Kenya… il rosso

In Kenya tra safari, scuole e voglia di farcela da soli
Scritto da: donastella
kenya... il rosso
Partenza il: 04/11/2011
Ritorno il: 12/11/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Partiti con la Condor venerdì sera, diretti a Mombasa. Il prezzo volo+resort all inclusive (a Watamu, il Barracuda) era molto buono, anche se sapevamo che al resort ci saremmo stati molto poco.

Ecco qualche breve dritta:

Appena arrivati abbiamo ritirato i soldi al bancomat fuori dall’aeroporto. Tenetevi stretti i bagagli, tutti i signori che sono lì vogliono solo soldi. Non dateglieli. Se vi chiedono di cambiare, non fatelo. I soldi ritirateli al bancomat (30.000 shk se volete anche fare qualche regalo) e state tranquilli con il cambio. Se non funziona il bancomat all’uscita sulla dx (alla parte opposta rispetto ai tizi che vi porteranno al pulmino), fate qualche metro in avanti e arrivate al secondo bancomat. Portate 2 o 3 carte se le avete, una funzionerà! Se serve, a Malindi ci sono altri bancomat, ritirate lì!

Poi siamo andati al negozio della Safaricom che c’è proprio lì davanti al bancomat dell’uscita e abbiamo comprato una scheda sim, che potrete usare tranquillamente sia per mandare sms che per fare brevi chiamate. Infatti chiamare dal cell italiano è una pazzia, costa tantissimo. Mentre con 15 euro (meno di 2.000 shk) messi nella scheda keniota ci abbiamo fatto diverse chiamate e moltissimi sms!

Quando raggiungete i tizi con il cartello del vostro tour operator, aspettate che si muovano per arrivare al pulmino, ma fate attenzione che tutti quelli intorno a voi vorranno dei soldi, quindi tenete strette le valige e dite no grazie e fate voi.

Al resort non potrete non dare la mancia, ma siate parsimoniosi perché loro guadagnano pochissimo, quindi 100 shk bastano.

Noi abbiamo fatto il safari di 3 giorni 2 notti e sinceramente tornando indietro avremmo fatto quello di 4 giorni in aereo fino al Masai Mara (in Tanzania). Abbiamo fatto riferimento a “Giulia Safari”, di Antonio, a Malindi

Abbiamo speso un 150 euro in più a testa, ma eravamo solo noi due nella jeep, Kaingu la guida era solo per noi e ne è valsa la pena! (tot safari con 2 notti e pasti e ingresso parchi 1200 € + 2000 shk di mancia alla guida). Si pagano a parte le bibite (noi le abbiamo prese dalla jeep e le portavamo in camera).

La stagione fa differenza per quali parchi visitare. Fidatevi dei consigli di Antonio (della Giulia safari).

Noi abbiamo fatto il Ngutuni (riserva privata) stupendo per la terra rossa e gli animali che la notte si abbeverano al laghetto; l’Amboseli, ricchissimo di animali e sotto il Kilimangiaro – stupendo! – abbiamo dormito al Kibo Camp in tenda. Fa freddo, portatevi una felpa e un k-way impermeabile (ogni tanto piove)! E poi tornando siamo passati per lo Tsavo Est, dove abbiamo visto i ghepardi! Che spettacolo, se ci penso mi tornano i brividi! Vedi le foto http://www.flickr.com/photos/donastella/sets/72157628538246921/with/6558328943/. A Watamu ci siamo spostati in tuktuk per andare vicino (come alle rovine di Mida) – non ricordo il nome del tizio, ma il suo numero è 07 24544734 e in macchina per andare a Marafa o a Malindi – Kazungo 07 26125045. Gli appuntamenti sono completamente orientativi, fanno dai 5 ai 50 minuti di ritardo.

Contrattate i prezzi prima, e fatelo fino all’osso! Partite bassissimi e salite di poco in poco. Sulla strada da Mida a Watamu ci sono molti negozi non turistici, vi sconsiglio completamente quelli fuori dai resort. Se non volete passare una vacanza asfissiante, non date mai spago ai beach boys. Parlate tra di voi e se vi parlano ditegli che state parlando. Vi diranno che siete razzisti ecc ecc. Ignorateli. Lo so è brutto, ma altrimenti non ne uscite

A Malindi c’è lo spaccio dell’associazione Amici di Watoto. Abbiamo comprato lì tutti i nostri regali perché sono cose fatte dai ragazzi di un orfanotrofio in cui siamo stati (nelle campagne sperdute lontano dalla costa). Vi consiglio in caso di prendere le “buste palla”. Se per caso volete dare una mano, non portate cibo ma cose che a noi sembrano stupide: zip, stoffa, aghi e filo, bottoni.

L’associazione, infatti, cerca di renderli indipendenti e non di sovvenzionarli economicamente, per non “creare dipendenza” (si vedi sotto).

Tornando indietro mi fermerei a comprare dei cesti in paglia visti sulla strada da Nairobi a Malindi, mentre siamo passati dall’Amboseli allo Tsavo.

Guidano come dei matti, mettete sempre sempre la cintura! Se volete andare a Marafa (la depressione tipo Cappadocia ) non fate il tour con l’albergo, ma chiama Kazungo e mettetevi d’accordo con lui per farvi portare lì. Dovete pagare ingresso e guida (1000 shk), ma quei soldi vanno lì alla comunità quindi va bene così. NON ANDATE IN GIRO DOPO IL TRAMONTO! La “legge della strada” dice che i bianchi dopo il tramonto è meglio che non escano… Ma la sera sarete a pezzi e devo dire che i resort sono piacevoli, quindi starete bene. Sono stata un po’ lunga ma spero che queste indicazioni vi possano aiutare a passare una vacanza bella come l’ho passata io. L’Africa è un paese stupendo, gli africani… dipende. Sono convinti che noi “bianchi” dobbiamo pagare per la loro povertà. Si credono furbi (e spesso lo sono) e non fanno niente per niente. Occhio. Per qualunque cosa, noi abbiamo conosciuto la responsabile dell’associazione Amici di Watoto, Simona, una signora interessante e molto cara che vive a Malindi. Se volete sapere come funziona il Kenya, avere maggiori informazioni sull’associazione, passare allo spaccio per comprare qualche regalo, mandatele un mess e – se sarà in zona, visto che sta sempre in giro per il kenia – sicuramente avrà piacere ad incontrarvi.

IMPORTANTE

Ho scelto di non fotografare i bambini, poiché non sono animali in mostra allo zoo. Questa riflessione è nata dal vedere come spesso noi turisti trattiamo le popolazioni – soprattutto i bambini – come cani addestrati: gli diamo la caramellina, il cioccolatino, senza pensare che gli faranno male e anzi peggio! Li abbiamo abituati a chiedere per ricevere: ci salutano sul bordo della strada con un sorriso e con le mani tese. Seguono di corsa le macchine, rischiando di finirci sotto. Nel caso delle caramelle, buttano le carte per terra e tornano a chiederne altre, a volte litigandosele. Per questo ho scelto di portare il materiale all’orfanotrofio, consegnandolo “ai grandi” e non ai bambini. Stanno imparando che “elemosinando gli viene dato”, e questo perché sono un popolo a cui non viene insegnata la logica ma una dottrina da regime. Imparano a memoria e quando provi a cambiare gli addendi – spiegando che il risultato non cambia – entrano nel panico e negano l’evidenza.

Vi racconto questo perché, se un giorno anche voi farete un’esperienza del genere, potrete – spero – condividere queste riflessioni e agire di conseguenza.

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