La festa delle luci a Lione
Un anno fa, saltellando da un sito francese all’altro ho scoperto che proprio a Lyon si svolgeva , nel mese di dicembre, La Festa Delle Luci e così mi sono ripromessa che quanto prima ci sarei andata. Lione è la seconda area metropolitana dopo Parigi, è bagnata dai fiumi Rodano e Saona ed è stata dichiarata nel 1998 Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco.
Partenza, giorno 5 dicembre, con volo Alitalia, da Bari per Roma e da Roma per Lyon. Perchè ho scelto Alitalia? In effetti ho pagato parecchio ma se fossi partita con Easyjet mi sarei dovuta fermare a Roma per una notte e poi mi sarei dovuta recare a Ciampino per raggiungere , sempre con questa compagnia lowcost, la città di Lione e, facendo un po’ di conti non avrei risparmiato , anzi ,avrei speso anche di più ed invece ho guadagnato anche una mezza giornata di soggiorno.
Lungo il tragitto da Roma alla Francia abbiamo sorvolato l’isola d’Elba e poi abbiamo visto le cime innevate del monte Bianco. Siamo giunti all’aereoporto Lyon- Saint Exupéry alle 14:30, abbiamo ritirato il bagaglio e ci siamo diretti ad un chiosco interno per acquistare i biglietti per la navetta della compagnia Satobus, che ci ha condotti al centro di Lyon. Abbiamo scelto il biglietto A/R pagando euro 15,80 a testa invece del biglietto di sola andata del costo di euro 8,90, risparmiando 4 euro. La corsa dura circa tre quarti d’ora e le navette partono ogni 20 minuti.
Noi siamo scesi al capolinea e cioè alla Gare Perrache perchè avevo prenotato, attraverso Booking, l ‘ hotel Kyriad che si trovava nelle vicinanze .Siamo usciti dalla stazione attraverso diverse scale mobili e, seguendo le indicazioni del sito dell’hotel, dopo circa 10 minuti, siamo arrivati a destinazione. Ci hanno assegnato una camera al 7° piano con vista panoramica sul fiume Rodano. Abbiamo speso 95 euro al giorno per una doppia senza colazione, risparmiando circa 16 euro al giorno.( Abbiamo preferito andare a far colazione ogni giorno in un posto diverso per poter assaggiare le varie specialità e naturalmente risparmiare). Dopo aver sistemato le nostre cose ci siamo diretti subito a Place Carnot( alle spalle della stazione Perrache) dove avevo letto che era stato allestito un mercatino di Natale (che io adoro). Dopo un giretto ci siamo fatti un’idea delle varie mercanzie e siamo andati con la metro A (il giorno 5 ed il 6 i mezzi di trasporto urbani erano gratuiti)a Place Bellecour che è la più grande piazza pedonale d’Europa con una statua di Luigi XIV a cavallo. Qui abbiamo visto tante casette di legno in cui si vendevano addobbi natalizi , abbigliamento e soprattutto prodotti gastronomici . Anche noi, come tutti i visitatori, ci siamo lasciati tentare dagli allettanti profumi ed abbiamo mangiato degli ottimi panini e dei dolci appena sfornati. Stanchi del viaggio ci siamo ritirati in albergo.
Il giorno successivo era domenica 6 dicembre, festa di San Nicola che nei paesi nordici è molto sentita. Macchina fotografica e cinepresa intorno al collo, zaino sulle spalle e via verso la Basilica di Fourvière sulla omonima collina da cui si ammira non solo Lyon ma si dice , nelle giornate più limpide, anche il Monte Bianco. La si può raggiungere con la funicolare o a piedi. Mio marito mi ha detto che i gradini non erano alti e che ci avrebbe fatto bene raggiungere la meta a piedi…Vi dirò che, spesso, ho avuto l’impressione che non ci saremmo mai arrivati in cima perchè i gradini a mio avviso saranno stati quasi 1000..Ma ecco che finalmente appare ai nostri occhi la bellissima costruzione in stile romanico-bizantino. La chiesa fu costruita sul luogo in cui si trovava il Foro romano di Traiano: Forum Vetus da cui sembra che derivi Fourvière . Dovete sapere che sempre sulla collina di Fourvière a Lyon, fondata dai romani con il nome di Lugdunum, ci sono anche dei teatri romani.Ma ritorniamo alla basilica che è costituita da due chiese : quella superiore di straordinaria bellezza e ricchezza e quella inferiore, molto più semplice, dove abbiamo ammirato un presepe di un’artista palermitana. Con la funicolare abbiamo raggiunto il Vieux Lyon, un bel quartiere sulla riva destra della Saona che va da Saint -Georges a Saint-Paul passando dalla Cattedrale di Saint-Jean sul cui sagrato abbiamo assistito ad un concerto eseguito da frati e suore francescani. Pioveva ad intervalli ma la temperatura è stata sempre molto mite.La vecchia Lyon è un vero labirinto costituito da stradine, salite, passaggi, volte, cortili invisibili. E’ qui che batte il cuore storico della capitale dei Galli. Avevo letto dei cosiddetti Traboules cioè dei passaggi pedonali che servono a collegare una strada all’altra attraversando uno o più immobili.Generalmente sono perpendicolari all’asse delle vie principali. I Traboules sono aperti quando i due lati sono accessibili. La maggior parte di essi sono privati per motivi di sicurezza e di igiene ma noi siamo riusciti a visitarne alcuni grazie alla cortesia di una negoziante che mi ha aperto un portone adiacente al suo magazzino, ad una postina e ad un condomino. I più numerosi si trovano su Quai Romain-Rolland e la parallela Rue Saint-Jean. I Traboules ed il loro uso, passato e presente, rappresentano uno degli aspetti più originali dell’architettura e dell’identità di Lione.Alcuni hanno svolto un ruolo essenziale durante l’occupazione tedesca perchè in essi si rifugiava la Resistenza clandestina.Altri dicono che questi passaggi fossero utilizzati dai tessitori di seta, i Canuts, per trasportare più velocemente i rotoli di seta dai luoghi di produzione , situati in collina, alle zone di vendita, situate nella parte bassa della città. Sembra che siano stati censiti 215 tra cortili e traboules nella Vecchia Lione, 163 nella collina della Croix-Rousse e 130 nella Presqu’ile.
Passeggiando per le stradine della vecchia Lione mi sono fermata all’11 di rue Mourguet dove c’è la Soierie Saint-Georges, un atelier per la creazione e vendita di foulards,cravatte,stole, e sciarpe in seta o velours o satin. Il negozio è situato in un palazzo rinascimentale ed è qui da due secoli.Un tempo i laboratori della lavorazione della seta si trovavano nella Vieux Lyon ma poi furono spostati a Croix-Rousse.Invece questo laboratorio è rimasto qui e lavora ancora per i castelli di Versailles e di Fontainebleau e per i più famosi sarti del mondo.Qui ho acquistato una sciarpetta per me ed un’altra per una mia cara amica. Inoltre ho avuto la fortuna di poter accedere nel retrobottega dove il proprietario, Ludovic De La Calle,un vero artista, ci ha fatto visitare un laboratorio e vedere il funzionamento di un telaio a mano per la tessitura della seta.
E adesso apro una parentesi storica per spiegarvi perchè la città di Lyon era collegata alla lavorazione della seta. Nel 1536, in virtù di un privilegio accordato da Francesco I, Lyon diventa l’unico deposito generale della Seta autorizzato dal Regno di Francia.
Allora i tessitori di seta, d’oro e d’argento si stabiliscono nel Quartiere della Vieux Lyon e nel 1788 si contano 14777 telai. J.M.Jacquard agli inizi del 19° secolo inventa la sua celebre macchina per tessere .
Numerosi immobili, concepiti per accogliere queste nuove macchine tesssili, vengono costruiti sulla collina nel quartiere della Croix-Rousse.Il Canut era l’operaio che tesseva la seta su queste macchine ma spesso ero lo stesso proprietario che svolgeva lo stesso lavoro dei suoi operai.Dal suo laboratorio, spesso umile e nascosto, sono usciti i più bei tessuti che hanno decorato le corti reali di Francia e Russia. Poichè le condizioni di vita di questi operai non erano delle migliori ci furono anche delle famose rivoluzioni, tra cui la prima nel 1831 in cui si contarono circa 150 morti.
Due giorni dopo siamo stati in questo quartiere ed abbiamo visitato La Maison des Canut, un museo con annessa una boutique.
Lione è anche famosa per i suoi numerosissimi Trompe l’oeil che alla lettera significa inganna occhio. Sono i muri dipinti di Lione che ci fanno penetrare nella storia della città. Questi capolavori sono stati creati da una cooperativa di 11 pittori Cité Création E sempre in questo quartiere abbiamo visitato Le mur des Canuts in Boulevard des Canuts. E’ uno dei più grandi d?Europa perchè si estende su una superficie di 1200 mq di facciata ed in esso si racconta la storia di questi operai della seta. Per non allontanarci dal tema, ci siamo spostati, percorrendo un grande viale dove c’era un immenso mercato di prodotti alimentari e di abbigliamento, in via Clos Jouve, vicino all’Università, e qui abbiamo visto un muro dipinto intitolato Les Routes de la Soie (Le strade della seta), in cui viene evocata la storia della seta da Gengis Khan a Marco Polo.
Avremmo desiderato vederli tutti ma il giorno 8 era stato indetto uno sciopero dei trasporti urbani per cui, poichè le distanze erano enormi, Lione è una grandissima città, abbiamo dovuto operare delle scelte e ci siamo diretti con il bus 18, linea Croix-Rousse /Jean Macé a visitare La Fresque Lumière, nel quartiere di Gerland, 106 avenue Jean-Jaurès. Su una stessa facciata i pittori conducono Lione, grazie ad una visione futuristica di fantascienza, ben oltre il 3°millennio.Si notano la Cattedrale di Fourvière in lontanaza e la Halle Tony-Garnier, dall’architettura audace, in primo piano.
Altri. Molto belli, che se un giorno dovessi ritornare a Lyon vorrei vedere, si trovano sempre in questo quartiere e in quelli di Monplaisir e Etats-Unis.
A Lione sono nati personaggi famosi come lo scrittore Saint-Exupéry, autore del Piccolo Principe, il fisico ed inventore Ampère, i fratelli Lumière inventori del cinema (c’è l’Istituto Luce) e lo chef Paul Bocuse cui sono dedicati i famosi mercati Les Halles Paul Bocuse al 102 di rue Lafayette Noi vi siamo andati per curiosità e per mangiare qualcosa. Si tratta di un mercato coperto che raggruppa 58 commercianti ed artigiani e che dà lavoro a circa 400 persone. Si vendono salumi, formaggi, dolci, verdure, e soprattutto pesce e crostacei, tutti prodottii di alta qualità. Alcune pescherie e macellerie hanno un angolo cottura dove vengono preparati piatti tipici lionesi che si possono consumare seduti al banco o a dei tavolini accompagnati da un buon bicchiere di Beaujolais o Cotes du Rhone.I prezzi sono piuttosto alti anche se si tratta di un mercato perchè qui è tutto molto raffinato.
Una sera siamo andati a cenare in un locale tipico di Lione un “bouchon” la Brasserie Georges 30 Cours de Verdun, vicino alla Gare Perrache.Io ho preso un piatto di Choucroute Royale ( diversi tipi di carne di maiale e crauti) mentre mio marito ha scelto una Choucroute Impériale, il tutto anaffiato da dell’ottima birra alla spina.
Dopo cena siamo andati a vedere lo spettacolo di luci partendo dalla collina di Fourvière (Vieux -Lyon) dove, questa volta,siamo saliti con la funicolare. C’era una folla immensa ed abbiamo dovuto attendere 25 minuti per poter accedere alle cabine. Siamo arrivati in cima proprio quando lo spettacolo, che viene ripetuto dalle 18 fino a mezzanotte, aveva inizio.La facciata principale della Basilica Notre-Dame veniva trasformata da diversi quadri luminosi al ritmo del suo carillon costituito da 23 campane. Questa scenografia evocava quattro periodi della storia della pittura (neo-classico,cubista, astratto e contemporaneo) Ripresa la funicolare, siamo scesi e ci siamo spostati sulla sinistra , verso la Cattedrale di Saint-Jean, dove lo spettacolo delle luci era un omaggio ai costruttori che, a partire dal XII secolo, avevano impiegato più di 300 anni per erigere questa cattedrale. Legame di questa scenografia visiva e sonora erano due mani gigantesche.Effetti spettacolari e di un grande realismo.
Sempre con la metro (a proposito scordavo di dirvi che nei giorni successivi a quelli gratuiti abbiamo acquistato il Ticket Liberté 1 jour al prezzo di euro 4,50 a persona con cui si potevano utilizzare tutti i mezzi urbani (metro, trolleybus, tramway e funicolare)ci siamo diretti sulla Presqu’ile verso la Chiesa di Saint-Nizier. Le varie parti del monumento a poco a poco si animavano grazie a degli effetti ottici: si allontanavano, si avvicinavano, si dividevano e si ricostituivano accompagnate da musiche scelte opportunamente.Altra corsa, passando da Rue de la République piena di luci e di negozi, verso il Palais de la Bourse illuminato da 700 lumicini elettronici.
E via verso Place des Terreaux dove sulle facciate del cortile interno dell’ Hotel de Ville sono state proiettate delle scenografie fantastiche coniugando effetti visivi con altri sonori. Le costruzioni sono state ricoperte da ghiaccio, sono state sommerse dalle acque, si sono deformate e poi fuse sotto l’effetto del calore. Un metronomo batteva lo scorrere del tempo tessendo una tela sopra di noi.
Sera del giorno 8: i Lionesi hanno detto ancora una volta Merci à Marie. Tutte le finestre erano illuminate da delle candeline: In certi punti della città i lampioni erano stati spenti per cui vedere queste fiammelle tremolanti era davvero suggestivo Quest’anno i lumicini de cuore sono stati sistemati in Place des Célestins, una piazza i cui alberi erano illuminati da luci azzurre.Sullo sfondo il Teatro omonimo alle cui finestre c’erano tantissimi lumicini.Davanti era stato eretto un palco su cui era stata sistemata una struttura luminosa che poteva contenere 5000 bicchierini con all’interno una candelina. Io ne ho acquistati tre al costo di due euro l’uno. Il ricavato della vendita di queste candeline viene devoluto ad un’associazione umanitaria.
Ancora un altro giro verso Place des Jacobins dove abbiamo assistito ad una proiezione a 360° di immagini che, traendo ispirazione dalla famosa scena della Fontana di Trevi a Roma nel film di Fellini La Dolce Vita, immergevano la piazza e la sua fontana nell’atmosfera del cinema italiano degli anni 60.
Ultimo luogo che abbiamo visitato:Le Jardin des Lumières en fleurs. Un giardino straordinario costituito da 44 fiori giganti e scintillanti.
Adesso, invece, voglio parlarvi di un’escursione che abbiamo fatto a Pérouges il lunedì mattina. Avevo letto su internet, tra i consigli di viaggio, di non perdere l’occasione, trovandosi a Lione, di andare a visitare questa cittadina, modello perfetto di un villaggio medievale.E così ho scritto all’azienda di soggiorno ed ho chiesto delle informazioni su come raggiungerla da Lione. Mi è stato risposto che potevamo prendere un treno in partenza dall’altra stazione di Lione, Pardieu ,e di scendere a Meximieux e che ci saremmo arrivati dopo una camminata di circa 20 minuti. Ho acquistato i biglietti sul sito del TGV Europe, che mi sono stati inviati direttamente al mio domicilio senza aggravio di spese. Abbiamo raggiunto la Gare Pardieu con il Tram T1, vicino al nostro hotel e ci siamo fermati proprio alla stazione di cui sopra. Partenza in orario con un treno TER..Seguendo alla lettera i consigli , siamo giunti a Pérouges il cui nome deriva dalla nostra Perugia perchè si dice che sia stata fondata da alcuni coloni italiani provenienti dall’Umbria.La cittadina si trova in cima ad una collina che domina la pianura dell’Ain e noi l’abbiamo potuta esplorare nel silenzio del mattino prima che arrivassero alcuni bus di turisti. Siamo entrati dalla Porta Superiore (Porte d’EN-Haut) alla cui sinistra si trova la Chiesa fortezza di Sainte-Marie-Madeleine del XV secolo che abbiamo visitato.Siamo risaliti sulla Rue du Prince dove gli artigiani avevano i loro negozi come tesimoniano i tavoli in pietra che servivano per esporre le loro mercanzie.La stradina è stretta edle pietre che formano il selciato sono irregolari e rotondeggianti per cui spesso è difficoltoso camminarci. Raggiungiamo la Place de la Halle o del Tilleul (perchè qui c’è un enorme tiglio piantato nel 1792 come albero della LIbertà) In questa piazzetta, tutta circondata da facciate medievali, ci sono l ‘Ostellerie di Pérouges e la Maison Cazin con una facciata a colombaia mentre difronte si trova la vecchia galleria gotica della casa Heer, decorata con pannocchie di mais, dove venivano a soggiornare i mercanti di stoffe. Mentre camminiamo sentiamo un profumo di pane appena sfornato, chiediamo ad un’abitante da dove viene e, seguendo i suoi consigli ,raggiungiamo la panetteria e pasticceria Didier Raspaud dove abbiamo potuto assaggiare la famosa Galette di Pérouges, una sottile pasta brioche allo zucchero Attraverso la Rue des Rondes abbiamo avuto la possibilità di scorgere tante altre abitazioni e sul muro di una di queste ho fotografato questi versi dedicati a Pérouges.
Ritornando a Lyon mi sono recata al mercatino di Place Carnot ed ho acquistato un cappellino tipo basco francese in tweed marrone e panno color cammello. Poi, siccome sono molto golosa,ho voluto recarmi presso la pasticceria A la marquise, 37, rue Saint-Jean dove ho comperato i Cuscini di Lione, dolcetti ripieni di pasta di mandorle di colore verde e giallo.
Lione è una città molto ricca, fine, elegante. Ci sono migliaia di negozi di moda uno più bello dell’altro, ristoranti,pasticcerie, centri commerciali tra cui quello della Gare Pardieu, il secondo più grande distretto commerciale francese, che abbiamo avuto modo di visitare, musei, palazzi rinascimentali di straordinaria bellezza.
Part-Dieu Mi sono piaciute molto la Rue du Président Ed. Herriot e la Rue Mercières, una via pedonale, frequentata soprattutto da turisti, ricca di ristoranti tipici, Bouchons, e bar sulla cui soglia venivano vendute crepes, vin brulé, sidro.
Sono rimasta colpita positivamente anche dalla Festa delle Luci. Generalmente non ritorno nei luoghi mete dei miei viaggi ma a Lyon avrei ancora tanto da vedere, soprattutto i musei, e forse un giorno, se Dio vorrà, la visiterò nuovamente.