L’incantesimo chiamato Zanzibar

ZANZIBAR 2000 – DA SOGNO! DOCUMENTI NECESSARI: passaporto con minimo sei mesi di validita’ OBBLIGHI SANITARI: se si soggiorna solo sulle isole non è obbligatoria alcuna vaccinazione, ma lo diventa se il soggiorno si sposta sulla terra ferma. Viene comunque consigliata la profilassi anti malaria, ma è a discrezione...
Scritto da: Gabriella Taini
l'incantesimo chiamato zanzibar
Viaggiatori: in coppia
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ZANZIBAR 2000 – DA SOGNO! DOCUMENTI NECESSARI: passaporto con minimo sei mesi di validita’ OBBLIGHI SANITARI: se si soggiorna solo sulle isole non è obbligatoria alcuna vaccinazione, ma lo diventa se il soggiorno si sposta sulla terra ferma. Viene comunque consigliata la profilassi anti malaria, ma è a discrezione dell’interessato.

Considerate che, come ci hanno detto, il rischio di contrarre la malaria si intensifica nella stagione delle piogge. Noi, essendo stati a Zanzibar durante il loro inverno, abbiamo trovato una sola zanzara che ha punto la sottoscritta, solo perché sono stata seduta a lungo vicino ad un cespuglio di un’aiuola.

Il clima fresco e ventilato consentiva un notevole giro d’aria ed evitava stagnazioni pericolose.

LA MIA ESPERIENZA: Molti chiamano Zanzibar quella che in realtà e Unguja, l’isola maggiore dell’arcipelago di Zanzibar che è composto da due grandi isole, una è appunto Unguja e l’altra è Pemba; oltre a queste due isole c’è una miriade di altre più piccole seminate, come da un disattento contadino, in un mare esageratamente blu.

La concentrazione maggiore di insediamenti turistici, come offerto dai cataloghi dei più famosi tour operator, è sull’isola di Unguja che per comodità, anch’io come tutti, chiamerò Zanzibar! Arriviamo di notte, dopo un volo di circa 8 ore, volo diretto Malpensa-Zanzibar; nel ritorno invece faremo scalo a Mombasa, per rifornimento e per far salire i turisti che tornano dal Kenia.

L’aeroporto è semilluminato, scalcinato e sembra un edificio del dopoguerra, ma non ci interessa, perché già stiamo pregustando la nostra destinazione finale che immaginiamo qualcosa di veramente affascinante.

Prima formalità il visto d’ingresso: ogni turista deve pagare 10 dollari sia in entrata che in uscita da Zanzibar; quindi consiglio vivamente di conservare dei dollari che vi permettano di lasciare l’isola al termine della vacanza.

E’ ancora notte, una notte d’agosto, le 5 circa. Dopo aver ritirato i bagagli direttamente dalle mani di persone non ben identificate (non capisco se siano dipendenti dell’aeroporto, militari o abusivi alla ricerca di qualche spicciolo di mancia), usciamo dalla porta degli arrivi internazionali, che altro non è che una porta malandata tenuta aperta da un bidone arrugginito, e trovo due “baracchini” della Francorosso presso cui due assonnatissime ragazze indicano ai turisti accalcati, come e dove sono le sistemazioni.

E a quel punto ci diciamo: Quanto mai abbiamo scelto un viaggio organizzato!! Comunque nel giro di una ventina di minuti troviamo il nostro pulmino che ci porta all’albergo, attraverso una strada che passa in mezzo a villaggi, foreste verdeggianti, posti di blocco della polizia locale (ci si fà poi l’abitudine!). E finalmente arriviamo! Arrivare la mattina presto, dopo che sei in giro da ore, hai dormito si e no, insomma sei “scombussolato”, ti può falsare l’approccio con un angolo di paradiso che solo dopo ho constatato. Un paradiso: questa è l’unica cosa che ho detto dopo aver aperto la porta-finestra della camera.

La nostra sistemazione è stata il Blue Bay Beach Resort, che ha soddisfatto di gran lunga le nostre aspettative, un hotel cinque stelle, situato sull’incantevole spiaggia di Kiwenga. Il resort è composto da una dozzina di bungalows a due piani perfettamente calati nella vegetazione ed in tipico stile zanzibarino. Lungo la lunghissima spiaggia di sabbia bianca, una delle più belle dell’isola, ci sono altri villaggi turistici sia italiani che stranieri, costruiti a debita distanza l’uno dall’altro. Tra i villaggi, che raggiungi tranquillamente passeggiando sulla spiaggia, si trovano insediamenti abitativi che spesso i locali usano come dormitori dopo aver lavorato nei villaggi turistici o offrendo escursioni ai turisti, a prezzi decisamente inferiori rispetto ai prezzi proposti dai tour operator italiani.

Noi consigliamo questa forma di escursione perché, oltre al risparmio economico (circa la metà rispetto a quelle dei tour operator), è possibile conoscere più da vicino gli usi e le abitudini degli abitanti, visto che la maggioranza dei “beach boys” che ti fermano sulla spiaggia per offrire le loro iniziative parla italiano abbastanza correttamente. In ogni caso l’inglese è, come sempre, la lingua che ti permette il contatto e ti apre le porte della conoscenza in quasi ogni parte del mondo.

CLIMA: Noi ci siamo stati in agosto ed in quel periodo, essendo Zanzibar nell’emisfero australe, là è inverno.

La temperatura oscillava dai 18 gradi della sera ai 30/33 gradi della canicola. Non aspettatavi afa o umidità (come da noi intendo) perché in questo periodo non la troverete, anche se durante il nostro soggiorno qualche volta ha piovuto, sono stati temporali passeggeri che, alla fine, hanno lasciato il cielo ancora più terso di prima. Il cielo è sempre azzurrissimo e si fonde con le gradazioni del magnifico oceano indiano. A proposito di oceano, quello che siamo trovati davanti non si faceva staccare gli occhi di “dosso”, era una droga!! Assortimento di azzurri, di verdi, di blu e onde spumose, infrante sulla spiaggia come un frappè di latte, si mescolavano alla sabbia formata da miriadi di conchiglie frantumate dalla saggia forza della natura.

Oltre a questo spettacolo che delizia tutti i giorni, a Zanzibar è possibile effettuare parecchie escursioni, sia nell’unica città costruita in mattoni, da qui il nome Stone Town, sia in giro per l’isola visitando il parco naturale delle scimmie rosse, l’isoletta delle tartarughe (non libere, ma tenute all’interno di recinti), la penisola dei delfini, i baobab, l’incredibile zona delle mangrovie, un reticolato di radici che si snoda a pelo dell’acqua e mille altri angolini che vi balzano agli occhi senza voi li cerchiate.

Si, perché la natura a Zanzibar vi avvolge, vi carica di entusiasmo e di energia e vi lascia senza fiato davanti alla sua magnificenza.

Buon viaggio



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