La dolcezza del koala!

Una delle mete più sognate... l'Australia! E per seguire le orme di Priscilla, la regina del deserto... 15 gg di camper, passando dalla costa d'oro al deserto di Ayers Rock!!
Scritto da: formicama
la dolcezza del koala!
Partenza il: 02/08/2010
Ritorno il: 28/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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2 agosto 2010

Grande emozione ed attesa ci hanno guidato durante questi 7 mesi di organizzazione di una delle vacanze più sognate e desiderate! Dall’Italia avevo prenotato, oltre al volo di andata e ritorno, anche i 5 voli interni, gli hotel, un paio di campeggi (quelli di Kangaroo Island e di Ayers Rock) ed un paio di escursioni. Esattamente dopo 24 ore dallapartenza siamo arrivati a Sydney, facendo 4 ore di scalo ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, avendo volato con la Etihad, loro compagnia di bandiera. Siamo atterrati alle 6.15 e sbrigato le varie formalità aeroportuali. Del documento di visto predisposto on line non ci è stato chiesto nulla. Il nostro hotel, The Marque, si trova vicino a Central Station e dall’aereoporto c’è un treno che in 15 minuti vi fa fermata, quindi è molto comodo. La nostra camera era già pronta, così abbiamo avuto modo di farci una doccia prima di uscire, verso le 9.00, per andare alla scoperta di questa grande città. La George St., una delle più importanti arterie della città, passa accanto all’hotel, quindi l’abbiamo percorsa tutta per arrivare al Sydney Harbour Bridge, passando accanto a The Rocks, alla Circular Quay, all’Opera House. Quest’ultima, inserita nel 2007 tra i Patrimoni dell’Umanità e simbolo, non solo della città, ma dell’Australia intera, mi ha molto sorpreso, perché vedendola in televisione sembra un’unica struttura, mentre, in realtà, si compone di varie parti, staccate fisicamente tra loro. Il sole andava e veniva, facendo così cambiare la temperatura da mite a freddina, soprattutto se ci si trovava in una zona aperta al vento. Abbiamo attraversato il Royal Botanic Gardens in cerca dei famosi pipistrelli, ma non siamo riusciti ancora a vederne. Siamo usciti dal parco all’altezza della Biblioteca e del Parlamento e giunti ad Hyde Park ed alla St. Mary’s Cathedral, che fa respirare un po’ dell’architettura Europea, con le sue tre navate. Dato che il cielo si era abbastanza schiarito, ne abbiamo approfittato per salire sulla Sydney Tower, così da avere una visione d’insieme della città. Abbiamo fatto pranzo in uno dei bar della Galeries Victoria, un centro commerciale dove abbiamo realizzato di essere a pezzi, ma di non poter tornare, alle 13, in hotel, dove avremmo poi certamente dormito all’istante, così abbiamo deciso di andare all’acquario. Non è molto grande e non emoziona in maniera particolare, se non per i 2 tunnel subacquei trasparenti, che ti fan sentire parte dell’ambiente, uno dei quali attraversa la vasca degli squali. Il ritorno in hotel è stato molto faticoso, a causa della stanchezza data dal fuso e dalla intensa giornata passata a camminare. Verso le 17 eravamo a letto ed abbiamo proseguito fino alle 8 del giorno dopo.

3 agosto 2010

Giornata vissuta con più calma, ma comunque ricca ed intensa. Abbiamo preso il treno e siamo scesi a Circular Quay per approfondire il giro nella zona di The Rocks, il quartiere più antico di Sydney, dove ebbe inizio l’insediamento britannico, con edifici bassi e strade strette, da cui ieri siamo solo passati, e arrivare all’Harbor Bridge, da cui si gode un ottimo panorama sull’Opera House, ma di cui ne abbiamo percorso solo metà e non ci siamo arrampicati in alto, perché non mi sentivo molto in forma. E’ transitabile dalla metropolitana, dalle auto e dai pedoni. Abbiamo proseguito per Observatory Hill e siamo entrati nell’Osservatorio. L’ingresso è gratuito e ci sono alcuni esercizi interattivi carini. Dato che c’era il sole, siamo tornati a Circular Quay e preso il battello che propone il giro “seesight” della baia, passando attorno all’Opera House, fino a Double Bay, bello. Una volta scesi abbiamo ripercorso i giardini botanici per andare verso l’uscita di Woolloomooloo e dirigerci a King Cross. Oggi siamo riusciti a scorgere sulla cima di qualche albero i famosi pipistrelli, detti anche volpi volanti, in quanto la testa ricorda quella di una piccola volpe e possono avere l’apertura alare di oltre 2 m ed un peso di 1,5 kg! La zona di King Cross non mi è parsa per nulla interessante, così ci siamo avviati verso l’albergo, passando da Oxford Street, ma una volta arrivati all’altezza di George Street, ci è venuto in mente che dovevamo andare in un negozio Telstra, uno degli operatori telefonici con maggior copertura, per acquistare una sim locale per parlare con mio cugino Milo, che abita a Brisbane e che incontreremo tra qualche giorno ad Ayers Rock.. Ora che siamo usciti erano quasi le 18.00 ed il cielo ormai scuro, così abbiamo cambiato programma e ci siamo incamminati verso Circular Quay per vedere lo skyline tutto illuminato, che ricopre effettivamente un certo fascino. Il ritorno però l’abbiamo fatto in treno, dato che le nostre gambe iniziavano ad essere stanche.

4 agosto 2010

Giornata interessante alle Blue Mountains, zona ricca di panorami mozzafiato, valli profonde, picchi scoscesi, inserita nel 2000 tra i Patrimoni dell’Umanità, a circa un paio d’ore da Sydney. Avevamo prenotato questa gita via internet dall’Italia con Adventure Tours ed operata da Oz Experience, che ha il negozio a pochi metri dal nostro albergo ed è stato fissato come luogo di ritrovo. Eravamo tre coppie, di cui una tedesca e l’altra coreana, e le altre erano tutte ragazze, dal Brasile, dall’Irlanda, dal Canada, da Londra e tre dalla Germania. Siamo stati prima in una zona dove è possibile, di solito, vedere i canguri…ma noi non siamo stati fortunati, poi alle cascate Wentworth con una camminata di un paio d’ore nei boschi ed arrivando ad ammirarle da diverse altezze. Il nostro autista/guida ha allestito un pic nic per pranzo, con una pasta fredda (penne al pesto con l’aggiunta di pomodori e cetrioli), pane e ingredienti per riempirlo (prosciutto, formaggio e verdura, mele e delle barrette ai cereali per dolce). Poi siamo andati alle Katoomba Falls, da cui si possono scorgere le famose “Three Sisters”, e sempre in mezzo alla foresta, scendendo centinaia di scalini, si arriva alla Scenic Railway, una specie di teleferica, molto ripida e che nell’ultimo tratto viene quasi inglobata dalla roccia e che noi abbiamo utilizzato per risalire. Giornata molto particolare sia per le visite, che per il gruppo e per la guida, un ragazzo molto chiacchierone, simpatico ed in gamba. Questa sera in albergo abbiamo prenotato per le 6.00 di domani mattina lo shuttle per l’aeroporto.

5 agosto 2010

Ore 5.20 sveglia, ore 5.55 pick up dello shuttle. Data l’ora, in 20 minuti siamo arrivati in aeroporto. Il nostro volo era con la Virgin Blue, la low cost della Quantas. Il check in è stato molto veloce ed efficiente, come anche i controlli, lasciandoci molto tempo per la colazione. Ieri sera avevo mandato una mail all’hotel di Melbourne chiedendo se disponevano di un servizio shuttle, ma non mi hanno risposto. La Lonely parlava però di uno SkyBus che dall’aeroporto conduce alla stazione per 16 $ a testa e passa ogni 10 minuti. Giunti poi in stazione vi è un servizio gratuito molto comodo di transfer agli alberghi. Noi avevamo scelto su booking.com il Mercure Welcome. La camera è grande e rimodernata in parte, ma decente, con anche un microonde ed un lavandino da cucina. Siamo subito riscesi e siamo andati a percorrere l’itinerario a piedi suggerito dalla guida. Molto carina la zona del fiume, Southbank, dove ci siamo fermati per pranzo, come consigliato nella guida, al Bearbrass, da cui ci siamo portati via due bottigliette di birra locali per la mia collezione. Molte strade sono collegate da gallerie ricche di negozi e locali. In poche ore abbiamo visitato tutta la zona centrale. Stasera cena cinese, per andare alla scoperta dei ravioli al vapore, qui molto pubblicizzati, data la vicinanza del nostro hotel al quartiere cinese.

6 agosto 2010

Questa mattina, come ci ha consigliato Milo, cresciuto proprio a Melbourne, siamo andati a fare colazione in Degraves Street, una vietta stretta e fitta di locali, con pane tostato abbinato a formaggio, uovo e pancetta, tanto che ora, alle 16.30, ancora non ci è venuta fame, vedremo a cena. Ci siamo quindi spostati in Federation Square, dove si trova il Tourist Information per chiedere dei suggerimenti e comprare i biglietti dei mezzi pubblici: per oggi un giornaliero, di circa 6 $ e per domani un biglietto da 2 ore a circa 3 $. Qui si trova anche la fermata n.2 del tourist shuttle gratuito, che attraversa le zone più importanti della città e noi siamo stati fortunati, non avendo neppure atteso molto per salirci. Ieri avevo pensato che saremmo potuti scendere alla fermata di Queen Victoria Market e risalire successivamente, ma abbiamo poi deciso di tornarci a fine giornata. Siamo rimasti quindi sul bus per tutte le fermate, fino alla n. 13, ovvero all’altezza di Strine of Remembrance, il monumento commemorativo ai soldati del Victoria morti durante la seconda guerra mondiale, vicino a cui passa il tram n. 16 per St. Kilda, sul mare. Qui abbiamo fatto una bella passeggiata lungo l’Esplanade, siamo arrivati fino al molo, dove vive una colonia di pinguini e siamo riusciti anche a vederne un paio nascosti tra le rocce, di cui uno piccolo…tenero! Abbiamo percorso la Acland St, come consigliato dalla LP, ma abbiamo trovato solo una zona residenziale….di poco interesse. Abbiamo poi ripreso il tram 16 e siamo tornati in centro per andare al Queen Victoria Market, dove c’è un po’ di tutto, dagli alimenti al…mercato vero e proprio, ma non vi abbiamo trovato nulla di interessante. Per concludere la giornata siamo tornati in una delle gallerie di congiunzione tra una strada ed un’altra, la Royal Arcade, per comprare gli UGG che mi ha chiesto la Roby, ovviamente con un notevole risparmio rispetto all’Italia. E domani finalmente camper!!!!

7 agosto 2010

L’orario indicato per il ritiro del camper, sui documenti della Britz, era le 10, ma noi, speranzosi, ci siamo mossi molto in anticipo, per arrivare verso le 9, trovando però il cancello chiuso. Proprio accanto c’è un centro commerciale, così abbiamo potuto occupare il tempo facendo colazione. Abbiamo lasciato l’albergo verso le 8 ed avendo i bagagli siamo andati diretti alla fermata del bus 216, che avevo visto, dal sito dei mezzi pubblici di Melbourne, arrivare esattamente davanti alla Britz, tra Queen Street e Bourke St ed abbiamo chiesto la gentilezza all’autista di avvisarci una volta arrivati alla nostra fermata. Alle 10.00, per primi, abbiamo preso possesso del nostro mezzo, un camper, invece di un furgone, come ci aspettavamo, da 4 invece che da 2, e lungo meno di 7 metri. (quindi abbiamo pagato inutilmente di più il traghetto per Kangaroo Island). Il cambio è automatico, nuova esperienza per noi, e per di più con la guida a sinistra, opposta rispetto all’Italia, come anche il lato del guidatore. Comunque il primo breve tratto di strada, servito a prendere confidenza con il mezzo, l’abbiamo percorso dalla Britz al supermercato accanto, dove abbiamo fatto una prima grande spesa. Quindi abbiamo impostato il tom tom, con le mappe dell’Australia acquistate prima di partire, per Torquay, famosa per le spiagge dei surfisti. Siamo arrivati dopo circa 1 ora e ciò che più mi ha colpito sono i numerosi parcheggi affacciati sul mare dove i surfisti arrivano, si cambiano al volo e si buttano in acqua. Ne abbiamo visti diversi, ma poche le onde alte che riuscivano a cavalcare. Abbiamo proseguito lungo la Great Ocean Road passando da Lorne ed Apollo Bay, fermandoci, ogni tanto, nei punti panoramici per scattare alcune foto. Verso le 16.30 la luce ha iniziato ad oscurarsi un po’, così abbiamo deciso di lasciare per domani mattina i 12 Apostoli e fermarci per la notte a Cape Otway, dove c’è il faro più antico d’Australia, che risale al 1848.

Sulla Lonely Planet viene consigliato come campeggio il Bimbi Park, così lo indichiamo come destinazione sul navigatore. Si attraversa una bellissima foresta di eucalipti, dove però non abbiamo avvistato nessun koala, mentre lungo la strada laterale che conduce solo al campeggio ne abbiamo visti ben 2, appollaiati sui rami, che stavano bellamente dormendo….emozionante!!! Arrivati alla nostra piazzola abbiamo svuotato finalmente le valigie nei diversi armadietti e ci siamo concessi un po’ di relax. Abbiamo anche la tv, che questa sera non riceve nulla, dato che siamo completamente isolati dal mondo, ma ha il lettore dvd e quello usb, sfruttato subito per vedere uno dei molti film che ci siamo portati.

8 agosto 2010

Oggi partenza comoda verso le 9.30 e la prima direzione è stata al faro di Cape Otway, lungo la cui strada siamo riusciti a vedere ancora tanti koala appesi agli alberi, tenerissimi! La maggior parte erano arrotolati su se stessi, mentre di uno sono riuscita a vedere bene anche il muso. La visita al faro è a pagamento e dura dai 40 minuti alle 2 ore, tempo che noi non avevamo a disposizione, così vi abbiamo rinunciato. Abbiamo nuovamente imboccato la Great Ocean Road, fermandoci a tutte le soste, lookout, famose: la Gibson Steps, una scalinata scavata nella scogliera; i mitici 12 Apostoli, con i faraglioni maestosi e solitari, di cui se ne vedono solo 6 dalla passerella realizzata con diversi punti di osservazione, che aiutano a cogliere le varie angolature, rendendo la visita veramente particolare ed emozionante; Loch Ard Gorge; The Arch; il London Bridge, di cui però una parte è crollata nel 1990; The Grotto; Bay of Island. Questo tratto è veramente bello e ricorda molto le coste dell’Irlanda o del nord della Francia. Sicuramente colpiscono le scogliere, per la loro altezza e per i colori che assumono, influenzate, di riflesso, dalle tonalità del colore del mare, increspato dal vento. Da qui abbiamo proseguito senza ulteriori indugi fino a Mt. Gambier, con un paesaggio che ricorda invece la Svizzera, con tanti prati verdi e grandi foreste. Domani giornata solo di trasferimento per arrivare vicino all’imbarco per Kangaroo Island.

9 agosto 2010

Come previsto abbiamo macinato solo tanti km, circa 500, dalle 10 alle 16.30 circa, con una breve sosta pranzo in una stazione di servizio e, seppur sia stato a base di crocchette di pollo fritte e panino con petto di hamburger di pollo, ci siamo stupiti della genuinità della carne, che si capiva dalla forma, essere stato preparata in loco. Ho guidato anch’io una 70ina di km in un tratto molto lineare e, devo dire, mi sono trovata bene con il cambio automatico…facile! Lungo la strada abbiamo avvistato i nostri primi canguri, che, sebbene non fossero proprio vicini, ci hanno guardati incuriositi. Avevo fatto conto di fermarci per la notte a Normanville, distante circa 30 km da Cape Jervis, ma avendo il traghetto domani mattina alle 9, ci saremmo dovuti svegliare troppo presto, così abbiamo proseguito lungo la strada ed abbiamo trovato l’indicazione di un altro campeggio a circa 10 km. Siamo arrivati fino all’imbarco e siamo andati a chiedere qualche informazione, segnalando che la lunghezza del camper è inferiore rispetto a quanto comunicato al momento della prenotazione ed hanno avviato la pratica di rimborso di 48 $. Ci hanno anche consigliato un campeggio ancor più vicino, a 3 km. In realtà sembra più un B&B, che mette però a disposizione una parte del prato per i camper. Dato che il posto era molto tranquillo ed il bagno molto vicino, dopo cena mi sono lanciata ad andarci a lavare i piatti. In realtà mi sono trovata immersa in un buio impressionante, tanto da averne un po’ paura. Il cielo aveva una stellata incredibile, ma senza luna non si vedeva proprio ad un palmo dal naso. Così ho preferito rientrare. Più tardi, quando Marco è sceso dal camper per spegnere il gas, mi ha confermato di aver provato, a sua volta, uno strano disagio nell’essere attorniato da una tale profondità di buio.

10 agosto 2010

Strepitosa e ricca giornata! Ieri sera, poco prima di dormire, ci siamo per fortuna ricordati che il fuso, in questa zona, è diverso rispetto ai giorni precedenti, di mezz’ora, ma in anticipo. Siamo comunque arrivati all’imbarco per tempo e vi ho dovuto lasciare il miele acquistato a Melbourne, perché è vietato portarlo sull’isola (lo stesso vale per le patate). In 45 minuti siamo giunti su Kangaroo Island. Primo stop al negozio di alimentari perché avevamo bisogno di acqua e pane e poi via, verso la costa sud. Ci siamo fermati per una piccola sosta fotografica, poco significativa, a Prospect Hill e poi ci siamo diretti alla distilleria di eucalipto, percorrendo diversi chilometri di strada sterrata ed essenzialmente da soli. Abbiamo pagato 4,5 $ a testa per una auto-visita, ma nulla di interessante, perché in questo periodo dell’anno la lavorazione è ferma. Abbiamo però acquistato qualche prodotto di olio di eucalipto come souvenir. Meta successiva a Seal Bay per il tour guidato di 45 minuti lungo la spiaggia alla scoperta dei leoni marini….bellissimo!! I pigroni si sdraiano lungo la spiaggia per scaldarsi al sole o anche in zone cespugliose più interne e riparate dal vento. Siamo riusciti a vederne diversi, anche da molto vicino, catturandoli in decine di foto. Abbiamo proseguito poi per Little Sahara. Il cartello, piccolo, indicante la deviazione, è posto esattamente sul punto in cui bisogna girare e noi stavamo quasi per perdercelo. La strada, per raggiungere le dune di sabbia, è sterrata e piena di buche, oggi ricolme d’acqua, ma pian piano siamo riusciti ad arrivare a destinazione. Un paio di ragazzi con la sandboard si sono cimentati nella discesa della duna, seppur breve.

Quindi ci siamo diretti verso il nostro campeggio, vicino a Flinders Chase, incrociando finalmente i primi canguri a bordo strada …. Ancora vivi (abbiamo purtroppo incontrato anche diversi wallaby, i canguri più piccoli, morti) ed essendo ancora presto siamo entrati nel Koala Walk – Hanson Bay Sanctuary dove, come avevo letto, si lasciano 2,5 $ a testa in ingresso, in una casupola di legno, e si entra liberamente. Qui abbiamo visto qualche koala in alto sugli eucalipti (quelli di Cape Otway erano più vicini), due echidna, che assomigliano molto ad un riccio, ma molto più grosso, i wallaby e i canguri. Alla fine del giro una coppia di ragazzi italiani ci ha chiamato mentre stavamo andando via per farci notare che uno dei koala si era svegliato e stava mangiando. Bellissimo e tenerissimo!! Domani visitiamo questa zona a sud ovest, poi magari qualcosa a nord, per arrivare la sera alla parata di pinguini, vicino la zona del porto di Pennshaw.

11 agosto 2010

Se ieri la giornata è stata strepitosa…oggi magnifica!! Poco dopo le nove eravamo all’ingresso del Flinders Chase National Park per pagare la tassa giornaliera di accesso, poi ci siamo diretti ad Admirals Arch, passando, pochi metri prima, da Cape du Couedic, un faro del 1906. Qui siamo scesi dal camper e ci siamo incamminati verso il mare, ma uno scroscio d’acqua ci ha fatto correre indietro. Dopo una breve attesa ci siamo sollevati il cappuccio della giacca per evitare le ultime gocce, ma soprattutto il forte vento, e siamo scesi verso l’immenso arco scavato dal vento e dal mare, dove si riposa una colonia, numerosa, di otarie/foche della Nuova Zelanda. Sono tante e vederle muoversi così goffamente fa simpatia e tenerezza. Quindi ci siamo spostati di pochi km a Remarkable Rocks, dove la peculiarità è data dalla strana conformazione assunta da enormi massi di granito, scolpiti dal vento (Marco in uno ci ha visto la bocca di un drago!!). Dato che era presto, abbiamo pensato di percorrere la strada verso nord e fermarci in alcune zone segnalate dalla LP: Western River Code, con scogliere di basalto, Snelling Beach per il suo panorama e Stokes Bay per vedere i pinguini. Si tratta di strade tutte sterrate ed abbiamo puntato su Western River Code. Purtroppo ha piovuto troppo negli ultimi due giorni e la strada sabbiosa in alcuni punti è diventata ovviamente fangosa e le gomme un po’ slittavano. Per arrivare alla nostra destinazione abbiamo percorso 16 km, tutti d’ansia. Ovviamente non c’era lo spazio per fare inversione e poi forse speravamo migliorasse. Western Rive Code è una piccola insenatura con un ponticello che conduce, immagino, alla spiaggia con le scogliere di basalto, ma noi, in quel momento, ce ne siamo dimenticati, desiderosi solo di tornare sulla strada asfaltata. Per fortuna, tra un saliscendi ed un altro e con una velocità molto limitata siamo tornati senza intoppi sulla strada principale. Ovviamente abbiamo rinunciato alle altre visite che prevedevano strade sterrate e, per sfruttare il tempo, abbiamo deciso di andare, anche se con poca convinzione, al Parndana Wildlife Park, una specie di zoo, molto grande. Nella parte iniziale ci sono diverse specie di uccelli, per me di poco interesse, ma poi si passa alla zona dei koala, più vicini di quanto visti in questi giorni sugli alberi, e poi all’area dei canguri, in cui si può entrare e dargli da mangiare!!! Si riescono ad accarezzare e mangiano senza timori dalla mano, aggrappandosi anche con le zampe al tuo braccio, bellissimo! Abbiamo visto anche i canguri albini! C’era poi un coccodrillo, ma non si è mosso. Ci sono anche i maiali, gli opossum e un’echidna. Prima di andare via siamo ripassati dai koala e, in quel mentre, l’addetto del parco stava portando all’interno del recinto l’eucalipto e ci ha invitati ad entrare, vedendoli così ancor più da vicino e potendoli anche toccare!!! Il campeggio a Pennshaw si trova a pochi passi dal Penguin Center, così abbiamo avuto modo di prendere possesso della piazzola nell’attesa dell’imbrunire per assistere alla parata. Chiamarla così, in realtà, è un po’ eccessivo…La guida ci ha condotti lungo un percorso in mezzo a piccoli cespugli a ridosso del mare e, con una torcia con luce rossa, ha illuminato alcuni punti dove siamo riusciti a scorgere alcuni piccoli pinguini che fuggivano ovviamente a nascondersi. Non so se sia stata una serata sfigata, ma non ne abbiamo visti tantissimi. Alle 19 la cittadina era ormai completamente deserta e per cena siamo andati a piedi al ristorante di un albergo, dove si vedeva un po’ di movimento e ci siamo trovati bene. Io ho preso prima la zuppa, dato che la serata era anche freschina, e poi la cotoletta, mentre Marco zuppa e poi pesce, tipo merluzzo. Attorno a noi avevamo, oserei dire “ovviamente”, due coppie di italiani!

12 agosto 2010

Giornata poco significativa, forse anche perché oggi il sole non l’abbiamo proprio visto. Alle 10.30 abbiamo preso il traghetto, recuperato a Cape Jervis il miele e siamo partiti per Adelaide dove abbiamo parcheggiato alle 14.00 nel parcheggio, a pagamento, dell’Adelaide Oval, lo stadio di cricket. Abbiamo percorso l’itinerario a piedi suggerito dalla LP, saltando solo parte dei giardini botanici. Rundle St. Ricorda un po’, per l’architettura delle case, il far west americano. I negozi sono comunque belli, particolari ed eleganti. Segue la zona pedonale e più commerciale di Runde Mall. Non potevamo certo saltare il Central Market, vicino a Victoria Square. Una parte, quella centrale, è più interessante, con negozi particolari, da quello dei formaggi a quello del cioccolato, da quello della frutta secca a quello dello yogurt, dove ci siamo fatti tentare da una vaschetta, la mia con il cioccolato, Marco con le noci. Ottimi! Per il resto invece diventa molto mercato, dalle scarpe, alla verdura, alla carne. Abbiamo deciso di portarci avanti sulla strada di domani, arrivando a dormire a Port Wakefield, così da avere più tempo da dedicare a Wilpena Pound e Flinders Ranges.

13 agosto 2010

Non sono sicura di essere pienamente soddisfatta di questa giornata. Abbiamo percorso circa 250 km per arrivare a Wilpena Pound ed altrettanti per tornare indietro, per essere pronti domani mattina alle 8 a partire per Coober Pedy. Wilpena Pound è all’interno del Flinders Ranges National Park, sicuramente molto verde, con un discreto paesaggio e si appresta molto alle passeggiate. Come per il parco su KI, anche qui si paga una piccola tassa d’ingresso se ci si addentra con la macchina. Abbiamo lasciato i soldi in una zona predisposta appositamente, ma dopo pochi km si arriva al visitor center, dove abbiamo lasciato parcheggiato il camper, per iniziare la visita, quindi forse non ci serviva pagare… Qui abbiamo preso una navetta che si addentra un po’ nel parco, per proseguire poi a piedi. Primo punto dell’itinerario è l’Hills Homestead, dove però non c’è nulla, se non dei cartelloni con un po’ di storia. Le indicazioni specificano che ci vogliono 2 ore per percorrere l’intero itinerario, ma includono abbondantemente andata e ritorno, a piedi, e non con il bus, dal visitor center. Da dove si ferma la navetta ci vogliono 15 minuti per andare e tornare. Con altri 15/20 minuti di camminata un po’ più impegnativa, perché tutta in salita, si arriva a due diversi punti del Wandarra Lookout. Quello più in alto consente la vista su tutta la conca di 80 kmq del Wilpena Pound. La guida l’aveva definita “bacino naturale” e quindi io mi aspettavo di trovarci acqua, mentre si tratta di una vasta foresta. Il panorama è carino e particolare, ma nulla di eccezionale. Il ritorno l’abbiamo percorso tutto a piedi, altrimenti avremmo avuto 30 minuti di attesa della navetta. Ripercorrendo i 250 km di ritorno, abbiamo visto, sulla destra, una ventina di canguri che si allontanavano saltellando…tantissimi! A Quorn abbiamo incrociato la Pichi Richi Railway, un treno turistico che attraversa vari panorami utilizzando una strada ferrata ormai quasi in disuso… caratteristico… Ci siamo fermati a Port Augusta, nel campeggio Big4, ed abbiamo scoperto che chi ha un mezzo noleggiato con Apollo o Britz ha il 10% di sconto…certo, costano anche molto più degli altri, ma, devo dire, sono ben curati ed attrezzati. Non siamo tornati esattamente al punto di partenza della mattina, ma, anche questa volta, siamo riusciti a percorrere un po’ più di km, così da anticipare le tappe successive.

14 agosto 2010

770 km percorsi oggi (di cui ben 130 guidati da me!). Credo sia il record, tra tutti i viaggi fatti in camper, ….o quasi. Siamo partiti alle 8 da Port Augusta ed arrivati a Marla alle 18. L’idea era di fermarci per la notte a Coober Pedy, ma ci siamo arrivati alle 14 e non c’è molto da vedere. Siamo stati alla chiesa sotterranea serbo-ortodossa, considerata, nel suo genere, la più grande ed imponente. Primo elemento che colpisce è la porta d’ingresso incastonata nella roccia. Viene richiesto di lasciare in una cassetta all’esterno 4 $ a persona, poi bisogna accendere le luci e percorrere un corridoio in discesa per arrivare al locale principale e scoprire la chiesa sotterranea. Poi ci siamo spostati al Old Timers Mine, dove si ha una visione complessiva di quello che è la vita a Coober Pedy. Si tratta infatti di una vecchia miniera e si possono percorrere, con caschetto di sicurezza in testa, le gallerie scavate e trovare alcuni punti in cui c’è il famoso opale, una gemma di origine minerale con il colore variabile dal trasparente al bianco latte, con una infinità di differenti intermedi (verde, rosso, giallo, marrone, nero). Vi è anche la ricostruzione di vari ambienti di una casa sotterranea, come ce ne sono tante sparse qui attorno, con i vari locali, dalla cucina, alle camere, al bagno. Tutto per poter sopportare i 50 ° C estivi. Qui infatti la temperatura resta costante a 23 ° C. Completa il tutto una parte di “museo” ed il piccolo negozio in cui ho comprato, naturalmente, una collanina con ciondolo di opale. Di fronte si trova il Big Winch, un punto panoramico dal quale di vedono i numerosi cumoli di terra utilizzati per scavare alla ricerca dell’opale. Ulteriore piccola attrazione è una navicella spaziale, resto di una scenografia del film del 2000 “Pitch Black”. Avremmo potuto ancora visitare una miniera, dove si scava ancora, ma abbiamo preferito portarci avanti di altri 230 km su quelli da percorrere domani per arrivare ad Ayers Rock nel primo pomeriggio, così da fare una prima visita ad Uluru e poi assistere al tramonto. Pensavo che dopo Coober Pery non ci fosse altro dove dormire, mentre le stazioni di servizio di Cadney e poi di Marla hanno le piazzole. A Marla ci sono anche dei prefabbricati con camere, un supermercato ed un ristorante. Purtroppo qui i telefoni non funzionano e non posso avvisare Milo dei piani di domani….

15 agosto 2010

Questa mattina, come previsto, sveglia alle 7 e per le 7.30 eravamo a controllare la pressione delle gomme alla stazione di servizio. Da Marla ad Ayers Rock ci sono altre 3 stazioni e la highway è discretamente trafficata, soprattutto verso sud, quindi, anche se i telefoni non prendono, non si è totalmente abbandonati a se stessi, in caso di necessità. Siamo passati da una vegetazione con alberi ad una con arbusti. La terra è sempre rossa. Ogni tanto crescono spontanee a bordo strada delle piccole zucche, natural melon. Per le 14 eravamo a Yulara, alle porte di Ayers Rock. Ho provato subito a chiamare Milo, ma purtroppo il suo cellulare non prendeva. Siamo stati al campeggio a fare il check in, passati dal loro albergo a lasciare un messaggio e poi ci siamo diretti a vedere il famoso Uluru. Si paga la tassa d’ingresso all’area sacra degli aborigeni di 25 $ a testa e vale per 3 gg. Una coppia di italiani incontrata a Kangaroo Island ci aveva consigliato il percorso più lungo attorno all’Uluru, quello da 10 km, e così ci siamo subito incamminati, sperando di riuscirci in un paio d’ore, ed essere liberi per le 17.00, per incontrarci con Milo, come da programma originale. In realtà dopo poco più di ¼ di giro era passata un’ora, così Marco ha preferito che si tornasse indietro, per non fare tardi. Al parcheggio i cellulari hanno ritrovato il campo e siamo a riusciti a parlarci con Milo, che si trovava sulla sommità dell’Uluru, mentre Carmel lo aspettava alla base. Mentre Milo scendeva, noi abbiamo percorso il giro della montagna in camper e poi raggiunto Carmel. Dopo i baci e gli abbracci, ci siamo spostati al parcheggio del tramonto, da cui si gode una visuale intera dell’Uluru. Ovviamente ho testimoniato con diverse foto i cambiamenti di tonalità di colore della roccia a seguito del calar del sole. Ci siamo poi dati appuntamento per la cena all’Outback Pioneer dove si sceglie al bancone la carne che si vuole mangiare e poi la si cuoce da soli sul barbecue. Molto originale e divertente. Io e Marco abbiamo scelto il piatto misto di canguro, emu, coccodrillo e manzo. Tra i primi tre, quello più leggero, simile al pollo, è il coccodrillo, gli altri hanno sapori più forti. Domani sveglia alle 5 per andare ad assistere al sorgere del sole ed al centro aborigeno, il tutto con la guida.

16 agosto 2010

Giornata faticosa, perché iniziata molto presto. Milo e Carmel ci hanno regalato una gita mattutina con loro, che comprende l’alba all’Uluru, due escursioni a piedi con guida, attorno al monte, per ascoltare la storia degli aborigeni ed uno step finale al Cultural Center. Siamo stati impegnati dalle 6 alle 12. Effettivamente, come già letto tante volte, il colore che assume l’Uluru al mattino è diverso da quello/i della sera ed è anche bello assistere allo spettacolo insieme a tanti sconosciuti. Dei due percorsi a piedi con la guida, uno è quello che avevamo intrapreso ieri da soli, ma di fretta ed ovviamente senza soste esplicative. Il Cultural Center, in realtà, è una zona commerciale dove sono esposte ed in vendita le opere degli aborigeni, ma molto molto costose. Abbiamo quindi recuperato il camper e ci siamo allontanati di 30 km, arrivando ai Monti Olgas, per scattare qualche foto e iniziare il percorso della “galleria del vento”. Siamo partiti verso le 16, fermandoci anche per la pausa pranzo, ed arrivati a Kings Canyon per le 19, che ormai era buio. Il campeggio e l’albergo sono equidistanti dai locali, così per le 20.30 siamo riusciti ad ordinare delle pizze. Sia il self service che il barbecue erano purtroppo ormai chiusi. Anche qui, come ieri, si potrebbero assaggiare diversi tipi di carne di animali diversi e, anche qui, non c’è copertura per i cellulari. Fino alle 21 c’è stata un po’ di animazione, poi si è svuotato il locale ed hanno smesso di vendere alcolici.

17 agosto 2010

Giornata intensa e troppo di corsa, purtroppo. Alle 7.30 stavamo già facendo pulizia del camper e benzina, poi siamo andati alla reception per telefonare alla Britz, così da chiedere di restituire il camper un giorno dopo il previsto, in quanto da Kings Canyon ad Alice Springs ci vogliono circa 5 ore di viaggio e, avendo la riconsegna prevista per le 15, avrebbe voluto dire partire per le 10 massimo, senza aver visto praticamente nulla. La compagnia di noleggio, invece di esserne contenta, fa pagare una salata penale: da 75 $, il valore di un giorno, si arriva a 220 $ !!! Ma noi non potevamo fare altro. Quindi abbiamo fatto colazione con Carmel e Milo e siamo andati ad ammirare queste famose formazioni rocciose. Il percorso più interessante occupa 4 ore e per noi era troppo, dovendo comunque partire per le 13 max, così abbiamo pensato di unire il Kings Creek Walk, una passeggiata di un’ora, con vista dal basso delle pareti del Canyon, ed il Kathleen Springs Walk, anch’esso di un’ora, che conduce ad una piscina naturale in fondo ad una gola. Arrivati sul posto abbiamo invece deciso di evitare la passeggiata alla base del Canyon, vedendone i primi metri, ed iniziare la salita, ovvero la parte più pesante delle 4 ore. In realtà sono tutti scalini, più o meno alti, ma non poi così complicati da scalare. Indubbiamente il panorama dall’alto merita la fatica. Mi spiace non avere avuto il tempo per percorrere tutto il giro. Siamo comunque riusciti a scorgere i due lati del canyon, per quanto nel tratto iniziale. Il cammino successivo, Kathleen Springs, è inutile e deludente, sia perché breve, sia perché la pozza a cui si arriva, in agosto è poco significativa. Comunque nei tempi programmati siamo partiti, facendo successivamente una sosta pranzo ed una benzina ed arrivati ad Alice Springs per le 18.00 al Crown Plaza, dove Carmel e Milo erano prenotati. Subito ci siamo accorti che si tratta dell’hotel in cui i protagonisti di “Priscilla, la regina del deserto”, uno dei miei film preferiti, hanno alloggiato, e mi sono quasi emozionata! Con Milo ci siamo dati appuntamento per le 20 e nel frattempo noi siamo andati a cercare il campeggio Big4 a circa 3 km di distanza. Accanto ce ne sono almeno altri tre. A cena siamo andati sulla strada pedonale, la Todd Mall, al Red Ochre Grill, buono e ricercato.

18 agosto 2010

Fino a mezzanotte ieri sera abbiamo preparato le valigie, ma già prima delle 8, questa mattina, eravamo da Carmel e Milo per la colazione. Per prima cosa siamo andati a restituire il camper ed abbiamo scoperto che il “restituire pulito” il mezzo non voleva dire solo dentro, ma anche fuori, altrimenti c’era da pagare un sovrapprezzo di circa 200 $. Marco e Milo sono andati così a lavare il camper in un autolavaggio, per 7 $, mentre io sono andata con Carmel a fare il pieno alla macchina a noleggio che avrebbero poi dovuto restituire in aeroporto. Per le 10.30 abbiamo completato tutte le pratiche alla Britz/Maui e siamo tornati sulla Todd Mall per un po’ di shopping ed un caffè prima del volo. Anche loro avevano la partenza vicino alla nostra, come orario, così siamo arrivati insieme in aeroporto e ci siamo dati un arrivederci a Brisbane tra circa una settimana. Il volo della Quantas è stato in orario e, seppur abbastanza breve, di un paio d’ore, ci hanno dato sia uno sneak, che il pranzo. In aeroporto a Darwin abbiamo preso lo shuttle che per 13 $ conduce ai vari hotel. Subito abbiamo sentito lo sbalzo di temperatura, ci saranno 30° C, ma soprattutto l’umidità. L’ultima fermata è stata al Transit Center, vicino al nostro “albergo”, il Melaleuca on Mitchell. Noi abbiamo prenotato una camera matrimoniale, ma in realtà si tratta di un ostello. Non è molto economico, nonostante la stanza sia abbastanza impersonale, ma è in centro ed al primo piano ha una terrazza con una piccola piscina ed un bar. Due negozi dopo il nostro ingresso, abbiamo trovato quello della Oz Experience/Adventure Tour, già utilizzato a Sydney, e con cui domani avremo il tour al Kakadu National Park e con cui, già dall’Italia, avremmo voluto prenotare anche il Litchfield National Park, ma ero rimasta incerta se poteva valere la pena visitare due parchi, magari simili tra loro, ma una coppia incontrata su Kangaroo Island ci ha detto che addirittura aveva preferito il Litchfield e così abbiamo approfittato della vicinanza per fissare l’escursione. Abbiamo quindi percorso l’itinerario a piedi proposto dalla LP, ma Darwin è poco affascinante e c’è anche ben poco da vedere. Arrivati al Biocentennial Park abbiamo assistito alla commemorazione dei caduti in Vietnam. Carina la piscina pubblica con le onde artificiali del Darwin City Waterfront. Prima di tornare in camera, abbiamo concluso la giornata con una birra sul terrazzo del nostro ostello!

19 agosto 2010

La sveglia questa mattina è suonata alle 5.15 per essere al Transit Center, punto di raccolta, a pochi passi dal nostro alloggio, per le 5.45. Il giro di un giorno al Kakadu, prenotato via internet con Adventures Tours, è stato operato da Pinnacle Tours. Vicki, la nostra guida/autista, ha fatto sosta in diversi alberghi a recuperare i partecipanti. In totale eravamo 12. Il Kakadu National Park, Patrimonio dell’umanità dell’Unesco dal 1981, dista circa 3 ore da Darwin ed abbiamo spezzato il viaggio con un paio di soste. Le due attività principali della giornata sono state divise tra mattina e pomeriggio. Al mattino siamo andati nella zona di Nourlangie, dove si trova la collezione di arte rupestre più importante del Kakadu, dipinti su roccia, mentre nel pomeriggio abbiamo avuto la crociera sulle Yellow Water per avvistare varie specie di animali, tra cui il coccodrillo. Ho temuto che, in realtà, non fosse così facile avvistarlo, mentre siamo riusciti a scorgere diversi, più o meno grandi, rendendo così l’escursione molto divertente. Abbiamo visto anche aquile, papere e varie specie di volatili, oltre a delle belle ninfee. Tornando, la guida, che abbiamo scoperto avremo anche domani al Litchfield, ci ha segnalato che il giovedi sera, nella zona di Mindil, si tiene il mercato, fino alle 22, con varie bancarelle di cibo e vari prodotti artigianali. Ci ha offerto di fermarsi con il pullman proprio in prossimità e solo noi l’abbiamo accolta. Siamo riusciti a trovare diversi souvenir, tra cui un dipinto, di cui eravamo in cerca, fatto dagli aborigeni, avente come soggetto un coccodrillo. Il caldo umido è abbastanza opprimente e fastidioso, soprattutto per la sensazione di appiccicoso che lascia addosso.Di fronte al mercato si trova la fermata del bus che porta in centro, passando anche davanti al nostro ostello. Il biglietto di può fare a bordo, 2 $ a testa. Ci aspettavamo il n. 4, ma è arrivato il n. 15 ed il conducente ha urlato che sarebbe andato a Darwin City e quindi di salire tutti. Vicki ci ha dato un buon consiglio e domani avremo modo di ringraziarla.

20 agosto 2010

Sveglia alle 6.45. Il pullman grande di ieri di Vicki si è rotto e quindi è arrivata con uno di Adventurer Tours da una ventina di posti. La giornata al Litchfield National Park è iniziata in maniera frizzante con la crociera “Jumping Crocodile”, dove abbiamo assistito ai salti dei coccodrilli che, spinti dalla fame, cercavano di afferrare i pezzi di maiale attaccati ad un bastone teso all’esterno della barca. Molto divertente ed impressionante. Dopo pranzo siamo invece andati a vedere i termitai, una zona che mi ha ricordato molto i paesi del Nord Europa, con le distese di pietre tombali. In realtà le termiti hanno costruito i loro termitai lungo un asse nord-sud per proteggersi dal calore del sole. Molte di queste tane superano i due metri di altezza! E per concludere in bellezza, siamo andati a due cascate, Wangi Falls e Florence Falls, alla base delle quali si sono create delle piscine naturali in cui è possibile fare il bagno e noi, ovviamente, ne abbiamo approfittato. Per quanto il Kakadu sia più famoso e forse più importante del Litchfield, le attività di oggi sono state certamente più stimolanti e divertenti. Alle 18 eravamo nuovamente in centro. Abbiamo acquistato i biglietti dello shuttle di domani mattina per andare in aeroporto e scoperto di averlo alle 4.45 e quindi per il terzo giorno consecutivo la sveglia suonerà molto presto. Per cena siamo andati in un pub irlandese, Shenannigans, quasi di fronte al nostro ostello, che in queste sera abbiamo visto sempre molto popolato e ci siamo trovati bene. Marco ha potuto mangiare ancora il pesce locale, Barramundi, ovviamente con una pinta di Guinness.

21 agosto 2010

Dato che noi viviamo …la giornata, mi ha fatto impressione vedere alle 4.30 tanti giovani, mezzi ubriachi (per essere generosa), ancora in giro o sdraiati per strada…Il nostro volo, che abbiamo scoperto questa mattina avere uno scalo a Gove, nella parte nord est dell’Australia, ha fatto un’ora di ritardo a causa della nebbia, in quella destinazione. In aereo sono riuscita, come al mio solito, a dormire un po’ e a resistere poi tutta la giornata fino alle 22.30. Arrivati a Cairns, c’è uno shuttle, gestito dalla Sunpalm, che, come è stato nelle altre città, per 15 $, porta direttamente in albergo in una decina di minuti. Il nostro, il Mercure Harbourside, è sulla Esplanade, ma non proprio in centro, tuttavia con una passeggiata di circa 20 minuti a piedi si arriva comodamente al porto. La nostra camera non era ancora pronta, così abbiamo occupato il tempo scegliendo le escursioni per i due giorni successivi ed abbiamo prenotato, direttamente tramite la reception, Green Island per domani, con il Big Cat, e Cape Tribulation per dopo domani, con Trek North. La camera (abbiamo avuto l’upgrade) è vista mare, ma verso le 14, quando siamo saliti, il mare …non c’era!!! A Cairns è ben visibile l’effetto alta e bassa marea e a quell’ora era pienamente ….bassa marea.Abbiamo lasciato i bagagli e ci siamo incamminati lungo l’Esplanade ed è stato davvero piacevole e rilassante. C’è vento, caldo, e si sta bene. Si incontrano diverse zone per lo sport, come campi da beach volley, piste per lo skateboard, attrezzi per la ginnastica, percorsi salute, e zone più ludiche, come quella barbecue, dove le persone si cucinano la carne e mangiano sui tavoloni accanto, e la zona bambini con i giochi d’acqua. Arrivando in cima al percorso pedonale si trova la laguna, ovvero una grande piscina, aperta a tutti, a due passi dal mare, ma molto più sicura dai rischi squali e altri animali assassini, di cui le acque australiane sono ricche! Abbiamo percorso le vie centrali e siamo entrati nei mercati “notturni”, aperti dalle 17 alle 23, ma gestiti, essenzialmente, da cinesi. Tornati sull’Esplanade, abbiamo notato delle persone sedute a bordo strada, in attesa, e deciso di unirci a loro per capirne il motivo. Poco dopo le 18 è iniziata una sfilata essenzialmente…pubblicitaria, di squadre sportive, associazioni, scuole, ristoranti…ma molto colorata e vivace. Ci siamo riavviati poi verso l’hotel e notato che le persone erano sedute, sempre in attesa, ma questa volta rivolte verso il mare e Marco ha sentito dire che ci sarebbero stati i fuochi d’artificio. Qualcuno ha indicato l’acqua ed abbiamo intravisto spuntare una pinna…di squalo, vicinissimo alla riva! Ci siamo fermati accanto alla pista di skateboard per assistere alle acrobazie di alcuni ragazzi, finchè non ci sono stati i primi botti, così ci siamo spostati di qualche passo, sul lungomare, per vederli meglio e sono stati in effetti molto carini. La marea si è alzata, ma questa sera ci siamo persi il momento preciso, sarà per domani!

22 agosto 2010

Ore 8 taxi, ore 8.15 check in traghetto, poi colazione, ore 8.30 imbarco, ore 9.00 partenza per Green Island! Il traghetto, Big Cat, era affollato di cinesi, chiassosi e anche un po’ maleducati. Verso le 10.30 siamo arrivati sull’isola, con il cielo leggermente nuvoloso, muniti di pinne, maschera e boccaglio, noleggiati a bordo e inclusi nel prezzo della giornata, già pronti a buttarci in acqua ed esplorare la barriera corallina, forse la più ricca del mondo. Siamo stati in acqua un’oretta, scattando un sacco di foto con la macchina subacquea acquistata in internet. A volte si intravede l’immagine sullo schermo, altre…si schiaccia a caso. Abbiamo visto pesci più o meno grandi e più o meno colorati e diverse sfumature di barriera corallina. Per mezzo giorno siamo andati a pranzo, sul traghetto, insieme ad un orda affamata di cinesi, che ha creato un po’ di intasamento e coda. Per le 12.45 avevamo prenotato un’escursione su una barca avente le pareti, che restano sotto l’acqua, di vetro, il Submarine, e siamo riusciti ad avvistare anche uno squalo e 2 tartarughe!! Poco prima di attraccare, dopo circa 15 minuti dalla partenza, il pilota ha gettato in acqua del cibo, facendo così avvicinare una grande quantità di pesci, così da farci sentire circondati e immersi tra loro. Nel pomeriggio abbiamo fatto ancora un’altra oretta di snorkeling. La marea nel frattempo si era abbassata, quindi è stato più difficile “nuotare”, cercando di non venire in contatto con il corpo con la barriera, e rischiando in ogni momento di rovinarla o venire graffiati. Per concludere l’escursione ci siamo percorsi il perimetro dell’isoletta a piedi, lungo la spiaggia. Per le 15.30 ci siamo rimbarcati e alle 17.00 siamo arrivati a Cairns. Durante la giornata ci eravamo cosparsi di crema solare la faccia e le braccia, dimenticando le gambe. Risultato? Entrambi ci siamo scottati la parte posteriore, rimasta a lungo a filo d’acqua,…dolore!!!!!!

23 agosto 2010

Escursione oggi molto lunga, dalle 7.30 alle 19.30. Dopo una breve sosta a Port Douglas, per colazione, siamo andati alle Mossman Gorge, parte di foresta pluviale di Daintree, molto affascinante, ricca di felci e di alberi aggrovigliati. Abbiamo poi avuto una crociera di un’ora sul Daintree River, durante la quale siamo riusciti a scorgere tre coccodrilli, ma ci è venuto il dubbio che non fossero veri, perché non si sono minimamente mossi. Abbiamo visto però le mangrovie, con le radici fuori dall’acqua, molto particolari e tenebrose. Questa navigazione ci ha permesso di trovarci al di là del fiume e poter proseguire verso Cape Tribulation. Abbiamo pranzato vicino al museo degli insetti, accanto ad un torrente, in cui è anche possibile, volendo, fare il bagno. La nostra guida ha allestito velocemente il barbecue presente, cucinandoci sia carne che pesce. Siamo poi andati a Cape Tribulation. La vegetazione è molto simile a Mossman Gorge. La peculiarità è che da un lato hai la foresta pluviale, dove abbiamo incrociato sul nostro percorso un grosso lucertolone, e dall’altro il mare! Per tornare, invece di un’altra crociera, siamo stati caricati, con il nostro pulmino, a bordo di un traghetto a funi sul Daintree, che impiega circa due minuti a passare da una riva all’altra. La giornata non è stato nulla di strabiliante, ma sono stata contenta di capire cosa voglia dire “foresta pluviale”, con tutta la sua vegetazione.

24 agosto 2010

Giornata tranquilla nell’attesa del volo per Brisbane. Ci siamo finalmente svegliati con calma ed abbiamo lasciato la camera per le 11.00, orario limite del check out. Abbiamo scritto le cartoline all’ombra delle palme lungo l’Esplanade, appoggiandoci ad un tavolone del barbecue e quindi siamo andati in posta, nel centro commerciale Orchid Plaza, a comprare i francobolli per poterle spedire. Anche l’interno della stazione ferroviaria è ricco di negozi, così, per occupare il tempo, ci siamo spostati lì per curiosare un po’ e fare pranzo, in uno dei numerosi fast food presenti. Avevamo pensato, arrivando a Cairns, che queste ore le avremmo sfruttate per fare il bagno nella laguna, ma avendo ancora le gambe scottate…abbiamo evitato. Per le 15 siamo tornati in albergo a ritirare i bagagli e alle 15.30 il taxi ci ha portato in aeroporto.

A Brisbane ci è venuto a prendere mio cugino Milo, il quale ci ha accolti con un cartello con scritto il mio cognome e sotto il disegno di una formica …..che ridere!! In 20 minuti siamo arrivati a casa sua, dove ci aspettavano sua moglie Carmel e due dei loro figli, Cloe e James, per cena. A conclusione di serata abbiamo ricordato il passato, guardando alcune sue fotografie di famiglia, in cui c’era mia nonna con i suoi fratelli e sorelle, alcune dei miei genitori ed anche un paio mie. E’ stata una serata piacevole, gustando un ottimo Shiraz, che in Italia non ho mai sentito nominare, e terminato con una birra al Ginger, portata da James.

25 agosto 2010

Destinazione della giornata, accompagnati da Milo e sua figlia Cloe, è stato il Lone Pine Koala Sanctuary, bellissimo parco di Brisbane, con tanti animali, dai koala, tantissimi, ai canguri, ovviamente, ai Wombat e al Platypus, che non avevo mai visto. Ho potuto: prendere in braccio un koala per un minuto, a pagamento, per qualche foto, ed è stata un’esperienza molto emozionante, scoprendo che il pelo non è morbido, come può sembrare; vedere le pecore guidate dai cani; assistere alla loro rasatura e toccarne la lana ancora calda; accarezzare un serpente; guardare il volo delle aquile di mare e del falco. Insomma, è stata davvero una giornata fantastica! Siamo stati impegnati dalle 10 alle 15, poi siamo saliti ad ammirare il panorama della città da Mt. Coot-tha. Abbiamo cenato a casa e poi Milo ci ha accompagnati nella palestra di basket, ad un isolato di distanza, per scoprire se si stava giocando qualche partita. Nello stesso edificio ci sono ben 4 campi, di cui uno sopraelevato, incredibile! Ne abbiamo approfittato per fermati un paio d’ore a guardare una discreta partita, per completare la giornata.

26 agosto 2010

Mattina iniziata con la visita del birrificio Carlton a Yatala, a circa 30 minuti da Brisbane, dove viene prodotta anche la birra VB. L’intenzione era di andare più vicino, alla fabbrica della Castelmaine XXXX, ma il giorno prima del nostro arrivo è stata chiusa per lavori di manutenzione per una ventina di giorni. In realtà è andata molto bene, perché questo birrificio è molto grande e la visita guidata attraversa tutto lo stabilimento, cosa che non è mai avvenuta nei diversi birrifici visitati in Europa, dalla Guiness, alla Heineken, alla Tuborg, e si possono vedere le diverse linee di produzione, automatiche. Sono rimasta molto soddisfatta!! Al termine, ovviamente, è stato possibile assaggiare alcuni tipi di birra. La mia preferita è stata la Foster alla spina con la cremina, della stessa densità di quella della Guiness. Tappa successiva è stata a Surface Paradise, all’Hard Rock Cafè, tappa immancabile delle nostre vacanze! Questa cittadina di mare, paradiso dei surfisti, come dice il nome, è molto giovane e vivace. Ciò che più impressiona sono i grattacieli a ridosso del mare, principalmente alberghi. Meta della giornata era Brunswick Heads, dove avevamo a disposizione la villetta di una coppia di amici di Carmel e Milo, per la notte. E’ disposta su due piani con ben 4 camere da letto!! Lasciati i bagagli, siamo andati a fare una passeggiata, passando sul fiume e arrivando al mare. La zona è molto tranquilla e residenziale. Per cena siamo andati all’Hotel Brunswick, costruito nel 1940, dove avevamo appuntamento con una coppia di loro amici e dove Marco ha fatto ancora incetta di Barramundi, mentre io ho puntato, come sempre, all’hamburger!

27 agosto 2010

Ricca giornata, iniziata molto presto, alle 6.30, secondo le abitudini di Milo, con una passeggiata fino al mare, molto rigenerante. Abbiamo lasciato quindi il nostro alloggio e ci siamo spostati per colazione a Byron Bay, a ridosso della spiaggia. Questa è una delle località più rinomate, perché circondata da un lato da colline e dall’altro da spiagge. Siamo saliti al faro e da qui abbiamo intrapreso un cammino di 4 km lungo il promontorio, fino al mare. Abbiamo avuto la fortuna di scorgere in acqua una tartaruga ed in lontananza una balena e dei delfini. Ci sono degli scorci incredibili ed il colore dell’acqua è incantevole. Nel pomeriggio ci siamo spostati al Monte Tambourine, dove c’è il Rainforest Skywalk, ovvero un percorso di circa 45 minuti all’interno della foresta pluviale con dei ponti sospesi nel vuoto a 50 metri di altezza, veramente emozionante, soprattutto perché sono a griglia e quindi si vede sotto ed un po’ oscillano. Per le 18 siamo tornati a Brisbane, così da essere pronti per le 19 per incontrarci con Terry, una loro amica che avevamo conosciuto qualche anno fa in Italia, e suo marito Andy. Siamo andati a cena in un locale in zona, che cucina carne e pesce sulla pietra ollare, ed io ovviamente ho puntato alla carne. Ci siamo molto divertiti, avendo anche un po’ di musica jazz di sottofondo, suonata dal vivo.

28 agosto 2010

Ultima giornata a Brisbane con Carmel e Milo. Ci siamo svegliati abbastanza presto per preparare i bagagli e uscire per le 9. Siamo riusciti a far stare nelle 2 valigie che andremo ad imbarcare le quasi 20 bottigliette di birra collezionate in questo mese, di cui 6 ancora piene, comprate al birrificio. Abbiamo preso il City Cat, un battello, fino a South Bank Parklands, dove vi è una vasta zona per le famiglie e per il relax, con l’area barbecue, molto verde ed anche una piscina, accanto alla ruota panoramica. Oggi c’erano anche diverse bancarelle, a cui, ovviamente, abbiamo buttato un occhio e acquistato gli ultimi souvenirs. Ci siamo poi spostati nella zona centrale, nel Mall, pedonale, per cercare un negozio dove stampare un paio di foto di noi quattro, scattate durante i giorni trascorsi insieme, che Milo voleva poi inserire in una piccola cornice comprata ad Ayers Rock e regalarla ai miei genitori, come ricordo. Siamo tornati a South Bank per andare al Goma, il Queensland Gallery of Modern Art, dove c’era una Exposition di Valentino, con molteplici abiti che lo hanno reso così internazionale, di cui alcuni indossati da attrici famose, come Julia Roberts nella la notte degli Oscar. Per il viaggio di ritorno verso casa l’abbiamo invece utilizzato il bus e fatto sosta dalla mamma di Carmel per conoscerla e per bere insieme un the. Purtroppo poi siamo giunti al momento dei saluti e qualche lacrima è ovviamente scesa, soprattutto a me, ma ci siamo dati un arrivederci al prossimo anno, questa volta in Italia!

Ultimo volo nazionale verso Sydney per trascorrervi la nostra ultima notte australiana e domani partenza per Abu Dabhi e quindi Italia, con un po’ di tristezza e malinconia, ma è stato un mese intenso e ricco di emozioni e quindi anche senza rimpianti!



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