La magia di Liverpool, e un giorno a Manchester
Musica e calcio nella mitica England
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Erano diversi anni che programmavo questo viaggio, un tour calcistico (ma anche musicale) in quel di Liverpool. Approfittandone della vicinanza con Manchester, abbiamo poi aggiunto un’altra meta al nostro percorso. Andiamo con ordine! Partenza il 5 giugno alle 11.10 da Rimini, volo naturalmente Ryanair, con arrivo a Liverpool alle 12.55 locali. Siamo in tre, costo 88 euro a/r, ma abbiamo aggiunto 40 euro a testa per poter mettere i nostri bagagli in stiva per questa volta, avendo così piena libertà di riempire le valige anche e soprattutto per via delle norme relative ai liquidi. Arriviamo puntualissimi a Liverpool, aeroporto John Lennon, davanti al quale passano moltissimi taxi. Ne prendiamo uno e con 13 sterline arriviamo alla Roscoe House a Rodney Street, a 10 minuti a piedi dal centro. Il tassista è talmente gentile (o forse si accaparra 3 clienti in anticipo!) che ci dà appuntamento direttamente per il mercoledì del nostro ritorno in Italia, davanti all’hotel, per riportarci in aeroporto. Ci scambiamo i numeri e ringraziamo per la gentilezza dandoci appuntamento a 3 giorni dopo. L’ostello, reperito su budgetplaces.it a 33 euro a notte, è qualcosa di molto piu’ alto delle aspettative: camera elegantissima, con salottino e tv al plasma, camino con ampio specchio sopra, completamente pulita e con tanto di asse e ferro da stiro in un armadio in caso di necessità. In pratica è una House a 4 stelle, nonostante sia inglobata nella categoria ostelli. Davvero consigliatissima! Il tempo a Liverpool non è molto clemente, nuvoloso e felpa da indossare per forza, poiché tira sempre un po’ di vento. Il primo pomeriggio inglese lo spendiamo facendo un sopralluogo intorno alla nostra zona, e successivamente ci dirigiamo direttamente in centro facendo meta nel quartiere piu’ carino di Liverpool, il Cavern Quarter, una serie di vicoli e stradine dove a ogni angolo si puo’ trovare pub e locali che fanno musica. Ma il gioiello di questo quartiere è il Cavern Club, lo storico locale costruito nel 1957 dove sono nati musicalmente i Beatles, nella famosa Matthew Street. Si scendono 4 rampe di scale e si entra in un locale tutto fatto di mattoncini con tre “navate” separate da archi. Al muro appese tutte le foto di chi è passato di qui, musicisti e attori, e le vetrinette con tanto di merchandising del club. La birra è buonissima e si suona sempre musica dal vivo. Un posto veramente consigliato, da vedere e dove passare ore leggere. Poco prima dell’ingresso, la statua di John Lennon appoggiato al “Wall of fame”, un muro mattonato con incastonati i nomi di tanti gruppi e musicisti storici. Dopo una doccia in camera, usciamo di nuovo, e come prima meta della nostra cena, speranzosi di non incappare nella non buonissima cucina inglese, ci dirigiamo in un ristorante italiano vicino a noi. Si chiama Bella Italia, e anche se è tutto molto lontano dai nostri standard, ce la siamo cavati con 22 sterline a testa e abbiamo mangiato abbondantemente e non male. La passeggiata prosegue, prima di andare a dormire, in direzione dell’Albert Dock, la zona portuale di Liverpool, molto carina e che possiede la Beatles Story (museo sui Beatles dove andremo il giorno seguente) e il museo della navigazione marittima, oltre che la ruota panoramica (7 sterline a testa però sono decisamente troppe per una ruota e così rinunciamo a farci un giro!). La nostra prima mattina inglese inizia alle 8 del lunedì, quando ci alziamo e ci prepariamo per la Beatles Story, il percorso con audio-guida in italiano che ti fa conoscere dall’inizio alla fine la storia del celebre gruppo degli anni 60. Si passa dall’ufficio del Mersey Beat, giornale che per primo si occupò di loro, alla riproduzione del negozio dove John Lennon acquistò la sua prima chitarra. Anche il Cavern è riprodotto in scala più piccola, con tanto di batteria e strumenti griffati Beatles sul palco. Al termine del percorso, lungo 32 “stazioni” che la audio-guida spiega in modo molto chiaro ed efficace, c’è la riproduzione anche della stanza bianca dove John Lennon e Yoko Ono hanno suonato e cantato “Imagine” dal loro pianoforte anch’esso color bianco. Davvero da brividi! Consigliatissima la visita, anche per chi come me non è un fan della musica anni 60 o dei Beatles, nonostante mi piacciano molto diverse loro canzoni. Dopo un pranzo veloce da McDonald’s (non manca mai!) il pomeriggio di Lunedì è finalmente dedicato alla visita guidata di Anfield, lo stadio del Liverpool. Per raggiungerlo, essendo abbastanza fuori dal centro, è necessario il bus 117 che prendiamo da Queen Square, in pieno centro, e che ti lascia proprio di fronte ad Anfield. Qui c’è da aprire una parentesi: non esiste sui loro bus la timbratirce, per cui si compra un biglietto (7 sterline) che è come un gratta e vinci, valido tutto il giorno, in cui grattare semplicemente la data odierna, e mostrarlo al conducente appena si sale. Davvero particolare! Avendo prenotato in aprile on-line i biglietti, ci presentiamo all’ingresso e li ritiriamo, e in attesa che inizi il tour, facciamo un giro nel grande store dello stadio dove acquistiamo prodotti dei reds. Davvero bellissimo e fornitissimo. Per il museo si sale una scala e la visita inizia dalla riproduzione di un tornello di ingresso e passa per diverse bellissime stanze che raccontano tutti i trionfi e i protagonisti della storia dei reds. Per un vero appassionato di calcio come noi, assolutamente da fare! Mozzafiato poi la visita nella pancia di Anfield, con lo spogliatoio ancora pressochè identico a quello degli anni 60 per volere del club, ma tenuto benissimo, la sala stampa piccola ma elegantissima e la stretta scalinata che porta al terreno di gioco. Si chiude la visita con la mitica curva Kop, lo storico covo dei tifosi più accesi del Liverpool. L’emozione di questa esperienza è davvero enorme, assolutamente da provare. Attraversiamo poi un bellissimo e grande parco, Stanley Park, che divide lo stadio del Liverpool da quello dell’Everton, Goodison Park. Visitiamo però soltanto lo store, dato che le visite guidate lì sono molto meno frequenti e non negli orari in cui eravamo lì. La seconda serata, comunque molto tranquilla anch’essa, dato il tanto girovagare che facevamo durante il giorno, la trascorriamo in un pub (O’Neill) consigliato da una guida su alcuni luoghi da visitare che mi ero procurato tramite un altro ragazzo che aveva visitato Liverpool e che me l’ha fornita via mail. Non mangiamo proprio benissimo, ma ci accontentiamo. Ci avviciniamo di nuovo alla zona del porto e andiamo proprio sotto il municipio di Liverpool che ancora non avevamo visto benissimo. Martedì, è la volta di raggiungere Manchester, meta del nostro secondo stadio, l’Old Trafford. Partiamo in treno dalla stazione di Lime Street, alle 8.52, le due città distano poco meno di un’ora, e attraversiamo la bellissima e verdissima campagna inglese, prima di approdare a Manchester tra grattacieli e palazzoni, non il massimo della visuale. Di bello infatti a Manchester c’è solo il centro, fornitissimo di negozi nei quali faremo shopping nel pomeriggio e di un grande centro commerciale dove mangiare e fare compere. Treno pulitissimo e completamente moquettato, davvero molto carino. Arriviamo alla stazione di Piccadilly, quella principale, i biglietti li avevamo prenotati su national.co.uk, il sito delle ferrovie inglesi a 12 sterline a testa a/r e li abbiamo ritirati direttamente alla stazione tramite delle macchinette automatiche le quali necessitano del numero della prenotazione e della carta usata per il pagamento on-line. Da Piccadilly prendiamo la metrolink (trenino in superficie) direzione Altrincham e scendiamo alla fermata “Old Trafford”. La giornata è nuovolosa, e a ora di pranzo cadrà anche un grande acquazzone. Lo stadio è davvero qualcosa di eccezionale e particolare, il retro della East End racchiude il museo e tante sale e livelli da percorrere in ascensore o in scale mobili. Il museo è enorme, bisogna prendersi davvero una mezza giornata per visitarlo tutto per bene, e il tour dura la bellezza di un’ora e un quarto. Si passa tre tribune su 4, il memoriale della strage di Monaco del 1958 dove morirono 21 giocatori di quel Manchester United, si entra a bordocampo e si visitano le “panchine”, o meglio delle tribunette di mattone dove trovano posto le riserve e gli allenatori delle due squadre! Poi sala stampa e spogliatoio, un labirinto infinito dove ci si può davvero perdersi facilmente. Anche qui il tutto si conclude con un video-saluto dell’allenatore dello United, Ferguson, e con il megastore, davvero mega, dove trovare qualsiasi prodotto ufficiale. Il pomeriggio lo trascorriamo nei numerosissimi negozi per lo shopping, le cose costano davvero meno rispetto all’Italia in molte occasioni, scarpe, felpe, maglie da calcio, e giunte le 18.37 dobbiamo prendere la via del ritorno a Liverpool. Doccia, riposo e poi cena in un altro pub abbastanza grande a Queen Square, dove mangiamo molto bene con carne e patate fritte, il tutto inaffiato sempre da una buona birra. Il tempo non ci aiuta, inizia a piovere insistentemente e dopo una breve passeggiata torniamo in albergo pronti per poche ore di sonno dato che alle 4 c’è la sveglia per il ritorno in aeroporto. Il tassista dell’andata, puntualmente rispetta le consegne, e alle 4.45 è già davanti al nostro albergo. In definitiva, un viaggio davvero straordinario, dove immergersi nella storia e nella passione di luoghi simbolo, in una città con gente cordiale e grande organizzazione. Ci ritorneremo molto presto!