L’Uzbekistan di Daniele Somenzi

Data inizio viaggio: sabato 1 gennaio 2000 Data fine viaggio: sabato 1 gennaio 2000 Come tutte le frontiere, anche qui ci sono problemi a passare, proveniente via terra dal Kazakistan,scopriamo che dovremo stare almeno un giorno per poter passare, nel nostro gruppo, scopriamo che uno di noi è sprovvisto sul passaporto del visto e non sentendoci...
Scritto da: storyvil
l'uzbekistan di daniele somenzi
Ascolta i podcast
 
Data inizio viaggio: sabato 1 gennaio 2000 Data fine viaggio: sabato 1 gennaio 2000 Come tutte le frontiere, anche qui ci sono problemi a passare, proveniente via terra dal Kazakistan,scopriamo che dovremo stare almeno un giorno per poter passare, nel nostro gruppo, scopriamo che uno di noi è sprovvisto sul passaporto del visto e non sentendoci di lasciarlo li da solo, rimaniamo tutti, sperando all’indomani di risolvere il problema. Allora piantiamo le nostre tende nella polvere proprio a 3 metri dalla rete di confine se cosi possiamo chiamarla, visto che è stesa perterra e si puo passare benissimo di là nalla terra di nessuno.

Fermi in fila ci sono anche parecchi pulman e camion con questi Kazaki che pazientemente attendono per ore e ore i comodi dei doganieri che non si danno da fare per nulla.

La mattina dopo, scopriamo che il nostro amico non ha speranza di passare e fin che non gli arriverà dall’Italia il visto via corriere, sarà costretto a stare al distretto di polizia di frontiera anche perche non puo piu tornare indietro in Kazakistan perche il suo visto è scaduto. L’Uzbekistan ci è gia antipatico.

Lui non è demoralizzato e se la prende con filosofia, ci saluta mentre partiamo e gli lasciamo un telefono satellitare,per comunicare con noi e con quelli che devono portargli il visto dall’Italia.Qui infatti nella steppa siberiana, i cellulari non vanno. Comunque il visto gli arriverà tre giorni dopo e ci raggiungerà a Buchara dove noi sostiamo un giorno per visitare questa città d’arte.

La mia moto funziona benissimo, è agosto e fa un caldo incredibile sopratutto a mezzogiorno dove si toccano tutti i giorni i 40 gradi e vi assicuro che non è gradevole guidare con una maglietta e l’air bag, il casco ecc, La sonnolenza ti colpisce sopratutto dopo il pranzo. Qui mi accade anche un episodio particolare, Sono fermo dopo una piccola pausa per raggruppare la carovana di 6 moto e 5 auto, e per la prima volta parto per ultimo e qui vedo che un mulinello twister di vento e polvere si avvicina a me che sono fermo e seduto sulla mia yamaha 600 tenere, mi sbrigo ad accenderla per partire ed evitare che mi investa in pieno, ma non ce la faccio, il risultato è stato che da fermo il mulinello mi ha scagliato perterra e che il cavetto del mio airbag tendendosi mentre rotolavo al suolo, ha fatto scattre la valvola di sicurezza permettendo all’aria di confiare l’air bag. Mi sono spaventato, ero ingrassato tutto d’un tratto. Ma il problema ora era rialzare la moto che col pieno di 22 litri di benzina è pesantissima e non ce la faccio da solo, al che mi sono piazzato nel centro della strada ed ho fermato un’auto di Uzbeki per farmi dare una mano a rialzarla.

Anche qui regna l’arretratezza, come i paesi confinanti il 90% degli abitanti vivono male, anzi sopravvivono. Anche le auto sono poche e scassate tranne che nelle città.

Ora capisco che quando vengono i terremoti in questi posti, la maggior parte delle case va giu. Qui un’architetto manco sanno chi è.

Di asinelli se ne vedono molti e anche di angurie da mangiare.

Taskent è la capitale e ci arriviamo per dormirci una notte. Qui si aggrega a noi un’altro partecipante in moto che è arrivato via aerea, solo per fare la seconda parte del nostro viaggio Italia Pechino.É un pilota ufficiale della moto bmw infatti la moto non è sua.

A Taskent facciamo tutti il pieno e proseguiamo per l’avventura, la strada per un bel tratto è buona ma poi torna piena di buche e il passo piace molto a noi motociclisti, un po meno alle auto. Samarcanda ci dà il benvenuto con una scritta sulla punta della montagna, questa città di 2 milioni e mezzo di abitanti è un centro culturale molto importante. Qui visitiamo dei palazzi antichissimi,riverstiti di piastrelle colorate, una delle quali ,trovata perterra, è finita nella mia bacheca.

Proseguiamo per il confine col Kirghizistan ciao ciao



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche