La Grecia continentale in moto

Viaggio fantastico su due ruote nella penisola ellenica
Scritto da: pezzenteinglese
la grecia continentale in moto
Partenza il: 03/06/2015
Ritorno il: 21/06/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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3 giugno 2015: La partenza

La moto è già giù che ci aspetta dalla sera prima, le valigie devono solo essere chiuse e caricate, il sole filtra dalle persiane e noi siamo già svegli prima che suoni la sveglia. Ad un anno esatto dal meraviglioso viaggio in Croazia, si riparte. Questa volta la meta sarà la Grecia, dove già da qualche tempo avevamo messo gli occhi. Come al solito la pianificazione dell’itinerario, la scelta degli alberghi ed il resto della logistica è iniziato per tempo, sbirciando su internet ed appoggiandosi alla guida di viaggio cartacea (la solita Lonely Planet). Adesso era arrivato il momento di partire e godersi solo il viaggio.

Partiti verso le 8.30 da casa siamo arrivati alle 11.30 circa al porto di Ancona, dove una marea di harleysti, probabilmente diretti ad un motoraduno in Grecia, aveva invaso gli uffici del check-in; questi sono stati poi i nostri compagni di viaggio sino ad Igoumenitsa. Abbiamo viaggiato con la compagnia Minoan, a bordo di una nave tutto sommato ben tenuta e pulita.

4 giugno 2015: Ioannina

Arrivati al porto di Igoumenitsa verso le 8.30 del mattino, dopo le operazioni di attracco e sbarco, alle 9 eravamo già per strada in direzione Ioannina. La scelta di Ioannina come prima tappa del viaggio è stata motivata dalla intenzione di andare a vedere le gole di Vikos; dalle notizie della guida turistica, la cittadina di Ioannina non emerge propriamente quale meta turistica di primo ordine, ed invece si è rivelata una ottima scelta.

Appena arrivati, dopo aver scaricato la moto e fatto una doccia veloce, ci siamo diretti verso il centro storico della città, preceduto da un parco che costeggia il lago di Ioannina, al cui centro è presente una isola, dove una moltitudine di pescatori, armati di numerose canne da pesca, passano la quasi intera giornata. Dopo la visita al Kastro, ci siamo “persi” per le vie della città nuova, piene di negozi, bar e ristoranti; durante il vagare senza meta, minacciose nubi si sono affacciate dalle montagne. Le intenzioni per il giorno erano quelle di visitare le grotte di Perama nel pomeriggio, per poi avere tutta la giornata seguente per le gole di Vikos. Essendo però alto il pericolo pioggia, abbiamo deciso di imbarcarci su un battellino e raggiungere l’isola situata in mezzo al lago. L’isola è piena di negozi di souvenir e taverne e l’unica attrazione è il museo di Alì Pascià, il despota di Ioannina; degno di nota il negozio di dolci che si trova poco prima del museo, dove una arzilla e simpatica signora, prima ci fa bere una bevanda tipica, poi ci fa assaggiare dei dolcetti da leccarsi i baffi, ed infine, saputo che siamo italiani, si mette a cantare vecchie canzoni italiane. Come non dover poi comprare qualcosa da lei?! Le nuvole si sono ben presto trasformate in un temporale di forte intensità e fortunatamente presso il molo dei battelli del ritorno abbiamo trovato riparo sotto un enorme platano. Tornando sulla terraferma, guardiamo allontanarsi il nubifragio ed in lontananza un pezzo di sereno che faceva capolino tra le nuvole. Abbiamo quindi deciso di tirare abbastanza avanti almeno fino e 19, consumare un pasto meritato e rientrare in albergo; tra i tanti posti, per caso siamo finiti al Metsovitiki Folia, dove abbiamo mangiato molto bene (ottimo il souvlaki).

5 giugno 2015: Ioannina e Vikos

Il programma per oggi prevedeva la visita alle gole di Vikos, con passeggiata lungo il sentiero da trekking che attraversa l’intera gola, ma i nuvoloni neri verso le montagne ci hanno costretto a fare una piccola variazione. Siamo, quindi, andati a visitare subito le grotte di Perama, poco distanti da Ioannina. In queste grotte ci sono una miriade di stalattiti e stalagmiti, che assumono le forme più curiose, ricordando talvolta oggetti comuni, oppure animali o paesaggi. La visita dura circa 45 minuti, in un continuo sali scendi di gradini, da una grotta ad un’altra, da perdere il fiato; ma la bellezza di ciò che si ha davanti lascia davvero a bocca aperta. Usciti dalle grotte, la giornata aveva cambiato totalmente aspetto, ed un bel sole, non ancora molto caldo, era uscito dalle nuvole; passaggio veloce in hotel per cambio di abiti, e via verso Monodendri, dove però, dato l’orario non sarebbe stato possibile percorrere i 12 km di sentiero tra le gole.

A Monodendri, all’interno di un monastero, c’è uno dei punti migliori per ammirare l’intera gola di Vikos, guinnes record 1997 quale gola più alta del mondo; e se le grotte di Perama ci avevano fatto brillare gli occhi, lo spettacolo che si è presentato davanti a noi offerto dalle gole di Vikos, beh, gli occhi ce li ha fatti esplodere. Il panorama che si può ammirare dal monastero di Monodendri è unico e lo sbalzo della gola è veramente impressionante; ci siamo avventurati per un poco nei dintorni del monastero ed addentrati in direzione del fiume sottostante, per poi risalire al centro del paese e riprendere la moto.

Risaliti in sella volevamo raggiungere un altro punto di osservazione citato dalla guida, ma per problemi alla moto, che ahimè ci hanno accompagnato per tutta la vacanza, abbiamo dovuto fare rientro.

In serata a Ioannina, prima di ritirarci in hotel, siamo stati a cena al ristorante Mystagogia, consigliato dalla guida turistica, dove abbiamo assaggiato un ottimo tzitzaki, della feta con spezie piccanti, un souvlaki di pollo ed un Pasha Kebab, che altro non era che un gyros servito su piatto; tutto veramente squisito. Rientrando in hotel abbiamo attraversato la zona adiacente i giardini sul lago ed erano pieni di locali molto belli, con tavoli all’aperto, pieni di gente, per lo più giovani, che passavano in allegria il loro venerdì sera, in compagnia di musica e birra. Dopo due giorni a Ioannina, devo ammettere che dalla lettura della guida non emerge la bellezza, a nostro parere, di questa cittadina greca, che consiglierei soprattutto anche ai giovani, per la buona “movida” notturna.

6 giungo 2015: Verso le Meteore

Dopo una colazione leggera, dovuta per lo più al senso di colpa di quanto mangiato la sera prima, caricata la moto e, con un occhio alla strada ed uno al cielo, siamo partiti in direzione Kastraki. Nelle mie intenzioni c’era una veloce tappa a Metsovo, ma le troppe nuvole che giravano sopra le nostre teste mi hanno fatto cambiare idea; le vacanze in moto hanno un gusto particolare, ma spesso devi cambiare i tuoi piani, ed il meteo è una delle variabili maggiormente influenti. Curva dopo curva, fortunatamente, il sole si è stabilizzato in cielo ed un’aria calda ha iniziato ad accompagnarci, finchè, dopo una delle tante curve sono apparse nel loro splendore e nella loro imponenza le Meteore. Man mano che ci avvicinavamo al nostro hotel (Hotel Meteoritis) queste imponenti rocce divenivano sempre più grandi e iniziavano ad essere ben visibili i monasteri costruiti sulla sommità di alcune di esse. L’hotel è in una posizione invidiabile, dalla nostra camera, ma penso da tutte, è possibile vedere le meteore, che circondano l’intero paese di Kastraki.

Le mie intenzioni erano di dedicare l’intera giornata seguente, anche in vista delle previsioni che promettevano sole, alla visita di tutti i conventi, mentre per oggi fare una toccata e fuga a Trikala; e così, scaricata la moto dai bagagli, siamo ripartiti alla volta di Trikala, dove obiettivamente, eccezion fatta per un piccolo castello, non c’è molto altro da vedere. Ci siamo comunque dedicati alla attività più praticata in Grecia, ossia ci siamo seduti in un bar della zona pedonale ed abbiamo sorseggiato molto lentamente una bevanda fresca, riposta in un bicchierone con cannuccia, parlando del più e del meno.

Prima del rientro in albergo ci siamo avviati verso la strada che collega i Moni, per capire un po’ come muoverci il giorno successivo.

Rientrati in albergo, dopo una doccia ed un po’ di relax, siamo andati a mangiare alla taverna Gardenia, consigliataci dal proprietario dell’hotel, ma già adocchiata da ricerche su internet precedenti. Abbiamo mangiato molto bene, io finalmente ho assaggiato la Moussaka (buona), anche se le porzioni, abituati alle precedenti esperienze, erano non molto abbondanti; tuttavia, cibo molto saporito, dolcino e grappa finale offerta dal locale, ad un prezzo contenuto.

7 giugno 2015: Le Meteore

Alzati di buonora per andare finalmente a visitare i conventi sulle cime delle meteore, la prima cosa che abbiamo tristemente notato è stata il cielo molto nuvoloso, minaccioso pioggia. Rincuorati da un’abbondante e buonissima colazione a base dell’immancabile yougurt greco e miele, ci siamo preparati velocemente e siamo saliti fino al Moni Megalou Meteorou, il più grande dei conventi, il più turistico, il più affollato. Saliti i ripidi scalini che portano sino l’ingresso, cercando di “sorpassare” più gruppi possibili di turisti, dopo aver pagato ed aver ricevuto la mia ragazza una gonna per coprire le gambe, abbiamo girato tutte le parti visitabili; indescrivibile il panorama che dalle varie terrazze si poteva ammirare, con la vista in lontananza degli altri monasteri “appollaiati” sulle cime rocciose.

Siamo poi passati al sottostante Moni Varlaam ed al Moni Agiou Nikolaou, affascinanti entrambi e meno affollati, tanto da poter meglio apprezzare quanto ci si mostrava davanti.

All’uscita dal Moni Agiou Nikolaou, quelle che erano minacce mattutine, sono diventate realtà e le nuvole hanno iniziato a scaricare delle vere e proprie “secchiate” di acqua; dopo aver atteso un po’ riparati sotto degli alberi, abbiamo deciso di tornare in albergo ed aspettare in un miglioramento delle condizioni. Dopo qualche ora, approfittando di una tregua, ci siamo diretti al Moni Agias Triados, noto soprattutto per essere stato una location di uno dei film della serie di James Bond; anche in questo caso non molte persone erano presenti e la visita è stata più gradevole. Purtroppo l’ora si era fatta tarda e non era più possibile la visita al Moni Agiuo Stefanou, quindi, e, anche in considerazione del fatto che stava per ricominciare a piovere, abbiamo deciso di rientrare e, dopo una rigenerante doccia, abbiamo cenato alla Taverna Stefanos; solito menù, cibo molto saporito, e solito prezzo modesto.

Finita la giornata, contento per aver comunque potuto visitare i conventi, mi è dispiaciuto il fatto di non aver potuto percorrere in modo più “divertente” la tortuosa strada che li collega.

8 giugno 2015: Verso Salonicco

Giorno di spostamento verso Salonicco, accompagnato per la prima parte del viaggio da nuvole altre, ma nessuna precipitazione. La strada è molto bella e rilassante, con poco traffico, anche se l’asfalto a tratti sembra essere molto levigato. Arriviamo a Salonicco, dove il sole ha preso il posto delle nuvole, e dove un traffico intensissimo ci fa procedere a passo d’uomo per alcuni chilometri; la temperatura del motore si alza sempre di più, la spia dell’olio inizia a lampeggiare, il navigatore mi fa fare un tragitto che però risulta essere chiuso per lavori, inizio a temere di dovermi fermare per non fondere il motore, ed ecco che, dopo qualche stradina presa ad intuito (o a caso?!), appare l’insegna dell’hotel. Mi reco alla reception, ma la ragazza che è lì mi dice che almeno fino le 14 non possono darmi la camera; decidiamo quini di lasciare lì i bagagli e di andare a fare rifornimento alla moto, tanto per perdere un po’ di tempo e per renderci conto della conformazione di Salonicco.

Rientrati in albergo all’ora stabilita per il check in, dopo una doccia abbiamo deciso di girare per Salonicco senza mete precise, a prendere qualcosa da bere, e decidere sul da farsi nei giorni successivi; subito la caoticità di Salonicco ci ha colpiti, forse perché venivamo da posti più piccoli e meno frequentati, o forse perché è proprio l’urbanistica della città che le dà questa veste.

Passeggiata lungo il porto sino alla Torre Bianca, con un occhio ai mille locali presenti per la via ed alla quantità di persone che stanno sedute per ore sorseggiando caffè freddo o altro. Entrati subito nello spirito greco, ci siamo accomodati anche noi in uno dei tanti bar e ci siamo rilassati davanti a due “beveroni” freddi. Dopo aver cenato in una taverna adiacente, Agioli, abbiamo fatto rientro in albergo passando attraverso il quartiere di Ladadika, dove, in una area interamente pedonale, sono presenti numerosi ristoranti, pub e locali di musica; l’hotel da noi scelto è proprio al margine di questa area e permette di essere vicino a quella che forse è la zona maggiormente frequentata nelle ore serali.

9 giugno 2015: Dintorni di Salonicco

La scelta per la giornata che stava iniziando è stata quella di andare a visitare la città di Edessa prima, per poi fare una “puntata” nella parte bassa della penisola calcidica, così da lasciare al giorno successivo la visita approfondita di Salonicco. Edessa, raggiunta in poco meno di due ore, è una piccola città il cui unico punto di attrazione è la cascata che si trova quasi in centro. La cascata è bellissima. Una enorme quantità di acqua genera questa maestosa cascata, alla quale si può accedere dalla parte superiore sino alla parte inferiore. Nelle immediate adiacenze di essa, il “vapore” generato rinfresca la visita, ma rende difficile fare foto!

Dopo una sosta ad un bar nel centro pedonale, ci siamo riavviati verso Salonicco, per oltrepassarla ed andare verso la penisola di Kassandra; purtroppo non ci siamo addentrati molto perchè ad un certo punto siamo stati circondati da dei nuvoloni neri che non promettevano nulla di buono; arrivati in un punto non definito sulla costa, abbiamo fatto inversione e siamo tornati alla base.

In serata, mentre eravamo a cena presso il ristorante Palati, un violento acquazzone della durata di un’oretta circa ci ha un po’ spiazzati sui programmi del giorno dopo, poichè avevamo sperato in una soleggiata giornata di camminata per le vie di Salonicco.

10 giugno 2015: Salonicco

Aperte le finestre, la luce del sole ha subito invaso la stanza, ricaricandoci di energia positiva per la giornata che stava iniziando.

Seguendo, non pedissequamente, un itinerario consigliato dalla guida cartacea ci siamo diretti innanzitutto al Mercato Modiano; il camminare tra i banchi della carne e del pesce, il sentire le urla dei venditori che attirano i clienti, l’essere circondati dalla calca delle persone, sono tutte sensazioni che possono essere solo provate e difficilmente descritte.

Da lì a poco eravamo alla chiesa di Agia Sofia, prima, ed alla chiesa di Agios Dimitrios, dopo, l’interno delle quali affascina per la quantità e la qualità degli affreschi, dei mosaici e delle icone dei santi, presso le quali i fedeli ortodossi lasciano numerose preghiere, scritte su dei piccoli fogliettini, e, dopo aver baciato il santo di turno, passano al successivo; la chiesa di Agios Dimitrios, in particolare, presenta una cripta aperta solo il giorno ed un reliquario di argento, in cui sono conservati i resti del santo.

Essendo ancora abbastanza fresca la temperatura, abbiamo puntato la bussola verso la Kastra, o Anopoli, la città vecchia, raggiunta dopo una faticosa strada in salita ed una appagante passeggiata lungo le antiche mura bizantine, o quel che ne resta; abbiamo poi scoperto che c’è una via più agevole per salire a piedi ed è meglio “visibile” partendo dalla zona della Torre Bianca. A Salonicco abbiamo notato che i cartelli con le indicazioni turistiche, forniscono, oltre alla distanza ed il tempo stimato, il calcolo calorico per raggiungere la meta scelta. Dopo aver ammirato il panorama dal punto più alto della città, siamo scesi verso la zona centrale della città, che accoglie i resti della presenza romana sul territorio greco; abbiamo quindi visto la rotonda e l’arco di Galerio (il palazzo era già chiuso) e l’Agorà Romana. Trovandosi poco distante da noi, abbiamo fatto visita alla casa in cui nacque Ataturk, il fondatore della Turchia moderna; questo edificio si trova all’interno del consolato turco, dove dopo aver suonato il campanello e lasciato il proprio nome su un librone all’accesso, è possibile entrare gratuitamente.

Raggiunte finalmente le coste del golfo di Salonicco, siamo arrivati alla Torre Bianca, forse il monumento più conosciuto, tristemente noto per il massacro dei giannizzeri, dipinta di bianco per cancellare il sangue di questi, una volta che la Grecia riconquistò la città.

Ripercorrendo, per l’ennesima volta, la strada che costeggia la città, siamo arrivati a Piazza Aristotelous ed abbiamo poi proseguito sino all’area portuale.

Dopo aver atteso il tramonto passeggiando, siamo ritornati alla taverna Aigioli, per concludere la serata ed anche l’esperienza di Salonicco.

11 giugno 2015: Verso Atene

Un caldo sole ci aspettava fuori dall’albergo per accompagnarci ad Atene e così, caricata la moto, siamo partiti alla volta della capitale greca.

Durante il viaggio siamo passati sotto il Monte Olimpo, avvolto nella sua cima nella tradizionale nuvoletta, quasi a voler separare il mondo degli Dei dal nostro; impressionante vedere ancora lingue di neve presenti lungo le pendici, e sentire l’aria calda estiva che sale dai pantaloni.

Il percorso, che alterna tratti di autostrada a tratti di statale, è divertente ed offre discreti colpi d’occhio e, nonostante siano poco più di 500 km da percorrere, si guida senza sentirne la stanchezza; inoltre, devo dire che, a parte i centri abitati, la Grecia ha poco traffico e, a differenza di quanto si racconta, non sono indisciplinati alla guida, o per lo meno, non più di quanto lo siamo noi italiani.

Memore del traffico di Salonicco, mi aspettavo di arrivare ad Atene e di trovare lo stesso, o forse peggio, ma, tuttavia, in poco tempo riusciamo ad attraversare il centro ed arrivare all’hotel; scaricata la moto e parcheggiata nel garage custodito, dopo una doccia, siamo già per strada in direzione Monastiraki; l’idea era quella di iniziare a visitare alcune zone della città, magari quelle più periferiche, ma la stanchezza del viaggio ed il caldo ci hanno fatto cambiare idea.

Abbiamo, quindi, deciso di procedere ad una “perlustrazione” della città in modo di muoverci meglio e più velocemente il giorno successivo; abbiamo, tra l’altro, raggiunto l’ingresso principale dell’acropoli ed acquistato il biglietto di ingresso (vale 4 giorni), per non rischiare code, ed abbiamo studiato il tragitto più veloce per raggiungere il sito.

Ci siamo quindi lasciati trasportare dal viavai del Thisio, dai suoi ristoranti e dai suoi bar, fino a farci rapire da una yogurteria self service: tu scegli quel che vuoi, poi pesano il tutto e paghi!

Siamo ritornati verso Monastiraki, centro nevralgico di Atene, e ci siamo diretti verso Piazza Syntagma, arrivando giusto in tempo per il cambio della guardia (in questo caso una cerimonia molto sobria e veloce, che si tiene ogni ora, durante tutta la settimana).

Per la cena abbiamo provato un “mezedopoleio”, nei pressi di piazza Syntagma, Tzitzikas & Mermingas, dove abbiamo mangiato molto bene e siamo stati bene; particolare il fatto che le posate siano in un cassetto sotto il tavolo e sono da prendersele da soli.

12 giugno 2015: Atene

Alzatici molto presto per raggiungere velocemente l’acropoli, prima della massa di turisti e delle previste temperature “africane”, armato della mia fedele Sony, di cappello e di bottiglia di acqua, con un passo molto affrettato, io e la mia ragazza siamo arrivati all’ingresso principale poco dopo le 8.30.

Attraversata la porta Beulè ed i Propilei, si fa un salto indietro nel tempo, sino a rivivere e respirare quello che doveva essere uno dei luoghi più affascinanti e magici della storia antica.

La scelta di arrivare presto è stata ripagata da una modesta quantità di turisti che hanno consentito di prendersi tutto il tempo per ammirare e fotografare i resti dell’acropoli, anche se le immancabili gru delle opere di restauro restano sempre lì in mezzo, quasi a diventare esse stesse attrazioni da fotografare; già al momento di uscire, la sola scalinata di accesso era intasata di persone che rendevano difficile e lento l’entrare e l’uscire.

Scesi dal versante del Teatro di Dionisio, abbiamo percorso tutta la pedonale di Dionysiou Areopagitou in direzione della Antica Agorà, il cui ingresso è compreso in quello dell’Acropoli; dopo la visita ci siamo diretti verso l’Agorà Romana e la Torre dei Venti.

La seguente meta del nostro itinerario è stata il mercato centrale (i mercati ci piacciono molto!) dove il solito affollamento di venditori “urlanti” ci ha accolto; in molti erano incuriositi del mio procedere con una mini videocamera attaccata all’estremità di un lungo bastoncino, con la quale ho ripreso i banconi pieni di carne e di pesce, gli urlatori che attirano i clienti e le massaie fare la spesa quotidiano, cercando di trattare il prezzo a loro vantaggio.

Proseguendo verso piazza Syntagma abbiamo deviato verso l’Arco di Adriano ed il Tempio di Zeus Olimpo; in quest’ultimo sono impressionanti le dimensioni delle colonne ancora rimaste in piedi, che fanno sorgere la spontanea domanda su come sia stato possibile, per quei tempi, costruire opere del genere.

Proseguendo sotto un sole che diventava sempre più caldo e battente, siamo arrivati allo Stadio Panatenaico, all’interno del quale ci pareva rivivere le imprese sportive del passato e, grazie anche alla poca gente presente, è stato possibile fare una approfondita visita, grazie anche all’audioguida fornita con il biglietto di ingresso; consiglio di raggiungere l’ultimo anello, anche se abbastanza faticoso sotto il sole a picco, ed ammirare l’intero ferro di cavallo formato dalle gradinate dalla posizione centrale.

Usciti dallo stadio, attraversando i giardini nazionali, siamo andati sino alla cima della collina di Filopappo, dove, seppur dopo una discreta camminata in salita, a tratti adombrata dagli alberi ed a tratti sotto un sole “martellante”, il panorama su Atene, con l’Acropoli che la sormonta, ripaga gli sforzi fatti.

Finita la giornata, ma soprattutto finita la “benzina”, dopo una tappa in hotel per doccia e una birra bevuta all’ultimo piano dello stesso (ovviamente vista acropoli) siamo andati al Karamanlidika una macelleria che offre anche servizio di ristorante; questo locale lo ritengo personalmente molto bello e caratteristico, con al centro della stanza il banco macelleria, con esposti tutti i prodotti tipici, e da un lato la cucina a vista, mentre i tavoli sono sparsi dove c’è posto. Ci sono anche dei posti ad un bancone davanti la cucina ed al suo fianco: noi siamo stati lì, ed abbiamo mangiato in modo sublime, lasciandoci consigliare dalla cameriera, tanto che prima di andarcene abbiamo prenotato anche per il giorno dopo.

13 giugno 2013: Antica Corinto ed Epidauro

Dopo aver camminato per quasi 20km il giorno prima, abbiamo deciso di riprendere la moto ed andare a visitare l’Antica Corinto ed Epidauro, sperando di incontrare durante il viaggio anche qualche bel panorama e qualche bella curva.

Prima tappa, obbligatoria, all’istmo di Corinto, talmente stretto che, se percorso con disattenzione si rischia di non vedere; ovviamente qualche indizio ci è stato dato da un folto gruppo di persone che facevano foto, selfie, ecc.

Fermata la moto, sono andato (la mia ragazza soffre di vertigini e se lo è goduto sul display della macchina fotografica!) sul ponte che attraversa lo stretto per fare delle foto e l’impressione è stata davvero tanta nel vedere quanto effettivamente siano vicine le ripide pareti rocciose; interessante sarebbe stato assistere al passaggio di una nave di importanti dimensioni, ma mi sono dovuto accontentare di qualche barca a vela.

Poco distante siamo arrivati all’acropoli di Corinto, che situata sulla cima di un monte, domina tutta la costa; il sito è ad ingresso gratuito, si estende su una discreta area, percorribile interamente a piedi, ed offre una interessante visita, nonchè panorami mozzafiato.

Scesi verso il sito archeologico dell’antica Corinto ci siam fatti prendere dalla pigrizia e, anzichè fermarci lì, ci siamo seduti al tavolino di un bar per un cappuccino freddo ed uno smoothies per poi ripartire alla volta di Epidauro.

Impostato il navigatore per percorrere la strada lungo la costa, ci siamo avviati con molta calma, incontrando davvero dei bei colpi d’occhio; a destra le montagne ed a sinistra la costa, in una alternanza di vista tra una curva ed un’altra.

Arrivati quindi all’Antico Teatro di Epidauro, siamo entrati nel sito archeologico ed abbiamo visto oltre il teatro stesso, ciò che resta della vecchia città; ovviamente, da bravi turisti, abbiamo fatto la prova dell’acustica del teatro e… funziona.

Rientro in serata ad Atene e dopo la cena, subito a letto; la stanchezza della vacanza “culturale” inizia a farsi sentire.

14 giungo 2015: Atene

Appuntamento obbligatorio della giornata è alle ore 11 in Piazza Syntagma per il cambio della guardia; e, diversamente da quello già visto, quello odierno è il più spettacolare, con tanto di banda e picchetto di onore. E per avere un buon punto di osservazione il piano era arrivare almeno mezzora prima. Con questi propositi, dopo la sveglia le attività sono state velocizzate e, per gli spostamenti odierni si è deciso per i mezzi pubblici, facendo il biglietto di 4 euro che, per 24 ore, consente l’utilizzo di metropolitana, tram ed autobus.

Tappa veloce in piazza Omona, alla pasticceria Stani, dove due porzioni di yogurt greco con miele e noci ci hanno dato l’energia necessaria per affrontare l’intera giornata.

Alle ore 10.20 eravamo nella piazza già affollata di persone intente a farsi le fotografie con le guardie; girando lo sguardo ho notato che la polizia stava iniziando a transennare la zona, quindi, dopo aver chiesto al militare di vigilanza da che parte fosse arrivata la banda, mi sono posizionato già in prossimità di un paletto di sostegno del cordone di sicurezza (guardando il monumento a sinistra).

Quando è iniziato lo sgombro della zona in cui sarebbe avvenuta la cerimonia, mi sono trovato in prima fila, come da progetto; posizionato il cavalletto ed aspettato, difendendo la posizione, fino all’ora stabilita.

Ad un certo punto si è iniziato ad udire il suono di un grancassa e poco dopo, preceduta dalla banda, è apparso il plotone dei militari in uniforme storica che avrebbe effettuato il cambio della guardia.

Osservata, fotografata e filmata, l’intera cerimonia da una posizione eccellente, non abbiamo ceduto alla turistica abitudine di farsi una foto al fianco del militare ed abbiamo ripreso la metro in direzione Keramikos, l’antico cimitero della città, il cui ingresso è compreso nel biglietto dell’acropoli.

Raggiunta poi a piedi Monastiraki, e presa nuovamente la metro, siamo andati in direzione del Pireo, nella speranza di trovare qualcosa di interessante, nonostante la guida cartacea non ne esaltasse alcuna qualità; purtroppo, eccezion fatta per il mercatino delle pulci, solo di domenica, la zona non ha in effetti un gran che da offrire. Dopo essere passati in mezzo al mercato delle pulci, dove donne in piedi o sedute sui banchi di vendita invitano a comprare qualsiasi tipo di cosa immaginabile, ci siamo diretti verso Zea Marina, la zona portuale, in cui l’unica cosa da vedere sono i lussuosi yacht ormeggiati, e l’unica cosa da fare è stare seduti ad un bar a bere caffè freddo.

Ripresa la metro siamo rientrati al centro di Atene e ci siamo quindi mossi in modo casuale tra i vari negozi del quartiere di Monastiraki ricapitando casualmente (o volutamente?) nella yogurteria self service, dove abbiamo preso un gustoso e meritato yogurt.

Approfittando del biglietto della metro di 24 ore, dopo aver fatto rientro in albergo per una doccia, siamo tornati velocemente in Monastiraki per la cena e per trascorrere l’ultima serata ad Atene. Dopo la cena, abbiamo aspettato la definitiva stanchezza tra i locali del Thisio.

15 giugno 2015 Nafplio

La partenza da Atene segna la fine della vacanza prettamente a sfondo culturale, e dà avvio a quella più rilassante, a quella con più tempo dedicato al relax e meno alle scarpinate; ed è così che dopo poco più di due ore di viaggio, arriviamo a Nafplio, dove ci accoglie una giornata molto calda con un cielo blu dipinto che ci “costringe”, una volta scaricati i bagagli e cambiati di abito, a recarci in cerca di una spiaggia.

La scelta cade su quella di Karthona, poco fuori Nafplio, che ci dicono essere una spiaggia di sabbia.

Percorrendo la strada che costeggia il mare si scorgono numerosi bagni attrezzati di ombrelloni e lettini; noi li lasciamo passare tutti e ci fermiamo all’ultimo.

Il funzionamento della spiaggia qui è che ti puoi mettere dove vuoi, senza pagare, basta che ordini dal bar; preso quindi possesso di ombrellone e due lettini in riva al mare, ordiniamo acqua ed un sandwich. L’acqua del mare è trasparente, poca folla, buona musica, si sta bene: restiamo. E restiamo anche a cena, in quanto, verso le 8 notiamo che i tavoli alle nostre spalle vengono apparecchiati e iniziano a riempirsi di ospiti; ceniamo in un tavolo praticamente sulla spiaggia delle ottime pietanze, con davanti a noi il sole che man mano scende colorando il mare di rosso.

16 giugno 2015 Nafplio

Unica attrattiva del posto, a parte il mare, è la Fortezza di Palamenide, che raggiungiamo in moto verso le 9.30. Entrati in questa fortezza rimaniamo colpiti dalla grandezza e dalla sua bellezza, nonchè da come sia stata mantenuta in condizioni ottime; impieghiamo circa un’ora per visitarla tutta, affrontando un percorso abbastanza faticoso, fatto di saliscendi su scale in pietra o su terra rocciosa, ottenendo dalla cima più alta una vista sull’intera area sottostante che evidenzia, tra l’altro, lo splendore delle acque del mare greco, che si colorano di blu e di verde. Dopo la “faticata”, ricalcata la moto e presa la direzione del bagno già visitato ieri, dove prima di stenderci definitivamente al sole mangiamo una insalata greca ed un piatto di verdure cotte.

In serata, su consiglio del proprietrio dell’appartamento che ci ospitava, andiamo in una taverna del paesino di Asini, dove gli unici clienti ai tavoli eravamo noi; molte persone del posto, infatti, venivano a prendere le pietanze e le portavano a casa.

17 giugno 2015: Monemvasia

Partenza in direzione Monemvasia, effettuata abbastanza presto per evitare il caldo ed, eventualmente, concederci ad un’altra “seduta” di spiaggia prima di visitare la cittadella. La pianificazione dell’itinerario prevedeva di fare, almeno sulla carta, un tragitto abbastanza snello e veloce, ma, forse a causa di una logica di funzionamento non proprio “furba” del navigatore, o forse dalla comunque disastrosa rete stradale greca, ci siamo ritrovati ad affrontare stradine male asfaltate, larghe poco più di un metro, che attraversavano abitazioni disperse nel nulla. Quello che doveva essere una veloce tappa di spostamento è diventato uno snervante viaggio senza fine.

Arrivati finalmente a Sparta, dopo essere rimasto imbottigliato nel traffico cittadino, circondato da decine di taxi rossi (pare che a Sparta siano tutti rossi i taxi), finalmente le prime indicazioni di Monemvasia; la strada è diventata meno tortuosa e più scorrevole e, dopo una curva, ecco apparire il tanto agognato sperone di roccia.

Ahimè, già durante il viaggio alcuni disturbi avevano iniziato ad infastidire il mio stomaco, ed all’arrivo la situazione è precipitata; poco dopo aver preso possesso della camera, infatti, un pungente mal ti testa, che si è poi rivelato febbre a 38 gradi, si è impossessato di me e mi ha steso per l’intera giornata, e nottata! Monemvasia resta un posto da vedere in Grecia.

18 giugno 2015 Olimpia

Nonostante una nottata trascorsa in modo burrascoso, e le mie condizioni non fossero al 100%, dovevamo partire per Olimpia; giunti a questo punto della vacanza, iniziava ad avvicinarsi il giorno del rientro in nave e non mi potevo permettere di stare troppo lontano dal porto di Patrasso. Memore del tragitto del giorno prima, cerco di controllare bene il tragitto da fare, ma mi rendo conto che anche oggi sarà impegnativa; l’unica consolazione è che, stando alle cose lette in rete, la strada tra Sparta e Kalamata, sembra essere motociclisticamente molto appagante. Dopo quasi tre ore di viaggio arriviamo quindi ad Olimpia, dove per poco evitiamo una acquazzone con grandine, che avrebbe dato il suo colpo di grazia sulla mia già precaria salute. Preso possesso della camera in hotel, decido di mettermi a letto per tentare di recuperare le energie e poter continuare gli ultimi giorni di vacanza in maniera più serena.

19 giugno 2015: Olimpia

Dopo esserci svegliati ed aver fatto una buona colazione, siamo andati a visitare il sito archeologico della antica città di Olimpia, raggiunta facilmente a piedi dall’albergo. Quello che il giorno prima era sembrato un mite paesino, quasi disabitato, oggi è un luogo pieno di turisti, negozi e taverne, tutti dislocati sull’unica via centrale che porta al sito archeologico.

La visita è molto interessante, forse lo sarebbe stata di più con una guida turistica, in grado di dare, oltre a qualche informazione tecnica in più, anche un tono romanzesco alla descrizione di come si viveva nell’antica Olimpia; di questo ce ne siamo accorti “rubando” qualche parola delle guide che accompagnavano i gruppi.

Obiettivamente poche sono le strutture rimaste in piedi, ed ancora si stanno effettuando scavi, ma lo spirito che porta in sè questo luogo è molto forte; quando, percorrendo l’entrata allo stadio, passando sotto l’arco che ne segna l’ingresso e recandosi sulla linea di partenza della pista dei 120m, appoggi il piede su quest’ultima, l’immaginazione quasi ti fa sentire la folla che accoglieva gli atleti in quel luogo.

Dopo il sito, la visita continua, anche in modo complementare, nel vicino museo, in cui sono presenti ricostruzioni della città, oggetti utilizzati dagli atleti ed imponenti statue ben conservate.

In serata, dopo una rinfrescata ed un riposino in albergo, siamo andati a mangiare alla Taverna The Garden, un uliveto trasformato in ristorante, poco fuori dal centro, dal quale si può ammirare un bellissimo panorama, nonchè si può mangiare piatti ottimamente.

20 giugno 2015: Patrasso

Il tour della Grecia era finito e lo sapevamo dal fatto che stavamo per partire per Patrasso, da dove avremmo poi preso la nave per Ancona; ancora una volta, studio prima la strada, ma stavolta “frego” il navigatore e scelgo manualmente il tragitto apparentemente più lungo; scelta azzeccata. In meno di due ore siamo in hotel, evitando caldo, traffico e strade improponibili. La scelta dell’hotel a Patrasso è stata fatta considerando la nostra non intenzione di vederne il centro, ma solo la necessità di avere un posto in cui aspettare la nave, magari in spiaggia; effettivamente il posto scelto era perfetto. Pur essendo arrivati prima del check in, ci hanno trovato una camera libera ed in un batter d’occhio eravamo in costume a prendere il sole, cosa che abbiamo fatto anche il giorno seguente fino a poche ore prima dell’imbarco.

Durante il rientro in Italia, ripercorrendo con la mente la vacanza appena finita, ricorderò sempre la gentilezza delle persone incontrate sulla nostra strada, dal meccanico che per due ore ha tentato di mettere a posto i problemi della moto (risolti solo al mio rientro in Italia) senza chiedermi neanche un euro, al cameriere di un bar che, vedendoci in fila a Nafpliio, si è avvicinato e mi ha consigliato una strada alternativa per “sfuggire” al traffico; porterò con me quelle immagini di luoghi, raccontati solamente, dai libri al tempo del liceo e quei paesaggi caratterizzati dall’alternanza di coste, che si affacciano su un mare che passa da un color verde smeraldo ad un celeste chiaro, e di foreste verdi.

Alcuni giorni dopo la nostra partenza, la crisi greca ha raggiunto il suo culmine, con referendum, rimpasti politici e nuove riforme per restare al passo con l’Europa; durante la nostra permanenza la crisi non si è vista, all’infuori di Atene, ma, sicuramente, che le cose non vadano per il verso giusto era abbastanza evidente.

Penso che un così bel Paese debba essere aiutato e, soprattutto con il turismo, si riuscirebbe a generare un ciclo virtuoso tale da aiutare nell’intento. Visitare la Grecia avrà quindi un doppio risultato: arricchirà il vostro “budget” culturale ed il loro economico.



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