L’Islanda di Fefy, Steve, Cono

L’ISLANDA DI FEFY 2004 (destinazione scelta da Steve) 1° giorno Aereo, arrivo a Reykjavik, ritiro della macchina all’aereoporto (Keflavic). Ci dirigiamo verso l’unica guesthouse che abbiamo prenotato dall’Italia, l’ADAM. Da Keflavic a Reykjavik ci sono circa 30 minuti di auto. Il paesaggio e’ lunare, stranissimo. Arriviamo in...
Scritto da: Stefania Muzio 1
l'islanda di fefy, steve, cono
Partenza il: 10/08/2004
Ritorno il: 21/08/2004
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
L’ISLANDA DI FEFY 2004 (destinazione scelta da Steve) 1° giorno Aereo, arrivo a Reykjavik, ritiro della macchina all’aereoporto (Keflavic). Ci dirigiamo verso l’unica guesthouse che abbiamo prenotato dall’Italia, l’ADAM. Da Keflavic a Reykjavik ci sono circa 30 minuti di auto. Il paesaggio e’ lunare, stranissimo. Arriviamo in città. Il signor Adam ci accoglie scalzo, tutto vestito di nero. Lui ha la pelle bianchissima…che tipo strano. Parla come un generale. La guesthouse e’ pulitissima, ma le camere minuscole. Andiamo a cena e poi crolliamo dal sonno. 2° e 3° giorno Grazie a Filippo, il nostro itinerario e’ praticamente gia’ segnato e sicuro. Filippo e’ un’appartenente alla community di Turisti per Caso “DOVE VANNO I PUFFINI A META’ AGOSTO”), e devo dire grazie ai suoi tanti consigli se questo viaggio è stato davvero fantastico!) Iniziando quindi, i primi giorni li dedichiamo alla città e alla La Laguna Blu, ovvero bagno in acqua calda, all’aperto! La laguna blu è l’acqua di scarto della vicina centrale geotermica, che nono servendo perche’ in eccesso, viene utilizzata da noi lussuriosi, in pratica è acqua di gayser, purissima, con fondo di silicio e zolfo. E’ un paradiso, una goduria indescrivibile!! Siamo andati prestissimo e non c’era quasi nessuno, l’acqua ha una temperatura di circa 37 gradi (fuori circa 15) ed un colore azzurro – verde così intenso che sembra come ha ben detto Filippo di essere ai Carabi e’ qualcosa di indescrivibile. Cono e Steve si sono messi anche il silicio in faccia. 4° giorno E’ il giorno della partenza per il tour. Percorreremo circa 2700 Km e faremo il loop completo dell’isola addentrandoci anche nell’interno, quando possibile. Essendo pochi i giorni sara’ un viaggio molto intenso. La prima tappa del nostro viaggio: Pingvellir un parco nazionale che è il punto in cui la frattura fra la zolla nord americana e quella europea è più evidente ma per gli islandesi è anche il luogo in cui si è riunito il primo parlamento attorno all’anno mille. Passeggiata all’interno della spaccatura principale fino ad arrivare alle cascatelle di oxarafoss. Arriviamo poi alle sorgenti di acqua calda più potenti d’Europa. Acqua che bolle ed un vapore incredibile. Nelle immediate vicinanze ci sono serre riscaldate. Imbocchiamo la statale 82 e ci dirigiamo verso Skagafjordur dove cerchiamo da dormire. In realta’ la statale 82 l’abbiamo imboccata per errore. E’ tutta sterrata, e grazie a Cono e alla sua guida non ci ammaziamo! Ma a chiunque di voi vada in Islanda la consigliamo, e’ vero, sono 40 km duri, ma il paesaggio e’ qualcosa di indescrivibile. Fantastico, irreale, il piu’ bello visto in tutto il viaggio. Ci fermiamo continuamente per fotografare. Finalmente la 82 si ricongiunge con una str asfaltata. Troviamo una piccola e graziosissima Guesthouse. Facciamo spesa, cuciniamo (e’ tutto troppo caro e per farci bastare i soldi non possiamo permetterci cene e pranzi fuori, e per fortuna le gesthouse e le fattorie dove dormiamo e dormiremo ci danno l’uso cucina, e, dopo la visita di Glaumbeur e le tipiche case con i tetti in torba, giro sul fiordo al “tramonto “nei pressi di Hofsos . Bellissimo.. 5° giorno Visita di Hofsos, poi direzione Siglufjordur. Incominciamo la risalita dello Skagafjordur e la strada inizia ad offrire dei panorami mozzafiato. In cima al fiordo, uno stretto tunnel scavato nella roccia fa da portone al piccolo villaggio di pescatori di Siglufjordur ed alla sua bellissima baia. Un odore di aringhe affumicate ci da il voltastomaco. E’ pieno di stabilimenti di affumicatoi e a volte lo stomaco e’ messo a dura prova. Prossima tappa del viaggio Akureyri, la capitale del nord, la seconda città d’Islanda, 18.000 abitanti. In città per un giro di questa zona dal clima mite e in cui crescono in abbondanza fiori ed alberi che ne abbelliscono i giardini. Verso Husavik. Avvistamento da un promontorio roccioso delle balene, ci fermiamo a visitare il bizzarro Canyon a forma di ferro di cavallo (quello di Odino) di Asbyrgi. Ci sono varie teorie sulla sua formazione. La notte dormiamo a circa 40 Km sopra Husavic. 6° giorno Verso le cascate di Dettifoss, le cascate più potenti d’Europa. L’area che attraversiamo è simile al deserto. Non ci sono transenne che ti tengono a debita distanza, il tutto è lasciato al buon senso delle persone. Sono stupende. Andiamo poi verso le belle cascate di Goddafoss, facilmente raggiungibili dalla strada numero 1, quella che fa il giro dell’isola ed è quasi tutta asfaltata…quasi… Quindi andiamo al il lago Myvatn, una delle zone più asciutte d’Islanda. Prima pero’ visitiamo la zona del Krafla, uno dei vulcani più devastanti d’Islanda e la cui eruzione è attesa a breve dopo decenni di quiete. In realtà Krafla non è un classico vulcano ma una serie di spaccature nel terreno che corrono in direzione nord-sud e sotto le quali si nasconde un’impressionante sacca magmatica pronta ad esplodere una volta riempitasi. Fango bollente, vapore che esce da tutte le parti, terra color. Facciamo un giro seguendo con cura i sentieri e stando attenti a non uscirne altrimenti rischieremmo brutte scottature!Poco distante zona del Krafla, arrampicata sul cratere ormai inattivo di Viti dove all’interno si trova un magnifico laghetto con un acqua color turchese. Subito alle spalle del Viti ci sono altre due piccoli crateri con altrettanti laghetti dai colori magnifici e fango che bolle in qua ed in là. Ci dirigiamo verso la vicina caldera di Leirhnjukur dove ci attende un’immensa colata lavica ancora fumante. Finalmente andiamo verso il Mytan lago costellato da piccoli e grandi pseudocrateri. Poi verso i castelli di Dimmuborgir. Passeggiata seguendo i sentieri che si snodano fra le conformazioni laviche che prendono appunto il nome di castelli neri. Si sono formati migliaia di anni fa in seguito a violente eruzioni e conseguente copertura totale di lava che poi nel defluire da questo enorme catino ha lascito dietro di se queste parti solidificate. Labirinto naturale costellato di una fantastica vegetazione “post lavica”. In marcia verso Egilsstadabaer. Notte in una farm-house fantastica. Dormiamo nella stanza dei bimbi, con il cane piu’ vecchio davanti la porta della nostra stanza. 7° giorno Hofn. Facciamo la strada dei fiordi orientali attraversando panorami spettacolari. Montagne a picco sul mare e cascate che scendono dai pendii. Si arriva ad Hofn e la sua splendida laguna. Superato Hofn si cominciano ad intravedere le lingue del ghiacciaio che arrivano fin quasi al mare. Vista migliore del Vatnajokull. Prima tappa del giorno è la laguna glaciale di Jokulsarlon. La vista è fantastica con centinaia di iceberg dal colore incredibile (tonalità di un azzurro intensissimo) che galleggiano nella laguna. Sembra di essere al polo. Un giro nella laguna con il mezzo anfibio. Per mezzora fra iceberg più o meno piccoli indossando il salvagente e con un canotto di salvataggio sempre alle spalle. La laguna si è formate negli ultimi decenni sia per l’innalzamento della temperatura che per l’azione erosiva dell’acqua salata che hanno fatto progressivamente arretrare il ghiacciaio. Ci sono anche le foche che ogni tanto tirano fuori la testa dall’acqua. Rientro e notte nei pressi di Hofn in una farm house in una famiglia splendida, particolarissima. 8° giorno Parco nazionale dello Skaftafell. Escursione a piedi di circa 2 ore per andare alle cascate di Svartifoss. Le cascate non hanno la stessa potenza di Dettifoss ma quello che le contraddistingue sono le colonne esagonali di basalto che la circondano e che la rendono veramente unica. Proseguiamo la nostra escursione ed in una decina di minuti siamo in un punto di osservazione da dove si gode di un panorama incredibile. Una vista magnifica sull’ immenso sandur (detriti portati a valle dal ghiacciaio, praticamente deserto lavico) e sulle imponenti lingue glaciali del Vatnajokull. Ripartiamo ed attraversiamo l’immenso. Arriviamo verso sera a Vik, citta di un centinaio di case. 9° giorno Vik è un piccolo paese ai piedi del vulcano Katla che è unanimemente riconosciuto come il più distruttivo d’Islanda. Il Katla si trova sotto il ghiacciaio myrdalsjokull ed ogni volta che erutta innalza la calotta glaciale e porta verso valle incredibili ondate di detriti che spazzano via tutto ciò che incontrano. Tanto per cambiare un’ eruzione è attesa a breve. Verso le scogliere di Vik per andare a caccia di Puffini e i tre bei faraglioni di Vik. Tappa a Dyrholaey (grazie ai consigli di Filippo). In questa zona vi è un grande contrafforte roccioso sul mare in mezzo al quale si apre un arco attraverso cui possono passare anche le barche vista la profondità delle acque. Questa formazione rocciosa bizzarra si staglia fra chilometri di spiagge nere e la vista si perde nell’orizzonte. A poca distanza si possono ammirare ancora i faraglioni di Vik che la leggenda vuole che siano dei troll pietrificati. Continuiamo lungo la strada numero 1 ed a poca distanza arriviamo a Skogar dove ci attendono le cascate di Skogafoss. Queste cascate sono alte 60 metri e molto potenti. Ci rimettiamo in macchina ed all’orizzonte comincia ad intravedersi la sagoma minacciosa dell’Hekla. Questo è il vulcano più attivo e regolare, nelle sue eruzioni, d’Islanda e la sua sommità è regolarmente coperta da nuvole. La nostra meta della giornata è comunque quella che viene definita la zona del circuito d’oro ovvero Gullfoss e Geyser. Le prime sono le cascate più fotografate, e probabilmente anche più fotogeniche, d’Islanda. Il fiume Hvita infatti in questo punto forma una doppia cascata e va poi a gettarsi prepotentemente in un canyon profondo 70 metri. Lo spettacolo è veramente entusiasmante. Riprendiamo la nostra marcia ed a poca distanza eccoci arrivati a Geysir, località famosa appunto per i Geyser, fenomeni geologici a cui dà anche il nome. In realtà il Geysir per eccellenza, il più grande, ormai non diletta più il proprio pubblico con spruzzi d’acqua alti fino a 60 metri; ormai è inattivo. Attivo è invece lo Strukkur, regolarissimo (ogni 8 minuti). Strokkur delizia ancora tutti noi con spruzzi che arrivano anche fino a 25 metri. E’ uno spettacolo vederlo ribollire piano piano, formare una bolla di colore azzurro e poi esplodere verso l’alto con una incredibile potenza. Quasi si pavoneggia anche con tutto il pubblico arrivando persino a fare tre spruzzi uno dietro l’altro. Tutta la zona circostante è poi piena di pozze di acqua bollente, di vapore e ,conseguentemente, vi è un intenso odore di zolfo. Ci dirigiamo verso Reykjavik verso la nostra Guesthouse. La sera usciamo e ci concediamo una costosissima pizza (13 euro l’una!!) e birra (che in Islanda ha solo due gradi o pochissimo piu’. Per disposizione governativa contro l’alcolismo la birra ha solo tale gradazione ed il vino e’ privato dell’alcool prima dell’imbottigliamento. Pochissimo negozi statali ne vendono, ed in pochissime dosi) 10° giorno Visita di Reykjavik . E’ una città davvero bella e a misura d’uomo. E’ vivace e stimolante. L’aria e’ frizzante verso sera. Di giorno invece ci sono circa 20/23 gradi e con il sole fa caldo. 11° giorno Continuazione della visita di Reykjavik. Andiamo anche al porto a vedere le baleniere in disuso dal 1989. 12° giorno Aereo per l’Italia. Arriviamo la notte a verona, dove abbiamo l’asciato l’auto. Saremo a Torino dopo circa 3 orette. Io sonnecchio dietro.


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