Karpathos: una settimana in un sogno

Per l’estate 2006, dopo aver visionato tutti i cataloghi di tutti i tour operator che proponevano Grecia e Spagna, io (Mery)e il mio Amore Igor abbiamo optato per quello che è sempre stato il mio sogno da quando ci siamo conosciuti: fargli conoscere quella realtà che io avevo scoperto grazie ad una gita scolastica e che mi era entrata nel...
Scritto da: M&I
karpathos: una settimana in un sogno
Partenza il: 13/08/2006
Ritorno il: 20/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Per l’estate 2006, dopo aver visionato tutti i cataloghi di tutti i tour operator che proponevano Grecia e Spagna, io (Mery)e il mio Amore Igor abbiamo optato per quello che è sempre stato il mio sogno da quando ci siamo conosciuti: fargli conoscere quella realtà che io avevo scoperto grazie ad una gita scolastica e che mi era entrata nel cuore per i suoi meravigliosi paesaggi, per il modo di vivere della gente che la popola ma soprattutto per il bianco e l’azzurro, ovvero la Grecia.

Ma volevamo una vacanza che ci facesse conoscere la vera Grecia, quella della terra rossa e brulla arsa dal sole e del mare con le sfumature che vanno dall’azzurro al blu cobalto, che fosse una vacanza rilassante, in un posto semi-sperduto e dove ci fosse tassativamente il sole!Tutte queste cose, su consiglio della nostra agenzia di viaggi, le potevamo trovare tutte insieme solo in un posto: a Karpathos, isola del Dodecaneso, a noi praticamente sconosciuta! Per l’organizzazione del viaggio ci siamo affidati al tour operator sloveno Kompas ed infatti l’aereo decollava da Ljubljana, che si trova a circa 150 km da casa nostra: tuttavia la Kompas mette a disposizione dei suoi clienti una corriera che, per la modica cifra di 23 € a persona, ti preleva praticamente sotto casa e ti porta all’aeroporto e viceversa (oppure volendo si può andare a Ljubljana con l’auto propria e parcheggiare l’auto gratuitamente nel parcheggio dell’aeroporto). L’aeroporto di Ljubljana è nuovo e piccolo ma noi siamo riusciti a perderci anche lì: non riuscivamo a trovare lo sportello della Kompas x cambiare i biglietti (è fuori dall’aeroporto e noi lo cercavamo dentro, ma vi ricordo che erano le 5 di mattina e la corriera ci aveva prelevato da casa all’una e mezza di notte!), ma alla fine ce l’abbiamo fatta e siamo partiti! La compagnia con cui abbiamo volato è l’Adria che, se non sbaglio, è la compagnia di bandiera slovena: viaggio nella norma (partenza ore 7 di mattina con clima quasi autunnale!) con caramellina, panino e caffè o bibita omaggio a bordo. Dopo circa 2 ore scorgiamo dal finestrino dell’aereo una spianata di terra rossa che parte dal mare e finisce nel mare: oddio… è la nostra pista d’atterraggio!!! Ma il bello doveva ancora venire… Scendiamo dall’aereo (ore 10 locali e 28 gradi circa) e veniamo letteralmente “spazzati” dal Meltemi, il famoso vento, che soffia fortissimo, in più non esiste il pulmino che ti viene a prendere quando scendi dall’aereo, ma devi farti tutta la pista a piedi, tanto è deserta!! L’aeroporto in sé, poi, consiste in una stanza divisa a metà da un muro: da una parte ritiri i bagagli, quindi arrivi, e dall’altra ci sono le partenze. La sala d’attesa è… un pergolato all’aperto!! E qui siamo rimasti una mezz’oretta, dopo aver ritirato i nostri bagagli ed aver ricevute le prime informazioni dalle assistenti Kompas, prima che la nostra corriera ci venisse a prendere per portarci all’hotel… E qui inizia il vero diario della nostra fantastica vacanza…

13.08.2006 Nel tragitto dall’aeroporto all’hotel ci siamo subito resi conto di quanto poteva offrire questa splendida isola: scenari mozzafiato, piccole baie dall’acqua cristallina e scogli di terra rossa a picco sul mare, pochissime case, pochissima gente, pochissime auto…Un paradiso!! Proprio quello che cercavamo!! In circa mezz’ora siamo arrivati al nostro hotel: l’hotel Votsalakia ad Amoopi. Non possiamo che consigliarlo vivamente: e’ un 3 stelle di recente costruzione, con camere spaziose tutte col terrazzino, con un bel patio dove fare colazione, e, cosa non meno importante, praticamente a due passi da tutte le spiagge di Amoopi (che sono 3)!! Noi abbiamo scelto la formula della mezza pensione, anche perché l’agenzia ci aveva raccomandato il Votsalakia proprio per l’ottima cucina, ed infatti ci siamo trovati benissimo in questo senso perché, a differenza di altri hotel dove il menù era fisso, noi qui avevamo la possibilità di scegliere il piatto principale della nostra cena (c’erano anche due antipasti e un dolce, ma quelli erano fissi), a scelta tra quattro portate diverse ogni sera! E tutto rigorosamente servito al tavolo dal tuo cameriere personale!! Ma torniamo al nostro diario..

Subito dopo aver posato i bagagli, ci siamo fiondati alla scoperta di Amoopi, anche perché…Lo stomaco reclamava ed eravamo curiosi di assaggiare la cucina greca!!Ci siamo affidati del nostro istinto e ci siamo diretti alla Taverna “Calypso”, di fianco al ristorante del nostro hotel, molto invitante con le sue tovaglie a quadretti azzurri e bianchi sotto un pergolato di bouganville in fiore: mai scelta fu più azzeccata!! Ci siamo rimpinzati con un “Gyros Plate” (carne di maiale grigliata adagiata su un letto di pomodori, insalata, salsa tzatziki e un tipo di pane fritto oltre alla sempre presente cipolla!!) e una “Grilled Chicken Salad” (come il precedente ma con carne di pollo).

A questo punto, ormai cotta a puntino, tra bulbo pieno e notte insonne, la sottoscritta ha abbandonato le armi e si è concessa un piccolo sonno ristoratore. Il mio baldo compagno, invece, non si è dato per vinto ed è andato ad esplorare le spiagge di Amoopi, tre in tutto, di cui due di ciottoli e una di sabbia e tante barchette dai colori vivaci attraccate un po’ ovunque nelle varie baie… Dopo circa un’oretta (forse si annoiava da solo!) è venuto a prendermi di peso e mi ha portato in spiaggia (quella di sabbia): c’era il solito “venticello” e si stava veramente bene…Ma il richiamo del mare è stato talmente forte che non abbiamo resistito neanche un minuto a riva e siamo entrati immediatamente in acqua!!Il mare era di un azzurro indicibile, mai visto fino ad ora un mare così bello, pulito, calmo, pieno di pesciolini che ci nuotavano intorno a pochi passi dalla riva, e tutto intorno il paesaggio era meraviglioso…Non avremmo più voluto allontanarci!!E infatti siamo rimasti ad oziare nel più completo relax fin quasi le 8, fino a quando cioè la curiosità di saper cosa ci aspettava per cena è diventata fortissima e siamo rientrati! Doccia veloce e giù al ristorante: qui abbiamo conosciuto il nostro cameriere (ma perché non tengo mai a mente i nomi??) e ci siamo sbafati nell’ordine: 1- salsa tzatziki, fatta con yogurt, aglio e cetrioli, da mangiare col pane + 2- una tipicissima insalata greca, con pomodori, cipolla (a quintalate!), cetrioli ( tagliati a fette di 4 cm. Di spessore!) e la gustosa feta (il tipico formaggio fresco di capra, molto buono) + 3 – per me, pastitsio (una specie di pasta al forno) e per il mio Amore un pesce fritto, tipo sarde, molto buono + 4- per concludere il tutto, una refrigerante fetta di anguria!! Finita la cena, più che soddisfatti dal lauto pasto, siamo saltati in groppa al nostro rombante scooter 100 cc. Noleggiato un paio d’ore prima dai “2 Brothers” (il cui proprietario ci venne indicato come: “the man with the beard”…Ed infatti così era!!) per la cifra di 15 € al dì, e siamo partiti alla volta di Pigadia, capitale dell’isola e distante da Amoopi circa 6 Km.

La strada per raggiungerla è: tutta a tornanti, rigorosamente senza guardrail senza lampioni ma soprattutto… particolare più importante… VENTOSISSIMA!! Le raffiche a volte erano così forti che il mio cavaliere faceva fatica tenere in rotta il suo destriero!! Tuttavia quando, subito dopo l’ultima curva, si apriva davanti a noi la vista sul porto e sulla baia su cui si adagia Pigadia tutta illuminata dalle luci della notte, scordavamo tutti gli sforzi fatti per arrivarci e ci incantavamo davanti a quella vista meravigliosa…(parlo al plurale perché questa scena si è ripetuta quasi ogni sera del nostro soggiorno!) Pigadia è un piccolo centro molto caratteristico organizzato intorno ad una piccola baia: lungo le sue viuzze si susseguono numerosi negozietti (per lo più di prodotti tipici, come miele, spezie, olive e olio) ma anche numerosi caffè e ristoranti che si affacciano proprio sul piccolo porticciolo. Mentre stavamo appunto passeggiando ci siamo sentiti chiamare da uno di questi ristoranti e, con nostro grande stupore, ci siamo ritrovati davanti una coppia di nostri amici nonché compaesani (ciao ciao Anna & Dimitri!) con i quali prima ci siamo bevuti un “buonissimo” caffè greco (non ordinatelo MAI! E’ lungo una settimana e mezza tazzina è riempita coi fondi!!) e poi ci siamo rifatti la bocca col tipicissimo ouzo, il famoso liquore d’anice che i greci veraci bevono in grandi quantità come aperitivo e che conta ben 40°!! (Per i turisti col fegato poco abituato come il mio consiglio di berlo allungato con l’acqua che ti portano insieme!!) E poi, per finire la serata, la cameriera del locale (di cui purtroppo non ricordo il nome, ma che era proprio sopra l’anfiteatro che c’è alla fine della passeggiata sul porto di Pigadia!) ci ha offerto un bicchierino con un liquore di colore scuro che, abbiamo chiesto poi, si chiamava “Hursus Red”.

Direi che la giornata non poteva che concludersi in modo migliore…

14.08.2006 Dopo un’abbondante colazione composta da : yogurt con miele e muesli + 2 fette biscottate con burro e marmellata + 1 panino con prosciutto e formaggio + caffè + succo di frutta (colazione che si è ripetuta ogni giorno!!) come da programma steso poco prima di partire, ci siamo diretti ad Apella, considerata la spiaggia più bella d’Europa!! La strada per arrivarci è quasi tutta asfaltata, tranne l’ultimo tratto e cioè quello che porta alla spiaggia vera e propria, che è uno sterrato con buche alte mezzo metro (con lo scooter… una vera goduria!!) ma fattibile. E poi, comunque, il panorama che scorgi dalla strada ti fa solo pensare al momento in cui potrai finalmente metter piede su quella splendida baia di ciottoli bianchissimi e tondeggianti (mi raccomando, non dimenticate di portare le ciabattine di plastica!!) e con un bel caicco colorato attraccato a riva a far da sfondo…Una meraviglia!!! Quando siamo arrivati noi eran già circa le 11 e c’era molta gente, ma siamo comunque riusciti ad accaparrarci un ombrellone e 2 lettini x la cifra irrisoria di 5 €!!Anche qui abbiamo resistito poco a riva ( giusto il tempo di fare una cinquantina di foto!!) e ci siamo buttati subito in acqua… Ma, si sa, il mare fa fame e noi siamo deboli in quel senso…Per cui, verso le 2 ci siamo diretti alla taverna “Apella”, che domina dall’alto la baia. Qui, come ci avevano avvisato i nostri amici la sera prima, c’è un solo cameriere e tutti i circa 20 tavoli del locale erano pieni (in Grecia mi spendono poco sul servizio al tavolo, questa è una cosa che abbiamo notato in tutti i locali…!!), così non abbiamo voluto infierire ed abbiamo atteso pazientemente di essere serviti: abbiamo ho preso una “Tuna Salad” (una specie di salsa di tonno), una classica insalata greca + io un “Souvlaki” (leggi spiedino) di maiale e il solito yogurt con miele e noci mentre il mio Amore si è rimpinzato con un “Souvlaki chop”, praticamente una fettina di maiale… Il pomeriggio l’abbiamo passato ad Apella…Altri bagni, altre foto e poi rientro alla base.

Cena e poi consueto trasferimento a Pigadia dove, al Cafè Centro, Igor ha assaggiato finalmente la birra Mythos… 15.08.2006 Alle 7 e 45, dopo, aimè, un’esigua colazione (ci siamo svegliati all’ultimo momento!!), siamo partiti con il pullman per l’unica escursione che abbiamo deciso di comprare dalla Kompas. Ci siamo diretti al porto di Pigadia e da qui, col caicco (dal quale abbiamo potuto vedere tutte le splendide spiagge della parte orientale dell’isola) dopo circa un’ora e mezza di navigazione, siamo arrivati a Diafani, il porto più a nord di Karpathos.

Da qui, con un altro pullman (guidato da una scaltrissima donna baffuta!) dopo circa 25 minuti di tornanti senza guardrail, siamo arrivati ad Olympos. Questo meraviglioso paesino, incastonato nella montagna da un lato e a picco sul mare dall’altro, ci ha veramente affascinato… penso che non dimenticheremo mai le sue stradine strette e tortuose in cui non passeranno mai le auto ma solo gli asinelli, e i suoi mille scalini bianchi… Tutto il paese, poi, era in festa per la “Dormizione di Maria” e tutte le donne indossavano il costume tipico: bianco per le nubili, che indossavano anche delle collane fatte di monete d’oro (che rappresentano un po’ la “dote” di chi le indossa dal momento che più monete ci sono, più la ragazza in questione è un buon partito!) e nero per le donne sposate con della passamaneria colorata sugli orli, e per tutte il tipico foulard sulla testa, che anch’io mi sono fatta annodare dal tipico commerciante (leggi furbone!) greco che, facendosi beffe del mio sudore grondante e inondandomi di complimenti a profusione, è riuscito a strapparmi ben 5 €! Tutte le porte delle case erano aperte affinché tutti, turisti e paesani, potessero festeggiare insieme…Bellissimo! Verso le 11 e 30 ci siamo diretti, x pranzo (sì, lo so, era un po’ presto, ma il posto era piccolo e temevamo che si riempisse!!), su consiglio dalle assistenti Kompas, nell’unico mulino a vento ancora funzionante del paese, che ora è stato trasformato nella taverna, appunto, “The Milos”. Tutti i piatti che vengono serviti ai clienti sono cucinati in grandi casseruole nel forno a legna all’entrata del locale, per cui sembra di essere veramente tra amici!E’ inoltre a conduzione familiare: la mamma-nonna è l’addetta al forno mentre i figli e i nipoti a servire ai tavoli (non tutti però: gran parte sono arrivati vestiti a festa dopo la fine della messa!).I tavoli erano tutti pieni, sia di turisti che paesani che parenti dei paesani venuti per la festa, e così solo dopo una lunga attesa, sono finalmente riuscita a gustarmi i rinomati “Makarunes”, fiore all’occhiello della taverna, che consistono in pasta -una specie di strozzapreti- molto cotta e condita con cipolla imbiondita nel burro e feta grattugiata e il mio Amore ha finalmente assaggiato la “Moussaka”, il famoso pasticcio di melanzane, ragù e verdure. Nel primo pomeriggio, poi, abbiamo visitato la chiesa: un tripudio di legno scuro e icone dorate, nel puro stile ortodosso! Verso le 2, poi, siamo andati a berci un gustoso frappe’ (che per i greci consiste in: Nescafè, latte e zucchero shakerati!) nel bar “Da Sofia”, proprio all’entrata del paese, gestito da una piccola signora sorridente, molto gentile e molto pittoresca: aveva in testa un foulard nero da cui spuntavano lunghissime ciocche di capelli grigi! Alle 2 e mezza siamo rientrati a Diafani, dove abbiamo avuto ben 2 ore e mezza di libertà: noi le abbiamo trascorse un po’a far foto in giro (Diafani è un vero gioiello di architettura karpaziana, tutta bianca e blu e con una chiesa che sembra di marzapane!) e, prima di rientrare, ci siamo fatti anche un bel bagno in mare! Alle 5 in punto il capitano del caicco ha acceso i motori e ci ha riportati a Pigadia e da qui in hotel.

Cena poi Pigadia: serata trascorsa al “Sergiani Cafè”, sempre in riva al porto di Pigadia, dove io mi sono gustata un ottimo waffel con yogurt, miele e noci e il mio Igor si è bevuto una granita (non abbiamo ancora capito a che gusto fosse, però!!) 16.08.2006 Oggi, con uno scooter da “ben” 150 cc., visto che il nostro ci aveva abbandonato di prima mattina (il cambio di potenza non ha modificato tuttavia la tariffa giornaliera!!) abbiamo deciso di affrontare la parte occidentale dell’isola.

Siamo passati per Menetes, Arkasa, Finiki (tutte strade in ottimo stato) e poi, in tarda mattinata, dopo esserci fermati un attimo sulla spiaggia di Sikelao, abbiamo deciso di metter radici sulla spiaggia di Proni: c’erano delle onde altissime ed eravamo completamente soli!! Tutte le spiagge della parte occidentale sono meno frequentate, forse proprio perché il mare qui è molto più mosso ed inoltre a pochi metri dalla riva è già molto profondo!! Siamo rimasti a goderci quello spettacolo per un bel po’, fino a quando, cioè, non sono arrivati altri due turisti e noi abbiamo deciso di andare a pranzo per lasciar godere anche a loro un po’ di quella pace in completa solitudine…Un’unica nota negativa, in questi paradisi selvaggi (intendo le spiagge della parte occidentale) è la sporcizia e le immondizie che si trovano un po’ ovunque… Siamo quindi ritornati verso Finiki dove, sempre per caso, abbiamo ri-incontrato i nostri amici della prima sera e siamo andati a pranzo con loro ed altri 2 loro amici alla taverna “Dimitrio’s” che domina dall’alto la baia e dove, con 13 € a testa, ci siamo mangiati dell’ottimo pesce appena pescato: tutti i proprietari dei ristoranti di Finiki, infatti, hanno la loro barchetta, ancorata nel porticciolo di questo bellissimo paesino, con la quale ogni giorno escono in mare a pescare il pesce che poi cucineranno per i loro clienti!! Alla fine del pranzo, dopo aver fatto amicizia con i simpatici ragazzi proprietari del locale che ci hanno offerto l’anguria ed un accendino a testa col nome del ristorante (nonché regalato la maglietta del locale con la scritta “Dimitrio’s” al nostro amico che si chiama proprio Dimitri!) ci siamo salutati e divisi: la nostra prossima meta era Lefkos, che abbiamo visto solo dall’alto, però, perché abbiamo sbagliato strada e ci siamo fermati a Potali (credendo fosse Lefkos!). Qui, per prima cosa, ci siamo rinfrescati con un ottimo frappè nel caratteristico bar sulla spiaggia (molto “hawaiian style”, con i suoi ombrelloni di paglia!) e poi ci siamo fiondati sul bagnasciuga: il mare era molto mosso e i cavalloni ci facevano molta gola…Così decidemmo di affrontarli!! Le onde erano fortissime e facevano di noi quello che volevano e quando siamo usciti eravamo pieni di botte a forza di cadute sui ciottoli!!Però che bello, lo rifarei subito!! Dopo esserci fatti una doccia (stranamente qui c’era, a differenza di tutte le altre spiagge), ci siamo rilassati un attimo e, inforcato di nuovo il nostro scooterone, abbiamo proseguito il nostro giro con destinazione Mesochori, un paesino arroccato su un pendio con stradine strette e ripide che ricordavano Olympos. La sosta però non è durata tanto perché ormai erano già le 6 e la quarantina di km. Che ci aspettavano per il rientro in hotel necessitava del suo tempo. Abbiamo quindi ripercorso in senso inverso la meravigliosa strada costiera, godendoci delle viste mozzafiato sulle baie sottostanti, con le montagne che sprofondavano a picco nel mare, dove la schiuma bianca dei cavalloni contrastava col blu cobalto, appunto, del mare… La parte occidentale dell’isola è molto più verde di quella orientale, se non fosse che un incendio, circa 3 anni fa, ha distrutto buona parte dei boschi e ancora si sente l’odore di cenere e si vedono gli alberi anneriti dal fuoco…Che desolazione!! Siamo quindi rientrati in hotel, cena e poi presto a nanna, ché la giornata era stata intensa… 17.08.2006 Stamattina il nostro programma prevedeva la scoperta di Kira Panagia, la famosa spiaggia con la chiesetta dalla cupola rossa. Che dire se non…Magnifica!! Siamo arrivati relativamente presto (verso le 10 e mezza) e siamo riusciti ad accaparrarci l’ombrellone coi lettini (che alla fine non abbiamo neanche pagato!) proprio in riva al mare; abbiamo fatto mille bagni nel mare splendido di sempre al quale abbiamo scattato mille foto…Poi ci siamo distesi ad asciugarci un po’ al sole e abbiamo deciso di fare altre foto alla e dalla chiesetta.

Verso l’ora di pranzo ci siamo diretti verso Ahata, dove c’era una sola taverna sulla spiaggia nella quale ci siamo rimpinzati con gamberi “Saganaki” (cotti con pomodoro e feta) e sardine “Karpathos” (cioè marinate nel sale e condite con olio e aceto).

La spiaggia è veramente bellissima, forse un po’ più intima delle altre perché più piccola: l’unica nota negativa è forse la strada per arrivarci che consiste in uno sterrato di circa 4 km con delle buche altissime! Comunque il gioco valeva la candela anche perché, particolare insolito per le spiagge karpaziane, la spiaggia di Ahata ha doccia (se si può definire così…!) e bagni (lasciamo perdere, comunque…!).

Più tardi abbiamo deciso di fare un salto ad Aperi, però, tanto per cambiare, abbiamo sbagliato strada e così abbiamo visto Volada e Othos e solo sulla via del ritorno e da lontano anche Aperi, tutte abbarbicate sulle montagne!! Siamo quindi rientrati alla base e, dopo la lauta cena, ci siamo diretti per un po’ di shopping pro-parenti ed amici a Pigadia… 18.08.2006 Stamattina abbiamo deciso di dirigerci di nuovo ad ovest e più precisamente ad Arkasa, alla spiaggia di Agios Nicholaos: una distesa di sabbia dorata con un mare pieno di cavalloni, da cartolina. Anche qui siamo arrivati relativamente presto e così abbiamo potuto scegliere l’ombrellone migliore. Dopo aver scritto le cartoline (non eravamo proprio sicuri che arrivassero, ma alla fine ognuno ha avuto la sua!!) ed aver fatto un bel bagno, siamo ritornati nella pittoresca Finiki, dove abbiamo gustato dell’ottimo pesce alla griglia (30 € in due) alla taverna “Finiki view” in compagnia di due simpatici gattini rossi… Nel pomeriggio ci siamo dedicati all’escursione in un paio di spiagge che non avevamo ancora visto nella costa ovest: la prima è stata Karamachia Beach, mentre l’altra, che si trova un po’ dopo Arkasa ed è il punto più a ovest dell’isola, si chiama Agios Theodoros, da dove si vedeva benissimo l’isoletta di Kassos. Siamo poi rientrati in albergo, pensando di dover incontrare le assistenti Kompas per le istruzioni per il rientro: loro invece erano già passate e ci avevano lasciato un biglietto con le istruzioni alla reception! Abbiamo allora concluso il pomeriggio in una delle spiagge di Amoopi, rilassandoci un po’ dopo i tanti km. Percorsi in giornata.

Quindi cena in hotel e dopo cena a Pigadia per gli ultimi acquisti… 19.08.2006 Ovvero l’ultimo giorno in questa splendida realtà… Siccome eravamo senza scooter, restituito di buon mattino al “man with the beard”, abbiamo deciso di passare la nostra giornata nella spiaggia di casa, ovvero la spiaggia di sabbia di Amoopi.

Per pranzo, invece, siamo andati all’ormai famosissima taverna “Esperida”: anche noi dobbiamo ammettere che la fama del locale è più che meritata!! Abbiamo mangiato divinamente sotto il suo pergolato di grappoli d’uva!! Nel pomeriggio, poi, siamo ritornati alla spiaggia sotto casa, ma a causa del forte vento siamo dovuti scappare subito: spezzo una lancia a favore di questo forte vento però, perché, benché a volte (spesso!!) possa sembrare veramente fastidioso, in realtà è il vero segreto per sopravvivere a Karpathos!! E sì perché, quando sei in spiaggia e ci sono 36 gradi, grazie al vento, sembra che ce ne siano almeno 10 di meno e puoi farti ore e ore senza sofferenze (e io soffro tantissimo il caldo!) mentre di notte, solo se c’è il vento puoi dormire perché almeno il vento manda via le zanzare (che qui sono veramente fastidiosissime!!) Noi, l’unica notte che non c’era vento, non siamo riusciti a chiudere occhio, per cui…Benedetto sia il Meltemi!!! Comunque, ritornando a noi, abbiamo passato l’ultima serata passeggiando sul lungomare e per concludere siamo andati a berci l’ultimo frappè della nostra vacanza al caffè “Avra”, sulla spiaggia.

20.08.2006 Alle 9 e 05 di mattina è arrivato il pullman per l’aeroporto e…Alle 4 di pomeriggio eravamo a casa… Come hanno fatto altri Turisti per Caso nei loro racconti, anche noi vi consigliamo di andare subito a Karpathos, se volete godervi un po’ di Grecia “da cartolina” perché, quando i suoi abitanti si renderanno conto del potenziale della loro meravigliosa terra (cosa di cui, secondo noi, ancora non si rendono conto!), la sfrutteranno e voi, che non ci siete ancora stati, vi sarete persi qualcosa di magico… Buon viaggio!! Mery & Igor



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche