Kuala Lumpur e Pangkor
Dall’aeroporto KLIA al centro città vi è un treno che in 28 minuti e al costo di 35 ringgitt a persona arriva alla Sentral Station, collegata con bus e taxi al resto della città. In alternativa ci sono degli autobus che impiegano circa un’ora e mezza, ma costano un quinto. Altrimenti con 92 RM ci sono i taxi prepagati. Per spostarsi in città, visto il traffico caotico, consiglio senza ombra di dubbio le linee ferroviarie cittadine LRT, SRT e monorail,che si intersecano in varie stazioni e rendono gli spostamenti comodi e veloci. I migliori alberghi si trovano nella zona chiamata golden triangle e nel distretto finanziario della città (KLCC). Gli alberghi situati nel quartiere cinese sono molto comodi per chi ama fare acquisti nelle coloratissime stradine della Chinatown, personalmente preferisco lo standard degli alberghi occidentali Abbiamo scelto il “Federal Hotel”. Da internet non si capisce quale sia la gestione. All’arrivo ci siamo accorti che lo stile è quello cinese.Ci è stata assegnata una stanza all’ottavo piano: moquette sporca, bagno fatiscente e scarafaggi in camera. Alcuni piani di quest’albergo sono stati ristrutturati, ma all’ottavo non ci sono anca arrivati. Ce ne siamo accorti quando ci hanno dato la stanza 611: grande , pulita ed efficientissima. Addirittura tavola da stiro e ferro che ci è stato utilissimo dopo un violento acquazzone che ci aveva sorpresi e inzuppati dalla testa ai piedi. Il buffet , a colazione non è male, ma si può fare di meglio. Il punto forte del Federal è la posizione strategica: ad un passo dalla Monorail che ti porta alle Petronas in meno di due minuti, e vicinissima ai centri commerciali più prestigiosi: Imbi, Low Yat, B&B, Lot 10, Time Square. Per vedere il resto, davanti alla reception ci sono sempre dei taxi che con 3 o 4 ringgitt, ti portano ovunque ( quasi sempre adoperando il tassametro). A Kuala Lumpur esistono ristoranti per tutti i gusti e per tutte le tasche. Le cucine sono: la cinese , la malese e l’indiana. A Jalan Sultan Ismail, abbiamo trovato il ristorante “Sri Thai” dove oltre ad un ambiente tranquillo e raffinato abbiamo gustato delle ottime specialità tailandesi. Altra ottima intuizione è stato il Ristorante Libanese “Tarbush” frequentato da moltissimi musulmani, dove ho assaggiato il miglior Shiskebab della mia vita.
Nei centri commerciali di KL c’è da perdersi nel vero senso della parola. Non ho mai visto nulla di più enorme: Al Time Square abbiamo visto al piano terra lo svolgimento del campionato nazionale di Squash, mentre al quarto piano c’è addirittura un lunapark con tanto di ottovolante e giro della morte. Al Lot 10, negozi di prestigio si affacciano sulle grandi balconate dalle quali si dipartono dei corridoi che ti portano dentro a dei reparti grandi come un campo di calcio. All’Imbi Plaza, un appassionato di computer o fotografia, può anche impazzire: prodotti tecnologici ancora sconosciuti in occidente e montagne di accessori,cartucce per stampanti, CD, DVD, carta fotografica a prezzi interessanti. Altro articolo da comprare bene al B&B è l’abbigliamento, magliette,camicie, pantaloni, T shirts a prezzi veramente convenienti. Interessante l’artigianato anche se a volte non proprio a buon mercato al Central Market che comunque vale la pena visitare.
La città meraviglia più per i grattacieli che per i monumenti o i palazzi storici. Degni di nota sono il palazzo del Sultano, la Jamek mousquee, ma l’attrazione più grande è senza dubbio la maestosità delle Petronas Tower: lasciano letteralmente senza fiato. Bellissimo è anche il panorama dalla Menara Tower: la torre della radio nazionale malese che dai suoi 421 metri ti offre una visione di grattacieli a 360 gradi e sullo sfondo le verdi colline della periferia di Kuala Lumpur. E’ consigliabile una visita al parco delle farfalle e al vicino parco delle orchidee, al momento chiuso per restauro (i tassisti vi chiederanno un supplemento, perché questi giardini si trovano un po’ fuori mano) KL è una città moderna, pulita e ordinata che ben testimonia la volontà dei Malesi di diventare uno degli stati asiatici più economicamente e socialmente evoluti. A Pangkor ci si può arrivare in vari modi, noi ci siamo recati alla stazione dei pullman di Puduraya, e spaventati dalla confusione abbiamo ripiegato su un taxi che dopo una breve contrattazione(200 RM) ci ha portato in tre ore (280 KM.) a Lumut, dove ci siamo imbarcati per Pangkor (35 minuti di traversata al costo di 5 RM andata e ritorno) se si perde il traghetto niente paura, dopo un quarto d’ora ce n’è un altro.All’arrivo ci sono decine di taxi color rosa che a prezzi fissi vi portano ovunque: 18 RM per il Pangkor Island Resort che è l’albergo più lontano. Altrimenti sono 7 RM per tutte le altre destinazioni. Il Pangkor Island Resort è stupendo: da un ingresso rigidamente controllato giorno e notte si accede in un enorme parco con laghetti e ninfee e dopo circa mezzo chilometro si arriva alla reception. Molto gentili e rapidi nel disbrigo delle formalità. La stanza è molto grande e luminosa, letto a baldacchino e terrazzino fronte mare. Le lenzuola le cambiano ogni giorno e gli asciugamani due volte al giorno. La mattina trovi il giornale fuori dalla stanza e il buffet è pienamente soddisfacente. La spiaggia è lunga più di un chilometro ed è larga a seconda della marea da 50 a 150 metri. L’acqua non è particolarmente limpida, il fondale è sabbioso e non c’è quello che si spererebbe di trovare in un paradiso tropicale. In compenso la vegetazione è molto bella. Palme sulla spiaggia e foresta alle spalle. Ad orari precisi, decine e decine di tucani planano dalle alture per venire a mangiare la frutta e il pane che gli inservienti dell’albergo lasciano loro in uno spazio apposito.L’isola è piuttosto piccola ma interessante, con 30 RM il tassista ci fa da guida e così visitiamo il tempio indù, il cantiere dove costruiscono i pescherecci, la città, un tempio cinese,il forte olandese e due belle spiagge. Il giorno successivo il giro ce lo facciamo via mare e andiamo a vedere anche la mitica Pangkor Laut, un’ isoletta privata dove ha sede uno dei più esclusivi alberghi del mondo(stanza con piscina privata ed altre cosucce che costano a detta dei locali, 2000 dollari al giorno) . Lì facciamo il bagno con maschera e boccaglio, ma il fondale niente di che. La sera consigliamo di andare a cena a Teluk Nipah, una località a 5 minuti di taxi dall’albergo. Gamberoni e ogni tipo di pesce a prezzi irrisori. In questa località è possibile anche raggiungere un’isoletta di fronte, camminando a piedi, marea permettendo. E’ divertente e soprattutto se siete i primi al mattino vi sembrerà di stare su di un’isola deserta.
Dopo 6 giorni di vita di mare è il momento di tornare a KL per poi proseguire per la Tailandia, e questa volta , visto che non riusciamo a trovare un taxi a prezzi ragionevoli, prendiamo un comodissimo autobus che con 20 ringgitt a testa ci porta a destinazione in 5 ore . Ci fermiamo altri due giorni a Kuala Lumpur e poi per il terzo anno consecutivo, Bangkok che pur essendo caotica , rumorosa e inquinata ci piace sempre e poi ancora non avevamo visto il mercato galleggiante di Damnoen Sadouak, dove, chi come me ha il pallino della fotografia, si trova come un topo nel formaggio! Colori, ma soprattutto i volti degli attori di tutta questa grande scena che è il mercato . Ah…, lì ho assaggiato per la prima volta il durian: …Si può fare! Se avete intenzione di visitare la Malesia (e fate bene!), e volete qualche informazione in più, sono a disposizione di chiunque voglia chiamarmi al 338 7721371. Sono un viaggiatore fai da te e mi piace costruire viaggi per me e per gli amici perchè programmare un viaggio è quasi come partire. Ciao Arturo