 1 14
3 tappa Las Vegas (NE) – Death Valley (CA)- Las Vegas (NE): 557 – 5603 – 1 – 15
11 Las Vegas (NE) – Los Angeles (CA): 655 6258 1 16
4 tappa Los Angeles (CA): 87 – 6345 – 1 – 17
4 tappa Los Angeles (CA) – San Diego (CA) – Los Angeles (CA): 489 6834 1 18
Ritorno Los Angeles (CA) – Milano (IT): 29 6863 1 19
SIMBOLI della ROUTE 66
Se prima la route 66 era l’arteria simbolo d’America, ora lo è sempre più per i turisti, animati dal desiderio di tuffarsi in un tempo di un’America che non c’è più. Seguirla non è sempre semplicissimo, anche se col passare degli anni i vari stati pare si organizzino sempre meglio per evidenziarla, anche spinti dalle varie associazioni di appassionati nostalgici.
Ad ogni modo ad oggi lungo la route si trovano i classici cartelli (prevalentemente marroni) indicanti lo stato e nel caso di bivi con l’aggiunta di una freccia direzionale.
I problemi principali possono sorgere nei tracciati cittadini (specie nelle grandi città), come il rischio generale di perdere qualche bivio e quindi allontanacisi.
Ecco alcuni consigli per evitare (o almeno ridurre) i problemi:
– È consigliabile una buona mappa che indichi le varie uscite o intersezioni con i tratti autostradali (è facile trovale nei vari shop o motel sulla strada).
– Stralcio di mappa con evidenziata in rosso la route 66 (zona di Oklahoma City)
– Avere un navigatore è comodo, se anche non lo si può programmare per proseguire su una strada ormai dismessa, almeno lo si può utilizzare per capire la posizione e trovare qualche indirizzo (vedi motel / hotel, musei ecc..)
– Chiedere tranquillamente informazioni, le persone sono di solito cordiali, e contente di aiutare qualcuno interessato a conoscere la loro terra e storia, e poi ricordate che queste comunità vivono grazie ai turisti che il mito della route 66 gli porta.
Ad accompagnarvi lungo il vostro viaggio vi saranno (oltre al vostro entusiasmo) in particolare alcuni simboli che pian piano diverranno familiarissimi.