La Giordania: un sogno fatto realtà

Voglio raccontare il viaggio che io e mio marito abbiamo fatto in Giordania la scorsa settimana per festeggiare il nostro quinto anniversario di matrimonio, dividendolo in due sezioni: dettagli pratici e sensazioni. DETTAGLI PRATICI. Abbiamo prenotato con New Millennium il tour quasi all’ultimo momento. E’ stato un tour un po’ meno caro...
Scritto da: annam1972
la giordania: un sogno fatto realtà
Partenza il: 20/04/2008
Ritorno il: 27/04/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Voglio raccontare il viaggio che io e mio marito abbiamo fatto in Giordania la scorsa settimana per festeggiare il nostro quinto anniversario di matrimonio, dividendolo in due sezioni: dettagli pratici e sensazioni.

DETTAGLI PRATICI.

Abbiamo prenotato con New Millennium il tour quasi all’ultimo momento. E’ stato un tour un po’ meno caro degli itinerari proposti da altri tour operators, ma la qualità è stata analogamente un po’ più bassa. Ci sono stati disguidi in particolare sugli alberghi: chi aveva richiesto un quattro stelle si è trovato i primi due giorni in 5 stelle, un giorno in un 2 stelle (dopo essere arrivati e scaricate le valigie l’hotel 4 stelle ha detto che le prenotazioni del tour operator non risultavano da loro, e quindi hanno dovuto arrangiarsi lì per lì) e i restanti giorni in un 4 stelle un po’ vecchiotto ma accettabile. Noi eravamo in 3 stelle e la qualità è stata più che accettabile (l’albergo Ambassador di Amman è equivalente a un 3 stelle un po’ scarso italiano dal punto di vista delle camere, ma con un buffet da 4 stelle e oltre, senza problemi di igiene e di pulizia, e con personale cortese e disponibile a qualunque ora; l’albergo di Petra era un 3 stelle senza infamia e senza lode, un pochino meno bello di quello di Amman ma comunque accettabile). Altro neo del tour operator è stato all’arrivo ad Amman, dove non c’era nessuno ad attenderci all’arrivo dell’aereo e solo la cortesia di un’altra guida ci ha permesso di contattare il nostro referente locale; comunque siamo riusciti a recuperarlo nel giro di mezz’ora. Attenzione: chi arriva con un gruppo già organizzato e numeroso non paga il visto di ingresso, mentre chi arriva singolarmente e forma il gruppo in Giordania, come abbiamo fatto noi, lo paga (sono 10 dinari giordani, JD, a testa). La nostra guida parlava italiano correntemente, ci ha guidato senza omettere niente del programma ma nemmeno senza sprecarsi più di tanto, comunque ha fatto quello che doveva fare e ci ha anche dato una mano a risolvere i problemi degli alberghi e ad organizzare attività per chi, come noi, non ha partecipato alla gita facoltativa a Damasco dell’ultimo giorno di permanenza. Il pullman era decisamente bello: gran turismo, grande, aria condizionata, autista disponibile anche se non parlava italiano.

Altri dettagli pratici: il mangiare è stato sempre buono quando non addirittura ottimo; l’igiene dei cibi è sempre ad un buon livello e anche il tè beduino che abbiamo bevuto non ci ha lasciato sgradevoli conseguenze. L’acqua minerale e le bibite si trovano dappertutto, e cercando bene si trova anche la birra, sia analcolica che alcolica (per i vini è già più difficile). I livelli sanitari sono comunque buoni, ci sono farmacie nelle città principali (una di fianco al nostro albergo ad Amman) e l’acqua del rubinetto è potabile (ma dicono che non sia bene berla perchè comunque è ferruginosa e potenzialmente sporca di residui di calcare delle tubature); Le toilettes nei vari siti sono la cosa più negativa, ma è anche colpa dei turisti, che buttano la carta nel wc anziché metterla nei cestini, dopo di che il tutto si intasa e vi lascio immaginare il resto… Per quanto riguarda le valute, a parte il visto di ingresso che si paga solo in JD, per il resto gli euro sono accettati dappertutto (solo le banconote però, niente monete) e i dollari anche (meglio però avere gli euro). Ci sono diversi punti di cambio e cambiano anche negli alberghi, ma non conviene cambiare molti soldi, solo lo stretto indispensabile, perchè ci si perde parecchio. Ci sono tanti negozi ovunque e si possono comperare souvenir di tutti i tipi, i prezzi per i turisti ovviamente sono più alti, qualche volta si ha la sensazione che “ci marcino”, però niente di catastrofico. Altra cosa: la corrente è a 220 V e le prese sono compatibili con le spine a due spinotti.

Ultimo dettaglio: come vestirsi. Noi ad aprile abbiamo trovato una temperatura altissima (ci hanno detto che era eccezionale anche per la Giordania), con punte di 40-45°C quando siamo andati a Petra, Gerasa e Mar Morto. Anche di sera, faceva un gran caldo: a Petra le rocce cedevano tutto il caldo del giorno, e quindi non si sentiva frescura. Quindi i golfini che mi ero portata sono stati del tutto inutili, mentre le tre magliette che avevo messo in valigia sono state utilissime. Le scarpe DEVONO essere comode, perchè si cammina su terreni sconnessi; però non è necessario che siano da trekking, io stavo bene con normalissime scarpe da ginnastica. Da notare che il 95% delle donne giordane che abbiamo visto erano vestite con abiti tradizionali e velate; le turiste possono girare con magliette o scollature senza particolari conseguenze, però si vede che danno nell’occhio (specialmente sul Mar Morto: per la prima volta in vita mia mi sono sentita imbarazzata a vedere come mi guardavano i ragazzi dei fanghi mentre prendevo il bagno in bikini). Nella visita alla moschea di Amman, oltre a togliersi le scarpe, è obbligatorio per le donne coprirsi corpo e testa con un camicione che però forniscono loro.

EMOZIONI E RICORDI Che dire di originale della Giordania e di Petra? E’ impossibile non scadere nel banale, ma come si possono usare aggettivi diversi da magnifico, fantastico, meraviglioso, favoloso, stupendo e via così? Per noi abituati a vedere antichità romane, Petra ha il fascino non solo della bellezza, ma anche dell’insolito: le cose che si vedono lì davvero non hanno paragoni. Petra è enorme, vederla bene richiederebbe almeno 3-4 giorni, ma penso che per chi vuole conoscerla a fondo non basti una vita. L’emozione della vista del Tesoro all’uscita del Siq è fortissima anche se questa immagine si è vista e rivista tante volte, ma ci sono tante altre emozioni: i colori delle rocce, tanti altri monumenti inimmaginabili, la vastità del panorama, i personaggi locali…Partecipare a “Petra by night” è stata un’esperienza ugualmente favolosa: la notte, le stelle così vicine, il Tesoro illuminato dalle candele, la musica beduina, il tè…Non voglio raccontare altro, lo si deve provare! Un’altra grande emozione è stata la gita in fuoristrada nel deserto di Wadi Rum: il deserto così come lo si pensa nei sogni, con tanti diversi colori, la sabbia, la roccia, l’emozione della corsa in jeep, il tramonto visto da un’altura con il sole che cambia i colori da giallo a rosa a rosso: io non avevo mai visto un deserto, ed è stato fantastico! E che dire di Gerasa (Jerash) e dei suoi monumenti? Lì si trova la romanità a cui siamo abituati in Italia, ma che cose magnifiche si vedono ugualmente! Colonne altissime, templi immensi, due teatri meravigliosi, strade, fontane, chiese e mosaici: il respiro dei Romani si sente ancora, non è ingiustificato l’appellativo di “Pompei del Medio Oriente”! Gadara (Umm Qais) è più piccola, e per nostra sfortuna ci siamo arrivati sotto un sole implacabile, ma non è meno affascinante con le sue rovine di pietre nere, le botteghe con le facciate quasi intatte, un altro bellissimo teatro e la vista sul lago di Tiberiade e sulla Rift Valley e la spaccatura tettonica che corre lì. Altra bellissima gita a Màdaba: chissà perchè i tour operators non includono tutte le possibili visite a tutti i mosaici che ci sono, ma vale la pena organizzarsi per non vedere solo il mosaico della mappa del Medio Oriente, perchè anche altri mosaici sono dei veri tesori, enormi e bellissimi, e dovrebbero essere assolutamente valorizzati di più. La visita al Monte Nebo è stata purtroppo un po’ penalizzata dalla foschia che non ci ha permesso di vedere il panorama della Terra Promessa di Mosè, ma comunque la visita al sito è stata molto bella, anche se qualcosa era in restauro e non si è potuto vedere. Kerak ha una bella fortezza impressionante da visitare, e ci sono altre fortezze che si riescono a vedere, sia pure da lontano, che sono affascinanti. La sosta al Mar Morto non ha niente di eccezionale, ma il bagno nel mare più salato del mondo è un’esperienza divertente e bizzarra, e se ci si trova lì va bene farla: chi vuole può anche farsi spalmare di fango nero che dicono faccia molto bene alla pelle, anche se è difficile levarselo di dosso. Dove ci siamo fermati noi, era un posto ben organizzato anche per chi si ferma solo per qualche ora, e abbiamo molto apprezzato il ristorante con l’aria condizionata (c’erano 45°C, e a -400 mt sul livello del mare non è uno scherzo!) Infine i castelli del deserto: quello di Lawrence d’Arabia affascinante per la sua possenza, Qasr Amra con gli affreschi dell’epoca degli omayyadi (comprese scene “piccanti” che non si sa come sono sopravvissute agli iconoclasti) e Qasr Al-Kharanah, un caravanserraglio molto ben conservato. Due piccole delusioni (se si paragonano comunque al resto!) sono state Betania con il sito del battesimo di Cristo (in realtà niente di particolare, se non il brivido di avere il confine israeliano a due metri di distanza e l’idea di passare dove prima c’erano campi minati – ma ora è tutto tranquillo), e Beidha o piccola Petra, forse perchè l’abbiamo vista dopo Petra anziché prima, come sarebbe meglio, e che quindi è in paragone molto meno interessante (e forse noi eravamo stanchissimi). Per finire, spezzo una lancia a favore di Amman: è vero che la città è moderna e non ha molte cose da vedere, ma le poche antichità rimaste (la cittadella con le rovine dei templi e del palazzo omayyade, il museo archeologico, il teatro romano, i due piccoli musei di arte e folclore giordano, l’odeon) meritano una visita di mezza giornata. In particolare, nel museo ci sono tante cose interessanti e inaspettate, come alcuni dei rotoli del Mar Morto, le statue più antiche del mondo (più di 6000 anni avanti Cristo), alcuni bei pezzi classici e alcuni reperti da Petra.

Per concludere: già stiamo pensando al modo di ritornare prima o poi in Giordania, magari facendo base ad Aqaba sul Mar Rosso e includendo altre bellezze, naturali e non, che non abbiamo visto (riserva di Dana, le hot springs lungo il Mar Morto, Pella) oltre che naturalmente un altro paio di giorni minimo per Petra. Chi ha dubbi nel partire perchè il Medio Oriente ha una situazione inquieta, sappia che la Giordania è davvero un’isola felice, e chi ha dubbi perchè non sa se ne vale la pena, sappia che per noi è stata un’esperienza unica che ci piacerebbe tanto poter ripetere presto!



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