La Cambogia in una settimana

Sono stata una settimana in Cambogia. Questo il resoconto di un viaggio, che è stato organizzato in pochissimo. Mi sono affidata alla rete e al buon senso. La Cambogia, anche se è uno dei paesi più poveri del mondo, devastato da decenni di guerre e instabilità politica, è una meta bellissima e piuttosto facile anche per chi ama i viaggi in...
Scritto da: apestrana
la cambogia in una settimana
Partenza il: 27/04/2008
Ritorno il: 04/05/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Sono stata una settimana in Cambogia. Questo il resoconto di un viaggio, che è stato organizzato in pochissimo. Mi sono affidata alla rete e al buon senso. La Cambogia, anche se è uno dei paesi più poveri del mondo, devastato da decenni di guerre e instabilità politica, è una meta bellissima e piuttosto facile anche per chi ama i viaggi in totale indipendenza.

E’ un paese del sud est asiatico, la sua posizione geografica è stretta tra Thailandia, Laos e Vietnam. Il paese ha un passato remoto glorioso come testimonia il sito di Angkor Vat, e un passato recente turbolento e tragico, prima colonia francese, poi coinvolta in scenari di guerra internazionali di cui ha pagato la posizione vicinissima al Vietnam ed infine vittima della pazzia rivoluzionaria dei khmer rossi, che ha causato due milioni di vittime, e una memoria storica completamente da ricostruire.

Visitare la Cambogia oggi, non pone nessun tipo di problema. E’ difficile credere che in un paese così bello, si possa essere scatenata la furia distruttrice di un manipolo di uomini che hanno trasformato questo paese popolato da personi mite e sorridenti, buddista al 90% in un inferno dal 1975 al 1979. Eppure così è stato. La Cambogia non ha ancora fatto i conti con il suo passato. Difficile fare i conti in un paese che ancora oggi dipende enormemente dagli aiuti internazionali, dove la speranza di vita è tra le più basse al mondo, dove la maggioranza della popolazione vive in zone rurali con un stipendio medio di 40 dollari al mese, dove la maggioranza della popolazione non ha acqua diretta ne’ luce, dove la mortalità infantile è del 71 per mille, mentre in Italia è del 5 per mille, dove la fame e la povertà alimentano la prostituzione infantile, dove ancora oggi centinaia di persone muoiono o rimangono mutilate dalle mine antiuomo sparse in tutto il paese. Difficile fare i conti con il passato quando il presente è ancora così cupo e difficile.

Cambogia, itinerario 8 giorni 6 notti 27 aprile Fco-Fra-Bkk con Lufhtansa notte in volo 28 aprile Bangkok hotel Sofitel Sukhumvit (40 euro prezzo speciale, senza colazione) 29 aprile Bangkok-Phnom Penh con Air Asia (50 euro il biglietto a persona) hotel FCC Phnom Penh (40 euro la doppia colazione inclusa) 30 aprile Phom Penh- Siem Reap con autobus Mekong express (10 usd ) 30 aprile- 4 maggio 4 notti al Tara Angkor di Siem Reap (42 euro a notte la doppia colazione inclusa) 4 maggio Siem Reap- Bangkok con Bangkok Airways (100 euro a persona) 4 maggio Bangkok- Londra- Roma con Thai Totale (senza il volo intercontinentale) 560 euro circa per due persone. Gli spostamenti e gli alberghi sono stati prenotati tutti via internet. Ci siamo trattati piuttosto bene, si può spendere meno o anche molto di meno rimanendo comunque nella fascia media di confort.

Lunedì 28 aprile arrivo alle 14.00 a Bangkok con volo Lufhansa via Francoforte. Il volo è pieno come un uovo e io come al solito non dormo. La differenza di fuso è di 5 ore, quindi questa volta, nonostante le 11 ore di volo proviamo a rimanere svegli e tirare fino a sera.

Usciamo dal nuovo aeroporto e prendiamo un autobus navetta E3 che per 150 baht a testa ci porta a due passi dal nostro albergo.

Bangkok è caotica, calda ma affascinante come sempre, una vera megalopoli, dove accanto a grattacieli convivono baracche, dove ci si muove in città con avveniristici metropolitane ma anche con i tuk- tuk. Metropoli del sud est asiatico, Bangkok è una vera mecca per lo shopping a buon prezzo, offre tutto quello che ha Tokyo, ma ad un prezzo molto più basso. La cosa che mi colpisce di più, oltre al caldo e l’odore, è la selva di traffico e di fili elettrici oltre l’abitudine tutta asiatica di vivere praticamente per strada. Le strade sono invase di macchine, moto e persone a qualunque ora del giorno e della notte, i negozi, le bancarelle, i mercati invadono strade e marciapiedi mentre un’umanità varia e variopinta si muove per la città.

Decidiamo di rilassarci un po’ e quindi appena usciti dall’albergo andiamo a farci fare un massaggio tailandese in uno dei centinaia di centri che ci sono per Sukhumvit road. Ci scappa pure un sonnellino nella penombra…Rinfrescati da un ora di relax prendiamo un taxi e ci facciamo portare al quartiere cinese, dove è pieno di posti dove si mangia pesce e crostacei a prezzi stracciati. Ne scegliamo uno, ordiniamo gamberi, gamberoni dove abbondano peperoncini rossi, aglio fritto, e lemongrass. Una vera delizia.

Satolli ce ne torniamo verso l’albergo, ma alle 10 di sera passiamo davanti un barbiere, Albi pensa di aver bisogno di un taglio di capelli e così ne approfittiamo. Taglio, Shampoo con massaggio stra- professionale 350 baht! Soddisfatti ce ne andiamo a nanna, ma prima compriamo la colazione in un negozio aperto nostop dove adocchiamo delle bellissime vaschette di sushi, che sicuramente domani saranno il nostro pranzo in aeroporto. Infatti domani partiamo per la Cambogia.

Martedì 29 aprile: Sveglia e trasferimento in taxi (400 baht) di nuovo all’aeroporto dove ci aspetta un volo Air Asia per la capitale del Regno di Cambogia Phnom Penh.

Il bello di Bangkok è che si trova al centro del continente asiatico. Con meno di due ore di volo si arriva in Vietnam, in Laos, in Birmania, con un po’ più di due ore c’è la Cina, il Giappone, la Malesia, l’India.

Staremo a Phnom Penh una sola notte, perchè domani ci trasferiamo a Siem Reap, 5 ore buone di pullman.

Per entrare in Cambogia serve il visto, che si può ottenere direttamente in aeroporto, venti dollari una fototessera e il visto è pronto.

I prezzi per chi visita la Cambogia sono in dollari, la moneta locale è il Riel, ma è talmente svalutata (1 dollaro=4000 riel) che per i turisti e per l’economia locale il biglietto verde è praticamente la moneta corrente.

Pnohm Penh è molto più polverosa e povera di Bangkok, e il caos che regna per le strade è sicuramente peggiore. Pochissimi semafori, completa anarchia per i sensi di marcia e gli attraversamenti, una vera baraonda. Il nostro albergo si trova sul lungo fiume, l’imponente Mekong che diventerà immenso con l’arrivo delle piogge. E’ sera ormai, decidiamo di farci una passeggiata sul Mekong mentre ci sorprende una Mango shower, un’acquazzone violento che ci ricorda che siamo ai tropici. Ci ripariamo in un locale, aspettiamo spiova e andiamo a cena. Anche stasera non ci faremo mancare un massaggio.

Mercoledì 30 aprile: la colazione ci aspetta su una bella terrazza di fronte allo spettacolo del Mekong e sotto un cielo grigio e ventoso. La mattina è dedicata alla scoperta della capitale della Cambogia. Decidiamo di andare a visitare un famoso tempio in cima ad una collinetta, il mercato e il tristemente noto S21, un ex edificio scolastico che durante i tre anni di regime khmer rosso divenne luogo di detenzione, tortura e morte per migliaia di inermi cambogiani. La visita a questo campo di concentramento cittadino è sconvolgente, tutto è rimasto così come era, il campo si trova in un quartiere residenziale e la pace che regna ora in questi luoghi è irreale. Il filo spinato, le celle di legno, le foto dei detenuti di cui moltissimi bambini sono esposte nei locali a dimostrare l’abisso di crudeltà nella quale possono precipitare gli esseri umani. Dal centro S21, uscirono vive solo 7 persone. Le altre sono ancora tutte li.

Il resto della mattina lo dedichiamo ad un giro al mercato, e alla visita di un tempio buddista in cima ad una collina. Non abbiamo molto tempo, dobbiamo prendere l’autobus che attraversando mezzo paese ci porterà a Siem Reap, 300 km a nord.

Il nostro autobus, della Mekong Express (biglietto 10 usd) ci aspetta per un viaggio di 5 ore, senza sosta! L’autobus va che è una meraviglia su strade polverose e accidentate, attraversa villaggi e cammina per chilometri su un nastro di asfalto che costeggia vegetazione e paesaggi rurali fatti di capanne in paglia e legno senza acqua, luce, gas, ma tutte con televisione.

E’ quasi notte e noi non siamo ancora giunti a destinazione, il pullman corre troppo su una strada trafficata soprattutto da animali. All’improvviso una frenata e un botto: abbiamo preso in pieno una mucca, che disperata non riesce più ad alzarsi. Sembra che di questi incidenti ne capitino e con grande stupore scopriamo che il proprietario della mucca deve risarcire noi e non il contrario per danni e interruzione di pubblico servizio. Continuamo il viaggio, ora a velocità molto più modesta. Ancora poco e ci accolgono le luci della periferia di Siem Reap, la città che negli ultimi dieci anni è diventata la prima in Cambogia per crescita economica e demografica. Ceniamo in albergo e decidiamo per una prima esplorazione di Siem Reap anche per cercare di ingaggiare una guida per visitare il giorno dopo Angkor Vat, perchè dappertutto leggiamo che senza non sarebbe la stessa cosa. Ci renderemo conto poi che senza sarebbe stato molto meglio. Troviamo un’agenzia viaggi nel centro di Siem Reap e decidiamo per una guida e un tuk tuk che venga a prenderci e ci scorazzi per i templi tutta la giornata al prezzo di 35 dollari. Non capiamo il cambogiano, ma ci è parso che abbiano faticato parecchio a trovare una guida libera per l’indomani mattina. Ci accertiamo che ‘sta guida parli inglese e andiamo a dormire.

Giovedì 1 maggio: è il giorno di Angkor, posto f. A. N. T. A. S. T. I. C. O., la guida che ci accompagna un po’ meno. Non ci piacciono i tour con le soste e le tabelle di marcia, ma questa volta abbiamo creduto che l’ausilio di una guida aggiungesse del valore aggiunto al giro. Non è stato così. Semplicemente perchè la guida era incomprensibile. Parlava poco e con un accento terribile. Infatti sul suo cartellino c’era scritto che era una guida parlante tailandese. Vi assicuro che è abbastanza frustrante stare dietro ad uno che parla poco male e che comunque sta con te tutto il giorno, condizionando la visita. Una palla mostruosa. D’altronde ci siamo resi conto che la grossa domanda di guide locali fa sì che ci sia una certa approssimazione e molta poca professionalità. Quindi o siete sicuri su chi vi porterà in giro o farete molto meglio a studiare bene la vostra guida.

Ma Angkor Vat è un posto così incredibilmente bello, che ve ne fregherete e come abbiamo fatto noi tornerete di nuovo il giorno dopo, da soli dopo esservi messi d’accordo con un tuk-tuk per un tour personalizzato. Dopo un po’ di contrattazzione il prezzo è stato di 18 dollari, dalle nove alle 17, in giro per Angkor con l’itinerario che avremmo scelto noi.

Venerdì 2 maggio: a proposito, l’ingresso ad Angkor costa 20 dollari , e visto che sarebbe un vero peccato vedersela in un giorno solo, conviene fare il biglietto che vale tre giorni e che costa 40 dollari. Ad Angkor fa molto caldo, i templi sono sparsi in un’area immensa e l’intero parco archeologico contiene diversi villaggi. Il nostro secondo giorno lo abbiamo speso con tutta calma a rividere alcuni templi del giorno prima, e a vederne altri molto lontani ma non meno belli dei più gettonati e visitati da coloro che fanno Angkor in un giorno solo. Stupefacente la bellezza di questi posti, ci siamo resi conto che nemmeno due giorni ci sarebbero bastati, ci sono infatti templi lontanissimi ancora immersi nella giungla. Pazienza, ci torneremo, intanto abbiamo passato una giornata bellissima insieme al nostro tuk tuk che ci ha riportato a casa nel pomeriggio e con il quale abbiamo concordato l’escursione al Tonle Sap per domani. Abbiamo dedicato poi un’ora al museo delle mine antiuomo, che si trova per la strada del Bantay Srey, e che è stato messo su da Akira, un ex khmer che ha dedicato l’intera sua vita a sminare le campagne cambogiane, dove ancora oggi centinaia di persona ogni anno vengono mutilate dall’esplosione di mine antiuomo. Tornati in albergo, ci siamo rilassati un po’ e dopo ‘na pennica, abbiamo inforcato le bici e siamo andati giù fino in centro in sella a trabiccoli senza luci ne’ campanello, in una città senza semafori e dove sostanzialmente non esiste un unico senso di marcia. Un’esperienza da brividi. Meno male che avevamo stipulato un’assicurazione sanitaria (che non è servita :)), ma che soprattutto c’era il fiume con il suo lungofiume che noi abbiamo usato come ancora di salvezza per arrivare in centro e tornare… Tra l’altro pedalare lungo il fiume è stato rilassante e anche romantico, palazzotti in stile coloniale, buio pesto, panchine con famiglie e coppie intente a godersi il fresco della sera, qualche ristorante che rifletteva languidamente le luci nell’acqua. Veramente rilassante. Il centro di Siem Reap, è carino, ricco di ristoranti, negozi, locali dove bere qualcosa, il mercato notturno dove mangiare con pochi dollari…Una cittadina decisamente turistica, ma non per questo meno piacevole, piacevolmente affollata, senza però essere caratterizzata da un target specifico di turisti. Siem Reap è per tutti e per tutte le tasche, ci sono guest house da pochi dollari e strutture cinque stelle. C’è l’imbarazzo della scelta, e per chi viaggia con un budget limitato l’ideale è arrivare qui e cercare, visto che la maggiorparte dei posti economici non si trovano su internet. Insomma, nonostante quello che si possa pensare, la Cambogia è un posto facile da visitare ed organizzare da soli. Un paese tranquillo, sicuro e decisamente bello.

Sabato 3 maggio: la mattina ci aspetta il nostro tuk tuk che ci porta al Tonle Sap, un enorme lago che sfama migliaia di persone e attorno al quale si è sviluppato un intero universo. Il lago, che per quanto grande sembra un mare, ha un non proprio invitante color caffè macchiato, ed è denso di vita sopra e sotto. Sul lago e intorno al lago sorgono villaggi con capanne di legno e foglie costruite su palafitte, che al momento della nostra visita, la stagione secca, erano all’asciutto rivelandosi in tutta la loro aggrovigliata altezza. Quando inizia la stagione delle piogge, le palafitte spariscono e interi villaggi, iniziano a vivere e navigare in mezzo a questo immenso dolce mare. Il nostro ultimo giorno in Cambogia continua lento, ci rilassiamo un po’ in piscina e la sera in sella alla nostra bici torniamo pigri in centro, dove pensiamo bene di entrare in un ottico e comprarci un paio di occhiali da vista di riserva. Certo i modelli non sono moltissimi, ma ne troviamo di carini. Approfittiamo del fatto che ci dicono che ce li faranno in un’ora e facciamo questa pazzia: montatura e lenti per la spaventosa cifra di 32 dollari. Adoro l’Asia. Abbiamo iniziato a comprare occhiali all’estero, da quando una volta mi comprai degli occhiali in Giappone e spesi tutto compreso ben 100 euro, cento euro per montatura e lenti consegnati in un’ora, in Giappone. Da allora OTTICI ROMANI addio.

Strasoddisfatti ci facciamo un ultimo massaggio, dolorosissimo e a nanna che domani si torna in Italia.

Domenica 4 maggio: colazione, check out e dritti all’aeroporto dove prendiamo un volo della Bangkok Air per BKK. Trascorriamo tutta la giornata a Bangkok, con l’occasione ce ne torniamo a vedere la Jim Thompson House, facciamo una scorpacciata di luci e colori nella capitale thailandese e prima di andare in aeroporto ci rilassiamo con l’ultimo massaggio, che tra l’altro è stato il migliore di tutta la settimana. Ma non c’è più tempo, l’odissea del rientro ci aspetta…Ma questa è un’altra storia.

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