Koh Lipe: un piccolo paradiso nel Mare delle Andamane

Vacanze all’insegna del relax in una delle isole più belle della Thailandia
Scritto da: Devis&Claudia
koh lipe: un piccolo paradiso nel mare delle andamane
Partenza il: 18/03/2017
Ritorno il: 28/03/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Partenza da casa (Verona) alle 07.00 in punto, tragitto per arrivare alla stazione e poi circa 3 ore per raggiungere Milano Malpensa tra Freccia e Trenord. Giusto il tempo per uno spuntino e il nostro aereo con destinazione Bangkok è già pronto per la partenza. Arriviamo all’aeroporto Suvarnabhumi che sono circa le 04.30 del mattino ora locale (in Italia circa le 22.30). Come al solito i tempi per il visto sono lunghetti (circa 1 ora) ma con un pò di pazienza riusciamo a raccogliere i nostri bagagli. Per raggiungere il centro dall’aeroporto utilizziamo il BTS Skytrain. Il servizio ed il costo sono imparagonabili rispetto al servizio italiano: 45 Baht a persona (1.30 € per circa 30 km) su un treno comodissimo e pulitissimo, contro i 13 € del Trenord per i 40 km che portano dalla stazione di Milano Centrale a Malpensa. Forse c’è qualcosa che non va! Ma no, dai… in vacanza è sempre tutto più bello. A mano a mano che ci avviciniamo al centro della città le case crescono in altezza. Da piccole casette con alberi, giardini e orticelli, si passa ad una vera foresta di palazzi dalle forme più strane. E’ fantastico passargli a fianco con questo treno “volante” e i cartelloni lunghi decine di metri che pubblicizzano le grandi marche di telefonia o i mega schermi attivi 24 ore su 24 ci fanno pensare di essere atterrati direttamente nel futuro. Non è la prima volta che visitiamo Bangkok, ma ogni volta, anche a distanza di poco tempo, la città appare diversa. Palazzi in demolizione, palazzi in costruzione, palazzi vecchi, palazzi nuovi, bancarelle di vestiti e motorini con cucine di street-food, taxi rosa, auto gialle, pick up, tuk tuk, moto taxi: un immenso formicaio dai 1.000 colori che non si ferma mai e che si dirige in tutte le direzioni. Raggiungiamo il nostro hotel in zona Sukhumvit per un po’ di riposo, una rinfrescatina ed uno spuntino e siamo pronti per un giro della città. Ci dirigiamo verso la parte vecchia per visitare in particolare il Wat Arun (Tempio dell’Alba). Con 4 Baht il traghetto che parte dal molo Tha Tien ci porta dall’altra parte del fiume Chao Phraya, Wat Arun è un complesso di templi fatti in stile khmer ornati da motivi floreali in porcellana smaltata. La torre più alta raggiunge gli 82 m sulla quale è possibile persino salire ed ammirare la città vecchia dall’alto. Tra le varie strutture che lo compongono rimaniamo particolarmente colpiti dal piccolo tempio che lo affianca. Oltre alla sua bellezza esteriore veniamo catturati dalla cantilena di preghiera proveniente dall’interno: un piccolo monaco con il tipico abito arancione e seduto al lato del Budda dorato è circondato da una decina di fedeli che inginocchiati e con le mani giunte aspettano la sua benedizione. Il suono del mantra ripetuto dal monaco ci da una sensazione di pace e di serenità a cui facciamo fatica a staccarci. Concludiamo la giornata con cena e passeggiata tra i locali e le bancarelle di Sukhumvit road, ma non possiamo fare tardi perché alle 8 del mattino dobbiamo essere di nuovo all’aeroporto: ci aspetta un volo per Hat Yai e la traversata in traghetto fino a Ko Lipe nell’arcipelago di Adang (nel mare delle Andamane e più precisamente nel Parco Nazionale di Tarutao vicino al confine tra Tailandia e Malesia) per iniziare la nostra vacanza super rilassante.

Dicono che la strada per il paradiso sia lunga e tortuosa… bhe, forse non hanno tutti i torti. Nulla da dire sul volo per Hay Yai, che in 1 ora e 15 ci porta tranquillamente a destinazione, ma il pick up e lo speed boat che ci portano all’isola, in alcuni momenti ci fanno pensare davvero al peggio. I sorpassi super azzardato, le frenate improvvise e i cambi di corsia repentini ci fanno più volte aggrappare al sedile e poi i salti sull’acqua a folle velocità (soprattutto considerando che il tempo non è dei migliori) ci fanno arrivare all’isola decisamente scombussolati… ma garantiamo che ne vale la pena. Un consiglio, se da qualsiasi aeroporto cercate il servizio che porta alle isole (generalmente pick up e nave) non fermatevi alla prima agenzia che vedete appena usciti dai controlli, ma girate un pochino… i prezzi sono diversi da una agenzia all’altra e con un Po di pazienza si riesce a risparmiare. Arrivati sull’isola lo speed boat ci lascia direttamente sulla spiaggia di Sunrise… è impressionante il numero di long tail posteggiate di fronte alla spiaggia. Senza esagerare saranno circa un centinaio. La prima impressione non è sicuramente quella che ci aspettavamo… tra la pioggia scrosciante e tutte quelle barche posteggiate, pensiamo ci abbiano lasciato sull’isola sbagliata. Il giorno seguente, però, con il sole splendente, Ko Lipe mette in mostra le sue meraviglie: nella spiaggia di Pattaya beach la sabbia è talmente fine è bianca che sembra di calpestare sulla farina e a Sunrise beach il mare è così calmo e trasparente che in confronto l’acqua di una piscina appare torbida. Le sfumature di verde, turchese e blu mostrano chiaramente dove iniziano e finiscono i tratti di barriera corallina. Noleggiamo un kayak per raggiungere le due piccole isolette di fronte alla spiaggia e vedere ancora più da vicino questo spettacolo della natura… un panorama veramente incredibile. Ingenuamente, pensiamo di aver esaurito le nostre cartucce di stupore, ma ci sbagliamo alla grande.

Per il giorno seguente prenotiamo la visita alle isole che si trovano nella parte più a ovest dell’arcipelago. Con 650 bath a testa (circa 20 euro) e pranzo incluso, ci portano con una long tail alle isole di Koh Hin Sorn, Koh Lugoi, Koh Dong, Koh Pung, Koh Bulu; Koh Hin Ngam e Jabang. Purtroppo gli aggettivi ed i superlativi che conosciamo non sono sufficienti per descrivere il paesaggio che ci troviamo davanti: non abbiamo mai visto la barriera corallina così da vicino e a pochi metri da spiagge bianchissime: stelle marine azzurre e blu, pesci pagliaccio che entrano ed escono da anemoni rosa, pesci gialli a strisce nere, altri metà bianchi e metà neri, altri azzurri e rossi, ricci, spugne dalle forme e colori diverse e 1000 altre specie di creature marine per noi sconosciute. Nell’acqua sembra di essere dentro un documentario di superquark e fuori dall’acqua in una di quelle cartoline che generalmente pensi siano state esageratamente ritoccate: incredibile constatare che posti così esistono veramente. L’isola è bella da vivere anche di sera: sul lungomare si susseguono bar arredati semplicemente di candele, stuoie e grandi cuscini nei quali rilassarsi al ritmo di Bob Marley, e ristorantini che espongono il pesce freschissimo a disposizione dei turisti di passaggio. Dalla spiaggia si accede, poi a Walking street, una via lunga circa 500 metri che porta da un lato all’altro dell’isola. Anche qui si susseguono bar, ristoranti, negozietti di vestiti e souvenir, bancarelle di street food, centri massaggio, agenzie per tour e trasferimenti e persino un cinema all’aperto: non manca proprio nulla. Dieci giorni sono sufficienti per visitare l’arcipelago di Adang, ma tra le escursioni in long tail, i riposini sulla spiaggia, le gite in kayak, le passeggiate in walking street, gli aperitivi e le cene sulla spiaggia, il tempo passa troppo velocemente e senza accorgercene dobbiamo ritornare a Bangkok. Avendo solo un giorno a disposizione utilizziamo il nostro tempo per visitare altri due luoghi mai visti prima: il Wat Saket, meglio conosciuto come The Golden Mountain e il parco Lumphini. Il Wat Saket è un tempio buddista situato sulla vetta di una collina di Bangkok. Non è molto frequentato dai turisti, ma, a nostro avviso, conserva la sua autenticità spirituale. Percorrendo la scalinata panoramica che porta fino in cima si rimane affascinati dai giardini costruiti dai monaci lungo il percorso e si viene catturati dal tintinnio delle campane thailandesi dalle forme più diverse: i buddisti credono che il loro tintinnio faccia allontanare le forze del male ed avvicinare quelle del bene. Questa montagna dorata, poi, non è affascinante solo dal punto di vista spirituale, ma anche da quello paesaggistico: salendo fino in cima, infatti, si può godere della vista della città a 360 gradi e, oltre a comprendere la vastità di Bangkok, si riescono a vedere le sue molteplici facce. Anche il Parco Lumphini ci lascia piacevolmente colpiti: viene considerato il polmone di Bangkok. Si tratta di un parco di circa 60 ettari molto frequentato dai Tailandesi per fare sport e scampagnate in famiglia. Al suo interno ci sono due laghi artificiali e percorsi pedonali di circa 2.5 km. Ospita numerose specie di uccelli ma è molto conosciuto soprattutto per i famosi varani che lo abitano. Questi grandi lucertoloni gironzolano indisturbati per le acque e le stradine del parco: dicono che non sono cattivi come i draghi di Komodo, ma noi preferiamo guardarli da lontano per evitare brutte sorprese.

Premettendo che per tutta la vacanza abbiamo sempre mangiato cibo thay e che in ogni locale ci siamo trovati benissimo, un pò come Alessandro Borghese nel programma “4 Ristoranti” abbiamo voluto eleggere i ristoranti che ci sono piaciuti di più. Considerando il menù, la location, il servizio, il cibi ed il conto, abbiamo cercato di essere più internazionali possibile, ma confessiamo che a volte nella valutazione ci siamo fatti influenzare dagli standard europei.

Per la categoria di “nostro miglior ristorante a Bangkok” abbiamo eletto il North Est di fronte al parco Lumphini: nonostante la vetrata dia direttamente sulla trafficata Rama IIII Road, il suo Stir – fried sliced chicken with red curry (spagnetti di riso al polli e curry rosso) è veramente squisito;

Per la categoria “miglior Chiringuito” sulla spiaggia di Ko Lipe dove pranzare, abbiamo scelto il Se La Vie Beach Bar: la location e la musica sono molto suggestivi ed abbiamo mangiato il piatto di pad thay seefood (piatto tipico tailandese) migliore della vacanza;

Infine, per la categoria di migliori ristorante a Ko Lipe, il podio lo abbiamo assegnato al King Crubs situato nell’unica curva di walking street: i suoi spiedini di blue Marlin sono insuperabili.



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