L’ultima delle baleari: minorca
Ci aspetta una splendida colazione!! Dopo colazione si va in camera: pulita, discreta, bel balcone con poca vista, bagno vecchiotto ma senz’altro accettabile. Depositiamo le cose principali nella cassaforte, disfiamo i bagagli e subito siamo sulla spiaggia, bella, di sabbia fine, con le dune alle spalle – è riserva naturale e fa parte dell’eco sistema di Minorca, patrimonio dell’UNESCO – lunga 750 metri la cui sabbia ha dei toni rosati davvero belli.
Primo bagno, acqua piuttosto freddina per Mario, pulitissima, trasparente, splendida.
Percorriamo varie volte la spiaggia che a sinistra termina su un costone roccioso da cui si diparte un sentiero “da capre” denominato “Camì de caval”in mezzo a rocce e vegetazione mediterranea che in 45 minuti porta alla spiaggia di Son Bou lunga 2500 metri.
Gran bei bagni e poi pranzo. Abbiamo scelto il secondo turno per cui i nostri pasti sono alle 13,30 e alle 20,30 lasciando il primo turno alle famiglie con bambini. Noi come al solito ci facciano i …Azzi nostri, non facciamo vita da villaggio, non ci aggreghiamo a nessuno, sfuggiamo come la peste i più insopportabili e quindi ci va benone. Durante la settimana faremo conoscenza con una coppia di Lugano della nostra età e basta.
Questa prima giornata si conclude dopo la cena in camera dove andiamo a riposare abbastanza presto in quanto siamo stati praticamente 24 ore senza dormire.
6 e 7 settembre – li passiamo nel più dolce far niente, con grande nuotate e passeggiate. Rimaniamo fissi al Lord Nelson dove si mangia abbastanza bene (il cuoco è italiano) e vi è una gran varietà di cibo: sempre moltissimi antipasti, tre o quattro primi, tre o quattro secondi, dolci a volontà (anche se io mi trattengo) e tanta buona frutta. Il sole è caldissimo e l’acqua invitante: come resistere? 8 settembre – oggi prima escursione. Abbiamo scelto di passare tutto il giorno in barca alla scoperta della natura e delle incantevoli spiagge della cost sud ovest dell’isola. Col pulman ci portano al porto di Ciutadella (la vecchia capitale fino al 1722 quando capitale – su volere inglese – divenne Mahon) e ci imbarchiamo sulla motonave “Fiesta”. Prendiamo posto sull’ultimo ponte, al sole.
Partiamo da Ciutadella in un tripudio di colori. Il mare blu, le case bianche, la vegetazione – mirto, bosso, olivo, pino marittimo, carrubo, rosmarino, fico d’india – di un verde smagliante.
Percorriamo lentamente la costa, intravvedendo rocce, grotte, calette, tra le quali – in ordine sparso – cala Sant’Andria, Macarella, Macarelleta – e approdiamo, nell’immenso blu – alla splendida cala Turqueta che, come dice il nome, è di un turchese da far paura.
Facciamo un bagno meraviglioso nell’acqua limpidissima con i primi magnifici nudisti (giovani e vecchi, grassi e magri, belli e bruti, finalmente!) e poi – alla una- ci aspettano a bordo per servirci la paella.
L’assaggio non soddisfa l’attesa, ma pazienza: la palella è risultata un po’ povera di pesce e ricca di pollo, vabbè faremo i gourmet un’altra volta.
Riprendiamo poi la navigazione per fermarci circa due ore dopo a cala Mitjana, anch’essa splendida dove il rito del bagno si ripete, anche se Mario preferisce schiaccare un pisolino all’ombra dei pini.
Torniamo quindi verso Ciutadella e da qui riprendiamo il pullman per il Lord Nelson dove arriviamo stanchi ma felici e dove concluderemo la giornata. Io avrei voluto affittare un’auto, come facciamo di solito, ma Mario è stato colto da “pigrite” acutissima per cui niente guida, niente ricerca di strade ecc., ma solo puro relax (dopo il Viet Nam l’idea non dispiace neppoure a me).
9 settembre – oggi giro dell’isola.
Partiamo alle 8,30 dall’albergo con una guida di nome Estella che sembra una hippy degli anni ’70 ma comunque molto brava. La prima tappa è alla Naveta d’es Tudons, nel cuore dell’isola, mastodontico monumento dell’età del ferro, la “nave” capovolta che custodiva i defunti. Peccato non si possa entrare. Somiglia moltissimo ad un nostro nuraghe, come mi conferma Estella che racconta poi la leggenda dei giganti che riguarda l’ultima pietra mancante sul tetto. Tralascio la storia, carina, ma lunga …
Dopo essere ritornati al pullman riprendiamo la strada per Ciutadella, l’antica capitale.
Il porto di questa città è estremamente modesto mentre Mahon vanta un porto naturale enorme, il secondo per grandezza al mondo dopo quello di Pearl Harbour, per cui gli inglesi, dopo aver riconquistato l’isola nel 1722 decisero di trasferire la capitale. La cosa fu presa molto male dal clero e dall’aristocrazia che decisero di non muoversi da Ciutadella per cui la capitale commerciale è Mahon e quella borghese e clericale Ciutadella. Estella ci dice che le due città si differenziano in stile di vita: quanto Mahon è aperta al nuovo tanto Ciutadella è concettualmente vecchia.
Visitiamo pertanto quest’ultima città che è davvero carina, gradevole. Facciamo anche alcune compere.
La terza tappa è ad una azienda agricola l’Hort di Santi Patrici dove assaggiamo formaggio minorchino e vino e poi ci aspetta Cala Galdana: bellissima – a parte un albergo di dieci piani – dove facciamo davvero un bel bagno prima di riprendere il pullman ed arrivare in cima al monte Toro tutto circondato da antenne televise e satellitari e da un antico monastero dei carmelitani nel quale siamo spettatori di un matrimonio di una coppia inglese con damigelle al seguito. Il monte Toro è l’unico monte dell’isola, essendo alto 358 metri. L’isola è tutta piatta per cui la guida ci dice che quando soffia la tramontana – quasi tutto l’anno – a 100 km/h tutta la pianura viene ricoperta di sale per cui nei campi non cresce né frutta né verdura, in compenso la carne delle mucche è molto saporita…
Riprendiamo il pullman e ci rechiamo all’ultima tappa del nostro viaggio: il villaggio di Fornells, su a nord che dire splendido è dire poco. Ce lo godiamo davvero tutto passeggiando e gustandoci un gelato. Fa un caldo davvero notevole.
Prendiamo anche visione del ristorante dove re Juan Carlos si fa preparare la zuppa di aragosta che è uno dei piatti prelibati dell’isola… Peccato non averla assaggiata…
A Ciutadella avevamo comprato una piccola ensaimada – dolce tipico minorchino – che gustiamo sulla spiaggia di cala Galdana e troviamo davvero squisito.
Torniamo quindi in albergo verso le 18.
10 settembre – scoperta di Mahon.
Oggi partiamo alla scoperta della capitale Maò, che è davvero carina. La nostra guida è sempre Estella che è proprio brava. Visitiamo tutto il centro storico e poi prendiamo un battello col fondo di vetro – da cui ammireremo il fondo del mare – per scopire il porto, enorme, un canale naturale incredibile.
Visitiamo anche il mercato del pesce, un mercato ricavato da un convento di carmelitani, varie chiese, giardini ecc.
In una villa in collina ha soggiornato l’ammiraglio Nelson con Emma Hamilton. Nel canale del porto ammiriamo il lazzaretto, l’isla del rej o blody island (l’ospedale inglese), il castello di San Felipe, Es Castel ovvero George Town (il primo insediamento inglese), il forte di San Felipe, cala Llonga e Cala Telera, il Canal de Sant Jordi, l’imponente fortezza detta La Mola fatta costruire da Isabella II, e andiamo ad assaggiare la bevanda tipica minorchina che è la pomada, cioè un miscuglio di gin – che fanno qui a Minorca – con succo di limone, zucchero e ghiaccio e che non è davvero male.
Lo spettacolo del fondo del mare è notevole.
L’isola è stata conquistata dai fenici, cartaginesi, musulmani, francesi, spagnoli, inglesi i quali miravano soprattutto al controllo del porto di Mahon che dava loro l’opportunità di veleggiare su tutto il Mediterraneo.
Torniamo in albergo per il pranzo verso le 13,30 e dedichiamo il resto della giornata ai bagni di mare.
Stasera a cena, serata minorchina, mangiamo davvero del buon pesce e buoni dolci.
11 settembre – oggi ultimo giorno di mare e sole, purtroppo.
La mattinata la passiamo sulla spiaggia di Sant Tomas e nel pomeriggio, dopo il fatidico riposino, percorriamo il bellissimo sentiero che in 40 minuti ci porta alla lunghissima e dorata spiaggia di Son Bau dove sono quasi tutti senza costume, al che mi adeguo anch’io e faccio un bagno stupendo.
Era dai tempi della Sardegna che non assaporavo un bagno in mare tutta nuda e la sensazione di libertà è davvero fantastica.
Verso le sette ritorno mesto in albergo, dove ceneremo per la ultima ves ( mai dire mai…) 12 settembre – si parte…
sveglia alle otto, colazione, facciamo le valigie e alle 10,40 siamo sul pullman che ci porterà in aeroporto dove mi accorgo, per fortuna, di aver lasciato la carta d’identità in albergo e corro a riprenderla.
Tutto fila liscio come previsto: chek in non troppo veloce, decollo alle 13,20 e atterraggio alle 14,30 a Malpensa.