L’Iran, le sue bellezze e le sue 1001 contraddizioni

Gente incantevole cordiale e accogliente, citta meravigliose
Scritto da: Cleopatra.2904
l'iran, le sue bellezze e le sue 1001 contraddizioni
Partenza il: 19/04/2014
Ritorno il: 03/05/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Arriviamo a Teheran con volo diretto Alitalia. Atterriamo alle 23. Le operazioni alla dogana sono molto veloci, ma noi avevamo gia’ il visto sul passaporto. All’uscita troviamo Mr. Zahehu che ci sta aspettando, contattato attraverso l’agenzia locale gashtour.

L’aeroporto e’ distante da Teheran e impieghiamo, di notte, più di una ora e mezza per raggiungere il nostro albergo escan hotel in quanto il traffico , anche di notte, e’ molto intenso. Peccato che domani dovremo rifare la stessa strada per andare verso Qom (ma non abbiamo trovato alberghi di appoggio più vicini). L’escan hotel e’ semplice ma confortevole, pulito e silenzioso. La colazione e’ limitata ai piatti tipici locali (zuppe, riso e uova) con qualche toast e marmellate. E’ un albergo posizionato Nella zona centrale vicino a piazza Ferdowsi dove c’e’ anche la metro. Appena si entra da una parte c’e la receptionist, dalla altra parte, in vista la zona ristorante dove si fa anche colazione. E’ un edificio di 5 piani piuttosto anonimo, ma e’ pulito e con camere spaziose. Bagni puliti e con doccia spaziosa. Le camere sono ampie e molto silenziose. Internet e’ gratuito ed e’ abbastanza veloce con limitazioni per accesso ai siti Esteri che si hanno in Iran.

Partiamo il giorno dopo verso Qom passando per il mausoleo di imam komehini. Il mausoleo e’ ancora in costruzione e l’unica parte completata e’ dove e’ stata deposta la tomba. Nulla di speciale, ma visto che e’ di strada vale la pena una sosta veloce (considerando che l’imam e’ quello che ha portato l’ Iran ad essere quello che visitiamo adesso).

Qom e’ una città Santa, con il complesso religioso della moschea bello da vedere, pieno di cupole e di courtyard. Non ci si può muovere in autonomia (i turisti) ma bisogna essere accompagnati da una persona preposta ad accogliere gli stranieri. Prima di capirlo, siamo entrati in uno dei cortili, ma anche se vestita con camicia lunga fino al ginocchio, pantaloni e velo in testa, sono stata fermata dalle donne e Alessandro dagli uomini che indicavano che il mio abbigliamento non era consono e mi hanno fatto capire di andare verso il gâté principale per indossare il Chador. Al gate principale abbiamo aspettano che arrivasse la persona preposta con cui riusciamo a visitare solo la maggior parte dei siti ( alcuni sono chiusi ai non musulmani). Proseguiamo fino a Kashan. La città e’ graziosa con le sue case d’ epoca con cortili e stanze che si affacciano su giardini fioriti. L’albergo che abbiamo scelto e’ proprio una di queste case restaurate : hotel Manoucheri, pulito confortevole e luminoso. La colazione e’ sempre molto essenziale.la casa e’ molto bella, con un vasto cortile pieno di fiori dove si affacciano tutte le stanze. Le stanze sono tutte diverse a seconda della posizione, molto ampie e rivestite di marmo. Il bagno sembrava quasi un bagno turco con marmi per terra e lavandino in marmo. Il ristorante e’ in uno dei locali che si affacciano sul cortile. La colazione viene servita al buffet per quanto riguarda il cibo e si ordinano le bevande. Abbiamo cenato in un ristorante all’aperto vicino ai giardini: il garden. Buon cibo e prezzi veramente modici in tutto l’Iran : abbiamo pagato per uno spiedino di pollo piuttosto grande, un piatto di riso e un po’ di vegetali 3 euro a testa. Il cibo in generale in iran e’ accettabile: il riso non manca mai, cosi come il pollo e l’agnello ( a pezzi , kebab, o macinati, kubide). Una zuppa di verdure (bailey) , una specie di polpette al sugo (kufte) , melanzane al sugo e una specie di brodo che si mangia con la carne bollita e con le verdure utilizzate per fare il brodo , il tutto pestato con un mortaio (disi). L’Insalata e’ buona e servita sempre con una salsina rosa. Anche quella che loro chiamano pizza e’ buona ( sono in genrale bravi nella panificazione ).

A Kashan abbiamo visitato la moschea e altre case caratteristiche, molto belle da vedere.

Proseguiamo per Isfahan dove alloggiamo al Safir hotel. E’ di fronte all’abbasi hotel che e’ un hotel bellissimo in un vecchio caravanserraglio. il Safir e’ un hotel frequentato principalmente da iraniani piuttosto spartano ma molto comodo per quanto riguarda la posizione. L’albergo e’ un edificio di circa 6 piani, con moquette per terra e nelle stanze. Le stanze sempre molto ampie (ci entra un letto matrimoniale , un altro letto singolo e un divano), ma anche se puliscono sempre per terra, sembra un po trasandato e con qualche alone che necessiterebbe di una pulizia piu profonda. Il bagno e’ un po piccolo e un po trasandato, ma decente. La colazione sempre più essenziale: toast e marmellata con qualche biscotto. Il salato basato solo su piatti locali. Il ristorante e’ al piano interrato e la sala e’ buia e sembra quella di una mensa. E’ tutto a buffet, sia il Cibo che le bevande e come detto la scelt molto limitata. In compenso la posizione e’ perfetta : 10 minuti a piedi si raggiunge la famosissima piazza Imam.

Isfahan e’ bellissima: i ponti che attraversano il fiume sono molto belli da vedere , soprattutto perché circondati sempre da grandissimi parchi molto curati. Le foto che abbiamo visto di questi ponti, fanno sempre vedere l’acqua dove i ponti si rispecchiano: non e’ più così. Da alcuni anni i fiumi sono tutti prosciugati e il ponte non si specchia più su niente ( dovuto a canali di irrigazione che hanno diminuito la portata dell’ acqua ). Ovunque troviamo persone che con un plaid e Un pezzetto di verde , approntano un picnic per bere the o mangiare biscotti o cenare con tutte le pietanze. Succede ovunque, in qualsiasi giardino e chiunque sorride e offre qualcosa da mangiare o da bere. La sera sotto i ponti pieni di arcate , i giovani o le famiglie si raccolgono in gruppi ( uno per ogni arcata) e si preparano a mangiare all’aperto. Si divertono anche a cantare utilizzando la sonorità delle strutture. Abbiamo visitato un paio di moschee e il quartiere armeno, con chiesa ortodossa , interessante da vedere con la cappella decorata con dipinti del vecchio e nuovo testamento. Intorno al quartiere armeno ci sono tantissimi locali tipo caffè e bar per riposarsi un po’.

Sicuramente il centro di Isfahan , e’ piazza Imam Komehini : grandissima, spettacolare con moschee e madrase su tutti e quattro i lati e con il bazar che la circonda. Le facciate con maioliche azzurre e verdi, le cupole e i minareti che svettano nell’ azzurro del cielo , non possono lasciare indifferenti.

La piazza e’ un enorme giardino, sempre molto curato, dove le persono si siedono e fanno i loro picnic ( abbiamo preso anche noi l’abitudine di prendere qualcosa da mangiare per strada e di sederci vicino a loro mangiando e conversando). Quando ci siamo stati, c’era proprio un festeggiamento per la città e tutta la piazza era costellata di stand dove mostravano le diverse attrattive di Isfahan. Per questo motivo intere scolaresche ( centinaia di ragazzi e ragazze tutti vestiti con divise scolastiche) erano presenti nella piazza per esercitarsi sulle varie attivita’ artistiche ( disegno, mosaici, pittura …). Una delle insegnati ci ha raccontato tutto questo, salutandoci e dicendo che non le era permesso stringere la mano ad alessandro.

Infatti è fondamentale osservare le loro regole : le donne devono avere i capelli coperti, pantaloni lunghi, maniche lunghe e camicie lunghe ( in Yazd e Isfahan e’ obbligatorio, hanno tutte il chador e sono molto attenti, a Teheran e a shiraz si vedono anche altri colori e al posto del Chador nero usano vestiti colorati sopra pantaloni o jeans). A volte portano il foulard, che in genere e’ più colorato. Le donne non danno la mano agli uomini e viceversa ed e’ meglio che le donne parlino con le donne e gli uomini con gli uomini.

Ovviamente anche le turiste devono avere i capelli coperti con un velo , che sembra semplice, ma talvolta non lo e’: spessissimo scivola, talvolta si dimentica, e sembra che non stia mai a posto. Se fa caldo, poiche’ noi non siamo abituate, e’ piuttosto fastidioso ..comunque e’ sopportabile. La gente e’ molto gentile e vogliosa di parlare , anche se non ci si capisce, anche solo per dire hello e welcome to Iran con grandi sorrisi ( le donne verso le donne e gli uomini verso gli uomini). Spessissimo, se conoscono l’ inglese i avvicinano per fare domande standard, tipo cosa pensi dell’ iran, cosa pensavi prima di venire, cosa hai trovato … Tutti hanno voglia di farsi fotografe insieme gli occidentali Se chiedete informazioni , si prodigano per darti le risposte e farti capire. Spessissimo ci e’ capitato che ci accompagnassero con la propria macchina o fermando un taxi e dando le indicazioni per noi. Abbiamo cenato una sera con una coppia di giovani iraniani che ci hanno raccontato le loro tradizioni e quello che pensavano del proprio paese. I ristoranti in cui siamo stati offrono cibo buono e prezzi economici: sharazade e se-o-se restaurant (tutte e due vicino al famoso ponte delle 33 arcate : se-o-se bridge). Lo sharazade e’ un ristorante tipo quello dei nostri banchetti, molto grande con tanti tavoli, ma ci sono tantissimi iraniani che ci mangiano , famiglie o comitive e in mezzo a loro i turisti. Il cibo e’ buono: abbiamo preso zuppa di cavolo, riso, kebab di pollo e una salsa fatta con il succo del melograno. Il se-o-se e’ un ristorante che si affaccia sul ponte ed offrono un antipasto a buffet con molte verdure e i piatti tipici iraniani. L’ ambiente e’ molto spazioso ed e’ tutto molto pulito.

Partiamo da Isfahan per andare verso Yazd. Lungo la strada ci fermiamo a Ardakan ( centro storico fatto di case di terra giallo ocra, a meybod dove si puo’ vedere un antica fortificazione, un bel caravanserraglio e una casa del ghiaccio ( fino a poco tempo fa, senza frigoriferi, veniva conservata a neve durante l’inverno e venduta come ghiaccio durante l’estate).

A Yazd pernottiamo al Fahadan hotel, proprio dentro la città vecchia. E’ un caravanserraglio restaurato con un cortile molto bello e stanze che vi si affacciano. Peccato che l’ albergo sia gestito molto male: stanze rumorose ( la nostra era vicino al generatore quindi il rumore era continuo), il personale scostante e sgarbato ( gli unici poco cordiali in iran che abbiamo incontrato) , la nostra stanza non e’ stata pulita se non quando lo abbiamo chiesto espressamente, durante la colazione alcuni prodotti finivano e non venivano sostituiti perché si erano dimenticati di comprati ( i classici prodotti, niente di particolare: il pane, lo yogurth, la frutta…). Ho sentito anche altre persone reclamare per vari motivi sulle stanze: insomma anche se la posizione e’ buona, meglio evitarlo.

Yazd ha il centro storico circondato da mura, dove vicoli e stradine tironiano in posti sempre nuovi e dove ci si perde facilmente, e altrettanto facilmente ci si ritrova.

Siamo riusciti a trovare un punto dove attraverso delle scale siamo arrivati sui tetti e durante il tramonto ci siamo goduti la luce che brillava sulle cupole e sui minareti. La moschea di jamee e’ bellissima, i colori delle maioliche , i tipici colori blu e turchese, riflettono la luce e sembra che tutta la facciata sia illuminata. E’ piccola rispetto alle moschee di altre citta’ , ma proprio per questo sembra che la sua bellezza sia più concentrata e lo spazio accogliente più intimo e più ” spirituale”. Assolutamente da non perdere. I giardini fuori dalla citta’ vecchia con le torri del vento (bagdhir) sono molto piacevoli da visitare così come le torri del silenzio, qualche minuto di macchina fuori dalla citta’. Ci siamo andati in mattinata e ci siamo ritornati in serata a guardare il tramonto dalla cima della torre più alta. Il bazar di Yazd , lungo la strada principale, fuori dalla città vecchia, e’ un intreccio di strade dove si trovano principalmente negozi di oro ( tantissimi) o di stoffe, spezie e fritta secca che noi abbiamo comprato ( pistacchi, fichi, pesche, noci, uvetta).

Dopo Yazd siamo partiti per shiraz. Lungo la strada abbiamo visitato pasargade con la tomba di Ciro e le rovine del palazzo poco distanti, la necropoli con bellissimi rilievi e persepolis. Si arriva a Persepolis percorrendo un lungo viale alberato. In lontananza si vedono le grandi mura che segnavano l’ingresso alla grandiosa citta’. Sulle mura si vedono iscrizioni fatte dai numerosi turisti negli anni passati: ce ne sono alcune dell’inizio dell’800 e addirittura intere poesie ( diciamo che anche queste testimonianze fanno ormai parte della storia). Le rovine sono molto interessanti e i rilievi lungo i muri sono incredibili: processioni infinite di persone ognuna con una storia a se, che si avvicina a rendere omaggio al re con un cesto, con un cammello, con un asino, con vestiti, con gioielli, con olii, con un agnello …insomma si può ammirare la vita del tempo con i suoi costumi e abitudini attraverso la visione di questi personaggi che risultano ancora molto realistici e disegnati in modo accurato.

Noi abbiamo percorso la distanza in macchina ( circa 12 ore comprese le visite) ma se dovessi rifarlo, prenderei un aereo da Yazd per shiraz e visiterei solo la necropoli e persepolis che sono ad una ora di macchina da shiraz. A shiraz abbiamo visitato i giardini di eram e degli aranci ( da non perdere). Nei giardini ci sono sempre intere scolaresche che disegnano e preparano affreschi ( in ogni piazza e in ogni citta abbiamo incontrato studenti di disegno che copiano sui loro cartoncini le strutture degli eifici circostanti). Le moschee che abbiamo visitato ci ricordano tutte l’architettura coassica islamica, con ceramiche azzurre e turchesi. L’unica più particolare, perché diversa dalle altre e’ la moschea di Nasir al mok, dove i colori delle maioliche cambiano e al posto del turchese dominante troviamo il rosa e il giallo. E’ un piccolo gioiellino che ci siamo visitati nel silenzio più assoluto.

Anche a shiraz si trovano vari bazar, in uno abbiamo trovato frutta, pesci, carne ( qui abbiamo acquistato datteri, dolcissimi) e in altri stoffe e Chador. La tomba di ha fez e’ bella da vedere, e qui siamo stati ripresi dalla televisione locale che insieme ad un gruppo di studentesse, tutte con il loro Chador, decantavano la bellezza di shiraz…noi eravamo gli unici turisti in mezzo a loro. A shiraz abbiamo alloggiato al Pars international hotel. E’ un hotel molto grande con la classica struttura di un albergo internazionale, con diversi caffè, ristoranti e negozi vari all’ interno. Tutto secondo lo standard di un albergo occidentale. Le camere ampie e pulite e il bagno un po’ datato con vasca che perdeva qualche pezzo e l’ acqua che bagnava copiosamente il pavimento. Anche qui la colazione lasciava a desiderare secondo i nostri canoni: molte cose salate secondo i gusti iraniani ma poca scelta per le nostre colazioni italiane. Alla fine ci eravamo abituati a comprare la frutta nei mercati (kiwi e banane) e a mangiarla la mattino ( purtroppo non abbiamo trovato molta frutta, ad eccezione del cocomero che non e’ molto dolce).

Il giorno dopo siamo andati a visitare le rovine di bishapur. Sono circa 3 ore di strada per arrivare in un posto sperduto pieno di sassi: che dire ? Se non si e ‘ archeologi non vale la pena fare tutta questa strada per visitare questi , o almeno per noi non ne e’ valsa la pena. Lungo la strada, la nostra guida ci ha fatto fermare in un posto piccolo epoco visibile che fungeva da ristorante. Da soli non ci saremmo mai fermati, ma abbiamo mangiato le melanzane stufate più buone di tutto il viaggio, in un locale che comprendeva solo un tavolo .

Da shiraz siamo ripartiti alle 9 di sera con l’aereo per Teheran. A Teheran, siamo tornati all’escan hotel. Abbiamo visitato il golestan palace e il bazar, ( dove abbiamo assistito all’asta dei dollari ) chiacchierando con la guida, una ragazza persiana che alla fine ci ha fatto conoscere anche il suo fidanzato e ci ha raccontato un po’ la reale situazione iraniana. Nel pomeriggio siamo andati a vedere i murales intorno alla ex ambasciata americana : in teoria non si possono fotografare, in pratica Alessandro ha fatto un boom fotografico. Al di là dell’importanza storica ( occupazione dell’ambasciata e gli ostaggi americani) non c’e nulla da vedere e anche i murales non sono particolarmente belli ( mi aspettavo qualcosa tipo quelli del muro di Berlino , ma sono molto semplici e poco artistici). Per la cena il ristorante dove ci hanno indirizzato le persone locali ( ingenerale basta chiedere , qualcuno sicuramente vi suggerira’ qualcosa) era molto buono : Iran tak, che si trova sulla prosecuzione della strada che parte da piazza ferdowsi. Il locale e’ molto caratteristico: l’ atrio e’ decorato con maioliche azzurre che raffigurano i classici disegni islamici , si scende attraverso delle scale e si arriva in una sala con delle volte. Non parlano inglese ma a gesti ci si capisce. Abbiamo preso una zuppa, un kebab di pollo, un riso, una pizza vegetariana, e abbiamo finito con una bella fumatina con la loro pipa al vapore al profumo di arancia.

Il mattino dopo…. in aeroporto per prendere il volo Alitalia per Roma alle 9 del mattino. Concludo con qualche informazione generale:

Volo a/r Roma- Teheran 500€ A

Lberghi 50 € in media eccetto escan (teheran) e pars international (shiraz) 70€

Pasti: da 2 ai 6 euro a testa

Musei: in genere si paga per entrare ovunque e il prezzo del biglietto e’ circa 4 €

Taxi: costano pochissimo. Ovviamente bisogna negoziare prima di salire ed essere sicuri di aver capito bene la cifra, comunque circa 2 euro per una ora Metropolitana: Teheran e’ possibile prenderla non nelle ore di punta, ma la mattina fino alle 10 e il pomeriggio dopo le 5 e’ impossibile; la gente viene sospinta e compressa all’inverosimile, e noi dopo aver aspettato più di 30 minuti sperando in qualcosa di più accettabile, abbiamo rinunciato.

Traffico: in tutte le città grandi c’è un traffico caotico (più che a Roma nelle ore di punta) anche perché guidano in modo quasi casuale senza una logica a noi comprensibile. In compenso le strade sono tutte molto ben curate anche se non esistono indicazioni (quindi noleggiare una macchina senza autista risulta piuttosto difficoltoso).



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