L’Avana e Cayo Largo
Tante erano le destinazioni ma il fascino della grande isla ci ha conquistati e così decidiamo di fare un soggiorno all’avana con estensione mare a cayo largo.
Optiamo per un volo di linea con scalo a Madrid cosi’ da spezzare le lunghe ore che ci porteranno dall’altra parte del mondo.
Arriviamo puntualissimi e ci dirigiamo in taxi (circa 25 min e 20 cuc) presso l’hotel Mercure Sevilla situato in pienissimo centro e l’agevolazione del fuso ci permette di godere della prima serata all’avana.
La prima cosa che ci colpisce è la moltitudine di auto sfavillanti che s’intrecciano con i Coco taxi e le bici taxi, ovviamente non ci siamo fatti mancare nulla.
La cosa che più ci ha lasciato senza parole è la gente che a tutte le ore non perde occasione per stare in giro a passeggio o anche solo a chiacchierare nei parchi della vita politica del paese.
Ovviamente noi turisti siamo strariconosciuti e avvicinati ma sempre con sorriso e goliardia da parte nostra che non ci tiriamo certo indietro e ci confrontiamo su vari temi.
La serata va avanti sul bel lastricato paseo martì, luogo di passeggio molto elegante che arriva sino alla real fortezza e dal quale si può ammirare la splendida vista del castello del morro.
Imperdibile l’hotel inglaterra dove è d’obbligo bere moito e daiquiri ottimi ascoltando della buona musica, e a dirla tutta noi ci siamo fatti dedicare uno strepitoso live di “comandante che” da brividi……
Inizia con il secondo giorno il vero tour della città vecchia, accompagnati da un cicerone del posto che ci ha raccontato aneddotti simpatici sulla vita cittadina e sulle condizioni del paese, abbiamo notato un pò di disappunto verso Fidel Castro ma si sa che le condizioni di vita sono davvero precarie e ci siamo sentiti dire che non è vergogna chiedere per soddisfare la fame.
Le tappe ovviamente sembrano scontate ma non si può non andare alla Bodeghita del Medio e bere come il maestro Hemingway un buon moito, oppure alla floridita per il daiquiri, ma dobbiamo aggiungere che il meor moito della zona lo abbiamo bevuto in un bar davvero caratteristico non certo elegante ma frequentato solo dai cubani quindi turisti zero…..
Decidiamo di andare a plaza della revolution affittando una bellissima chevrolet del 1948 ovviamente cabrio che ci ha accompagnato in giro per la città e abbiamo invitato il ns autista a bere un moito al museo del ron dove ad allietarci c’era dell’ottima musica che passava dai ritmi della salsa a quelli del reggeton.
Ma la musica ci accompagnava in ogni angolo, la si sente nelle case, la si balla per strada e nella bellissima via obispo regna sovrana insieea ad artisti di strada e ciceroni improvvisati.
Delle caratteristiche viuzze ci portano a plaza de la cathedral a plaza de armas e alla maestosa chiesa di san francisco de assisi, camminiamo molto ma non ci rendiamo conto tanto siamo affascinati dall’architettura così malinconica e decadente.
Le case coloniali corrose dalla brezza del mare sul malecon sono un intreccio di colori pastello con accenni di verde e azul, il tramonto sul lungomare è uno dei più belli e suggestivi del mondo.
Il nostro viaggio prosegue per cayo largo luogo incantato bandito per i cubani, ma che regala immagini incredibili e paradisiache.
Il volo dura circa mezz’ora e si arriva in un isola piccola con solo una strada percorribile e circondata da mangrovie.
Il ns villaggio è il Sol y Cayo Largo, senza forse il migliore dell’isola ma il mare lì non va preso in considerazione in quanto è battuto da vento ed è oceano aperto quindi ha onde importanti che si infrangono su una bella spiaggia.
Il paradiso si raggiunge in barca dalla marina appena 10 min di navigazione e playa sirena si offre davanti a noi come il più magico dei tesori.
Spiaggia bianchissima, palme inclinate o meglio inchinate dinanzi ad un mare dai colori più svariati, a farla da padrona c’è playa paraiso mai nome più azzeccato, lingua di talco tra l’azzuro e il turchese.
Un mare che non si può raccontare ma solo tenere nel cuore.
Le esperienze sull’isola sono state uniche. Abbiamo avuto la fortuna di poter liberare 200 tartarughine in acqua e fare il bagno con loro mentre curiosi gabbiani provano ad afferrarle ma la sopravvivenza non si improvvisa è istinto e le piccole testuggini s’immergevano per scampare al pericolo.
Abbiamo avuto la fortuna di aprire un nido di tartaruga per preservarlo e portare le uova in aree protette dove si attenderà la schiusa e la successiva liberazione.
Mi corre l’obbligo di fare uno speciale ringraziamento al ns Capitano Pedro uomo di grande umiltà che ci ha portati in catamarano, sulla barriera corallina, alle piscine naturali deliziandoci con un ottimo pranzo a base di aragosta.
I fondali sono fantastici ci si può immergere con numerosi pesci ma con la massima tranquillità.
L’isola di cayo largo offre ovviamente solo mare, ma un mare che resterà impresso…
Passano veloci 6 giorni e si torna a l’Avana dove non ci facciamo mancare la parte moderna, quella dove sembra che ci sia un pò più di libertà, ed ecco che affiorano davanti a noi case coloniali ristrutturate da privati che lasciano a bocca aperta.
Arriviamo anche a Isla Josefina che si trova all’interno del bosque dell’habana un polmone verde una vera e propria foresta pluviale.
Una piccola chicca merita callejon de hamel un piccolo centro della cultura afrocubana completamente ricoperto di murales realizzati da Il pittore Salvador Gonzàlez ha trasformato questa strada, con le sue opere, in un centro di Adorazione della Santeria. Ma non è solo questo. Qui è infatti possibile incontrare gruppi musicali che suonano rumbe e boleri, ascoltare recital di poesie ed assistere a spettacoli di teatro di strada per bambini.
Speriamo che il ns racconto possa essere una buona dritta per i prossimi viaggiatori. Noi siamo ancora intrisi di ritmi, ricordi e sensazioni…
Paola&danilo agosto 2013