Kirchberg in tirol, il paradiso abita qui
Da tanto volevo tornare in Tirolo, in zone che hanno fatto parte della mia infanzia, ed essendo una viaggiatrice incallita, amante di paesi esotici e lontani, raggiungere l’Austria e’ stata una passeggiata.
Partiamo alle 5 di mattina del 12/08, aspettandoci la scontata coda dei vacanzieri del ferragosto.
Impieghiamo infatti circa 8 ore su un itinerario al quale ne basterebbero 5, causa forti rallentamenti sul tratto appenninico piu’ un fortissimo temporale con un tratto di strada allagata. Ore buttate vie e che rabbia, ma quando intorno inizia ad aprirsi il paesaggio inconfondibile di montagne ricoperte di foreste e l’aria e’ pulita e salubre, tutto si dimentica.
Nelle vicinanze di Trento ai lati dell’ autostrada ci sono aree coltivate a mele a perdita d’occhio, le buonissime, croccanti e succose mele dell’ Alto Adige.
Alcuni ruscelli e laghetti iniziano ad apparire qua e la’ man mano che ci si avvicina a Bolzano.
Ci fermiamo per comprare il bollino che ci consentira’ di entrare in territorio austriaco e viaggiare su tutte le loro strade e autostrade a piacere per tutta la durata del nostro soggiorno.
Al costo di 7 euro e 60 cent valevole per una settimana, va obbligatoriamente attaccato al vetro, altrimenti rischi multe spesso salate.
Gia’ in Alto Adige il paesaggio e’ meraviglioso, sulle morbide colline ai piedi delle montagne si iniziano a vedere i vari gasthof ( o locande adibite a hotels ) coi terrazzi di legno ricolmi di fiori, in tipico stile tirolese, ma entrati in territorio austriaco e passata Innsbruck il tutto si intensifica.
La nostra destinazione e’ Kirchberg, a circa 800 mt di altezza, situata nel comprensorio delle Alpi di Kitzbuhel dove abbiamo prenotato un gasthof che si chiama Unterm Rain, dalla tipica forma a punta, con terrazzini di legno intagliato e fioriere zeppe di gerani multicolori e davanti una piccola fontana di acqua di montagna che finisce in un tronco scavato su cui crescono alcuni funghi del legno.
Di lato all’ hotel c’e’ una collinetta sulla cui cima stanno abitazioni di locali e pascolano alcune capre ruminanti.
Il profumo di erba e bosco e’ ovunque, l’aria e’ frizzante e leggermente umida dopo la recente pioggia.
Una possente signorona austriaca che non parla una parola di italiano ne’ inglese ci accoglie, ma farsi capire e’ veramente difficile, specialmente quando le chiediamo se può darci una camera col terrazzo.
Alla fine riusciamo nel nostro intento e otteniamo la camera n.19 al secondo piano. Da qui la vista e’ meravigliosa, tante casette di legno stanno abbarbicate sulla montagna e enormi abeti ricoprono le vallate verdissime.
Le montagne intorno sono avvolte da una bruma residuo degli acquazzoni rendendo tutto il paesaggio quasi fiabesco. Arriva anche il rumore di un ruscello a poca distanza.
L’hotel e’ carino, con un piccolo acquario zeppo di enormi trote, moquette dappertutto, corna di vari animali di montagna appese alle pareti, e scritte in austriaco dipinte sui muri.
La sala da pranzo e colazione e’ tutta di legno, con vari soprammobili esposti sui piccoli davanzali delle finestre dalle quali pendono piccole tendine ricamate… Poi c’e’ una vecchia stufa, tavolini con panche e sedie imbottite con velluto verde.
Mentre scarichiamo i bagagli, il tempo scorre tanto veloce e il tempo si ingrigisce sempre più , una nebbiolina cala sulle valli e avvolge le montagne fino a coprirne quasi tutti i contorni.
Le temperature sono già molto basse, come un incipiente inverno.
La cena e’ buonissima, zuppa con erba cipollina, cotoletta di maiale con patatine e verdurine al vapore, gelato.
Andiamo a letto sotto i nostri piumoni e fa uno strano effetto aver lasciato un caldo soffocante da noi e trovare qui temperature invernali.
13 agosto Ci svegliamo presto, ma la giornata si prospetta mite e con un pallido solicino.
Colazione veloce con freschi panini croccanti, affettati tipici, marmellate di ribes e corn flakes.
Chissà perché quando sei in montagna tutto sembra più saporito.
Via all’esplorazione della zona di Kirchberg.
Attraversata la Kitzbuhelstrasse, dove si trova il nostro gasthof, ci si dirige direttamente verso un piccolo ponte di legno che passa sopra un ruscello di montagna, l’acqua grigia denota che e’ acqua di ghiacciaio.
Dalla parte opposta del ponte, tante case di legno scurissimo ( tutte le case subiscono un trattamento per il ghiaccio, l’umidita’ e il freddo) alcune adibite e rimessa per la legna e il fieno, terrazzi pieni di fiori, altri gasthof, casette curate nei minimi particolari, con piccoli oggetti di legno sui davanzali, tendine di pizzo, e molte con corna attaccate sulla parete piu’ alta, solitamente all’altezza della mansarda, altre con stemmi dipinti e scritte tutte contorte e arricciolate.
Una casetta e’ in costruzione e sulla punta hanno applicato una punta di abete secco che stranezza! Ci dirigiamo verso un pascolo dove alcune mucche stanno pranzando. Due capre enormi iniziano a belare quando ci vedono dirigendosi spedite verso di noi. Penso che la loro intenzione sia darci una cornata, ma poverine forse volevano solo vederci da vicino … non lo sapremo mai, data la recinzione! Verso il centro di kirchberg si nota quanto questa zona sia turistica, tanti negozi, hotel, discoteche, birrerie e ristoranti con menu’ tipici, ma anche fast food e pizzerie italiane ovviamente (tipo pizzeria Nabucco)…
Gli austriaci sono molto educati e discreti, ti lasciano attraversare la strada fermandosi subito con la macchina, salutano quando ti incrociano e poi tengono il loro paese davvero in modo ineccepibile, con una pulizia da 10 e lode. E’ bello vedere come mantengono le proprie tradizioni, alcuni indossano anche abiti tipici.
La chiesa del paese si trova in posizione elevata, con il lungo campanile a punta di color verde simbolo di questa architettura ed e’ circondata come in tutti i paesi del tirolo dal proprio piccolo cimitero, dove non trovi le fredde lapidi come da noi, ma tante creazioni artistiche in ferro battuto che ognuno personalizza per il proprio caro.
Tutti i negozi sono chiusi, ma quelli di souvenirs specialmente, hanno le tende discostate in modo da poter intravedere quello che c’e’ dentro. Ma ad attirare la mia attenzione e’ la vetrina di una piccola pasticceria che, nonostante abbia tutte le luci spente, fa intravedere la vetrina dove solitamente sono esposti i dolci. Tra i vari vassoi vuoti ce n’e’ uno con alcuni piccoli dolci tondi e schiacciati. La curiosità di mangiarli sarebbe forte, peccato che tutto resterà chiuso fino alla nostra partenza. Il lago di Achensee o lago di Kirchberg si trova a due passi, in posizione sopraelevata. E’ recintato e a pagamento per la balneazione, niente di speciale, merita però una piccola visita solo per il paesaggio nei dintorni. Pascoli estesi e villette di locali che possiedono bovini. Un gruppo di mucche e’ al pascolo e un cucciolo sta disteso al sole col naso rosa e lucido appoggiato sull’erba.
Che meraviglia. Un covone disfatto di fieno e’ a disposizione delle mucche più grandi. Un ronzio di api e mosche rompe in modo piacevole il silenzio di quassù.
Un micio punta un grillo nel prato. Altra destinazione nel pomeriggio la miniera espositiva di Jochberg, Schau-bergwerk, una sorta di piccolo museo, oramai chiusa ma a disposizione di chi ovviamente a pagamento vuole visitarla. Con un trenino da minatori si entra nei cunicoli dove un tempo molte persone lavoravano mettendo a rischio la propria vita, indossiamo caschi perché le pareti rocciose sporgono sui piccoli binari.
La visita dura circa 30 minuti con tanto di immagini e documentazioni filmate.
Carino e qualcosa di diverso. Non mi dimentichero’ neanche le piante di ribes che crescono intorno all’area della miniera! Altra meta, il lago Schwarzsee, molto carino, con le rive contornate da abeti e betulle. Fin troppo preso d’assalto per i miei gusti ( molta gente lo attraversa con pedalò ) e ovviamente a pagamento per la balneazione. E’ curioso vedere come gli austriaci sfruttano i loro laghi per fare soldi! Su una sponda del fiume un po’ isolata e all’ombra, cresce una grossa amanita che subito fotografo. Alcune barche sono tirate in secca sotto un salice piangente e lì dimenticate.
Da un’altra parte si accede al percorso naturistico, che costeggia una zona protetta per le diverse specie di piante che vi crescono e il sentiero attraversa pascoli recintati da staccionate di legno e casette di montagna per la rimessa degli attrezzi agricoli dal tipico tetto puntellato da grosse pietre.
Tutte le valli ne sono disseminate.
Alzando lo sguardo verso le montagne d’intorno, abeti secolari si distinguono in lontananza , su di un’altura ne noto alcuni dai tronchi talmente lunghi da sembrare trampolieri, altri caduti e coi tronchi spezzati, altri spelacchiati che lasciano filtrare il sole sulla terra alla loro base.
Il percorso termina in un sentiero che costeggia un bosco.
Lungo il tragitto di ritorno ci fermiamo lungo una piccola area attrezzata per mangiare dove un localino all’aperto vende il kebab. Ma fatto con le carni di qui, di animali che pascolano con questa erba fresca giorno dopo giorno!! Una meraviglia.
Il tempo scorre talmente veloce che rientriamo per fare un sonnellino. In lontananza si sentono tuoni e in camera filtra la luce dei lampi dalle persiane di legno. Dopo poco si scatena un temporale con annessa grandinata che in pochi secondi rende tutto bianco.
In alta montagna il tempo muta così velocemente da non darti il tempo di realizzare e infatti anche la grandinata si dissolve in poco tempo, lasciando profumo di piante e terra. Profumo che viene dai boschi tutto intorno.
La cena e’ ottima, gulasch e patatine fritte, zuppa con croccantini di pane, e gelato con crema di frutti di bosco.
Provenienti di sicuro dai dintorni, ho infatti visto diverse piante di lampone.
Dopo cena, ci prendiamo il lusso di noleggiare per un’ora la sala bowling sottostante l’hotel, carinissima a 4 piste, ci concediamo diverse partite.
Quando finiamo e’ già tardi e ci pregustiamo la giornata seguente, prima però di dormire mi affaccio al nostro terrazzo per respirare un po’ di aria fresca, le temperature saranno intorno agli 8-9 gradi.
14agosto Oggi la nostra destinazione e’ Salisburgo, peccato però che il tempo sia terribile, piove ed e’ freddo.
C’e’ circa un’ora di strada per arrivarci e peccato per il grigiore della giornata, perché si attraversano paesini incantevoli , ed un tratto sconfiniamo anche in Germania.
Ci sono delle vallate ampissime, di un verde talmente vivo che contrasta fortemente col colore scuro degli abeti che crescono ovunque, boschi enormi, laghi di una bellezza mozzafiato, uno in particolare, di un verde indescrivibile con sponde chiare che mi ripropongo di vedere da vicino al ritorno, sperando che non piova.
Molte ovovie e seggiovie attraversano e collegano le vallate alle vette. Alcune sono ferme in attesa dell’arrivo della stagione invernale e dello sci. Un gruppo di persone fa rafting lungo un ruscello di montagna un po’ ripido. L’arrivo a Salisburgo e’ scioccante, una fila interminabile, per entrare in città bisogna armarsi di pazienza, e quanta! Si lascia l’auto in un parking a pagamento nei pressi del centro storico, e visitiamo il forte con le mura al quale si accede tramite una specie di velocissima funicolare. Da quassù il panorama e’ bellissimo, le chiese con le cupole in rame e le guglie dorate, il fiume che la attraversa, un piccolo laghetto in lontananza. Nella piazza sottostante c’e’ un mercatino all’aperto dove si vende un po’ di tutto, souvenirs, pupazzi, portachiavi, pietre e un banchetto che vende delle enormi e fantasiose forme di pane locale con semi. Peccato la pioggia che veramente rovina questa giornata.
Ci concediamo una breve passeggiata lungo il fiume che attraversa la città.
Lasciata Salisburgo e ripresa in parte la strada di andata, riconosco il lago che avevo visto prima e la sosta e’ d’obbligo.
E’ indescrivibile, non so che nome abbia, ma per qualsiasi altro turista che percorrerà queste zone sarà impossibile non riconoscerlo. Si vede benissimo dalla strada ma gli intelligentissimi austriaci hanno appositamente creato una stradina pedonale che lo costeggia per dare la possibilità alla gente di ammirarlo a piedi.
L’acqua e’ talmente calma che sembra sospesa..Non c’e’ un solo rumore nei dintorni tranne quello proveniente dai boschi circostanti. Lungo la riva ci sono tronchi portati dall’acqua e sassi bianchi e levigati. Tutto qui e’ lasciato nelle mani della natura.
Una paperetta marrone scivola lenta lasciando scie dietro di se’.
Alcuni insetti planano come sospesi a pelo d’acqua.
Camminiamo un po’ e una vipera sguscia nella terra al nostro passaggio. Per un po’ ci mettiamo a far saltare i sassi schiacciati sul pelo dell’acqua, non vorrei mai andarmene, ma poi arriva piano piano il tramonto e si riparte.
Dall’alto della strada, ci sono punti in cui si vede il lago proseguire tra i boschi e acquista colori sempre piu’ meravigliosi, ma ovviamente qui l’uomo non può arrivare.
Lungo la strada si sosta in un Burger King e si rientra a Kirchberg che inizia ad imbrunire ma il tempo e’ migliorato.
Dal terrazzo si vede un enorme arcobaleno dai colori fosforescenti. Penso che non ne avevo mai visto uno tanto grande! Intanto tutto intorno si tinge di tonalita’ dorate.
L’ultima cena al gasthof, buona come sempre, zuppa con riso, formaggio fritto, maiale, verdure e patatine. I soliti croccanti panini.. E dessert, banane con gelato e panna striata con cioccolato fuso.
La mattina seguente, dopo colazione, salutiamo gli amici che avevamo conosciuto nel nostro hotel ( quasi tutti italiani), e con rammarico noto che la giornata e’ bellissima e soleggiata.
Riempiamo una bottiglia con la freschissima acqua della fontana fuori dall’ hotel e si parte dando un ultimo sguardo al nostro paesino… Ripercorriamo alcune delle strade che avevamo fatto all’andata passando per pascoli dove mandrie di mucche ruminano oziose e mi fermo a fotografare una segheria, dove enormi tronchi numerati sono accatastati lungo la strada, il profumo di resina e’ quasi inebriante.
Presa l’autostrada, usciamo a Trento in direzione lago di Tenno.
Il paesaggio e’ notevolmente mutato dai posti che abbiamo lasciato da poco, meno vegetazione, gli abeti non ci sono più, provo già una grande malinconia per l’Austria.
Passiamo davanti al lago di Toblino, con il castello abbarbicato sulle rocce proprio in mezzo all’acqua, colori stupendi, canneti e piante acquatiche tutto intorno.
Per arrivare al lago di Tenno si prende una strada panoramica in salita che sembra non finire mai, data l’altezza e’ possibile distinguere anche il lago di Garda.
Il lago di Tenno e’ un gioiello incastonato tra le montagne e la vegetazione, di un colore blu fosforescente, reso ancora più vivo dalla presenza delle sue sponde di sassi chiari, quasi bianchi e la trasparenza dell’acqua e’ qualcosa di spettacolare.
All’interno aveva un’ isola staccata alla terraferma, oggi e’ collegata per la mancanza di acqua, ma nella stagione delle piogge, sicuramente l’isola tornerà a staccarsi ed essere come sospesa su questo specchio di acqua celestissimo.
Purtroppo c’e’ tanta gente qui in vacanza e le sponde sono prese d’assalto. Come ultima sosta, ci concediamo un buonissimo pranzo al ristorante con terrazza sul lago, pizza e gelato ai frutti di bosco con cialda croccante. Tutto speciale.
Che tristezza rientrare! 4 giorni qui e mi sento come nuova..
A distanza di giorni, penso a quanto e’ bella l’ Austria rurale e delle montagne… col suo Tirolo, coi suoi paesaggi mozzafiato, e a quell’ idea che ti da di tornare indietro nel passato.