La digue e praslin a ottobre
C’è da dire, però, che l’inizio non è stato dei migliori: partenza prevista ore 21.50 del sabato 16 ottobre da Roma Fiumicino, partenza effettiva ore 12.00 del giorno successivo. Motivo: problemi tecnici all’aereo. Comunque la notte l’abbiamo trascorsa in un hotel a 4 stelle vicino all’aeroporto con spese di cena, pernottamento, colazione e trasferimenti a carico completo di Air Seychelles.
Le 8 ore di viaggio sono state buone e c’è da dire che il servizio a bordo è buono ed i posti a sedere comodi, pur non essendo in business class. Il costo del biglietto è stato di € 800 a persona comprese tasse e voli di trasferimento Verona (dove viviamo)- Roma con Meridiana all’andata e Alitalia al ritorno.
La nostra prima destinazione era l’isola di La Digue, raggiungibile, una volta atterrati all’aeroporto di Mahè, prendendo un piccolo aereo sempre Air Seychelles (costo € 52 a tratta a persona) fino a Praslin, un taxi dall’aeroporto al porto (€ 10 circa in tutto) e una barca da Praslin a La Digue (€ 19 a persona andata e ritorno).
Poiché siamo arrivati ad un orario notturno (ore 23 locali) in cui solitamente le barche da Praslin a La Digue non viaggiano più (l’ultima è alle 18.15), erano stati preparati dei motoscafi per il trasferimento, che correvano nel buio ad una velocità così elevata che siamo arrivati tutti bagnati ed alcuni alquanto terrorizzati. Avevo sentito dire che questo trasferimento era un po’ da “mal di stomaco”, ma non pensavo fino a tale livello….Comunque poi abbiamo realizzato che questa era una soluzione di “emergenza” a causa dell’imprevisto ritardo. Il ritorno infatti è avvenuto su un comodo barcone in piena tranquillità.
E finalmente La Digue fu….
Tutto quello che di bello avete sentito e letto su questa isoletta è vero: – i ritmi di vita sono molto più lenti dei nostri; – la gente del posto è molto cordiale e per niente invadente; – in un giorno con la bicicletta (costo di noleggio € 5 a persona al giorno) si riesce a girare tutta l’isola da nord a sud e da est ad ovest, le strade asfaltate sono tre in tutto, senza lampioni (quindi per girare di notte è consigliato l’uso di una torcia), percorse da tre taxi, da qualche furgoncino e dai pittoreschi carri trainati dai buoi oltre che da un buon numero di biciclette; – la vita notturna presenta un livello di animazione praticamente zero: vi è infatti un solo bar al jetty dove si beve e si sente una lieve musica di sottofondo e pochissime persone in giro; – le spiagge sono davvero splendide.
E veniamo alla nota negativa di tutto il nostro soggiorno a La Digue: pioggia, pioggia, pioggia. Purtroppo abbiamo avuto solo due mattinate di sole, per il resto acqua e umidità alle stelle (i vestiti bagnati del viaggio in motoscafo si sono asciugati in 5 giorni).
Abbiamo soggiornato alla GH Tournesol (costo € 100 al giorno a camera in mezza pensione) ed il giudizio non è dei migliori: esteriormente, infatti, molto carino, immerso nel verde di un bel giardino curato, composto di 5 bungalow da due appartamentini ciascuno, ma molto spartani e senza alcun confort eccetto una ventola sul soffitto, colazione e cena un po’ scarse in quantità e qualità. Abbiamo conosciuto altri italiani molto contenti della GH Bernique, con camere confortevoli e con trattamento Bed & Breakfast.
Capitolo mare e spiagge. Acqua calda ed ovviamente limpidissima, le spiagge davvero tutte fantastiche. Partendo dal jetty in direzione sud si raggiunge la famosa Anse Source d’Argent (biglietto di ingresso € o $ 4) con i suoi fantastici massi di granito rosa, anche se con la bassa marea fare il bagno risulta un po’ difficoltoso poiché la barriera è quasi a pelo d’acqua. Con la maschera abbiamo visto pesci variopinti e delle bellissime tartarughe marine. Prima di arrivare alla spiaggia si passa all’interno del parco della Union Estate, in cui si possono vedere le tartarughe giganti, la lavorazione delle noci di cocco, una distesa di palme da cocco, delle piantagioni di vaniglia. All’ingresso della spiaggia si trova un baretto/ristorante un po’ troppo caro ($ 15 per un hamburger con patate): si paga anche per andare in bagno… Altra spiaggia fantastica è Grand Anse nella punta sud dell’isola, raggiungibile dalla strada che passa in mezzo all’isola tra salite (di più) e discese, caratterizzata dall’assenza della barriera corallina e, quindi, da un mare sempre molto mosso, da onde alte e forti correnti: attenti a non spingersi troppo al largo. Si tratta di una baia abbastanza lunga e larga e poco frequentata. Spostandosi di qualche passo lungo un sentierino a fianco si raggiunge l’adiacente spiagga di Petite Anse, simile a Grand Anse, un po’ più piccola ed ancor più deserta. Proseguendo oltre per 30 minuti attraverso un altro sentiero si raggiunge Anse Cocos simile alle due precedenti, ma ancora più piccola e praticamente deserta.
Vi è poi la spiaggia di Anse Severe a 3 minuti di bici dal porto in direzione nord: sabbia bianchissima, acque tranquille e limpidissime, anche se con la bassa marea fare il bagno risulta un po’ difficoltoso poiché la barriera è quasi a pelo d’acqua.
Abbiamo raggiunto la parte est dell’isola, invece, due volte in bici (dal porto fino alla fine della strada, tempo impiegato 15 minuti a ritmo blando): è praticamente deserta (lungo la strada si incontra solo un chioschetto che vende bevande fredde), non abbiamo mai incontrato nessuno ad eccezione di tre nudisti nell’ultima spiaggia alla fine della strada ed una tartaruga gigante da sola sul ciglio della strada; vi sono alcune spiaggette molto carine, ma il problema è che fare il bagno è difficile vista la barriera a pelo d’acqua che non consente di immergersi.
Capitolo mangiare e shopping.
Sull’isola vi è un market ben fornito a metà strada tra il jetty ed Anse Source d’Argent ed altri 2 o 3 più piccoli sparsi nell’isola a prezzi buoni (€ 0,5 per ½ litro d’acqua o per una bottiglietta di Coca fredde, neanche 1 € per dei sacchetti di panini dolci). C’è un ottimo take away vicinissimo al jetty, dove con neanche 4 € a persona si mangiano delle porzioni di pesce o carne in salsa creola con riso davvero abbondanti e buone. Buono il ristorante della GH Villa Autentique, ma ancora meglio in quantità e qualità ed economico il Ristorante Zerof (che è anche take away), aperto anche a pranzo. Al jetty ci sono 3 negozi di souvenir, con in vendita le stesse identiche cose ed a prezzi un po’ alti.
Praslin La seconda settimana per fortuna è stata caratterizzata dal bellissimo tempo. Qualche pioggia, a dire il vero, c’è stata, ma per fortuna solo durante la notte.
L’atmosfera magica e “fuori dal mondo” di La Digue non si respira nella “civilizzata” Praslin: vi sono strade, taxi, autobus (vecchi scassati Tata spesso stracolmi di gente che per 3 rupie a testa a corsa collegano tutti i punti dell’isola).
Noi abbiamo soggiornato alla Guest House Chalets Cote Mer situato proprio al jetty: stanze molto carine, giardino molto curato, vista panoramica sulla Baia di Sant’Anna ed in lontananza di La Digue, cucina molto buona a buffet curata da un cuoco francese, che assieme alla moglie ed alla figlia (tutti francesi) gestiscono con buoni risultati la guest house. Noi avevamo scelto questa GH perché era vicina al jetty e quindi pensavamo che fosse in una zona “vissuta” e ben servita: al contrario al jetty non c’è praticamente nulla eccetto il jetty. Quindi alla sera tutto intorno era il deserto ed il silenzio assoluto.
Capitolo mare e spiagge. La miglior spiaggia in assoluto è sicuramente Anse Lazio. Noi l’abbiamo visitata per due giorni ed entrambe le volte l’abbiamo raggiunta arrivando con l’autobus fino alla fermata di Mont Plasir (praticamente il capolinea dopo il Lemuria) e proseguendo a piedi per circa mezz’ora in una stradina arrampicata sul monte e che scende alla spiaggia passando in mezzo alla vegetazione lussureggiante tipica delle Seychelles. Da tutta la strada si gode di una vista veramente eccezionale della costa e di Anse Lazio in particolare. E poi, Anse Lazio appunto: mozzafiato, diverse tonalità di azzurro del mare veramente splendido.
Una giornata intera l’abbiamo dedicata, invece, alla visita dell’isolotto di San Pierre e dell’isola di Curieuse. Siamo partiti dalla spiaggia di Cote d’Or con un taxi boat (costo € 30 a persona andata e ritorno comprensivi di € 10 di tasse – perché trattasi di parchi protetti – e € 10 per il trasporto a ciascuna delle due isole) e la prima meta è stata l’isolotto di San Pierre: si tratta di un ammasso di scogli con qualche palma sopra. Abbiamo fatto una sosta di un’ora e mezza circa per fare un po’ di snorkeling tutto intorno e poi ci hanno portati a Curieuse (a 5 minuti di taxi boat da St. Pierre).
Davvero molto carina perché disabitata o, meglio, abitata solo dalle tartarughe giganti e dalla famiglia del custode dell’isola. Dopo aver girato un po’ tra le tartarughe abbiamo fatto la passeggiata (40 minuti circa tra sali e scendi, in buona parte su di una passerella sopra ad una palude abitata da granchi davvero enormi) per raggiungere la spiaggia dalla quale ci avrebbe ripreso il taxi boat a fine giornata. L’isola è grandina, la spiaggia da noi visitata (forse l’unica) era deserta ed anch’essa splendida.
Capitolo mangiare L’unica cena che abbiamo fatto al di fuori della nostra GH è stata al ristorante della GH Laurier di cui avevamo sentito dire tanto bene da tanta gente: effettivamente la cucina è ottima, a buffet (molto vario), la serata era animata da un complessino musicale ma il prezzo forse un po’ eccessivo (€ 33 a testa).
Capitolo Vallee de Mai Vale la pena fare una gita di un paio di ore e non di più all’interno del parco (€ o $ 15 di ingresso) perché …. Bello si …. Ma è sempre quello.
Mahè Ed infine abbiamo trascorso solo una giornata a Mahè. Non abbiamo visitato nessuna spiaggia, ma solamente il centro abbastanza caotico e trafficato di Victoria ed il suo caratteristico mercatino: in esposizione pesce, frutta e verdura a volontà ed a buon prezzo. Sicuramente una visita è necessaria.
Nella capitale l’ultima settimana di ottobre è dedicata al festival creolo: in un prato nelle vicinanze del porto abbiamo visto degli stand e dei banchetti come quelli che ci sono alle nostre feste paesane, dove alcune persone distribuivano cibi tipici fatti da loro in casa e pescati da grossi pentoloni (una porzione abbondante costava circa € 4).
Voto finale alle Seychelles: 9 Ciao e buon viaggio a tutti Marco & Paola