La luce dell’est
06.08.2004 …Ore 13 si riparte. Direzione Cracovia via Slovacchia. Basta fare pochi km in direzione Bratislava e tutto comincia a cambiare: il paesaggio si uniforma con desolazione, la segnaletica è approssimativa, gli automobilisti un pò spericolati . Unico aspetto simpatico: con duecento corone – 4 euro circa – ci siamo potuti permettere 3 baguettes strapiene e buonissime , una coca cola e un pacchetto di marlboro da dieci. Solo dopo molti km , usciti dal labirinto delle strade slovacche, facciamo ingresso in territorio polacco, circondati dall’immensa natura dei monti Tatra. La Polonia si respira, si assapora, si vive attraverso piccolissimi particolari pieni di un fascino quasi inspiegabile. Ancora 100 km e saremmo giunti a Cracovia ,dove troviamo posto in un albergo alle porte della città al prezzo di 100 zloty a notte– 22 euro circa –in una camera doppia servizi inclusi.
Consigli utili:fate attenzione ai pedoni che a tutte le ore e nei posti più isolati passeggiano come se stessero sugli Champs Elisees… 07.08.2004 E’ il giorno della tanto attesa visita ad Oswiecim, meglio conosciuta come Auschwitz. In fondo, era questa la meta principale del nostro viaggio. La tensione è fortissima, incandescente. Ad Oswiecim tutto sembra un rievocare, un presagire, un dire sommesso. Ogni cosa parla. All’improvviso, eccoli i famosi campi, davanti ai nostri occhi commossi.
08.08.2004 Ci siamo svegliati ancora turbati al ricordo di Auschwitz e ancora stupiti del fatto che, all’entrata del luogo più inquietante del mondo,ci fosse un ristorante. No comment.
Ad ogni modo, la nostra giornata prosegue alla volta del centro di Cracovia e della sua splendida Piazza del mercato (la Rynek Glowny), dove potete prenotare un mini-tour a bordo di un simpatico risciò a motore con tanto di cuffie e voce guida in italiano.Al centro della piazza, i caratteristici fòndachi offrono un colorito mercato di souvenirs. Vale la pena visitare la chiesa di Santa Maria dalla cui torre, ogni ora del giorno si sente un caratteristico suono di tromba, l’imponente Castello di Wawel e il quartiere ebraico di Kazimierz con tipici ristoranti in stile yiddish.
La cucina polacca a noi è piaciuta, contrariamente alle aspettative. Particolarmente gustosi i Pierogi, raviolini ripieni di carne o formaggio. Sappiate che in Polonia, si riesce a cenare abbondantemente, birre comprese, a 3-4 euro a persona! 09.08.2004 Lasciamo Cracovia. Paola s’intestardisce e vuole andare a visitare la casa natale di Chopin in un paesino a 60 km da Varsavia, dal nome impronunciabile: Zelazowa Wola . Raggiungere questo posto non è facile e la povera segnaletica stradale ci costringe a chiedere ripetutamente informazioni. E’ indispensabile, per chi non voglia sentirsi completamente disorientato, memorizzare in polacco almeno le tre direzioni: < pràvo>,
Siamo puntualmente arrivati all’orario di chiusura per cui abbiamo rinviato la visita all’indomani. Zelazowa Wola, a parte i natali illustri, offre ben poco. Infatti per dormire bisogna spostarsi di 6km, verso la vicina Sochaczew,dove si trova il lussuoso hotel Chopin, sorprendentemente economico (35 euro in una grande e luminosa camera matrimoniale).
10.08.2004 Dopo una discreta colazione all’hotel Chopin, ci dirigiamo finalmente verso la casa del musicista, una elegante dimora in classico stile polacco immersa nel verde di un grande parco. Nelle stanze della villa risaltano i due pianoforti d’epoca appartenuti all’artista e numerosi ritratti della famiglia Chopin. Durante la passeggiata nel parco, sentiamo improvvisamente provenire da lontano una famosa sonata di Chopin : era appena cominciato un concerto a porte chiuse che abbiamo ascoltato comodamente seduti su una panchina. Sulle note dell’Eroica ci avviamo verso l’uscita.
In tarda mattinata riprendiamo il cammino e dopo ben 12 ore di macchina siamo arrivati a Praga. (Raccomandiamo prudenza sull’asfalto impervio della polonia e per la quasi totale assenza di tratti autostradali.) Gli alberghi di Praga sono tutti rigorosamente pieni per cui troviamo sistemazione provvisoria in un motel di fortuna.
Dall’ 11.08. Al 15.08 2004 La ricerca di un albergo è stata lunga e difficoltosa e solo spostandoci a 10km dal centro in località Sterboholy abbiamo trovato la Pension Dana, una villetta gestita da una simpatica e pulitissima signora che ci ha subito accolti con ospitalità. Ricorderemo sempre i suoi buonissimi dolci mattutini appena sfornati! Anzi, ci sentiamo di consigliare vivamente questo posto a chi volesse visitare Praga ma stare un pò fuori dal caos urbano ( Pension Dana tel/fax +420 2727 00 020 / mobil tel. +420 603 572 938). La pensione è economica (33 euro per doppia) e inoltre, la Signora Dana parla benissimo l’inglese. Praga, sembra inutile dirlo, è una città bellissima e romantica. Noi abbiamo preferito cominciare il percorso dalla Hradsanska Namesti, la Piazza del Castello, con il duomo di San Vito e la torre dai 287 scalini da cui si gode una meravigliosa vista; proseguendo, la porta d’oro e il vicolo d’oro, dove famosa è la casetta blu numero 22 appartenuta a Franz Kafka.
A pochi isolati si può raggiungere il ponte Carlo con la più bella torre gotica d’europa che di sera offre uno spettacolo ancor più suggestivo.La via Karlova collega il ponte Carlo alla Piazza della Città Vecchia (Staromestske Namesti), a nostro avviso la piazza più bella d’Europa, con il suo orologio astronomico e la spettacolare chiesa di Tyn. Vale la pena fare un giro per il quartiere di Mala Strana e per la boulevard della Città Nuova. Inoltre, per gli appassionati di musica, bisogna sapere che Praga è piena di jazz band che ti sorprendono in ogni angolo.
Quanto alla gastronomia Ceca, non abbiamo assaggiato nulla di particolarmente caratteristico, forse anche perché ci eravamo stancati di interpretare i menù. I prezzi sono più alti in confronto alla Polonia, ma nei pubs è comunque possibile spendere poco e mangiar bene.
Proprio nel brusio di un chiassoso pub di Praga, ci siamo abbandonati con divertimento ad una ispirazione e abbiamo scritto una poesia che riportiamo qui: Il nuovo errore Ritornando indietro Si ha certezza degli errori E affaticando gli occhi Si cerca un districarsi, tra cose dei ricordi e Cose mai vedute.
In questa confusione Si è pronti ad abbracciare L’errore nuovo e un altro inutile tornare.
16.08.2004 Ritorno in Italia Note finali: 5.500 km tutti accompagnati da un’unica, insostituibile colonna sonora: un disco di Lucio Battisti.
Battisti è stato per noi una rivelazione, tanto che, sulla strada del ritorno, in un pomeriggio di sole, l’istinto ci ha guidati verso Molteno. Nel piccolo cimitero deserto del minuscolo paese, abbiamo sostato per qualche attimo in silenzio davanti alla semplice,sobria tomba del cantante.
Abbiamo poi ripreso in fretta l’autostrada per Roma.
La canzone che ancora oggi ascoltiamo in macchina e ci riporta inevitabilmente in quei luoghi, è I ritorni. Provate a iniziare un viaggio sulle note di questa canzone e poi ci farete sapere…