L’africa primordiale

Finalmente si parte per il nostro primo assaggio dell'Africa nera con destinazione Namibia. Il volo da Torino via Francoforte scorre tranquillo: ottimo il trattamento della SAA. All'arrivo a WINDHOEK una piacevole sorpresa: un piccolo bar prepara "espresso italiano": lo è veramente! La nostra guida si rivela una splendida persona, mai troppo...
Scritto da: nicolettajam
l'africa primordiale
Partenza il: 04/09/2007
Ritorno il: 21/09/2007
Viaggiatori: in coppia
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Finalmente si parte per il nostro primo assaggio dell’Africa nera con destinazione Namibia. Il volo da Torino via Francoforte scorre tranquillo: ottimo il trattamento della SAA. All’arrivo a WINDHOEK una piacevole sorpresa: un piccolo bar prepara “espresso italiano”: lo è veramente! La nostra guida si rivela una splendida persona, mai troppo invadente ma assolutamente efficiente e preparata. Si parte subito per la prima tappa, la regione di Omaruru, dove alloggiamo all’Epako Game lodge e ceniamo su una terrazza affacciata su una pozza a cui si abbeverano molti gnu e sopattutto 3 rinoceronti di cui uno cucciolo e giocherellone. L’indomani mattina presto di parte verso il parco Etosha e ci fermiamo presso l’Ongava tended camp all’interno di una riserva privata molto ricca di animali, tra cui zebre, rinoceronti,springbok e leoni. Noi abbiamo avuto la foruna di essere visitati da una famiglia composta da due leonesse e sette cuccioli che sono venuti alla pozza antistante la terrazza pranzo proprio all’ora di cena. Che emozione e anche che apprensione a vedere che arrivavano due ranger armati a nostra protezione! Infatti il campo non ha alcuna protezione o barriera con il bush per cui di notte gli animali passeggiano tra le tende liberamente e le tende sono fornite di un richiamo da stadio da azionare se si vuole uscire dal sicuro della tenda! Al mattino presto ingresso nel parco Etosha e per tutto il giorno immersione totale in una natura ricca di vita animale e in cui abbiamo avvistato 4 dei 5 big five: solo iil leopardo non si è concesso! Ora via per il Damaraland. La strada, sterrata ma molto ben tenuta, arriva a un passo da cui si gode un panorama di una bellezza mozzafiato: un susseguirsi di montagne e vallate profonde a perdita d’occhio, immerse in un silenzio e in una solitudine da natura primordiale. Unico rumore il vento e anche a noi viene spontaneo parlare sottovoce, intimiditi da questa natura. All’arrivo ci accoglie l’unica oasi del Damaraland con alte palme in mezzo a un paesaggio desertico con poca vagetazione sparsa.

Durante la notte veniamo svegliati da un forte rumore di sassi smossi e dalla finestra della tenda assistiamo al passaggio di un branco di elefanti, a non più di dieci metri da noi… Si prosegue con la visita aTwyfelfontein e alle più antiche incisioni rupestri di tutta l’Africa, alla foresta pietrificata e le welwitschia mirabilis e alla zona delle canne d’organo. Quindi, dopo una notte di riposo al Doro Nawas camp , si parte alla ricerca degli elefanti e rinoceronti del seserto. Siamo fortunati: incontriamo quasi subito un bell’esemplare di elefante maschio che però, infastidito dalla nostra presenza proprio sul suo cammino verso un certo albero, accenna a una carica, costringendoci a una veloce fuga. Non troviamo il rinoceronte ma solo le sue tracce e possiamo ammirare una famiglia di elefanti piuttosto numerosa (ho contato 15 adulti e 7 piccoli) tra cui un elefantino di appena 4 settimane che ci ha deliziato con le sue buffe corsette. L’indomani traferimento per Swakopmund e la colonia di otarie di Cape Cross attraversando un lungo tratto di deserto e passando accanto alle variopinete baracche di lamiera dei cercatori di pietre preziose .Decidiamo a questo punto di effettuare il trasferimento a Sossusveil in aereo, sorvolando con un piccolo Piper a 6 posti prima la costa atlantica deserta, con le dune che si gettano in mare, poi una parte del deserto del Namib, con i resti delle navi che qui naufragarono e quelli dei villaggi abbandonati dei cercatori di diamanti. Un po’ di apprensione per le dimensioni dell’aereo, ampiamenrte compensate dai paesaggi che si possono ammirare! L’indomani all’alba partenza per il deserto e le sue altissime e spettacolari dune con i nostri compagni di viaggio che si sono cimentani nella discesa dalle dune in “bob” . E’ l’ultimo giorno in Namibia che ci saluta con uno spettacolare e struggente tramonto sul deserto.

Salutiamo i nostri compagni di viaggio e la nostra guida e partiamo per Johannesburg, dove lasciamo buona parte del bagaglio, e via verso Victoria Falls. All’arrivo a Victoria Falls la brutta sorpresa: nessuno ad aspettarci, di più: l’albergo prenotato ,tramite agenzia, in Botswana nega la prenotazione. Per fortuna nell’aeroporto (piccolo, sporco e maleodorante appena fuori dalla zone d’arrivo) c’è un minuscolo ufficio telefonico presso il quale ha sede un tour operator locale che ci trova un albergo per 2 notti a Voctoria Falls e ci organizza 2 game drive per il parco Chobe. Ll parco si rivela un’orgia di ippopotami, coccodrilli, bufali, varani, giraffe oltre a una quantità incredibile di uccelli, aquile dalla testa bianca, buceri, cormorani … Durante la mattinata spesa su una barca che naviga sul fiume Chobe, mentre al pomeriggio la scoperta dei branchi di elefanti, numerosissimi, che si raccolgono lungo il fiume dove hanno creato vere e proprie “vasche di fango” dove fanno il bagno, sembra divertendosi un mondo… Un incontro che ci ha invece riempiti di tristezza è stato quello con una leonessa ormai troppo anziana che, abbandonata dl branco, stava morendo di inedia. Lo so, è la vita naturale, ma ancora mi intristisce pensarci. Arriva l’ultimo giorno: al mattino gita in canoa lungo lo Zambesi e per ultimo la visita alle cascate. Consiglio a tutti gli amanti degli spettacoli naturali la gita in canoa lungo lo Zambesi: si scoprono angoli di paradiso in cui il silenzio permette di ascoltare il rombo lontano delle cascate, il verso delle scimmie e il barrire degli elefanti che passeggiano sulle rive, in cui i colori della vegetazione che si riflette sull’acqua e il rosso del tramonto donano sensazioni e emozioni profonde e indimenticabili. E infine lo spettacolo delle Cascate Vittoria, selvagge e imponenti, nonostante il periodo che è quello di minor portata.

Alcune considerazioni: la Namibia rappresente la natura come probabilmente l’hanno vista i primi abitanti della terra: spazi infiniti, deserti frequentati solo da animali selvatici (è l’ultimo posto in cui si possono trovare animali liberi e non in parchi protetti, persone gentili, aperte e sorridenti (quando abbiamo forato, una famigliola su un carretto trainato da un asino si è fermata per darci una mano) strutture belle e efficienti. Zimbwawe e Botswana meritano sicuramente più giorni di quanti abbiamo potuto dedicare, unico difetto: la difficoltà nelle comunicazioni telefoniche. In ultimo: l’agenzia di viaggio presso cui avevamo prenotato ha risarcito interamente il disguido a Victoria Falls con tante scuse per i disagi: molto bene! Avrei ancora molte cose da dire, ma se volete maggiori dettaglie consigli, scrivetemi: nicky47@hotmail.It.

Al prossimo viaggio!



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