La mia Africa 7
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Itinerario: Roma – Johannesburg (via Dubai) – Kruger Park – Johannesburg – Cape Town – Simon’s Town – Hermanus – Franshhoek – Cape Town – Roma (via Dubai)
Abbiamo acquistato i biglietti con la Emirates a febbraio, pagandoli 797,77€. Abbiamo quindi fatto scalo a Dubai sia all’andata, di poche ore, mi sembra 3; sia al ritorno, di 10 ore. Quest’ultima si è rivelata una scelta sensata perché ci ha permesso di dormire in un hotel, fuori dall’aeroporto, e riposarci a sufficienza (Premier Inn, 65,00€ totali). Non abbiamo potuto usufruire dell’hotel dentro all’aeroporto perché la tariffa del nostro biglietto era troppo bassa. Consiglio: a posteriori ritengo che sarebbe stato ancora più furbo pagare il biglietto un pochino di più e approfittare dell’hotel presente direttamente dentro all’aeroporto, così da evitare la fila alla dogana per il visto dei passaporti, che ci ha rubato davvero tanto tempo.
Arrivati a Johannesburg abbiamo immediatamente comprato una scheda telefonica locale vodafone (il negozietto si trova appena uscite nell’atrio dell’aeroporto sulla destra) anche questa è stata una scelta giusta, perché lo abbiamo utilizzato molto sia per chiamare in Italia che per renderci reperibili all’interno del Sud Africa. Le tariffe sono convenienti. Abbiamo quindi ritirato la nostra macchina prenotata dall’Italia con Europcar. Noi avevamo una Sandero. Una macchina effettivamente un po’ piccolina, soprattutto per viaggiare all’interno del Kruger Park, ma tutto sommato è andata bene. Consiglio: i noleggi auto di procedura a fine viaggio scalano il “dovuto” dalla carta di credito, ma la caparra viene sbloccata solo dopo 15gg, quindi assicuratevi di avere un plafond abbastanza alto, o rischiate di rimanere senza carta durante il viaggio, soprattutto se avete in programma più noleggi. Abbiamo inoltre preferito utilizzare il nostro iPhone come navigatore, scaricando l’app del Tom Tom e comprando, per 40 euro, la mappa del Sud Africa: è stata precisissima. Tenete presente che il Tom Tom funziona con il gps e non ha traffico dati, quindi si può usare tranquillamente. 2 Consigli: provatelo prima di partire. Noi, inizialmente, avevamo dimenticato di attivare la localizzazione. Inoltre portatevi lo spinotto per la carica in auto, la batteria si consuma molto velocemente. Abbiamo anche dovuto fare la patente internazionale, direttamente alla motorizzazione civile in Italia, pagata 37,00€ in tutto. Ci hanno detto però che molti non la fanno, e che i noleggiatori di auto non ci badano (in effetti a noi hanno chiesto quella italiana). Noi per evitare di ritrovarci senza macchina abbiamo preferito fare tutto secondo le regole.
A Johannesuburg siamo stati due giorni, probabilmente il tempo giusto. Abbiamo alloggiato al Melville Turret Guesthouse (prenotato su booking.com, 95€ per due notti), nel quartiere di Melville. Consiglio sia l’hotel, dove siamo stati accolti con molto calore e cordialità, sia il quartiere, che è tranquillo e giovane. Consiglio: un ristorante sempre nello stesso quartiere, dove abbiamo mangiato bene e bevuto anche del vino sudafricano abbastanza buono: Lucky Bean, 16 7th Street | between 4th and 5th Avenues.
Secondo giorno
Abbiamo preso una guida solo per noi, consigliata dalla nostra guesthouse, per visitare Soweto. La nostra guida Eric è stato molto bravo, spiegandoci tutto, raccontandoci la storia, ci ha spiegato l’importanza di vie, strade e angoli, ci ha portato per musei (il biglietto era compreso nel costo iniziale – da non perdere quello dell’apartheid) ci ha anche dato consigli per affrontare il resto della nostra vacanza. Soweto è un posto affascinante per tutta la storia che racchiude, per la sofferenza, per la lotta e per la rinascita: è un tour intenso e assolutamente da fare. A noi è costato 94,00€ per due persone. Le valeva tutte. Unica nota stonata è stata il tour a piedi all’interno di una township accompagnati da una “guida locale” che collaborava con il nostro Eric: è durata 10 minuti, abbiamo fatto circa 15 metri dentro la township, siamo stati accompagnati dentro la casa di una signora che ci ha raccontato come cercano di sopravvivere in tanti con pochissimi soldi e in baracche non più grandi di 10 mq. Ci ha chiesto soldi (che a quel punto non potevamo rifiutare di dare). Appena finito il breve giro anche la nostra “guida locale” ci ha chiesto un contributo. Ed infine appena lasciati i cancelli siamo stati travolti da venditori ambulanti che più che vendere, chiedevano soldi. Immagino che sia una specie di “tassa” da pagare perché ti lascino girovagare per Soweto in maniera tranquilla. Consiglio: portatevi dietro banconote di piccola taglia. Non accettano monete.
Terzo giorno
Siamo partiti verso Phalaborwa. Abbiamo fatto 5/6 ore tirate di guida. Le strade sono abbastanza buone, ma ci sono lavori in corso ovunque. Cercate di non superare mai i limiti di velocità, perché ci sono molti controlli. Consiglio: mai mai mai dare un passaggio alle milioni e milioni di persone che fanno l’autostop. La nostra guida di Soweto, Eric, ci ha addirittura fatto promettere di non fermarci mai, nemmeno di fronte a donne incinte, o a bambini. A Phalaborwa, la città delle due estati, il clima è decisamente più caldo. La cittadina è piccola e molto tranquilla. Per il suo clima mite è scelta come meta di “pensionamento” da parte dei sudafricani benestanti. Si trova fuori dal parco, ma è una delle porte di accesso. Si trova nella parte “centro-nord” del Kruger Park. Consiglio: se decidete di andare durante agosto, cercate di stare nella parte subito più in basso (ad esempio Hoedspruit) è infatti in quella fascia di parco che si concentrano più animali. Arrivarci da Phalaborwa richiede qualche ora di viaggio (3). Noi abbiamo alloggiato al Sunbird Lodge prenotato dall’Italia, per 4 notti abbiamo pagato 276,00€ totali. Il posto è molto carino e Dave, il proprietario inglese è una persona disponibilissima e alla mano. Ci sono diverse soluzioni per entrare nel parco: tramite dei carnet per accessi di più giorni o pagando ogni singola entrata. Noi abbiamo preferito questa seconda soluzione, perché per il nostro viaggio era più conveniente (il fee di ingresso è calcolato a macchina, ed è circa di 16/18 euro). Abbiamo inoltre deciso di partecipare ad un Safari/BBQ (chiamato Braai) notturno, su consiglio di Dave, che abbiamo pagato 120,00 € totali: jeep con ranger del parco, eravamo 6 partecipanti. Il ranger ha spiegato tutto, tutte le tipologie di animali incontrati, i loro comportamenti, il loro ciclo di vita, la differenza di genere; tutte informazioni che aiutano a capire il posto dove ci si trova. Abbiamo poi cenato all’interno del parco, con altri gruppi, tutto a lume di candela in uno spazio recintato da bassissimi tronchi di albero. Ne è valsa la pena. Cercate sempre di rispettare le regole imposte dal parco per la vostra sicurezza, per quella degli altri e perché vi renderete conto di essere “ospiti” in casa loro. Questa è la vera magia.
quinto giorno
Siamo partiti alle 5 del mattino per riuscire ad arrivare in tempo all’aeroporto di Johannesburg per prendere il volo verso Cape Town. Faticoso, ma fattibilissimo. Abbiamo volato con la compagnia di bandiera, la SAA. Biglietti comprati dall’Italia diversi mesi prima (maggio),e pagati 217,00€ totali, solo andata. Anche all’aeroporto di Cape Town avevamo una macchina che ci aspettava: una Atos.
Abbiamo passato due notti in città al 4 on Varneys Guest House, prenotato dall’Italia, a 117,00€ totali. Questo è l’hotel che ho amato di più, soprattutto grazie ai proprietari che sono fantastici. Abbiamo visitato, tra le altre cose, Robben Island. La prenotazione (46,00€ totali) l’abbiamo fatta dall’Italia prima di partire, lo consiglio, anche se in bassa stagione, era tutto a rischio sold out, e comunque abbiamo evitato la fila al botteghino. E’ un luogo che non è possibile non visitare. Abbiamo visitato anche la Table Mountain, che merita di essere vista. Prezzo del biglietto 36,00€ totali. Lasciata Cape Town, siamo scesi verso sud, visitando il capo di buona speranza e arrivando fino a Simon’s Town (ci vorranno al massimo 3/4 ore comprensive di sosta al capo, e di sosta pranzo). Siamo passati anche per Boulders Beach, la spiaggia dei pinguini. Ovviamente è recitata e per entrare si paga un biglietto. Noi purtroppo siamo arrivati tardi e abbiamo trovato chiuso, ma abbiamo percorso il sentiero che la costeggia e c’erano pinguini dappertutto, si vedeva oltre la bassa siepe e ci siamo comunque goduti lo spettacolo (un po’ meno la puzza). Abbiamo alloggiato una notte al Simon’s view guest house. Prenotato dall’Italia e pagato 48,00€ totali. E’ leggermente fuori dal paesino, ma ha una gran bella vista. La mattina successiva sveglia alle 5 per essere alle 6 al porto per la gita in barca in cerca di squali: spettacolo da non perdere! Noi ci siamo affidati all’Asec per l’Airjaws Morning trip. Su di loro ci sono pareri discordanti, ma per la nostra esperienza sono stati bravi. Abbiamo incontrato anche altri turisti italiani che ci hanno informato sul fatto che era possibile prenotare direttamente in loco (invece che via web) trattando sul prezzo: non so dire se sia vero o no. Il tempo non è stato dei migliori ma siamo comunque riusciti a prendere il largo e a vedere e fotografare gli squali, è stata una bella esperienza (anche se molto fredda!). La gita ci è costata 368,00€ totali.
Abbiamo lasciato Simon’s town per arrivare a Hermanus, non potevamo di certo perdere il passaggio delle balene. Abbiamo deciso di evitare un altro (costoso) giro in barca e cercare di vederle dalla costa. Con l’aiuto di un cannocchiale abbiamo potuto vederle benissimo, sono incantevoli e ipnotiche: da sole varrebbero il viaggio. Questa volta non avevamo un hotel prenotato, perché volevamo lasciarci gli ultimi 4 giorni liberi. Abbiamo così cercato sulla guida un posto dove stare (siamo degli affezionati della Lonely Planet, ma la versione realizzata per il Sud Africa non è stata convincente. Abbiamo preferito, come sempre, seguire consigli delle persone del luogo, e spesso abbiamo cercato info utili su internet). Abbiamo trovato per due notti un ostello (Hermanus è più cara di Cape Town) di cui non ricordo il nome, ma che abbiamo pagato 90,00€ totali e davvero non era un granché.
Il giorno seguente abbiamo deciso di visitare Agulhas, il punto più a Sud del continente africano, dove i due oceani, atlantico e pacifico, si incontrano. Il posto era deserto, le case praticamente disabitate (sebbene tutte tenute perfettamente), era la vera atmosfera da “mare d’inverno”. Suggestivo e pacifico. Il giorno seguente siamo partiti verso la strada dei vini, volevamo finire lì la vacanza, ma in realtà le tre cittadine principali: Franschheoek, Stellenbosch e Paarl, sono così piccole da poterle girarle in un giorno e mezzo. Si può tranquillamente alloggiare in una delle tre, noi abbiamo scelto la prima perché ci sembrava quella più particolare, ricordando una colonia francese. Abbiamo scelto l’alloggio sempre tramite guida (e invece di rimanere 2 giorni, siamo rimasti 1 solo!) a 60,00€ totali al Cape Chamonix Cottage. Abbiamo quindi deciso di ripartire e chiudere gli ultimi giorni a Cape Town trovando su booking un posto davvero carino, Esperanza Guest House, sulla collina sotto la Table Montain per 56,00 € totali. Per contenere i costi abbiamo spesso fatto spesa al supermercato preparandoci noi dei panini, ma ci siamo tolti anche qualche soddisfazione culinaria soprattutto a Johannesburg, a Phalaborwa e a Simon’s Town. Quest’ultimo posto ci era stato consigliato dai proprietari del 4 on Varneys Guest House: un ristorante di pesce con affaccio sul mare (decisamente non romantico) Seaforh Restaurant. Abbiamo mangiato abbastanza bene e speso non tantissimo (circa 30/40,00€ totali).
Il Sud Africa è un posto da visitare. Un viaggio meraviglioso.