L’anima di Lanzarote

Informazioni essenziali per una meta davvero interessante
Scritto da: vivilsuper
l’anima di lanzarote
Partenza il: 05/10/2014
Ritorno il: 12/10/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Informazioni essenziali per una meta davvero interessante

Tante volte ho usato i consigli preziosi dei vari Turisti per Caso per organizzare da solo le vacanze, così questa volta voglio dare anche il mio contributo sperando possa essere altrettanto utile.

Vi darò le info più schematiche possibile, tralasciando il capitolo “dove andare a mangiare” visto che ne è pieno il web, vi basti sapere che potete trovare qualsiasi tipo di ristorante da tutto il mondo sui lungomare di Puerto del Carmen, Playa Blanca e Costa Teguise, le principali località turistiche. Se siete vegetariani don’t worry, hanno tutti qualcosa di dedicato nel menù.

Per mia abitudine a pranzo mi accontento di frutta/panini/insalate che acquisto nei supermercati ovunque mi trovo.

Premessa

Lanzarote ha un territorio lunare, roccioso e lavico che ben potete vedere da Google Maps. La vegetazione spontanea praticamente non esiste, così come l’ombra; ovunque si ha una sensazione di grandiosa desolazione, è proprio questo che la rende unica.

Non cercate neppure siti di particolare interesse storico e culturale: non ci sono.

Il turismo è prevalentemente inglese/irlandese/tedesco con molti anziani che vanno a svernare, di conseguenza tutta l’offerta di servizi gira intorno a loro. Magari faticherete a trovare un’ottima paella ma mai una full english breakfast, insomma è il fenomeno del colonialismo moderno.

Volo Ryanair fa il diretto da Bergamo e per quanto non la ami molto (il sito internet sta diventando odioso) mi sembra una follia fare scalo in Spagna per un volo da 3.30h.

Auto Indispensabile come in tutti i viaggi se come me volete visitare molti luoghi in autonomia. Prenotata dall’italia direi che è molto conveniente 100/settimana con AVIS per una Polo, ma state lontani dalla formula “paghi subito il pieno di benzina e la riporti vuota” visto che a me hanno cercato ben 70€ per il pieno della Polo. Prendetela e lasciatela in aeroporto, sono veloci e organizzati.

Hotel Ho scelto di alloggiare a Puerto del Carmen e ve lo consiglio sia come base centrale per muovervi su tutta l’isola, sia per la grandissima offerta turistica se non volete girare molto. La città, così come tutta Lanzarote, è molto pulita, curata e sicura e offre qualsiasi servizio abbiate bisogno, hotel e ristoranti per tutte le tasche, sport di tutti i tipi compreso il golf. Molto carina la pista ciclabile che porta fino ad Arrecife.

Ottimo rapporto qualità/prezzo negli apart-hotel, praticamente dei residence con piscina comune + reception, supermercato interno, bar e ristorante. Ce ne sono tantissimi, sceglite su Booking il vostro preferito.

Sicuramente mi sono trovato bene all’Hyde Park Lane con sistemazione in bungalow, appare un po’ datato ma per 230 /settimana è un’ottima soluzione vista l’assoluta tranquillità notturna, il bel giardino tropicale,la cucina attrezzata per chi vuole cucinare e il bel patio dove godevo la colazione.

Penso che i motivi principali per cui andare a Lanzarote siano 2:

Clima Io ho fatto un’ottobrata con i fiocchi. Temperatura MIN 20°- MAX 29°= maniche corte e sandaletti dalla mattina alla sera e dormire da dio con le finestre aperte. A questa latitudine il sole è veramente potente, le nuvole ci sono ma passano velocemente senza dare precipitazioni, sembra che non piova mai. Il vento non è quel gran problema che dicono tutti anzi permette di non sudare e di stare meglio al sole, in genere proviene da nord.

Parco di Timanfaya Sicuramente unico, vi lascia a bocca aperta stare di fronte alla potenza della natura che ha modellato il paesaggio nel modo più brutale possibile. L’aridità del clima e l’assenza di flora danno l’idea che le eruzioni vulcaniche siano appena avvenute ma in realtà risalgono al 1700. Vi stupirà la lava in tutte le sue forme, e il calore che ancora sprigiona il sottosuolo.

L’isola misura 800km quindi una settimana è stata sufficiente per vederla tutta con grande calma senza sfacchinate. In linea di massima ho organizzato le giornate seguendo la filosofia di visitare la mattina e godersi il mare e le spiagge nel pomeriggio.

Giorno 1

Smaltite il viaggio e rilassatevi, pennichella in piscina e poi scoprite la bellezza di Puerto del Carmen e della sua Playa Grande. Ammirate la quantità di pesci a pochi metri dalla riva e se avrete fortuna come me vedrete anche sogliole e pesci pappagallo.

A me il primo giorno serve per capire che i problemi e lo stress sono rimasti a casa, in valigia non c’era più posto!

Giorno 2

Fondazione Cesar Manrique Tutti i luoghi d’interesse e le istallazioni artistiche che vedrete sull’isola sono opera sua, tanto vale conoscerlo subito direttamente a casa sua così avrete un’idea chiara del modo di concepire l’architettura in un luogo così inusuale come Lanzarote stessa. Integrazione ambientale ed uso di materiali a km0 la fanno da padrone.

Non lontano trovate il Museo del Campesino, niente di eccezionale ma vi rende una caratterizzazione antropologica gratuita dei tempi passati, del tipo usi e costumi di una volta prima che il turismo diventasse l’unica industria dell’isola. In breve tempo li ho visitati entrambi quindi mi sono diretto al Museo del vino El Grifo nella zona dell’isola dedicata alla vite dove lo strano modo di coltivare le piante fa da sfondo perfetto a foto originali. Con 6€ fate anche le degustazioni ma per conto mio, senza nulla togliere alla tenacia di questo tipo di viticoltura, il vino ottenuto è piuttosto mediocre ad eccezione del Malvasia dolce.

Abbiamo trascorso il resto del pomeriggio sulla spiaggia attrezzatissima di Costa Teguise.

Giorno 3

Dato il cielo non proprio limpido, decidiamo di rinchiuderci letteralmente sotto terra alla Cueva de los Verdes e al Jameos del Agua, due porzioni dello stesso tunnel di scorrimento lavico sotterraneo, la prima lasciata allo stato naturale e la seconda valorizzata dall’opera di Manrique. All’ingresso acquistate il ticket da 30€ che comprende 6 attrazioni (Cueva, Jameos, Mirador del rio, Jardin de cactus, Museo Internacional de Arte Contemporaneo, Timanfaya), siccome non c’è molto altro da visitare ne farete buon uso.

La Cueva mi ha stupito per i giochi di lava fusa sulle pareti del tunnel, davvero impressionante pensare a come si sia formata. Si entra a gruppi con guida in spagnolo-inglese livello base quindi molto comprensibile, fate comunque attenzione a certi passaggi claustrofobici, a mio parere dovrebbero dare dei caschetti.

Invece allo Jameos trovate, oltre ai simpatici gamberetti albini e all’auditorium, una parte più didattica che spiega l’attività vulcanica dell’arcipelago.

Abbiamo poi proseguito per una bella spiaggia nei pressi di Orzola dove usufruire delle tante piccole piazzole circolari con muretti a secco che riparano dal vento, magnifici. Impossibile resistere alla tentazione di accumulare altre pietre per renderli più belli!

Giorno 4: The best, Timanfaya

Se amate la geologia finirete la memoria della fotocamera, se non vi interessa lo apprezzerete comunque perché non capita tutti i giorni di gironzolare tra coni vulcanici e colate di lava.

La visita consta di un giro in bus di circa 1h per una stradina chiusa al traffico con spiegazione in spagnolo/inglese/tedesco + dimostrazione di autocombustione di arbusti ed effetto geyser simulato. Applausi agli autisti che guidano così disinvolti su una strada davvero più stretta del bus!

Potete approfondire la visita al Centro de visitantes posto qualche km a nord, proprio in direzione della mia prossima meta: Mirador del Rio. In sostanza è un view point a pagamento posto sulla sommità del precipizio con una panoramica mozzafiato sull’isola de La Graciosa. Ha annesso un bar in stile Manrique.

La strada che porta verso la Playa di Famara percorre l’unico passo dell’isola (con bellavista su Haria e Arrieta) e attraversa il centro di Teguise. Anche in questa spiaggia trovate i muretti a secco che riparano da un vento decisamente più forte, tanto che questa è la meta dei surfisti e di chi ama giocare coi cavalloni con la C maiuscola. Qui abbiamo notato quanto sia intensa la marea vedendo il mare ritirarsi di 50m e dilatando così le dimensioni della spiaggia.

Giorno 5: è ora di andare a sud!

Prima tappa gli scogli di Los Hervideros dove la potenza del mare si schianta contro il basalto nero della costa. Noi siamo passati in un momento di mare piuttosto tranquillo quindi la cosa non mi ha impressionato molto; ho invece trovato particolarissimo e molto scenografico il lago verde di El Golfo, raggiungibile con un breve sentiero direttamente dal parcheggio. Fate attenzione alla ressa dei turisti perché qui può essere davvero fastidiosa.

Proseguendo verso sud le saline de Janubio fanno da sfondo ideale a foto curiose, al tramonto devono essere eccezionali.

La parte più meridionale dell’isola, oltre Playa Blanca, è una sorta di riserva protetta e lo capite dal fatto che la strada diventa sterrata e al casello pagate 3€ per entrare in auto. La domanda sorge spontanea: riserva di che? Anche qui è tutta terra bruciata senza anima viva. Almeno coi 3€ tappate le buche! Comunque ne vale la pena perché le spiagge qui sono molto carine. Noi siamo stati solo a Costa de Papagayo perchè il pomeriggio è volato via veloce tra relax e snorkeling con il bel fondale, mare tranquillo e senza vento. Godetevi il tramonto prima di tornare a Playa Blanca per una cenetta in riva al mare!

Giorno 6

Oggi visitiamo le ultime 2 attrazioni comprese nel ticket da 30€. Il Castillo San Jose sede del Museo Internacional de Arte Contemporaneo si trova ad Arrecife ed è una sorta di piccolo bastione con vista porto dove trovate poche opere di scarso significato; se non avete tempo non andateci. Molto meglio è il Jardin de Cactus, una sorta di anfiteatro artificiale pieno zeppo di piante grasse di tutte le forme e dimensioni che qui prosperano ben riparati dal vento.

Poco più avanti ci godiamo le onde sulla spiaggia di Arrieta, l’unica dotata di un bel pontile per fare i tuffi!

Giorno 7

Il mio suggerimento è di noleggiare la bicicletta e percorrere la bella pista ciclabile costiera che collega Puerto del Carmen con Arrecife, gironzolate per i negozi della capitale e al ritorno tappa obbligatoria fuori la pista dell’aeroporto (la ciclabile ci passa a fianco) per fotografare gli aerei che vi atterrano letteralmente sopra la testa!

Insomma, il mio consiglio è di non imitare i turisti nordici che si accampano in piscina dalla mattina alla sera, girate l’isola perché merita veramente di essere apprezzata.

La sua estrema aridità fa sembrare tutto il resto superfluo e artificiale, in forte contrasto con l’opera dell’uomo che anche in questo angolo di mondo sta costruendo l’inverosimile. La speculazione edilizia spagnola tocca l’apice nelle città-svago costiere, spesso con opere disordinate e di scarsa qualità, mentre risparmia ancora i borghi dell’entroterra. Insomma è la solita vecchia storia.

Per fortuna in quest’isola la bellezza della natura è ancora preponderante e immediatamente percepibile: sentitevi piccoli di fronte alla potenza dei suoi vulcani, respirate a fondo il suo forte vento e spalancate i polmoni con tutta la sua salsedine, lasciatevi ispirare da paesaggi così insoliti e vi verrà voglia di correre, muovervi, di pensare positivo e vivere. Secondo me non è un caso se qui si svolge l’Ironman.

Insomma, Lanzarote è in grado di risvegliare quella dimensione spirituale che non siamo più abituati a conoscere, credo che sia questo il vero messaggio di Cesar Manrique. Coglietene l’anima e mettetela in valigia: non vi lascerà più.



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