Koh Samui e Ang Thong: isole del sorriso

Completamente coperta da palme da cocco, circondata da spiagge candide e da acque calde e cristalline, da una ventina d'anni Koh Samui è diventata una delle mete più ambite del turismo internazionale tanto che, con l'apertura di un aeroporto internazionale (che permette di raggiungere l'isola molto più comodamente), il numero di presenze...
Scritto da: pglthai
koh samui e ang thong: isole del sorriso
Partenza il: 11/08/2002
Ritorno il: 03/09/2002
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Completamente coperta da palme da cocco, circondata da spiagge candide e da acque calde e cristalline, da una ventina d’anni Koh Samui è diventata una delle mete più ambite del turismo internazionale tanto che, con l’apertura di un aeroporto internazionale (che permette di raggiungere l’isola molto più comodamente), il numero di presenze turistiche ha raggiunto livelli da fare concorrenza ad altri paradisi tropicali.

Situata nel golfo di Thailandia, in posizione protetta dai monsoni estivi che per contro colpiscono con continuo maltempo e violente mareggiate le isole delle coste delle Andamane (località come Pukhet, Phi Phi Island, l’arcipelago delle Similan ecc.), unitamente alle altre isole dell’arcipelago a cui da il nome, è uno dei pochi posti della Thailandia in cui sia possibile fare vita da mare nei mesi di luglio e agosto.

L’offerta di pernottamento è illimitata e varia dai grandi residence internazionali ai più spartani bungalows posti a ridosso delle spiagge.

Nella scelta del luogo dove soggiornare, bisogna fare grande attenzione ad un fattore veramenente insolito trattandosi di un isola: l’acqua.

Infatti in alcune zone (ad ovest e sud, soprattutto) il livello dell’acqua è talmente basso che spesso lunghissime zone di mare si trasformano in distese sabbiose (lunghe centinaia di metri) o, nella migliore delle ipotesi, che l’acqua non arrivi a bagnare le ginocchia.

Da questo punto di vista, le zone migliori dove fare un bagno sono indubbiamente quelle che si trovano sul lato orientale dell’isola: Chaweng (che è però piuttosto caotica) e Lamai.

Questo che pubblichiamo è una parte, quella relativa ai giorni trascorsi in questa affascinante isola, del diario di un nostro viaggio nella fantastica Thailandia.

Consigliamo a tutti di leggere queste pagine per farsi un’idea di Koh Samui, dei suoi ritmi di vita, di dove alloggiare, come spostarsi, quali spiagge frequentare, quali escursioni fare e cosa vedere.

Noi abbiamo frequentato in prevalenza le spiagge di Lamai e Chaweng, visitato le cascate dell’interno immerse in un inteminabile marea di palme da cocco, il Tempio del Grande Buddha, l’imperdibile Parco Marino di Ang Thong, rilassandoci su spiagge bianche e sguazzando in acque calde e cristalline.

Questa nostra vacanza ha toccato anche le città di Ayuthaya e Sukhothai (con i loro incredibilmente splendidi parchi storici, dove si possono visitare le meravigliose rovine delle antiche capitali), Chiang Mai (col suo mitico “Night Bazar” e dove abbiamo provato l’imperdibile esperienza del trekking sulle colline ancora oggi abitate dalle antiche tribù del nord, viaggiando a dorso di elefanti e scendendo fiumi su zattere di bamboo) e la caotica ma unica Bangkok.

Se volete avere più notizie sull’intero nostro viaggio, vederne le foto, ricevere suggerimenti e consigli, scriveteci o meglio ancora visitate il sito www.Studiopasquali.It/thailandia/index.Htm realizzato proprio per raccontare le impressioni e l’entusiasmo che questo paese ci ha lasciato.

Dal nostro diario di bordo…

21 agosto 2002 mercoledì Chiang Mai – Koh Samui.

Stamattina siamo stati svegliati dai coro di bambini di una scuola, tutti ben allineati e colorati nelle varie divise, che pregano e cantano in gruppo in un cortile proprio sotto la nostra finestra (noi siamo al sesto piano). Megacolazione, prepariamo le valige e poi via in tuk-tuk fino all’aeroporto (60 bath).

Quelli della Bangkok Airlines ci attaccano un adesivo sul petto e ci imbarcano. L’aereo parte puntuale e atterra rimbalzando sia nello stop-and-go di Sukhothai che a Bangkok. Il cibo servito a bordo è pessimo però a Bangkok, mentre aspettiamo il volo per Samui, ci vengono gentilmente offerti banane, succhi di frutta e dolcetti.

Arriviamo sull’isola alle 16:05. Lo scalo aereo è veramente bellissimo (in stile Disney-tropicano). Il tempo però è grigio e subito intuiamo che dovremo pagare lo scotto del turista fai da te che si cimenta con un posto nuovo.

Ci fanno pagare 200 bath per portarci con un pulmetto a Nord Chaweng dove abbiamo deciso di pernottare. Il bungalow scelto (seguendo i consigli della L.P.) doveva essere bello e invece si rivela una delusione totale. L’inatteso grigiore del tempo fa sembrare tutto meno attraente. Anche il mare, che pure dovrebbe avere un colore e una limpidezza fantastica, è di una triste tinta grigio-lattiginosa.

Il bungalow scelto è deprimente. Siamo solo a 20/30 metri dal mare ma è vecchio di 20 anni, maltenuto e mostra tutta la sua età. Depositiamo il nostro bagaglio e proviamo a fare un bagno in mare per tirarci su il morale, ma l’acqua è quasi fredda, il cielo è grigio ed il vento fa venire i brividi. Guardiamo le altre due sole persone che sono a bagno: saranno a 200 metri dalla riva ed hanno incredibilmente ancora l’acqua sotto le ginocchia.

Speriamo di avere toccato il fondo della depressione.

Ci facciamo una doccia e poi prendiamo un sangton (che sarebbe un camiocino che funge da pulman di linea facendo sedere i passeggeri sul cassone) per Lamai (250 bath in due) dove speriamo di trovare un’altra sistemazione. Sul sangton conosciamo una ragazza spagnola che ci spiega dove più o meno conviene cercare una camera.

Facciamo un giretto nel centro di Lamai e troviamo un altro albergo (stile motel USA) che per 600 bath a notte offre un pò tutti i confort desiderati. Domani ci trasferiremo qui.

Il centro di Lamai è un vero bordello (anche nel senso stretto della parola), sono le otto di sera e già si intravede l’andazzo.

Cena di pesce al Renu Grill House dove scegliamo e pesiamo i gamberoni che vogliamo mangiare e loro te li cucinano. Con insalata, baguette e acqua paghiamo 510 bath (record!).

Quest’isola sembra molto più costosa e decisamente meno autentica della Thailandia visitata finora. Sarà solo un’impressione e speriamo di sbagliarci. Torniamo in sangton al nostro triste bungalow e ci dormiamo sopra.

22 agosto 2002 giovedì Koh Samui.

Cambiamo alloggio, chiediamo un passaggio sul cassone di un pick-up per arrivare alla strada maestra e lì saliamo su un songton (che di giorno costa meno, 100 bath in due) per Lamai Beach.

L’hotel in verità è una pensioncina che si chiama Thai Inn ed è perfetto per noi. E’ nuovo e pulito, la camera è ampia e con aria condizionata, l’acqua delle docce è calda e si trova a 100 metri dalla spiaggia. Disfiamo le valige e finalmente andiamo al mare.

Siamo a Lamai Beach, l’acqua nel mare c’è ed il cielo è un pò meno grigiume e biancume di ieri, si prospetta una bella giornata. La sabbia è molto fina anche se non proprio bianca, ci sono palme ovunque ed il mare è verde turchese.

Ci concediamo una pigra giornata di ozi e bagni, le acque sono calde e c’è stata anche un’oretta di sole non velato dalle nubi. Sulla spiaggia parecchi venditori ambulanti (per nulla invadenti) ci offrono souvenirs, massaggi, cibo e bibite. Noi ci facciamo ananas (40 b.), spring rolls (20 b.) e due corneti Algida (40 b. Ognuno).

Dopo esserci docciati e rinfrescati in camera, ceniamo in un bel posto in spiaggia a Lamai Beach. Siamo a 10 metri dal mare, tra le mille lucine che decorano il locale e con la luna piena che sta bassa sull’acqua. Una grande bella atmosfera e molto buono anche il pesce che si sceglie nelle vasche piene di ghiaccio. Prendiamo cozze, calamari (squid) alla griglia, pane, insalata green e birra (390 bath).

Dopo cena facciamo un giro a piedi nella via centrale di Lamai dove ci sono molti disco-bar dove impera il triste spettacolo delle giovani ragazze thai che si offrono come “accompagnatrici”: veramente molto squallido! 23 agosto 2002 venerdì Koh Samui.

Noleggiamo una motoretta al costo di 150 bath a giorno, senza assicurazione. Facciamo il pieno (50 bath) e partiamo per esplorare l’isola e vedere bene come è fatta. Ci dirigiamo verso l’interno, incredibilmente ricoperto da palme da cocco, e andiamo a vedere le cascate di Na Muang n. 1 e n. 2. Facciamo una grande fatica a scarpinare dal parcheggio (che era a pagamento, 5 bath) alle cascate e lo spettacolo non ne vale la pena perchè c’è pochissima acqua.

Pranziamo a Na Thon sul lato occidentale dell’isola. Prendiamo i soliti risi e dell’acqua da bere in un bel locale proprio sulla spiaggia. Dico sulla spiaggia e non sul mare perchè di acqua, causa la bassissima marea, non ce n’è! Ovunque si vedono le piccole barche dei locali appoggiate sulla secca e in lontananza, a più di cento/duecento metri, qualcosa di azzurro e mobile, probabilmente il mare.

Continuiamo a visitare l’isola, di ritorno verso Lamai, percorrendo la costa a nord e facciamo tappa al santuario Wat Phra Yai dominato dalla moderna statua del Grande Buddha.

Dopo questa visita, sfiniti dal grande caldo (oggi batte inesorabile un sole nitido, caldissimo) ci fermiamo alla spiaggia quasi bianca di North Chaweng.

Anche oggi non c’è acqua! Cammini per 100/200 metri verso il largo e il livello dell’acqua non supera mai le ginocchia. Si potrebbe arrivare a piedi all’isolotto che si trova di fronte a circa un chilometro. Però il mare oggi è bellissimo: trasparente, caldo, azzurro e turchese e, dal largo girandosi verso la spiaggia, si ha una vista fenomenale della costa completamente tempestata dalle verdi fronde delle palme da cocco.

Stiamo a mollo e sguazziamo come paperi sperando che il sole del tardo pomeriggio non ci bruci.

Torniamo alla nostra camera che è quasi buio. Doccia e varie creme-salva-pelle e siamo pronti per cena. Riprendiamo lo scooterino ed andiamo a Chaweng, stasera c’è voglia di pizza nell’aria. Infatti passando davanti al Ristorante Mamma Roma non riusciamo a resistere ed entriamo. Con una Margherita, una ai funghi, una bruschetta liscia per antipasto e birra paghiamo 440 bath. Il tutto è abbastanza buono, ma con quella cifra, qui in thai, ci viene una cena di pesce.

Cambiamo 100 dollari al baracchino del Change ed otteniamo solo 4.000 bath. Pessima idea quella di rivolgersi al Cambia Valute, è sempre meglio cambiare nelle banche dove si ottengono parecchi bath in più, ma a quest’ora le banche sono chiuse.

Facciamo un giro a piedi nella via principale di Chaweng ma c’è una confusione tale che non la si sopporta. Stasera è la sera del Full Moon Party, una nota festa che si svolge in un’isola qui vicino una volta al mese in occasione del pieno di luna e dura tutta la notte ed è famosa per il gran numero di fuori di testa che riesce ad attirare. Noi non ci sentiamo in gran forma e decidiamo di non andarci, peccato però ci sarebbe piaciuto vedere da vicino che tipo di festa era e che gente si poteva incontrare.

Stasera in un piccolo supermercato abbiamo trovato la Nutella originale. Peccato che non ci sia anche il pane toscano, ma va bene lo stesso. Da un paio di giorni non ci diamo allo shopping sfrenato, non è cosa buona. Finirà che perdiamo l’allenamente alla contrattazione! 24 agosto 2002 sabato Koh Samui.

Oggi col nostro motorino andiamo in spiaggia fino a Lamai Beach sud. La zona si contraddistingue perchè, a ridosso della siaggia sabbiosa, ci sono delle formazioni rocciose. Un paio di queste, a causa della loro forma, ricordano vagamente le parti sessuali maschile e femminile.

Come d’abitudine, ormai, mangiamo in spiaggia acquistando i cibi dai vari ambulanti ufficiali, ognuno con una pettorina verde con sopra un proprio numero. Prendiamo donut (20 b.), pannocchia cotta sulla brace e cosparsa di burro (20 b.), ananas che viene pulita con estrema perizia utilizzando un grande machete (40 b.) e anche due gelati (80 b.).

La spiaggia è molto bella. La sabbia è fine, pulita e quasi bianca e le grandi rocce lisce prima delle innumerevoli palme fanno molto effetto tropico. Peccato che alle quattro del pomeriggio la spiaggia è già tutta in ombra: ombra di palme, però.

Pensiamo di cambiare lato dell’isola. Di spostarci ad ovest per vedere il tramonto, decidiamo per Lipa Beach. Con la motoretta scassa che abbiamo (gomme lisce, tutta sdallata, freni praticamente finiti, accompagnati da continui e sinistri stridolii) per percorrere 15 km ci impieghiamo una vita, ma arriviamo in tempo per gustarci il tramonto.

La spiaggia è più sporca ed il mare meno bello ma, in compenso, non c’è nessuno (e ci credo!).

Torniamo alla nostra camera e ci prepariamo per la cena. Stasera mangiamo al Jubelee sulla spiaggia a 4 metri dal mare. La serata è tiepida, un’enorme luna piena è bassissima sull’acqua. Il delicato sciabordio delle onde fa da colonna sonora mentre ci mangiamo una fetta di pescecane (sì, sì, di squalo!) grigliata, dei noddle fritti e beviamo acqua (270 bath).

Facendo un giro in centro ci compriamo vari pareo a batik (500 bath), le immancabili cartoline e la colazione per domani mattina.

25 agosto 2002 domenica Koh Samui.

Oggi c’è un sole splendente ed estremamente caldo. Decidiamo per una giornata di solo mare, limitando al minimo i giri col motoretto. La mattinata la passiamo a Lamai Beach. La spiaggia di sabbia praticamente bianca è finissima e l’acqua fantastica. Anche se una leggera brezza soffia costantemente, in pieno sole è difficile resistere per più di pochi minuti. Ci stendiamo sulla sabbia cercando di restare sotto la fresca ombra delle palme per evitare di ustionarci. Il mare è una delizia di acqua tiepida, trasparente e con colori da cartolina.

Ci nutriamo acquistando dai nostri abituali venditori ambulanti pannocchie alla brace (20 b.) e mango (20 b.). Gentilmente loro ci omaggiano con pezzi di delicatissimo cocco appena aperto e banane. All’ora di pranzo mangiamo in un baretto sulla spiaggia gustandoci i soliti ottimi risi (120 b.) alla thailandese.

Nel pomeriggio ci spostiamo a Lamai Sud dove continuiamo senza nessuno sforzo a dormicchiare, leggere, smangiucchiare pigramente distesi al sole. Ci muoviamo dalla spiaggia solo per visitare nuovamente le rocce maliziosamente chiamate “Grand Father” e “Grand Mother” per la loro somiglianze a parti intime.

Facciamo anche un salto a vedere un gruppetto di simpatiche scimmie che scendono dalle palme e accettano volentieri cibo dai turisti.

Prima di tornare alla nostra camera, passiamo a prenotare (600 bath cad.) un’escursione di una giornata al Parco Marino di Ang Thong, dove hanno girato il film “The Beach”. Partiremo domani mattina presto.

Ceniamo ancora in un dei tanti locali sulla spiaggia a 10 metri dal mare. Stasera scegliamo squid (calamari), white snapper (un pesce locale), insalata, pane e acqua e paghiamo 445 bath. Anche stasera siamo deliziati da una bellissima luna e in lontananza vediamo ripetuti e molto spettacolari i lampi di un violento temporale.

26 agosto 2002 lunedì Koh Samui – Parco Nazionale Marino di Ang Thong.

Stamattina sveglia prestissimo, alle 7, che si va al Parco Marino. Di gran fretta, dobbiamo arrivare a nord dell’isola dove al molo ci attende un battello, prendiamo la motoretta che, neanche a farlo apposta, non vuole accendersi. Dopo parecchi tentativi e numerose imprecazioni, riusciamo a partire e a manetta ci dirigiamo verso il nostro punto di imbarco. Alla fine tutto bene, arriviamo in orario anzi per primi al nolo dove dobbiamo pagare una tassa nazionale di ingresso al Parco di 200 bath cadauno.

Saliamo su una boat veramente sganghera dove ci offrono subito caffè e the con relativo cornetto (un pò rinsecchito) e salpiamo. C’è un gran bel sole anche oggi. L’aria che ci arriva per il movimento del battello è più che sufficente ad allievare la calura, ma ci spalmiamo continuamente di creme protettive per proteggerci da facile bruciature.

Dopo due ore di viaggio, arriviamo al Parco che è composto da diverse isolette e già dal primo colpo d’occhio da l’impressione di essere un vero spettacolo. Vediamo e costeggiamo isolotti stracolmi di vegetazione lussureggiante che si ergono da un mare turchese: da sogno! Facciamo la prima sosta a Koh Mae Koh, come da programma. Dal barcone ci fanno scendere traghettandoci a riva con una piccola lancia per non rovinare i fondali con la chiglia. Questo isolotto ha nel suo interno un lago (chiamato per lo stupefacente colore “di Smeraldo”) formato dal riempimento dell’antico cratere di un vulcano. Lo si raggiunge arrampicandosi su una serie di ripidissime scalette in legno e passarelle sospese poste al fine di evitare ogni contatto, da parte dei turisti, con l’ambiente per non deturparlo. Nel lago vivono rarissime varietà di alghe, pesci ed enormi ricci. E’ vietatissimo addirittura toccare le sue acque e ovviamente fare il bagno. Il tragitto di mezz’ora o poco più tra andare e tornare è abbastanza faticoso, ma vale sicuramente la pena farlo.

Torniamo in spiaggia dove possiamo fare un breve bagno con snorkelling ed è già ora di tornare a bordo per il pranzo. Riso, verdure, pollo bollito, patate piccanti, pollo fritto, ananas e cocomero. Mentre mangiamo ci si sposta, costeggiando isolotti più o meno grandi ma tutti da favola, per arrivare alla seconda tappa del tour, l’isola di Koh Wuatalab.

Qui, mentre la Cry sonnecchia sulla sabbia bianchissima e sguazza nelle sue strepitose acque, io do la scalata alla montagnola che forma l’interno dell’isolotto. Mi arrampico per un sentiero tra le palme e la vegetazione fitta tipo giungla che dovrebbe condurmi ad alcune grotte che si trovano sulla cima. In alcuni punti bisogna aiutarsi con delle funi, appositamente fissate, per potersi issare da un livello al successivo del sentiero. Fortunatamente sono quasi sempre all’ombra. Ogni tanto mi concedo una pausa per ammirare il panorama dall’alto e prendere fiato. Alla fine arrivo alle grotte contenenti belle formazioni di calcare, ne attraverso la fresca penombra e, sempre salendo, poco dopo sbuco sulla cima del picco.

Il ritorno è solo un pò meno insidioso della salita. Arrivo indenne alla spiaggia, ci beviamo e poi mangiamo un bel cocco e, poco dopo un breve bagno rinfrescante, la nostra capo-escursione comincia a chiamarci perchè è ora di rimbarcarsi per il ritorno a Samui.

Appena saliamo sulla motonave, ci offrono una merendina composta da un panino e del te, poi ci piazziamo sul ponte dell’imbarcazione a gustarci sole, vento in faccia e paesaggio.

Oggi sulla barca abbiamo conosciuto una simpatica coppia di ragazzi di Parma, Sara e Filippo, molto alla mano che alloggiano in un residence a vicino a Chaweng con cui ci siamo ripromessi di incotrarci nei prossimi giorni.

Per chi ne fosse interessato, ripilogo brevemente la tabella degli orari di oggi: 7 sveglia, 7:30 partiti in moto, 8:30 imbarco e colazione; 9 partenza; 11 arrivo a prima isola; 12:10 imbarco e lunch; 12:45 arrivo a seconda isola; 14:40 reimbarco e merende; 17 arrivo al molo di partenza.

Scendiamo dal barcone, ci offrono una foto ricordo della gita, che compriamo per pochi bath, facciamo benzina allo scooter (20 b.) e ce ne torniamo all’albergo proprio contenti della bella giornata.

Per cena ad un componente femminile della nostra comitiva torna la voglia di pizza. Si va quindi al Tempio, una pizzeria italiana a Lamai, dove la padrona sembra la controfigura della morte tanto è triste, serie o incavolata. Ha un muso così lungo che lo si potrebbe usare per spostarsi da un’isola ad un’altra.

Prendiamo due pizze, una napoli e una quattro stagioni, e la solita bottiglia d’acqua e spendiamo 470 bath, l’equivalente di una mangiata di pesce e le pizze non sono neanche un gran chè.

Promemoria per il futuro (nostro) e per chi ci leggerà: i ristoranti italiani all’estero (soprattutto) si riconoscono perchè qualunque cosa si mangi costa almeno il doppio che in qualsiasi altro locale ci sia in zona! Il ristorante di stasera, inoltre, diffonde in sottofondo una musica pessima, selezionata con i piedi (addirittura un canto natalizio!) a volume altissimo. Dai locali limitrofi arrivano, a volume ancora più discodemenziale, le possenti note di altra simil-musica (tecno, disco, house) quasi ci sia una gara a chi fa più rumore e dalla strada il viavai incessante del traffico unito agli autoparlanti di un gippone pubblicitario che invita tutti ad un incontro di thai-boxe che si disputerà “tumorrov nait” completano l’opera.

27 agosto 2002 martedì Koh Samui.

Stamattina c’è un sole bellissimo. Decidiamo per un’altra giornata di solo mare a Lamai Beach. Sole, anche troppo caldo, bagnetti e relax ci accompagnano per l’intera mattinata. Verso mezzogiorno facciamo due passi in paese (all’ombra) e ne approfittiamo per cambiare 200 dollari (ci danno 8.374 bath). Pranziamo in un baretto con i soliti, ma sempre buonissimi, risi alla thai ed acqua (90 bath). Poi torniamo in spiaggia.

Verso le tre del pomeriggio, repentinamente, appaiono nubi intense e cadono anche due gocce d’acqua. Mettiamo 20 bath di benzina e decidiamo di fare un giro in motoretta per visitare le zone a sud dell’isola.

Le spiagge del sud sono meno attraenti di quelle del lato orientale, c’è meno turismo e quindi sono anche meno ben tenute. Il mare, un pò meno colorato che a Lamai o Chaweng, è comunque caldo e c’è acqua. Attraversiamo diversi villaggi abitati da thai e su una spiaggia deserta incontriamo un simpatico cagnolino che ci fa la festa e ci mordicchia le dita dei piedi.

Torniamo a Lamai e passiamo in un’agenzia viaggi dove acquistiamo i biglietti aerei per Bangkok. Li paghiamo in contanti (3.450 cadauno) e ci spiegano che all’aeroporto, quando partiremo, dovremo pagare anche una tassa di 400 bath a testa. Partiremo sabato 31 agosto alle 10 di mattina (volendo, potremo comunque cambiare data e ora di partenza senza sovraprezzo).

A cena andiamo al ristorante panoramico sulla strada tra Lamai e Chaweng con vista su quest’ultima e sul mare su cui si riflettono i lampi di un temporale che, minaccioso, si avvicina sempre più. Prendiamo squid (gamberetti), king prown (gamberoni giganti) e acqua spendendo 440 bath.

Si alza un gran vento, l’aria è molto elettrica, pioverà? Finiamo di cenare e di gran fretta torniamo scooterando in albergo.

28 agosto 2002 mercoledì Koh Samui.

Stamattina sveglia alle 7 e 30, proviamo ad andare al mare prima perchè nelle ore centrali della giornata il sole è troppo caldo. Nella notte non ha piovuto e stamattina il sole è coperto da qualche nuvola, speriamo bene.

Oggi abbiamo in programma di andare in spiaggia a Chaweng sud, zona First Bungalow, dove ci aspettano Sara e Filippo la coppia di Fidenza conosciuta quando eravamo sul battello per il Parco Marino.

Appena partiti rischiamo di fare un bello stugolo per terra con il motorino scivolando sul breccino, ma non ci facciamo niente. Abbiamo solo dato un’ulteriore briscola alla moto (e che moto, sembra il motobecane di mio nonno!).

Altra giornata di solo mare ma oggi in compagnia. Il mare qui è molto bello, l’acqua, trasparentissima e tiepida, è purtroppo popolata da minimeduse che ogni tanto si fanno sentire con dei piccolo pizzichi che bruciano per qualche secondo. Niente di grave ma piuttosto fastidiosi. Ancora una volta rimaniamo sorpresi dal livello bassissimo dell’acqua: bisogna allontanarsi di parecchie decine di metri dalla riva per potere fare un bagno con l’acqua al costume! Sara e Filippo ci consigliano un bar-ristorante quasi sul mare il cui proprietario è un vero spasso. Tra un bagno e una bruscata al sole, ci andiamo per mangiare una fruit-salad e il tipo ci mette almeno mezz’ora per prepararla. Tra l’altro è un vero amante della musica (chill out, soprattutto), ma non ha più cd e ci chiede se stasera passiamo in città a comprarglieli. Ha un impianto veramente scalcagnato e le casse, appoggiate su un scoglio tra un groviglio indescrivibile di fili, rischiano in continuazione di cadere in acqua. Tra un ballo e una mixata da dj del ristoratore, le nostre insalate arrivano. Sono molto buone e tra l’altro abbiamo scoperto un nuovo frutto che sembra un caco viola.

A pranzo non possiamo esimerci dal tornare dal nostro barista-dj. Questa volta in versione ballerino, ci ha fatto attendere almeno due ore per il pranzo costituito da riso, piatto a sorpresa detto “no name” e acqua (240 bath), e nel frattempo ha cercato di venderci un pò tutto quello che aveva nel locale.

Qui va molto il “reggae” e la musica “trance” e dalla spiaggia dove siamo oggi, possiamo ascoltarla, fortunatamente a volume leggero, un pò in ogni dove.

Nel pomeriggio il tempo si annuvola, ma si sta comunque bene sia in spiaggia che in acqua, la compagnia è buona e quindi non ci muoviamo finquando non cala la sera. Salutiamo i nostri amici parmensi, accordandoci per i prossimi giorni, e ce ne torniamo in albergo.

Stasera mangiamo al Mc Donald’s di Lamai (245 bath), prendiamo anche un gelatino Mc Cone che costa 10 bath! 29 agosto 2002 giovedì Koh Samui.

Ci svegliamo anche oggi con un bel sole. Sono gli ultimi giorni che restiamo a Samui e ne approfittiamo per dedicarci al riposo e a rifinire l’abbronzatura. Decidiamo di stare tutto il giorno in spiaggia a Lamai Beach.

Oggi stiamo arricchendo un pò tutti gli ambulanti della spiaggia. Compriamo donuts (4 a 70 b.), gelato (40 b.), cocomero (40 b.) e una pannocchia (20 b.). I nostri due venditori preferiti sono l’uomo col n. 199 che ci offre un sacco di frutta e ride in continuazione e la donna n. 118 che dice sempre “halloo donaat!” con la tipica flemma thailandese e che ha dei denti bianchissimi che si vedono da 100 metri.

Il venditore n. 199, gentilmente, ci insegna anche i nomi della frutta in thailandese. Ananas si dice SAPELOT, cocomero si dice TENMU, pannocchia di mais si dice CAUPUT, banana si dice UE e noce di cocco si dice MAPAO.

Per cena andiamo a Chaweng in moto e scegliamo il “Viavai”. Ora devo fare ammenda. Io di solito (e a ragione) dei ristoranti italiani all’estero dico peste e corna, ma questa è l’eccezione che conferma la regola: abbiamo mangiato bene (la pizza dava dei punti a parecchie pizzerie anche in Italia) spendendo poco! Abbiamo preso una bruschetta liscia, una al pomodoro, una pizza margherita, un’insalata, coca e acqua e speso 310 bath. Lo consiglio nella maniera più assoluta a tutti, andateci! Dopo cena, mentre passeggiavamo nella caotica via centrale del paese, incontriamo per puro caso i ragazzi di Parma coi quali ci intratteniamo in chiacchere varie. Oggi avrebbero dovuto venire in spiaggia a Lamai, dove eravamo noi, ma hanno sbagliato e si sono ritrovati da un’altra parte. Ci spieghiamo meglio e ci diamo appuntamento a domani.

Prima di riprendere la via di casa (per il nostro albergo), ci fermiamo in un panificio a comprare due muffin (50 bath) per la colazione di domattina.

30 agosto 2002 venerdì Koh Samui.

Ci alziamo per l’ultimo giorno a Samui di questa vacanza. Oggi il sole purtroppo è velato. Facciamo colazione coi muffin acquistati ieri sera, passiamo a cambiare 300 dollari (ci danno 12.546 bath), mettiamo 10 bath di benza e ce ne andiamo a Chaweng Noi per passare l’ultimo giornata di mare con Sara e Filippo.

Il tempo è variabile, quasi sempre nuvoloso e ogni tanto sbuca fuori un sole fortissimo che sembra voglia incenerirti. Nel mare ci sono un sacco di minimeduse, fastidiosissime. Ci rilassiamo comunque, siamo ormai in sintonia col posto e in buona compagnia. Smangiucchiamo tutto il giorno (pannocchie, ananas, donuts, gelati e coca), chiacchieriamo, sguazziamo in acqua fino a sera. Nel tardo pomeriggio prendiamo anche un temporalone che dura solo due minuti, poi sbuca fuori un bel arcobaleno.

Torniamo in camera e poi passiamo a pagare tutti i nostri debiti. Per la moto (8 giorni a 130 b.) 1.400 bath, per la camera (9 giorni per 600) 5.400 bath e prenotiamo, e paghiamo, dalla signora dell’albergo anche il taxi che domani ci porterà all’aeroporto (300 bath).

Per cena ci incontriamo coi ragazzi di Fidenza al Samui Lobster Restaurant, poco fuori Chaweng, dove mangiamo vari pesci arrostiti, risi fritti, insalata, spring rolls, acqua, caffè e due whisky thai (Mekong) spendendo 463 bath a coppia.

Nel locale faceva bella mostra di se un gagliardetto della Sampdoria.

Dopo i saluti e baci di rito (noi domani partiamo e loro invece resteranno ancora qualche giorno), torniamo a Lamai dove prima acquistiamo un pareo (180 bath) e poi andiamo in albergo a fare le valigie.

31 agosto 2002 sabato Koh Samui – Bangkok Sveglia alle 7:30 e dopo avere fatto colazione e raccolto tutto quello che abbiamo in camera, alle 8:30 prendiamo il taxi, in verità si tratta di un pick up, per l’aereoporto.

Il Samui International Airport sembra un mini villaggio turistico. E’ vicino al mare, piccolo ma tenuto benissimo, contornato di palme da cocco, con prati verdissimi e curatissimi pieni di aiuole con fiori deliziosi e dai colori intensissimi. Le poche costruzioni adibite a uffici e check-in sono fatte col legno e le foglie delle palme, praticamente mancano solo … Le piscine! Paghiamo la tassa di 400 bath a testa e ci sediamo ad attendere il nostro aereo su una panchina di legno, sotto una palma in mezzo al cinguettio degli uccelli.

Il tempo è bello, brilla un sole caldo che colora e rende ogni cosa ancora più magica.

Ora che ci siamo adeguati ai ritmi, alle piccole imperfezioni, che abbiamo capito come va presa quest’isola e la sua gente, ci dispiace veramente partire. Però la vita (e anche la vacanza, per fortuna) continua, e noi in perfetto orario partiamo.

Se volete leggere tutto il resto del diario, vedere foto, avere altre informazioni, consigli e notizie sulla Thailandia, visitate il nostro sito www.Studiopasquali.It/thailandia/index.Htm … E buona vacanza nel Paese del Sorriso.



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