L’africa che abbiamo sognato
(foto n° a1) Lunedì 16 Settembre 2002 L’emozione è fortissima sia perché il viaggio è impegnativo per la gran quantità di cose che contiamo di vedere, sia perché in parecchi ci hanno detto che il Sud Africa è abbastanza pericoloso. Nel proseguo del viaggio constateremo che non è affatto vero.
In aeroporto, dopo aver sbrigato le solite adempienze che vengono richieste alle frontiere, ritiriamo le valigie e, dopo aver cambiato gli Euro in Rand, la macchina.
Prima di lasciare l’aeroporto acquistiamo anche delle carte telefoniche, da usare nei telefoni pubblici, si riveleranno utilissime durante il viaggio perché telefonare dal Sud Africa, da un telefono pubblico, costa veramente poco e, inoltre, si trovano con una certa facilità.
Inizia così la nostra avventura Sud Africana con prima destinazione Graskop un grazioso paesino del Mpumalanga vicino a Blyde River Canyon, che contiamo di visitare il giorno dopo.
La cosa più difficile, per il momento, è la guida a sinistra (alla prima rotonda siamo già contromano). Il paesaggio da brullo, intorno a Jo’burg, si fa via via sempre più verde fino a che ci troviamo immersi in meravigliosi boschi di Abeti ed Eucalipti. E’ evidentemente una zona importante per la produzione del legname, (come molte altre in tutto il Sud Africa e che avremo modo di vedere durante il viaggio).
Dopo circa 380 km, alle 16.30, arriviamo in Hotel (Graskop Hotel prenotato dall’Italia via internet) siamo accolti molto cordialmente e colpiti dall’arredamento del posto molto particolare e di buon gusto che ci fa immergere totalmente in un clima africano. Alle 20.00 ceniamo in albergo con Mirko e Marika, una simpatica coppia di Milano conosciuta in aeroporto e che alloggia nel nostro stesso albergo. Dopo cena ci auguriamo la buona notte e tutti a nanna molto presto.
(foto n° a2) Martedì 17 Settembre 2002 Dopo una mega dormita ci svegliamo alle 6.00; ci prepariamo e andiamo a fare colazione con i nostri amici di Milano, poi i saluti perché loro si dirigono subito al Kruger, noi invece oggi visiteremo il Blyde River.
Prima facciamo quattro passi in paese a Graskop, ne vale veramente la pena! Il clima è molto cordiale e la gente che incontriamo è gentilissima, inoltre, i negozi di artigianato intorno al nostro albergo sono molto interessanti.
La visita al Blyde River Canyon si rivela veramente interessante, sia paesaggisticamente, come la God’s window, le Bourke’s Luck Potholes, i Three Rondavels, sia per la possibilità di fare numerosi percorsi a piedi, che noi naturalmente facciamo.
Arriviamo a Pilgrim Rest e ci concediamo una sosta mangereccia in uno dei numerosi locali del posto il “Mona Cottage” dal nome (almeno per noi veneti) alquanto equivoco.
Il villaggio, però, ci delude per il clima troppo turistico qui, prima e unica volta in tutto il viaggio, incontriamo persone maleducate ed esageratamente insistenti per ottenere la mancia e con la pretesa di cifre consistenti.
Rientriamo a Graskop e indugiamo presso i negozietti di artigiano, alla fine comperiamo una bellissima maschera in legno.
Alla sera andiamo a cenare in un ristorante prenotatoci dal portiere dell’Hotel il “Notty Pine” ottima la trota e l’ambiente molto cordiale. (foto n°a3) Mercoledì 18 Settembre 2002 Partenza per il kruger! Scendendo da Graskop attraversiamo nuovamente strade,scarsamente trafficate ed immerse nei boschi; gli Eucalipti sono di una altezza esagerata con fusto diritto. Meravigliosi.
Ad Hazyview giriamo per il Kruger e poi per il Sabi Sabi. Arriviamo per le 10,30, parcheggiamo e subito ci vengono a prendere per accompagnarci alla reception. Siamo accolti da Tom il quale ci spiega come è fatto il Bush Lodge ma, soprattutto, come ci dobbiamo comportare considerato che qui è molto facile incontrare animali e che siamo noi gli estranei e non loro.
Pranzo: Ci scoliamo una bottiglia di Sauvignon! E’ fresco ed è un piacere berlo.
Il pranzo è osservato da un Cercopiteco che si aggira insistentemente in questa zona (senza infastidire però) come avremo modo di constatare nei prossimi giorni.
Alle 16,30 partiamo per il safari con il nostro Ranger Elliot e il sorridente Tracker Belive. Subito avvistiamo dei Kudu, degli impala, un rinoceronte con il cucciolo ed una Iena che si avvicina in modo sorprendente al veicolo, il suo atteggiamento è molto simile al cane. E’ un continuo scattare foto, l’emozione di vedere questi animali nel loro ambiente naturale è fortissima.
Torniamo al lodge verso le 19,30, ceniamo alle 20,00 nel boma con tutti i fuochi accesi.
Siamo a tavola con Elliot, una coppia sudafricana di Jo-burg ed una famigliola Israeliana: genitori e due figli maschi. Questi saranno i nostri compagni di safari e cena per i prossimi due giorni.
(foto n°a4) Giovedì 19 Settembre 2002 Levataccia alle 5,30 del mattino. Usciamo dal nostro lodge e ci troviamo circondati da una tribù di Babbuini, sono fortissimi, gli adulti attraversano incuranti i lodge e vanno verso la pozza d’acqua che si trova poco distante, i cuccioli invece, si nascondono dietro ad un muro vicino e spuntano su quel tanto che serve per vedere nascondendosi alla nostra vista impauriti. Ci fermiamo in disparte per non disturbarli e aspettiamo che seguano gli adulti.
Tè e caffè per svegliarci con un occhio rivolto sempre al solito Cercopiteco che non si allontana mai dalla zona pranzo.
Appena partiti avvistiamo subito degli impala, una zebra e tre rinoceronti, uno di questi ci sbarra la strada. Ripartiamo, siamo circondati da un branco di Babbuini forse gli stessi che poco prima erano ai lodge. Sembra ci siano dei leoni non lontano, ma non riusciamo a vederli.
Cambiamo zona e ci avviciniamo ad una pozza d’acqua. Un Leopardo! E’ proprio davanti a noi. Scatta! Scatta! Scatta! E’ meraviglioso. La pozza d’acqua, inoltre, è popolata da numerosi uccelli per noi sconosciuti ma bellissimi. Torniamo al lodge dopo aver visto dei Facoceri, degli elengatissimi Kudu maggiori e delle zebre.
Alle 11,00 passeggiata nel bush in compagnia di Elliot.
Dopo pranzo facciamo una chiacchierata con Linda e Charles, la coppia di Jo-Burg nostra compagna di safari, i quali ci danno delle dritte riguardo la Garden Route e le Winelands che si riveleranno molto utili soprattutto per le degustazioni alle cantine e la ricerca dei ristoranti.
Alle 16,30 siamo pronti per il safari del pomeriggio, vicino al villaggio vediamo due elefanti, proseguendo ci imbattiamo in un gruppetto di giraffe che stanno brucando. Al rientro troviamo un elefante vicinissimo alla strada.
Cena con i nostri compagni e il Ranger, ci scoliamo una bottiglia di Cabernet, memorizziamo il nome della cantina e questo è molto utile perché avremo modo di bere altri vini di questo produttore e tutti ottimi.
Al momento di andare a letto Elliot ci accompagna (è proibito girare la sera da soli).
Venerdì 20 Settembre 2002 Ultimo safari al Sabi-Sabi.
Appena partiti vediamo subito diversi animali ma oggi non ci interessano, il nostro obiettivo è il leone. Purtroppo non riusciremo a vederlo. Scoviamo, però, una femmina di Ghepardo con il piccolo.Cosa fa? Uno scatto ed una partenza ad una velocità impressionante. Dopo un pò realizziamo che insegue un impala. Rimaniamo vicino al cucciolo il quale la chiama emettendo un suono (da questo capiamo perchè qui il Ghepardo lo chiamano chetaah). Cerchiamo la madre, la troviamo con tra le zampe l’impala morto, il suo problema ora è quello di farsi raggiungere dal cucciolo senza che altri animali approfittino della sua preda.
(foto n° a6) E’ già ora di andare. Salutiamo Elliot, i nostri compagni di safari e, dopo un’abbondante colazione chiudiamo le valigie e partiamo alla volta di Pongola.
Percorrendo la strada che ci porta fuori dalla riserva, ad un certo punto vediamo in una zona abbastanza priva di alberi, un incredibile numero di animali: elefanti, zebre, giraffe, il Sabi-Sabi ci vuole dare il suo saluto.
Non dovremo fermarci molto in questo trasferimento ci aspettano 480 Km ! Attraversiamo Hazyview, raggiungiamo Nelspruit ed ammiriamo le sue piantagioni di banani, Nelsberg pass circondato dai boschi, Badplaas circondato da distese simili a praterie, fattorie, e numerosi villaggi fatti di capanne che rivelano l’estrema povertà in cui vive la popolazione di colore. Ci fermiamo lungo la strada per acquistare degli oggetti in paglia venduti da alcuni bambini che prontamente ci circondano; abbiamo alcune caramelle e le distribuiamo. Come in ogni parte del mondo, i bambini, sono molto vivaci e cordiali, più avanti ne vediamo un gruppetto, di piccolissimi e completamente nudi, che si tuffa in una pozza d’acqua in una allegria indescrivibile.
La libertà e la naturalezza che i Sud Africani hanno nel loro rapporto con la natura è per noi motivo di sorpresa che ci accompagnerà per tutto il viaggio.
Lochiel, Warburton, Amsterdam e ancora distese e fattorie con una campagna molto coltivata che ci fa capire come in questa zona si siano stabiliti i Boeri. Piet Retief ed ecco che in lontananza vediamo le montagne che segnano il confine con il regno dello Swaziland. Pongola ed infine Golena, dove abbiamo prenotato (sempre tramite internet) il Lodge. Arriviamo al Shayamoya Game Lodge alle 17,00.
Marietjie ci accoglie molto cordialmente, il posto è stupendo, è su di una collina e vediamo tutto il lago di Pongola, inoltre i Lodge sono immersi negli alberi e tutto è fatto in legno, la zona pranzo è confortevolissima e molto accogliente con una terrazza dalla quale si gode una vista lago stupenda.
Alle 19,30 andiamo a cena, l’ambiente è molto familiare il cibo è ottimo e tutto lo accompagniamo con un’ottima birra. Mentre raggiungiamo il nostro lodge notiamo che si è alzato il vento e, come ci aveva spiegato Marietjie, fa si che questa zona sia a basso rischio malarico.
A nanna cullati dal canto di numerosi uccelli che popolano questo posto.
Sabato 21 Settembre 2002 Alle 9,00 siamo pronti per il River safari, Derek ci aspetta (da noi subito soprannominato Ispettore Derrik) vicino al Land Rover, poco dopo siamo raggiunti da Corinne ed Andrew una simpatica coppia di Durban che trascorre il fine settimana al Shayamoya. Attraversiamo la riserva che circonda il lago di Pongola e vediamo numerosi animali: zebre, giraffe, sprinbox, impala, kudu, facoceri, scimmie, gnu e numerosi avvoltoi sugli alberi. Arriviamo alla barca e dopo un po’ vediamo 13 ippopotami, sulla riva ci sono alcuni coccodrilli enormi. L’ambiente lacustre che circonda il lago, inoltre, è ricco di uccelli di ogni specie.
Torniamo alle 11 e, dopo aver pranzato, ci godiamo l’ambiente rilassante e familiare dell’Hotel.
Ore 15 Game Safari, vediamo un’infinità di animali. Derek è molto bravo e, come il mattino, sa sempre dove fermarsi per farci veder meglio. La Pongola Nature Reserve, al confine con lo Swaziland, è ricca di fauna, inoltre, essendoci il lago all’interno, sulle sue rive, si possono vedere numerosi animali insieme in ambiente aperto quando questi vanno a dissetarsi.
Cena nel boma in clima molto cordiale, il personale che si occupa della grigliata di carne è eccezionale la fa cuocere in maniera perfetta, c’è una zucca intera cotta e nel suo interno troviamo, mescolata alla sua polpa, frutta secca (albicocche, prugne,uvetta, pinoli). Ci sono anche numerose salse alcune un po’ piccanti altre leggermente agrodolci che sono eccezionali. Il cibo lo accompagniamo con un ottimo Caberbet Sauvignon e con l’ottima compagnia di Corinne ed Andrew.
Domenica 22 Settembre 2002 Il risveglio è salutato da una meravigliosa civetta che ha deciso di appollaiarsi sul palo di legno che delimita il nostro terrazzino, da così vicino non ne avevo mai viste. Sapremo più tardi, dall’insostituibile Marietjie, che è un ospite abituale. Dopo un’abbondante colazione salutiamo tutti al Lodge e, alle 9,00, partiamo per Durban.
Oggi ci aspettano circa 380 Km di trasferimento.
Riprendiamo la N2 che ci condurrà fino a Cape Town. Attraversiamo Mikuze e lungo la strada notiamo numerosi villaggi con poverissime capanne. Comperiamo alcune sculture dai venditori/scultori che ci sono lungo la strada. Sono molto belle ed inoltre siamo contenti di aver lasciato un po’ dei nostri soldi a questa gente che non ha nulla se non questa grande abilità nel fare questi lavori in legno. Non dimenticheremo mai gli occhi dei bambini.
Alle 15 circa arriviamo all’aeroporto di Durban, prendiamo l’aereo e, alle 18,15 circa siamo a Port Elizabeth,ritiriamo la macchina, raggiungiamo l’hotel e ci abbandoniamo ad una ricca dormita.
(foto n° a8) Lunedì 23 Settembre 2002 Colazione vista oceano, oggi è una giornata meravigliosa. Partiamo per la Garden Route e costeggiamo l’oceano per un po’, poi, in vena di esplorazioni andiamo a zonzo con la macchina. In poco tempo ci perdiamo ma, dopo aver goduto dello splendido panorama che offre la costa e dopo aver consultato il nostro “Road Atlas” , ritroviamo la N2. Facciamo sosta per uno spuntino di mezzogiorno a Jeffreys Bay approffittando dell’occasione per ammirare i surfisti che cavalcano le onde. La Garden tiene fede al suo nome, è tutta una fioritura ed inoltre ci sono paesaggi stupendi con montagne dai profili molto dolci e verdissime. Usciamo dalla numero 2 per goderci il panorama che offre la Nature’s Valley.
Attraversiamo Plettenberg Bay e alle 16 arriviamo alla laguna di Knysna, andiamo direttamente all’Hollow Hotel prenotato durante l’attesa all’aeroporto di Durban. La scelta è stata dettata dal fatto che ha un ottimo ristorante; questa si rivelerà un’ottima Intuizione.
Alle 19 siamo a cena a gustarci un ottimo piatto di pesce accompagnato da un vino Souvignon.
Martedì 24 Settembre 2002 Oggi ci aspetta la visita al Wilderness National Park, prendiamo il trenino a vapore che lo attraversa fino a George. In carrozza facciamo amicizia con due simpaticissimi Sud Africani che ci spiegano un sacco di cose sulla riserva e sul paese. I paesaggi sono molto belli , soprattutto di una bellezza mozzafato è il tratto in cui il treno corre a strapiombo sull’oceano. L’ultima parte, però, ci lascia con l’amaro in bocca il treno infatti attraversa la township di George.
Molto interessante è il museo che si trova nella stazione di George dell’Outeniqua Choo-Tjoe: lo “Steam Train Museum”.
Torniamo a Knysna con un taxi e, non appagati ancora dalla vista dell’oceano andiamo a Brenton-on-Sea a fare una passeggiata sulla spiaggia.
(foto n° a10) Mercoledì 25 Settembre 2002 Oggi contiamo di dedicare l’intera giornata alla visita del Wilderness Park, a colazione parliamo con una coppia di italiani i quali ci dicono di non tralasciare una visita a Plettenberg Bay dove, tra l’altro, saremo sicuri di vedere le balene. Arrivati nella baia di P.B., delle balene nemmeno l’ombra il posto però è bellissimo, facciamo una passeggiata sulla spiaggia nonostante il vento fortissimo.
Ci rechiamo a Buffelsbaai dove mangiamo in un ristorante vista oceano. Le goccioline d’acqua che restano in sospensione nell’aria sollevate dalla cresta delle onde dal forte vento che soffia danno al paesaggio un aspetto irreale; dopo pranzo programmiamo una passeggiata nella Goukamma N.R., ci inoltriamo tra le dune di sabbia fino ad arrivare ad un fiume che attraversiamo con un traghetto fai-da-te (metodo Caronte), nella riserva incontriamo altre persone che si gustano il silenzio rotto solo dal canto dei numerossimi uccelli. Sbuchiamo di nuovo sull’oceano, il paesaggio è incredibilmente selvaggio! (foto n° a11) Giovedì 26 Settembre 2002 Sveglia all’alba e alle 8 siamo pronti per partire alla volta di Hermanus. Lungo la strada ammiriamo prima il selvaggio panorama dell’oceano, poi la campagna curatissima e punteggiata da fattorie dove si allevano struzzi, mucche e pecore. Il tempo però non è bello e piove violentemente. A Swellendam usciamo dalla N2 sia per ammirare la cittadina che per fare visita a Claudio, un italiano che gestisce una Guest House: “La sosta”. Claudio è gentilissimo e ci offre subito un caffè, l’ambiente che ha creato qui è molto accogliente. Ci dispiace di aver già penotato ad Hermanus.
Dopo un’ora lo salutiamo, ripartiamo e, subito dopo, il tempo migliora.
Il paesaggio dopo un po’ si fa montagnoso, ed è punteggiato da innumerevoli piante di Pelargonium che in Sud Africa crescono spontaneamente.
Arriviamo alla Guest, House prenotata ad Hermanus, nel primo pomeriggio. E’ sul mare. Il posto però non è all’altezza delle aspettative e il clima, per quanto appaia familiare, è privo di spontaneità.
A cena chiacchieriamo con una coppia di Bavaresi che sono qui con un gruppo di ciclisti, sono molto simpatici.
(foto n°12) Venerdì 27 Settembre 2002 Dopo un’abbondante colazione partiamo, senza, purtroppo aver visto nemmeno una balena; il posto inoltre ci ha deluso, non valeva la pena venire fino qui.
Decidiamo di fare la strada lungo la costa fino a Strand.
Ci fermiamo a Stony Point per vedere i pinguini, sono eccezionali con la loro traballante andatura e siamo meravigliati dalle loro piccole dimensioni. Proseguimo lungo la costa, la strada mano a mano che ci avviciniamo a Gordon’s Bay si fa sempre più a strapiombo sul mare e lo spettacolo è stupendo. Ad un certo punto vedo in acqua della strane enormi pinne nere. Le balene! Ci fermiamo e nella baia ci sono due balene, una di esse ha anche un piccolo.
Arriviamo a Stellenbosch, quella che sarà la nostra ultima tappa, dopo aver attraversato una campagna curatissima.
Cerchiamo un Bed&Brekfast e troviamo posto a “Fynbos Villa” una casa storica di Stellenbosch.
Scarichiamo le valigie ed andiamo a mangiare in un pab vicino il “Coachman” che fa parte del Villaggio museo. Dopo aver mangiato indugiamo in un vicino mercatino e giriamo un po’ per i negozi; la gente è molto cordiale e ha voglia di chiacchierare.
La sera torniamo al pab per la cena sia per la loro gentilezza sia perché si mangia veramente bene, inoltre l’ambiente ci ricorda una locanda medioevale.
Sabato 28 Settembre 2002 Ci alziamo presto, ma la giornata non promette niente di buono. La proprietaria della nostra pensione ci sconsiglia di fare la gita al “Cape of good hope” perché il tempo è pessimo e non si può godere della vista che la gita dovrebbe offrire. Dopo una rapida consultazione decidiamo di dirigerci comumque verso il capo e, se il tempo non migliora, di fare un giro a Città del Capo e poi dirigerci verso la West Coast e lì fermarci in un ristorante consigliatoci da Linda e Charles la coppia conosciuta al Sabi-Sabi.
Partiamo, dopo un po’ sembra che si sia scatenato il diluvio universale ma, mano a mano che ci avviciniamo alla costa il tempo migliora, quando giungiamo a Simon’s Town è decisamente bello e, soprattutto, limpidissimo.
La strada ha dei punti panoramici meravigliosi, ci fermiamo per un caffè vicino alla colonia di pinguini di “The Boulders” in un bar stupendo da far invidia ai nostri più bei caffè storici.
Lungo il percorso ci godiamo la fioritura del Capo che, in questa stagione è veramente stupenda. I cespugli fioriti sono frequentati da numerosi piccoli uccelli dalle piume coloratissime. Arriviamo sulla punta estrema, parcheggiamo, e ci facciamo una passeggiata fino al faro; il vento è molto forte. Dall’alto della roccia ci godiamo la vista di una balena che ha deciso di sostare nella baia sottostante.
Torniamo facendo il giro dal lato opposto; ad un certo punto un gruppo di babbuini ci sbarra la strada rallentiamo per non spaventarli; da dietro arriva il solito turista “furbo” che velocemente si piazza davanti a noi con una frenata da cicuito e inizia a scattare foto con i babbuini che incominciano ad agitarsi sconcertati. Una occasione persa per poter osservare questi animali in tutta spontaneità e scattare delle foto originali. Ringraziamo questi turisti che, immancabilmente, spuntano fuori in ogni viaggio.
Vicino a Middle Beach troviamo un grazioso ristorantino tutto dipinto in azzurro e decidiamo che è ora di mangiare.
Proseguiamo, attraversiamo la zona di Constantia, poi verso Hout Bay, qui facciamo sosta in uno shop cafè, ci fermiamo a chiacchierare con una ragazza Brasiliana figlia di Italiani e che lavora lì.
Riprendiamo il nostro itinerario, passiamo da Camps Bay e poi rientriamo a Stellenbosch.
La sera indugiamo a passeggiare nelle vie del centro alla ricerca di un posto dove mangiare, ad un certo punto presi da una crisi di astinenza da pasta asciutta ci infiliamo in un ristorante che non lascia dubbi: “Al Frascati”. Conosciamo i proprietari, che vivono in Sud Africa da parecchi anni, sono delle persone amabilissime. Ritorniamo alla nostra pensione molto presto perché domani ci aspetta una giornata molto intensa.
Domenica 29 settembre 2002 Oggi intera giornata dedicata a Cape Town. Ci alziamo presto e, alle 8.00 siamo già per strada, arriviamo nei pressi della funivia della Table Mountain siamo tutti felici perché la giornata non potrebbe essere migliore, in macchina con noi c’è una coppia di Tedeschi ai quali abbiamo dato un passaggio; giunti alla partenza della cabinovia siamo sconvolti dalla massa di gente che c’è. Decidiamo di modificare il programma: prima visiteremo i Kirstenbosch e poi, sperando che la giornata rimanga limpida, saliremo sulla Table Mountain.
La coppia di Tedeschi, invece, decide di salire sulla cima a piedi.
I giardini botanici sono di una bellezza indescrivibile, non è solo la gran quantità di fiori a stupirci ma, le piante, gli alberi, lo scorrere dell’acqua e come è disegnato il percorso e gli spazi riservati ai visitatori tutti studiati per offrire posti vivibili e godibili sia dagli adulti che dai bambini.
Decidiamo di mangiare nel ristorante all’interno del parco un posto fatto con materiali che armonizzano con l’ambiente circostante.
Alle 14.00 circa torniamo alla cabinovia, questa volta non c’è nessuno e in cinque minuti ci troviamo sopra; la giornata è ancora bellissima e decidiamo di fare tutto l’itinerario a piedi indicato.
Indugiamo vicino alla stazione a monte per ammirare le Procavie del Capo che si scaldano al sole.
Ritroviamo i nostri amici di Berlino che sono saliti a piedi, hanno impiegato circa tre ore.
Scendiamo e ci dirigiamo verso il Waterfront passando da Sea Point per goderci fino all’ultimo la vista dell’oceano (infatti questa è l’ultima volta che lo vediamo perché domani visiteremo le Winelands). Giriamo l’ enorme centro commerciale più interessati alla struttura che ai negozi, anche se converrebbe comprare perché per noi Italiani è tutto molto conveniente.
Al rientro la natura di questo paese ci vuol ancora sorprendere con un tramonto spettacolare.
La sera giriamo un po’ per Stellenbosch, dopo aver cenato, e siamo colpiti da alcuni bambini, già notati la sera prima, che dormono per strada al riparo di scatole di cartone. (foto n° a15) Lunedì 30 Settembre 2002 Oggi è l’ultimo giorno in Sud Africa.
Visitiamo a piedi Stellenbosch per ammirare i bei edifici storici, il Villaggio Museo e i bei negozietti pieni di cose vecchie, delle quali da noi si è persa la memoria.
I bambini visti la sera prima che dormivano fuori sono assopiti al sole e cercano di scaldarsi.
Alle 10.00 partiamo per Paarl dove visitiamo una cantina con la possibilità di degustare sia vini che formaggi, poi in un’altra per fare una degustazione di Porto Sud Africano. Attraversiamo di nuovo la campagna per giungere a Franschhoek dove andiamo alla ricerca della Petite Farm, sia per le degustazioni sia perché è anche un ottimo ristorante; il posto non delude e il nostro ultimo pranzo in Sud Africa ci resterà nella memoria per lungo tempo. Rientriamo a Stellenbosch sotto una pioggia torrenziale.
Ci ha colpito l’inerzia con la quale le persone di colore in questo paese rimangono ferme sotto la pioggia, immobili con lo sguardo fisso nel vuoto.
Martedì 01 Ottobre 2002 E’ il giorno del rientro, le valigie sono pronte; facciamo un ultimo giro per Stellenbosch per acquistare alcune cose viste il giorno prima.
Nel primo pomeriggio partiamo per l’aeroporto consegniamo la macchina e, alle 17 decolliamo alla volta di Francoforte.
Mercoledì 02 Ottobre 2002 Sono le 7.00 di mattina circa e dopo aver realizzato che la vacanza è finita e che siamo a Francoforte cioè, in Europa, ci dirigiamo verso un bar per la colazione, apprezziamo subito i vantaggi della moneta unica.
Alle 12 atterriamo all’aeroporto Catullo di Verona.
Luisa&Luigi – Verona Fonti consultate: Guida Blu Touring Club Guida Lonely Planet 2002 Road Atlas of South Africa – Globetrotter Guide portfolio: inviate dall’ufficio del turismo del Sud Africa di Milano.
Prenotazioni: Una parte con agenzia (noleggio auto e volo aereo) ed una parte tramite internet consultando la “Lonely Planet” e le guide “Portfolio” (la prima parte del viaggio fino a Durban) Telefonando sul posto di giorno in giorno da Port Elizabeth in poi.