Karpathos, un’isola da non perdere
27 AGOSTO SABATO: Il primo assaggio di Karpathos
Volo Blu Panorama (BV 620) molto puntuale, anzi arriviamo in anticipo, con sosta a Samo (senza scendere) per sbarco e imbarco di nuovi passeggeri. Il primo impatto con Karpathos è come mi aspettavo: isola brulla e selvaggia, ma sento che ha fascino. L’hotel Alimounda Mare (Eden viaggi) è molto bello, moderno, con camere non grandissime, ma riusciamo a sistemarci bene in tre. Piscina stupenda azzurrissima con acqua che sembra trasbordare nel mare. La famosa spiaggetta tanto calunniata su internet alla fine si rivela decente e offre un bellissimo bagno in acqua trasparente. L’insenatura è scenografica con Pigàdia, la capitale, sulla destra e monti a sinistra. Per smaltire la cena facciamo una passeggiata a Pigadia, distante circa 15 minuti dall’hotel. Il paese è una rivelazione, veramente carino: c’è una strada a livello del porto piena di bar e taverne molto caratteristiche e un’altra parallela ma più sopraelevata, con tanti negozietti di souvenir. Una terza strada, ancora più in alto, è più “cittadina”: i turisti sono giusti, non eccessivi.
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28 AGOSTO DOMENICA: “Giro dell’isola con auto a noleggio”
Oggi abbiamo deciso di affittare una macchina: qui a Karpathos ci sono solo 3 benzinai, per cui bisogna calcolare bene il percorso. L’isola è veramente selvaggia con scorci bellissimi di montagne alte, qualche tratto verde di pini, ma molte zone aride. All’altezza della spiaggia di Apella (àpella), non resistiamo alla tentazione di scendere a fare un bagno. Per fortuna la strada in discesa non è molto ripida ed è asfaltata. E qui inizia una meraviglia: l’insenatura è di sassolini non tanto piccoli e ci sono ombrelloni, lettini e parecchia gente, ma non esagerata. Il colpo d’occhio appena si arriva alla spiaggia è spettacolare: all’inizio ci sono scogli di pietra bianca levigata che esalta il colore dell’acqua azzurra e trasparente. In fondo alla baia sono ormeggiate due barche da escursione e da lì inizia un sentiero in salita che porta a una seconda baia davvero strepitosa (più deserta e frequentata da nudisti).
Dopo Apella la prossima meta è Lefkos, che si trova sulla costa ovest dell’isola. Nel passare all’altro versante ci troviamo immerse nelle nuvole, in un paesaggio quasi lunare per aridità, molto suggestivo. In lontananza l’insenatura di Agios Nikolaos sembra un’apparizione! Piccola sosta vicino alla baia di Potaly in un carinissimo alberghetto tipico greco, rilassante, con giardinetto delizioso sotto un pergolato d’uva. Un po’ rifocillate arriviamo a Lefkos dove ci sono tre baie: la prima è la più affollata, bella, con lettini e ombrelloni, barchette ormeggiate e taverne che si affacciano sull’acqua. Noi optiamo per la seconda insenatura che è divisa dalla terza da una lingua di sabbia: anche qui l’acqua è trasparente e bellissima. Ripresa la macchina percorriamo tutta la costa ovest verso sud (aeroporto), con una piccola sosta al paesino di Finiki, o meglio al suo porticciolo: una delizia di spiaggetta, porto e banchina piena di ristorantini, uno più carino dell’altro. Ultima tappa veloce: l’attraversamento in macchina di Menetes, paesino abbarbicato sulla collina-montagna che si vede anche dal nostro hotel. Qui il vento è forte e freddo, non scendiamo nemmeno dall’auto e torniamo in hotel.
29 AGOSTO LUNEDI’: “Love boat”
Stamattina escursione alle 3 spiagge con la barca“Love boat”, prenotata al porto. Navighiamo verso la prima baia, Kato Lako, dove facciamo un bel bagno con una sosta breve, per poi tornare ad Apella dove restiamo per circa 5 ore per poi ripartire per Kira Panagia: vista dal mare la famosa chiesetta con cupola rossa simbolo dell’isola, che sui depliants sembra troneggiare su una spiaggia deserta, mi delude un po’ perché in realtà è circondata di case! Però la baia è molto riparata e l’acqua, verde smeraldo, è veramente meravigliosa per l’ultimo bagno della giornata.
30 AGOSTO MARTEDI’: Amoopi
Oggi proviamo il bus di linea che, comodissimo e puntuale, al costo di 1,60 euro ci porta in 20 minuti alla baia di Amoopi, veramente al di sopra delle aspettative! Ci sono due spiagge di sabbia a sinistra, con acqua celeste da piscina, al centro un piccolo promontorio con una chiesetta bianca e blu in alto e appena più sotto un baretto delizioso. Sulla destra c’è un’altra baia di sassolini, movimentata da tante piccole calette rocciose, con scogli in mezzo al mare: un colpo d’occhio veramente spettacolare, specialmente da una stradina sopraelevata panoramica che accompagna la costa e che decidiamo subito di percorrere, dopo aver lasciato i pesanti zaini sui lettini affittati all’ottimo prezzo di 3 euro l’uno. Amoopi è piena di hotels, studios e taverne molto graziose, in prevalenza bianche e blu, molto ben inserite nel paesaggio. E’ un posto turistico ma non in modo eccessivo.
31 AGOSTO MERCOLEDI’: Achata
Oggi spiaggia di Achata, in taxi. L’insenatura è molto bella, circondata da montagne verdeggianti abbastanza ripide che l’avvolgono rendendola isolata (non ci sono case). La spiaggia è attrezzata ma silenziosa, ci sono anche due taverne ai lati e una doccia calda carinissima, nascosta da una tavola da surf. All’inizio c’è un po’ di vento che muove l’acqua rendendola meno limpida, ma qui il tempo cambia continuamente e, nell’arco della giornata, si alternano momenti di calma e di vento, offrendoci la vista di colori cangianti dall’azzurro al verde, con il fondo marino di sassolini levigati. Facendo snorkeling lungo la costa vedo anche dei pesciolini colorati e un bel fondale movimentato a strapiombo. Anche dall’altra parte della baia faccio un bellissimo bagno accanto a rocce battute dalle onde che creano un effetto “cascatine”.
1 SETTEMBRE GIOVEDI’
Stamattina gita organizzata dall’hotel a Olimpos. In barca ripercorriamo lo stesso tratto di costa fatto con “love boat”, ma l’ultima parte è molto selvaggia e incontaminata con baie che, pur essendo lontane, mi sembrano affascinanti e con acqua turchese: chissà se fra qualche anno diventeranno turistiche. La prima meta è Diafani, un paesino di pescatori molto tranquillo e grazioso, con una spiaggia di sassolini intorno al porto, con acqua verde smeraldo pulita e trasparente dove, prima di ripartire, faremo un bel bagno rinfrescante in mezzo a famigliole greche. La nostra guida (perché ne abbiamo una), giovane biondina gentile, ci fa fare una piccola passeggiata per il paese, facendoci intravedere l’interno di una chiesetta ortodossa e dandoci qualche notizia sull’isola e in particolare sugli immigrati in America che tornano pochi giorni all’anno, ma ci tengono molto a conservare in ottimo stato le loro case natali. Il percorso in bus per Olimpos è veramente unico perché la strada (asfaltata ma sempre senza guard rail) è tutta un tornante e si arrampica in alto fino ad un punto da cui si vede in lontananza il paesino arroccato sulla montagna e dove scendiamo per una foto. Tutt’intorno terrazze coltivate strappate all’impervio terreno e chiesette disseminate tra le montagne. Olimpos è senz’altro superiore alle aspettative: è un agglomerato di stradine (in salita e discesa con tanti gradini) e di case di calce bianca ridipinte con colori pastello. Il paese è rimasto isolato senza strada fino al 1979! Fino ad allora le donne (che qui hanno sempre fatto tutti i tipi di lavori, anche i più pesanti) andavano a prendere l’acqua ad un fiume (ora asciutto) che scorreva nella valle perché non c’era né acqua né luce. In questi ultimi anni naturalmente tutto è cambiato molto velocemente ed oggi la vita del paese è totalmente orientata al turismo: ci sono negozietti deliziosi dove le donne indossano ancora i costumi tradizionali. Si incontrano però ancora case con il loro aspetto originario, prima del maquillage. La guida ci porta a visitare la splendida chiesa ortodossa, situata nella piazza del paese, che è particolarissima perché posta su vari livelli: da essa si diramano stradine e scalette e ci sono taverne panoramiche che si affacciano su panorami mozzafiato. Dopo la chiesa visitiamo la casa del più famoso artista dell’isola (di cui non ricordo il nome) e del prete (qui i preti ortodossi si sposano): la seconda è una specie di museo perché illustra la tipologia di una casa karpatiana. L’ambiente principale è unico, con una zona soggiorno che precede quella per dormire, sopraelevata: le pareti sono piene zeppe di foto dei vari componenti della famiglia, vestiti con gli abiti tradizionali (le donne hanno al collo delle splendide collane piene di monete d’oro, che mi pare siano una specie di dote per le ragazze) unitamente a una ricchissima collezione di piatti di ceramica in vari colori e disegni (oggetti portati in dono dagli ospiti) più soprammobili, bambole e corredi. All’esterno vediamo una vecchietta che scende una ripida scalinata appoggiata ad un bastone: i suoi abiti scuri si stagliano sul bianco dei gradini… Continuando la camminata arriviamo ad un punto alto del paese dove ci sono parecchi mulini a vento (alcuni ancora con delle pale funzionanti): accanto ad uno di essi c’è il più famoso ristorante del paese “Milos” dove troviamo un tavolo. E’ molto carino e caratteristico: all’ingresso c’è un’anziana signora (sempre rigorosamente in abiti tradizionali) che tira fuori da un forno a legna prelibatezze di tutti i tipi: teglie di melanzane, pomodori e peperoni ripieni, spezzatini di carne e verdure, makarones tipici di Karpathos soffritti con cipolla, zucchine ripiene, moussaka, patate al forno, fiori di zucchina fritti, polpettine di melanzane e per finire palline di pasta fritta con miele! Non solo il cibo è squisito, ma la location è veramente sublime, con panorama a strapiombo sulla costa, i mulini a vento sullo sfondo e il cielo azzurro che completa il quadro! Per digerire facciamo una passeggiata che ci riporta alla piazzetta, con sosta al bar panoramico “zefiros” e ripercorriamo la strada piena di negozietti già fatta all’andata. Questa volta però abbiamo più tempo (senza la guida e il gruppo) e possiamo guardare con calma sia gli arredamenti particolari che la merce: in uno è disposta lungo la strada, appoggiata al muro, intervallata con parti di porte dipinte in azzurro; un negozio è collocato nell’interno di un vecchio mulino, con gli articoli sistemati sull’antica macina; in un altro spiccano ceramiche colorate appese al muro di tante forme diverse… insomma tutto molto carino.
2 SETTEMBRE VENERDI’
Oggi, ultima giornata di vacanza, decidiamo di riprendere il taxi (siamo in 3 e il costo è come quello di un noleggio macchina) per andare a Diakoftis (zona sud, aeroporto, la più ventosa): spiaggia tanto sospirata dove scopriamo di essere state fortunate e di aver “beccato” una giornata ok per il vento (che soffia non forte mantenendo l’acqua calma). Che dire… è una meraviglia: è un’insenatura più selvaggia (anche se c’è un po’ di gente), senza ombrelloni o sedie, anche se scorgiamo da un lato una specie di furgone-cantina con vicino una piccola piattaforma con tavolini! Una lingua di sabbia la separa da un’altra insenatura (campo nudisti) meno bella della prima. L’acqua è azzurrissima e nella parte destra c’è un lungo tratto roccioso bellissimo e movimentato. Verso l’una e mezzo il taxi torna a prenderci e ci porta in un’altra spiaggia, Damatria, situata sul versante est, prima di Amoopi: è una spiaggetta di ciottoli con solo tre o quattro ombrelloni, pochissime sedie e acqua meravigliosa.
CONCLUSIONI
Karpathos è una bellissima isola e secondo me merita una vacanza. Io avevo paura del vento, ma sono stata fortunata e non ho avuto, alla fine di agosto, particolari problemi. Il mare e la natura sono spettacolari e anche i paesini molto carini. Buone vacanze!