La lunga marcia del pellegrino
I Chilometri scorrono veloci, la notte passa lenta, la prima tappa la facciamo la mattina alle 08.30 a Carcassonne, in Francia; bella città, cinta da una bella cinta muraria, tuttavia, l’atmosfera è quella che si respira a S.Marino…Un pò finta.
Ripartiamo di buona lena ed arriviamo alla tappa prevista per i primi due giorni. Burgos, in Castiglia.
Tuttavia l’albergo non si trova, maledetta abitudine di non prenotare mai e quindi, dopo solamente 19 ore di viaggio, riprendiamo la cara vetturetta e ci spostiamo di altri 70 chilometri a sud. Finalmente, troviamo un albergo che ci ospiterà, ad Aranda de Duero. Dopo 22 ore di viaggio e 1790 chilometri senza dormire..Grande!.
La sera passa tra una Trucha ed un Saumon haumado ed un bicchiere di ottimo Ribeira del Duero..
Il giorno successivo lo passiamo a “girellare” sull’altipiano Castigliano, a circa 800 metri sul mare, tra un cielo spettacolare, un vento freschetto ed insistente e panorami indicibili; visitiamo Burgos (bella e simpatica, con una bella cattedrale), Lerma (con un rinomato monastero) e Silos (mistico paese con un altrettanto mistico monastero reso famoso da alcune incisioni discografiche).
Alla sera, solita cena luculiana ad orari assurdi (non prima delle 23.00 !!).
Riprendiamo, la mattina dopo, la cara macchinina e ci facciamo altri 750 Km, circa, per arrivare a Santiago de Compostella, con un clima che, anzichè in Spagna, ci fa pensare di essere in Irlanda.
Troviamo alloggio in un bell’agriturismo (Casa grande do Bachao) e trascorriamo in quel luogo 5 giorni visitando la città (bellissima e soprattutto non totalmente mercificata come altri luoghi cari al culto della Cristianità), La Coruna (poco turistica ma molto suggestiva), Capo Finisterre (punta più ad est della Spagna, antico punto della fine del mondo e meta “spirituale del nostro viaggio”; sarei stato in contemplazione per ore ed ore, sotto un sole pazzesco ed un ventolino “ghiaccino”…) e tutta la Galizia (bellissima, verde, fresca, ricca di tradizioni e di testimonianze di storia e di arte)…
Ed abbiamo mangiato a crepapelle, visto che il vero viaggiatore deve mangiare ciò che gli abitanti mangiano…Citiamo per dovere di cronaca, il Pulpo a la feira (o gallega), i Gambos a la plancha, la Tarta de queiso e l’aguardente…E poi tanto altro..
Ma anche il viaggio deve finire e l’ultima notte la passiamo a San Sebastian, nei Paesi Baschi dove, tra la pioggia insistente che ci tormenta e l’atmosfera lugubre delle minaccie di attentati dell’Eta (Gora Eta), ci fa capire che il viaggio, purtroppo, volge al termine…