L’isola senza tempo
22 maggio ore 18, l’ Havana,
la nostra auto percorre il Malecon, stiamo per imboccare la Rampa e dirigerci all’aeroporto, siamo in 3, SILENZIO TOTALE, nessuno parla, ride o scherza, ognuno cerca di rubare gli ultimi attimi di quella meraviglia che si chiama Cuba e della sua straordinaria umanità per portarsene un pezzettino con sé nella nostra vita frenetica.
La malinconia ti prende perché Cuba è una terra meravigliosa, senza compromessi, popolata da gente stupenda che vive con allegra dignità la miseria assoluta cui viene costretta da una dittatura travestita da socialismo reale che di reale ha solo la fame e la povertà.
Siamo tornati a Cuba dopo 5 anni (vedi racconto precedente -Io te miro el coche-) per conoscere la parte orientale, quella meno turistica dell’isola, sbarcando in aereo ad Holguin e girando in senso orario fino a Santiago de Cuba, attraverso quindi Gibarra, Guardalavaca, Baracoa.
Holguin è il secondo aeroporto del paese, funziona quale porta di accesso per la vicina zona turistica di Guardalavaca, la città è carina, ma non offre molto se non la placida tranquillità della provincia cubana. Meta più gettonata della città, la Loma de la Cruz, una croce che domina la città dall’alto dei 458 sgaruppattissimi e altissimi scalini che occorre salire per arrivarci. Il panorama ripaga la sudata, ma se venite qui a Luglio o Agosto con gli usuali 35-38°, onde non cominciare la vacanza con un infarto che poi renderebbe probabilmente meno godibili i giorni successivi, potrebbe anche essere meglio soprassedere alla scalata.
IL CAMMINO PER SANTIAGO …de CUBA…via GUARDALAVACA e BARACOA
Non avrà il misticismo di quello spagnolo, è un cammino decisamente più pagano, ma …..che meraviglia. Partiamo da Holguin con la mente fissa alle acque cristalline e la sabbia bianca della baia di Guardalavaca, sono un paio di ore di auto. Ci viene comoda in mezzo una sosta a Gibara, famosa, si fa per dire, per la sua marcata impronta coloniale, e il suo “imperdibile” festival del Cinema Pobre (povero), insomma perfettamente in linea con la vita cubana, tanto che neanche un festival del cinema può essere non dico ricco, ma almeno benestante.
Gibarra è stata pesantemente colpita dall’uragano Ike, e sembra che ad un paio di anni di distanza la mitica efficienza socialistocaraibica ancora non abbia finito con la rimozione delle macerie………cosa sorridete, non è che noi abbiamo fatto tanto meglio in Abruzzo, e soprassediamo sull’Irpinia e il Belice. Comunque Gibara ha un paio di caratteristiche che la rendono meritoria, ovvero è sul mare e ha un paio di paladares che fanno una eccellente aragosta, tanto che per questo ci vengono apposta molti turisti da Guardalavaca che quanto a ristoranti è appetitosa quanto un menù cinese.
Con l’aragosta che ha finito la sua meritoria esistenza nel nostro apparato digerente, arriviamo in meno di un’ora nella rinomata baia di Guardalavaca.
Prima tappa, primo bagno, a Playa Pesquero, bellissima……finalmente… , la spiaggia è riservata al resort Costa Verde, quindi, noi essendo di passaggio ci intrufoliamo in spiaggia con ostentata indifferenza, sfruttando la nostra aria turistica, unita ad una innata faccia da culo e ci impadroniamo dei “nostri” ombrelloni e lettini per crogiolarci sotto il cocente sole pomeridiano.
Guardalavaca è una Varadero più povera, ma molto più vera, nel senso che mentre Varadero è una specie di enclave riservata ai turisti, che alla fine sa di cubano quanto Pinarella di Cervia, Guardalavaca è molto più ruspante e frequentata da una umanità davvero varia. Le spiagge e il mare sono di livello assoluto, le strutture pur discrete sono stanche e un pochino provate, ma la giornata qui scorre in un assoluto placido relax. Cena a Banes, “fiorente” centro abitato di 45.000 abitanti, anche se l’impressione è che non superino i mille, decidiamo per il consigliatissimo (sto scherzando eh…) restaurante El Latino, ci sediamo ordiniamo chi pollo, chi pizza, e appena ordinato salta la luce in tutto il paese, temo per la mia pizza, è vero che i cubani sono pronti ad ogni imprevisto, ma credo che senza forno sia complicato anche per loro cuocere una pizza,……..ma voi l’avete mai vista una pizza cubana ?? bè è povera anche questa.
Dopo un’altra mezza giornata di sole a Guardalavaca è tempo di puntare la nostra Honda Accent,…… è da quando ce l’hanno consegnata che penso che abbia una sinistra assonanza con Accident, ma non pensiamoci, verso una delle mete principale del nostro giro, BARACOA, periferica e isolata a Cuba stessa, figuriamoci al mondo, dato che è stretta tra la Sierra Maestra e l’oceano, collegata da strade più improbabili che………cioè strade è una parola grossa, sarebbe meglio dire mulattiere, gruviere, sassaie, sentieri per capre, ma questo è anche il bello del viaggio.
Partiamo da Guardalavaca alle ore 13, giungiamo a Sagua de Tanamo che sono le 17,30 dopo averci messo quasi cinque ore per fare appena 200km……., quindi immaginatevi la strada. Ci facciamo consigliare da un nordico, nel senso di danese, che si è stabilito qui, se è meglio fare la più breve e accidentata strada costiera, ancora 100km per arrivare a Baracoa o la più lunga e tranquilla strada che passa per Guantanamo, circa il doppio ovvero duecento km. Il nostro Thor ci dice che è assolutamente impensabile viste le strade arrivare a Baracoa entro sera, che una volta giunto il buio a essere fortunati e con la divina assistenza di Odino, ad andare bene avremmo “solo” sfasciato la macchina, quindi mettersi il cuore in pace e dormire a Moa, paese dal quale partono gli ultimi tremendi 80 km della panoramica e costiera strada per Baracoa.
Siamo sconsolati e profondamente irritati, rischia di saltarci Baracoa, arriviamo a Moa che la guida descrive con queste incoraggianti parole “ probabilmente la città più brutta di Cuba, …………………se non siete un ingegnere minerario non c’è alcuna ragione per fermarsi qui.
Ci sale in macchina un simpatico ometto che si offre di accompagnarci all’unico Hotel di Moa. Sono le ore 18.10, con la speranza con cui un condannato chiede l’esito dell’ultima domanda di grazia, gli chiediamo quanto ci vuole secondo lui per arrivare a Baracoa, il simpatico ometto dice che ci mette due ore con la sua piccola macchina………….abbiamo ancora un ora e venti minuti prima dell’oscurità totale, era la luce che volevamo in fondo al tunnel, noi e la nostra Honda Accident ce li faremo bastare, inversione ad U, cacciamo l’omino dall’auto con 2 pesos di frettoloso ringraziamento e si parte per Baracoa.
Ottanta km da incubo, in qualche punto si procede ai 5 all’ora, la Honda Accident, cigola, mugula, ulula,scricchiola, stride, si impenna, ma risponde come fosse una jeep di razza.
Ore 19,45 buio assoluto, ci siamo appena lasciati alle spalle l’ultima buca e ci fotografiamo sotto il cartello che annuncia l’ingresso a Baracoa!!!
Siamo felici, Honda Accident – Strade cubane 1-0, ( gol al 90° su rigore) .
Baracoa è particolare, un po’ campagnola, un po’ montanara, un po’ marinara, la Lonely Planet la definisce lo Shangry La di Cuba, è un posto particolare, pulsante di vita, con un lungo malecon, portici coloniali, invitanti paladares, una cattedrale che casca da un momento all’altro il cui campanile è circondato da inquietanti impalcature di ….legno(!?!?), una piccola e animatissima piazza stranamente triangolare e un dedalo di vicoli e viuzze. In sostanza non riesci a dire bene perché, ma è un posto affascinante, davvero affascinante, in cui in un attimo ci si sente a proprio agio. Ci siamo stati purtroppo troppo poco, i casini creatici della nostra compagnia di volo, cui dedico un capitolo più avanti, ci costringono a ripartire già il giorno dopo, cosi non siamo potuti andare alla montagna piatta di El Junque o alla Fabbrica di Cioccolato, autentico must di Baracoa o gustarci una giornata di puro ozio in perfetto stile cubano…….
Si riparte, è nuovamente tempo di fare rombare la Honda Accident in direzione di SANTIAGO DE CUBA. Passiamo per la Farola, la strada che collega Baracoa alla costa, bagno in una spiaggetta incastratra tra due faraglioni da fare invidia a Capri, arriviamo a Guantanamo che ci accoglie con un acquazzone tropicale da paura, attraverso strade con asfaltature incomprensibili, ma ormai ci siamo abituati, comunque questa volta si và lisci e in tre ore siamo a Santiago.
Dopo l’Havana è la città più grande e importante di Cuba, ed è parecchio diversa nello spirito e nel modo di vivere.
Pernottiamo all’Hostal San Basilio, ottima sistemazione. Davanti all’Hostal “lavora” a tempo pieno Rodolfo, da guida turistica a tuttofare, fidatevi di lui è una brava persona piena di iniziative, tipo quella di farci trovare al mattino la macchina lavata e pulita……………..Ca220 Rodolfo, stasera la devo ridare alla Cubacar, già gliela restituisco con ¾ di serbatoio pieno, perdipiù anche lavata e profumata, ci prenderanno per i turisti più coglioni di Cuba, ma chi ti ha detto di lavarla mica è la mia macchina !!!! Rodolfo è dispiaciuto e contrito, ma la sua risposta chiarisce tutto……….Senor ma se era la tua macchina non mi sarei permesso di toccarla………… Ok va bene cosi Rodolfo, bel lavoro…………..
Santiago è musica, Santiago è fiesta, Santiago è carnaval, Santiago è allegria, è incredibile, qui in ogni via in cui cammini senti musica, che siano concerti improvvisati o artisti di strada, piuttosto che scuole di ballo o che semplicemente venga dalle finestre aperte delle case, la musica è la vera colonna sonora di Santiago.
Non a caso questa è la vera culla della musica tradizionale, e ci sono almeno due posti dove dovete assolutamente andare a sentire e veder suonare, La Casa della Trova e La Casa della Musica Tradicional.
Il centro della vita a Santiago è nel Parque Cespedes, dove si suona (ovvio), si gioca a Domino e Dama (uè qui per una partita a Domino si incazzano come da noi per Juve Inter), ci si riunisce a parlare o a praticare……. l’ozio, ovvero la più diffusa occupazione cubana .
Non cercate di visitare la casa di di Diego Velasquez, il palazzo più antico di Cuba, noi ci siamo andati alle 5 di pomeriggio e non ci hanno fatto entrare perchè era troppo tardi, anche se era tutto aperto, allora siamo tornati alle 11 di mattina e non ci hanno fatto entrare perché era troppo presto, anche se era tutto aperto………Probabilmente tengono aperto da mezzogiorno a mezzogiorno e cinque……..
Invece non perdetevi il Castillo del Morro l’imprendibile fortezza sul mare a guardia della città (patrimonio dell’Unesco) , progettato a metà del 500 per difendere la città dai pirati, peccato che ci hanno messo 150 anni a costruirlo e che quando fu finito, la pirateria era praticamente scomparsa. Insomma un po’ come la Salerno – Reggio Calabria, quando sarà finita, tutti avranno le macchine volanti………
Al Castillo c’è anche il cambio della guardia, con il colpo di cannone e il ritiro della bandiera, è da vedere per la “marzialità” davvero tutta caraibica con cui si svolge.
Programmate una escursione al Santuario della Vergin del Cobre, maggiore luogo di Culto dell’Isola, visitato anche da Giovanni Paolo II, nel suo celebre viaggio apostolico a Cuba del 1998.
Si trova a 20 km dalla città e si erge solitario ed isolato in mezzo ad una selva. E’ un posto estremamente suggestivo.
Un consiglio per Santiago, ( è valido per tutta l’isola, ma qui più che in altri posti),
vi si attaccheranno continuamente guide (si fa per dire) , procacciatori, chiacchieroni e perditempo di ogni tipo, i casi sono due o vi dotate di una pazienza leonina e uscite alla mattina con uno zaino pieno di NO Grazie, oppure vi prendete il primo che vi stà simpatico e ve lo portate in giro per la città a farvi da guida, va da sé che di storico non sanno una mazza, le uniche informazioni che vi riusciranno a dare sono del tipo………In questa casa è nata la cugina della zia della nonna del compagno di banco delle elementari di Fidel oppure in questa piazza inciampando nel marciapiede sul quale stai camminando si è storto una caviglia il “Che”……………..però la vostra fantastica guida automaticamente farà scomparire le altre mille potenziali.
Quindi consigliatissima la seconda soluzione, ve la cavate con pochi pesos, e se siete curiosi, potrete scoprire un sacco di cose sulla vita di tutti i giorni.
La Blue Panorama Airlines ci costringe a tornare all’Havana, rubandoci 2 giorni del nostro programma di viaggio che avremmo voluto dedicare a Santiago o Baracoa, pazienza, volo notturno con Cubana Aviacion su un Antonov sovietico che probabilmente doveva essere rottamato trenta anni fa, ma questi sono dettagli (….quando sei atterrato).
Per l’ultimo giorno ci riaccoglie l’Havana, incredibilmente ci rialloggiano nello stesso hotel dove soggiornammo 5 anni fa, e qui riscontriamo con grande soddisfazione uno dei più sostanziali ed importanti passi avanti…………nella piscina questa volta c’è l’acqua.
Comunque, anche se ci hanno costretto, riabbracciamo volentieri l’Havana, città dal fascino sempre prepotente quanto decadente.
VICE SINDACI – ASSESSORI – CONSIGLIERI …….. FRESCHE ROSE E BELLE SPOSE.
Siamo a Guardalavaca conosciamo un ragazzo italiano, andiamo a bere qualcosa insieme, lo vediamo muoversi spedito e particolarmente a proprio agio in ogni situazione, quindi gli chiediamo da quanti giorni è qui……….la risposta è mitica……………un anno e mezzo!!
Si spiega meglio..……..ragazzi, abito a Santiago e mi sa proprio che in Italia non ci torno, qui mi chiamano il VICE SINDACO di Santiago, e giovedi scorso mi sono sposato con “questa” qui, dove per questa si intende una mulatta davvero carina ( …vabbè una gnocca da paura).
Da quel momento, dopo aver conosciuto il mitico ViceSindaco ogni bianco in compagnia di una cubana per noi è diventato a seconda l’importanza, l’abbigliamento e l’età, un assessore, un consigliere, un consulente!!!!
E’ noto che a Cuba, come in tutti i paesi poveri del resto, gli “assessori” e affini sono situazioni frequenti, ma quello che forse non vi immaginate, è che il numero delle donne europee e canadesi che si dedicano a carriere da assessori e consigliere è almeno pari a quello degli uomini.
Al’andata in aereo avevamo vicino a noi una ragazza italiana, un bocciolo di rosa appena sbocciato di quasi 50 anni, e molti chili oltre il consigliabile che stava andando a sposarsi all’ Havana, la sua dolce metà l’abbiamo visto che l’attendeva al checkin trepidante di amore, una via di mezzo tra un fotomodello e un culturista ……… come diceva Lucio Battisti ………….e non vorrei aver sbagliato la mia spesa con la mia sposa. Chissà chissà chi sei chissà che sarai chissà che sarà di noi lo scopriremo solo vivendo…………..
AUGURI RAGAZZI siate felici e soprattutto lunga vita al mitico VICESINDACO di SANTIAGO.
LA HISTORIA NON TE ABSOLVERA’
Sono passati esattamente 58 anni da quando Fidel, durante il suo processo a seguito dell’assalto alla caserma Moncada e la sua conseguente cattura, pronunciò una delle sue frasi più famose:CONDENADME NO IMPORTA LA HISTORIA ME ABSOLVERA’………… Sono ormai 52 che Castro ha fermato l’orologio della storia in questo angolo di mondo e oggi possiamo dirlo aldilà di ogni ragionevole dubbio, LA Storia NON te absolverà!!!
NON te Absolverà per aver affamato e ridotto in miseria il tuo popolo.
NON te Absolverà per aver lasciato il tuo paese in una sorta di caraibico medioevo.
NON te Absolverà per aver creato dei paradisi turistici, ad esclusivo uso e beneficio del tanto odiato mondo consumistico, dove la tua gente può entrare solo come cameriere o jinetere.
NON te Absolverà per aver costretto il tuo popolo ai periodi especial, con restrizioni economiche tali da far impallidire le carestie di guerra.
NON te Absolverà per persistere in un sistema degenerato nel quale un impiegato guadagna 15 Cuc (ovvero 12 €) al mese, e un ingegnere 50. Anche Stakanov si chiederebbe cosa lavora a fare ……….ed infatti non lo fà nessuno!!
NON te Absolverà per avere un paese di 11 milioni di abitanti con un milione di militari.
NON te Absolverà perché la gente quando parla con noi, lo fa a bassa voce, circospetta, guardandosi in giro se qualcuno lo ascolta.
Non te absolverà Guillermo Farinas, che ha perpretato uno sciopero della fame di 6 mesi, per rivendicare un diritto elementare quale l’accesso a internet per la popolazione.
Non te absolveranno tutti i dissidenti politici incarcerati.
NON te Absolverà perché all’ultimo passo del possibile parziale riscatto, hai preferito perpetrare il medioevo affidando il paese al fratellino scemo perché si divertisse un po’ anche lui.
NON te Absolverà per aver fermato il tempo con il terrore, in uno dei posti più belli del mondo.
L’ISOLA SENZA TEMPO
Non mi faccia perdere tempo, non ho tempo, chi ha tempo non aspetti tempo, dobbiamo assolutamente fare in tempo, grazie del tempo che mi ha dedicato, è stata una perdita di tempo, il tempo è denaro………………
Tutti questi modi di dire, e ne possiamo trovare altre centinaia, fanno parte stabilmente e inconsciamente della nostra cultura e di conseguenza del nostro parlare quotidiano, il tempo per noi è una risorsa fondamentale con la quale misurare le nostre giornate, la nostra capacità, la nostra efficienza e produttività, a Cuba invece il tempo ve lo potete scordare, qui siamo nell’isola senza tempo, un luogo nel quale il tempo è semplicemente qualcosa che scorre, panta rei, tutto scorre, ma placidamente con un ritmo tranquillo e suadente come fosse scandito dagli orologi oblunghi e dilatati di Dalì.
Il lavoro pagato in maniera simbolica, il clima sempre caldo o caldissimo che tutti sognano, un indole tranquilla infarcita di una cultura musicale meravigliosa, una dittatura che ha fermato il progresso, tutto questo contribuisce a fare di Cuba un luogo assolutamente unico al mondo, dimenticato dal tempo, dove la vita fluisce secondo riti semplici e antichi, come le famiglie che si riuniscono davanti a casa o i vecchi che nei giardini giocano a domino o a dama.
Potere perdere tempo a proprio piacimento, è uno dei pochi privilegi che un cubano può vantare nei confronti di un mondo schizofrenicamente stressato e ossessionato da ritmi di lavoro sempre più efficentati e produttivi. Qui uno dei capisaldi di Homer Simpson ….non rimandare a domani ciò che puoi fare dopodomani……..è una certezza assoluta.
Ogni servizio giornalistico turistico che ho letto su Cuba negli ultimi anni, immancabilmente riportava la frase ….Prima che tutto cambi……. Andateci prima che tutto cambi……… .
Prima o poi succederà, prima o poi cambierà, la storia o la HISTORIA, riprenderà il suo cammino scavalcando d’impeto la castrazione del castrismo, ma sinceramente non sono convinto che sia così imminente, Il potere è forte e stabile,un milione di militari pari al 10% della popolazione danno moooolta stabilità, e la gente qui è placidamente rassegnata, mischiatevi a loro e parlateci, una frase che sentirete spesso sarà AQUI ES ASI, ovvero, QUI E’ COSI, e questo dice tutto.
Ma sicuramente prima o poi cambierà e quando succederà, insieme alla felicità autentica per un popolo buono e gentile che riprende in mano il proprio destino, magari ci sarà anche una puntina di malinconica tristezza al ricordo di questo luogo unico, fuori dal tempo, che forse dovrà cambiare o vendere la propria alma (anima) per entrare nel mondo come noi lo conosciamo.
DIROTTA SU CUBA
Non sto parlando di quel simpatico gruppo musicale che impazzava a metà anni 90 (vi ricordate Gelosia ..), ma del primo problema che dovrete affrontare se vorrete andare a Cuba, ovvero la scelta della compagnia di volo. Se decidete di arrivare all’Havana la scelta è un pelo più ampia, ma se decidete, come noi, di dedicarvi all’oriente, avrete solo una risposta alla vostra domanda …BLUE PANORAMA!! E vi garantisco che non è una bella risposta. La Blue Panorama ha un punto di forza fantastico nel fatto che vola diretto senza scali e agisce quasi in regime di monopolio su Cuba e come tutti i monopolisti o similtali, sostanzialmente se ne sbatte delle esigenze dei suoi clienti e bada solo agli affari suoi.
Annullamenti del volo all’ultimo momento e overbooking sono pericoli davvero reali, ci siamo imbattuti in entrambi, quindi se potete, scegliete qualche altra compagnia che sarà sicuramente più seria e affidabile, non pare difficile, oppure fate un bel respiro e viaggiate con date flessibili. Come diceva un cialtrone che al ritorno era seduto vicino a me, che al classico saluto del comandante ……grazie per aver scelto Blue Panorama…………ha urlato <>
E in più se riuscirete ad evitare la Blue Panorama, vi risparmierete l’esperienza di sperimentare i loro pasti…………….. Non fraintendetemi in tutti gli aerei si mangia da schifo, ma qui siamo ad un livello superiore, qui si raggiunge il nirvana della schifezza, ho seriamente pensato che avessero utilizzato come pietanza i passeggeri in overbooking!!!!!
Da salvare solo il dolce, …….un fresco Kinder Pinguì, quando al ritorno non ce lo hanno dato, è stata veramente una delusione inconsolabile.
Andate a Cuba, è un luogo bellissimo, e quando ci arrivate seguite il diktat del cartello che ho visto esposto in un bar di strada …….ATENCION ..a partir da este momento queda terminantemente prohibiba la TRISTEZA.
Come dite ??….. che volevate anche qualche informazione pratica, tipo come sono i prezzi ?? Basta chiedere !!! Il volo costa molto, l’autonoleggio moltissimo, dormire si ragiona, mangiare alla grande. Ok ??
E per chiudere qualche consiglio di lettura e di cinema per preparasi a Cuba:
LIBRI
I nostri anni verde oliva – Roberto Ampuero
Adios Muchacos – Daniel Chavarria
A Cuba – Danilo Manera
Adios Fidel. All’Avana senza un cazzo da fare.
FILM
The Lost city (2005)
“Che” l’argentino (2009)
Viva Cuba (2005)
63XPOT ( XPOT63 )