Kuala Lumpur, Mabul, Perhentian, Islands

Viaggio negli abissi di mari incontaminati... e non solo...
Scritto da: Costanza Russo
kuala lumpur, mabul, perhentian, islands
Partenza il: 01/08/2010
Ritorno il: 21/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Kuala Lumpur, Borneo Malese – Mabul, Perhentian 01 Agosto – 20 Agosto 2010 01/02 Agosto (D/L) Sveglia alle 04.00 am per prendere il volo da Verona per Francoforte. Lufthansa e’ già in tilt per le code e per fare il check-in impieghiamo più di un’ora e mezza. Per fortuna che non siamo i soli a dover prendere lo stesso volo, altrimenti lo avremmo senz’altro perso!!! Arrivo a FRA alle 08.10, ritiriamo i bagagli e facciamo un giro di perlustrazione. Ce la prendiamo con tutta calma, l’attesa e’ lunga in quanto il volo della Kuwait Airlines che ci porterà a Kuwait e successivamente a Kuala Lumpur e’ previsto per le 15.10. Il check-in non e’ consentito prima delle 12.00, quindi ce la mettiamo via e accettiamo l’attesa con filosofia. Il volo porta un ritardo di un’ora e decolliamo alle 16.00. Dopo un volo discreto dove eravamo praticamente gli unici europei, arriviamo a Kuwait alle 22.00 ora locale (+1 ora). Siamo circondati da donne con burka, uomini in camiciotti bianchi e bambine truccate da Lolita. Molti militari americani e mercenari. Ripartiamo alla volta di Kuala Lumpur alle 23.50. Durata prevista: 8,5 ore… Da un volo che ci vedeva inizialmente separati, ci ritroviamo a essere gentilmente spostati nei due posti vuoti vicino all’uscita di emergenza, dove dopo un’altra cena (la seconda di oggi!) a base di pollo al curry, ci addormentiamo fino all’arrivo in aeroporto (14.00 locali, +6 ore). Il KLIA e’ moderno, strutturato su 5 piani, con mille segnaletiche che ti ubriacano (le 24 ore di viaggio si fanno sentire…), personale sorridente e volenteroso, bagni profumati. Passiamo il controllo passaporti in un battibaleno e ancora meno ci occorre per recuperare i bagagli che sono già’ li’ che ci attendono (sarà che per arrivare al baggage claim dobbiamo addirittura prendere un trenino!). Cambiamo 100 $ e ci ritroviamo con 310 RM dei quali 70 se ne vanno subito per i tickets del KLIA ekspres. 28 minuti e siamo alla Sentral Station. Per prendere il taxi bisogna prima pagarlo all’interno della stazione proprio prima dell’uscita. Sono 25RM fino al 5th Elements hotel che si trova nel cuore di China Town. Il tempo e’ parzialmente nuvoloso ma non così umido come ci aspettavamo e la temperatura supera di poco i 30C. Il taxista ci allarma dicendoci che domani e’ prevista pioggia ma poi ci rassicura asserendo che spesso le previsioni non sono attendibili. China Town e’ ancora tranquilla, si animerà sicuramente questa sera… La camera dell’hotel ci delude, nonostante sia al 14mo piano e vanti una vista stupenda. E’ sporca, con mobili che sembrano gli scarti dell’Ikea e l’idea di farci un caffè con il boiler in dotazione sembra irrealizzabile anche se dopo mezz’ora, staccando la presa del minibar (?), lo facciamo funzionare. Affrontiamo subito la caotica China Town, con le sue bancherelle di merce contraffatta, Petaling Street, Central Market dove si può trovare dell’artigianato locale, Merdeka Square con il suo verde prato. Sempre a piedi, visto che e’ tutto molto vicino, ci dirigiamo alla Manera Tower dove, ai piedi della collina, usufruiamo della navetta che gratuitamente ci porta all’ingresso. Il caldo si fa sentire e i benefici della doccia fresca svaniscono in un’ora. Acquistiamo i biglietti per l’osservatorio (35RM a testa), audio guida gratuita + cultural tour. Il tour offre una bellissima vista sulla città ma e’ molto turistico. Cerchiamo di prenotare la cena al ristorante con piattaforma girevole ma e’ fully booked. Alle 20.00 ci avviamo a piedi verso le Petronas Towers (15 min), bellissime e sfavillanti e ci scateniamo con le foto. Sfiniti cerchiamo ristoro in un ristorante sulla Jalan P. Ramlee. Finiamo nostro malgrado in un ristorante italiano (di solito all’estero li evitiamo come la peste), il Modesto’s dove consumiamo una discreta cena. Ovunque donne in Burka che scoprono solo la fessura degli occhi o con Chador coloratissimi. In fin dei conti e’ un paese musulmano, anche se sotto molti aspetti molto occidentalizzato. Torniamo a piedi a China Town (30 min), attraversando una città quasi deserta, popolata a quest’ora della sera solo da qualche homeless. La sporcizia e’ ovunque e mi viene da pensare quanto sia dura qui la vita degli spazzini. Grossi scarafaggi ci fanno compagnia durante il percorso assieme a falene giganti. Consumiamo l’ultima Tiger in un lercio localino vicino alla Petaling dove gli ambulanti si stanno apprestando a dar fine all’intensa giornata lavorativa. Una pantegana corre impazzita sotto i banchetti dismessi. E’ già mezzanotte, ora delle nanne… 03 Agosto (M): Sveglia alle 7.45. Colazione in hotel… Deludente… Solo cibo salato, un po’ di anguria rossa e gialla (mai vista prima!), acqua e caffè. La sala e’ squallida e sporca, tavolini non apparecchiati e aria condizionata a mille! Decisamente un hotel che, nonostante le sue 4 stelle, ha un rapporto qualità/prezzo. Dobbiamo lasciare la stanza per mezzogiorno e quindi abbiamo tutto il tempo per sistemare i bagagli e lasciarli alla reception per la giornata. La maratona inizia subito con passo accelerato e con un’umidità che e’ almeno all’80% . Dopo circa 5 minuti di passo veloce si inizia a sudare come due porcelli in salamoia e la strada e’ tutta al sole. Avessimo almeno un’idea certa di dove andare, sarebbe una gran cosa, ma con la mappa in mano all’implacabile Costanza giriamo e giriamo macinando chilometri per arrivare infine a “little India” dopo almeno un’ora di cammino. Da li’, visto che non c’era nulla di particolarmente interessante o almeno così ci e’ parso, riprendiamo per il parco Lake Garden; e vai con un’altra marcia sotto il sole! Grondanti e prosciugati arriviamo al Bird Park: una foresta tropicale piena di uccelli. Il biglietto costa circa 35 RM a testa e tutto sommato ne vale la pena. Bellissima la civetta dormiente che ad un tratto ha aperto gli occhi giganteschi e lo struzzo dalla testa di corno tutto colorato. Centinaia di pavoni maschi e femmine che ti gironzolavano attorno come animali domestici e simpatici fenicotteri rosa che sondavano il fondale del laghetto alla ricerca di cibo. Verso la fine sono comparse pure delle scimmiette piccole ma rumorose che hanno catalizzato l’attenzione di tutti i visitatori. Non contenti di tutte queste meraviglie ci siamo fiondati anche al Butterfly Park e, la parola lo dice, e’ pieno di farfalle svolazzanti di una miriade di colori e dimensioni. Il parco e’ situato in un’area verde lussureggiante con delle reti protettive poste tutto attorno ed in alto onde evitare la fuga delle farfalle. E’ strutturato con dei percorsi obbligati in mezzo a laghetti e cascatelle che aumentano a dismisura l’umidità già’ elevatissima: foto a volontà e sudore a fiotti. Usciti dal parco decidiamo che non e’ il caso di continuare a piedi e prendiamo un taxi che per 15 RM ci riporta al 5th elements. Qui, dopo un’inconcludente discussione con un’addetto dell’hotel circa il costo del taxi per l’aeroporto e per la nuova allocation dove siamo diretti, riprendiamo i bagagli e partiamo per l’hotel che, in teoria doveva essere vicino all’aeroporto, ma in pratica e’ lontano circa un’ora di macchina (20RM). Ci accordiamo quindi con il taxista Thomas, da tre generazioni in Malesia, che odia gli Arabi e i Giapponesi ed e’ afflitto da un’acuta forma di logorrea, per la mattina seguente; appuntamento ore 4.45am fuori dall’hotel per arrivare in tempo all’aeroporto Lcct per il volo delle 7.20am con Air Asia (100 rm). Check in immediato al Nomad Sucasa Suites Hotel e preso possesso della camera che e’ decisamente meglio rispetto all’hotel precedente (quasi un’appartamento). Ci rilassiamo e poi scesi nella hall acquistiamo la tessera wifi (29 rm) per sistemare le prenotazioni degli hotel. Dopo varie vicissitudini per la connessione che non funziona, sistemiamo tutto e usciamo per la cena alle 21.00. La dritta dell’hotel e’ il Manhattan Fish Market dove abbiamo preso fish&chips e pescato del giorno per 58 rm e livello medio basso. Passeggiata alle torri Petronas e rientro in hotel by taxi (15rm) per ultima birretta e gelatino prima di andare a dormire. 04 Agosto 2010 (M) La sveglia e’ alle 4.00am dato che il nostro tassista di fiducia Mr. Thomas ci aspetta fuori dall’hotel alle 4.45 per portarci al LCC Terminal. Arriviamo dopo un’ora abbondante di viaggio sotto una pioggia scrosciante e procediamo per il check in. Abbiamo un sovrappeso di 8 kg (accidenti, ci siamo dimenticati gli erogatori in valigia!) e dobbiamo pagare circa 120 rm !! La partenza del volo e’ in orario ed arriviamo a Tawau alle 10.00 dove ci aspetta l’addetto del resort, con altre due coppie di olandesi e inglesi, per accompagnarci al porto di Semporna per il battello che e’ in partenza alle 13.00 per il Sipadan Mabul Resort meglio conosciuto come SMART. Arriviamo al resort alle 14.30 e dopo veloce briefing ci comunicano che alle 15.30 dobbiamo fare subito la check dive. A parte qualche problemino di appannamento maschera e di assetto (Costanza) tutto procede per il meglio e vediamo delle splendide tartarughe, dei pesci coccodrillo e dei serpenti marini. Ritorniamo per le 17.00 stanchi ma contenti e andiamo in camera dove Nicola si addormenta subito sino alle 19.00, l’ora della cena, mentre la Costi si fa la doccia, si lava i capelli, e si distribuisce la quotidiana razione di creme e cremette. Il cibo e’ ottimo, pesce, carne ecc. E per la gioia di Costanza, papaia a volontà’ . Conosciamo una coppia di Milano, Nadia e Marco, anche loro appena arrivati e un genitore e figlio, Andrea e Emil, che da 10 anni vivono in Danimarca molto simpatici. Passeggiatina serale sino al vicino villaggio water bungalow, completamente deserto, e poi chiudiamo la serata con una autentica Guiness, davvero ottima. Spese al villaggio: birra a cena 25 rm, birra Guiness 75 rm, guanti da sub per Costanza 35 rm, gelato e caramelle 4,5 rm. 05 Agosto 2010 (G) Ci svegliamo di soprassalto alle ore 9.30 e corriamo per la colazione. Nicola si prepara per l’immersione delle 11.00 (quella delle 8.30 l’ho saltata) mentre Costi si piazza sulla spiaggia a prendere il suo amato sole, che purtroppo durerà’ poco. Immersione buona anche se la visibilità era scarsa; visto tartarughe e calamari giganti. Nicola Rientra per le 12.30 e dopo un breve relax sulla spiaggia con Costi va a mangiare dato che alle 14.30 ha la seconda immersione. Costi invece imperterrita rimane al sole a studiare per l’advance. Seconda immersione ok senza particolari emozioni se non per una murena gigante che sbadigliava a 12mt di profondità. Al rientro piccola partitella a beach volley e poi andiamo a cena. Mangiato lumache di mare (buone) pollo e noodle e tutto sommato il cuoco anche questa sera merita la sufficienza. Domani Costi inizia il corso Advance e vediamo se sara’ la solita secchiona di sempre. Andrea il padre di Emil, un bambino meta’ Danese e meta’ italiano ci racconta della sua avventura nella giungla, solo loro 2 con guida e portatori. 3 gg e 2 notti. Da Kota Kinabalu si fa un viaggio in jeep di 4 ore e mezza e poi tragitto a piedi nella giungla. Agenzia Aspen Holidays 06 Agosto 2010 (V) La prima immersione era prevista per le 8.30 ma la sveglia non ha suonato e ci siamo svegliati per miracolo alle 8.10. Nicola corre al molo e parte senza colazione mentre Costi inizia il corso Advance con una check dive assieme ad un’altra allieva Open, Gabrielle. Le immersioni sono tutte belle ma non spettacolari ed anche i coralli non sono particolarmente colorati. Nicola rientra alle 10.00 mentre Costi si sta preparando per continuare il corso in piscina con delle prove di assetto. La seconda immersione e’ per le 11.00 mentre la terza alle 14.30. Procedono tutte bene anche se la visibilità non e’ delle migliori. Anche Costi fa la sua immersione del pomeriggio e, la solita fortunata, vede affianco al jetty 3 Lion Fish. Il tempo continua a rimanere perlopiù nuvoloso. La sera cena verso le 20.00 e poi, dopo l’ormai usuale passeggiata al molo dei water bungalow, vorremmo andare a letto presto ma ci dilunghiamo al bar con i racconti delle vacanze avventurose di Andrea (il danese). Il giorno dopo, infatti, ci aspetta Sipadan ovvero partenza alle 05.30 e quattro immersioni in giornata. 07 Agosto 2010 (s) Giornata campale con sveglia alle 4,45 e partenza alle 5.30 per Sipadan. E’ un parco marino protetto dal 2005, con possibilita’ di ingresso di max 120 persone al giorno ed e’ situato a circa 30min./1h di motoscafo da Mabul. Impieghiamo piu’ di un’ora perche’ il mare e’ molto mosso e il tempo e’ ancora inesorabilmente nuvoloso. L’isola e’ disabitata nel senso che non ci sono resort ma solo un presidio militare che vigila circa il rispetto delle misure restrittive che regolano l’accesso al parco. All’arrivo veniamo infatti tutti registrati dal personale dell’isola e verso le 7.00 facciamo la prima immersione al sito denominato barracuda point. La differenza rispetto alle precedenti immersioni e’ subito evidente per la quantità della fauna ittica, dei colori dell’ambiente decisamente più selvaggio e coinvolgente. Centinaia di barracuda ci appaiono all’improvviso e qualche piccolo squalo di barriera ci nuota vicino: emozionante. Dopo la prima immersione rientriamo a Sipadan ed il personale del nostro resort ha allestito una tavolata per la colazione. Un’ora di pausa e poi riprendiamo con la seconda. Anche questa molto spettacolare lungo una parete che scende per ben 500 mt. (il famoso drop off) e anche in questo caso gli avvistamenti più emozionanti sono squali (nutrice o pinna bianca) e barracuda. Al rientro piccolo break sulla spiaggia finalmente assolata (durerà poco…) e poi alle 11.00 via per un’altra immersione sempre al Barracuda Point dove abbiamo soddisfatto la vista con tartarughe giganti, squaletti e barracuda. Alle 12,30 siamo finalmente di ritorno e ci avventiamo sul cibo che, affamati come siamo, ci sembra buonissimo. Riposino di un’oretta e poi proseguiamo con l’ultima immersione al Coral Garden. Alle 15.00 riprendiamo la rotta di casa e arriviamo con il sole! Finalmente vediamo un’isola diversa… 08 Agosto 2010 (D) Levataccia come sempre. Colazione e ci immergiamo subito. Nicola per l’immersione delle 08.30 a Mabul e delle 11.00 a Kapalai e Costanza (sulla stessa barca) per la Deep Dive (28 mt) e la Multi Level (munita di tavoletta dove era segnalato il percorso con tanto di profondita’ e tempistiche e dove scrivere i valori di profondità’, tempo, decompressione sua e dell’istruttore, tempo totale). Patrick, l’istruttore che normalmente non da’ il minimo di soddisfazione si e’ lasciato scappare un impercettibile apprezzamento positivo. Pranzo e poi, visto il tempo ancora molto incerto, facciamo il giro dell’isola passando dal villaggio dei pescatori dove decine di bambini ci vengono incontro per farsi fotografare. Il villaggio e’ molto vivace ma e’ evidente una grande povertà’ materiale a cui pero’ si contrappone una solarità’ e serenità interiore. Si nota pero’ anche una certa forma di rassegnazione esistenziale che rende queste popolazioni così particolari ai nostri occhi occidentali. Alle 16.30 Nicola si avventura in una partitella di badminton con Marco contro una coppia mista malese che le suona senza pietà. La giornata e’ ancora lunga dato che alle 18.00 abbiamo pianificato la night dive. Costi ha quella di corso con Patrik mentre Nicola si immerge con Marco. La partenza e’ dal molo dei water bungalow ed e’ stata molto divertente sopratutto per quel granchio gigante che abbiamo visto a meta’ immersione. Alla Costi non e’ piaciuta per niente, d’altronde le immersioni in notturna non piacciono a tutti e il freddo del dopo-immersione non e’ affatto gradevole. Cena con barbecue, chiacchierate con i compagni di immersione e poi a nanna. Dettagli sul resort: Lo Smart e’ accogliente e gradevole. Si può girare tranquillamente a piedi scalzi tutto il tempo perche’ anche nella zona ristorante non sono permesse le scarpe. La stanza dello stand-alone chalet e’ spaziosa con due letti a una piazza e mezza, divanetto, bagno maldiviano con doccia all’aperto. Una bella terrazza con due sdraio e un tavolo e a completare il tutto una vista mare intervallata solo dai tronchi di altissime palme dove in serata si annidano giganteschi pipistrelli. Il ristorante e’ un po’ spartano, con grandi tavoloni per favorire le relationships. Colazione, pranzo e cena a buffet. Il cibo e’ abbastanza buono e vario, la frutta stranissima (palline che ricordano Baci di Dama o ricci Rossi con gli aculei o cachi viola melanzana che hanno subito qualche manipolazione genetica). Il diving e’ ben organizzato. Ogni barca (circa una decina) ha i suoi box nel divemaster store dove allocare l’attrezzatura. La barca che ti danno all’arrivo sarà la stessa per tutto il soggiorno. Noi eravamo sulla Smart 1big. Il personale e’ molto gentile e premuroso. Sempre sorridente. Il resort si prolunga in un’appendice dove si trovano i bellissimi water bungalow che pero’ mancano di scaletta autonoma di accesso al mare e non hanno spiaggia. I massaggi sono molto cari. Un massaggio di un’ora tutto corpo costa 45 euro… La spiaggia di sabbia bianca non e’ ben attrezzata. Solo qualche ombrellone ai margini e delle sdraio rigide e ondulate che non permettono di sdraiarsi di schiena. Le maree sono molto evidenti e fare il bagno e’ altamente sconsigliato a causa della massiccia presenza di velenosi pesci pietra e stingrays e fastidiose sandflies lasciano pruriginosi bubboni sulla pelle. Sara’ per questo che e’ così’ poco frequentata! D’altronde questo e’ un diving resort e raramente chi fa immersioni ha tempo per rilassarsi al sole (se mai in un altro periodo dell’anno dovesse uscire!!!). Il tempo e’ sempre brutto, piove quasi sempre di notte, mentre di giorno enormi nuvoloni neri si alternano ad altrettanti nuvoloni bianchi. Ci hanno riferito che negli ultimi 3 anni le stagioni si sono invertite e che da dicembre a giugno c’e sole e molto caldo (quando dovrebbe essere il periodo delle piogge) e i mesi successivi pioggia e grande umidità. Molti si sono ammalati per gli sbalzi di temperatura e per il clima non propriamente caldo in alcuni momenti della giornata. Personaggi incontrati allo Smart ai quali non siamo riusciti a non affibbiare nickname appropriati: Glen Close: l’inglese Sarah Clochard o Ozzy Osburn: il cappelluto marito di Sarah Sherlock Holmes o Ispettore Clouseau con la moglie: l’olandese con il baffetto da sparviero e la lente d’ingrandimento o la macchina fotografica sempre a portata di mano. Sakamoto: Patrick Chong, l’istruttore 09 Agosto 2010 (L) Per Nicola nuova doppia immersione a Siamil (isoletta militare disabitata a 40min. Di barca) con partenza anticipata alle 8.00 (prima immersione alle 9.00 e seconda alle 11.00). L’ambiente e’ molto suggestivo e l’isola e’ davvero bellissima e selvaggia, le immersioni un po’ meno, nel senso che la visibilità’ e’ come sempre abbastanza scarsa e cose particolari non se ne sono viste, direi che siamo sullo standard di Mabul. Costanza invece ha i postumi dell’immersione notturna e non si sente molto bene con un forte mal di gola e quindi si concede una giornata di riposo e di studio per l’advance. Per Nicola rientro alla base per le 13.00 e pomeriggio di relax dato anche il tempo nuvoloso e ventoso che non invoglia a stare sulla spiaggia. Cena discreta e poi a letto presto dato che Nicola ha la sveglia alle 4.40 per l’escursione a Sipadan. 10 Agosto 2010 (M) Levataccia x Nicola mentre Costi ha appuntamento con Patrick alle 9.00 per l’ultima immersione del corso: la temutissima prova di orientamento con bussola! Il buddy di Costi e’ un ragazzo di origini cinesi-malesi che pero’ vive in Australia e che diciamo non e’ propriamente un fulmine di guerra dato che deve ripetere la prova per ben tre volte prima di esasperare completamente Patrick e terminare quindi l’immersione. Costanza si dimostra ancora una volta una vera lupacchiotta di mare e riesce pur con qualche difficoltà’ a trovare il punto di partenza del quadrato, la famigerata bottiglia e passa quindi con merito la prova. Giornata da ricordare dato che e’ stata l’unica di sole splendente! Le immersioni a Sipadan sono state come la volta precedente molto belle, ne valeva veramente la pena ed e’ stato un colpo di fortuna per Nicola esserci potuto andare per due volte in 7 giorni. Prima immersione al drop off, seconda a South point, terza al ……. Non mi ricordo….. E quarta al barracuda point. Memorabile la seconda con tantissimi squali di barriera a pochi metri da noi. Nicola rientra verso le 15.00 e Costi e’ a rilassarsi in piscina con Nadia e studiacchia il libro dell’Advance dato che la sera Patrick le avrebbe fatto la prova teorica finale. Il pomeriggio passa in un lampo e verso sera andiamo al baretto sul molo a berci una birretta e veniamo intrattenuti da Glen Close e consorte Ozzy con improbabili racconti di bagagli persi in viaggio. Cena con i nuovi arrivati amici di Nadia e Marco. Dobbiamo saltare il concertino sul molo del nostro dive master Yusri perché il buon Patrick deve fare l’esame finale a Costanza che lo supera brillantemente con solo due errori. Birrettina finale per brindare all’avvenimento e poi a dormire. 11 Agosto 2010 (M) Oggi e’ purtroppo il giorno della partenza da Mabul e quindi ce la prendiamo comoda. Nuvoloni come sempre minacciosi nel cielo non impediscono pero’ a Costi di prendere l’ ultimo sole del Borneo. Nonostante cio’ non si e’ ancora del tutto ristabilita e ha mal di gola e raffreddore con un senso di malessere generale. Paghiamo il conto degli extra (960 rm), pranziamo e prendiamo il motoscafo alle 13.30 per Semporna. Dopo 50 min. Di navigazione arriviamo a destinazione e da li’ dopo un’ora e mezza di macchina arriviamo all’aeroporto di Tawau e sono solo le 15.45!! Il volo per K L e’ infatti alle 21.30 e ciò significa 5 ore di attesa che in questo minuscolo aeroporto dove non c’è nulla di nulla non ti passano proprio piu’. Adesso sono solo le 18.50 e stiamo aspettando che apra il check-in. Il volo ha 30 min. Di ritardo, della serie piove sempre sul bagnato, ed arriviamo verso l’una a KL terminal LCC. Durante il viaggio abbiamo conosciuto una coppietta di Milano in viaggio di nozze che ha abbinato la giungla del Borneo ad una settimana di mare in un’isoletta Malese. Non sono stati molto fortunati dato che ha quasi sempre piovuto! Comunque prendiamo il taxi per l’hotel (75 rm) ed arriviamo al Concorde Inn che sono ormai quasi le due. Qui scopriamo che non si trovano la nostra prenotazione fatta via Booking e per fortuna che c’era una camera libera altrimenti passavamo la nottata in aeroporto. 12 Agosto 2010 (G) Le ore di sonno saranno comunque molto poche (3) dato che alle 06.00am ci aspetta il taxi per riportarci all’aeroporto per il volo delle 07.40 per Kota Baruh. Volo questa volta in orario e dopo circa un’ora arriviamo a destinazione. Qui prendiamo un taxi (75 RM) e dopo un’ora di viaggio arriviamo al traghetto per le Parenthian a Kota Besut. Al jetty troviamo l’officetto del PIR che ci anticipa la partenza alle 10,30. Arriviamo al PIR dopo 30min con una bella giornata di sole. L’isola Besar o isola grande e’ lussureggiante, con una fitta vegetazione e dei massi enormi di granito che ricordano quelli sardi. Il mare e’ trasparente come una piscina, turchese e calmo. Solo una parte dell’isola ospita i resort che sono in tutto una decina, cosi’ attaccati l’uno all’altro che quasi non si distinguono se non per i colori e le fattezze dei bungalow, eccetto il nostro che e’ separato dalle rocce ma collegato agli altri tramite una scalinata. Il tutto e’ molto intimo e la passeggiata lungo i resort e’ piacevole anche se molto breve. Solo alle 14.00 ci viene consentito l’accesso alla camera e nel frattempo non resistiamo al richiamo del mare e ci concediamo un bagno ristoratore in un’acqua caldissima. La camera, una semi-suite a pochi passi dal mare, e’ carina ed accogliente anche se un po’ trascurata nei dettagli, con una terrazzina in legno vista mare. Unica pecca: qualche ospite in piu’ nella nostra camera (scarafaggio e formiche rosse) e nessuna gruccia nell’armadio. Il tutto viene risolto dalla reception con un po’ di Diditì e 3, dico ben 3! grucce. Il pomeriggio passa veloce tra una nuotata e un bagno di sole e la stanchezza stranamente non si fa sentire. Prima di cena facciamo una passeggiata nella zona dei resort dove, in tutta l’isola, si trova l’unico posto, gestito da cinesi, dove e’ possibile bere una birra e ci facciamo un’aperitivo romantico. La sera proviamo il ristorantino in riva al mare del P.I.R. E ordiniamo un pesce alla griglia che non è male e un gelato ristoratore (123 RM). Poi a nanna. 13 Agosto 2010 (V) Finalmente possiamo dormire e non mettiamo neanche la sveglia… In ogni caso la mitica Costi alle 8.00 e’ già’ in piedi: una vera macchina da guerra! La colazione e’ discreta e tra una cosa e l’altra siamo sulla spiaggia alle 11.00. La giornata non e’ spettacolare come ieri ma comunque decisamente buona con qualche velatura nel cielo che mitiga questo sole che quando splende incontrastato e’ veramente cocente. La baietta e’ l’ideale per fare delle lunghe nuotate e la vicina barriera corallina ci ammalia con i numerosi pescetti che la abitano. Costi si scatena con il record di resistenza al nuoto e al rientro sulla spiaggia e’ accolta da una standing ovation da tutta la spiaggia (scherzo!). Nel pomeriggio facendo snorkling, a circa cento metri dalla riva, vediamo due bellissime tartarughe intente a brucare il pratino di alghe del fondale. Niente a che vedere con quelle enormi di Mabul, ma comunque questa scoperta ci rende più adrenalinica la giornata. Le maree anche qui sono molto evidenti e il pomeriggio si sviluppa una bassa marea che lascia in secca le barche ormeggiate a riva. La sera proviamo il ristorate del Coral View e assaggiamo riso fritto malese, verdure fritte, mix di pesce alla griglia (che in realta’ era fritto). Tutto sommato ci siamo saziati (91 rm), anche se questa notte il nostro fegato griderà vendetta… Tutta la passeggiata tra un resort e l’altro è sulla spiaggia. Costanza anche qui dovra’ rinunciare al tacco 10 che è rimasto inesorabilmente in valigia… 14 Agosto 2010 (S) Dopo colazione decidiamo di attraversare l’isola e l’unica possibilità e’ un sentiero malmesso in mezzo alla giungla. L’umidità all’interno e’ fortissima e dopo circa mezz’ora di cammino arriviamo dall’altra parte sudati fradici come se avessimo fatto una sauna e stanchi come se fossimo reduci dalla maratona di NY. La costa anche da questa parte e’ carina con tre o quattro resort molto tranquilli dei quali il più bello ci e’ sembrato il Flora Bay. L’unico svantaggio per chi alloggia in questa parte dell’isola e’ che si trova molto isolato e, a meno che non si riscopra lo spirito da Rambo e affronti ogni volta la giungla, e’ costretto a prendere i taxi boat che sono piuttosto cari e che la sera, per portarti a cena, richiedono il doppio. Per rientrare decidiamo di evitare la giungla e prendiamo un taxi (barchette locali) che per la modica cifra di 30 rm ci porta al Water Colour dove prendiamo accordi per l’immersione che abbiamo deciso di fare il giorno seguente. Mentre siamo intenti a provare l’attrezzatura ci accorgiamo di una coppia che ci sembrava di aver visto anche a Mabul. In effetti erano con noi allo SMART, poi sono andati per due giorni a Singapore per poi terminare le vacanze con una settimana alle Perenthian. Erano alloggiati al resort del diving e non vedevano l’ora di andare via, dato che l’alloggio è decisamente insoddisfacente: poca pulizia, no aria condizionata, non rifanno la camera la mattina e il mangiare è pessimo. Abbiamo fissato l’immersione per l’una e mezza di domani e poi siamo rientrati al PIR. Nuotata sul reef di un’ora circa con tartaruga, baby shark e barracuda e poi relax sulla spiaggia. Il rilassamento finalmente comincia a farsi sentire e dopo la frenesia delle ultime settimane, anche il nostro fisico si e’ messo in stand-by e la stanchezza prende il sopravvento. I nostri pisolini sotto le palme vengono disturbati di tanto in tanto solo da schiamazzi di gente che urla esagitata alla vista di qualche serpente di qualche metro. Per cena proviamo di nuovo il Mama’s ma e’ ancora tutto pieno e c’è un caldo allucinante. L’unica alternativa e’ quella di ritornare al Coral View dove troviamo posto in riva al mare nella “romantic table” e ci facciamo un sea bas alla griglia accompagnato dal solito riso e da un fresh watermelon e pineapple juice giganti. Abbiamo realizzato che i Malesi sono negati a cucinare alla griglia ed il povero pesce e’ stato quasi rovinato dalla pessima cottura. Mega gelato finale e poi ritorno ai nostri lidi (speso 93 rm). Costanza, dopo il raffreddore, il mal di gola e la colite si ritrova un bubbone sul braccio sinistro che sembra essere procurato da una puntura d’insetto e che nel giro di un’ora si gonfia notevolmente. Nel frattempo riceviamo notizie via FB da Nadia e Marco che ci raccontano le ultime avventure dello Smart di Mabul. I due ragazzi inglesi, Richard e Gabrielle hanno avuto entrambi ultimi giorni da brivido. Richard è dovuto andare dal medico a Semporna perché affetto da una terribile otite, accentuata dalle immersioni. È stato rimproverato e riempito di antibiotici. Gabrielle che aveva appena preso l’Open, si è avventurata nelle 4 immersioni a Sipadan e la notte, in preda a una crisi di azoto che non le permetteva di respirare, ha dovuto attaccarsi all’ossigeno ed è stata spedita in direttissima a Tawau in camera iperbarica. Cavoli, che iella fotonica! Sicuramente è una vacanza che si ricorderanno bene. 15 Agosto 2010 (D) Oggi e’ Ferragosto, una festività’ tipicamente italiana, non diffusa all’estero. L’assunzione di Maria, nella veste religiosa, o la grande festa istituita nel 18ac dall’imperatore Ottaviano Augusto per celebrare i raccolti e l’inizio di un adeguato periodo di riposo, nella versione pagana. Sveglia alle 08.00, lenta colazione poi nuotatina di un’ora tanto per gradire e relax sulla spiaggia. Così si svolge la nostra mattinata e all’una dobbiamo essere al diving per il briefing della nostra prima immersione qui alle Perenthian. L’immersione è tra le più belle qui nella zona: a mezz’ora di motoscafo dal Coral view c’è un pinnacolo che parte da trenta metri ed affiora per un metro sul mare. Molti pesci scatola, baby shark, qualche murena, molte sting rays e la famosa tartaruga zoppa che ha solo tre zampe. Conosciamo un francese di Parigi che era anche lui a Mabul nel nostro stesso periodo ma alloggiato sulla piattaforma (com’è piccolo il mondo !). Rientriamo che sono ormai le quattro e ci mettiamo d’accordo con i Toscani di trovarci per cena. Il pomeriggio vola e organizziamo un tour delle più belle spiagge dei dintorni per il giorno dopo con partenza alle 10.30 (50 rm a testa). L’appuntamento è alle ore 20.00 al Coral View ma il ristorante del resort è tutto pieno. Decidiamo allora di provare al Mama’s ma anche lì non c’è un buco nei posti all’aperto e, vista la mancanza di alternative, optiamo per l’interno del ristorante dove c’è un caldo micidiale e una puzza di cucina che metà basta. Ordiniamo quindi dei bei pesciotti e dopo un’attesa mitigata dalla piacevole chiacchierata con Filippo e Sheila, finalmente mangiamo il miglior pesce da quando siamo in Malesia alla modica cifra di 90 RM a coppia. Le luci del ristorante si spengono alle 11.00 e l’invito ad andarcene è inequivocabile. 16 Agosto 2010 (L) Colazione veloce e preparazione per il tour delle più belle spiaggette delle Parhentian. La partenza è dal molo del Pir alle 10.30 assieme ai due romani conosciuti ieri, Marco e Simona, e il capitano Ismael è puntuale ad aspettarci. Oltre a noi quattro si sono aggregate altre due coppie di italiani e quindi il compenso per Ismael scende da 50 rm a testa a 45 rm e può usare la barca più grande e confortevole. Il tempo è incerto anche se Ismael ci assicura che troveremo il sole. Prima tappa è a Shark Point e puntuali come un orologio svizzero si presentano subito due squali da 1.5 mt. Il fondale è molto bello, colorato, pieno di coralli e pescetti multicolor danzano curiosi davanti ai nostri occhi. Seconda tappa: The Light House (il faro e base di rilevamento Tzunami collegato con KL), anche qui moltitudine di pesci colorati di ogni genere, gruppi omogenei di centinaia di sardine, pesci gialli e barracuda. Terza tappa: spiaggetta di sabbia bianca finissima, vicina al pinnacolo della nostra immersione. Purtroppo il relax non è durato molto perché una nuvoletta fantozziana ha visto bene di rovinarci la pausa. Proseguiamo verso alcuni scogli affioranti dove ci perdiamo ancora in uno snorkling lento e meditativo e dove ci soffermiamo ad ogni metro ad ammirare la fauna e la flora Marina anche qui lussureggiante. Sting rays, due enormi Parrot Fish, un serpentello solitario, una specie di lucertola marina pelosa e ancora tantissimi pesci dai mille colori. Ultima tappa: Turtle Beach, praticamente dietro l’angolo del nostro resort. Spiaggia paradisiaca, sabbia borotalco, bianca e accecante e alle spalle un muro verde di vegetazione tropicale. Per non parlare dell’acqua turchese e trasparente. I deboli raggi di sole rendono il tutto sicuramente più incantevole. Rientro alle 15.30 e proprio prima di scendere individuiamo una tartaruga gigante. Costanza non se la fa sfuggire e dopo 4 bracciate la raggiunge proprio mentre sta affiorando e non resiste alla tentazione di accarezzarla. Alle 17.00 ci raggiungono Filippo e Sheila che finalmente dopo 3 settimane si fanno il primo bagno senza muta. Aperitivo sulla nostra terrazza a base di una birra divisa in quattro e le mitiche Prigles. Alle 19.30 ci rifugiamo nei rispettivi alloggi prima di essere mangiati dalle zanzare o attaccati dai pipistrelli che a quest’ora arrivano a frotte. Lunga attesa da Mama’s dove come sempre è tutto pieno (questa volta anche all’interno). Iniziamo a cenare alle 22.00 e, con la fame che abbiamo, il nostro pesce accompagnato da riso e verdure è ancora piu’ delizioso. 17 Agosto 2010 (Ma) Ultima immersione della vacanza alle 9.30 dal Coral View. Arriviamo alle 9.00 per il briefing, dove ci viene detto che la destinazione sarà Tanjung Basi. Immersione non entusiasmante ma l’acqua é caldissima e la profondita’ non eccessiva (18 mt) e rimaniamo a gironzolare per i fondali per più di un’ora. A fine immersione un tedesco in gruppo con noi si tuffa di testa dalla barca con la maschera sulla fronte e, al contatto con l’acqua, la stessa esplode procurandogli dei tagli, fortunatamente superficiali, sulla fronte. Rientriamo al diving che ormai è quasi mezzogiorno e Nadine, la dive master tedesca, ci riunisce per un interessante debriefing. Nel mentre, simpatiche scimmiette con gli occhi contornati di bianco fanno capolino sugli alberi adiacenti al diving. Il pomeriggio noleggiamo la canoa e, dopo mezz’ora di pagaiate a volte poco sincronizzate, arriviamo a Turtle Beach, spiaggia veramente incantata. Lì ci rilassiamo un’oretta e poi facciamo ritorno al PIR per le quattro e trenta. La sera abbiamo appuntamento per le otto dai toscani x andare a cena nell’isola piccola. Prendiamo il water taxi e in pochi minuti arriviamo e ci dirigiamo da Bubu che dovrebbe essere il migliore ristorante di Kecil. In effetti abbiamo mangiato bene e di conseguenza abbiamo pagato di più rispetto alla media delle altre sere (370 rm in 4). A fine cena passeggiatina per Long Beach che però, pur essendo un pò più viva dell’isola grande, non ci ha entusiasmato. Ci sono un paio di barettini sulla spiaggia dove ci si siede per terra attorno a tavolini illuminati da candele, con musica dal vivo niente male ma poco altro. Salutiamo gli amici di Firenze che domani partono per KL e torniamo al pir. 18 Agosto 2010 (Me) Ultimo giorno di vacanza e quindi ce la prendiamo comoda, non abbiamo programmato alcuna attività. Solita colazione, 2 ore di nuotate rigeneranti nella baia, letture concilianti sulla sabbia e senza accorgersene si è già fatto sera. Decidiamo di andare a mangiare al Tuna Bay che dovrebbe essere un buon posticino …. Proprio nel tragitto Nicola si accorge che siamo rimasti con soli 16 RM, ovviamente non sufficienti nemmeno per prendere il water taxi. Alla recepiton del Pir è troppo tardi per cambiare così ci avviamo verso il Coral View dove fortunatamente riusciamo a farci dare un po’ di Riggit ad un cambio notevolmente più favorevole. Percorriamo tutta la spiaggia fino al Mama’s ma non c’è l’ombra di un water taxi a causa della bassa marea. Nel frattempo i pochi ristoranti si sono riempiti a velocità della luce e anche al Mama’s un cameriere scortese non ci presta nemmeno attenzione dicendoci sgarbatamente che è tutto pieno. Scoraggiati e già quasi convinti di dover consumare l’ultima cena nello squallido e vuoto ristorante del PIR ci avviamo verso la reception del resort per fare un ultimo tentativo di ricerca taxi. Fortunatamente da li’ contattano Ismael, il nostro tassista di fiducia che per la bella cifra di 80 RM (quasi il prezzo che ti chiedono a KL per un’ora di taxi) in 10 min ci porta al Tuna. Il ristorante è carino anche se non pretenzioso e il tavolino sulla terrazza vista male sembra lì ad attendere proprio noi. Cena buona annaffiata da birra a gogò. Alle 22.00 ci portano il conto (138RM) senza darci nemmeno la possibilità di ordinare il dessert perché la cucina è chiusa. Ci trasferiamo al bar adiacente e ordiniamo i primi superalcolici della vacanza, un Jack Daniels on the rock e un Campari. Torniamo al nostro alloggio dopo una corsa in barca sotto una stellata stupenda interrotta solo da nuvole minacciose all’orizzonte. Infatti da lì a poco saremo svegliati dal classico temporale tropicale che non vedevamo dai tempi di Mabul. 19 Agosto 2010 (G) È il giorno della partenza dedicato alle valige ed all’ultimo bagnetto. Costanza conosce un gruppetto di italiani tra cui ci sono ben 3 medici e si toglie l’angoscia dello strano rigonfiamento al braccio: diagnosticano all’unanimità che trattasi di morso di qualche insetto, probabilmente di un ragno. Le rifilano quindi le medicine adatte, cortisone e pomate varie da prendersi per 6 giorni. E’ risaputo che i medici si portano in vacanza tutto l’ambulatorio, ma questa è stata pura fortuna! La conversazione, fatta rigorosamente ad ammollo in mare, prosegue con i racconti esilaranti delle nuove conoscenze che parlano di topi trovati sul letto mentre dormivano o di una coppia che ne ha trovati in camera ben 5! A dire il vero anche noi questa mattina abbiamo sgranato gli occhi quando a colazione ne abbiamo individuato uno correre tra le gambe di una cliente che stava tranquillamente consumando il suo toast con burro e marmellata ignara di cosa stava capitando sotto il suo tavolino. In effetti è un gran peccato che un resort situato in un posto così bello e con una spiaggia maldiviana trascuri così tanto l’igiene e la manutenzione della struttura. Non per niente i tour operator italiani, nei loro pacchetti per le Perhentian, raccomandano solo il Bubu a Kecil. Peccato però che quest’ultimo non abbia la spiaggia all’altezza del PIR…. Alle 12 partiamo puntuali dal molo del PIR e dopo circa un’ora di navigazione arriviamo a Kuala Besut, sulla terraferma. Qui abbiamo riservato un taxi per andare all’aeroporto di Kota Baru a un’ora di macchina. Verso le 14.30 siamo quindi all’aeroporto e dobbiamo aspettare un pò dato che il volo per KL è alle 17.10. Conosciamo quindi una coppia greco (lei) francese (lui) e più precisamente di Atene e Nantes che adesso vivono assieme ad Atene (lui lavora per la filiale greca della Campari e fa l’export manager per i paesi balcanici). Sono entrambi molto simpatici e chiacchierando ci passa il tempo sino all’imbarco (anche qui abbiamo pagato 5 kg. Di exra weight ovvero 75 rm). Il volo è in orario e arrivati a KL prenotiamo il taxi per l’hotel (32,5 rm) non sapendo che fuori dall’aeroporto c’è lo shuttle gratuito per il nostro hotel, il Tuna Hotel. Alla recepiton non trovano la prenotazione, un film già visto (questa volta effettuata con Agoda) ma dopo più approfondite ricerche il tutto si risolve e ci assegnano la camera che utilizzeremo sino a mezzanotte dato che alle 12.30 dovremo prendere il taxi (prenotato per 65 rm) per KLIA (il volo è alle 3.00 del mattino). Mettiamo quindi le valige in camera (che è talmente piccola che non c’è neanche lo spazio per aprirle) e usciamo per la cena. Optiamo per l’unico ristorante nella zona, il Decanter, e ci pappiamo una tbone steak e un menù buffet (138 rm) il tutto senza infamia e senza lode. Adesso sono le 21.00 e dobbiamo decidere se dormire qualche ora o tirare avanti sino alle 24.00. 20 Agosto 2010 (V) Decidiamo di dormire per un’ora e mezza. Doccia, checkout e corsa verso il taxi sotto un diluvio universale. Anche questo un dejà-vu… Il KLIA è deserto e i negozi sono quasi tutti chiusi tranne qualche café. Andiamo al duty free per prendere le sigarette ma rinunciamo all’idea; su ogni pacchetto c’è impressa la foto di quello che può provocare il fumo, macabre immagini di tumori alla gola o nei polmoni, deformazioni fetali. Quasi quasi ci vien voglia di smettere di fumare! Questo sconvolgimento di orari ci mette fame, così alle 02.00am ci facciamo un cappuccino, succo di guava fresco, un muffin e una torta al cioccolato. Non sarà l’unica sregolatezza considerato che, in piena notte, sul volo ci viene servita una cena tardiva o pranzo anticipato e dopo qualche ora, la colazione. Arriviamo a Kuwait alle 05,35am ora locale ed il volo per Francoforte è dopo 3 ore. Appena messo piede nell’aeroporto fatiscente di Kuwait City non resistiamo al richiamo di un caffè + succo d’arancia e un cameriere furbetto ci chiede la modica cifra di 9US $. La partenza è in ritardo di circa un’ora e decolliamo alle 9.55 ora locale per arrivare a Francoforte alle 15.00 con la prospettiva di passare un bel pò ad annoiarci qui dato che il volo per Verona è alle 21.30. Facendo un pò di calcoli e tenendo conto del fuso orario (a KL sono 6 ore avanti) dalla partenza dalle Perhentian all’arrivo a Verona ci mettiamo più di 40 ore (siamo partiti alle 12.00 dal PIR – ore 6.00 italiane – del 19/08 ed arriviamo a Verona alle 23.00 del 20/08). Giusto per sgranchirci un po’ le gambe e far passare le ore, dopo essere riusciti a fare il check-in con 6 ore d’anticipo, prendiamo il trenino e andiamo a farci un giretto in centro. Il tempo e’ bellissimo e c’è addirittura caldo. Il volo per Verona con Airone parte con un ritardo di circa un’ora e un overbooking di 10 persone! Questo insegna che il check-in va fatto sempre in anticipo o online. Arriviamo a Verona alle 24.00. Lunga attesa per il taxi e poi finalmente a casa!

Frutti malesi: Rambutans: rosso con aculei, simile a fico d’india. All’ interno è bianco e liscio con seme, ricorda vagamente i Lychees. Langsats: all’apparenza sembrano dei dolcetti tanto che io li avevo scambiati per baci di dama. Grandi come chicchi d’uva, anche questi devono essere privati della buccia. Mangosteen: simile ad un caco non maturo, di colore viola melanzana.



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