Koh Samet e Koh Chang di parte 1
KOH SAMET e KOH CHANG (Thailandia ) Parte 1
La Thailandia… meta turistica molto nota, il primo ed unico approccio con la cultura asiatica per molti, terra ricca di cultura con un mare cristallino, entroterra selvaggio, isole, coste, feste, il tutto arricchito da voli davvero economici (tra quelli a lungo raggio sicuramente il meno costoso) e servizi abbastanza funzionali… questa è la Thailandia. Per noi è stata una vacanza combinata con la Cambogia, infatti abbiamo deciso di visitare tutti e due gli stati avendo un mese di tempo. Ci siamo dedicati a due isole e poi alla costa a sud di Bangkok. Le isole più famose, come è noto ai più sono Koh Samui, Koh Phangan, Koh Tao, oppure Phuket, ma noi, non le abbiamo valutate per una questione di tempo e di economia, concentrandoci sulle loro sorelle meno turistiche.
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KOH SAMET
La nostra prima isola è stata Koh Samet, nella provincia di Rayong, raggiungibile dalla terraferma con un traghetto con partenza dal porto di Ban Pae. Koh Samet è piccina, circa sette km per quattro, è inclusa in un parco nazionale, per moversi (assolutamente impossibile a piedi) è consigliabile affittare un motorino. All’arrivo al porto, una enorme statua di sirena con il viso mostruoso “accoglie” il viaggiatore, leggende ruotano intorno alla sirena ed al principe Aphai Mani, parlano di un amore tra i due, di flauti incantati di rabbia e vendette. Le versioni dei locali sono molto diverse tra loro. Dopo nemmeno un’ora di navigazione arriviamo al porticciolo di Koh Samet, nella piccola piazza si trova anche una banca, ed un minimarket. Affittiamo un motorino e troviamo una camera in una guest house, decisi a rimanere nel piccolo ed unico agglomerato di case dell’isola. Purtroppo noto che il panorama è deturpato dalle antenne di comunicazione ed il mio pensiero va ai poveri abitanti, che devono subire quel bombardamento quotidianamente.
Tempo di lavarsi, e siamo già fuori, è il tramonto e ci dirigiamo verso la spiaggia vicina dove ci hanno detto esserci feste tutta la notte e qualche locale dove mangiare. Per strada incontriamo di nuovo la sirena con il suo principe, questa volta in atteggiamento meno aggressivo. Arriviamo al mare, la notte è calma, ci fermiamo a mangiare dell’ottimo pesce , prendiamo una birra e dopo poco tutto cambia, cominciano ad arrivare moltissimi giovani, la musica si alza, vedo qualche lanterna di carta che vola luminosa verso il mare, arrivano dei ragazzi con bastoni e clave infuocate e cominciano a giocare sulla sabbia umida, sono bravissimi.
Non ho mai visto tanta maestria nel domare il fuoco, Angelo mi dice che gli asiatici ed in particolar modo i Thailandesi sono i più talentuosi. Senza accorgercene passano ore e appena i fuochi si spengono inizia la musica incalzante dai piccoli baretti in legno alle nostre spalle… le nostre serate a Koh Samet sono andate via sempre benissimo, ballando, facendo il bagno, conoscendo tantissime persone ed osservando incantati la bravura dei giovani del posto, quella era la Thailandia di cui avevo sentito parlare. Il mare e le spiagge sono piccoline ed isolate ma la fatica nel raggiungerle sparisce alla vista del paradiso…
Tra un bagno e l’altro ci si può fermare in piccole strutture di legno molto spartane dove mangiare del buonissimo riso speziato e rilassarsi ascoltando il suono delle conchiglie mosse dal vento, sarei rimasta ore ad ascoltare il loro dolce canto al quale ,di tanto in tanto, faceva eco il mare. Il tempo a Koh Samet sta per giungere al termine, regaliamo ai nostri sensi un altro sguardo verso l’orizzonte e ci inebriamo con il profumo dolcissimo dei fiori di frangipane, salutiamo questa bellissima isola e riportiamo il motorino ai ragazzi da cui lo abbiamo affittato.
Gentilmente ci intrattengono e insistono per offrirci qualcosa da mangiare e da bere, proviamo dell’ottimo pesce e del terribile liquore, amarissimo e decisamente troppo alcoolico. Ringraziamo e salutiamo ma veniamo ancora una volta trattenuti.
I ragazzi chiedono ad angelo se volesse fare una partita con loro con la play station e così decidiamo di fermarci per un po’ per trattenere ancora con noi un po’ di Koh Samet, perchè infondo è stare in compagnia dei suoi abitanti che rende ogni luogo del mondo speciale.
KOH CHANG
Lasciata Koh Samet decidiamo di andare ad esplorare l’isola di Koh Chang nella provincia di Trat. Il paesaggio di questa isola è decisamente più simile alla foresta pluviale, folta e lussureggiante vegetazione nasconde rettili di grandi dimensioni e scimmie, il cielo è velato e l’umidità è massacrante, devo dire che il mare non è meraviglioso purtroppo ma l’idea di vivere nel cuore della giungla mette il problema mare in secondo piano. Appena arrivati Angelo affitta un motorino e lasciandomi in un barino lungo la strada con i bagagli e parte alla ricerca di un alloggio… il tempo passa e dopo circa un’ora comincio a preoccuparmi, dove sarà finito? Quando l’ansia sta per prendere il sopravvento sento il rumore tremendo del nostro “nuovo” e “potentissimo” mezzo di trasporto, subito mi incuriosisce il sorriso furbo di Angelo, il classico sorriso che ha quando ha fatto il colpaccio oppure quando la situazione sta per farsi divertente. Parcheggia e mi dice…”amore, dopo un’ora in cui ho cercato disperatamente e senza successo un posto dignitoso, ho trovato in fondo all’isola un piccolo agglomerato di capanne ,gestito da un ragazzo ,figlio di una finlandese ed un thailandese, sono entrato ed ho scoperto che in realtà è un villaggio sportivo dove si riuniscono atleti di thai boxe, il proprietario mi ha detto che possiamo stare li per qualche giorno”, Angelo riuscirebbe a farsi affittare di tutto…carichiamo allora gli zaini sulle mie fortissime spalle e andiamo verso la nostra nuova casa… la capanne sono bellissime, ordinate, spartante certo, ma funzionali, nei giardini sacchi e attrezzatura da thai boxe. Arrivati facciamo il bucato, ignari del fatto che avrebbe piovuto tutte le sere…ma non pioviccicato, piovuto come solo ai tropici piove, a secchiate. La pioggia tropicale ha su di me un fascino incredibile, mi fa sentire come in un film di indiana jones, quindi non mi disturba affatto e soprattutto in questi momenti quando si è costretti a stare al riparo che si conoscono nuovi amici. Il nostro piccolo insediamento ha un piccolo ristorante/bar affacciato su un canale che finisce diretto nel mare, il tempo sulla palafitta di legno scorre lento e piacevole, allietato anche dai gatti e dal cane che circola intorno le capanne. Una mattina mi ritrovo ad oziare proprio li e ad un tratto dal canale vedo muoversi qualcosa, incuriosita osservo meglio… vedo un bel coccodrillo che beatamente nuota sotto di me… devo ammettere che è stato emozionante… I pochi giorni passati a Koh Chang sono trascorsi tra una passeggiata, una birra in compagnia dei tanti ragazzi che alloggiavano accanto a noi e interminabili serate di pioggia fitta. Concludendo posso dire che le due isole che abbiamo visitato sono state una bella scoperta, una senza dubbio per il suo mare cristallino e le sue feste, la seconda per la sua natura prepotente e per il tempo rilassante che ci ha regalato. http://iltempodelmondo.blogspot.it/2016/10/koh-samet-e-koh-chang-thailandia-parte-1.html.