La città del Santo Graal è la meta di mare ideale da scoprire nelle giornate d’autunno

Quattro giorni in una delle città più belle e vivaci della Spagna
Scritto da: Tonyofitaly
la città del santo graal è la meta di mare ideale da scoprire nelle giornate d'autunno

L’annuale gita fuori porta con amici, colleghi ed ex colleghi è stata fatta rispolverando un vecchio progetto del 2020, saltato a causa del Covid. Senza neanche chiedere pareri o compiere le consuete scelte, ho “imposto” al gruppo la meta di Valencia, avendo già l’hotel a cui riferirmi per le prenotazioni nonché un piano di voli perfettamente adattabile alle esigenze. Così, agli inizi di marzo, ho contattato tutti gli interessati per avere la loro adesione e, dopo un paio di giorni, il gruppo si è definito: quest’anno siamo in tredici. Dato che due mie amiche provenivano da Napoli, ho conciliato l’arrivo e la partenza nostri con la loro al fine di poter incontrarci o partire più o meno insieme così, tramite Ryanair, prenoto un primo volo da Orio per sabato 14 ottobre con partenza alle ore 15,40 e arrivo alle 17,40 e di rientro il martedì 17 alle ore 15,35 con arrivo alle 17,30 per un prezzo di € 130,00 cadauno comprensivo di zaino, trolley e un’unica valigia da 20 kg per tutti dove mettere trousses o scarpe. Per le mie amiche partenopee, invece, prenoto un volo che partirà lo stesso giorno alle 14,15 con arrivo alle 16,30 e rientreranno parimenti alle 14,10 per arrivare alle 16,20 pagando cadauna € 146,00 comprensivo di zaino e trolley. Per l’hotel, trovo di nuovo disponibilità presso l’Olympia Universidades, un tre stelle sito a Benimaclet: le 7 camere prenotate costeranno € 155,00 ad ognuno di noi per tre notti con colazione.

Prima di partire, acquisto sul sito di Valencia Tourist Card la tessera per l’uso dei trasporti pubblici pagandola, scontata, € 22,50 con validità per 72 ore e che ci permetterà di entrare gratis in alcuni monumenti e di avere lo sconto in altri. Per raggiungere l’aeroporto di Orio, infine, prenotiamo un pullman privato che ci costerà € 65,00 in a/r. A questo punto prepariamo le valige e partiamo per Valencia.

Diario di viaggio

14 ottobre, giorno 1

In una calda giornata partiamo per Orio, dove giungiamo ben tre ore prima della partenza prevista: ciò ci permette di pranzare presso i punti di ristoro presenti all’interno e di essere pronti appena inizia l’imbarco. Il volo parte e arriva in perfetto orario e, all’uscita, troviamo anche le nostre amiche, giunte giusto un’ora prima. Il gruppo così si ricompone e inizia la tre giorni di visite e di divertimento. Prima di prendere la metro dall’aeroporto per l’hotel (linea 3), ritiro all’apposita macchinetta le tredici cards comprate: basta passare sul lettore il Qr Code stampato o inserire il codice numerico fornito all’atto dell’acquisto per ricevere le cards, che inizieranno ad essere attive al primo passaggio negli sportelli d’ingresso.

La linea 3 parte quasi subito e in 25 minuti ci conduce a Benimaclet e, quindi, all’hotel, situato proprio appena fuori l’uscita: il tempo di distribuire le camere, di sistemarci e di fare una rapida doccia che alle 20 siamo pronti per partire verso il centro. Scendiamo a Colon dopo pochi minuti e con una passeggiata di 10 minuti siamo al ristorante “Casa Roberto”, dove ho prenotato un tavolo e le paellas che il gruppo vuole già degustare.

Nell’attesa che queste siano pronte, assaggiamo degli stuzzichini come antipasto e facciamo le prime foto di gruppo. Le paellas, una a la horta (di carne di pollo e coniglio con verdure, classica valenciana) e l’altra più conosciuta di mariscos (frutti di mare e molluschi), sono enormi e vengono divorate entrambe, accompagnate da un’ottima cerveza. Il conto, a persona, è di € 43,00 e il buon cibo viene digerito durante la camminata di rientro in albergo.

Domenica 15, giorno 2

porta monumentale

Dopo l’abbondante e gradita colazione, ci ritroviamo nella hall e alle 9,30 partiamo per la visita alla città. Prendiamo la metro per il centro (qualsiasi numero va bene) e scendiamo a Xativa, la fermata più vicina: usciti, arriviamo al cospetto della Estacion del Norte, la cui facciata principale spicca per sontuosità, abbonda in finestre e porticati ed è piena di disegni di arance, fiori e altri motivi dell’agricoltura valenciana. Entriamo nell’edificio per ammirare gli interni, ricchi di elementi decorativi in legno, metallo e ceramica. Proprio al fianco, sorge l’enorme Arena che, con un stile neoclassico, vuol rifarsi alle fattezze del Colosseo romano.

Ci incamminiamo subito dopo per Plaza de l’Ayuntamiento, affollata per una maratona in corso, dove svettano l’omonimo palazzo municipale e il Palazzo della Posta, situato proprio di fronte. Del primo apprezziamo la silhouette delle belle torri laterali (sormontate da cupole rivestite d’oro ceramica), la monumentale porta principale arricchita di sculture e la snella torre sormontata da un campanile di ferro, tutto in stile neo Barocco; della seconda, invece, notiamo la facciata decorata con figure allegoriche e le statue che simboleggiano i cinque continenti. L’edificio presenta anche una torretta metallica slanciata (recuperata durante la ristrutturazione e che serviva per la trasmissione dei telegrammi) e una vistosa sfera armillare.

Raggiungiamo la piazza davanti al Mercato Coperto (chiuso la domenica) dove ammiriamo il Palazzo Orteig, un edificio residenziale plurifamiliare ricco di colonne e decorazioni nella parte superiore nonché di una torre neogotica con lesene come merli e graffiti in stile modernista. Più avanti, ci sono la chiesa di San Giovanni al Mercato e la facciata principale della Lonja de la Seda. La chiesa ha un’ampia facciata sul mercato concepita come una grandiosa pala d’altare in pietra su una terrazza che domina la piazza e vi sono presenti la scultura della Virgen del Rosario e la Torre dell’Orologio, fiancheggiata da due Santos Juanes e coronata dal famoso “pardal Sant Joan“, la banderuola che – secondo la tradizione – guardava i bambini quando i genitori poveri li abbandonavano in piazza (come descrive la nostra guida).

La Lonja de la Seda, invece, è inclusa nel Patrimonio Artistico dell’Umanità grazie alla sua struttura architettonica e il suo nome è dovuto al fatto che in passato fu il luogo di scambio per questa preziosa merce. Esternamente assume le sembianze di una fortezza medievale, in stile gotico detto “fiammeggiante” mentre centralmente spicca la torre con delle merlature finali. L’accesso al palazzo avviene dal retro ed è gratis per i possessori della Valencia Card quindi giriamo l’angolo ed entriamo senza far fila. Dopo la biglietteria, accediamo ad un piccolo giardino che consente di entrare all’interno, diviso in quattro zone tra le quali si nota per bellezza la Sala del Mercato o delle Colonne, detta così a causa delle meravigliose lavorazioni che le colonne portanti riportano.

Dopo la visita, andiamo subito alla Chiesa di Santa Catalina e alla vicina Plaza Redondo: nella prima, dove è incorso una Messa, apprezziamo soprattutto l’alto campanile mentre nella seconda troviamo solo un luogo di ritrovo pieno di caffè e tapearias, particolare per la sua forma rotonda. Usciamo dal lato nord per essere immediatamente a Plaça de la Reina, dove svetta l’alta mole del Miguelete e la Cattedrale di Valencia. Prima della loro visita facciamo, però, una sosta da Chocolateria Valor per un caffè con churros e poi andiamo a visitare i due celebri monumenti: anche nella Cattedrale è in corso la Santa Messa (quasi al termine) e la Cappella del Santo Graal riusciamo giusto a visitarla prima che un solerte signore ci chiuda letteralmente in faccia la porta d’accesso. Del Miguelete, invece, desistiamo alla salita, cioè più che altro decidiamo di farla se rimarrà del tempo a disposizione dopo le visite.

Riprendiamo il giro proseguendo sul lato sinistro per carrer del Micalet fino ad entrare nella Plaça de la Madre de Déu, anch’essa piena di gente a causa di una manifestazione folkloristica in corso. Ci fermiamo proprio all’inizio per ammirare la Casa Vestuaria, il signorile palazzo che ospita l’antico Tribunale delle Acque di València, e la dirimpettaia Porta degli Apostoli. Qui risalta il grande portone con sopra raffigurati la Vergine e il Bambino e, ai lati della stessa, spiccano come eterni guardiani delle sculture umane: questo è il secondo ingresso (chiuso) alla Cattedrale. Nella piazza affollata la fontana del Turìa, rappresentante il fiume che attraversava la città, fa bella mostra al centro e si offre come sfondo per tantissime fotografie.

Prima di lasciarla, andiamo a visitare la Basilica de la Virgen, una tra le chiese più importanti della città, la cui facciata principale da direttamente sull’omonima piazza. Dalla guida leggiamo che la chiesa sorse sull’antico Foro romano e per questo ci sono molte parti della facciata principale che riportano lapidi e iscrizioni romane. L’interno, in cui si entra dal retro, si presenta di matrice rinascimentale ma con contaminazioni barocche ed ospita una Cappella dedicata ai reali spagnoli: è anche qui in corso la Santa Messa quindi ci affacciamo con discrezione giusto per ammirare la forma ovale della struttura e gli affreschi originari, con temi floreali e iconografie di angeli.

Sono quasi le 13 e ci incamminiamo per calle de Navellos, passando davanti il Palazzo Benicarlò – è la sede del potere legislativo della Comunità Autonoma Valenciana, avente come principale caratteristica un’ampia facciata – e giungendo alle Torres de Serranos in pochi minuti: siamo arrivato al punto più a nord del centro storico. Queste torri un tempo costituivano uno dei dodici punti di accesso alla città e sono le uniche sopravvissute insieme alle Torres de Quart: si presentano come una fortificazione a due torri dove, in cima, si dispiegano una serie di merlature tipiche delle fortificazioni medievali. Passati sotto l’enorme arco d’ingresso, svoltiamo per calle de Roteros e giungiamo nello spiazzo antistante la Chiesa del Carmen. Data l’ora, il complesso monumentale dell’ex Convento del Carmen è chiuso, ma possiamo attardarci nell’ammirare la facciata della chiesa, scolpita su un enorme muro anch’essa come se fosse una grande pala d’altare. L’annesso Museo, invece, è aperto e nelle antiche sale del convento si tengono esposizioni temporanee d’arte, essendo il museo dipendente dal Museo di Belle Arti, ex sua sede.

Proprio di fronte, su un muro azzurrognolo, faccio notare al gruppo una piccola chicca ossia la Casa de los Gatos: la leggenda narra che l’anziana signora che possedeva la casa retrostante volle donare il terreno ai gatti selvatici di Valencia e, per evitare che vi potessero accedere le persone, nel muro del cortile fece costruire questa simpatica gattaiola, “monumentalizzandola” a mo’ di abitazione. Ritorniamo alla chiesa e, tramite la calle del pittor Fillol, giungiamo al Portal de Valldigna, una delle porte più antiche della città e uno dei pochi resti delle mura musulmane: costruito sul muro arabo, era l’ingresso al quartiere moresco dal 1400. Proseguiamo per i vicoletti del quartiere più tipico della città ritornando verso la Plaça de la Madre de Deu ma fermandoci prima per uno spuntino in un bar proprio di fronte il Palau de la Generalitat Valenciana, sede del governo della Comunidad Valenciana.

Dopo la sosta, rientriamo di filato nella plaça per recarci nella parte opposta, esattamente all’Almodì, un vecchio granaio ora centro espositivo che però, data l’ora, è chiuso. Proseguiamo fino al palazzo de l’Almirall (un altro magnifico esempio di dimora signorile) e poi scendiamo per la calle de Trinquet de Cavallers, su cui spicca la mole della Chiesa di San Giovanni dell’Ospedale, visitabile solo tramite visita guidata. La passeggiata ci conduce infine alla Piazza del Collegio del Patriarca, su cui si aprono l’ingresso al Museo del Patriarca (in cui sono conservati i dipinti e gli oggetti appartenenti al luogo di culto e di preghiera), all’omonima chiesa e all’Antica Università, una delle più antiche e rinomate di Spagna e d’Europa.

Tramite calle de Salvà arriviamo prima alla Chiesa di San Giovanni della Croce (bello il portone principale d’ingresso, con le colonne salomoniche e dei piano d’appoggio laterali sopra i quali sembrano delinearsi altrettante figure femminili) e poi all’adiacente Palazzo del Marchese delle Acque, sede del Museo Nazionale della Ceramica. Il gruppo resta estasiato dalla facciata principale perché ad abbellire l’ingresso c’è una ricchissima decorazione in alabastro, culminante nell’immagine sacra della Vergine: anche qui sono tante le foto scattate. Proseguiamo con una breve passeggiata per calle della Cultura e per calle di Sant Vincent Martir e ci riportiamo a Plaça de la Reina, dove lascio libero il gruppo di dedicarsi ad una buona oretta di shopping e visite personali e dando appuntamento al centro della piazza per coloro che vogliono tornare in albergo in compagnia.

Io, con qualcuno dei miei compagni, mi fermo da Bertal per assaggiare la famosa Agua de Valencia. Verso le 18.30, comunque, il gruppo si ricompone e ritorniamo in albergo per un riposo e per prepararci alla cena. Riposo che, però, è interrotto da uno spiacevole episodio: ad una delle mie amiche hanno rubato o ha perduto (non si è compresa bene la dinamica) il portafoglio con i documenti, tra cui la carta d’identità. Il momento di panico viene subito superato con la constatazione del furto/perdita e con l’esigenza di doversi recare al più vicino commissariato per sporgere la denuncia: scopriamo che proprio a pochi minuti di cammino dal ristorante cui siamo diretti ce n’è uno aperto h24 quindi ritorniamo in centro, andiamo comodamente a cenare da Pelayo Gastro Trinquet (ottima cena a base di pesce e tapas, dal costo di € 40) e poi andiamo a sporgere denuncia al commissariato de Policia National.

Nel giro di appena 20 minuti eseguiamo il servizio e ne usciamo con la denuncia da presentare al consolato il giorno dopo al fine di avere il documento per il rientro in Italia. Ritorniamo in albergo poco dopo mezzanotte, fiondandoci subito a letto per un meritato riposo.

Lunedì 16 ottobre, giorno 3

città arti e scienze

Dopo colazione, io con la sfortunata vittima e la sua compagna di stanza, ci rechiamo subito al consolato d’Italia mentre il resto del gruppo va al mercato coperto per una prima visita. Il consolato dista appena 20 minuti di viaggio dall’hotel e ci giungiamo che è ancora chiuso ma poi, all’apertura, espletiamo la pratica in modo abbastanza celere così che alle 11 ci ricongiungiamo al gruppo che ci attende. Nel frattempo, loro hanno esplorato il mercato che conserva ancora lo stile costruttivo originario, poggiante sul felice connubio tra ferro e vetro. Gli spazi interni, infatti, sono strutturati per vendere quasi ogni tipo di prodotto, dai generi alimentari per singoli acquirenti, alle forniture d’ingrosso per gli esercizi commerciali e i ristoranti. Sempre all’interno c’è una grande cupola centrale alta 30 m, costruita con lo scopo di dare molta luminosità agli spazi.

Partiamo subito per compiere la visita più importante della giornata: la zona che ospita la Città delle Arti e delle Scienze. A piedi, raggiungiamo la fermata di Alacant, situata dietro la Estation del Norte ed il capolinea della nuova linea metro/tram n. 10. Arriviamo fino alla Città in appena 15 minuti di viaggio e scendiamo alla fermata omonima proprio al cospetto delle principali strutture architettoniche. Attraversiamo la strada trafficata e ci fermiamo proprio all’imbocco del ponte di Calatrava, che ricorda un’arpa: davanti a noi si aprono tutti gli edifici che compongono questo incredibile posto. Infatti, dal punto di vista architettonico, la Città delle Arti e delle Scienze si divide in quattro grandi edifici, ognuno con uno stile costruttivo originale e tutti progettati e curati dal grande architetto Santiago Calatrava.

Il primo che visitiamo non si tratta di una vera e propria costruzione, bensì un’amplissima terrazza panoramica coperta, dalla quale si scorge il bel panorama della Città. Siamo all’Umbracle, una sorta di passerella attorniata da decine di specie floreali la cui copertura è garantita da una serie di archi, che noi attraversiamo tutta. Poi scendiamo ad un livello più basso e ci troviamo di fronte il Museo della Scienza, la cui struttura ricorda lo scheletro di un gigante dinosauro: ovviamente foto e videoriprese si sprecano, vista anche la bella giornata. Di fianco sorge l’Hemisfèric che, da lontano, sembra un grande occhio che vede e scruta con tanto di ciglia e un bulbo oculare e che, tra l’altro, funge da schermo gigante per le innumerevoli proiezioni cinematografiche all’interno. L’ingegnoso effetto ottico è notevolmente amplificato da uno specchio d’acqua alla sua base: noi decidiamo di entrar dentro per vedere l’effetto all’interno. Prima, però, passiamo davanti al Palazzo delle Arti, che ospita manifestazioni artistiche e che assomiglia ad una navicella spaziale.

Dopo il passaggio nell’Hemisfèric, raggiungiamo la base del Museo e ci fermiamo per uno spuntino in un bar lì situato: la gradevole sosta ci permette di organizzare il resto della giornata così un gruppetto decide di visitare il Museo, uno solo vuole andare all’Oceanografico e il resto concorda nel ritornare in centro per godersi la giornata e fare un po’ di shopping. Partiti i primi due, io e il resto raggiungiamo prima il Forum, la cui forma colorata blu ricorda una balena che salta dall’acqua, poi il Parco oceanico o Oceanografic, considerato uno tra i più grandi acquari del mondo.

Da qui, prendiamo di nuovo la linea 10 e rientriamo in centro, decisi a raggiungere la famosa Horchaterìa de Sant Augustin per assaggiare la specialità del locale, l’horchata. Il locale, molto caratteristico con le sue ceramiche colorate, offre anche della pasticceria che viene scelta per accompagnare la bevanda. Usciamo discretamente soddisfatti e ci perdiamo per i negozi e i vicoletti della città fino a quando l’altro gruppo ci avvisa che ha deciso di tornare e di completare la visita sospesa alla Cattedrale (quando non c’è la Messa, l’accesso è a pagamento) visto che proprio loro sono rimasti fuori dalla Cappella del Santo Graal. Dopo un’oretta, verso le 17.00, ci ricongiungiamo tutti e facciamo una tapeada da Bardebares che, per € 10 cadauno, ci riempie di buone tapas e ci fa bere sangria buonissima (io la prendo blanca, come assaggiata già in Portogallo). Alle 18.30 ritorniamo in albergo, considerando che abbiamo una prenotazione di un tavolo in un locale a El Cabanyal, la zona marina di Valencia, e dobbiamo muoverci.

Alle 20 ci ritroviamo puntali e raggiungiamo, con il tram n. 4, la zona per poi proseguire con una breve passeggiata fino al ristorante “El Coso del Mar”, dove troviamo già pronta una bella tavolata proprio davanti il paseo e la spiaggia. Ordiniamo una enorme paella per dodici e, nell’attesa, quasi tutto il gruppo si sposta verso la spiaggia, per godere della piacevole brezza e della bella serata. Quando poi l’ordine giunge in tavola, siamo già lì pronti e mangiamo davvero una gustosissima paella (con tanto di bis) che tuttora ricordiamo con l’acquolina in bocca. Il conto, comprensivo del bere e del dolce, è di € 30 (la mia parte è offerta dai commensali a mo’ di ringraziamento per l’organizzazione della gita). Una passeggiata sul paseo pieno di gente e poi rientro in albergo per un lauto e meritato riposo.

Martedì 17, giorno 4

Dopo la colazione, lasciamo le camere e i bagagli in deposito all’albergo e prendiamo il tram 4 diretti verso il nord del centro storico: meta di partenza è un negozio di torrone situato proprio nei dintorni delle Torres de Serrano. Dopo l’acquisto dei dolci, ci incamminiamo lungo quello che una volta era il lungofiume della città e che ora fiancheggia il corso prosciugato e modificato in un enorme giardino ricco di piste ciclabili, luoghi di ricreazione, campi di sport e perfino uno Zoo con un Bioparco.

All’altezza del Ponte delle Arti ci inoltriamo nel centro storico e passiamo davanti l’I.V.A.M, il Museo di Arte Moderna di Valencia, il primo museo di arte moderna in Spagna, seguito dal Museo della Preistoria, che occupa una parte dell’antica casa della Beneficenza, un edificio costruito nel 1841. Scendendo, arriviamo alle Torres de Quart, l’altro resto delle antiche mura difensive cittadine di stampo medievale e che assomiglia (lo dice la guida!) all’Arco di Trionfo del Castel Nuovo di Napoli. Le due possenti torri cilindriche sono visibili da lontano grazie alla loro stazza ed hanno resistito nel tempo, anche se rimangono dei fori procurati da alcuni proiettili sparati.

Da questo punto, considerata l’ora, dichiaro finite le visite e ci incamminiamo per il Mercato Coperto, visto che buona parte del gruppo ha intenzione di completare alcuni acquisti. Infatti, non appena arrivati, tutti si fiondano dentro per acquistare prodotti vari tra cui il torrone, il jamon iberico (lo mettono sottovuoto su richiesta) e due paellere. Le nostre amiche di Napoli, poco dopo le 11.00, ci lasciano per rientrare in albergo, ritirare la valigia e portarsi all’aeroporto, considerato che il loro volo parte prima del nostro; noi rimaniamo a bagolare per il centro e a sostare per un caffé al bar La Lonja (un espresso davvero buono!).

Più tardi, rientriamo in albergo, ritiriamo le valige sistemando dentro gli acquisti fatti e partiamo alla volta dell’aeroporto con la linea 3. Le pratiche per l’imbarco della valigia sono celeri e celere è pure il controllo ma abbiamo il tempo giusto di fare un veloce acquisto di sangria e dolcetti spagnoli che subito inizia l’imbarco del volo: cosa buona ma che ci metter un po’ di fretta. Il volo, comunque, parte in orario e, dopo due ore, atterriamo in una fredda Bergamo.

Il pullman per riportarci a casa già ci aspetta: la vacanza è, così, finita. Hasta luego, Valencia.

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