L’Alaska di Daniele Somenzi

Atterrati a Witehorse in Canada, Io e Donato noleggiamo un'auto e ci dirigiamo verso L'Alaska. La neve è ovunque il freddo è pungente -27 gradi a Novembre, ma poco importa, noi siamo in macchina con tanto di riscaldamento. Abbiamo chiesto l'auto piu piccola ma come spesso avviene, ne consegnano una piu grande, questa volta addirittura ci hanno...
Scritto da: storyvil
l'alaska di daniele somenzi
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Atterrati a Witehorse in Canada, Io e Donato noleggiamo un’auto e ci dirigiamo verso L’Alaska. La neve è ovunque il freddo è pungente -27 gradi a Novembre, ma poco importa, noi siamo in macchina con tanto di riscaldamento. Abbiamo chiesto l’auto piu piccola ma come spesso avviene, ne consegnano una piu grande, questa volta addirittura ci hanno dato una sportiva 4mila di cilindrata automatica,una potenza mostruosa, mi sono infatti divertito spesso a fare accelerazioni potenti, con tanto di sgommata qualche volta.

C’è il sole, la bianca neve col cielo azzurro ci induce a tante fotografie e filmati, paesaggi di montagna molto belli, ad un tratto dopo un centinaio di km troviamo la frontiera Canadese, e dopo aver visionato il passaporto senza nemmeno scendere dall’auto eccoci negli Stati uniti, è si, l’Alaska è negli States. Da li a poco la neve si dirada fino a scomparire. Giu nella vallata tra le alte montagne rocciose, arriviamo fino all’oceano pacifico nella cittadina di Skagway.

Una foto al cartello della città e scopriamo subito che il paesello è fatto da strade parallele a quadrato,e con pochissime persone visibili, sembra una città fantasma, ma capiamo che il freddo scoraggia a passeggiate fuori dal caldo.

Cerchiamo una guest house per dormire e la troviamo subito, la signora, vedova per guadagnare qualche dollaro affitta un paio delle stanze di casa sua, dunque, è come se entrassimo in una casa privata, moquettes molto alta il solito gatto e quadri di ogni genere.Il riscaldamento è sottoforma di aria calda che arriva da delle piccole grate disseminate per tutta la casa sul pavimento.

Alla sera chiediamo se possiamo vedere l’aurora boreale alla signora al che ci risponde con un probably, forse. Cosi durante la notte ho dato un’occhiata al cielo sereno per vederla ma nisba, solo in particolari circostanze l’aurora appare. Io l’avevo gia vista ma Donato no.

Il giorno dopo alla mattina presto andiamo al porto con l’auto e li,compriamo un biglietto sola andata del traghetto per Juneau, La capitale dell’Alaska.

L’auto la lasciamo al parcheggio del porto non credo la rubino, dovrebbero,i ladri, passare per forza dall’unica strada di frontiera.E comunque è assicurata contro il furto.

Partiamo per 6 ore di nave, la quale si ferma prima nel fiordo accanto nella citta di Haines city,per caricare auto e persone.

Guardiamo in continuazione il mare per avvistare le balene,ma nisba, qui sembra di essere tra i fiordi norvegiesi. Il vento gelido ci costringe a stare dentro al caldo.

6 ore passano presto arriviamo a Juneau al calar del sole col mare sempre calmo, e ti credo, tra le montagne a destra e a sinistra non potrebbe nemmeno essere mosso, è come se fossimo in un lago.Scendiamo giu dal traghetto e con un taxi raggiungiamo l’hotel best western.

Qui parlando con una signora che ci abita , scopriamo,di essere in una città dove non ci sono strade che vanno all’esterno e di conseguenza non ci sono furti di auto e anche violenze o altri tipi di reati, e questo proprio perche il ladro è in gabbia non puo scappare, lo beccherebbero al porto o all’aeroporto.

malgrado il freddo,tanti americani si trasferiscono qui,proprio per questo motivo.

Qui le targhe alle auto hanno scritto Alaska, e mio fratello vista la sua collezione, sicuramente ne avrebbe voluta una, allora chiedo ma purtroppo il tempo è poco e non l’ho trovata.

Il giorno dopo, telefoniamo in aeroporto per un volo di linea per Skagway, per fortuna da li a due ore ne parte uno, cosi lo prenotiamo per 2 posti, ma la sorpresa quando arriviamo in aeroporto è che l’aereo non è grosso, ma un 4 posti come quello del cinquale, anzi esattamente è un cessna ad ala bassa come quello di Luni usato un paio di volte per lanciarmi col paracadute.

Ma che fortuna, col pilota e noi 2 c’era solo un posto libero.

Camminiamo fino all’aereo accompagnati dal Pilota, un ragazzo che accumulava ore di volo per poi un giorno poter volare con gli aerei di linea. Saliamo a bordo,Donato dietro e io accanto al pilota, Cosi se sviene guido io. Il monomotore a pistoni parte, Lo scenario è favoloso, Juneau con la sua baia e un ghiaccciaio sullo sfondo è proprio una bella città, peccato per il freddo.

Sorvoliamo per un’oretta le punte delle montagne innevate, io filmo a raffica, questi scenari col sole sono rari da vedersi, poi lui si infila scendendo pian piano nella vallata di Skagway e con raffiche di vento alla fine, atterriamo sulla pista asfaltata. Tornati al punto di partenza salutiamo il pilota e scopriamo che i meno 15 gradi ci gelano all’istante le mani.La tipa dell’aeroporto col minivan, ci accompagna al porto li vicino, per fortuna, Il freddo a piedi ci avrebbe ibernato. Apriamo l’auto e scopriamo che la bottiglia di birra che Donato aveva comperato era di ghiaccio.L’auto è giu di batteria. Il primo tentativo va a vuoto. Capisco che ce n’ è uno solo ancora, o la va o stiamo bloccati. Provo e mentre c’è l’ultimo giro di pistone, per fortuna parte.

Evvaiiii. Stiamo 5 minuti fermi per far scaldare il motore ricaricare la batteria ma sopratutto per far venire aria calda per noi.Entriamo nella strada principale della cittadina che d’estate è meta di molte navi da crociera, e ci fermiamo poco piu in là nell’ufficio postale per una cartolina a Vicini di Casalmaggiore e poi via verso il Canada.

Da li a poco rientriamo nella neve e ghiaccio e salutiamo l’Alaska ciao ciao



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