Konichiwa Japan

Giappone da nord a sud by train: Shinkansen, onsen e daini, tutto questo è il nostro Giappone
Scritto da: Marina1983
konichiwa japan
Partenza il: 21/06/2015
Ritorno il: 30/06/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
L’idea di visitare il Giappone è nata per caso, quando a marzo con mio marito progettavamo le ferie estive un popup Alitalia ci ha illuminato: Roma-Tokyo a 450euro….

Sì, la nostra prossima vacanza sarebbe stato il paese del Sol Levante!

Acquistiamo i biglietti aerei e stipuliamo anche un’assicurazione “annullo viaggio” ad un costo complessivo di 475,00 euro a testa per il periodo 21–30 giugno. Inizialmente doveva essere l’ennesimo viaggio in coppia, ma parlandone con dei cari amici l’idea di partire in 6 si è fatta strada facendosi piano piano sempre più concreta.

21 giugno la partenza

Finalmente è giunto il tanto desiderato momento di partire… non vedevamo l’ora! La mattina arriviamo a Fiumicino e lasciamo la nostra auto presso il Multipiano E, parcheggio prenotato online con Adr Fiumicino a 40,00 euro totali. VERO AFFARE! www.adr.it/parcheggi_fiumicino

Il volo porta una decina di minuti di ritardo, ma alle 15:45 possiamo dire “sayonara Italia!” e dopo ben 12 ore trascorse tra risate, film, piccoli riposini e mangiate, il volo AZ atterra all’aereoporto di Narita. Disbrigo veloce delle formalità doganali, recupero dei bagagli e via a ritirare il nostro Wi-Fi pocket e a convertire il Japan Rail Pass, acquistato presso il centro HIS di Roma al costo di 217euro per una settimana. http://giappone.hisitaly.com/

Questo pass permette, ad un prezzo vantaggioso, di prendere tutti i mezzi della compagnia Japan Rail che coprono quasi tutto il Paese.

Arriviamo in hotel, Lungwood Hotel, ci diamo una leggera rinfrescata e poi via alla volta di Asakusa, la parte dei templi-storici di Tokyo.

Lungo la strada non facciamo altro che restare allibiti dalla precisione e dalla pulizia di questo popolo. Ovunque silenzio ed ordine. La zona di Asakusa è molto carina, con un tempio enorme e molte bancarelle dove poter acquistare un po’ di tutto. Stanchi decidiamo di andare a fare una passeggiata rigenerante al parco cittadino di UENO. Ingresso gratuito (escluso lo zoo a pagamento circa 600 yen). La sera stravolti ceniamo sotto l’hotel e dritti a nanna, domani ci aspetta la trasferta con lo shinkansen a Kyoto.

22 giugno Kyoto

La mattina ci svegliamo presto e alle 8:15 già siamo in sella al treno direzione Kyoto. In circa 2,5 ore arriviamo alla stazione centrale dell’antica capitale nipponica. Sosta ristoratrice da Starbukcs e poi via in hotel, HOTEL GRAN MS KYOTO.

Hotel carino, pulito, sprovvisti del servizio colazione, ma hanno accanto un supermercato e molte pasticcerie. Zona tranquilla in pieno centro, a 400mt dal municipio e a 150mt dalle vie coperte dello shopping. Il pomeriggio avevo prenotato dall’Italia con anticipo la visita guidata al Palazzo Imperiale di Kyoto, interessante e sopratutto tutto gratuito. www.kunaicho.go.jp/eindex.html

Dopo la visita al Castello imperiale passiamo all’altra tappa in programma, il Castello Nijo-ji. http://www2.city.kyoto.lg.jp/bunshi/nijojo/

Questo risulta essere migliore come struttura espositiva rispetto al palazzo imperiale, si possono visitare in autonomia gli interni (senza scattare foto e rigorosamente a piedi nudi!) e i giardini con tutti i muri di cinta. Veramente da consigliare.

23 giugno Kinkaku -ji e Arashiyama/ Foresta di Bamboo

Mattina sveglia di buonora, super colazione internazionale e via alla stazione di Kyoto, direzione Gold Temple. Il tragitto non ci porta via molto tempo ed in circa 30 minuti siamo a destinazione.

Il Kinkaku-ji era inizialmente la dimora di uno shogun, rivestito interamente in foglia d’oro è ora accessibile solo perimetralmente. Il tempio, all’interno di un’enorme giardino, ti porta indietro nel tempo, sembra di vivere in un’altra dimensione. Trascorriamo gran parte della mattina all’interno del parco e poi poco prima di pranzo siamo già sul trenino locale che ci porterà ad Arashiyama, la famosa foresta di Bamboo.

L’arrivo in questa piccola cittadina di provincia ci colpisce molto per la sua pulizia e per la cordialità delle persone. Affittiamo le bici e con una piccola cartina siamo pronti: next stop Bamboo forest. Il tragitto è breve (e tutto in discesa! Peccato che poi sarà tutto in salita, ma per il momento non voglio pensarci!) e costellato di negozietti di prodotti artigianali lungo i margini della strada con molte bancarelle di street food. Dopo una piccola incertezza finalmente arriviamo a destinazione: uno scenario che ti dona una serenità interiore indescrivibile. Non potevano non fare delle foto di rito e poi via a scorrazzare per la foresta. All’interno del parco, (sembra più un parco che non una vera e propria foresta) c’è la possibilità di visitare la villa e i giardini di alcune star dello spettacolo locale. Trascorriamo gran parte del pomeriggio scorrazzando liberamente tra queste piante altissime che con il soffio del vento sembrano suonare.

24 giugno: Nara, Fushimi Inari e Uji

Sveglia all’alba e via a prendere lo Shinkansen, direzione Nara, antica capitale del Giappone. Il viaggio su questi treni è “confortable” si ha la possibilità di acquistare cibo spazzatura, caffè americano e il loro tè. Il servizio ristorante è attivo in determinate fasce orarie e di libero accesso a tutti. Il tragitto tra le due cittadine ci permette di osservare dal finestrino vari paesaggi e paesini poco turistici.

Dopo circa un’ora di viaggio eccoci arrivati a Nara, ex capitale dell’impero nipponico. La città è popolata, per non dire invasa, da daini ritenuti sacri che circolano liberamente in ogni angolo. Superata la paura e il timore iniziale riusciamo anche a fare delle foto con questi bellissimi animali. La nostra visita di Nara si concentrerà sul complesso templare di Todai-ji famoso per il suo enorme Buddha in bronzo.

La statua di bronzo del Buddha è stata più volte danneggiata ed è rimasta per ben 2 volte decapitata per via dei terremoti. Restaurata l’ultima volta nel 1692, pesa circa 550 tonnellate, di cui 130kg sono di oro puro. I disastri naturali non modificarono i 16 mt di altezza della statua e la sua conformazione.

La leggenda vuole che all’interno del tempio sia posto una trave di legno forata alla sua base della stessa dimensione della narice della statua di Buddha. Chiunque riesca a passarvi attraverso godrà della purificazione buddista. Devo essere sincera… io non ho provato, ma mio marito si… niente da fare ci dobbiamo tenere la maledizione dei peccati sino al giudizio finale!

La mattina trascorre velocemente e dopo pranzo e molte foto dei bellissimi giardini che circondano il tempio siamo tornati a bordo dello shinkansen direzione Fushimi Inari con il suo percorso costellato di torii rossi.

Questo stupendo santuario shintoista, che si trova alle pendici dell’omonima montagna, alta 233 mt dal livello del mare, fu dedicato alle divinità del riso e del saké dalla famiglia Hata nell’VIII secolo, ma con la perdita graduale d’importanza dell’agricoltura, alle divinità fu assegnato il nuovo ruolo di garanti della prosperità dei commerci.

La volpe è un messaggero del Dio Inari, dio del raccolto e del riso; i giapponesi la considerano una creatura sacra. La chiave che spesso è racchiusa nella mascella della volpe è la simbolica chiave di apertura dei magazzini del riso.

Oggi il santuario si presenta come un percorso di 4 km racchiuso da centinaia di torii rossi e decine di volpi di pietra.

Il percorso si snoda attraverso il bosco ed è illuminato con deboli fiaccole, è molto suggestivo se fatto al tramonto o comunque nelle ore pomeridiane. Purtroppo non siamo arrivati sino alla fine del percorso, ma abbiamo buttato coppe al primo terrazzamento! Veramente consigliato. Finito il nostro giro tra i torii abbiamo raggiunto in una mezzora la piccola cittadina di Uji famosa per le sue coltivazioni di tè matcha e per il grande tempio Byodo-in (raffigurato persino sulle monetine da 10yen).

Il complesso templare è immerso in un parco curatissimo di circa 2 ettari tra laghetti artificiali, gruppi di siepi, giardini zen e piccole aree relax. Costruito nel 1052, trasformando quella che era in precedenza la residenza del clan Fujiwara, il tempio ha subito molti restauri e ricostruzioni dovute ai molti incendi che lo hanno colpito nel corso della sua storia. Il padiglione della fenice (Hoo-do), costruito nel 1053, è l’unica struttura originaria ancora esistente. La fenice, uccello della mitologia cinese, è venerata perché protettrice di Buddha.

Uji e il suo Byodo-in è una piccola escursione di mezza giornata che si può preventivare di fare avendo come destinazione Kyoto o Nara. L’unica pecca a nostro avviso è di non essere entrati all’interno del tempio essendo arrivati troppo tardi. Peccato! Fatta la foto di rito recando il mano una monetina da 10 yen che lo raffigura siamo pronti per rientrare alla base e riposarci; domani ci spettano 3 ore e mezza di treno per raggiungere la prossima tappa del nostro tour.

25 giugno: Hiroshima

Sveglia all’alba, colazione alla stazione e via: Hiroshima arriviamo.

Il tragitto che ci separa è di circa 4 ore, ma tra un pisolino e una risata ci passa velocemente e arriviamo a destinazione con l’unico dispiacere che ci accoglie una forte pioggia. La stazione centrale di Hiroshima è a circa 30 minuti dal nostro hotel ma ad aiutarci arrivano una coppia di anziani giapponesi reduci della seconda guerra mondiale ora volontari, che stranamente parlano anche inglese!! In men che non si dica ci ritroviamo bagnati fradici a bordo del tram che ci porterà al nostro hotel, proprio di fronte al museo della pace.

Trascorriamo parte del pomeriggio all’interno del museo della pace, molto ben organizzato, commovente e devastante psicologicamente… ho preso l’audio-guida, ma neanche 2 oggetti dopo piangevo come un coccodrillo e sono andata a consegnarla, ho preferito aspettare fuori con i volontari che insegnano ai ragazzi e alle bambine a realizzare gli origami. Mi sono cimentata tra una lacrima e l’altra e ne ho portati a casa un bel pò.

I volontari-artisti di origami si ritrovano all’interno del museo in ricordo di Sadako Sasaki, la bimba morta per una grave forma di leucemia derivata dello scoppio della bomba atomica che ha realizzato fino alla sua morte queste splendide gru di carta. La sua migliore amica, Chizuko Hamamoto, le parlò di un’antica leggenda secondo cui, chi fosse riuscito a creare mille gru- uccello simbolo di lunga vita – con la tecnica dell’origami avrebbe potuto esprimere un desiderio. Chizuko stessa realizzò per Sadako la prima, lei poi continuò fino alla morte. Il desiderio non era limitato a guarire e tornare a correre, Sadako credeva e sperava di poter curare tutte le vittime del mondo e che avrebbe portato loro la pace.

La mostra allestita all’interno del “museo della pace” tocca l’anima, riempie gli occhi di lacrime con una forza incontrollata, ti rendi conto della cattiveria insita in ognuno di noi… ti spaventa e ti mostra cosa è il dolore, ti aiuta a comprendere e a sperare che mai più si debba assistere a disastri del genere. La giornata si conclude con la visita alla Bomb Dome, l’unico edificio rimasto in piedi dopo lo scoppio della bomba atomica.

26 giugno: Miyajima

La mattina ci vede a bordo del traghetto per Miyajima, “l’isola in cui convivono uomini e dei, luogo sacro da quando vi fu costruito il santuario di Itsukushima nel 593 dC.“.

Questo santuario, dedicato alla dea custode dei mari, ha la caratteristica di essere stato costruito in parte nel mare, con edifici su palafitte e un torii a poche decine di metri al largo e per metà sulle terrazze a gradoni della montagna.

La prima cosa che ti accoglie dalla prua del battello è la porta Ootorii, simbolo dell’isola. Costruito di legno di canfora e laccato di una vernice rosso fuoco, sembra saldamente piantato nel terreno, ma si erge solo grazie al proprio peso sulla sabbia.

La giornata trascorre nel migliore dei modi tra cibo da strada relax e foto, l’’isola di Miyajima, Patrimonio dell’UNESCO, ha molto da offrire e purtroppo un giorno solo si è rilevato veramente poco per vivere la cittadina. La sera siamo rientrati a Hiroshima e abbiamo cenato in un locale tipico giapponese conoscendo una simpatica cameriera che studiava italiano!

27 giugno: Tokyo

L’intera giornata la trascorriamo risalendo verso il nord del Giappone, si torna a Tokyo. Il tragitto è lungo, il viaggio in shinkansen occupa circa 6 ore con un cambio ad Osaka… Inizialmente era nostra intenzione fermarci e vedere il famoso castello di Osaka, ma poi tra la stanchezza e la paura di perdere la coincidenza decidiamo di accantonare l’idea e di arrivare il prima possibile a Tokyo. L’hotel prenotato è molto bello, forse uno dei migliori di tutto il nostro viaggio, Hotel Villa Fontaine. La sera, dopo una rigenerante doccia, usciamo e ci rechiamo nella piazza considerata la Times Square asiatica: Shibuya. La massa di gente che abbiamo visto è qualcosa di indescrivibile, un flusso umano che camminava in modo omogeneo… Un vero e proprio fiume di gente che scorreva tra le vie che si affacciano sulla piazza. La piazza è carica di colori, luci, neon, profumi. Per concludere la nostra prima serata a Tokyo decidiamo di trascorrere una mezzoretta sulla terrazza coperta del Metropolitan Governament Tower, da dove possiamo vedere le mille luci della città dall’alto.Veramente suggestivo e stupefacente.

28 giugno: Tokyo

Il programma iniziale era di recarci oggi a Nikko e dedicarci alle onsen e alla visita di Tokyo l’indomani, ma avendo paura delle previsioni meteo che davano pioggia per il 29 abbiamo invertito le tappe del nostro tour. Il mio compleanno lo abbiamo trascorso girando per il mercato del pesce cittadino e lo zoo di Ueno, per far felice il nostro caro amico Biba che era desideroso di vedere un panda. La sera ci siamo regalati un bagno rilassante alle vere terme giapponesi.

Il mercato del pesce è una grande porzione di Tokyo dove poter vedere, scegliere e gustare dell’ottimo pesce fresco. La fragranza dei té, l’odore del pesce invadono le stradine del mercato e inebriano i passanti. Il forte odore delle spezie tipico dei mercati thailandesi o cinesi è molto attenuato qua, ma la sensazione di etnico è vivo più che mai. Dopo un eccellente pranzo a base di sushi, sashimi e tè abbiamo raggiunto gli altri per visitare lo zoo.

Il Parco Ueno ha al suo interno un immenso giardino zoologico, di solito sono contraria alla visita di questi “parchi” dove si paga per alimentare la detenzione in gabbie degli animali, ma mi rendo conto che a volte sono ben tenuti e che cercano di garantire la salvaguardia di specie in via di estinzione; proprio come nel caso dei panda. Fatto felice il nostro Biba ci rechiamo a fare un pò di acquisti e poi con il trenino alle Oedo Onsen Monogatari.

La struttura termale è divisa, secondo il rigido sistema nipponico, in due sezioni: “uomo” – “donna”. Questa distinzione, inizialmente incomprensibile per noi, si è rivelata più che giusta e ovvia dopo esser entrati. Ebbene si, aveva ragione il nostro amico Michele che insisteva che i giapponesi alle terme vanno nudi… ma integralmente nudi! Solo dopo aver lasciato tutti i nostri indumenti all’interno dell’armadietto abbiamo realizzato… anche noi eravamo ormai delle vere donne orientali, nude nelle onsen. Ammetto la nostra iniziale paura, vergogna, isteria, ma poi alla fine ci siamo dette: “non ci conosce nessuno che figuraccia poi mai sarà?” . Ci siamo fatte molto coraggio per abbattere il nostro senso del pudore e siamo entrate nelle vasche. Oggi, con il senno del poi, posso dire che se non ci fossimo fatte coraggio avremmo perso una grande esperienza, una sensazione di liberazione e di omologazione al loro stile di vita, alla loro cultura. All’interno delle Oedo Onsen Monogatari si possono fare molti acquisti e si può anche cenare avendo una grande scelta di locali e takeway.

29 giugno: Nikko

La sveglia suona anche quest’oggi molto, molto presto e dopo un’abbondante colazione ci rechiamo alla stazione centrale di Tokyo dove prendere lo shinkansen con direzione nord: Nikko. Il tragitto è di circa un’oretta e essendo molto presto ed essendo anche molto stanchi abbiamo dormito per quasi l’intero viaggio. Le temperature di Nikko sono molto rigide rispetto ai 25 gradi di Tokyo, ma per fortuna non piove! La storia della cittadina come centro religioso iniziò verso la metà dell’VIII secolo, quando il monaco buddista Shodo Shonin vi fondò un eremo. Per anni le montagne furono un grande centro di formazione per i monaci. Oggi Nikko ha molti siti eletti Patrimonio dell’Unesco. La nostra giornata è ricca, iniziamo la visita del Tempio Tosho-gu; eretto dallo shogun Tokugawa Iemitsu come santuario per il nonno Ieyasu con l’intento di stupire i fedeli e tutti i visitatori. Per circa due anni 15000 artigiani provenienti da tutto il Giappone furono impegnati a scolpire, dorare, dipingere e laccare senza sosta per da vita a un complesso grandioso in stile Momoyama curato in ogni dettaglio.

Il complesso conserva molti elementi buddisti come per esempio la Pagoda. Il famoso viale di cedri che porta al santuario fu donato da un nobile del posto. Qui si trova la lastra lignea scolpita con la raffigurazione a bassorilievo delle famose scimmiette “Non vedo, Non sento e Non parlo”. Il complesso templare è veramente enorme e non basta un’intera giornata per visionarlo tutto.

Lungo la strada del rientro abbiamo dedicato molto tempo alla visita di piccoli negozietto di artigianato locale e robivecchi dove abbiamo acquistato molti souvenir da riportare in Italia. L’ultimo saluto a Nikko lo diamo dal famigerato ponte rosso presente in quasi tutte le guide turistiche ed immagini della città.

Il rientro in treno a Tokyo è segnato dalla tristezza e dalla melanconia, domani si rientra a casa. Arrivati in hotel prendiamo le valigie e ci rechiamo, con il Narita Express, a Narita per la nostra ultima sera in Giappone.

30 giugno: Rientro

Mattina sveglia ad un orario normale finalmente! Dopo la colazione siamo stati a fare un giretto nella zona vicino all’hotel, aspettando le 11 che arrivasse il servizio gratuito di pick up dell’hotel. Girovagando qua e la abbiamo tirato le nostre conclusioni e ci siamo resi conto che questo oriente è veramente bello. Ricco di cose da vivere e scoprire. La loro cultura è emozionante, carica di mistero, di divinità pervase di misticismo. Partiamo con una certezza, quella di tornare prima o poi.

Mariva

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