Kos, Kalymnos e dintorni
KOS, KALYMNOS, NISSYROS e TELENDOS (30/5-6/6)
Nello scegliere le mete dei nostri viaggetti dobbiamo tenere conto di molte esigenze…asciamo correre da cosa dettate! Per esempio: la meta deve essere non difficilmente raggiungibile, un po’ defilata rispetto al gran flusso turistico o non in piena stagione, non molto costosa, all’insegna del “fai da te” e quindi nello spirito più del viaggiatore che del turista… Lo scopo è quello di “vedere” e di vivere il più possibile le realtà dei luoghi visitati.
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Così ragionando ce ne siamo andati per una settimana nel Dodecaneso tra Kos, Kalymnos e isolette limitrofe. Non male!
Partenza da Pisa con Ryanair (E 95 in due a/r) per Kos. Attenzione al ritorno la compagnia ha controllato le misure di tutti i bagagli a mano (noi usiamo solo questi)…Con il bus di linea che parte appena fuori dagli arrivi, a sinistra, raggiungiamo il porticciolo e località turistica di Mastichari e da qui con il traghetto, Pothia sull’isola di Kalymnos, nostra prima meta.
KALYMNOS, la rocciosa
Kalymnos è l’isola delle spugne, dei pescatori e degli arrampicatori. Molta parte della popolazione vive ancora di pesca (tonno e spada) e di pesca e lavorazione delle spugne anche se il turismo si sta sviluppando aiutato anche dalle attività legate al Rock Klimbing che si è sviluppato negli ultimi anni anche per impulso di nostri conterranei. Kalymnos è certamente una bellissima palestra naturale divenuta meta di scalatori provenienti da tutte le parti del mondo: ne vedrete in giro da tutte le parti in sella agli scooter e soprattutto se alzate gli occhi verso le scoscese pareti calcaree, abbarbicati alle rocce. Arrivando dal mare l’isola ci appare spoglia e aspra, ma sarà solo un’apparenza. Pothia, la nuova capitale, si adagia tra due ripidi versanti che scendono verso il mare, il porto è grande e animato, in alto a sinistra, a picco sulla cittadina dalle case color pastello si scorge il bel monastero di Agios Savvas. Lungo l’ampia darsena si sviluppa l’arteria principale con taverne, locali, negozi e pensioni. Poco dietro, fra gli edifici “italiani”, la chiesa di Christos e il museo Nautico dedicato in gran parte alla spugna. Più decentrato troviamo il moderno e abbastanza interessante museo archeologico. Scesi dal traghetto decidiamo di noleggiare una piccola auto presso il Rent Auto Market (75 E per tre giorni). Ci sono i mezzi pubblici, ma non raggiungono tutte le località e gli orari non permettono comodi spostamenti. Tramite Booking abbiamo prenotato uno studios a Massouri che insieme a Myrties sono le località più turistiche, ma di questi tempi abbordabilissime. Buona la posizione in vista della spettacolare isoletta di Telendos, ma da sconsigliare. Conviene scegliere sul posto, ci sono ottime sistemazioni. La strada a senso unico che collega Myrties a Massouri è piena di taverne,bar, ristoranti,alberghetti e studios, ma l’atmosfera è tranquilla e rilassante. Poco sotto una serie di spiaggette al momento poco frequentate fronteggiano Telendos. La strada che da Pothia porta a Massouri attraversa una zona molto abitata e verdeggiante e dopo aver toccato il vecchio capoluogo di Chorio sovrastato dalle mura e dalle estese rovine di Pera Kastro scende verso il mare aprendosi a spettacolari panorami. Dopo Massouri, regno degli scalatori, la strada segue la tormentata costa sovrastata da picchi rocciosi privi di vegetazione. La strada contornata da rigogliosi e colorati cespugli di oleandri e di alberelli di tamerici raggiunge Arginontas all’estremità di un profondo fiordo che termina con una spiaggetta dietro la quale si trova una piccola valle verdeggiante. Si prosegue ancora tra pareti lisce e rocciose, dove troverete molti scalatori, fino a Emborio tranquillo paesetto nel verde con qualche taverna, studios e una spiaggetta all’ombra delle tamerici. Qui finisce la strada : l’asprezza del territorio non permette il periplo dell’isola. Da non perdere assolutamente la visita al borgo quasi completamente abbandonato di Palionissi. Una bellissima e tortuosa strada fatta costruire da poco con fondi europei la congiunge con la strada principale tra Arginontas ed Emborio. La piccola spiaggia di sassi incassata tra le rocce e il mare è stupenda. Qui abbiamo fatto un bel bagno nell’acqua cristallina e un po’ freddina e poi ci siamo mangiati un’insalata greca e un freschissimo fritto di calamari presso la taverna sopra la spiaggia. Non c’era quasi nessuno! Da Arginontas si può raggiungere l’abitato di Vathi sull’altra sponda dell’isola attraversandola tra spettacolari e nude pareti di roccia. A Vathi prima di raggiungere il porticciolo al termine di un fiordo, troverete una verdeggiante valle, dove si coltiva di tutto e in particolare mandarini e aranci. Da Vathi con una strada costiera si torna a Pothia.
La gita a Telendos è obbligatoria: sta lì davanti a poche centinaia di metri da Myrties e Massouri.E’ una nuda montagna di 500 metri che incombe sul paesetto di poche case con taverne e possibilità di pernottamento. Ci sono piccole spiaggette sia lungo la costa che guarda Kalymnos, sia lungo la costa occidentale e non mancano resti d’insediamenti medioevali. Non ci son strade, ma si possono fare escursioni e passeggiate. Si raggiunge dal porticciolo di Myrties (2E a tratta) con collegamenti orari. L’isolotto è meta di scalatori e di chi ama la tranquillità. Un paio di giorni di soggiorno da queste parti non sarebbe male!
Per monasteri, chiesette e castelli
Kalymnos presenta anche altre sorprese: i monasteri e le piccole chiese di uno spettacolare candore spesso rifinite in celeste e disseminate su tutto il territorio e in alcuni casi situate in luoghi impervi, difficilmente raggiungibili, ma sempre suggestivi. Forse il buon Dio e la natura vanno molto d’accordo! Ne abbiamo visitate alcune: ne vale la pena. E poi i monasteri. Ce ne sono di grandi e di piccoli, ma ormai solo cinque sono ancora abitati. Il più famoso e il più sfarzoso è quello che sovrasta Pothia, intitolato ad Agios Savvas. La chiesa principale, in pietra è, come quasi tutte le chiese ortodosse, completamente affrescata e arricchita di fastosi arredi: intorno, nei lussureggianti e fioriti giardini si trovano altre chiesette tutte bianche con i caratteristici tetti e cupolette rossi. Il monastero è abitato da poche monache, ma ha approfittato di molte donazioni. Proseguendo verso il paesetto di Vichadia, con due tranquille spiaggette, si può visitare, facendo una breve deviazione, il monastero di Agias Ekaterinis che sembra una piccola città. Qui abbiamo aiutato un’anziana monaca a trasportare un po’ di roba e questa ci ha fatto accomodare nella sua casetta e ci ha offerto dolcetti e acqua fresca! Se visitate chiese e monasteri ricordatevi di vestire in modo consono: per le donne niente scollature e ginocchia esposte! Lasciando Pothia, verso Massouri, si può salire alla bianca fortezza di Chrysocherias che sovrasta tre mulini a vento abbandonati. In breve si raggiunge Chorio, l’antico capoluogo dell’isola. Da qui non si può che arrampicarsi fino alle rovine di Pera Kastro città fortezza abbarbicata alle rocce sovrastanti. Si raggiunge attraversando le viuzze del paese, poi seguendo un sentiero- scalinata che sale in modo vertiginoso (e faticoso) fino all’unica porta di accesso. All’interno delle mura s’incontrano resti dell’abitato e numerose cappelle in parte visitabili e affrescate. La veduta sui tetti a terrazza di Chorio, su Pothia e sulle montagne ripaga della fatica dell’arrampicata. Proseguendo verso Massouri si può deviare seguendo la strada per il piccolo aeroporto, nella valle di Argos all’inizio della quale si trova il piccolo monastero Agii Apostoli. Tornando indietro, sempre lungo la strada principale, fermatevi a dare un’occhiata ai pregevoli resti della basilica paleocristiana di Christos tis Jerusalim che sostituì un luogo di culto pagano. Ancora avanti e deviando a destra si raggiunge un altro bel monastero abitato da due monaci, Agios Pandelimonas, situato in posizione strategica in una bella pineta. Per finire breve visita alla basilica di Agios Jannis Melitsachas sopra Mirtyes, fra un piccolo cimitero e resti archeologici.
Noterelle
Per mangiare non ci sono problemi: taverne e ristoranti non si contano! Noi siamo andati sempre da Katerina ad Arginontas, semplice taverna con panorama. Ci siamo trovati benissimo: abbiamo cenato alla greca con piatti di pesce (pescato dal marito) moussaka, insalata greca, tzatziki, dolcetti con il miele…ecc. senza spendere mai più di 30 E in due. Non dimenticate di comprare il miele al timo: è buonissimo e l’isola è piena di queste pianticelle in fiore. Con un po’ di attenzione per mangiare e dormire non si spende molto. Non esistono (o quasi) scontrini fiscali: solo i benzinai sono obbligati a farli. La benzina costa di più che da noi, non ci sono semafori, né strisce pedonali, gli scooteristi viaggiano senza casco, le strade sono poche, ma abbastanza buone, i posteggi, ove presenti sono gratis. Quando viaggiate stati attenti alle caprette, alle galline, ai gatti e ai gufi (o civette ?); di notte nei pressi di Vathi ne abbiamo trovati almeno cinque in mezzo alla strada! Per raggiungere Kalymnos da Mastichari si può usufruire delle due compagnie di navigazione ANEM (traghetti) e ANEK (mezzi veloci) che fanno circa sette/otto corse al giorno. Gli orari cambiano secondo la stagione (www.gtp.gr), le biglietterie sono sui moli d’imbarco. Sicuramente da evitare di venire da queste parti nei mesi di luglio e agosto!
A Chorio abbiamo incontrato un vecchio greco che parlava un po’ d’italiano imparato nel periodo della nostra dominazione: ci ha fermato e ci ha raccontato un po’ della sua vita. Più volte ha ripetuto: italiani boni, boni, boni. Ci ha fatto un immenso piacere!
KOS, la turistica (e Nyssiros)
Con un po’ di dispiacere domenica 2 giugno lasciamo Kalymnos per Kos. Masthicari, il porto di arrivo, è un piccolo centro turistico con belle spiagge di sabbia chiara. Da qui con taxi (15 E) raggiungiamo l’aeroporto, dove ritiriamo l’auto che avevamo prenotato via internet (95 E per quattro giorni). Il servizio pubblico di domenica presenta discrete pause…
Kos è un’isola con una strada principale che la percorre in tutta la sua lunghezza da Kos città a Kefalos. Per soggiornare abbiamo scelto questa località perché meno turisticizzata e più tranquilla della zona centro-nord. Scelta indovinata! L’alta e boscosa penisola di Kefalos è ancora incontaminata e selvaggia con possibilità di fare escursioni e passeggiate per raggiungere sperduti monasteri e chiesette. Consiglio una visita almeno a quello di Agios Ioannis Thymianos (S.Giovanni al Timo) che si anima per la festa di fine agosto e che si trova in luogo suggestivo. La chiave della chiesetta, completamente affrescata, si trova sul davanzale sotto un sasso! Sotto il paese di Kefalos si trova il porticciolo di Kamariou con semplici strutture turistiche e l’inizio delle spiagge che poi si spingono per kilometri prendendo nomi diversi. Proprio qui, su un basso sperone di roccia sulla spiaggia, si trovano gli spettacolari resti della basilica paleocristiana di Agios Stefanos con le colonne che si stagliano sul mare azzurro. Davanti ecco l’isolotto roccioso di Kastri con la sua chiesetta bianca. L’isolotto si può raggiungere a nuoto e chi ci arriva suona la campana della chiesa. Veramente un luogo bellissimo. Proprio qui, quasi sulla spiaggia, abbiamo soggiornato presso lo studios “Savvas” con camere nuovissime e attrezzate di tutto punto con ottima colazione (miele e yogurt sempre presente..) servita su una terrazza con ai piedi gli scavi di una piccola basilica. Il tutto a 40 E notte.
Le spiagge
Ce ne sono tantissime e per tutti i gusti. Nei dintorni di Kos città a nord le spiagge di Lambi e a sud quelle di Psadili fino ad arrivare a Embros Therme, al termine della strada che attraversa una zona piena di mega strutture turistiche. Qui si può scendere fino a raggiungere una vasca improvvisata dove l’acqua calda termale proveniente dal sottosuolo si mescola con l’acqua di mare. Si può fare un bagnetto alla temperatura desiderata, ma la zona è ristretta e in stagione non sarà facilissimo! Le spiagge continuano quasi ininterrottamente da Lambi fino a Tigaki, Marmari e Mastichari nella parte pianeggiante e un po’ ventosa del nord-ovest dell’isola. Nella parte est si trova Kardamena e le sue spiagge: non male, ma anche qui si trovano grandiose (anche belle !) strutture turistiche, ma non rientranti nei nostri gusti! In definitiva le spiagge più belle, secondo noi si trovano nella zona di Kefalos: da Agios Stefanos, risalendo verso il centro dell’isola, trovano Camel Beach, piccola e raccolta, la famosa Paradise (Bubble), troppo sfruttata, e poi la Banana, la Markos, la Sunny, la Magic che termina con la Esotic (dai liberi costumi !).Tutte le spiagge sono attrezzate, hanno posteggi liberi, ombrelloni e sdraio (per chi vuole) a poco prezzo e alle spalle alte dune di sabbia e rocce: scenario perfetto! Dalla Magic (che a noi è piaciuta più di tutte) si può camminare sulla sabbia per alcuni kilometri tra mare cristallino e dune verdeggianti in quasi perfetta solitudine. Dal paese di Kefalos si può scendere (lato nord) fino alla spiaggetta e al porticciolo di Limionas con annesso ristorante specializzato in pesce del quale si dice un gran bene.
Il centro dell’isola
Antimachia, con l’aeroporto, è quasi al centro dell’isola. Da vedere: un mulino a vento ricostruito e una casa museo che ci riporta agli anni ’40 e che merita la visita. A pochi km, verso Kos città si trova il grande castello del XIII sec con alte mura e due piccole chiese in parte affrescate. Deviando dalla strada principale si può toccare Pyli con la fontana dei Leoni e la tomba di Harmylos e Paleo Pyli, l’antico abitato ormai abbandonato che merita sicuramente una visita. C’è da salire e noi abbiamo saltato perché erano le 13 e faceva un discreto caldo. Siamo invece arrivati a Zia toccando prima le chiese di Evangelismos tis Theutokou e si Zoodokos Pigi dalle quali si gode un buon panorama. Zia sarebbe senza dubbio il più bel paesino di Kos, in mezzo a boschi di abeti e pioppi, se non fosse stato trasformato in un mercatino. Si salva la parte alta e comunque merita arrivare fin quassù!
Nissyiros, la tranquilla
Non si può stare a Kos e non visitare Nyssiros, il vulcano, che meriterebbe ben più di una giornata. La raggiungiamo in un’oretta partendo dal porticciolo di Kefalos e non da Kardamena per evitare la maggior parte dei turisti che parte da questa località tutti i giorni verso le 09 con rientro nel primo pomeriggio. Noi siamo partiti verso le 12 con rientro alle 20: le corse da Kefalos si effettuano solo due volte a settimana (15 E). Appena sbarcati a Mandraki, porto e capoluogo dell’isola, siamo saliti sul bus che fa spola con il cratere. Il biglietto costa 8 E a/r, ma ne vale la pena! Il bus sale e scende seguendo una strada stretta, ripida e piena di curve che fa intravedere spettacolari scorci. Il paesaggio è vario e verdeggiante. Impressionante è la discesa nella caldera che è lunga circa 3500 metri per 1500 per metà verdeggiate. All’interno si trovano altri tre o quattro crateri più piccoli, desertici e..caldi. Si discende, a piedi, nel più grande che presenta fumarole ed emanazioni solfuree. Tornati a Mandrachi non rimane che passeggiare per il bianco paese con i caratteristici balconcini verdi, azzurri e marrone che quasi si toccano. Alcune strade e piazzette presentano mosaici di sassi bianchi e neri raffiguranti scene marine. Si può salire fino al Kastro e al monastero di Planagia Spillani e dare un’occhiata alla chiesa principale di Panagia Potamitissas e naturalmente soffermarci in piazza Illikiomeni ombreggiata da due splendide piante che dicono essere una delle belle del Dodecaneso, ma a me è sembrata quasi completamente invasa da tavoli di ristoranti e bar. Per pranzo-merenda ci siamo fermati presso un ristorantino di 8 tavoli con i piedi nell’acqua gestito, pensate un po’, da un giovane veneziano che ha sposato un’isolana. Pranzetto stupendo a base di antipasti greci al prezzo di 20 E in due..( Taverna Margarita). Purtroppo verso sera si deve lasciare quest’oasi di serenità.
KOS città e l’Askilipieion
Arrivare a Kos città seguendo la strada principale è un po’ deludente, ma la delusione passa subito appena mettete piede nel centro storico. La città vecchia è, infatti, verdeggiante di alberi e palme e piena di sgargianti colori degli oleandri e buganvillee in fiore. Il porto turistico dalla stretta imboccatura è circondato dal castello dei Cavalieri a nord e dal lungo darsena con caffè, bar e ristoranti a non finire. Qui il movimento dei turisti è già pesante, figurarsi nei mesi “caldi”. State attenti alle biciclette, perché qui sfrecciano da tutte le parti, in mano a turisti accaldati in gran parte dell’Europa settentrionale, inglesi in particolare! Ma il luogo che più ci ha affascinato è la piazzetta di Ippocrate con il famoso platano, ma soprattutto con la sua atmosfera fresca e tranquilla, la fontana della purificazione e la moschea di Hadji Hassan con i suoi portici ed anche con i venditori di souvenir che qui ci stanno bene! Kos ha visto numerose civiltà e dominazioni, dai Greci, ai Romani, ai Bizantini, ai Turchi agli Italiani: tutti hanno lasciato qualcosa e non sto a dilungarmi su quello che si può ammirare passeggiando per le stradine del centro storico. Una particolare impronta la danno però gli edifici amministrativi italiani dal palazzo di giustizia all’’albergo Gelsomino. Proprio in uno di questi, in platia Eleftherias, si trova un piccolo e ordinatissimo mercato nel quale si vendono frutta e verdura, souvenir da cucina e altro: da non perdere. Insomma la città di Kos ci ha lasciato un ottimo ricordo.
La visita allo scenografico santuario dedicato ad Asclepio greco (Esculapio romano) e al padre Apollo è obbligatoria non solo per ammirare i resti archeologici, ma anche per la sua magnifica posizione. Circondato da boschi di abeti e cipressi dalle sue tre terrazze si spazia fino alle isole di Kalymnos e Pserimos. Si arriva da Kos città attraversando Platani, il paese dei Turchi: l’ingresso costa 4 E (gratis il martedì). Il santuario, in uso per molti secoli, era utilizzato dai pellegrini per curarsi sia con l’aiuto della fede che della medicina del tempo. Si trovano così vestigia di templi, altari votivi, statue, terme che vanno dal periodo greco classico ed ellenistico alla dominazione romana.
Noterelle finali
Anche qui per mangiare non ci sono veramente problemi. I Greci sono maestri nell’assistenza culinaria! Quasi tutti i ristoranti/taverne offrono pesce fresco il che fa un po’ pensare! Ma si mangia benissimo e a buon prezzo. Noi abbiamo cenato una volta presso lo studios abbastanza bene e tre volte da Niotis a Kefalos. E’ un Kafenio trasformato in taverna dove sembra di mangiare in casa. Qui potrete mangiare alla greca-greca ordinando anche per il giorno dopo.Ottimo ! Assaggiate naturalmente le crocchette di ceci, il formaggio maturato nel vino, il polpo con il riso e le verdure…..con la resina, il caffè greco ed un bicchierino di uozo.Mai più di 30 E in due. Si trova nei pressi della chiesa.
Kos è più turisticizzata di Kalymnos, ma in giugno le cose vanno ancora bene. Chi vuole “vivere” deve in ogni caso scegliere Kos città, Kardamena, Marmari. L’isola è molto frequentata da turisti del nord Europa (anche Russi): all’aeroporto ne abbiamo visti incanalati a frotte dagli operatori turistici verso gli autobus in attesa e quindi verso i mega-alberghi…
Le strade sono buone, le indicazioni stradali non sempre chiare e fate attenzione alle tre o quattro rotatorie perché funzionano al contrario delle nostre. La benzina è più cara, l’acqua no.
Riflessione: in generale nell’accoglienza e trattamento dei turisti noi abbiamo ancora da imparare!
Risultato: ottima settimana, peccato che è durata solo otto giorni!