KOS: dimensione perfetta per ritrovarsi e divertirsi
Lontana e vicina dal trambusto moderno ma pur sempre immortale nella sua bellezza di isola.
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Eccoci qui! Di ritorno dalla bellissima Kos… un dolce connubio fra modernità e antichità, fra tradizione greca e ispirazione turca. Il nostro soggiorno purtroppo è durato poco. Siamo sinceri: negli anni passati, visitando prima una parte di Creta e poi Rodi, una settimana ci era bastata: ci sentivamo felici ed appagati. Beh, questa volta, no! Saremmo voluti restare, almeno un’altra settimana! L’isola è agevole, 50 km di lunghezza, si attraversa molto bene grazie ad una Main Road che conduce da Kos città fino all’estrema punta dell’isola, dopo Kefalos. Hotel La nostra sistemazione è stata il Kos Bay, proprio di fronte alla Marina, il porto con i pescherecci, vicinissimo al centro storico, raggiungibile tranquillamente con una camminata di 10 minuti. Prima di partire, mi ero informata su questo hotel: tutti i pareri di turisti stranieri erano positivi…i pareri degli italiani erano esattamente il contrario. Bene, questo è il nostro personale: le camere sono minimaliste ma abbastanza confortevoli, un po’ strette ma pulite e con un continuo ricambio di asciugamani e pulizia tutti i giorni. Ogni camera è dotata di un mini frigo e di aria condizionata, che si accende automaticamente alla chiusura della porta balcone. Al mattino veniva servita la colazione, così ci siamo rimpinzati di pane, burro e marmellata…A proposito di colazione o merende, suggeriamo una buonissima pasticceria- gelateria greca che si incontra andando dalla Marina verso il centro, sulla destra, proprio sul lungomare….paste enormi e buonissime e il gelato è rigorosamente con latte di capra. Ritornando al Kos Bay, il personale è cordiale, parla bene inglese ed è disponibile 24h su 24. L’importante è sforzarsi di parlare inglese. Ho visto italiani rivolgersi senza tanti problemi, in italiano e sentirsi rispondere scocciatamente, in inglese… devo essere sincera: è un po’ una vergogna! Ma forse non faccio testo perché i miei studi hanno sempre avuto una forte impronta linguistica…….e durante il soggiorno mi sono divertita quando tentavo di esprimermi in greco e venivo corretta, dal ristoratore, dal barista, piuttosto che dal bagnino. Rent e baia di Kefalos All’arrivo ci siamo diretti verso un Rent a Bike. Premessa: occhio al Rent che scegliete. Vi suggeriamo i piccoli Rent, quelli con poche moto e motorini, dove è piu’ facile che ci sia manutenzione, piuttosto che un grande Rent che sulla manutenzione sorvola, com’è capitato a noi con Dino, che a sede a pochi metri dalla Marina e ha anche un’altra sede a Malmari. Il primo giorno abbiamo noleggiato una Yamaha Dragstar, riportata indietro il mattino successivo, perché il freno ormai si staccava…. la moto aveva preso una botta in passato e non era stata sistemata….la loro giustificazione è stata che è una moto per intenditori, quindi era colpa nostra. Sorvoliamo. Per lo stesso prezzo (180 euro) ci viene dato un maxi scooter Piaggio X9 200… senza “manella”. La manella, è come i greci che abbiamo incontrato, chiamano la pedivella, per accendere il motore quando lo starter non lo permette. Va bene, scendiamo così fino a Paradise Bay, la più rinomata delle sette spiagge della Baia di Kefalos. Spiaggia attrezzata, 4 o 5 file di ombrelloni. Unica “pecca” : macchie di petrolio in riva al mare, colpa dei vari acqua scooter. Il secondo giorno andiamo invece a Markos Bay, molto tranquilla, con solo due file di lettini, sempre a modici prezzi. In generale, su tutte le spiagge abbiamo speso 5 euro totali per due lettini e ombrellone, tranne nella rinomata Paradise, dove si spendono 7 euro. Le acque in questa baia, sono freddine, il mare è calmo e il fondale, trasparente. Decidiamo di lasciare Markos Bay per dirigerci a Zìa, decisione da rimandare, dato che la in nostro scooter “without manella” ci ha lasciati a piedi….. per fortuna i greci sono persone di cuore, buone e disponibili. Così, proprio i gestori della taverna e della spiaggia di Markos, ci hanno aiutati, prima chiamando Dino e urlandogli non so bene cosa in greco, per telefono, poi restando con noi fino a quando non sono venuti a recuperarci, offrendoci caffè, cocomero e nostalgici ricordi di famiglia vissuti sull’isola, includendo ricordi di guerra, districandoci fra inglese, greco e italiano e a volte non capendoci affatto, ma intuendo la mimica e i gesti mi sentivo come a casa. Siamo così ritornati, ringraziando i nostri benefattori, a Kos città. Kos città Breve excursus del centro di Kos, dove abbiamo passato alcune delle serate: il porto è dominato dal Castello dei Cavalieri, raggiungibile attraverso un ponte che attraversa Finikon, il viale delle Palme, da Plateia Platanou, dov’è presente il Platano di Ippocrate, sotto al quale il padre della medicina moderna si diceva tenesse le lezioni ai suoi studenti. L’albero è sorretto da forti impalcature ed è davvero un miracolo il fatto che non sia ancora crollato. Basta allontanarsi di pochi metri da questo luogo tranquillo e incomincia il caos della Street bar. L’unico locale degno di nota perché completamente diverso da tutti gli altri “made in England” è l’aprifila della street bar, venendo da Plateia Platanou. È infatti, l’unico a proporre musica live, almeno in questa zona. Nella settimana in cui ci siamo stati noi suonava un tale Andrew Rhodes, molto bravo, proponendo una serie di cover di successi internazionali. Se vi viene un certo appetito e avete anche una santa dose di pazienza, andate a cenare da Alexander, una taverna, naturalmente a gestione familiare, in cui qualsiasi cosa ordiniate, è di loro produzione e l’atmosfera è decisamente tranquilla, ideale per mangiare in pace. Si trova salendo le scalinate della via centrale dei negozi di souvenir, in corrispondenza di una chiesa di recente costruzione. Zia La terza sera, incrociando le dita per non rimanere a piedi, ci siamo diretti verso l’ora del tramonto, finalmente, a Zìa. Piccolo pittoresco villaggio dal quale si ammirano paesaggi e scorci stupendi, molto conosciuto per i suoi tramonti e per le sue botteghe tradizionali, nelle quali trovare, spezie, tessuti, vino e molto altro, sempre a prezzi modici. Salendo verso la parte superiore del villaggio, ci siamo imbattuti in una socievole isolana, Maria, che ci ha fatto fare da balia ad un pulcino disperso, per timore che finisse in pasto ad uno dei suoi gatti. Brevi e intensi incontri che arricchiscono una vacanza. Siamo poi entrati, salendo ancora, in una chiesetta greca, molto bella e soprattutto, molto “oro”. Dopo la nostra passeggiata a Zìa, nella quale siamo ritornati due sere dopo, ci siamo diretti verso Kardamena, per cenare. Cena a parte, molto buoni i grossi calamari sulla brace, questo posto è una sorta di Riccione mal riuscita, con inglesi pre- adolescenti e ubriachi che si aggirano sconsolati per le strade della cittadina, quindi, a mai più! La quarta sera ci siamo invece recati a 3 km da Kos town, a Platani, piccolissimo paesino con una posto molto buono in cui cenare, Arap Taverna, cucina greco-turca. Consiglio le verdure fritte e poi immerse nello yoghurt, le “yiaourtoglou”. Qui il figlio di uno dei proprietari ci ha attaccato un lungo discorso sul calcio…non che a noi ce ne freghi molto, ma lui era così contento che non si poteva certo deluderlo. Il padre invece ci ha raccontato una breve storia del ristorante, aperto nel 1948. Per fortuna che ci avevano presi in simpatia, perché “without manella” colpisce ancora! E così, ci chiamano un taxi e gli lasciamo lo scooter lì. Il giorno dopo, Dino rent a bike, quasi non curante, ci lascia un nuovo scooter….stesso modello. Continuiamo con il giro delle spiagge e dei ristoranti nelle loro vicinanze: -Therma Loutra: a circa 10 km da Kos Town direzione nord-est per Psalidi, siamo scesi fino all’ultima spiaggia presente su questo lato della costa, anche perché poi la strada si interrompe. La spiaggia è uno stretto tratto di sassi, sotto dominanti montagne rocciose. Visto il piccolo spazio, c’è un solo bar, che per tutto il tempo ha suonato Bob Marley, Vasco e Ligabue. Fino a qualche tempo fa, esisteva anche un ristorante proprio accanto alle terme naturali, ora però inagibile perché sta, a poco a poco, crollando. Questo tratto di costa è conosciuto appunto per le terme in cui l’acqua è ultra bollente e la pelle una volta usciti sa di zolfo. Tutto sommato, se non siete claustrofobici per via delle montagne che vi guardano così da vicino e dall’altra parte si è stretti da un mare mosso, è consigliabile per gli effetti terapeutici delle acque termali. – Agios Theologos Bay: spiaggia isolata di rocce, dominata da un mare con onde altissime e divertenti, si trova nella punta estrema dell’isola e si raggiunge percorrendo tutta la Main Road, passando per il centro di Kefalos, paesino di montagna con pochi turisti e molta vita greca. Nelle vicinanze della spiaggia è presente un solo ristorante che ha lo stesso nome del paese, dal quale si possono vedere fantastici tramonti dalla terrazza. Il cibo è molto buono, consigliamo il formaggio di capra fatto in casa. – Mastihari: la più Rimini di tutte, per le acque e per le molte file di ombrelloni ma in realtà anche qui la vita di spiaggia è tranquilla. Il paesino merita: silenzioso ma attrezzato, nonché un porto dal quale può essere raggiunta la vicina Kalymnos. Noi abbiamo mangiato al Kali Kardia ristorante nei pressi del molo, anche questo, ottimo: pesce freschissimo e gyros speziato, ancora più buono. Ci teniamo a dire che, in tema di ristoranti e taverne, abbiamo speso al massimo 12 euro a testa. Consiglio anche i dolci: io ho preso una torta a base di pasta di mandorle, molto morbida e poi, ci hanno offerto l’ouzo! Guai a rifiutarlo e a rifiutare ogni cosa vi offrano! – Marmari e Tigaki: siamo a circa 10 km nord-ovest da Kos città. Spiagge silenziose, acque calde, tranquillità anche in mezzo a tanta gente. Alcune zone ventose sono perfette per il wind surf. Questa volta abbiamo pranzato a Tigaki, in un ristorante sporting club vicino alla spiaggia. Per tutti i ristoranti, oltre ad ordinare Mythos e Alfa come birre, consiglio anche i vini della casa, rossi o bianchi. Buoni e fruttati. Termina qui il mio racconto. Solo un’ultima cosa: per gli amanti degli animali, vi troverete circondati da capre, mucche, asinelli e gatti. Questi ultimi, aspettano di mangiare dai clienti delle taverne, altri rovistano nei pattumi, i più fortunati hanno un padrone, come la gatta Sissi del Kali Kardia e altri vivono al porto turistico, grazie a crocchette lasciate da persone generose. Se vorrete contribuire, sono lì ad aspettarvi. Buon viaggio a chi deciderà di andare nella piccola, incantevole ed umile Kos.