Kathmandu e la sua valle: dove trovare pace con se stessi
Prendiamo un volo da Varanasi diretto a Kathmandu; la pista di atterraggio è impressionante: vicinissima alle case…
Dopo i vari controlli di rito saliamo sul pulmino dell’hotel. Il pomeriggio lo dedicheremo un po’ a rilassarci e un po’ in giro nei dintorni dell’hotel a comprare the.
La mattina seguente incominciamo la visita ai dintorni di Kathmandu… dedichiamo la mattinata alla visita del Dakshinkali temple, a circa 22 km da Kathmandu. Questo tempio è dedicato alla dea Kali ed è uno dei più importanti del Nepal. Qui i credenti sacrificano animali alla dea, in particolare galli e capre. E’ un tempio piccolo immerso in un bosco ma sempre pieno di fedeli intenti a pregare.
Dopo la benedizione di un santone, ci rechiamo al paese di Kirtipur. La prima impressione che ho avuto è stata quella di trovarmi indietro nel tempo… come si vede in alcuni film…pochissimi mezzi, quasi inesistenti, le donne che intrecciano i peperoncini e fanno lunghissime trecce di aglio oppure che lavano i propri panni dentro piccole bacinelle; gli uomini seduti fuori dalle case che parlano o giocano a carte e tanti tantissimi bambini con cui abbiamo avuto il piacere di fare due tiri a pallone.
Continuiamo a camminare per questo calmo paese e arriviamo al tempio chiamato Uma Maheswar. Salendo la ripida scalinata incontriamo anziani seduti che parlano tra loro e osservano la spettacolare vista che si può avere qui in alto sulla valle di Kathmandu.
A breve distanza raggiungiamo un altro piccolo paese newari chiamato Khokana e battezzato da me con il nome “il paese delle papere”; sì, ovunque camminavo, trovavo per le viuzze gruppetti di papere libere. Qui ancora di più rispetto a Kirthipur, mi sembra di essere tornata indietro nel tempo. Ancora più pace, ancora più lavori manuali di un tempo…non ci siamo fermati a visitare qualche tempio ma semplicemente abbiamo girato per questo quieto paese. Tutti i bimbi ci seguivano oltre che per la curiosità (in effetti non c’era nessun turista quando siamo arrivati noi) ma soprattutto perchè con noi avevamo caramelle, penne, pennarelli, disegni da colorare, peluches e tanto altro…ogni viaggio che facciamo in paesi più poveri ci teniamo a portare piccoli pensierini per i bambini meno fortunati dei nostri.
Ultima tappa della giornata: Bungamati, un villaggio nato nel VI secolo dedito all’agricoltura e all’artigianato. Anche qui piccole stradine e anche qui salutati e seguiti da bambini che si divertono a nascondersi e a sbucare nella via successiva.
Arrivati alla piazza centrale del paese (dove verso ottobre la nostra guida ci dice che viene totalmente riempita da distese di riso raccolto), davanti a noi ci si presenta un bellissimo tempio, pieno di credenti in fila a lasciare offerte.
La nostra bellissima giornata in giro per i paesi della valle di Kathmandu finisce qui lasciandoci impressi nelle menti il vivere in pace e sereni oltre che hai bellissimi sorrisi dei bambini.
Il giorno seguente, il nostro tour inizia con la visita alla gigantesca stupa Bodhnath; bellissima, imponente… è una delle più grandi stupa buddiste del Mondo e soprattutto il più sacro tempio buddista tibetano fuori dal Tibet (infatti questo luogo è frequentato da moltissimi rifugiati tibetani scappati dalla loro patria). Un luogo spirituale dove ho provato tanta pace… la prima cosa che ci appare davanti è questa immensa pagoda con questi enormi occhi disegnati che ti fissano.
Intorno a questa enorme stupa camminano, girando in senso orario, molti pellegrini pronunciando preghiere e sopra di loro sono appese le bandierine tibetane di preghiera con i loro cinque colori fondamentali che corrispondono a elementi importanti della vita: giallo-terra, verde-acqua, rosso-fuoco, bianco-spazio, blu-aria e dove sopra sono stampati i quattro animali sacri.
La nostra guida ci spiega che secondo i tibetani le bandierine, muovendosi con il vento, purificano e santificano tutta l’atmosfera intorno. Oltre al fatto che le loro preghiere vengono trasportate dal vento.
Nelle vicinanze visitiamo un tempio dove dentro è presente un enorme Buddha e vicino alle sue gambe la foto del Dalai Lama.
Nella piazza, intorno alla stupa, sono presenti molti negozi e laboratori…noi ne visitiamo uno dove vengono disegnati i mandala. Una bella esperienza!
La prossima visita che ci attende è alla “Varanasi del Nepal”: Pashupatinath, luogo conosciuto per le sue pire dove vengono celebrati ogni giorno cremazioni di defunti di religione indu.
Davanti ai nostri occhi pire e fumo che si innalza al cielo… qui ci è servita molto la guida per poter capire ogni passaggio compiuto davanti ai nostri occhi. Il defunto viene avvolto in un lungo panno color bianco o color arancione… questo cambia a seconda se la persona defunta, uomo o donna (non vedova); il corpo viene adagiato sugli scalini che portano al fiume Bagmati e i piedi del defunto vengono accarezzati dall’acqua. Poi la barella viene posta sopra uno dei molteplici altari (chiamati ghat), i parenti maschi (le donne non sono ammesse alla cerimonia) compiono tre giri intorno alla pira così come i sacerdoti. Infine il figlio maggiore accenderà il fuoco. Giorni dopo, dopo che la famiglia ha purificato la casa scacciando tutti i demoni della morte, le ceneri verranno rovesciate nel fiume sacro.
E’ stata una visita almeno per me veramente difficile e che non dimenticherò mai ma comunque interessante ed importante; ripeto sono stata contenta di aver avuto con me qui una guida o non avrei capito nulla di tutte le fasi prima della cremazione che stavo osservando.
Ultima visita della giornata la dedichiamo alla bellissima città medioevale di Bhaktapur: circa venti minuti di auto da Pashupatinath e arriviamo.
La cittadina è molto tranquilla, sono presenti vari piccoli laghetti che un tempo, durante il medioevo, erano grandi vasche usate per la raccolta dell’acqua. La prima visita la dedichiamo a Durbar Square dove è presente anche il vecchio palazzo reale. Camminiamo per le varie stradine, i bambini felici che escono da scuola con le loro belle divise; arriviamo in una grande piazza dove è presente un enorme forno e intorno tanti artigiani che preparano varie statuine ma soprattutto piccoli vasetti. Proseguiamo la nostra camminata per questa tranquilla cittadina fino ad arrivare davanti ad una altissima pagoda, Nyatapola, composta da un tetto di cinque piani con ai lati delle scale statue di leoni, elefanti grifoni … splendido imponente e soprattutto antico, infatti la nostra guida ci spiegò che fu costruito all’inizio del 1700 e resistette persino a vari terremoti accaduti successivamente.
Camminiamo e vediamo la famosa finestra chiamata “finestra del pavone”, famosa perché spesso tutte le cartoline riportano la foto di questa bellissima e antica finestra tutta di legno intarsiato e ben tenuta.
Ultimo giorno a Kathmandu; questa mattina ci aspetta la visita a Dubar Square di Kathmandu. Qui come prima cosa entriamo nel cortile della dimora la Kumari come meglio conosciuta come “Dea Bambina”. La nostra guida ci dice che siamo fortunati perché la Dea si concederà alla vista dei presenti dal balcone della casa per pochissimi secondi…naturalmente è vietatissimo fotografarla!!! Ci viene raccontata la credenza della dea bambina e su come viene scelta; scrivo un breve sunto della spiegazione: le “candidate” (che devono avere dei requisiti specifici) vengono rinchiuse in una grande stanza buia; dovranno dormire in mezzo a molte teste di capre e bufali precedentemente sacrificati alla Dea Kali oltre che con persone travestite da demoni che cercano di spaventarle. Quella che resisterà di più a questa prova diventerà la dea bambina fino al primo mestruo o prima di una malattia grave. Successivamente uscirà dalla casa (chiamata Kumari Ghar) solamente per le cerimonie più importanti senza mai camminare e toccare a terra (infatti viene trasportata su una portantina dorata). Insomma una vita difficile per una bambina.
Proseguiamo la visita alla piazza e ai vari suoi templi. Visitiamo da fuori il Gaddhi Baithak costruito con uno stile che, secondo noi, spezza un po’ l’armonia di tutta la piazza.
Lasciamo Dubar Square alla volta della stupa di Swayambhunath conosciuta anche come “tempio delle scimmie”.
Questo è un posto religioso sia per gli induisti che per i buddhisti infatti in cima alla collina ci sono piccoli tempietti di tutte e due le religioni oltre alla maestosa stupa, con disegnati, come per la stupa Bodhnath, gli occhi e, al centro, quello che può sembrare un naso che invece è il simbolo che figura l’unità per raggiungere in modo unico l’illuminazione. Intorno alla stupa tante ruote della preghiera che vengono girate dai fedeli.
La scalinata per raggiungere la cima della collina è molto lunga ma potete arrivare da un altro ingresso con la macchina fino a più della metà della salita.
Scendendo, notiamo vicino a una vasca, tante piccole scimmie che si divertono a tuffarsi e a giocare con l’acqua. Le scimmie le troverete anche mentre salite la scalinata quindi attenzione alle vostre borse.
Come ultima visita ci dirigiamo a Patan (una volta chiamata Latipur – città della bellezza) fondata nel III secolo a.C., situata a circa 5 km a sud di Kathamndu e la terza città più grande del Nepal.
Come prima cosa ammiriamo la Durbar Square di Patan molto bella e piena di edifici antichi.
Il tempio secondo me più bello e da non perdere è il Golden Temple, un monastero buddista. E’ assolutamente vietato entrare con qualsiasi oggetto di cuoio e come entrerete troverete un bellissimo cortile con tartarughe che vagano libere. Molto belle sono anche le statue delle scimmie con in mano il jackfruit. Ad un certo punto, mentre visitavamo il cortile, da una piccola porticina esce un bambino… la guida ci spiega che questo tempio ha la particolarità di essere custodito, a turno della durata di circa un mese, da un bambino con meno di 12 anni. Successivamente arriverà un altro bambino sempre per circa trenta giorni.
Nei pressi rimango affascinata da una vetrina di un negozio che vende campane tibetane di varie dimensioni. La guida dice che è un negozio di un suo amico e che è interessante sentire le sue spiegazioni su questo strumento. Così entriamo. Le campane tibetane sono diverse dalle campane che noi conosciamo. Non si appendono, bensì viene appoggiata sulla mano e viene utilizzato un bastone che viene fatto scorrere sul bordo della campana. La campana suonerà e sulla mano si sentiranno forti vibrazioni.
Dopo aver acquistato una piccola campana tibetana, continuiamo il nostro cammino per le vie della città… osserviamo dei bambini giocare nelle vasche… compiere tuffi, tirarsi l’acqua felici e sereni.
La nostra vacanza si conclude qui… non dimenticheremo mai la pace percepita, le usanze e credenze così diverse dalle nostre ma così affascinanti e soprattutto i sorrisi di bambini sereni e felici.