L’elefante, la tigre e il barong
Dopo un volo interminabile al profumo di orchidee giungiamo finalmente nelle antiche terre del siam. E’ la citta’ degli angeli ad accogliercial suo risveglio.
Bangkok, citta’ caotica perennemente avvolta dai fumi delle auto, legata dai grovigli di fili appesi ovunque. E ovunque gente che cammina, lavora, mangia, cucina sempre per la strada.
Bangkok, sempre grigia che svela a poco a poco le sue meraviglie: i suoi edifici sacri dedicati ad un altro dio, colorati di ceramiche e maioliche, lucidi di vetro e sfavillanti riflessi di specchio… Allo stress delle auto eternamente ferme al semaforo, alle moto che si rincorrono, ai folli tuk tuk che come mosconi, ronzano di continuo appare forte il contrasto del fiume dei re bruno che lento si snoda fino alla fine della citta’. Alla spessa coltre di smog si contrappongono i colori dei templi, mentre il sottile profumo dei fiori di loto e dei bastoncini di incenso fatti fumare in segno di offerta non riescono per nulla ad eguagliare gli umidi umori della citta’, fatti di fogna e cucina, che salgono verso il cielo.
Bangkok e’ proprio come un elefante: ti ipnotizza, ti spaventa, ma allo stesso modo ti affascina e ti cattura a se’ per sempre…( il viaggio continua in malesia)