Kos… sa ghe xè?!?

Isola di Kos, dodecaneso, fuori stagione
Scritto da: silvia.andrea
kos... sa ghe xè?!?
Partenza il: 25/05/2010
Ritorno il: 29/05/2010
Viaggiatori: 4 (due coppie)
Spesa: 500 €
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La domanda è sorta spontanea in un giorno di fine marzo quando navigando sul sito della Ryanair abbiamo trovato una buona offerta per maggio (dal 25 al 29) da Bergamo a Kos. Felicissimi di poter tornare per la 5° volta in Grecia, anche solo per pochi giorni, mio marito ed io, prenotiamo il volo insieme alla mia migliore amica e suo moroso e successivamente apriamo la storica guida Routard delle isole della Grecia. Leggiamo poche righe con pessimi commenti; ne esce la descrizione di un’isola esclusivamente commerciale con un turismo animalesco e dalla quale non si vede l’ora di partire… Ottimo, direi… proprio quello che ci vuole per riposare un paio di giorni!!! Un po’ spaventati e forse pentiti dalla scelta cominciamo a leggere tutti i racconti di viaggio qui riportati e magicamente l’isola assume colori diversi… Meno male, grazie!!!! Ci rincuoriamo e partiamo un po’ più sollevati ma con poche aspettative. Dopo la levataccia, partenza da Venezia e gara di sopravvivenza in autostrada, arriviamo a Bergamo, dove tramite internet avevo prenotato il parcheggio coperto. Sinceramente mi aspettavo un aeroporto un po’ più grande e meglio gestito, vista la quantità di aerei in partenza. Comunque il viaggio è andato bene e atterriamo a Kos in un aeroporto praticamente vuoto, neanche il tempo di raggiungere l’aerostazione e già era pronta la valigia. Ci appropinquiamo al banco delle informazioni per sapere gli orari dell’autobus per Kos città, non reperibili tramite internet. Ce ne sono 5 al giorno in concomitanza dei voli Olimpic/Aegean, quindi per Ryan niente….così cominciamo una fantozziana guerra dei Taxi… a noi, visto che eravamo in 4, è andata tutto sommato bene. Dall’aeroporto a Kos città sono circa 25 km (33€) e in troppo poco tempo il tassista ci porta davanti all’ingresso degli studios che avevamo prenotato tramite internet da casa. Il posto è carinissimo, dietro alla strada principale che costeggia il mare, per cui in zona tranquilla, in mezzo a tantissimi alberi di limoni, ma a 15min a piedi dal centro di Kos, perfetto! Padroni di casa gentilissimi, disponibilissimi e felicissimi di sentirmi balbettare a stento qualche frasetta nella loro lingua…questa è la Grecia che amo! Non mi stancherò mai di ripeterlo, per vivere la Grecia, non andate nei villaggi o nei grandi hotel (ci ho anche lavorato e quindi parlo per esperienza), ma fidatevi degli studios e delle piccole strutture casalinghe, tornerete a casa con qualcosa in più! Ricordatevi solamente di portare con voi la “macchinetta” per le zanzare e le piastrine…un piccolo accorgimento per dormire sempre (anche in hotel) sonni tranquilli. Comunque il posto è Angelos Studios http://www.angelos-studios.gr/ Abbiamo pagato 25 € a notte per studio e ci siamo trovati benissimo. Prima sera si va in perlustrazione della città di Kos che ci da subito una buona sensazione, carinissima la piazzetta dove c’è l’albero di Ippocrate, bello il Castello e la piazza dell’Agorà. Partendo da lì, percorrendo la strada parallela a quella del porto ci siamo fermati a mangiare alla taverna Museo, ottimo gyros…il migliore, per cui ci siamo tornati anche l’ultima sera. La mattina successiva andiamo a noleggiare lì vicino uno scooter 150 (45€ per due giorni…ma forse potevamo trattare ancora un po’) e ci dirigiamo per la strada costiera verso Tigkaki. La spiaggia è lunga e di sabbia bianca e, sarà stata fortuna, poco ventosa. A pranzo ci siamo fermati in un bar-taverna lungo la spiaggia e poi visto che il tempo si era un po’ annuvolato decidiamo di anticipare il programma e di partire subito per Zia. La strada in scooter è bellissima, abbiamo fatto qualche deviazione cercando chiese e chiesette bianche e azzurre per poi arrivare in questo paesino di montagna, molto decantato per i suoi tramonti, ma forse complice il tempo non bellissimo, non ci ha molto entusiasmato (il nescafè frappè in una delle ultime terrazze prima della chiesa invece ci è piaciuto molto). Proseguiamo per la bellissima strada in montagna fino all’Asklepieion la cui visita è doverosa, per lo meno per me che lavoro nella sanità, e poi rientro a Kos. Cena in un localino vicino al porto molto caratteristico perché arrampicato in una stradina in salita, ma non abbiamo mangiato benissimo. La mattina successiva decidiamo di partire un po’ prima per andare fino alla baia di Kefalos. I km ci sono volati e ci siamo fermati a vedere le spiagge di Paradise Beach (troppi ombrelloni), Kamel Beach (sabbia nera e sporchetta…un po’ troppo selvaggia anche per i miei gusti). Abbiamo trovato invece piacevolissima la spiaggia successiva, quella della “Taverna Katerina”, a fianco al club med, per nostra fortuna chiuso. Poca gente, bel mare e bel panorama con l’isoletta di Agios Stefanos. Passeggiata e foto sui resti della Basilica paleocristiana lì a fianco. Pranzetto con i fiocchi da Katerina e dopo la pennichella sotto l’ombrellone, di nuovo in sella verso Kefalos e poi su, in alto fino alla fine dell’isola, nella piccola chiesa di Agios Ioannis. Strada quasi deserta in montagna, tante pecore e caprette, profumo di timo e origano selvatico…assolutamente fantastico. Tornando indietro facciamo una piccola deviazione per andare a vedere un piccolo mulino ancora integro (il primo che vedo) che ora è stato trasformato in taverna e poco dopo l’aeroporto, seguendo l’indicazione “Castello”, imbocchiamo una strada che costeggia una delle molte caserme sull’isola e ci riporta verso il mare, sopra a Kardamena, dove sorge una vecchia cinta muraria che stava a delimitare una cittadella veneziana (di più a riguardo non so…la guida non diceva null’altro). Rientriamo a Kos e dopo aver restituito gli scooter ci avviamo a piedi verso il centro e ci fermiamo a mangiare del gyros in un grill con 4 tavolini in strada (pedonabile), gestito da un folcloristico (e un po’ ubriaco) proprietario, con tanto di tamburello in testa e bizzarri luoghi comuni sugli italiani (abbiamo molto apprezzato l’originalità dei soggetti e degli eufemismi usati, molto distanti da quelli stereotipati o politicizzati che a malincuore ci si aspetta!) e dopo una buona Mithos (birra) e ouzo servito direttamente con bottiglia al traballante tavolino in qualche modo riusciamo a ritrovare la strada di casa. Ultima giornata piena, noleggiamo per €12 ciascuno, 2 cinquantini e adesso tocca a noi donne guidare e divertirci un po’. Prendiamo la direzione verso capo Psalidi e poi oltre, su in salita, passando per un’altra caserma dove non possiamo non notare con un sorriso il profondo orgoglio di questo paese, manifestato con un’enorme bandiera greca (20 mt almeno) adagiata sul terreno scosceso che guarda la Turchia e le ricorda che dopo guerre, lotte e spargimenti di sangue, loro, sono greci! Arriviamo fino alla fine della strada e scendiamo a piedi verso le “terme”, curioso evento geotermico che porta in superficie delle correnti di acqua caldissima. È stata quindi creata, con i massi del mare, una piscina naturale a 45°C, mentre all’esterno la temperatura è decisamente molto più bassa. Non rimaniamo a lungo e poi, un po’ a fatica, risaliamo di nuovo al parcheggio e via in un’altra spiaggia. Quelle di Psalidi ci sembravano un po’ troppo affollate per cui siamo tornati a Tigkaki e abbiamo mangiato in un locale dietro alla via costiera, pennichella e relax in spiaggia e poi nescaffè frappè all’australian pub gestito da un simpaticissimo australiano che da 11 anni fa 6 mesi a Kos e 6 mesi a Sidney… inutile dire che lo stiamo ancora invidiando… Torniamo a Kos, doccia e bagagli e poi ultimo giro in città, ultime foto, ultimi momenti passati a giocare con i gattini per strada e per aumentare ancora la malinconia da ultima sera, cena di nuovo alla taverna Museo con sottofondo un concerto locale, suonato dal vivo nella piazza adiacente. La mattina ci facciamo prenotare il taxi dalla signora dello Studios, saluti frettolosi e via in aeroporto dove ci attendono un sacco di altri turisti in partenza con altri voli. Vicino a noi c’è un gruppo di finlandesi in partenza per Helsinki e, mio marito ed io, abbiamo sorriso ricordando il nostro viaggio di nozze iniziato per l’appunto con un volo analogo per la medesima destinazione. Unica nota di stress sono stati i rigidissimi controlli della Ryanair, soprattutto al ritorno. In fase di imbarco, la valigia sforava di 800gr e quindi ho dovuto riprendermela e mettermi addosso il k-way e subito prima dell’imbarco, durante il controllo del bagaglio a mano, quasi quasi volevano che lasciassi giù gli acquisti effettuati al Duty Free. Sinceramente non ho capito tale rigidità visto che l’aereo era pieno solo per un terzo. Mah. A parte questo il volo è stato molto piacevole e malinconico al tempo stesso, il cielo limpido ci ha permesso di salutare con calma Kos, Armogos, le Cicladi, Atene e Corinto…un arrivederci in grande stile. Soltanto ora siamo in grado di rispondere alla domanda iniziale e possiamo dire che a Kos abbiamo trovato una bella isola, molto ospitale, sicuramente turistica ma anche molto greca, tutto dipende da dove si volge lo sguardo. Forse a luglio e agosto si trasformerà in una grande baraonda ma vi assicuro che a maggio si sta benissimo. In ogni caso non c’è molto da vedere o da fare, con tre giorni pieni e senza correre abbiamo girato tutta l’isola e se fossimo rimasti di più, sicuramente mi sarebbe piaciuto girare in bicicletta per le piste ciclabili di Kos città, andare 2 giorni a Nyssiros, con i traghetti locali e a Bodrum, invece con la guida. Per il resto il mare è bello, il sole è caldo, si mangia e si beve bene…insomma, è Grecia! Per info, anche su altre isole, contattatemi pure: silvia.andrighe@libero.it


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