La magica, tranquilla e affascinante Stoccolma

Tutto il meglio della capitale svedese in un giorno e mezzo
Scritto da: Alice Monitillo
la magica, tranquilla e affascinante stoccolma
Partenza il: 20/11/2013
Ritorno il: 24/11/2013
Viaggiatori: 1
Spesa: 1000 €
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Finalmente, dopo 26 anni di attesa riesco ad andare a Stoccolma e a visitare un pezzettino di Svezia. L’occasione è venuta di nuovo dal lavoro, che mi ha portata a Karlstad e mi ha poi permesso di passare il weekend nella capitale.

Sono partita da Roma per Stoccolma con un volo via Zurigo con Edelweiss e ritorno invece con SAS, diretto da Stoccolma. Il tutto per 231 euro, non male considerando che ho prenotato un mese prima. A Karlstad ho alloggiato al Clarion Bilan Hotel, per 3200 SEK due notti. Molto caro, ma purtroppo non c’erano più alberghi disponibili in città, salvo l’ostello, dove per lavoro non ci sarei andata neanche morta.

A Stoccolma invece ho alloggiato al Nordic Sea Hotel ( grazie a una dritta di una collega svedese), letteralmente all’entrata dell’Arlanda Express e ad un prezzo davvero vantaggioso: 143 euro due notti con colazione inclusa. Si tratta di un’offerta speciale online valida solo per chi prenota due notti. La camera era senza finestre, ma con una tappezzeria che rappresentava il centro città, idea geniale soprattutto per i claustrofobici!

GIORNO 1

Partenza ora 4h30 da casa per prendere il volo Swiss delle 6h40 con destinazione Zurigo. Tanto per cambiare, Fiumicino non si smentisce mai e nonostante l’imbarco in perfetto orario, siamo partiti 30 minuti dopo a causa di problemi nel caricamento bagagli. Considerando che praticamente tutti su quel volo dovevano fare solo scalo a Zurigo ( che da quel che ho capito, è praticamente un aeroporto che vive di transiti…chapeau a Swiss, che a suo tempo era pure fallita!), eravamo piuttosto preoccupati di perdere i successivi aerei. Per fortuna però, siamo arrivati in orario e non ho avuto problemi a prendere il volo per Stoccolma. In volo ci hanno offerto la colazione: un croissant, un cioccolatino e da bere. Siccome eravamo in pochi, chi ha voluto ha pure potuto fare il bis con le brioche!

Arrivata a Stoccolma sono andata a prendere l’Arlanda express, trenino che collega direttamente l’aeroporto con la stazione centrale di Stoccolma. È caro come il fuoco, perché un biglietto a/r costa quasi 60 euro, ma pagando l’ufficio, ovviamente ho scelto il mezzo più rapido per arrivare in città. Tra l’altro raggiunge la bellezza dei 200 km/h, nulla a che vedere con lo scatafascio del Leonardo express…

Arrivata in stazione, ho atteso il mio treno per Karlstad facendo un giro e mangiando un kebab per circa 6 euro. In quei giorni c’era stato un incidente in un tunnel ferroviario, per cui sapevo che non solo il viaggio sarebbe stato rallentato, ma che avrei anche rischiato di dover scendere prima e proseguire con un bus messo a disposizione dalle ferrovie, la SJ. Purtroppo la realtà si è rivelata ben peggiore dei pronostici.

Il treno è partito in orario, alle 14h25, ma alla fine sono arrivata a Karlstad alle 19h45, dopo aver dovuto cambiare treno. È stato veramente un incubo, considerando che ero sveglia dalle 4h30! Per fortuna però, sul treno ho trovato un gentile signore che mi ha tradotto tutti gli annunci del personale ( a volte non in inglese) e con cui ho anche chiacchierato un po’. Arrivata a Karlstad distrutta, sono andata direttamente a cena con i colleghi e solo verso le 22h30 in albergo. Tra l’altro, il giorno dopo ho scoperto che a cena avevo mangiato carne di renna…gulp…

Anche in albergo mi ha accolto una svedese molto gentile, che addirittura, siccome al Clarion Bilan nella prenotazione è inclusa anche la cena, mi aveva tenuto da parte un sandwich, visto che ero arrivata tardi. Mi sono un po’ sentita in colpa per non aver avvertito…

La camera dell’albergo era bella e spaziosa. Un particolare che ho notato anche a Copenhagen, e che a questo punto direi accumuna i paesi nordici, è che sono un po’ carenti in prodotti da bagno e non ( niente cuffia né ciabatte per esempio, e considerando che parliamo di oltre 150 euro a notte, direi che ci stavano!) e non conoscono l’esistenza del piatto doccia, così quando ti lavi allaghi tutto il bagno!

La colazione e la cena invece sono state ottime. Per la colazione c’era ovviamente di tutto, da uova, pancetta e polpette svedesi, fino allo yogurt, la verdura e addirittura il thè in foglie!! La cena invece è stata più minimal, c’era un buffet freddo e di caldo una zuppa e delle lasagne. Comunque tutto molto gradito dalla sottoscritta.

GIORNO 3

Finite le incombenze lavorative, che non mi hanno permesso di visitare in lungo e in largo Karlstad ( cittadina carina, ma nulla di che direi), sono partita alle ore 7h43 per Stoccolma. Per fortuna questa volta il viaggio si è svolto regolarmente e sono arrivata in perfetto orario.

Lasciata la valigia in albergo, sono andata all’ufficio informazioni della stazione a comprare la Stockholm card per due giorni. È costata 650 corone ( circa 70 euro), ma ne è valsa la pensa, perché praticamente tutto il visitabile in città è ad accesso gratuito con la card, oltre che i viaggi con il trasporto urbano. Quindi, per una come me che altrimenti non avrebbe visto nulla per risparmiare, è stata un ottimo affare: ho visto tantissime attrazioni e viaggiato senza scrupoli in metro ( da notare che un viaggio in metro costa 36 corone…). Il saldo finale è stato positivo, perché senza la card avrei speso circa 900 corone, un bel po’ in più quindi!

Partita alla volta della città, mi sono diretta all’imbarco per i tour in battello sul canale. Dura circa 50 minuti e tutto sommato ne vale la pena, perché non solo ti racconta un sacco di cose, ma fa un percorso che a piedi non avrei mai fatto.

Dopo il giro in battello sono andata a visitare Skansen, questa specie di parco a tema dove viene ricreato l’ambiente svedese del passato. Tanto per cominciare, d’inverno non ne vale la pena perché è tutto chiuso e non c’è in giro il tanto decantato personale in abiti tipici. Seconda cosa, fondamentalmente è uno zoo, ed io che odio gli zoo, all’uscita mi sono sentita veramente in colpa. Ho visto foche, renne, linci, orsi, serpenti, scimmie, ragni e pesci, tutti a vivere in aree terribilmente ridotte, se non in voliere o gabbie e questo mi ha messo tanta tristezza e tanto odio per il genere umano. Quindi, secondo me Skansen farebbero meglio a pubblicizzarlo per quello che è, niente più che uno zoo, che d’estate si anima anche di piccoli chioschi e botteghe che scimmiottano la Svezia che fu.

Via da Skansen sono andata a visitare il museo Vasa, dove è tenuta la ricostruzione, al 98% con pezzi originali, dello sfortunato vascello Vasa, che, peggio del Titanic, si è inabissato appena fuori dal porto nel suo viaggio inaugurale. Pare perché non è stato poi progettato così bene…

Effettivamente fa impressione, è davvero enorme. E se pensiamo che è stato ricostruito e incollato pezzettino su pezzettino, caspita, lascia davvero a bocca aperta. Bella poi la sezione con gli scheletri dei corpi recuperati, che gli scienziati hanno studiato e dai quali sono riusciti a tracciare un profilo molto realistico delle persone che erano ( chi erano e cosa facevano).

Uscita da Skansen era ormai buio ( erano circa le 17 e il sole se n’era andato già verso le 16), così mi sono diretta all’Ostermalms Saluhall, che è il mercato coperto più famoso di Stoccolma. In stile Boqueria barcellonese, ma giusto perché è un mercato coperto, perché la Boqueria è tutta un’altra cosa, anche e prima di tutto perché è molto più grande. Comunque è molto carino, ci sono un sacco di banchi che vendono dai dolci, al pesce fino ai fiori. E poi ce ne sono alcuni dov’è anche possibile mangiare. Manco a dirlo erano tutti pienissimi, anche perché i posti a sedere veramente pochi. Così ho girato un sacco di tempo, sono anche uscita nella speranza di trovare un posto in cui mangiare un boccone, ma il quartiere di Ostermalm è troppo figo, pieno di negozi fighi e di locali fighi, che non si addicono proprio a una come me, che alla fine sono tornata al Saluhall e sono riuscita ad agguantare una sedia al bancone del Willy Ohlsson efts ( della serie chi la dura la vince) e ho cenato ( tipo alle 18h30, mi sono adattata benissimo agli orari svedesi!) con le famosissime polpette svedesi e purée. Il tutto accompagnato da una soda che si chiama Apotekarnes Julmost, che bevono solo ed esclusivamente in periodo natalizio. Sa un po’ di Redbull, perché è molto dolce, però molto alla lontana, non è così nauseabonda. Per coronare il tutto, su consiglio della gentile cameriera, ho assaggiato anche la marmellata di mirtilli rossi, ovviamente come accompagnamento delle polpette! Tutto sommato, non male l’accostamento, e in generale, la cena mi è piaciuta molto ( costo circa 13 euro), mi sono sentita molto svedese. In sostanza, dopo la carne di renna e la marmellata sulle polpette, diciamo che ero pronta a prendere la cittadinanza, e quanto mi sarebbe piaciuto!

Prima di lasciare il mercato mi sono fermata al banco della Borgs Bageri e ho preso da assaggiare una palla di cioccolato ricoperta di granelli di zucchero e un dolce da portare a casa, la torta tosca, fatte con le mandorle, che ho assaggiato al ritorno a casa: molto buona anche se forse un po’ pesante per chi ha lo stomaco fragile ( non io).

Verso le 20, che a me sembravano però le 23, sono tornata in albergo nella mia cameretta senza finestre, mi sono stesa sul letto ho gustato la palla di cioccolato con una tazza di thè dell’albergo – nelle stanze c’ è sempre il bollitore con thè e caffè gratuiti- e poi sono andata a letto.

GIORNO 4

La mia giornata a Stoccolma è iniziata al meglio con una superba e ricca colazione. In questo albergo, oltre a tutto quanto già gustato al Clarion, c’erano addirittura i frullati!

Con la pancia piena sono partita alla volta della città, dopo che la sera precedente avevo ben organizzato la giornata, per godermi le poche ore di luce a Gamla Stan. Il problema di Stoccolma, e delle altre città nordiche, è che non solo viene buio presto, che ci può anche stare, ma anche e soprattutto che tutte le attrazioni e i negozi aprono tardi – non prima delle 10- e chiudono presto – non oltre le 17-, così di mattina presto non sai bene che fare e di sera dopo le 17 anche. Da qui ho capito perché cenano così presto, perché l’ho fatto anch’io!

Così, visto che io volevo vedere il cambio della guardia a palazzo reale previsto per le 12h15, e alle 9 niente era aperto, ho deciso di prendere la metro, scendere a Slussen e poi andare a cercare il sentiero Monteliusvagen da cui si ha una bella vista su Gamla Stan e pare che sia una passeggiata molto amata dai futuri sposi. L’ho trovato con poche difficoltà ed effettivamente è una bella passeggiata da cui si gode di una vista su tutta Gamla Stan e anche su Kungsholmen. Finita la passeggiata e tergiversato un po’ fino alle 11, sono andata allo Stadsmuseum, che si trova proprio all’uscita della metro Slussen. È un museo dedicato alla città e alla sua storia, che non mi è piaciuto molto, perché l’ho trovato un po’ troppo incasinato. Tra l’altro, particolare da rimarcare, nel raccontare la storia della città è anche esposto un video con due persone che hanno un rapporto sessuale. Questo per spiegare che siccome d’inverno è sempre buio, quello era un modo come un altro per passare il tempo. Considerando che al museo ci vanno molti bambini…l’ho trovato un po’ di cattivo gusto, ma si sa, gli svedesi sono gente di mentalità più aperta!!

La visita al museo è durata talmente poco, che uscita, ho fatto in tempo ad andare sul Katarina Hissen a vedere il panorama e a fare altre foto, visto che nel frattempo era addirittura uscita un’occhiata di sole. Devo dire che il quartiere di Sodermalm mi è piaciuto molto. Davvero molto caratteristico con tutto l’acciottolato e le case colorate. Tra l’altro, non c’era in giro nessuno, tutto era così tranquillo che non sembrava proprio di stare in una grande capitale! Se mai dovesi trasferirmi a Stoccolma, credo che mi piacerebbe vivere a Sodermalm!

Verso le 11h45 mi sono finalmente avviata a Gamla Stan, pronta per assistere al cambio della guardia all’entrata del palazzo reale. È durato circa 20 minuti ed è stato molto bello, non solo hanno fatto il cambio della guardia, ma – credo per i turisti- hanno anche eseguito con tromba e tamburo i vari richiami per i soldati, ognuno che indica cosa devono fare (mettersi in riga, sciogliere le righe, ritirarsi…). In quei 20 minuti mi sono assolutamente congelata, sembrava che la piazza antistante il palazzo fosse il corridoio preferito del vento del nord, che non ho sentito in nessun altro posto della città, e alla fine del cambio praticamente non muovevo più un muscolo. Così sono andata a rifugiarmi nella chiesa tedesca, la cui entrata è gratuita.

Dopo la chiesa ho passeggiato un po’ per le viuzze di Gamla Stan, molto belle e pittoresche, fino ad arrivare alla famosa piazzetta Stortorget, dove c’era già allestito un piccolo mercato natalizio e i cui profumi di cibo e bevande erano davvero inebrianti. Ho poi visitato la cattedrale, stranamente gratuita, dove c’era addirittura un concerto d’organo in corso. Ha fatto bene non solo alla mente, ma anche al cuore e alle mie povere membra infreddolite.

Dopo aver girato tutte le viuzze, ho deciso che era ormai tempo di visitare il palazzo reale, anche perché il sole se n’era andato e le ore di luce erano ormai in scadenza.

Del palazzo mi è piaciuta molto la mostra per i 40 anni di regno di Re Carlo Gustavo, dove sono in esposizione tante foto della sua vita e anche tanti vestiti che lui ha indossato in occasioni speciali. Addirittura, una didascalia diceva che se una gruccia fosse stata vuota, ciò significava che il Re in quel momento stava indossando proprio quell’abito!! Il palazzo poi è un palazzo reale come un altro, con la differenza che in Svezia, avendo ancora la monarchia, quelle stanze le usano ancora oggi per gli eventi ufficiali! Ho visitato poi il tesoro, che non mi è piaciuto molto, perché c’è solo qualche corona e nulla più ( grazie al cielo avevo la Stockholm card, altrimenti sarebbero stati soldi buttati) e per finire la Livrustkammaren, che invece mi è piaciuta. Non solo perché è una raccolta di oggetti di vita quotidiana della monarchia svedese, dagli indumenti alle carrozze, ma anche perché c’era una bella mostra temporanea sulla prima regina svedese, Cristina. Mi ha talmente interessato la sua storia, che ora devo assolutamente comprare la sua biografia!

Terminata la visita di palazzo reale e affini ero davvero distrutta, mi faceva male la schiena e sarei andata volentieri in albergo, ma sapevo che se l’avessi fatto, poi non sarei più uscita. Per cui ho tenuto duro e sono andata al museo Nobel. Devo dire che è stato rigenerante, oltre che interessante. Perché per la maggior parte, sono stata seduta a guardare filmati sui vari premi Nobel che si sono susseguiti durante la storia. Carina anche la ricostruzione della vita di Nobel.

Con una nuova carica in corpo, sono uscita alla ricerca di qualche souvenir, con l’intenzione poi di tornare a Monteliusvagen o sul Katarina Hissen per fare qualche foto in notturna. Alla fine però ho lasciato perdere, perché appena arrivata aldilà del canale è stato subito chiaro che non sarebbe stato possibile fare foto, in quanto la città è poco illuminata per essere fotografata. Un dato su tutti: neanche la torre della cattedrale era illuminata. In generale, forse era troppo presto, non so, però la città l’ho trovata scarsamente illuminata e decorata per Natale. A Gamla Stan le luminarie c’erano, ma per qualche strana ragione, mi immaginavo molto di più.

Sono dunque ritornata nel centro di Gamla Stan alla ricerca di un posticino in cui cenare ( sempre verso le 18h, mi ero oramai assuefatta e devo ammettere che la cosa mi piaceva anche). C’ho messo un po’ perché non solo i prezzi sono sempre piuttosto alti, ma anche perché a vederli da fuori i locali sembravano tutti pieni di gente! Alla fine ne ho scelto uno i cui prezzi erano normali e non era tanto pieno, giusto un centinaio di metri fuori da Stortorget: il Kaffe Gillet, dove ho cenato in pace e armonia con un Pittypanna, che dovrebbe essere un piatto tipico svedese a base di carne ( chissà di quale animale), patate e un uovo fritto in cima, e una birra. Per finire, una buona fetta di torta al cioccolato ricoperta di panna montata. Il tutto per circa 20 euro, questo perché nel conto si sono dimenticati di conteggiare la torta!! Così ho anche risparmiato un po’!

Distrutta da un’altra bella giornata di turismo, me ne sono tornata in albergo per andare a letto presto, visto che di nuovo la sveglia sarebbe suonata prima delle 5!

GIORNO 5

Sveglia alle 4h45 per prendere l’Arlanda Express alle 5h20. In uscita dall’albergo la gentile receptionist mi informava che se avessi voluto, avrei potuto fare colazione, in quanto qualcosa – niente in confronto a ciò che sarebbe stato offerto dalle 7 in avanti- era comunque disponibile. Ovviamente ne ho approfittato e mi ha fatto molto, molto piacere.

Arrivata in aeroporto puntualissima e in super anticipo, ho pazientemente atteso al gate la partenza del volo. L’aeroporto era deserto, in compenso i negozi e i bar erano già aperti – a Fiumicino all’andata solo il bar ha aperto alle 6h30 -, ed è stato piacevole stare ad aspettare l’imbarco in tutta tranquillità, senza il classico casino degli aeroporti.

Alle 10 sono atterrata a Roma, purtroppo.

Alcune considerazioni finali: la Svezia dev’essere un paese bellissimo, se riflette anche solo in parte la bellezza e la magia di Stoccolma. Gli svedesi sono persone gentilissime, ho parlato con pochi di loro, ma tutti sono stati cortesi e carini, anche i non autoctoni ( vedi indiani/pakistani). Le città sono tranquille e pulite, e anche con il buio, il senso di sicurezza che si respira è rassicurante.

Devo dire che non ho notato la bellezza degli svedesi e delle svedesi. Onestamente, ero talmente presa dalla bellezza della città e dalla gioia e armonia che mi trasmetteva, che non ho nemmeno fatto caso alle persone! Ho invece fatto caso ai bambini, questo perché, come i nostri, anche i loro sono chiassosi e rompipalle. E poi, cosa curiosa, d’inverno li vestono con le tute da sci e gli scarponi, anche se non c’è la neve. Se girano in gruppo, tutti hanno indosso il giubbetto catarifrangente, alcuni con anche il numero di telefono scritto sopra, nel caso li perdano, immagino!

Insomma, un paese davvero bello, l’unica pecca sono gli orari di apertura e chiusura dei negozi, ma davvero, giusto per trovare un difetto, che in realtà difetto non è, è solo un altro modo di vivere, molto probabilmente migliore del nostro.

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