Kenya: dal nord al sud passando dal mare
L’itinerario proposto è come segue:
Day 01-31st Dec Arrivo a Nairobi – Sarova Panafric hotel www.sarovahotels.com Day 02-01st Jan Aberdare Park – Treetops www.aberdaresafarihotels.com Day 03-02nd Jan Samburu Nat. Park – Samburu Sopa Lodge www.sopalodges.com Day 04-03rd Jan Samburu Nat. Park – Samburu Sopa Lodge Day 05-04th Jan Lake Nakuru Lodge www.lakenakurulodge.com Day 06-05th Jan Masai Mara Park – Mara Sopa Lodge www.sopalodges.com Day 07-06th Jan Masai Mara Park – Mara Sopa Lodge Day 08-07th Jan Masai Mara Park Day 09-08th Jan Lake Naivasha Sopa lodge www.sopalodges.com Day 10-09th Jan Amboseli Sopa lodge www.sopalodges.com Day 11-10th Jan Tsavo West Ngulia safari camp www.tsavocamps.com Day 12-11th Jan Watamu – Mombasa Turtle bay Beach club – www.turtlebay.com Day 13-12th Jan Watamu Day 14-13th Jan Watamu Day 15-14th Jan Watamu Day 16-15th Jan Depart for home out of mombasa Costo totale del pacchetto (all-inclusive: trasferimenti, vitto colazio-pranzo-cena (bevande escluse), alloggio, parchi, game drive, guida/autista in inglese per tutto il periodo fino a watamu, acqua da bere durante i safari) 2500 euro. Viaggiamo su di un minivan della Toyota con tetto “alzabile” (durante i safari) guidato dall’autista che sarà anche la nostra guida per tutta la durata del safari. Ho chiesto all’agenzia una guida preparata e James lo è. Il volo lo abbiamo preso con i punti Lufthansa di mio marito.
Note sulla questione vaccinazioni: essendo partiti all’ultimo abbiamo fatto giusto il richiamo dell’antitetanica. Niente antimalarica, e null’altro. Ci avevano spaventato molto soprattutto all’ufficio di viaggio dell’usl. In realtà in gennaio è una stagione secca. Di zanzare soprattutto sugli altopiani non ne abbiamo vista mezza. Eravamo attrezzati con spray e macchinetta ma l’unico luogo dove poteva esserci qualche pericolo è il mare. La maggior parte dei parchi si trova sugli altopiani ad altitudini che variano dai 1000 ai 2500 metri. Se poi si viaggia con tour organizzati dormendo in lodge non ci sono davvero problemi. Un’altra nota: gli spostamenti da un parco all’altro sono lunghi soprattutto perchè molte strade sono piene di buche (nonostante si stia costruendo e sistemando molto) e tutte le strade nei parchi sono sterrate e comportano una certa pazienza. Ma ne vale la pena!
Primo giorno arrivo a Nairobi. Ci vengono a prendere all’areoporto, festeggiamo il capodanno sul minivan che ci accompagna in agenzia per pagare e dove Alex ci saluta e ci spiega i dettagli del viaggio ed infine il nostro autista, mitico James ci porta all’hotel: Sarova Panafric hotel. Hotel confortevole, pulito con ottima colazione.
Secondo giorno partenza per il Parco Nazionale di Aberdare, la terra dei kikuyu. Ci addentriamo nel territorio prima collinoso e poi montuoso a nord di Nairobi. Piantagioni di caffè ordinate come filari d’uva, piccole cittadine abitate di colori e vita, un sacco di gente che cammina, e vende e si muove sempre ed interrotamente. Siamo sugli altopiani centrali, l’aria è rarefatta e fresca, non è il caldo soffocante che mi ero aspettata ma un caldo primaverile, un tepore che scalda le ossa e il cuore. Pranziamo al Outspan, una splendida villa coloniale divenuta hotel e poi la nostra guida ci saluta perchè saremo prelevati dal personale del Treetops che ci porterà all’interno del parco di Aberdare dove alloggeremo per la notte. Il Treetops è un hotel spettacolare ed unico. Si trova vicino a due pozze d’acqua dove si abbeverano gli animali. A qualsiasi ora del giorno e della notte si possono avvistare facoceri, antilopi, waterbucks, bufali, elefanti, rinoceronti e “cats” (leoni, leopardi, ghepardi…). Noi abbiamo visto tutto tranni i cats… Il Treetops è famoso oltre che per la struttura originalissima tutta in legno anche perchè qui la regina Elisabetta scoprì di esser diventata appunto regina quando le fu data la notizia della morte del padre in un mattino del ’52. Al Treetops si respira l’aria di montagna e un buon profumo di legno.
Terzo giorno ci riportano all’Outspan e la nostra guida ci preleva per portarci al SAMBURU NATIONAL PARK. Il viaggio è abbastanza lungo (circa 4 ore) e attraversiamo paesaggi di tutti i tipi. Le colline coltivate delle regioni centrali, le pendici del monte Kenya innevato, zone aride intervallate da coltivazioni di grano e infine il verde che si dirada per lasciar spazio ad una macchia polverosa e arida. Siamo abbastanza a nord, la vegetazione è secca e spiccano le acacie ad umbrella, bellissimi alberi, anzi proprio gli alberi che aspettavi di trovare in Africa. Il parco è stupendo: arido ma attraversato da una striscia rigogliosa di verde dove in mezzo scorre il fiume. Il ldoge è piuttosto nuovo. Siamo in pochi in quelle terre lontane e veniamo trattati benissimo. La camera è ampia con un veranda sul bush e il lodge si trova proprio in mezzo alla riserva. Per questo la sera ci sono sempre guardie ad accompagnarti in camera (anche se a me l’unico cosa che veramente spaventa è un geco!). I safari (o game drive) si fanno al mattino all’alba e il pomeriggio fino a sera. Qui c’è poca gente ed è bellissimo attraversare questo territorio aspro e profumato di estate e caldo. Vediamo tutti gli animali (fra cui il raro da avvistare Kudu maggiore, la zebra di Grevy, l’antilope giraffa -animali che si possono avvistare solo qui o in altre riserve limitrofe) ma solo due gattoni seminascosti (due leonesse) abbastanza nascoste. Visitiamo anche un villaggio di Samburu e Turkana. Interessante anche perchè meno “turistico” di altri. Un esperienza da fare.
Il quinto giorno ripartiamo per il sud destinazione Lake Nakuru. Questo viaggio è davvero lungo. Attraversiamo un sacco di paesaggi diversi. Arriviamo al lago Nakuru verso le 15 e ci danno cmq un pranzo da gustare al bar. Si parte per il safari fino a sera. James è molto attento a rispettare i percorsi permessi e lo apprezzo. In un luogo (quasi) incontaminato come i parchi africani è davvero deprimente vedere quegli autisti che escono dai percorsi per avvicinarsi agli animali per permettere scatti migliori. Se questo può sembrare un punto positivo per il turista comporta però un degrado della flora che si calpesta con le ruote oltre al disturbo degli animali e dei loro ritmi. Il rispetto è una virtà che anche i turisti dovrebbero coltivare e pretendere. Noi lì siamo visitatori ed estranei.
Il sesto giorno si parte per il mitico Masai Mara, il parco più famoso del Kenya. Anche qui il lodge è molto bello e confortevole. Iniziamo i nostri game drive, vediamo tantissimi ghepardi, leonesse, rinoceronti, elefanti, ippopotami, coccodrilli, giraffe (diverse nel mantello da quelle del Samburu), impala, antilopi di vario genere, facoceri, etc…). Rimaniamo qui 3 giorni. Il masai mara è molto grande, vasto e stupendo. Confina con la Tanzania ed è teatro ad ogni fine agosto della migrazione degli gnu. E’ un territorio dolce e collinoso, verde con tratti di erba bassa e cespuglietti e zone di savana con erba alta e rare acacie ad umbrella che sono così tremendamente “africane”. E’ il tipico paesaggio del “re leone”.
Il nono giorno partiamo per il lago Naivasha, sosta intermedia per il lungo viaggio all’Amboseli. Il lago Naivasha è un luogo molto rilassante. Il nostro lodge si trova sulle rive del lago (al quale sconsigliano di avvicinarsi per via degli ippopotami che a quanto pare sono gli animali più pericolosi e che mietono più vittime fra tutti) ed è in perfetto stile coloniale. Visitiamo la casa di Joy Adamson la scrittrice di Nata Libera. Decidiamo di non fare la visita (100 $ a testa) sul lago per avvistare gli hippo.
Il giorno seguente si parte per il parco Amboseli. Attraversiamo duranta il viaggio la Rift Valley che spacca l’Africa dalla Giordania fino al Mozambico, saliamo dalla Rift per attraversare Nairobi, scendiamo di nuovo e passiamo vaste pianure assetate e arriviamo al parco Amboseli che si trova alle pendici del Kilimanjaro ma che per una certa sfortuna non riusciamo a vedere perchè coperto da insignificanti e odiose nuvole. L’Amboseli è un parco piatto e con pochissimi alberi. Gli animali si avvistano bene. Infatti fra gli altri riusciamo a vedere le iene e un ippopotamo che cammina (escono solo verso sera perchè il sole gli brucia la pella sensibilissima). L’indomani ci svegliamo con la solita nuvolona odiosa che copre il Kilimanjaro. Ci consoliamo con la promessa di tornare solo per rivederlo…( lo vedremo poi dall’aereo..ma non è la stessa cosa). Direzione Tsavo West. Qui il paesaggio cambia. La sabbia è di un rosso vivido, la macchia diventa fitta e rigogliosa, c’è un profumo di tiglio nell’aria calda che respiri in piedi mentre il camioncino corre sui viottoli polverosi del parco. Le montagne sono alte e rocciose e nei suoi anfratti si nasconodono leopardi e ghepardi. E’ un paesaggio bellissimo da togliere il fiato. Qui abbiamo finalmente incontrato due leopardi di cui uno avvistato benissimo (ci è passato di fianco). Che emozione. Il lodge dove dormiamo è SPETTACOLARE. Spartano, tutto in legno, sulle pendici di un monte con una vista mozzafiato di fronte. La stanza era una casetta con al posto della vetrata la zanzariera e dava sul bush. Uno spettacolo considerato che di notte era buissimo e si tornava alla camera solo con la guardia (armata causa animali).
Qui finisce il safari…James ci accompagna a Watamu (lontanino..se volete fare del mare vi consiglio di fermarvi a Dani Beach). Il Turtle Bay è un bel villaggio, pieno di inglesi e tedeschi e questo ci preclude l’assalto dei beach boys (essendo gli inglesi poco inclini al “gancio”). Il mare è limpido e cristallino e la sabbia di un bianco che acceca. A Watamu fa un caldo insopportabile. Sarà che ci eravamo ritemprati con il caldo secco e profumato dei parchi sugli altopiani e questa umidità mi ricorda troppo la pianura padana d’estate. Meno male che in spiaggia c’è del vento, ma la notte si dorme male. Col senno di poi non saremmo andati al mare. Troppo bella l’Africa. Il mare a Watamu è bello, facciamo una bella gita organizzata da un beach boy e vediamo tanti delfini, ma voglio rivedere gli animali. Mi mancano gli elefanti che si muovono lenti e curiosi, mi mancano le antilopi che ti guardano con quegli occhioni prodondi e inquisitori, mi mancano le leonesse che incedono regali e consapevoli della loro forza. Mi manca il bush che ad ogni angolo ti regala la sorpresa dell’avvistamento o la delusione di non aver ancora incontrato il re leone, quello con la cresta folta. Il 16mo giorno un autista organizzato dall’agenzia ci viene a prendere e ci porta all’areoporto di Mombasa. Asante sana Kenya!