La mia irlanda

Ascoltando gli U2 viene più facile parlare dell’Irlanda … della verde Irlanda. E’ proprio vero che l’Irlanda e’ un magnifico ed immenso prato verde! Non ti spieghi come possa essere così affascinante finchè non lo… calpesti! La prima volta che ho goduto di questa vista spettacolare è stato in prossimità del castello di...
Scritto da: Raffaella Guidi
la mia irlanda
Partenza il: 06/07/2003
Ritorno il: 14/07/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Ascoltando gli U2 viene più facile parlare dell’Irlanda … della verde Irlanda. E’ proprio vero che l’Irlanda e’ un magnifico ed immenso prato verde! Non ti spieghi come possa essere così affascinante finchè non lo… calpesti! La prima volta che ho goduto di questa vista spettacolare è stato in prossimità del castello di Kilkenny:mi sono affacciata e il mio sguardo si e’ perso su un mare verde infinito,come quando si dice “a perdita d’occhio!” Il bello poi è che i prati irlandesi (o inglesi che dir si voglia ) più li calpesti e più diventano belli –altrimenti non si spiegherebbe come mai tutti possono giocarci, mangiarci e quant’altro. Insomma ho fatto la mia ripresina nonostante già sapessi che non avrebbe reso l’idea poco mi importava,perché ho capito che certe cose te le vivi e te le tieni per te con tutte le sensazioni del caso. A fianco avevo un degno compagno -il mio compagno- che aveva già avuto una piccola esperienza irlandese e al quale era venuta l’idea di affrontare questa avventura . Insomma partiti da Dublino alla volta –appunto –del castello sopra citato non resistevo alla tentazione di riprendere tutto quello che mi ritrovavo di fronte perché era affascinante già di suo il fatto che si guidasse a destra con la sensazione di essere in “contromano legalmente “! Dall’autoradio della macchina potevi sempre ascoltare qualche canzone country o dei mitici U2 che accompagnava degnamente viaggio e riprese e io –che notoriamente ho la vena artistica- facevo la regista “ fai da te” azzittendo il mio compagno se la musica del momento si adattava alla visuale! Quando ci siamo allontanati dal castello era ora di cercare un posto dove passare la notte. Cosa si fa quando si va in vacanza? Si prenotano gli alberghi,soprattutto se il viaggio prevede infinite tappe dovendo spiegarti in una lingua che non e’ la tua e –soprattutto- poco si avvicina a quella che credevi di aver studiato per anni vantandoti di capire e farti capire dagli altri ( ma questa e’ un’altra storia!). In Irlanda NO. In Irlanda si va nei B&B!! In agenzia viaggi me lo avevano detto :”In Irlanda è pieno di B&B ed è conveniente,comodo e sicuro “. Allora non ci restava che provare a bussare alla prima casa con la scritta(appunto) B&B …pronti?Via! Ci apre una ragazzetta carina e ci fa entrare nella casa che ci avrebbe ospitato per quella notte. Non ci potevamo credere …era bellissima: arredamento in perfetto stile inglese, coperte e tendine in tono fra loro…sembrava di essere stati catapultati in un libro di Agata Christie! In realta’non sapevo bene se potevo, toccando qualcosa, far scomparire d’improvviso tutto come al mio solito; quindi decido di posare la valigia a terra e girovagare per la piccola stanzetta. Naturalmente ci stava aspettando il solito benvenuto: piccola mensola -con sopra due tazze-, bustine di the – caffe’ e zucchero,panna liquida e scaldaacqua elettrico…tutto lì pronto per noi! E’ tutto troppo divertente! Decidiamo di uscire e perlustrare i dintorni (o l’interland come dice Gabri) e ci rendiamo subito conto che abbiamo proprio fatto bene a fermarci qui; intorno a noi si apprezzavano le casette irlandesi dove sembrava non vivesse nessuno tanto erano perfette! Ognuna aveva giardini immacolati coperti di prato inglese e fiori e da fuori intravedevi i tendaggi alle finestre che parevano disegnati; su ogni davanzale poggiavano vasi di fiori bellissimi e le porte d’ingresso erano tutte di colore diverso ( a Dublino avevamo notato che le porte d’ingresso delle case e dei palazzi erano di legno colorato e per questa caratteristica vengono definite “the dublin doors” )…forse erano finte?…forse era un’attrattiva per i turisti? Non era importante, ma solo incredibilmente affascinante! Col proseguire del viaggio ci saremmo comunque resi conto che questo tipo di strutture era diffuso per tutta l’Irlanda…e ciò la rendeva ancora più attraente. Al ritorno nella nostra stanza abbiamo notato qualcosa di anomalo :come mai le nostre valige non erano più a terra?qualcuno le aveva poggiate su una specie di panca di legno… …ma certo-che stupidi-il pavimento era interamente coperto di moquette e le valige l’avrebbero rovinata con i piedini di ferro. Abbiamo subito immortalato questa prima esperienza sulla videocamera! La sera, in Irlanda, non c’e’ niente di meglio che andare in un pub e bersi una bella birra (marchio Kilkenny o Guinnes naturalmente); oppure per quelli come me, che non la amano , un irish coffe che come lo fanno gli irlandesi non lo fa nessuno!! Aprirei un breve parentesi sui pub irlandesi che se non li vedi non ci credi ! Sono sparsi su tutto il territorio e rappresentano-per alcuni–l’unico svago della giornata; la cosa sconvolgente però e’entrarci la prima volta. In alcuni paesini sperduti è capitato di fermarci per un caffe’(sempre rigorosamente irlandese!) e addentrarci in un “Long bar”. Il long bar ha di solito un’entratina che ti fa pensare: “Adesso entro in una bettola di quarta categoria” …ma quando sei dentro la realtà si mischia con la fantasia e ti si apre di fronte un immenso, lunghissimo, bellissimo pub irlandese con tutti i sacri crismi!!! In realta’ ne ho visti di pub inglesi in Italia e già sapevo come erano, ma vivere l’esperienza nel luogo d’origine è tutta un’altra cosa! Di solito al mattino sono abbastanza deserti ma di sicuro ci trovi un anziano del posto che si beve la sua bella birra associata rigorosamente ad un bel bicchiere di wiskie.-…un sorso di birra ed uno di wiskie… …saranno sempre ubriachi!!! Li trovi lì, appoggiati al bancone di legno scuro che chiacchierano con i proprietari e tu ti puoi aggirare per il locale per ammirarlo, per guardare vecchie foto del posto, per accorgerti che tutto è perfettamente in tono con il clima …anche tu!!! Al mattino ci aspettava un’altra sorpresa: la mitica colazione all’inglese!!! La stanza adibita a tale scopo (dining room ) era anch’essa uno spettacolo: qualche tavolino rotondo con sopra – pronte -due tazze (tipicamente inglesi) un cesto con diversi tipi di pane; un altro con quello tostato; un piattino con il burro; una ciotola con la marmellata normale ed una con quella di arance (che pare vada per la maggiore ) e su un tavolo a parte trovavi tutti i tipi possibili immaginabili di cereali. I padroni di casa- con la gentilezza tipica di chi aspettava solo te – prontamente ti portavano il caffe’,il te,il latte e-a richiesta –la colazione all’inglese. Io mi sono detta “sono in Irlanda e mi metto a fare l’italiana? Non se ne parla: io mangero’ la colazione all’inglese!” Quest’ultima prevede: uova fritte, bacon, salsiccia e polpettine – non so se mi spiego – …l’esperimento non e’ riuscito…troppo pesante anche per me (che digerisco tutto…pietre comprese! ). La colazione “continentale” mi avrebbe accompagnato per il resto della vacanza! La ragazza che ci aveva ospitato era cosi gentile che ci ha dato l’indirizzo del B&B dove andare all’arrivo nella seconda tappa. Mentre percorriamo le strade dell’Irlanda di prima mattina ci imbattiamo in uno dei famosissimi cimiteri celtici. Uno dice –ma cosa ci potrà mai trovare di bello in un cimitero! Io dico che chi non e’ stato in Irlanda non può capire il fascino che ha un cimitero celtico! E come dico sempre io in Irlanda ci sono :cattedrali,pecore e cimiteri celtici!! Insisto nel chiamarli celtici perché c’è un suo perché. I c.c. Sono datati -magari- 1300 o addirittura 300 DC-; sono provvisti di croci bellissime ognuna delle quali rappresenta qualcosa; sono in mezzo alla strada! Allora se me ne sono trovato uno di fronte, dovevo fregarmene? Telecamera in spalla e commenti pronti ci siamo addentrati in quel che rimaneva di questo cimitero il quale risaliva pressappoco al 1180 il suo nome è Jerpoint Abbey. Dalle indicazioni della guida pare si trattasse dei resti di uno dei più bei monasteri d’ Irlanda tanto che conteneva al suo interno delle tombe più o meno intatte e io mi aggiravo silenziosamente per poter riprendere il rumore dei miei passi sulla ghiaia antica di quello che restava della cattedrale! Il prato irlandese non mancava e ci accompagnava il suono stridulo di alcuni strani volatili sui quali non ho voluto sindagare e che facevano-comunque- atmosfera tipo “Il nome della rosa”! Era diventata una normale abitudine riprendere questi luoghi soprattutto se avevano fattezze diverse. Ormai non ci facevo più caso, cioè era normale entrare e curiosare tra le tombe tanto che ad un certo punto mi è venuta come una risata isterica nel momento in cui mi sono resa conto che calpestavo proprio quelle tombe e le riprendevo con la stessa totale disinvoltura con cui in precedenza immortalavo un panorama o una pecora!! Mi veniva in mente la canzoncina “ era una notte d’acqua a catinelle;andavo in giro senza le bretelle ,quando fui giunta presso un cimitero :com’era buio;com’era nero!Quando fui giunto presso ad una tomba,vidi una bionda…mamma mia che bionda era il fantasma della Gioconda che ripuliva la tomba nera e fonda!!!”…ecco…con questo sarebbe meglio smettere le descrizioni ! Esaurito l’argomento “sacro “direi che in Irlanda ci sono molte altre attrattive ad esempio le pecore. Te le ritrovi nelle più svariate circostanze soprattutto mentre viaggi con la macchina! Gli irlandesi, però,non sono sprovveduti e ti avvertono con dei cartelli sui quali trovi scritto “ rallentare pericolo pecore in transito!” o qualcosa di simile! Allora tu stai attento perché loro lo sanno che sei avvisato, per cui vagano tranquillamente in mezzo alla strada alla ricerca di erbetta fresca (come se in Irlanda mancassero prati )…forse quella del ciglio della strada è più buona o semplicemente vogliono farsi fotografare o riprendere…ma non cercare di avvicinarle perché –non ho ancora capito bene come possano-mentre tu stai per raggiungerle loro piano piano …scompaiono… Le pecore producono una lana con la quale vengono confezionati dei maglioni con degli intrecci veramente belli. Se tu vuoi fare il vero turista non ti resta che acquistarli alle Isole Aran –Aran Islands- che sono il punto d’origine delle confezioni . Una leggenda dice che i pescatori riconobbero a suo tempo gli annegati dagli intrecci delle loro maglie , propri di ogni famiglia. Prendi un bel traghetto e, dopo un’oretta di navigazione, arrivi a destinazione. Non è che ci sia molto da visitare a parte una specie di spaccio della lana, ma la guida ti suggerisce di recarti anche al famoso forte. Se tu decidi di non avvalerti di quelle attrattive turistiche tipo biciclette affittate e pulmini devi almeno documentarti e studiarti le distanze…e quando ti rendi conto che dopo un’ora e mezzo di cammino in mezzo al deserto di pietra (dopo il deserto del Sahara ci sono subito le isole Aran –mi aveva detto giustamente la mia amica Elisa ! e aveva ragione ) non hai ancora incontrato nessuno a piedi come te …forse ti devi fermare e chiedere se hai fatto la scelta più appropriata! Noi ce lo siamo chiesto,anzi lo abbiamo chiesto all’autista che ci ha soccorso ormai esanimi e il quale ci ha risposto che eravamo solo a metà strada!!Non potevamo crederci e siamo stati ben contenti che lui fosse mosso da tale pietà da volerci accompagnare fino li! A parte che una volta arrivati abbiamo scoperto che non eravamo affatto arrivati, abbiamo anche pagato il biglietto per farci ulteriori dieci (o non mi ricordo quanti) minuti di salita per raggiungere il mitico forte! Forte?Ma quale forte?Dov’è il forte!! Non c’era… …c’erano tante pietre a formare tre cerchi concentrici che a suo tempo… erano un forte ..anche famoso ma la guida diceva “splendido” e mi sa che si era fatta prendere la mano dalla descrizioni. Non poteva essere vero! Non volevamo credere di aver fatto due ore di cammino per vedere cerchi di pietre!!! Il prossimo anno si va a Rimini-continuavo a dire- pensioncina tutto compreso …sole mare e niente più!!! Ne è comunque valsa la pena; pietre a parte eravamo arrivati su delle belle scogliere dalle quali si vedeva uno splendido panorama. Non era pero’ mozzafiato come quello delle Cliffs of Moher. Quelle sono delle scogliere con i controfiocchi! Là il tragitto più lungo lo abbiamo fatto in macchina e, una volta giunti al parcheggio, abbiamo iniziato una lunga e pericolosa camminata sul ciglio del precipizio. Non è stato faticoso proprio per via della pericolosità delpercorso; insomma eravamo concentratissimi a non cadere mentre facevamo le riprese con la videocamera. In fondo si trattava di fare un violetto di circa 120 m dritto dritto a picco sul mare! Io, essendo un regista serio, non potevo certo permettermi di fare errori nell’ immortalare il pericolo ! Camminavo tranquilla pur sapendo che non potevo farlo: giustamente il sentiero era delimitato da una specie di recinto di pietre messe proprio per evitare che i turisti facessero i furboni (come noi ) e camminassero dalla parte sbagliata… Ma non era per niente suggestivo e tutti passeggiavano allegramente al di là della barriera noncuranti dei pericoli . Non è successo niente di tragico e noi avevamo la soddisfazione di aver fatto delle riprese veramente interessanti. Per recarci alle isole Aran abbiamo transitato attraverso la bellissima cittadina di Galaway che ha un centro molto pittoresco e un pub fantastico dove abbiamo trascorso ben due serate. La prima sera siamo entrati per caso e io sono rimasta letteralmente senza fiato nel vedere quanto era bella e strano , ma quando ho sentito che c’era musica dal vivo mi sono detta che non potevo perdermelo proprio! E avevo ragione,perché non c’è niente di meglio che ascoltare una delle più belle canzoni degli U2 suonata con gli strumenti tipici irlandesi e cantata dal vivo! E la telecamera per immortalare?Che peccato…non c’era . La sorte era dalla nostra perché invece di fermarci per una sola notte ne abbiamo trascorse ben due per cui- con mia grande emozione –la sera dopo ci siamo presentati armati e io ho potuto immortalare tutto quello che vedevamo e sentivamo. Il giorno dopo abbiamo fatto un giretto per il centro così ho potuto acquistare il mitico anello di Claddagh che rappresenta un cuore, abbracciato da due mani e sormontato da una corona.Simbolo di amicizia ,lealtà e amore .Risale al XVIII secolo per volere del sovrano. Prima di conoscere questo oggettino non avevo fatto caso che tutti i souvenir irlandesi –dalle candele ai bracciali e varie altre cosine –hanno disegnato proprio questo simbolo che ,unito al trifoglio, rappresenta l’essenza stessa dell’Irlanda. Purtroppo quando si va verso il nord dell’Irlanda il clima si fa più freddo e il paesaggio risulta un po’ cupo,ma il fascino non cambia e fa quasi paura addentrarsi in mezzo alla sconfinata natura senza vedere anima viva per chilometri e chilometri . Speri sempre di aver preso la direzione giusta e non è tanto facile leggere le cartine-almeno per me! Verso nord pare che l’influenza dei vicini inglesi non abbia preso piede e dalle indicazioni dei paesi alle insegne dei locali trovi scritto in gaelico stretto (come dico sempre io );ad esempio se tu cerchi il paese di Galaway troverai sicuramente l’indicazione Gaillimh e se laggi “ fajta “sei il benvenuto! E’ molto interessante ma cosi’ crollano tutte convinzioni sulla tua conoscenza dell’inglese! Avevo accennato a questo all’inizio del mio resoconto. Mi è sempre piaciuto l’inglese e a scuola ero pure brava, poi sono andata due volte in America e me la sono cavata discretamente sia a parlare ,che a capire che ad imparare cose nuove. Andando Irlanda non mi sono posta il minimo problema, anzi l’ho subito associata all’Inghilterra dove la lingua inglese viene parlata correttamente rispetto al Nuovo Mondo;eppure mi sbagliavo perché la prima volta che ho dialogato con un irlandese sono rimasta li’ secca senza aver capito una parola e mi sono detta :”Ma che lingua parlano?” E’-infatti- uno strano miscuglio dialettale fra il gaelico e l’inglese. …allora non sono io ! Ho tirato un sospiro di sollievo e mi sono rassegnata al fatto che tutte le volte dovevo chiedere al mio compagno di tradurmi le frasi che non capivo…che strazio. Tutto questo è cominciato già a Dublino-la capitale –città da cui siamo partiti per la nostra mitica avventura. Solo per salire sul pullmann mi sono incasinata e non avevo capito dove dovevamo andare e-soprattutto –dove eravamo! In pratica ci ha portato dritto dritto a destinazione ,cioè vicino al nostro albergo che ,senza saperlo ,era vicino al centro in modo che noi potessimo andare a piedi in gran parte dei luoghi più suggestivi di questa città (e sono tantissimi!) La stanza non era un granchè ma a me poco importava ;io sono di quelle che in albergo ci vanno a dormire e non pretendo tanto (viste le mie finanze!).Avevo fatto un’esperienza poco esaltante l’ultima volta a S.Francisco:alloggiavo all’Holliday Inn in pieno centro (the centre of the city!)e avevo speso un capitale e non ero neanche riuscita a farmi un tuffo in piscina!A Los Angeles mi sono ritrovata in una fantastica stanza dell’hotel Sheraton (fatto a castello delle fiabe )con tanto di televisione satellitare ; il tuffo in piscina non me lo sono fatto scappare-questa volta-anche se faceva un po’ freddo!La colazione,invece l’ho saltata perché costava dodici dollari! Allora mi sono detta :”Ma cosa ci sto a fare qui se non posso toccare niente?MI viene solo il nervoso e pago un sacco di soldi per infilarmi in un letto che ,con la luce spenta ,è uguale a quello di un motel,che costa un terzo solo per non avere il lusso di un’entrata da film e la musichetta in filodiffusione!” Conclusione: andava benissimo per le mie esigenze! Questo non è importante, però. L’importante era essere lì e girovagare per le strade di Dublino come un vero “doubliner”. Dublino ha diverse sfaccettature . E’ piena di luoghi culturali come le librerie che sono grandissime e piene di libri di tutti i generi e di dischi e di giochi…;di biblioteche affascinanti come quella del Trinity College – Old Library- che risale al 1700 e che racchiude circa 5000 manoscritti e 3 milioni di volumi stampati! Io avevo visto la foto sulla guida e già avevo deciso che era la biblioteca più incredibile che mi era capitato di vedere ma quando sono entrata facevo fatica a guardare per l’immensità del luogo (60 metri di corridoio!) e l’altezza degli scaffali. Se pensavo che c’erano libri risalenti addirittura al VIII secolo mi veniva male . Anche l’odore era antico e ti veniva quasi voglia di stare lì a leggere tutto. A Dublino trovi parchi circondatati da bei recinti di ferro battuto che racchiudono all’ interno tappeti di prato inglese curati alla perfezione dove io non sono riuscita trattenere la voglia di sedermi e farmi fare una foto; se ti fermi un attimo ti accorgi che la gente passeggia con discrezione e riesce a mantenere l’atmosfera di pace chiacchierando animatamente o bevendosi una cosa; vedi gruppi di ragazzi seduti sul candido manto verde che studiano ,dormono o semplicemente parlano senza disturbarsi l’un l’altro. Per andare al Trinity College dal nostro albergo dovevamo per forza passare davanti ad uno dei ritrovi più famosa di Dublino il Beylis Bar. Non è un comune bar: lì puoi sederti tranquillamente nella sala ( che sembra anch’essa una biblioteca ) e rilassarti leggendo un buon libro sorseggiando il loro famoso the o un caffè oppure mangiando qualcosa; sei sicuro che nessuno ti disturba e trovi i più svariati personaggi. Effettivamente i doubliners sono abbastanza variopinti rispetto al concetto italiano di persona! Quando cammini ti accorgi subito che stai incrociando un turista italiano e non uno del posto dall’abbigliamento: gli italiani- i ragazzi italiani – sono firmati dai capelli alla punta dei piedi; i ragazzi di Dublino no. Loro si vestono come capita e non credo che importi il giudizio del prossimo o semplicemente non hanno i mezzi per abbigliarsi all’ultimo grido. Quello che manca al turista italiano in genere è l’educazione che non si misura con la marca dei jeans! L’educazione civile di qua si vede dalle piccole cose; ad esempio a terra, vicino al semaforo, ti ricordano – con una bella scritta “look right” o “look left “ – da che parte devi guardare prima di attraversare sapendo che i turisti per lo più non guidano dalla loro parte e potrebbero essere travolti da un’auto (come ho rischiato svariate volte io). A me (che sono sempre distratta ) è servito tantissimo! Se non sai cosa fare non è importante; puoi addentrarti –per esempio – in Grafton Street che è una via pedonale dove sicuramente trovi qualche gruppo di musicisti che sfoggia la sua cultura musicale a fianco di semplici ambulanti poveri ( e a Dublino ce ne sono tanti ) di fronte a negozi di ogni genere. La sera potresti recarti al famosissimo quartiere di Temple Bar che un tempo ha racchiuso la residenza di artigiani,scrittori e pittori e che ora è ricco di ristoranti e ritrovi vari tra cui –appunto – il Temple Bar che è un pub nel vero senso della parola; al suo interno puoi bere e ,naturalmente, ascoltare musica deal vivo suonata da vecchi del posto che richiamano tutti con le loro performance! Se prosegui ti accorgi che la musica dal vivo regna sovrana e piano piano, senza renderti conto, sei dentro un altro pub! FINE By me.


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