Kurdistan iracheno
Volo: non esistono voli diretti dall’Italia. È necessario fare almeno uno scalo. La combinazione più comoda è il volo Austrian Aerlines via Vienna su Erbil il cui costo minimo è circa 800 euro. Il volo più economico è con la Flypegasus (compagnia low cost turca) il cui costo minimo si aggira sui 480 euro, ma è necessario mettere in conto due scali (Istanbul ed Ancara con partenze da Orio e da Bologna). Su Erbil volano anche Turkish, Egyptair e altre due o tre compagnie; non è comunque una tratta molto battuta e questo ne motiva il costo del biglietto non proprio economico.
Visto: all’arrivo del capoluogo Erbil viene rilasciato un visto gratuito di 15 gg. Per periodi superiori di permanenza bisogna contattare il Governatorato.
Moneta: la moneta ufficiale è il Dinaro iracheno (1500 D = 1euro ca) ma vengono accettati anche Dollari americani, poco accettati gli euro.
Pernottamento: ci sono alberghi per tutte le tasche ma non si trova niente di accettabile per meno di 50$.
Pasti: tipica cucina mediorientale con grande predominanza dell’agnello, peraltro ottimo. Il pranzo/cena tipico si compone di una minestra di verdura e funghi come antipasto e poi crema di ceci da spalmare sul pane, kebab di agnello, riso da accompagnare con minestra di fagioli e altri condimenti. Una menzione speciale la merita il pane, sottilissimo, con semi di sesamo, ottimo da mangiarsi caldo, simile a quello che si trova in altri paese mediorentali. Al termine del pasto viene sempre servito dell’ottimo tè (chai) molto zuccherato servito nei tipici bicchierini in vetro che trovate simili dalla Turchia all’India. In un’occasione mi è capitato di mangiare un pesce simile ad una grossa carpa cucinato alla brace aperto a libro. È un pesce molto grasso che ha un sapore piuttosto accesso e credo non incontri i gusti di tutti. Ovviamente vietati gli alcolici ad eccezione che nel quartiere cristiano di Ainkawa posto a nord verso l’aeroporto. Molto buono il caffè all’araba denso e con un intenso aroma di liquirizia da bersi nella stessa tazzina per tutti. Si beve anche il caffè alla turca.
Costo della vita – nota dolente: a parte i taxi che sono molto economici e i pasti (circa 10 euro a persona per un pasto tipico completo) il costo della vita è paragonabile a quello italiano; anzi alcuni alimenti sono anche più costosi. Ovviamente, vista la ricchezza del Paese a livello di petrolio, il costo dei carburanti è irrisorio (circa 0.30 euro/l).
Spostamenti: gli spostamenti in Erbil possono tranquillamente essere fatti a piedi o in taxi. Per uscire dalla città è necessaria una macchina con autista o un taxi a causa dei numerosi check point presenti sulle strade extraurbane.
Sicurezza: nonostante il recente attentato con 5 autobombe che hanno causato 6 morti, i Kurdi fanno di tutto per mantenere nel territorio un elevato livello di sicurezza, sicuramente non paragonabile all’instabilità presente sul resto del territorio iracheno. Girovagando per la città non si percepisce nessun pericolo; il popolo Kurdo è estremamente gentile ed ospitale. Uscendo dal perimetro cittadino è necessario essere accompagnati da un locale per superare i numerosi posti di controllo lungo le strade presidiati da soldati armati fino ai denti. È comunque un territorio sconsigliato dalla Farnesina per cui è praticamente impossibile stipulare un’assicurazione per il viaggio.
Lingua: ufficiale il Kurdo, capito l’arabo, pochi parlano l’inglese.
Cosa vedere: la regione autonoma del Kurdistan Iracheno è un territorio posto nel nord dell’Iraq in prossimità dei confini turco ed iraniano. È suddiviso in 3 governatorati: Erbil (il capoluogo), Sulaymanya e Dohuk. Erbil è la città storicamente più interessante anche se, nonostante sia di antichissima fondazione, le cose da vedere sono poche: la cittadella, in fase di imponenti opere di restauro per eliminare le sovrastrutture non originali realizzate da Saddam negli anni 80 e i resti di un minareto fuori dalla cittadella. Molto suggestivo passeggiare ai piedi della cittadella nei pressi del suk all’ora del tramonto quando le mura di mattoni s’incendiano di rosso. Carino ma moderno il Suk e alcuni locali caratteristici dove fumare il narghilè e bere il tè. Praticamente inesistente ogni frequentazione di occidentali, presenti esclusivamente, ma senza motivo, solo negli hotel internazionali.
A circa un centinaio di chilometri a est verso il confine iraniano, superata la cittadina di villeggiatura di Shaqlawa, e superata una piana desertica, si entra in uno scenario di montagne e di canyon con cascate e ruscelli. A circa 2-3 ore di macchina a sud di Erbil, superata Kirkuk si arriva a Samarra, città sunnita famosa per il minareto elicoidale e le mura della Grande Moschea del Venerdì: purtroppo qui siamo fuori dai confini del Kurdistan e se avete cara la pelle è meglio rimandare a tempi più calmi.
Conlusione
Viaggio singolare per vedere una regione da poco pacificata (o quasi) con alcuni interessati spunti architettonici e naturalistici e sede di un incredibile fermento economico che la porterà, secondo molti, a divenire la nuova Dubai. Fra pochi anni sarà probabilmente tutto diverso.