L’India: un paese dai forti colori e dai forti contrasti.
Debbo confessare che non sono una viaggiatrice molto avventurosa, non sono la tipa da zaino in spalla, da sacco a pelo, quel poco che ho viaggiato l’ho fatto sempre in comodità e quasi sempre tutto già organizzato da casa. Mio marito invece no, è proprio per l’organizzazione zero. Lui odia le agenzie di viaggio, i tour organizzati e tutto ciò che gli impedisce di girare liberamente. Come conciliare le due cose per il nostro viaggio di nozze? Tutte le mie proposte sono state puntualmente bocciate, quindi alla fine l’ha spuntata lui! Andiamo in India solo con il biglietto aereo prenotato (1). Da pazzi pensavo, invece oggi posso dire che si può fare !
Non vi annoierò indicandovi l’itinerario migliore da fare o i monumenti da visitare, le guide turistiche sono più che sufficienti (2) quello che vi voglio raccontare sono gli incontri speciali che abbiamo fatto durante il nostro viaggio. Primo fra tutti il nostro autista Monty, è il suo secondo nome,molto meglio del primo che è quasi impronunciabile. Lui è il figlio di Singh Hardev l’autista che aveva accompagnato mio marito in un viaggio in India che fece nel 1991, quando questa terra non era ancora di certo una meta turistica. Trovarlo è stato un vero colpo di fortuna, gli avevamo scritto un telegramma ma non lo aveva ricevuto, avevamo solo il suo indirizzo e grazie all’aiuto di bravo tassista indiano trovato fuori all’aereoporto (ce ne sono una quantità inverosimile) siamo riusciti a raggiungere la sua abitazione nella periferia di Delhi. Quindi non vi dico la mia gioia quando riusciamo a trovare Hardev . Ci fa salire a casa e ci offre del buon masala tè, sembra assurdo ma nel giro di due ore organizziamo tutto il nostro viaggio. Sì perché suo figlio Monty(3) fa anche lui l’autista per turisti e da poco ha acquistato una nuova autovettura, un monovolume della Maruti. Ci trova un buon albergo in centro(4) e ci dice che il giorno dopo alle 10 ci sarebbe venuto a prendere per partire . Starà con noi per ben 15 giorni. Ciò che mi ha colpito da subito è la loro ospitalità e disponibilità, gli siamo piombati all’improvviso a casa senza nessun preavviso eppure si sono messi a nostra totale disposizione .
Inutile che vi dica cosa abbiamo visto durante il tragitto, Delhi è una città enorme, si vede di tutto, bambini nudi ai margini della strada, immondizia ovunque. Lo shock è molto forte per noi che veniamo da realtà così diverse o almeno lo è stato per me. Vedersi palesare dinnanzi forme così estreme di povertà ti colpisce nel profondo. Non dimenticherò mai lo sguardo di quelle persone e soprattutto dei bambini. Tutti i giorni vedono il benessere, ce l’hanno davanti agli occhi, macchine di lusso, grattacieli enormi, donne con gioielli preziosissimi, e loro… loro invece non hanno nulla! Sanno di stare dalla parte sbagliata e che non potranno mai fare il salto e tutto questo glielo leggi nello sguardo. Abbiamo così iniziato il nostro viaggio ed il miglior modo per poter, non solo vedere, ma conoscere questo paese è proprio girando con una macchina. Dimenticatevi i mezzi di trasporto, treni ed autobus sono inaccessibili per noi europei, non abbiamo ancora sviluppato la capacità che hanno gli indiani di salire al volo e di tenersi magari aggrappati sullo portellone anteriore delle autovetture durante il viaggio o sopra i tetti degli autobus, per noi sarebbe impossibile! Così come dimenticatevi di poter affittare una macchina e girare da soli, in primo luogo perché oltre ad avere la guida a destra gli indiani non hanno regole, sorpassano sia a destra che a sinistra, l’unico strumento per farsi valere e chiedere la precedenza è suonare il clacson. Secondariamente poi, fuori dalle grandi città non esiste segnaletica stradale, il nostro povero autista doveva chiedere a tre o quattro persone prima di prendere una direzione, faceva una statistica di quelle più affidabili. Inoltre più che le grandi città ed i monumenti storici ciò che ti fa capire e conoscere questo popolo è girare nelle campagne e nei piccoli villaggi. Lì puoi vedere la vera India, quella dei contadini che coltivano il riso, dei cammelli che trainano i carretti con i loro padroni che magari parlano al cellulare, quella delle donne indiane che lavorano alacremente nei campi con i loro sari dai mille colori accessi, quella delle capanne di fango e sabbia con l’antenna parabolica sopra al tetto. Ciò che affascina è la bellezza e l’eleganza delle donne indiane che, sebbene abbiano ben poco, non rinunciano ai lori abiti colorati e ricamati, all’orecchino al naso, al velo in testa. Sono sempre in ordine anche mentre sono accovacciate a terra a raccogliere il riso o mentre vanno al pozzo a prendere l’acqua. Così come non potete non fare un salto nel deserto del Thar, è un’esperienza indimenticabile! Questo è stato un altro degli incontri speciali che abbiamo fatto con i proprietari del Mama’s resort presso il villaggio di Kuri a 60 KM circa da Jaisalmer . Il resort è di proprietà di due fratelli molto giovani, è nuovissimo e molto pulito rispetto agli standard indiani, ci hanno ospitato e coccolato per due giorni. Da non perdere è il giro con i camelli nel deserto, come lo organizzano loro ti permette di vedere molti animali selvatici ed il tramonto sulle dune. Prenotate direttamente tramite internet o per telefono pagherete meno rispetto ai pacchetti offerti dalle agenzie. L’ultima sera prima di andare via, capendo e comprendendo forse che della cucina indiana non eravamo proprio patiti, parlo per me almeno, dopo che tutti sono andati nelle proprie tende hanno invitato me e mio marito a partecipare al loro Chichen Barbecue. Sebbene fossi già sotto le coperte appena Germano me lo dice salto fuori dal letto, mi metto la prima cosa che trovo e mi presento innanzi al fuoco con un sorriso enorme stampato in faccia. Mi mettono nel piatto un bel pezzo di pollo arrosto, il pollo più buono che abbia mai mangiato, sono andata a letto così felice! Sono stati fantastici! Altri sono stati gli incontri che abbiamo fatto lungo questo viaggio ma quello che colpisce di questo popolo è il loro immenso rispetto che hanno per i turisti, la loro ospitalità e la loro enorme generosità. Un piccolo esempio:con Monty si stabilisce dopo pochi giorni un feeling particolare, pensate che appena partiti avevamo finito le rupie cambiate all’aereoporto e avevamo solo gli Euro con noi, durante il primo giorno di viaggio sino a quando non abbiamo trovato un ufficio cambio Monty ci ha prestato i suoi soldi, pensate che fiducia e che generosità, lui che presta i soldi a noi! Ti darebbero quel poco che hanno se glielo chiedi, soprattutto fuori dalle grandi città, ed è qui che potrete girare tranquillamente senza essere presi d’assalto dai bambini e da fantomatiche guide che vi chiedono di tutto. Un consiglio : portate con voi più penne, saponette, quaderni, matite possibili i bambini ne saranno felicissimi anche perché spesso i soldi che gli darete non sono per loro. Sono tornata da questo viaggio con in mente le innumerevoli immagini dei paesaggi indiani così diversi tra loro, dei colori forti dei sari ,degli affascinanti volti delle donne indiane, degli sguardi così profondi dei bambini che non dimenticherò mai ! A presto India ! (5)
1) per i biglietti aerei prenotate dall’agenzia A-ONE VIAGGI di Amit Avena ha i migliori prezzi con le migliori compagnie;
2) noi avevamo la guida del Touring Club Italiano si è rivelata molto utile soprattutto per i monumenti e le città da visitare;
3) Monty : il suo vero nome è Satinder Pal Sing
4) suggerimento per alberghi a Delhi entrare nel quartiere Sunder Nagar, lì ci sono diversi hotel tutti vicini l’uno all’altro è un quartiere residenziale per ricchi indiani, quindi anche la sera si può passeggiare tranquillamente, ci sono dei piccoli ristoranti, un super mercato e un negozio di tè indiano, ci hanno detto uno dei più antichi e rinomati, noi lo abbiamo preso d’assalto l’ultimo giorno del nostro viaggio;
5) per chi volesse indicazioni più precise il mio indirizzo e-mail è avvtraini@libero.it