L’India non ha posti per nascondersi
In quello che sono adesso e che sarò in futuro c'è anche un pò d'India.
Più volte durante il mio viaggio ho desiderato essere qui come lo sono in questo momento, essere via lontano da quella confusione, da quel traffico continuo, da quel caldo opprimente, da quella sporcizia, dai cibi speziati, dalla calca, dai venditori che ti tirano nei loro negozi, dai mendicanti, dalle vacche e dalla puzza continua, starmene qui tranquillo in casa mia davanti al mio pc. Non mi rendevo conto di quanto l’India mi stava entrando dentro e adesso mi ritrovo qui a cercare su Youtube canzoni bolliwoodiane o a guardare di continuo pezzi di “The Millionaire” per farmi sentire più vicino a quel posto. Come una droga che hai provato e a cui non puoi resistere. L’India fa male. E’ una botta in testa. Ti risveglia dal torpore in cui ti tiene il mondo occidentale. Parti convinto di certe cose e torni convinto di altre. Ti rendi conto di essere stato un idiota a credere prioritarie certe cose così futili per tutta la tua vita. Ho studiato tanto prima di partire perchè tutti mi dicevano che all’India ci si deve preparare. L’ho fatto come quando mi preparavo all’esame più importante per l’università, ma non mi sono mai trovato tanto impreparato. E il segreto dell’India è questo. Ti mette alla prova, ti chiede tanto e pretende risposte che non ha nemmeno il suo popolo. E te ne torni a casa con la coda tra le gambe, impotente e amareggiato. Hai fatto cose crudeli come scegliere a chi dare l’elemosina, a un ragazzo con la poliomelite piuttosto che a una donna con un bambino. E ti senti infinitamente piccolo con la voglia di nasconderti ma l’India non ha luoghi per nascondersi. Devi afforontarla anche se sai che perderai in partenza. Sicuramente il tram – tram quotidiano mi inghiotterà di nuovo nelle frivolezze del mondo occidentale, ma sono sicuro che in quello che sono adesso e che sarò in futuro c’è anche un pò d’India.